Art. 5. La coltivazione del carciofo inizia con le operazioni di impianto consistenti in una accurata preparazione del terreno che prevede una aratura profonda, un interramento dei concimi di fondo e/o sostanza organica, una o due erpicature ed un definitivo livellamento della superficie. Successivamente avviene il trapianto, tra il 15 di luglio e il 31 di agosto utilizzando piantine con pane di terra allevate in alveoli, provenienti da vivai propri o specializzati, oppure tra il 1o settembre e il 30 settembre utilizzando carducci prelevati direttamente dalle piante madri. Negli impianti gia' esistenti devono essere effettuate delle erpicature tra le file per arieggiare il terreno e procedere con l'irrigazione verso meta' agosto per consentire il risveglio vegetativo della carciofaia. La carciofaia deve essere mantenuta in coltivazione per non piu' di tre anni. Le forme di coltivazione devono essere quelle in uso generalizzato nella zona, con un sesto di impianto di 110-120 cm tra le file e di 80-90 cm sulla fila per un investimento massimo di 10.000 piante per ettaro. La raccolta va effettuata nel periodo compreso dal 1o febbraio al 20 maggio. La produzione unitaria massima di "Carciofo di Paestum" e' fissata fino ad un massimo di 50.000 capolini ad ettaro. Le operazioni di cernita, di calibratura e di lavaggio, secondo le tecniche gia' acquisite localmente, devono essere effettuate in stabilimenti situati nell'ambito dell'intero territorio dei comuni ricadenti nella zona di produzione del "Carciofo di Paestum" indicata nel precedente art. 3. Ai fini dell'ammissione al consumo, per dilazionarne la vendita, il prodotto puo' essere conservato in locali idonei ed eventualmente a temperatura controllata, non superiore a 4 gradi centigradi, per un tempo massimo di 72 ore. Il prodotto recante la I.G.P. "Carciofo di Paestum", allo stato fresco, all'atto dell'immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche: pezzatura media (non piu' di 4 capolini con gambo per kg di prodotto); capolini di forma sub-sferica, compatta, con caratteristico foro all'apice; con diametro della sezione massima trasversale compreso tra 8.5 e 10.5 cm di diametro della sezione massima longitudinale compreso tra 7.5 e 12.5 cm, e con rapporto tra i due compreso tra 0.9 e 1.2; colore verde, con sfumatura violetto-rosacea; brattee esterne ovali, con apice arrotondato ed inciso, inermi; brattee interne paglierino-verdastre con sfumature violette; peduncolo di lunghezza compresa tra 9 e 11 cm. Il prodotto, per essere immesso al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche: deve essere ottenuto secondo le tecniche locali tradizionali gia' acquisite dai produttori. E' ammesso l'uso di cocci di terracotta per la protezione dei capolini. non sono ammessi trattamenti con fitoregolatori (gibberelline), comunque somministrati.