(all. 2 - art. 1)
                                                             Allegato

DISCIPLINARE   DI  PRODUZIONE  DELL'INDICAZIONE  GEOGRAFICA  PROTETTA
                   "CARCIOFO ROMANESCO DEL LAZIO"

                               Art. 1.
                            Denominazione
    L'indicazione  geografica  protetta  (I.G.P.) "Carciofo Romanesco
del  Lazio"  e'  riservata  al  carciofo (Cynara scolymus L.) di tipo
romanesco  che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel
presente disciplinare di produzione.
                               Art. 2.
                             Descrizione
  Le  cultivar  di  "Carciofo  Romanesco del Lazio" da inserire nella
piattaforma varietale vengono di seguito descritte:
Castellammare e relativi cloni a) caratteristiche morfologiche:
    pianta:  taglia  media  o  grande,  altezza  inserzione  capolino
principale   intorno   ai   cm  30,  portamento  espanso,  attitudine
pollonifera media;
    foglia:   colore   verde   scuro,   inerme,   dimensioni  grandi,
eterofillia media;
    capolino  principale:  sferico, compatto, con caratteristico foro
all'apice,  dimensioni  grandi,  brattee  esterne di colore verde con
sfumature  violette,  ad apice arrotondato, inciso, inermi. Peduncolo
medio o lungo di grosso spessore.
b) caratteristiche produttive:
    capolini  per  pianta:  produzione media circa 6 - 8 capolini per
consumo fresco, 5 - 8 capolini per utilizzazione conserviera;
    epoca di produzione: precoce con inizio gennaio.
Campagnano e relativi cloni a) caratteristiche morfologiche:
    pianta:  taglia  grande,  altezza  inserzione capolino principale
intorno  ai  50  cm, portamento molto espanso, attitudine pollonifera
scarsa;
    foglia:   colore   verde  cinerino,  inerme,  dimensioni  grandi,
eterofillia media;
    capolino  principale:  sferico,  compatto con caratteristico foro
all'apice,  dimensioni  molto  grandi,  brattee esterne con sfumature
violette,  ad  apice  arrotondato,  inciso, inermi. Peduncolo medio o
lungo, di grosso spessore.
b) caratteristiche produttive:
    capolini  per  piante: produzione media circa 8 - 10 capolini per
pianta per consumo fresco e 4 - 5 per utilizzazione conserviera;
    epoca di produzione: tardiva, con inizio marzo - aprile.
                               Art. 3.
                         Zone di produzione
    La  zona di produzione e' limitata ad alcune aree delle provincie
di  Viterbo,  Roma  e  Latina,  e  comprende  i comuni di Montalto di
Castro,  Canino,  Tarquinia,  Allumiere,  Tolfa, Civitavecchia, Santa
Marinella,   Campagnano,   Cerveteri,   Ladispoli,  Fiumicino,  Roma,
Lariano, Sezze, Priverno, Sermoneta, Pontinia.
                               Art. 4.
           Elementi che comprovano l'origine del prodotto
    Il  carciofo  nelle  campagne  laziali e' conosciuto sin da epoca
romana,   probabilmente   gia'   gli  etruschi  raccoglievano  questo
prodotto.  Nei tempi moderni la coltivazione e' praticata in tutte le
zone di cui all'art. 3 da oltre 30 a oltre 50 anni in talune zone. Si
registrano  inoltre sagre dedicate a questo prodotto in varie zone. A
Ladispoli  da  oltre 50 anni viene festeggiato il carciofo romanesco,
altre  sagre  del carciofo romanesco si tengono a Campagnano e Sezze,
per citare solo le piu' importanti.
    Il   carciofo   romanesco  si  e'  adattato  splendidamente  alle
condizioni pedoclimatiche laziali aiutato anche dalle caratteristiche
ottimali dei terreni dove viene coltivato. Il prodotto si e' radicato
fortemente  nella  cultura  gastronomica della regione con tantissime
ricette  e  utilizzi  culinari  e ha assunto negli anni una rilevante
importanza economica.
                               Art. 5.
                        Metodo di produzione
Preparazione del terreno ed impianto.
    Lavorazione  principale:  ad  una  profondita'  di 50 - 60 cm con
aratura  o  rippatura  seguita  da una lavorazione superficiale; tale
operazione  deve  essere  preceduta  dalla  distribuzione dei concimi
fosfo-potassici ed eventualmente del fertilizzante organico.
    Data di impianto: da agosto a ottobre.
    Distanza di impianto minima e massima da adottare: m 1 - 1,60 tra
le file, m. 0,80 - 1,20 sulla fila.
    Analisi del terreno: obbligatorie per nuovi impianti.
Irrigazione.
    Al  fine  di  anticipare  il  risveglio  vegetativo,  si  possono
effettuare  interventi  irrigui  a  partire da agosto. A fine inverno
sono  consentiti  interventi  di  soccorso  solo  in  concomitanza di
condizioni  climatiche  particolarmente  asciutte.  In generale, sono
sufficienti  dai  tre  ai  cinque  interventi  irrigui  di  300 - 350
mc/ha/turno.
Operazioni colturali.
    La dicioccatura puo' essere manuale o meccanica.
    Al  fine  di  reintegrare  la  sostanza  organica  nel terreno e'
obbligatorio   lasciare   i  residui  colturali  sul  terreno  previo
sminuzzamento e interramento.
    Le  piante  infette  da  patogeni  (verticillium spp., fusarium e
nemotodi galligeni) devono essere accuratamente allontanate dal campo
e bruciate.
    La  scarducciatura  si  effettua  solitamente tra la seconda e la
terza decade di settembre e tra novembre e dicembre.
    Per  il  "Carciofo  Romanesco  del  Lazio" viene allevato un solo
carduccio per pianta. Sono vietati i trattamenti con fitoregolatori.
Modalita' di raccolta e resa produttiva.
    La  raccolta  si  effettua  a  mano,  scalarmente e con modalita'
diversa in relazione al tipo di presentazione al mercato (art. 6).
    L'epoca  di  raccolta inizia in gennaio e potra' protrarsi fino a
maggio.
Durata   e   avvicendamento   della   carciofaia   e  caratteristiche
qualitative.
    La  permanenza  della  carciofaia  in  campo  non deve superare i
quattro   anni,   si  dovra'  inoltre  effettuare  un  avvicendamento
triennale.
    Il  "Carciofo  Romanesco  del  Lazio"  ad  indicazione geografica
protetta,  all'atto dell'immissione al consumo fresco deve rispondere
alle seguenti caratteristiche:
      diametro dei cimaroli non inferiore a centimetri dieci;
      diametro dei capolini di primo e secondo ordine non inferiore a
centimetri sette;
      colore da verde a violetto;
      forma di tipo sferico.
    Le   altre   caratteristiche   qualitative  del  prodotto  devono
rispondere  alle  "Norme di qualita'" previste dal regolamento CEE n.
58/62  e  successive  modificazioni ed integrazioni, con l'esclusione
della  categoria  "2" prevista dalle stesse norme di qualita'. Per il
consumo locale tradizionale e' consentita, esclusivamente all'interno
della  regione Lazio, la vendita dei cimaroli del "Carciofo Romanesco
del  Lazio"  in mazzi da dieci, provvisti di foglie e con gambo anche
superiore  ai  10  cm  di  lunghezza  (regolamento  CEE  n.  448/97 e
successive  modifiche ed integrazioni), oppure in mazzi di numero non
definito a forma di pigna e senza foglie.
                               Art. 6.
                        Legame con l'ambiente
    La  verifica  della  provenienza  del  prodotto  e del legame con
l'ambiente   di   produzione   verra'  effettuata  dall'organismo  di
controllo  di  cui  all'art.  7,  che  gestira' un apposito elenco di
produttori dell'I.G.P. "Carciofo Romanesco del Lazio".
                               Art. 7.
                       Organismo di controllo
    L'accertamento  della  sussistenza  delle  condizioni tecniche di
idoneita'  ed i relativi controlli di cui all'art. 10 del regolamento
CEE  n.  2081/92 sara' effettuato attraverso "Agroqualita'" organismo
certificatore  con sede in Roma - via Montebello n. 8, in conformita'
alle vigenti norme in materia.
                               Art. 8.
                            Etichettatura
    Oltre alla denominazione di cui all'art. 1 e' consentito l'uso di
indicazioni  che facciano riferimento a nomi, ragioni sociali, marchi
d'impresa  non  aventi  significato laudativo e tali da non trarre in
inganno l'acquirente.
    E'   consentito  altresi'  l'uso  di  indicazioni  geografiche  e
toponomastiche  che  facciano  riferimento  a  comuni, frazioni, are,
fattorie,  zone  e  localita' comprese nei comuni di cui all'art. 3 e
dai  quali  effettivamente  proviene  il  carciofo con la indicazione
geografica protetta.
    Il marchio dovra' essere riprodotto cosi' come depositato con una
scritta  concentrica  esterna  verde  in  campo  giallo riportante la
seguente dicitura: "Carciofo Romanesco del Lazio"; e in basso in nero
"I.G.P.".  Al  centro  la  figura di un capolino di carciofo in campo
rosa tendente all'arancio.
    Imballaggio:  confezioni sigillate ricoperte con rete di plastica
o foglio di plastica trasparente.
    Il marchio verra' apposto lateralmente nella confezione. Nel caso
di  vendita  in  mazzi  verra' inserito in una fascia che avvolge gli
stessi.
Indici colorimetrici     Gli indici colorimetrici del logo sono:

=====================================================================
             DESCRIZIONE              |INDICI COLORIMETRICI PANTONE r
=====================================================================
Fascia concentrica esterna di colore  |
giallo                                |PANTONE r yellow
---------------------------------------------------------------------
Scritta: "carciofo romanesco del      |
Lazio" in colore verde                |PANTONE r 357
---------------------------------------------------------------------
La scritta I.G.P. di colore nero      |PANTONE r black
---------------------------------------------------------------------
Marchio di forma circolare di colore  |
rosa tendente all'arancio             |PANTONE r 217
---------------------------------------------------------------------
Gambo e foglie 60% verde              |PANTONE r 340
---------------------------------------------------------------------
Gambo e foglie 40% verde              |PANTONE r 360
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in alto a destra  |
70% violetto                          |PANTONE r 266
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in alto a destra  |
10% giallo                            |PANTONE r 113
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in alto a destra  |
10% verde                             |PANTONE r 340
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in alto a destra  |
10% arancio                           |PANTONE r 158
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in alto a sinistra|
60% violetto                          |PANTONE r 266
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in alto a sinistra|
15% arancio                           |PANTONE r 158
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in alto a sinistra|
15% giallo                            |PANTONE r 113
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in basso a destra |
90% violetto                          |PANTONE r 266
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in basso a destra |
10% giallo                            |PANTONE r 113
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in basso a        |
sinistra 50% giallo                   |PANTONE r113
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in basso a        |
sinistra 40% arancio                  |PANTONE r 158
---------------------------------------------------------------------
*Carciofo quadrante in basso a        |
sinistra 10% violetto                 |PANTONE r 266

    * P.s. Essendo il carciofo composto da vari colori sfumati, si e'
preferito  dividerlo in quadranti in cui vi e' un colore predominante
e  quindi  indicare  la  porzione  della  figura  interessata  con la
dizione:  quadrante  in  alto a destra, quadrante in alto a sinistra,
quadrante in basso a destra e quadrante in basso a sinistra.
    Di  seguito  sono  indicati  i colori presenti percentualmente in
modo minore.

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