IL COMITATO INTERMINISTERIALE
                   PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
   Visto il Programma d'azione "AGENDA 21", adottato a Rio de Janeiro
nel  giugno 1992 dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e
lo  sviluppo  (UNCED),  che  identifica  gli obiettivi dello sviluppo
sostenibile e gli interventi necessari a realizzarlo;
   Vista  la  risoluzione  n.  55/99  adottata  il  20  dicembre 2000
dall'Assemblea  generale  delle  Nazioni  Unite  con  la  quale viene
affidata  alla  Commissione  per lo sviluppo sostenibile, Commissione
del  consiglio  economico  e  sociale  dell'ONU,  la preparazione del
Vertice  mondiale  sullo  sviluppo  sostenibile  "Rio+10"  e  accolta
l'offerta della Repubblica del Sud Africa di ospitare il summit;
   Viste  le  Convenzioni adottate dalle Nazioni Unite su cambiamenti
climatici,  sulla  diversita' biologica, per la lotta alla siccita' e
alla   desertificazione,   la  Convenzione  UNECE  sull'accesso  alle
informazioni,  la  partecipazione  dei  cittadini  e  l'accesso  alla
giustizia  in  materia  di  ambiente successivamente ratificate dallo
Stato italiano;
   Visto  l'art.  2 del Trattato di Amsterdam del 1997 che stabilisce
che "La Comunita' europea promuovera'" ... "uno sviluppo sostenibile,
armonioso  ed equilibrato delle attivita' economiche, un alto livello
di  occupazione  e della sicurezza sociale, l'eguaglianza tra donne e
uomini,  una crescita economica sostenibile e non inflattiva" ... "un
alto   grado   di   protezione   e   miglioramento   della   qualita'
dell'ambiente,  la  crescita  degli  standard  e della qualita' della
vita,  la  solidarieta'  e  la  coesione sociale ed economica tra gli
Stati   membri";   considerando,   inoltre,   che  l'art.  6  prevede
"l'integrazione   delle   istanze   ambientali  nella  definizione  e
attuazione  delle  politiche  e  della attivita' comunitarie" ... "in
particolare con l'ottica di promuovere lo sviluppo sostenibile";
   Vista  la  Dichiarazione  dei Ministri dei Paesi membri dell'UNECE
del  26 settembre 2001 - ECE/ENV/01/13 - che conferma l'impegno degli
stessi  Stati  a  predisporre  i  programmi  nazionali  di  strategia
ambientale  in  vista  del  vertice  mondiale  di  Johannesburg sullo
sviluppo sostenibile;
   Viste  le  Conclusioni  della  Presidenza  del  Consiglio  europeo
riunito  a  Goteborg  il  15  e 16 giugno 2001, con le quali e' stata
approvata  la  strategia  europea  per  lo  sviluppo sostenibile e si
invitano gli Stati membri a delineare le proprie strategie nazionali;
   Visto  il sesto programma di Azione per l'ambiente della Comunita'
europea 2001-2010 approvato dal Comitato di conciliazione il 19 marzo
2002   e  attualmente  sottoposto  all'esame  del  Parlamento  e  del
Consiglio per l'adozione finale;
   Visto  il  decreto legislativo 5 dicembre 1997, n. 430, recante il
riordino delle competenze del CIPE;
   Visto  il  Documento di programmazione economica e finanziaria per
gli   anni   2003/2006   in  cui,  tra  l'altro,  la  politica  della
sostenibilita' e' indicata quale componente significativa dell'azione
di governo;
   Vista  la propria delibera del 28 dicembre 1993 (suppl. G.U. n. 37
del   26/2/94),  concernente  il  Piano  nazionale  per  lo  sviluppo
sostenibile  in attuazione dell'Agenda 21, nel quale sono indicate le
principali linee di azione nei diversi settori produttivi;
   Viste  le  proprie  delibere  9 luglio 1998, n. 63 (G.U. n.199 del
27/8/98)  e  5  agosto 1998, n. 79 (G.U. n. 241 del 15/10/98), con le
quali sono state istituite e regolamentate, a supporto dell'attivita'
di  questo  Comitato,  le  Commissioni  CIPE  tra  cui la Commissione
sviluppo sostenibile;
   Considerato che, con il decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112 e
con  la  riforma  del  titolo  V  della Costituzione della Repubblica
italiana,  sono  state  trasferite  alle  regioni  e agli enti locali
ulteriori funzioni e competenze in materia ambientale ed energetica;
   Visto il documento "Strategia di azione ambientale per lo sviluppo
sostenibile   in   Italia",   presentato   al   CIPE   dal  Ministero
dell'ambiente  e  della  tutela  del  territorio  con nota in data 23
luglio 2002,
   prot. n. 231/SSN;
   Considerato che occorre verificarne l'attuazione e l'impatto sulla
qualita'   dell'ambiente   anche   tramite   l'utilizzo  di  appositi
indicatori assicurando la confrontabilita' internazionale dei dati;
   Considerato  che  al  Consiglio  europeo di Barcellona del 15 e 16
marzo  2002  e'  stata  adottata  una  lista  di  indicatori  per  il
monitoraggio  dell'attuazione  della  Strategia  europea  di sviluppo
sostenibile;
   Su   proposta  del  Ministro  dell'ambiente  e  della  tutela  del
territorio;
                              Delibera:
                               Art. 1.
   1.   E'   approvato   l'allegato   documento  "Strategia  d'azione
ambientale  per  lo  sviluppo  sostenibile  in  Italia  2002-2010"(di
seguito  denominato  "Strategia")  che  costituisce  parte integrante
della presente delibera e che individua gli strumenti, gli obiettivi,
le  aree  tematiche  principali  e  gli indicatori per monitorarne lo
stato di attuazione.
   2.  La protezione e valorizzazione dell'ambiente vanno considerati
come  fattori  trasversali  di  tutte  le politiche settoriali, delle
relative programmazioni e dei conseguenti interventi.
   3.   Le  pubbliche  amministrazioni  perseguiranno  gli  obiettivi
previsti  nel  precedente  comma nei limiti delle risorse finanziarie
autorizzate  a  legislazione vigente e degli stanziamenti di bilancio
destinati allo scopo.
   4.   Le  pubbliche  amministrazioni  sono  soggetti  promotori  di
ulteriori  iniziative  legislative finalizzate al perseguimento degli
obiettivi  e all'adozione dei relativi strumenti di cui alla presente
delibera.
   5.  Gli  strumenti  principali  individuati  per il raggiungimento
degli obiettivi sono i seguenti:
   5.1. Applicazione della legislazione di protezione ambientale.
   Incentivare  l'applicazione della legislazione di protezione e dei
controlli  ambientali  anche tramite la semplificazione del complesso
quadro  normativo  in  vigore  con  l'adozione  di testi unici per le
principali materie.
   5.2.  Integrazione del fattore ambientale in tutte le politiche di
settore.
   Assicurare   la   sostenibilita'   delle  singole  opere  con  una
efficiente  ed  efficace  applicazione  della  valutazione di impatto
ambientale (VIA).
   Verificare  la  sostenibilita'  dei  piani e programmi mediante la
valutazione ambientale strategica cosi' come prevista dalla Direttiva
2001/42/CE  anticipando,  gia'  nella  fase  della  pianificazione  e
programmazione,   la   ricerca  delle  condizioni  di  sostenibilita'
ambientale nelle scelte di piano.
   5.3. Integrazione del fattore ambientale nei mercati.
   Promuovere  modelli di consumo e produzione sostenibili attraverso
strumenti economici (incentivi e disincentivi).
   Carattere prioritario a tal fine rivestono:
   5.3.1  una  riforma  complessiva  in  senso  ecologico del sistema
fiscale tramite un progressivo
   spostamento  delle basi imponibili dall'uso del lavoro al prelievo
di  risorse  naturali,  al  fine di promuovere la dematerializzazione
dell'economia;
   5.3.2  l'introduzione  di  specifiche  ecotasse  su produzioni e/o
prodotti   inquinanti   con   lo  scopo  di  internalizzare  i  costi
ambientali,  salvaguardando  nel  contempo  la  competitivita'  delle
aziende italiane;
   5.3.3  riformare  le  politiche  di  sussidi  alla produzione e al
consumo distorsivi dal punto di vista ambientale;
   5.3.4  istituzionalizzare  l'integrazione degli aspetti ambientali
nelle procedure di acquisto da parte della pubblica amministrazione;
   5.3.5 promuovere l'adesione volontaria delle imprese ad effettuare
analisi degli impatti ambientali della propria attivita' produttiva e
a certificare la qualita' ambientale dei prodotti.
   5.4. Consapevolezza e capacita' decisionale dei cittadini.
   Promuovere  la  consapevolezza  e  la  capacita'  decisionale  dei
cittadini favorendo anche la diffusione delle etichette ecologiche ed
energetiche  sui  prodotti.  Sviluppare le capacita' di dialogo della
pubblica   amministrazione   con   i   cittadini   anche   attraverso
l'attivazione dei processi di Agenda 21 locali.
   5.5.  Contabilita' ambientale e indicatori per l'azione ambientale
e lo sviluppo sostenibile.
   Affiancare  ai  tradizionali  strumenti  di  misura  del benessere
economico  (PIL)  strumenti in grado di contabilizzare entita', uso e
stato di conservazione delle risorse naturali.
   Adeguare  le  strutture di rilevazione ed il monitoraggio dei dati
ambientali, al fine di rendere misurabili gli indicatori adottati dai
Consigli  europei  di  Goteborg  e  Barcellona  per  la  verifica dei
programmi di sviluppo sostenibile e di strategia ambientale.
   5.6. Rafforzare la ricerca scientifica e tecnologica sull'ambiente
e lo sviluppo sostenibile.
   Finanziare attivita' scientifiche e applicative riconducibili alle
tematiche  della qualita' della vita e dei nuovi sviluppi tecnologici
dei processi produttivi improntati alla sostenibilita'.
   5.7. Finanziamento dello sviluppo sostenibile.
   Predisporre  programmi  di  intervento per lo sviluppo sostenibile
provvisti  di specifici fondi pubblici e capaci di attirare crescenti
risorse  private  indirizzati  anche  alle  regioni  e  alle province
autonome.
   Sostenere  le  strategie  del  settore  finanziario e assicurativo
volte  a  valorizzare  il  fattore  ambientale  nella concessione del
credito e nell'attivita' assicurativa.