ALLEGATO A
                             DEFINIZIONI
 Alneti: formazioni arboree o arbustive di ontano (genere Alnus).
Andana: accumulo di ramaglia e cimali in forma lineare.
Arbusteto:  soprassuolo  costituito  da arbusti, non rientrante nella
classificazione di bosco.
Arbusto:  pianta  caratterizzata  dalla presenza di un fusto legnoso,
che  la  differenzia  dalle  piante erbacee, dalle dimensioni ridotte
rispetto   ad  un  albero  (a  maturita',  in  condizioni  ambientali
ottimali,  raggiungono  un'altezza  di  almeno un metro e mezzo e non
superano  normalmente  un'altezza  di  otto  metri)  e dal portamento
normalmente  policormico.  Sono arbusti i biancospini, i cornioli, la
fusaggine,  i  ginepri,  le ginestre, il nocciolo, l'ontano verde, il
pero  corvino,  il  pino  mugo  arbustivo  (var.  rostrata),  le rose
selvatiche,  i  sambuchi,  la  sanguinella,  i  viburni ecc. Non sono
considerati arbusti i rovi (genere Rubus).
Capitozzatura: taglio del fusto ad una altezza superiore a un metro e
mezzo.
Castagneto   da   frutto:  soprassuolo  costituito  totalmente  o  in
prevalenza  (almeno  il  90 per cento dei soggetti arborei adulti) da
piante  di castagno, perlopiu' innestate, finalizzato alla produzione
di  frutto  (castagne),  come  da  decreto  della giunta regionale n.
2024/2006;  i  castagneti  da  frutto  sono  considerati in attivita'
quando  il  soprassuolo  e'  soggetto  a  periodica  manutenzione, in
particolare  mediante ripuliture periodiche del sottobosco e potature
degli alberi.
Ceduazione  semplice: forma di taglio a raso per i cedui che utilizza
(asporta) tutta la biomassa legnosa presente nel bosco ceduo.
Ceduazione  semplice matricinata: taglio che utilizza (asporta) tutta
la  biomassa  legnosa  presente  nel  bosco ceduo, ad eccezione di un
numero  limitato  di  fusti  (da  seme  o  polloni)  con  funzioni di
sostituzione  delle  ceppaie  morte,  di produzione di seme, di altri
assortimenti  (da  opera)  o di mantenimento delle altre funzioni del
bosco.
Ceduazione a sterzo: taglio che utilizza (asporta) ad ogni intervento
solo una quota parziale di polloni di ogni ceppaia del bosco ceduo.
Ceduo: forma di governo del soprassuolo forestale in cui almeno il 60
per cento della massa legnosa arborea epigea e' costituita da ceppaie
e  fusti  singoli  ottenuti  tramite  rinnovazione per via vegetativa
(polloni).
Ceduo  invecchiato:  bosco  ceduo  lasciato  invecchiare  per  almeno
quaranta anni senza alcun intervento colturale.
Ceduo  sotto  fustaia: soprassuolo forestale costituito da una o piu'
specie  governate  a fustaia e da una o piu' specie, differenti dalle
precedenti, governate a ceduo.
Cespuglieto:  soprassuolo costituito da arbusti, non rientrante nella
classificazione di bosco.
Cespuglio:  pianta caratterizzata dalla presenza di un fusto legnoso,
che  la  differenzia  dalle  piante erbacee, dalle dimensioni ridotte
rispetto  ad  un  albero  e  un  arbusto  (a maturita', in condizioni
ambientali ottimali, non superano normalmente un'altezza di almeno un
metro  e  mezzo)  e  dal  portamento  normalmente  policormico.  Sono
cespugli i rovi.
Concentramento:  operazione  iniziale dell'esbosco, consistente nella
prima  raccolta  e  riunione  della  legna o del legname dal letto di
caduta ad un primo deposito, prima dell'esbosco.
Conversione: cambiamento della forma di governo, da fustaia a ceduo o
viceversa.
Controfuoco: e' una tecnica utilizzata nelle attivita' di spegnimento
degli   incendi   boschivi  che  prevede  di  sottrarre  combustibile
all'avanzamento  dell'incendio  mediante un abbruciamento controllato
ed  in  sicurezza  di  un'area  ritenuta idonea al fine di rallentare
l'avanzamento  delle  fiamme e, quindi, di permettere migliori azioni
di contrasto.
Corileto: formazione arbustiva costituita prevalentemente da nocciolo
(Corylus avellana L.).
Diametro:  il  diametro  di  tutte  le  piante si misura a un metro e
trenta  di  altezza  "a petto d'uomo" e in conformita' con le vigenti
consuetudini in uso nella dendrometria e nella selvicoltura.
Diradamento:  riduzione  del  numero  di  alberi  presenti in giovani
popolamenti,  sia  in fustaia (spessina, perticaia) sia in ceduo, con
criteri   di  selezione  sociale  e  tipologie  atti  a  favorire  il
concentramento  della  produzione legnosa in individui di qualita' ed
ad  aumentare la stabilita' fisica degli alberi e del soprassuolo nel
suo complesso. I diradamenti si dividono in:
a)  diradamenti  bassi: consistono nell'eliminare i soggetti peggiori
principalmente del piano dominato, quelli danneggiati o in condizioni
d'evidente deperimento;
b)  diradamenti  selettivi  o alti: prevedono di scegliere i soggetti
migliori   e   togliere  quelli  vicini  che,  prima  del  successivo
intervento,  presumibilmente  entreranno  in  concorrenza  con quelli
scelti.
Ente  forestale:  l'ente  locale  (provincia, comunita' montana, ente
gestore di parco o riserva regionale) competente in materia forestale
ai  sensi della legge regionale n. 11/1998 e della legge regionale n.
27/2004.
Ente  gestore  del  sito  Natura  2000:  l'ente  gestore  del sito di
interesse comunitario (normalmente provincia, comunita' montana, ente
gestore  di  parco  o  riserva  regionale)  individuato dalla Regione
Lombardia con apposito provvedimento.
Esbosco:  trasporto della legna o del legname abbattuti o concentrati
fino  al  punto  in  cui  puo'  essere caricato da mezzi di trasporto
ordinari.
Fuoco  prescritto: e' una tecnica di prevenzione che consiste nel far
transitare in condizioni di sicurezza un fronte di fiamma. al fine di
ridurre  la  biomassa bruciabile e quindi di modificare il modello di
combustibile.
Fustaia:  soprassuolo  forestale  in cui almeno il 70 per cento della
massa  legnosa  arborea epigea e' costituita da alberi originatisi da
seme.  In  tale definizione sono esclusi i boschi di neoformazione di
qualunque  natura  e  composizione, i cespuglieti, gli arbusteti e le
pinete di pino mugo arbustivo (var. rostrata).
Governo:  origine della rinnovazione del bosco; questa puo' essere di
tipo vegetativo, da seme, o mista tra le due precedenti.
Governo  misto:  popolamento arboreo costituito da individui in parte
di origine da seme ed in parte di origine agamica. Ne' la percentuale
di  massa  legnosa della componente a ceduo, ne' quella della fustaia
superano i valori indicati nella definizione "ceduo" e "fustaia".
Matricina:   nell'ambito   del  ceduo,  albero  della  stessa  specie
costituente  il ceduo, nato da seme o pollone rilasciato al taglio di
ceduazione, avente lo scopo di disseminazione e di sostituzione delle
ceppaie  morte  e  tagliato  dopo  due/tre  turni  di  ceduazione. La
matricina deve avere almeno l'eta' pari al turno minimo del ceduo.
Novelleto:  soprassuolo con giovani piante, anche non in contatto tra
loro,  in  concorrenza  con  lo  strato erbaceo ed arbustivo; fino ad
un'altezza  indicativa  di  circa due metri; la mortalita' e' elevata
per selezione naturale.
Periodo  di curazione: nell'ambito del taglio saltuario della fustaia
e'  il periodo che intercorre tra un taglio di utilizzazione e quello
successivo.
Periodo  di  rinnovazione:  nell'ambito  dei  tagli  successivi della
fustaia e' il periodo che intercorre tra il taglio di sementazione ed
il taglio di sgombero.
Perticaia:  soprassuolo  con  giovani  piante caratterizzate da forti
incrementi longitudinali e diametrici, fino ad una altezza indicativa
del  piano  dominante  di quindici/venti metri e ad un diametro medio
fino a diciassette centimetri e mezzo (passaggio alla fustaia).
Pollone:  fusto  che  si origina da gemme situate presso la base o le
radici  di  una  pianta di latifoglie tagliate o che hanno subito una
lesione o in sofferenza.
Popolamento  puro:  popolamento  in  cui almeno il 90 per cento della
massa legnosa epigea appartiene ad un'unica specie.
Potatura: taglio dei rami o del cimale di un albero.
Potatura  di formazione: potatura che obbliga l'albero a mantenere un
unico fusto diritto fino all'altezza desiderata.
Potatura  di  allevamento (o spalcatura): potatura che elimina i rami
laterali nella parte basale del fusto fino all'altezza desiderata.
Provvigione:  la  massa  di  materiale  legnoso costituita dal volume
totale  epigeo  (cioe' escluse le radici) degli alberi in piedi in un
bosco.
Ricostituzione  boschiva:  ricostituzione  del  soprassuolo forestale
danneggiato da eventi naturali (valanghe, trombe d'aria, ecc.) oppure
da incendi.
Rimboschimento   e  imboschimento:  costituzione  di  un  soprassuolo
forestale  su  terreni  non  boscati  nei  quali  il  bosco e' andato
distrutto  in  epoca recente (rimboschimento), oppure in epoca remota
con cambio dell'uso del suolo (imboschimento).
Rinnovazione artificiale: ricostituzione del soprassuolo forestale in
seguito  all'utilizzazione,  realizzata  attraverso la piantagione di
materiale di riproduzione (piantine o talee) allevate in vivaio.
Rinnovazione  naturale:  processo  spontaneo  di  ricostituzione  del
soprassuolo  forestale  attraverso lo sviluppo di alberi nati da seme
(fustaia) oppure sviluppatisi per via vegetativa (ceduo).
Ripresa  particellare:  quantita'  di legname, espressa in volume, in
massa  o  in  corrispondente  superficie  boscata,  che  puo'  essere
tagliata  in  un  singolo  lotto  in  cui  e'  suddiviso  il piano di
assestamento nei periodi di validita' dello stesso.
Ripristino  del  bosco:  ricostituzione  del  soprassuolo forestale a
seguito  di  disboscamento non autorizzato mediante la piantagione di
specie forestali ed arbustive.
Ripuliture:  eliminazione  della componente non arborea del bosco per
ridurne  la competizione con il soprassuolo forestale. Con il termine
ripuliture  si intende l'eliminazione dello strato erbaceo, arbustivo
o  lianoso  della  necromassa legnosa, da non confondersi con sfolli,
diradamenti a carico della componente arborea viva.
Riserva:  nell'ambito  del  ceduo,  della  fustaia  e del ceduo sotto
fustaia,  albero nato da seme di specie diversa da quella costituente
il popolamento principale del bosco.
La riserva deve avere almeno l'eta' pari al turno minimo del ceduo.
Sfollo: selezione massale del numero di individui presenti in giovani
popolamenti  sia  ad  alto  fusto (novelleto, spessina), sia di ceduo
nelle   fasi  giovanili  nelle  quali  non  e'  ancora  evidente  una
suddivisione degli alberi in classi sociali.
Spessina:  soprassuolo  con  giovani piante le cui chiome si toccano,
spesso  formando  strati  densi e compatti; di norma non e' possibile
distinguere  la singola pianta, ma solo i cimali; fino ad una altezza
indicativa  di  dieci  metri  e con diametri maggiori intorno a dieci
centimetri.
Stadi  evolutivi  della  fustaia coetanea o coetaneiforme: novelleto,
spessina, perticaia, fustaia adulta, fustaia matura.
Struttura:  rappresenta  il  modo  di  presentarsi  del  bosco  e  di
stratificarsi  nello  spazio  aereo.  Tre  sono  i tipi principali di
struttura:
a)   monoplana:   soprassuolo  in  cui  le  chiome  degli  alberi  si
concentrano  in un solo piano. E' tipica delle faggete, delle peccete
di media quota e, in generale, dei boschi puri;
b)   biplana:   si   ha   la  presenza  di  due  stadi  arborei,  ben
diversificati,   costituiti   da  specie  diverse.  E'  tipica  delle
formazioni  forestali  nelle  quali  si  verifica un'alternanza delle
specie  (fustaie  di  abete  rosso  su  suoli  acidi  in alternanza o
mescolanza con abete bianco e faggio);
c) multiplana: le chiome degli alberi si distribuiscono in piu' piani
ad  altezze diverse. E' una struttura abbastanza frequente nei boschi
misti  montani  (fustaie  miste di abete rosso ed abete bianco, con o
senza  faggio)  o in quelli d'alta montagna (peccete subalpine), dove
si  trovano  vicini  tra  loro  alberi  di dimensione diversa (piante
grosse, medie e piccole).
Taglio  di  avviamento  all'alto  fusto: consiste nel diradamento dei
polloni  di  un  ceduo,  con eventuale asportazione totale o parziale
delle  matricine,  allo  scopo di accelerare lo sviluppo dei migliori
soggetti  ed  ottenere  un  popolamento  simile alla fustaia da seme,
anche se di origine agamica (falsa fustaia).
Taglio di preparazione: taglio di fusti di un soprassuolo prossimo ai
tagli  di  maturita' allo scopo di aprire la copertura, di consentire
migliore  sviluppo  alle piante portasemi e di preparare il terreno e
la lettiera al ricevimento del seme.
Taglio  di  sementazione:  il  primo  dei  tagli  di rinnovazione nel
trattamento  a  tagli  successivi  a carico dei popolamenti coetanei,
allo  scopo  di  assicurare  l'apertura  permanente  della copertura,
secondo  modalita'  legate alle caratteristiche delle singole specie,
per consentire il pronto insediamento della rinnovazione naturale.
Taglio  di  sgombero: l'ultimo dei tagli di rinnovazione a carico dei
popolamenti  coetanei, che elimina le piante del vecchio ciclo quando
la rinnovazione risulta assicurata.
Taglio  raso:  taglio del bosco che asporta tutta la biomassa legnosa
presente  nel  soprassuolo  su una superficie superiore a mille metri
quadri.   Tale   forma   di   trattamento   deve   essere  utilizzata
esclusivamente  ai  fini  della rinnovazione del bosco in soprassuoli
cedui  (ceduo  "semplice") o in fustaie costituite da specie eliofile
ed  in  condizioni di giacitura e substrato tali da evitare rischi di
dissesto  idrogeologico.  La rinnovazione puo' essere naturale o, nei
soli casi previsti dal piano di assestamento, artificiale.
Taglio  saltuario  o  taglio  a scelta: taglio del bosco che utilizza
(asporta)  solo  una percentuale della massa legnosa presente, la cui
entita'  in condizioni ottimali e di raggiunta stabilita' puo' essere
pari  all'incremento  avuto  dall'ultimo  intervento,  in modo che il
terreno  non  rimanga mai scoperto; questo intervento non consiste in
realta'    solo    in   un   taglio   di   rinnovazione   ma   anche,
contemporaneamente,   in  uno  di  allevamento.  La  rinnovazione  e'
naturale e continua.
Tagli  successivi:  sistema di tagli del bosco che utilizza (asporta)
la massa legnosa matura presente in modo graduale con una sequenza di
due/cinque  interventi  (sementazione,  secondari,  sgombero)  in  un
periodo compreso tra cinque e venticinque anni; la rinnovazione e' di
norma naturale.
Tipo  forestale:  unita'  astratta  di  riferimento (Pignatti, 1955);
unita'   omogenea   di   riferimento   floristico   -   ecologico   -
selvicolturale su cui si basa la pianificazione forestale.
Turno:  in  una  fustaia  coetaneiforme  o nel ceduo semplice e ceduo
matricinato  e'  il  periodo  che  intercorre  tra  una utilizzazione
boschiva e quella successiva.
Utilizzazione  forestale:  taglio  colturale e razionale di maturita'
del  bosco sia in occasione di tagli finali o di rinnovazione, sia di
sfolli  o  diradamenti.  E'  costituito da cinque fasi: abbattimento,
prima  lavorazione,  concentramento,  esbosco  e  riordino  dell'area
tagliata.