P.Q.M. 
 
    Il  Tribunale  amministrativo  regionale  per  il  Friuli-Venezia
Giulia, I Sezione, dichiara rilevante per la definizione del presente
giudizio e non manifestamente infondata, per le  ragioni  di  cui  in
motivazione, la  questione  di  costituzionalita'  dell'art.  43  del
T.U.L.P.S, nella parte in cui stabilisce che  «...  non  puo'  essere
conceduta la licenza di portare armi: a) a chi ha riportato  condanna
alla reclusione... per furto...» per  contrasto  con  i  principi  di
eguaglianza, proporzionalita' e  ragionevolezza  di  cui  all'art.  3
della Costituzione, nella  parte  in  cui  prevede  un  generalizzato
divieto di rilasciare il porto d'armi alle persone condannate a  pena
detentiva per il reato di furto senza consentire alcun  apprezzamento
discrezionale all'Autorita' amministrativa competente. 
    Conseguentemente   solleva   la   questione    di    legittimita'
costituzionale della norma citata nei sensi dianzi precisati. 
    Sospende,  per  l'effetto,  il  giudizio  fino  alla  definizione
dell'incidente di costituzionalita' di  cui  alla  questione  data  e
ordina   la   immediata   trasmissione   degli   atti   alla    Corte
costituzionale. 
    Manda alla segreteria  di  provvedere  alla  notificazione  della
presente ordinanza alle parti in causa e al Presidente del  Consiglio
dei ministri, nonche' alla comunicazione della stessa  ai  Presidenti
delle due Camere del Parlamento. 
    Ordina che la  presente  ordinanza  sia  eseguita  dall'Autorita'
amministrativa. 
    Ritenuto che sussistano i presupposti di cui all'art. 52, comma 1
decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, a tutela  dei  diritti  o
della dignita' della parte  interessata,  manda  alla  segreteria  di
procedere all'oscuramento  delle  generalita'  nonche'  di  qualsiasi
altro dato idoneo ad identificare il ricorrente. 
    Cosi' deciso in Trieste nella Camera di consiglio del  giorno  23
maggio 2018 con l'intervento dei magistrati: 
        Oria Settesoldi, Presidente; 
        Manuela Sinigoi, consigliere, estensore; 
        Nicola Bardino, referendario. 
 
                      Il Presidente: Settesoldi 
 
 
                                                L'estensore: Sinigoi