ALLEGATO A (alla delibera n. 45/06/CONS) MERCATI DEI SEGMENTI TERMINALI DI LINEE AFFIITTATE ED E I SEGMENTI DI LINEE AFFITTATE SU CIRCUITI INTERRURBANI (MERCATI N. 13 E 14 FRA QUELLI INDENTIFICATI DALLA RACCOMANDAZIONE ED ANNALISI DEL MERCATO, VALUTAZIONE DI SUSSISTENZA DI IMPRESE CON SIGNIFICATIVO POTERE DI MERCATO ED INDIVIDUAZIONE DEGLIM OBBLIGHI REGOLAMENTARI. 1. INTRODUZIONE 1.1. Il procedimento istruttorio 1. L'Autorita' ha avviato il 23 marzo 2005, con la delibera n. 153/05/CONS, la consultazione pubblica sulla proposta di provvedimento in merito all'identificazione ed analisi del mercato del mercato dei segmenti terminali di linee affittate e dei segmenti di linee affittate su circuiti interurbani, sulla valutazione di sussistenza del significativo potere di mercato per le imprese ivi operanti e sugli obblighi regolamentari cui vanno soggette le imprese che dispongono di un tale potere (mercati n. 13 e 14 fra quelli identificati dalla raccomandazione sui mercati rilevanti della commissione europea). La consultazione pubblica e' stata finalizzata ad acquisire osservazioni, elementi di informazione e documentazione dagli organismi di telecomunicazioni portatori di interessi nel mercato dei servizi di segmenti terminali di linee affittate e dei segmenti di linee affittate su circuiti interurbani. 2. In risposta alla consultazione pubblica hanno prodotto i propri contributi gli operatori Albacom, Atlanet, Coli Telecom, Eutelia, Fastweb, MCI, Tiscali Italia, Telecom Italia, Welcome Italia, Vodafone Omintel e Wind Telecomunicazioni. 3. Le principali tematiche sollevate nelle risposte alla consultazione pubblica sono state ulteriormente approfondite con gli operatori rispondenti nel corso delle audizioni del 22 aprile 2005 con Albacom, Eutelia, Fastweb, Tiscali e Wind Telecomunicazioni e del 21 aprile 2005 con Telecom Italia. 2. Il quadro di riferimento normativo e regolamentare 2.1. Quadro di riferimento normativo 4. Il 24 aprile 2002 le Istituzioni europee hanno adottato il nuovo pacchetto regolamentare che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica. 5. Il nuovo quadro regolamentare si compone principalmente di 5 direttive, di una Raccomandazione e delle Linee guida. In particolare si tratta dei seguenti documenti: a. direttiva del Parlamento europeo c del Consiglio che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (2002/21/CE), e.d. "direttiva quadro"(1); b. direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (2002/20/CE), c.d. "direttiva autorizzazioni"(2); c. direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'accesso e alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all'interconnessione delle medesime (2002/19/CE), e.d. "direttiva accesso"(3); d. direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica (2002/22/CE), c.d. direttiva servizio universale"(4); e. direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 2002 relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche (2002/58/CE), c.d. "direttiva protezione dati"(5). 6. Nel contesto del nuovo quadro regolamentare, particolare rilievo rivestono altri tre atti, ovvero: a. la Raccomandazione sui mercati rilevanti dei prodotti e dei servizi nell'ambito del nuovo quadro regolamentare delle comunicazioni elettroniche, relativamente all'applicazione di misure ex ante secondo quanto disposto dalla direttiva 2002/21/CE, adottata l'11 febbraio 20036 (di seguito, la Raccomandazione); b. le Linee direttrici della Commissione per l'analisi del mercato e la valutazione del significativo potere di mercato ai sensi del nuovo quadro normativo comunitario per le reti e i servizi di comunicazione elettronica, adottate dalla Commissione il 9 luglio 2002(7) (di seguito, le Linee direttrici o Linee guida); c. la Raccomandazione relativa alle notificazioni, ai termini e alle consultazioni di cui all'articolo 7 della direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, adottata il 23 luglio 2003(8) (di seguito, la Raccomandazione sull'art. 7). 7. Il nuovo quadro normativo sopra delineato e, in particolare, la direttiva quadro, la direttiva accesso, la direttiva autorizzazioni e la direttiva servizio universale sono state recepite, in Italia, dal d.lgs. 259/03 del 1° agosto 2003, recante "Codice delle comunicazioni elettroniche"(9) (di seguito, anche il Codice). 8. La Raccomandazione ha ad oggetto i diciotto mercati rilevanti dei prodotti e dei servizi del settore delle comunicazioni elettroniche le cui caratteristiche sono tali da giustificare l'imposizione degli obblighi di regolamentazione ex ante. L'art. 15, comma 3 e l'art. 7, comma 4, della direttiva quadro prevedono che uno Stato membro, ove ricorrano particolari circostanze, possa identificare un mercato rilevante differente da quelli previsti dalla Raccomandazione. Tali disposizioni sono state recepita dall'art. 18 e dall'art. 12, comma 4 del Codice delle comunicazioni elettroniche. 9. Le Linee guida della Commissione illustrano alcuni criteri cui le Autorita' nazionali di regolamentazione (di seguito, le ANR o le Autorita) devono fare riferimento nell'ambito delle analisi dei mercati di cui agli artt. 14, 15 e 16 della direttiva quadro, recepiti rispettivamente dagli art. 17, 18 e 19 del Codice delle comunicazioni elettroniche. L'art. 14, in particolare, attribuisce alle ANR il compito di svolgere le analisi sul grado di sviluppo della concorrenza nei mercati individuati dalla Raccomandazione sui mercati rilevanti volte ad accertare se le imprese che vi operano dispongano, singolarmente o congiuntamente, di un significativo potere di mercato. 10. Il nuovo quadro regolamentare riconosce che la prima fase del processo di liberalizzazione dei mercati e' ormai conclusa e sancisce, pertanto, la convergenza tra disciplina regolamentare e disciplina antitrust, stabilendo un' analogia tra la definizione di significativo potere di mercato e quella di posizione dominante. Infatti, la direttiva quadro (considerando 25) indica che "la definizione di quota di mercato significativa di cui alla direttiva 97/33/CE (...) si e' dimostrata utile nelle prime fasi di liberalizzazione dei mercati in quanto soglia che fa scattare alcuni obblighi ex ante, ma essa deve essere adattata per tenere conto di realta' di mercato piu' complesse e dinamiche. Per tale motivo la definizione di cui alla presente direttiva e' equivalente alla nozione di posizione dominante enucleata dalla giurisprudenza della Corte di giustizia e del Tribunale di primo grado delle Comunita' europee", laddove per posizione dominante si intende la "situazione di potenza economica grazie alla quale un'impresa che la detiene e' in grado di ostacolare la persistenza di una concorrenza effettiva sul mercato di cui trattasi e ha la possibilita' di tenere comportamenti alquanto indipendenti nei confronti dei suoi concorrenti, dei suoi clienti ed, in ultima analisi, di consumatori"(10). Richiamandosi a tale definizione l'art. 14 della direttiva quadro stabilisce che "si presume che un'impresa disponga di un significativo potere di mercato se, individualmente o congiuntamente con altri, gode di una posizione equivalente ad una posizione dominante, ossia una posizione di forza economica tale da consentirle di comportarsi in misura notevole in modo indipendente dai concorrenti, dai clienti e, in definitiva, dai consumatori". Il percorso che il nuovo quadro regolamentare delinea per l'analisi sulla concorrenzialita' dei mercati, richiede che le Autorita' procedano dapprima alla definizione del mercato, sia per quanto riguarda i mercati identificati dalla Commissione come rilevanti in quanto suscettibili di regolamentazione ex ante, sia per cio' che concerne eventuali ulteriori mercati non inclusi in tale lista. Una volta definito il mercato dal punto di vista merceologico e geografico, si procede alla verifica della sussistenza di posizioni dominanti, individuali o collettive, al termine della quale le Autorita' introducono, rimuovono o modificano gli obblighi regolamentari. Gli artt. 18 e 19 del Codice delle comunicazioni elettroniche prevedono, in applicazione degli artt. 15 e 16 della direttiva quadro, che la definizione dei mercati rilevanti e l'analisi degli stessi debbano essere condotte tenendo nel massimo conto la Raccomandazione e le Linee guida. In tal senso, la quota di mercato sara' uno degli elementi da prendere in considerazione al fine della verifica della sussistenza di una posizione dominante, dovendo le ANR analizzare tutta una serie di altri criteri, cosi' come riportato nelle Linee guida. 11. Gli obblighi regolamentari imposti in esito di ciascuna analisi di mercato rimarranno in vigore fino al termine dell'analisi di mercato successiva(11), fatta salva la possibilita' di procedere ad un'attivita' di revisione e verifica qualora l'Autorita' lo reputi opportuno. 12. Le procedure per lo svolgimento delle analisi di mercato sono contenute negli artt. 6 e 7 della direttiva quadro, nella Raccomandazione sull'art. 7, negli artt. 11 e 12 del Codice delle comunicazioni elettroniche, nonche' nelle delibere dell'Autorita' n. 335/03/CONS(12) e n. 453/03/CONS(13). In particolare, viene previsto che, qualora l'Autorita' intenda adottare provvedimenti che abbiano un impatto rilevante sul mercato di riferimento, le parti interessate possano presentare le proprie osservazioni sulla proposta di provvedimento, cosi' come definito dall'art. 1, comma 2 della delibera n. 453/03/CONS, entro i termini stabiliti, comunque non inferiori a trenta giorni. 2.1.1. Quadro di riferimento regolamentare per le linee affittate 13. La direttiva 92/44/CE, all'articolo 8 comma 2 e all'articolo 10 comma 1, impone agli organismi notificati come aventi significativo potere di mercato (SPM) nel mercato nazionale delle linee affittate di rispettare i principi di orientamento al costo, trasparenza, obiettivita' e non discriminazione nella fornitura di linee affittate e nella determinazione delle relative condizioni economiche. Tali principi regolamentari, contenuti anche nel d.P.R. n. 318/97, hanno portato all'adozione dei provvedimenti di seguito riportati da parte dell'Autorita' nazionale. 14. Inizialmente, con delibera 66/98 l'Autorita' ha autorizzato Telecom Italia ad applicare le condizioni economiche proposte per l'offerta delle linee affittate. In seguito con delibera 171/99, paragrafo 3, punto 2, l'Autorita' ha incluso l'offerta di circuiti diretti da parte di operatori notificati come aventi notevole forza di mercato tra i servizi sottoposti al criterio dell'orientamento al costo e all'obbligo di separazione contabile. Sempre nel 1999, con delibera 197/99, l'Autorita' ha notificato Telecom Italia come organismo dotato di significativo potere di mercato nel mercato nazionale dei sistemi delle linee affittate. Successivamente con delibera n. 711/00/CONS, ha modificato le condizioni economiche precedentemente in vigore ed ha imposto l'introduzione di livelli di qualita' garantiti del servizio offerto, il cosiddetto Service Level Agreement (SLA) base. Ai sottoscrittori dell'offerta di linee affittate e' stata, inoltre, riconosciuta la possibilita' di richiedere a Telecom Italia, dietro corresponsione di una somma aggiuntiva da definire su base contrattuale, la definizione di condizioni di fornitura e riparazione dei circuiti migliorative rispetto a quelle indicate nel Service Level Agreement base. In tali casi, a Telecom Italia e' imposto il rispetto del principio di non discriminazione e l'obbligo di negoziare, se richiesto, il servizio di riparazione di linee affittate 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno. 15. Nel 2001, a seguito di una consultazione pubblica appositamente indetta, l'Autorita' con delibera n. 393/01/CONS ha ritenuto opportuno imporre a Telecom Italia di pubblicare un listino relativo alle condizioni economiche all'ingrosso ovvero un'offerta a condizioni diverse da quelle al dettaglio, espressamente dedicata agli operatori licenziatari ed autorizzati. La delibera n. 59/02/CONS stabilisce che, per poter accedere alle condizioni dell'offerta all'ingrosso, gli operatori in possesso del titolo autorizzatorio previsto dalla normativa vigente devono utilizzare almeno un nodo e/o un apparato di proprieta' o di cui abbiano disponibilita'. Le condizioni economiche dell'offerta wholesale, approvate con la menzionata delibera n. 59/02/CONS, sono state definite depurando i prezzi al dettaglio dalle componenti di costo imputabili alla gestione del cliente finale, con l'intento di creare una netta demarcazione tra il mercato retail di linee affittate (delibera n. 711/00/CONS) e quello wholesale (delibera n. 59/02/CONS). Tale sistema ha portato ad una riduzione dei prezzi tra il 3% ed il 10% rispetto all'offerta al dettaglio di cui alla delibera n. 711/00/CONS. 16. La notifica di Telecom Italia quale unico soggetto avente significativo potere di mercato nel mercato delle lince affittate e' stata confermata dall'Autorita' anche per gli anni 2000 (delibera n. 350/02/CONS) e 2001 (delibera n. 160/03/CONS). 17. Infine l'Autorita', con delibera n. 304/03/CONS, alla luce dei recuperi di efficienza evidenziati dall'esame dei dati di contabilita' regolatoria, nonche' del confronto con i prezzi praticati in Europa, ha imposto una riduzione dei prezzi dell'offerta al dettaglio di almeno il 5,25% ed una specifica riduzione del 7% per i circuiti diretti numerici con velocita' di 2 Mbit/s, nell'ottica della successiva introduzione di un meccanismo di price cap. Contestualmente a tale riduzione, l'Autorita', sulla base delle valutazioni delle condizioni complessive di replicabilita' delle offerte e della stima dei costi evitabili, ha ritenuto opportuno imporre un allargamento della forchetta esistente tra la menzionata offerta al dettaglio e la corrispondente offerta all'ingrosso, e pertanto ha stabilito che il differenziale esistente tra prezzi al dettaglio e prezzi all'ingrosso non potesse essere in alcun caso inferiore al 12%. 18. In sede di approvazione delle offerte di linee affittate retail e wholesale formulate da Telecom Italia ai sensi della delibera n. 304/03/CONS, con delibera n. 440/03/CONS, l'Autorita' ha specificato i seguenti aspetti: - oneri aggiuntivi a carico degli operatori sottoscrittori delle offerte: qualora in circostanze eccezionali e dimostrabili non risulti possibile la fornitura di linee affittate a condizioni standard, i relativi oneri aggiuntivi a carico degli operatori sono definiti da Telecom Italia nel rispetto dei principi di orientamento al costo, non discriminazione e parita' di trattamento interno-esterno e sono oggetto di rendicontazione separata nell'ambito della contabilita' regolatoria di Telecom Italia; - procedura per la chiusura dei disservizi: Telecom Italia deve adottare una procedura di chiusura del disservizio concordata con gli operatori, che preveda, a seguito del ricevimento della comunicazione di avvenuto ripristino del servizio, la disponibilita' per il cliente/operatore di un adeguato periodo di tempo nel quale poter compiere le proprie verifiche; - tempi di ripristino del servizio: il calcolo dei tempi di ripristino del servizio espressi in ore lavorative deve essere basato sull'orario lavorativo 8.00-20.00, dal lunedi' al venerdi', e 8.00-13.00, il sabato; - garanzia sul numero massimo di ore solari annue di indisponibilita' del servizio: il parametro di disponibilita' annua, che rappresenta un aspetto fondamentale del livello di qualita' di servizio, deve essere contemplato dal Service Level Agreement base per tute le tipologie di circuito, ed i relativi valori garantiti devono essere definiti sulla base delle migliori prassi internazionali; - Service Level Agreement Premium: le condizioni migliorative associate alla sottoscrizione a titolo onoreso di condizioni di fornitura premium devono essere formulate nel rispetto dei principi di parita' di trattamento interno-esterno e non discriminazione; 2.1.2. Quadro di riferimento regolamentare per i circuiti parziali 19. La delibera n. 10/00/CIR ha previsto l'obbligo di inserimento all'interno dell'Offerta di Riferimento di condizioni tecniche ed economiche di fornitura di circuiti parziali con velocita' pari a 64 kbit/s, 2 Mbit/s e 34 Mbit/s e per distanze fino a 5 km. 20. Con delibera n. 18/01/CIR l'Autorita' ha fissato i prezzi dei circuiti a 2 Mbit/s e 34 Mbit/s per distanze predeterminate (5 Km per i circuiti pari a 2 Mbit/s; 2 e 5 Km per i circuiti pari a 34 Mbit/s) pari ai valori massimi indicati nella raccomandazione europea (1999) 3863. Al contrario, con esclusivo riferimento ai circuiti parziali a 64 Kbit/s di lunghezza pari a 5 Km, si e' preferito adottare un meccanismo di allineamento graduale ai valori indicati nella suddetta raccomandazione. 21. Nelle premesse della medesima delibera l'Autorita', oltre a precisare che i servizi di circuiti parziali devono essere intesi come beni intermedi che realizzano un collegamento, tra un punto terminale di rete ed il nodo dell'operatore interconnesso, allo scopo di consentire all'operatore interconnesso di fornire un servizio finale di linee affittate, ha sottolineato che la normativa europea stabilisce che tutte le tipologie di linee affittate fornite alla clientela finale dall'operatore notificato devono essere rese disponibili per l'interconnessione di linee dedicate a condizioni trasparenti, orientate ai costi e non discriminatorie, soggette all'approvazione del regolatore. In tale ottica, sempre nell'ambito della delibera n. 18/01/CIR, l'Autorita' ha affermato l'orientamento che l'offerta di circuiti parziali anche a lunghezze superiori a 5 chilometri, nonche' con velocita' superiori a 34 Mbit/s ed in generale tutte le velocita' disponibili, costituisca contenuto obbligatorio dell'Offerta di Riferimento di Telecom Italia. 22. La necessita' di integrare l'offerta dei servizi di circuiti parziali estendendola anche a velocita' e distanze differenti da quelle indicate nella raccomandazione e' stata ribadita anche nella successiva delibera n. 4/02/CIR con la quale l'Autorita', all'art. 3, comma 1, lettera i, ha esplicitamente disposto l'inserimento delle condizioni di offerta per il servizio di circuito parziale per tutte le velocita' disponibili sulla rete Telecom Italia e con lunghezze anche superiori a 5 chilometri. Nelle premesse della medesima delibera si precisa tuttavia che, nel caso di circuiti di lunghezza superiore a 5 chilometri, la sede utente rilegata dal circuito parziale deve essere situata all'interno del medesimo distretto in cui e' situata la sede dell'operatore. A seguito delle disposizioni contenute nella delibera n. 4/02/CIR Telecom Italia nell'offerta di riferimento 2002 ha incluso anche i circuiti parziali a velocita' e distanze differenti da quelle indicate nella raccomandazione della Commissione europea. 23. Con delibera n. 02/03/CIR l'Autorita' ha disposto l'eliminazione del contributo una tantum per sistema di attestazione, in quanto ha ritenuto che tali condizioni economiche non fossero in linea con quanto disposto dalle precedenti delibere (delibera n. 10/00/CIR, n. 18/01/CIR, delibera n. 4/02/CIR). Nelle premesse della menzionata delibera n. 02/03/CIR, l'Autorita' ha inoltre evidenziato che, qualora l'operatore alternativo ritenga maggiormente rispondente alle proprie esigenze l'utilizzo dell'offerta di circuiti parziali, Telecom Italia deve consentirne l'utilizzo indipendentemente dalla particolare prestazione attivata. 24. Nella delibera n. 11/03/CIR si e' sottolineato che per i circuirti parziali, cosi' come per i circuiti di interconnessione, vale il principio dell'orientamento al costo e, pertanto, le condizioni economiche ad essi applicate, a parita' di componenti impiantistiche, devono essere le stesse indipendentemente dalle finalita' per le quali viene utilizzato il circuito. In particolare, nella suddetta delibera, l'Autorita' ha tenuto a precisare che i circuiti parziali sono utilizzabili con la finalita' di realizzare linee affittate tra due o piu' punti terminali, a prescindere dalla tipologia di utenza attestata a detti punti terminali ed indipendentemente dal fatto che la coda di terminazione sia presente o fornita da Telecom Italia. L'art. 3, comma 1, lettera b della delibera n. 11/03/CIR ribadisce quanto gia' disposto dall'art.2 comma 3, della delibera 18/01/CIR ovvero che, per le linee in affitto che possono configurarsi come circuiti parziali o come composizione di circuiti parziali, Telecom Italia deve fornire una migrazione senza alcun onere anche nei casi in cui le lince in affitto contemplino prestazioni aggiuntive, quali ad es. SLA migliorativi o il doppio instradamento del flusso trasmissivo. 25. In occasione della valutazione ed approvazione dell'offerta di riferimento di Telecom Italia per l'anno 2004 (delibera n.3/04/CIR), l'Autorita' ha precisato con riguardo a restrizioni di utilizzo, SLA e condizioni di cessazione del servizio di circuiti parziali i seguenti aspetti: - non sono ammesse restrizioni di utilizzo relative alla presenza di due code di terminazione; - non sono ammesse restrizioni legate alla tipologia di servizio, pertanto, il circuito parziale puo' essere utilizzato per la realizzazione di una linea affittata dedicata al trasporto di tutte le tipologie di servizio, ivi inclusi i servizi dati e a larga banda. - le condizioni di provisioning ed assurance dei circuiti parziali devono essere le stesse di quelle previste per le linee affittate wholesale. 3. Definizione del mercato rilevante 3.1. Introduzione 26. Secondo quanto previsto dal quadro regolamentare precedentemente in vigore (il c.d. quadro normativo ONP - open network provision - del 1998) non tutti i segmenti dell'industria delle telecomunicazioni soggetti a regolamentazione ex ante rappresentano "mercati" ai sensi del diritto e della pratica della concorrenza. Il nuovo quadro regolamentare si fonda, invece, sul principio che i mercati da assoggettare a regolamentazione siano definiti conformemente ai principi delle norme europee sulla concorrenza. 27. In sintesi, nell'ambito della pratica del diritto della concorrenza, la definizione del mercato e' quel processo il cui fine ultimo e' di individuare un insieme di prodotti/servizi e loro fornitori (attuali e potenziali) che siano effettivamente alternativi per la soddisfazione di un determinato bisogno economico-delimitandone al tempo stesso l'ambito geografico di riferimento. 28. Nell'applicare tale approccio, l'Autorita' riconosce la particolare importanza della valutazione del contesto competitivo in termini prospettici e tiene in debito conto il prevedibile sviluppo dell'innovazione, rispettando, al contempo, il principio di neutralita' tecnologica. Tale orientamento appare fondamentale anche alla luce della crescente convergenza tecnologica che aumentera' il livello di sostituibilita' tra i diversi servizi di comunicazioni elettroniche. 29. Il punto di partenza per la definizione e l'individuazione dei mercati, e' l'utilizzo del c.d. test del monopolista ipotetico (di seguito, TMI), volto a valutare la sostituibilita' dal lato della domanda e dell'offerta(14) 30. Il test viene applicato per stabilire se un incremento di prezzo contenuto, ma significativo e non transitorio (small but significant non transitory increase in price, SSNIP) all'interno del mercato - partendo dalla sua definizione piu' restrittiva sia dal punto merceologico che geografico possa spingere i consumatori ad optare per altri prodotti/servizi sostitutivi ovvero indurre altre imprese a fornirli in un lasso di tempo molto breve. Se questo e' il caso, i prodotti/servizi/fornitori alternativi vengono considerati appartenenti allo stesso mercato. Il test viene poi ripetuto fino a trovare quell'ambito merceologico e geografico tale che l'aumento del prezzo sia effettivamente sostenibile e profittevole per l'ipotetico monopolista. 31. Salvo casi eccezionali, l'Autorita' applica il test del monopolista ipotetico assumendo che la variazione del prezzo sia pari al 10% e il corrispondente periodo nel quale tale variazione si realizza sia pari 18 mesi (cioe', la periodicita' che il Codice impone per le analisi di mercato). 32. Nell'analisi del mercato dal lato dell'offerta, l'Autorita', coerentemente con quanto indicato nelle Linee guida, considera altresi' la concorrenza potenziale. La differenza tra la concorrenza potenziale e la sostituibilita' dal lato dell'offerta e' che mentre quest'ultima non richiedendo costi addizionali d'entrata produce una risposta immediata alla variazione del prezzo, alla concorrenza potenziale sono associati costi irrecuperabili di ingresso sul mercato. 33. Una volta identificato il perimetro del mercato nella sua dimensione merceologica, si procede alla valutazione della sua dimensione geografica. Secondo la disciplina della concorrenza, il mercato geografico rilevante consiste in un' area in cui le condizioni concorrenziali (caratteristiche della domanda dei prodotti/servizi in questione e delle imprese attive/potenzialmente attive nell'offerta) sono simili o sufficientemente omogenee da permettere di distinguerla da aree adiacenti, in cui le condizioni prevalenti della concorrenza sono sostanzialmente diverse. 34. Per giungere alla definizione di tale area geografica l'Autorita', oltre che ad utilizzare la metodologia prima discussa circa l'analisi della sostituibilita' dal lato della domanda e dell'offerta in risposta ad una variazione di prezzo, tiene conto di: a) l'area coperta dalle reti di comunicazione in questione; b) l'esistenza di strumenti di regolamentazione giuridici o di altro genere. 35. L'Autorita' segue l'approccio descritto per giungere, in primo luogo, ad una definizione puntuale e dettagliata dei mercati che la Commissione ha incluso nella lista della Raccomandazione sui mercati rilevanti suscettibili di regolamentazione ex ante, in quanto caratterizzati da: i) forti ostacoli non transitori all'accesso, ii) assenza di forze che spingano - nel periodo di tempo considerato - verso condizioni di concorrenza effettiva, e iii) insufficienza dell'applicazione della disciplina antitrust ad assicurare un corretto funzionamento del mercato. In secondo luogo, l'Autorita' analizza i dati disponibili per valutare se esistano altri mercati delle comunicazioni - definiti nel rispetto dei principi del diritto della concorrenza per i quali la presenza delle tre condizioni di cui sopra implichi la necessita' di un intervento regolamentare. 36. Infine, nel definire il mercato, l'Autorita' tiene conto degli orientamenti antitrust comunitarie nazionali, considerando comunque che la definizione del mercato al fine della regolamentazione ex ante non e' necessariamente coincidente con quella a cui si arriva - pur applicando i medesimi metodi di analisi ed ispirandosi agli stessi principi - nell'ambito della tutela ex post della concorrenza. 3.2. Il mercati delle linee affittate all'ingrosso nella definizione della Commissione 37. L'allegato alla Raccomandazione della Commissione Europea relativa ai mercati rilevanti suscettibili di regolamentazione ex-ante [C(2003) 497 dell'U Febbraio 2003] per quanto riguarda le linee affittate all'ingrosso identifica, tra gli altri mercati rilevanti: Servizi all'ingrosso: i. (13) Fornitura all'ingrosso di segmenti terminali di linee affittate. ii. (14) Fornitura all'ingrosso di segmenti di linee affittate su circuiti interurbani. Presi insieme, i mercati all'ingrosso 13 e 14 del presente elenco corrispondono ai mercati di cui all'allegato L punto 2 della direttiva quadro in riferimento alle direttive 97/33/CE e 98/10/CE ("Interconnessione delle linee affittate) e ai mercati di cui all'allegato I, punto 2 della direttiva quadro in riferimento alla direttiva 92/44/CEE ("Fornitura all'ingrosso di linee affittate a altri fornitori di reti e di servizi di comunicazione elettronica). 38. Un servizio di linea affittata consente di collegare due o piu' punti garantendo una capacita' di trasmissione trasparente, non condivisa con altri utenti e utilizzabile dall'utente per fini diversi, in base alle proprie necessita'. In altri termini, una linea affittata e' un collegamento punto-punto a banda costante, a costanza di ritardo trasmissivo e con garanzia di elevati livelli di servizio. 39. I servizi di linee affittate sono forniti dagli operatori di telecomunicazioni ai clienti finali, tipicamente grandi aziende multisede (mercato al dettaglio o retail), ovvero ad altri operatori di rete fissa, di rete mobile e Internet Service Providers che li utilizzano come input per la fornitura di servizi di telecomunicazioni (nei mercati all'ingrosso e al dettaglio) che comprendono, ma non si limitano, a servizi di linee affittate retail. 40. Il nuovo quadro regolamentare richiede che l'Autorita' analizzi il mercato al dettaglio al fine di convalidare, o eventualmente modificare, la definizione del mercato del prodotto (il set minimo di linee affittate), e definirne la dimensione geografica, per poi valutare eventuali posizioni di dominanza (individuali o collettive). Una volta caratterizzato il mercato al dettaglio, si rende necessario individuare i corrispondenti servizi all'ingrosso. 41. Come gia' ricordato, la Raccomandazione individua due mercati all'ingrosso: il mercato dei segmenti terminali di circuiti affittati (terminating segments) ed il mercato dei circuiti interurbani (componenti della rete di trasporto di lunga distanza, o trunk segments). 42. Secondo la nota esplicativa alla Raccomandazione, all'Autorita' spetta specificare i confini dei due mercati, in particolare per quanto riguarda: i) la definizione dei segmenti terminating e trunk; ii) la dimensione geografica (nazionale o sub-nazionale), iii) eventuali segmentazioni in base alla capacita'. Una volta definito il mercato rilevante, l'Autorita' e' chiamata a valutare l'eventuale esistenza di posizioni dominanti, individuali o collettive, secondo le procedure fissate dalla Commissione europea. 43. Secondo quanto indicato nella Raccomandazione, la caratterizzazione dei mercati al dettaglio e' logicamente antecedente alla definizione dei mercati all'ingrosso, dal momento che la domanda di servizi all'ingrosso e' una domanda derivata dalla domanda di servizi finali. Tale relazione e' piu' labile nel caso delle linee affittate in quanto parte della capacita' acquistata all'ingrosso da OLO e ISP puo' essere utilizzata per fornire al dettaglio servizi differenti dalle linee affittate. A questo proposito la stessa Raccomandazione afferma che, con riferimento alle linee affittate, "si possono definire mercati al dettaglio e all'ingrosso grosso modo paralleli". 44. Nel definire i mercati all'ingrosso e' importante evitare il problema potenziale della circolarita', ovvero che i mercati all'ingrosso siano individuati sulla base di una definizione dei mercati al dettaglio influenzata da interventi regolamentari all'ingrosso. I mercati all'ingrosso devono essere definiti ipotizzando che non vi sia alcun tipo di regolamentazione in nessun mercato. 45. Al fine di definire i mercati all'ingrosso 13 e 14 ed individuarne le rispettive caratteristiche, occorre individuare in primo luogo con chiarezza il confine tra i mercati dei servizi wholesale trunk e terminating per la fornitura di capacita' dedicata. 3.3. Individuazione del confine tra i segmenti trunk e terminating 46. La Commissione lascia totale liberta' alle Autorita' nazionali nella definizione del confine tra i due mercati all'ingrosso per la fornitura di capacita' dedicata, precisando che l'individuazione di tale confine deve essere basata sulla topologia di rete specifica di ciascuno Stato membro. Pertanto il confine tra i due mercati wholesale dovrebbe essere determinato sulla base di una valutazione relativa all'eventuale mutamento significativo delle condizioni concorrenziali. Se cosi' non fosse, infatti, la Commissione non avrebbe avuto motivo di individuare due mercati separati per la fornitura di capacita' dedicata wholesale. 47. Secondo quanto previsto dalla Commissione, per definire correttamente i mercati nazionali, e' necessario partire da un'analisi della topologia di rete specifica di ciascuno Stato membro. Pertanto, si e' reso necessario analizzare l'architettura di rete dell'operatore ex monopolista (Telecom Italia) e degli operatori alternativi, tenendo in considerazione anche la lunghezza dei circuiti e le aree geografiche. 48. L'analisi degli elementi di rete che costituiscono i due segmenti di mercato, parte dallo studio della topologia delle reti SDH (Synchronous Digital Hierarchy) e PDH (Plesiochronous Digital Hierarchy), utilizzate per fornire circuiti dedicati e non considera ovviamente la topologia della rete PSTN, relativa alla telefonia commutata. 49. La tecnologia sincrona (SDH) e' quella comunemente utilizzata nelle reti di recente costruzione, mentre la tecnologia plesiocrona (PDH) si trova ancora nelle infrastrutture di realizzazione meno recente e nelle zone periferiche della rete di Telcom Italia in cui viene progressivamente sostituita con l' SDH. Le reti degli operatori alternativi utilizzano quasi esclusivamente la tecnologia SDH. 50. I sistemi di multiplazione/permutazione utilizzati in tali topologie di rete consentono di individuare diversi livelli gerarchici all'interno della rete. In particolare la struttura della rete di trasmissione di Telecom Italia (TI) e' organizzata in tre livelli gerarchici sovrapposti: - Nazionale: che fornisce la piena connettivita' sull'intero territorio nazionale; e' costituita da una maglia di anelli ottici in tecnologia SDH; connette i nodi di accesso e di transito nazionale ed i nodi di interconnessione alle reti internazionali. - Regionale: realizza la piena connettivita' a livello regionale senza interessare il livello superiore della rete; e' costituita da una maglia di anelli ottici, prevalentemente in tecnologia SDH; connette i nodi regionali ed e' articolata in due livelli: - Il livello (livello superiore): permette l'interconnessione dei nodi trasmissivi di transito regionale; consente sia la raccolta dei flussi originati da tali nodi sia provenienti dal livello inferiore; - I livello (livello inferiore): permette l'interconnessione dei nodi periferici della rete regionale; consente la raccolta dei flussi originati da tali nodi sia provenienti dal livello locale. Locale: costituisce il livello di raccolta dei flussi provenienti dai punti terminali della rete di TI; utilizza prevalentemente la tecnologia di trasmissione PDH e, solo parzialmente, quella SDH; ----> Vedere Figura a pag. 40 del S.O. <---- 51. L'interconnessione fra i diversi livelli della rete PDH/SDH di TI avviene: - fra la rete nazionale e rete regionale di Il livello, tramite una coppia di nodi per ciascun anello (o combinazione di anelli interconnessi) della rete regionale di livello Il (dual homing); - fra rete regionale di II e I livello, tramite una coppia di nodi per ciascun anello (o combinazione di anelli interconnessi) della rete regionale di livello I (dual homing); - fra rete regionale di I livello e rete locale, tramite un solo nodo per ciascun anello (o combinazione di anelli interconnessi) della rete locale (cingle homing). ----> Vedere Figura a pag. 41 del S.O. <---- 52. La rete telefonica commutata impiega le portanti della rete SDH/PDH, ma i nodi trasmissivi di quest'ultima hanno una maggiore capillarita' sul territorio. Inoltre, sebbene la localizzazione geografica dei nodi della rete telefonica commutata generalmente coincida con quella dei nodi della rete PDH/SDH, la loro collocazione nella gerarchia di rete puo' essere differente. 53. Di conseguenza e' possibile individuare una relazione tra l'architettura delle suddette reti: - nodi della rete regionale di II livello: includono tutti gli SGT ed i principali SGU; - nodi della rete regionale di I livello: includono i restanti SGU; - nodi della rete locale: includono tutti gli SL ed almeno un SGU ----> Vedere Figura a pag. 42 del S.O. <---- 54. Per quanto riguarda il numero dei sistemi ad anello di cui e' complessivamente composta la rete PDH/SDH di TI, le loro consistenze sono indicativamente quantificate nella seguente tabella: Tabella 1 Sistemi ad anello ===================================================================== | | Livello regionale | livello regionale Totale|livello locale| inferiore | superiore ===================================================================== 1077 | 667 | 304 | 106 Fonte elaborazione AGCOM su notiziario tecnico TI n. 2 settembre 2002 55. Facendo riferimento alla topologia di rete di TI, il primo punto in cui e' tecnicamente possibile l'interconnessione per la fornitura del servizio di segmento terminale e' rappresentato dai nodi RED(15) di livello locale. Tale soluzione in considerazione dell'elevata capillarita' e dispersione geografica sul territorio dei nodi locali, nonche' dell'esiguo livello di penetrazione mediamente raggiunto delle reti degli operatori concorrenti, risulterebbe estremamente onerosa ed economicamente insostenibile per la totalita' degli operatori. 56. Le reti degli operatori concorrenti, essendo di piu' recente costruzione, utilizzano una topologia differente da quella di Telecom Italia. Tali reti sono costituite da MAN (Metropolitan Area Network) relative ad ambiti geografici locali in cui ciascun operatori ha investito in infrastrutture di rete e prevedono uno o piu' POP locali a secondo del livello di domanda dei servizi. I POP sono poi collegati attraverso backbone di lunga distanza. Le infrastrutture MAN sono tipicamente possedute dai soli operatori che domandano servizi di accesso disaggregato alla rete locale di Telecom Italia e limitate ai soli ambiti geografici ove questi sono attivi. Dal punto di vista della topologia di rete degli OLO, pertanto, il confine tra i segmenti trunk e terminating dovrebbe essere determinato in funzione del livello gerarchico della rete di Telecom Italia raggiungibile con infrastrutture proprie da tutti gli operatori. 57. Tenendo in considerazione sia la topologia di rete di TI sia quella degli OLO, e' appropriato fissare il confine tra i due mercati in corrispondenza dei nodi della rete regionale di II livello della rete di trasmissione SDH di TI. I nodi di II livello regionale corrispondono, all'incirca, al livello SGT nella architettura della rete telefonica commutata. L'interconnessione agli SGT e' raggiunta da tutti gli operatori infrastrutturati, i quali, per la realizzazione dei propri servizi di traffico commutato, si dotano di backbone nazionali, o mediante infrastrutture proprie o acquistandoli da altri operatori. 58. Dall'analisi svolta discende che le condizioni di fornitura del servizio di segmenti di terminazione dovrebbero prevedere la suddivisione del territorio nazionale in bacini trasmissivi regionali in numero pari alle coppie di nodi di II livello di accesso alla rete nazionale contemplati dall'architettura di rete SDH/PDH di Telecom Italia. 59. In considerazione del fatto che in tutte le sedi SGT della rete telefonica di Telecom Italia sono presenti nodi regionali di II livello, e che diverse coppie di SGT sono sullo stesso anello regionale di secondo livello, e' possibile stimare che tale definizione del servizio comporti l'introduzione di circa venti bacini trasmissivi regionali. 60. Per poter accedere al servizio di terminating, ciascun OLO dovrebbe risultare interconnesso (ad es. perche' co-locato) con uno dei due nodi RED di livello II di TI, relativi al bacino trasmissivo regionale a cui appartiene il punto terminale di rete dove e' attestato l'utente. Al fine di evitare l'acquisto di risorse non necessarie, l'OLO dovra' poter accedere al servizio di segmento terminale anche a tutti i nodi di livello inferiore nel bacino trasmissivo regionale relativo al punto terminale desiderato. 61. Dalla definizione di segmento terminale discende quella di segmento trunk, come il servizio di trasporto di flussi a capacita' dedicata tra due nodi regionali di livello II di Telecom Italia appartenenti a bacini trasmissivi regionali diversi. 62. Al fine di poter accedere al servizio trunk l'OLO, in ciascuno dei due nodi di livello II raccordati, dovra' in alternativa: - risultare interconnesso al nodo secondo le modalita' previste per tale servizio accessorio (ad es. perche' co-locato), - aver acquistato un segmento di terminazione fino a tale nodo con caratteristiche di flusso di interconenssione, - aver acquistato altri servizi all'ingrosso consegnati nel medesimo sito del nodo in oggetto, inclusi quelli basati sulla fornitura di componenti infrastrutturali; 63. Le modalita' di interconnessione dovrebbero essere comuni a tutti i servizi all'ingrosso, in quanto, l'utilizzo efficiente di flussi di interconnessione tra due reti diverse prevede la condivisione di questi ultimi per tutte le tipologie di traffico. A tal fine si osserva che la parte di trasporto SDH dei servizi terminating e di interconnessione utilizza i medesimi elementi di rete differenziandosi potenzialmente nella sola parte di accesso al punto terminale. 64. Si rileva, tuttavia, che l'attuale definizione del servizio di flusso di interconnessione per rete di telefonia pubblica non prevede alcuna limitazione geografica. I flussi di interconnessione rappresentano servizi intermedi essenziali necessari agli operatori concorrenti per interconnettersi ai nodi della rete di Telecom Italia al fine di accedere ai vari servizi all'ingrosso forniti da quest'ultima. In mancanza di tale prestazione, tutti gli operatori alternativi dovrebbero co-locarsi alle centrali di Telecom Italia sostenendo ingenti investimenti in infrastrutture difficilmente recuperabili nel lungo periodo. Inoltre, a causa dei limiti di spazio in centrale, l'accesso alla rete di Telecom Italia sarebbe precluso alla maggior parte degli operatori concorrenti con evidenti discriminazioni. 65. In ragione della funzione di accessorieta' dei flussi di interconnessione, la fornitura di tali servizi dovrebbe essere limitata ad un bacino trasmissivo regionale di riferimento e non dovrebbe essere effettuata per il trasporto di lunga distanza. 66. Il trasporto di lunga distanza tra diversi bacini trasmissivi regionali deve pertanto essere assicurato attraverso il servizio di segmenti trunk di linee affittate. L'accesso al servizio di trasporto di lunga distanza puo' pertanto avvenire attraverso il servizio accessorio dei flussi di interconnessione ai nodi RED delle rispettive regioni in cui l'operatore ha un punto di presenza. 67. Ricapitolando dall'analisi delle piattaforme trasmissive presenti in Italia, e' possibile definire i segmenti terminali di linee affittate come "capacita' dedicata tra l'utente ed un nodo RED di secondo livello presente all'interno del medesimo bacino trasmissivo cui l'utente appartiene". I segmenti terminali possono essere acquisiti dagli operatori e dagli ISP per collegare alla propria rete un generico punto terminale, per qualsiasi finalita' d'uso, inclusa quella di collegamento interno. Il servizio di "segmenti terminali di linee affittate" e' scomponibile a livello di rete in un elemento relativo alla rete di distribuzione locale (accesso) ed in un altro elemento relativo al trasporto di breve distanza corrispondente al collegamento trasmissivo tra la centrale locale e il nodo di consegna del servizio all'operatore richiedente. Per fruire dei segmenti terminali di linee affittate gli operatori devono necessariamente acquisire dei servizi accessori: i flussi di interconnessione ai nodi della rete dell'operatore dominante oppure i raccordi interni di centrale (qualora gli operatori siano co-locati). 68. Una volta definiti i segmenti terminating, ne deriva che i segmenti trunk sono definiti come "capacita' dedicata tra due nodi RED di secondo livello interni alla rete di trasporto di lunga distanza ed appartenenti a due diversi bacini trasmissivi regionali". Anche segmenti trunk sono fruibili dagli operatori solo se acquisiti congiuntamente ai servizi accessori di flussi di interconnessione o di raccordi interni di centrale. 69. Il servizio accessorio di flusso di interconnessione e' a sua volta assimilabile ad un terminating costituito da una tratta di accesso e da una tratta di trasporto. ----> Vedere Figura a pag. 45 del S.O. <---- 70. Tutti i servizi di capacita' diretta attualmente sul mercato (circuiti parziali, collegamenti diretti wholesale e retail nonche' flussi di interconnessione) sono riclassificabili in termini di segmenti terminating e di segmenti trunk cosi' come definiti nei punti precedenti. In particolare, gli attuali circuiti parziali, i flussi di interconnessione di breve-media distanza sono classificabili come terminating. I collegamenti diretti wholesale e retail sono, invece, scomponibili in due componenti: un segmento teminating per la parte relativa all'accesso fino al nodo RED di secondo livello ed in un segmento trunk per la parte relativa al trasporto di lunga distanza. 71. Il valore dei ricavi dei segmenti di terminazione e dei segmenti trunk derivera' quindi dall'attuale valore dei ricavi riconducibili ai servizi di circuiti parziali, dei collegamenti diretti wholesale e retail nonche' dei flussi di interconnessione. Al termine del 2003, i ricavi totali di tali servizi ammontavano a circa 966 milioni di euro, suddivisi secondo quanto indicato nella figura 5. ----> Vedere Figura a pag. 45 del S.O. <---- 72. E' necessario evidenziare che nella valutazione del valore del mercato sono state considerate congiuntamente le linee affittate wholesale e retail in quanto per lungo tempo gli operatori per motivi di economicita' dell'offerta hanno continuato ad acquistare circuiti retail ed utilizzarli come wholesale. E' pertanto prevedibile una migrazione dalle offerte retail ai nuovi servizi all'ingrosso. CONCLUSIONI 73. Alla luce delle definizioni proposte, i mercati trunk e terminating, riguardando parti differenti della rete, rappresentano input intermedi complementari per la fornitura al dettaglio di capacita' dedicata per quegli operatori che non dispongono di un'infrastruttura proprietaria in grado di collegare tutte le sedi del cliente finale. Inoltre, i due segmenti di mercato possono essere utilizzati dagli operatori interconnessi in maniera indipendente l'uno dall'altro per la fornitura di altri servizi al dettaglio e all'ingrosso che necessitano di capacita' dedicata nella tratta trunk ovvero in quella terminating. 1 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di definire i servizi trunk e terminating sulla base delle considerazioni espresse dal punto 26 al punto 73? 3.3.1. Le osservazioni degli operatori 74. Telecom Italia ritiene che il confine di demarcazione tra i mercati trunk e terminating debba essere posto al nodo regionale di primo livello in ragione della propria rete trasmissiva e di quella degli altri operatori. Tale operatore non condivide inoltre l'inclusione dei flussi di interconnessione ai nodi della rete di Telecom Italia, in qualita' di servizio accessorio, all'interno delle analisi dei mercati 13 e 14 in quanto tali flussi dovrebbero essere impiegati per raccogliere i servizi a traffico di telefonia vocale e pertanto dovrebbero essere trattati nell'ambito delle analisi dei mercati 8, 9 c 10. 75. Gli operatori Albacom, Atlanet, Eutelia, Fastweb, Tiscali, Welcome Italia e Wind condividono l'orientamento dell'Autorita' di suddividere i mercati trunk e terminating al nodo regionale di secondo livello. Tuttavia gli operatori fanno presente che il servizio di terminating deve essere accessibile all'interno di un dato bacino regionale trasmissivo a qualsiasi nodo della rete di Telecom Italia e non solo ai cosiddetti nodi RED. In altre parole, il termine RED deve essere inteso come riferimento del tutto generico alla rete trasmissiva di Telecom Italia, senza cioe' implicare alcun vincolo tecnologico o amministrativo. Infine gli operatori ritengono che l'accesso alle risorse trasmissive di Telecom Italia deve essere consentito in tutti i casi in cui esso sia tecnicamente possibile; ovvero laddove l'operatore incumbent dispone di risorse trasmissive a capacita' dedicata che possano essere messe a disposizione di altri operatori. 76. Vodafone Omnitel condivide pienamente l'orientamento espresso dall'Autorita' di disciplinare la nuova modalita' di fornitura delle linee affittate come combinazione dei servizi trunk e terminating definiti sulla base della relativa analisi di mercato. Ciononostante tale operatore fa rilevare che al fine di implementare gli obblighi di fornitura dei segmenti trunk e terminating e' necessario un periodo transitorio di sperimentazione che si dovrebbe concludere al termine del 2006 senza pregiudicare gli effetti regolamentari relativi alle condizioni economiche. 3.3.2. Le conclusioni dell'Autorita' 77. L'Autorita', con il provvedimento di consultazione pubblica ha identificato, come nodo di demarcazione tra segmenti trunk e terminating, i nodi RED di secondo livello della rete di trasporto di Telecom Italia. Ai fini della individuazione del confine di demarcazione dei mercati rilevanti 13 e 14, sono state valutate le caratteristiche della topologia della rete di transito di Telecom Italia e il grado di sviluppo e di interconnessione delle reti degli operatori alternativi. In particolare, la demarcazione tra segmenti terminating e trunk e' stata individuata sulla base del livello di rete al quale sono maggiormente interconnessi gli operatori. La maggior parte degli operatori alternativi interconnette la propria rete ai nodi regionali di secondo livello. Tale livello di rete distingue nettamente le caratteristiche delle rete di trasporto di breve e media distanza dalla rete di trasporto di lunga distanza. La prima e' caratterizzata da una diffusione limitata principalmente alle aree a maggiore densita' di popolazione mentre la rete di trasporto di lunga distanza e' detenuta, anche se non per tutte le tratte, da diversi operatori alternativi. Cio' porta ad individuare la distinzione tra i due mercati in corrispondenza della discontinuita' nel grado di competizione. A questo riguardo, dalle risultanze della consultazione pubblica, l'Autorita' non ha rilevato elementi innovativi tali da giustificare una modifica dell'orientamento espresso con la delibera n. 153/05/CONS. L'Autorita' intende pertanto mantenere la suddivisione tra i due mercati in corrispondenza dei nodi di trasporto di accesso alla connettivita' nazionale individuati nell'ambito della proposta di provvedimento. Con riferimento a quanto segnalato dagli operatori nel processo di consultazione pubblica, l'Autorita' ritiene utile sottolineare che i segmenti trunk possono essere attestati a qualsiasi coppia di nodi appartenenti a due bacini regionali diversi, indipendentemente dall'apparato presente, purche' sussistano le condizioni tecniche per la consegna del circuito. Cio' al fine di evitare che distinzioni legate alla nomenclatura della rete possano comportare un diniego all'interconnessione di terzi operatori ai nodi della rete di Telecom Italia all'atto di richiesta di accesso ai servizi dei segmenti trunk. 78. Alla luce delle osservazioni espresse nel processo di consultazione pubblica, l'Autorita' richiamando espressamente le valutazioni effettuate nei considerati da 23 a 70 dell'Allegato B alla delibera n. 153/05/CONS ritiene che il mercato del prodotto dei segmenti terminating debba essere definito come il collegamento trasmissivo a banda dedicata tra punto il terminale di rete ed il generico nodo di rete di Telecom Italia interno al bacino regionale di pertinenza, cui sia tecnicamente possibile la consegna del circuito. 79. In modo speculare alla definizione del mercato dei segmenti terminating, l'Autorita' ritiene che il mercato n. 14 debba essere definito come il collegamento trasmissivo a banda dedicata tra nodi appartenenti a distinti bacini regionali trasmissivi. 80. I flussi di interconnessione costituiscono un servizio accessorio e necessario per fruire dei servizi trunk e terminating cosi' come di altri servizi all'ingrosso dalla rete di Telecom Italia. E' quindi evidente che gli obblighi in materia di flussi di interconnessione possono essere trattati nell'ambito di uno qualsiasi mercati rilevanti che include servizi la cui fruizione richiede l'impiego dei flussi di interconnessione. 81. Gli operatori rispondenti alla consultazione pubblica, ad eccezione di Telecom Italia, concordano con l'orientamento espresso dall'Autorita' di voler estendere l'impiego dei flussi di interconnessione per raccogliere qualsiasi tipo di servizio (voce, dati,linee affittate) dai nodi della rete dell'operatore dominate. 82. L'Autorita', nel confermare l'orientamento espresso nella delibera n. 153/05/CONS, ritiene che i flussi di interconnessione debbano essere trattati nell'ambito della presente analisi quali servizi accessori alla fornitura tutti i servizi all'ingrosso per i quali Telecom Italia riceve obblighi regolamentari. 3.4. Le funzioni d'uso dei servizi di linee affittate all'ingrosso 83. Come gia' osservato, l'offerta di capacita' trasmissiva wholesale, sia trunk che terminating, e' rivolta ad operatori di rete fissa, di rete mobile e Internet Service Providers, che necessitano di acquistare capacita' trasmissiva come input per la fornitura di servizi a clienti finali o ad altri operatori del settore. Tali servizi comprendono, ma non si limitano, a servizi di linee affittate retail. Pertanto i servizi di trunk e terminating possono risultare direttamente collegati alle esigenze di fornitura del servizio di linee affittate agli utenti finali ovvero rappresentare un generico input, che gli operatori utilizzano per la fornitura di qualunque servizio di capacita' trasmissiva all'ingrosso e al dettaglio per gli utenti finali, gli altri operatori o per se stessi. 84. In base a tali considerazioni, i servizi all'ingrosso, sia trunk sia terminating, possono essere distinti, a seconda della loro funzione d'uso, nel seguente modo: - Servizi di capacita' dedicata wholesale per retail (WpR), intendendo per tali la capacita' trasmissiva utilizzata come input per la fornitura di servizi di linee affittate nel mercato retail; - Servizi di capacita' dedicata wholesale input generico (WIG), intendendo per tali la capacita' trasmissiva utilizzata come input per la fornitura di altri servizi di telecomunicazione; 85. Telecom Italia rappresenta l'unico operatore presente esclusivamente dal lato dell'offerta per entrambe le categorie di servizi (WpR e WIG); infatti, TI offre capacita' dedicata che viene utilizzata dagli OLO e dagli ISP sia per fornire servizi di linee affittate a livello retail, sia come input generico per la fornitura di altri servizi, ma, data la capillarita' della propria rete, non necessita di acquistare capacita' da altri operatori. 86. Gli altri operatori di rete fissa, sono presenti sia dal lato dell'offerta, sia dal lato della domanda. Dal lato dell'offerta possono essere distinti a loro volta in: - Carriers che offrono quasi esclusivamente servizi WIG sul segmento trunk, essendo scarsamente focalizzati sui mercati retail; - OLO che offrono entrambi i tipi di servizi, in funzione dell'eccesso di capacita' trasmissiva che si riscontra in alcuni punti della loro rete, sia sulla tratta trunk sia su quella terminating. 87. Sia i Carriers sia gli OLO sono presenti anche dal lato della domanda, come acquirenti di capacita' dedicata WIG per completare la copertura della propria rete. Gli OLO acquistano anche servizi WpR per poter effettuare la loro offerta di linee affittate nel mercato retail. 88. Gli operatori di rete mobile, invece, non sono presenti dal lato dell'offerta, ma solo dal lato della domanda, in quanto acquistano esclusivamente servizi WIG per il trasporto del traffico sulla propria rete. In termini di ricavi, la domanda degli operatori mobili rappresenta oltre il 50% dell'intero mercato all'ingrosso (trunk e terminating). Il peso di tali operatori arriva ad una quota ancora piu' significativa della domanda di mercato nelle classi di capacita' piu' elevata, se si considera che gli operatori mobili generalmente non acquistano collegamenti di capacita' inferiore ai 2 Mbit/s. 89. La suddivisione tra servizi WpR e WiG pone in evidenza la particolarita' del mercato all'ingrosso della capacita' dedicata per il quale viene meno la corrispondenza tra servizi retail ed wholesale. Mentre i primi servizi (WpR), infatti, sono definiti proprio in funzione dei mercati retail, i secondi (WIG) rappresentano la capacita' acquistata all'ingrosso da OLO, ISP e operatori mobili, per fornire al dettaglio servizi differenti dalle linee affittate. 90. Considerando la gamma di velocita' offerte nel mercato in esame, si puo' affermare che l'area di sovrapposizione fra le due funzioni d'uso dei servizi wholesale (WpR e WIG) si colloca nelle classi di velocita' medie ed alte. Le basse velocita' rappresentano, esclusivamente, servizi WpR, mentre le altissime velocita' si utilizzano unicamente nella fornitura di servizi WIG. Nella figura seguente e' rappresentata la differenziazione del mercato in funzione della tipologia di servizi acquistati e della relativa velocita' del collegamento. ----> Vedere Figura a pag. 49 del S.O. <---- 3.5. I mercati merceologici 91. La nota esplicativa alla Raccomandazione prevede che, una volta definito il confine tra i mercati, l'Autorita' proceda a i) definire i mercati del prodotto dei segmenti terminating e trunk; ii) effettuare eventuali segmentazioni in base alla capacita' iii) determinare la dimensione geografica di entrambi i mercati (nazionale o sub-nazionale). 92. I confini di un mercato si determinano individuando i vincoli che un'impresa incontra nel fissare i prezzi. Esistono due tipi di vincoli competitivi: i) fino a che punto e' possibile per i clienti di un'impresa sostituire i beni o servizi forniti da quest'ultima con beni o servizi di altre imprese in seguito ad un aumento di prezzo (sostituibilita' dal lato della domanda); ii) fino a che punto e' possibile per altre imprese incrementare la produzione o passare alla produzione dei beni offerti dall'impresa considerata, in seguito ad un aumento di prezzo da parte di quest'ultima (sostituibilita' dal lato dell'offerta). Il test del monopolista ipotetico e' lo strumento comunemente utilizzato per valutare sia la sostituibilita' dal lato della domanda, sia la sostituibilita' dal lato dell'offerta. 93. Nel seguito e' riportata l'analisi di sostituibilita' dal lato delle domanda e dal lato dell'offerta per entrambi i mercati, terminating e trunk, al fine di giungere ad una definizione dei due mercati del prodotto, tenendo in considerazione le opinioni espresse dagli operatori a tal proposito. 3.6. Mercato terminating 94. Al fine di definire il mercato terminating del prodotto e' necessario valutare: a. Se il mercato dei segmenti terminating sia distinto dal mercato degli altri servizi dati, ed in particolare, da quello dei servizi condivisi simmetrici ed asimmetrici; b. Se il mercato dei segmenti terminating debba essere articolato in base alle diverse capacita' o se esista un unico mercato per tutte le capacita' offerte. a) Mercato terminating vs. altri servizi dati 95. Per quanto riguarda il segmento terminating, al fine di individuare i servizi che rientrano nel mercato del prodotto, puo' risultare utile richiamare la definizione del servizio di linea affittata al dettaglio. Quest'ultimo e' definito come un collegamento permanente tra due sedi d'utente ad uso esclusivo di quest'ultimo con capacita' garantita, trasparente e non condivisa con altri utenti. Si tratta di collegamenti dedicati con banda costante e a costanza di ritardo trasmissivo. Tale capacita' e' simmetrica e puo' essere utilizzata per veicolare qualunque tipo di contenuto (voce, dati, immagini), compatibilmente con la banda disponibile. 96. Date le caratteristiche del servizio di linee affittate al dettaglio, i corrispondenti input devono essere in grado di garantire a livello retail una capacita' non condivisa e simmetrica; tale capacita' puo' essere utilizzata per qualsiasi tipologia di impiego quali il trasporto voce e/o dati e da qualsiasi tipologia di utenza, finale o operatore di comunicazioni. 97. Un discorso diverso vale per i servizi dati condivisi, sia asimmetrici sia simmetrici. Infatti, tali servizi, fornendo capacita' condivisa, possono non garantire caratteristiche qualitative paragonabili con quelle delle linee affittate. In generale i circuiti a banda condivisa possono essere impiegati per un minor numero di applicazioni rispetto a quelli con capacita' dedicata (ad esempio non sono adatti al trasporto di traffico vocale PCM), presentano costi minori (grazie all'uso condiviso delle risorse) e hanno spesso connessioni di accesso asimmetriche poiche' per l'accesso dati non e' richiesta una elevata capacita' di uplink. A riprova del differente tipo di utilizzo si consideri anche che e' estremamente difficile ed in genere oneroso trovare servizi con caratteristiche di qualita' di servizio garantita (disponibilita' annua, assurance ridotto, etc.) per servizi a banda condivisa, mentre i servizi a banda dedicata di norma includono SLA piu' stringenti. 98. Considerate tali caratteristiche, non appare verosimile ritenere che gli acquirenti di capacita' dedicata nella tratta terminating decidano di passare all'acquisto di capacita' condivisa, simmetrica o asimmetrica, in seguito ad un eventuale incremento di prezzo (SSNIP). 99. Per le ragioni appena esposte, e' evidente che i servizi condivisi non sono sostituibili con i servizi di capacita' dedicata e, pertanto, non devono essere inclusi nel mercato rilevante del segmento terminating. Viceversa tutti i collegamenti di capacita' non condivisa, simmetrica e trasparente da un punto terminale ad uno specifico punto di aggregazione vanno inclusi nel mercato rilevante del segmento terminating. Queste funzionalita', infatti, sono offerte utilizzando gli stessi componenti di rete e la stessa tecnologia dei segmenti terminali delle linee affittate e, come questi ultimi, sono caratterizzati dall'esistenza di forti barriere all'entrata di tipo strutturale dovute ai costi non recuperabili ed alle economie di scala e di diversificazione che costituiscono un vantaggio dal punto di vista competitivo per l'operatore dominante. 100. Alla luce di queste considerazioni si rende necessario evidenziare che i circuiti a banda simmetrica non condivisa includono applicazioni particolari diverse dalla fornitura di capacita' dedicata agli utenti finali e che pure rientrano a pieno titolo nel mercato del prodotto. I circuiti a banda simmetrica non condivisa sono infatti impiegati come componenti intermedi per la fornitura di altri servizi, come nel caso del raccordo tra due operatori (ad es. un carrier ed un ISP) o nel caso di un operatore che raccordi due sue nodi di rete (ad es. nel backhaul delle stazioni radio base -SRB). 101. Il caso del raccordo tra nodi di due operatori richiede il ricorso alle medesime componenti impiantistiche impiegate nei segmenti terminali ed e' pertanto soggetto alle medesime barriere che si rilevano nella realizzazione di un accesso in CDN alla sede di cliente finale. 102. I servizi di backhaul delle SRB forniscono capacita' dedicata tra l'SRB di un operatore mobile ed un suo punto di presenza presso la rete dell'operatore che fornisce tale connettivita'. I servizi di backhaul delle SRB sono input wholesale per la fornitura di servizi di telefonia mobile retail. 103. Per quanto riguarda la sostituibilita' dal lato dell'offerta e' necessario considerare sia la concorrenza attuale, sia la concorrenza potenziale. La prima e' costituita dai servizi all'ingrosso su rete proprietaria utilizzati dagli OLO per fornire servizi al dettaglio. Questi ultimi anche se al momento utilizzano tale capacita' solo per fornire servizi retail alla propria clientela, teoricamente sarebbero in grado di offrire capacita' dedicata a livello wholesale in seguito ad un incremento di prezzo (SSNIP) da parte di un ipotetico monopolista dei segmenti terminali. Tuttavia e' poco probabile che gli OLO che hanno sostenuto ingenti investimenti per arrivare autonomamente a raggiungere i clienti finali decidano di rinunciare a tali clienti ed ai proventi da questi ultimi derivanti. 104. Per tale ragione si puo' affermare che la sostituibilita' dal lato dell'offerta non sia attuabile in una scala tale da poter condizionare il prezzo di un ipotetico monopolista. A tale conclusione si giunge anche se si considera che, per velocita' fino ai 2Mbit/s, l'ULL costituisce un sostituto dal lato dell'offerta di una linea affittata e, pertanto, tutti gli operatori che utilizzano l'ULL potrebbero teoricamente decidere di offrire linee affittate a livello retail. 105. Per quanto riguarda la concorrenza potenziale, e' poco probabile che un incremento di prezzo dei segmenti terminali comporti l'ingresso sul mercato di nuovi operatori. Infatti, qualunque operatore, al fine di passare rapidamente alla fornitura di segmenti terminating, dovrebbe sostenere ingenti investimenti. Anche in questo caso, pertanto, si ritiene che la sostituibilita' dal lato dell'offerta non sia attuabile in una scala tale da poter condizionare il prezzo di un ipotetico monopolista. CONCLUSIONI 106. Alla luce delle considerazioni svolte si ritiene che il mercato terminating sia distinto dal mercato degli altri servizi dati condivisi, simmetrici ed asimmetrici. 2 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di escludere i servizi a banda condivisa dal mercato rilevante dei segmenti di terminazione? 3.6.1. Le osservazioni degli operatori 107. Ad eccezione di due operatori di rete fissa che non hanno espresso alcuna posizione in merito a tale tematica, tutti gli altri operatori, sia di rete mobile sia di rete fissa rispondenti alla consultazione (8 operatori), hanno espresso osservazioni favorevoli all'esclusione dei servizi a banda condivisa dai mercati rilevanti dei segmenti trunk e terminating. 108. La principale ragione di esclusione dei servizi a banda condivisa dai mercati in questione e' legata al differente livello qualitativo in termini di capacita' trasmissiva garantita rispetto ai segmenti trunk e terminating caratterizzati da capacita' trasmissiva dedicata. 3.6.2. Le conclusioni dell'Autorita' 109. Le risultanze delle osservazioni espresse dagli operatori nella consultazione pubblica hanno messo in evidenza la correttezza dell'analisi svolta dall'Autorita' in merito all'esclusione dei servizi a banda condivisa dai mercati rilevanti n. 13 e 14. 110. L'Autorita', pertanto, richiamando espressamente le considerazioni effettuate nei considerati da 71 a 94 dell'Allegato B alla delibera n. 153/05/CONS ritiene di dover confermare l'orientamento espresso nella domanda n. 2 del documento di consultazione pubblica escludendo i servizi a banda condivisa dai mercati rilevanti dei segmenti trunk e terminating. 3.7. Segmentazione del mercato terminating in base alla capacita' 111. Per quanto riguarda l'opportunita' di definire un unico mercato per tutte le capacita' offerte o articolare il mercato terminating in base alle diverse velocita' trasmissive, e' necessario in primo luogo verificare se esista o meno un punto di rottura nella catena di sostituzione tra le diverse velocita'. In altri termini occorre valutare se un aumento di prezzo dei servizi di una particolare capacita' da parte di un monopolista ipotetico indurrebbe gli acquirenti ad acquistare circuiti a capacita' maggiore o minore, al punto da rendere quell'aumento di prezzo non profittevole. 112. Affinche' due prodotti siano sostituibili dal lato della domanda, devono risultare sostituibili dal punto di vista funzionale. In questo senso e' fuor di dubbio che, nella maggior parte dei casi, i multipli di circuiti a bassa capacita' siano sostituti dei circuiti a maggiore capacita' e viceversa. Pertanto, si potrebbe concludere che a seguito di un aumento di prezzo dei circuiti di una particolare classe di capacita', una parte rilevante degli utenti sarebbe in grado di passare all'utilizzo di collegamenti di classi di capacita' attigue, rendendo non profittevole l'aumento di prezzo in una singola classe di velocita'. 113. Tuttavia, nel considerare l'opportunita' di segmentare il mercato terminating in funzione delle diverse classi di velocita', bisogna tener presente che l'analisi di sostituibilita', tanto dal lato della domanda quanto dal lato dell'offerta, dipende strettamente dalla capillarita' delle reti di accesso alternative. Pertanto, si rende necessario anticipare in questa sede alcune delle considerazioni che verranno sviluppate per la definizione geografica del mercato. 114. Dal punto di vista dell'acquirente, infatti, la sostituibilita' e' nulla se non esiste la possibilita' di rivolgersi a fornitori alternativi del servizio. Per tale tipologia di acquirenti la sostituibilita' non dipende dalla particolare classe di velocita' domandata, infatti, se esiste un unico fornitore e' verosimile che questo fissi simultaneamente i prezzi in modo da massimizzare il profitto per tutte le classi di velocita' offerte. In tal caso, pertanto, la segmentazione per classi di capacita' e' irrilevante. 115. La sostituibilita' dal lato della domanda e', quindi, ristretta alla classe di utenti servita da piu' fornitori di segmenti terminali. Solo per tale categoria di acquirenti, un aumento del prezzo dei collegamenti in una determinata classe di velocita' potrebbe indurre uno spostamento nelle classi di velocita' attigue, rendendo inefficace l'aumento di prezzo del monopolista ipotetico. Tale spostamento risulterebbe, in ogni caso, condizionato dagli switching cost che l'utente dovrebbe sostenere per passare ad un diverso fornitore. 116. Dal punto di vista dell'offerta, bisogna considerare sia la concorrenza attuale sia la concorrenza potenziale. Come precedentemente evidenziato, gli operatori che hanno sviluppato una propria rete di accesso sono in grado di offrire tempestivamente qualunque classe di velocita' domandata dall'utente, rendendo in tal modo non profittevole l'aumento di prezzo in una singola classe di velocita' da parte di un monopolista ipotetico. 117. Per quanto riguarda la concorrenza potenziale, e' poco probabile che un incremento di prezzo di una particolare classe di capacita' dei segmenti terminali comporti l'ingresso sul mercato di nuovi operatori solo per quella particolare classe. Infatti, come precedentemente rilevato, gli operatori che hanno sviluppato una propria rete di accesso sono in grado di offrire tempestivamente qualunque classe di velocita' domandata dall'utente, mentre gli operatori che non hanno una rete di accesso, al fine di passare rapidamente alla fornitura di segmenti terminating, dovrebbero sostenere ingenti investimenti. Anche in questo caso, pertanto, si ritiene che la sostituibilita' dal lato dell'offerta non sia attuabile in una scala tale da poter condizionare il prezzo di un ipotetico monopolista. CONCLUSIONI 118. Tenendo conto dell'effettiva diffusione sul territorio di reti di accesso alternative, si puo' concludere che le condizioni concorrenziali non mutano significativamente al mutare della classe di velocita' del collegamento. Di conseguenza, l'articolazione dei servizi terminating per classe di capacita' non appare un criterio rilevante per la segmentazione del mercato in esame e si ritiene opportuno definire un unico mercato. 3 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di definire un unico mercato per i segmenti di terminazione non differenziato per capacita'? 3.7.1. Le osservazioni degli operatori 119. Telecom Italia ritiene opportuna una segmentazione del mercato n. 13 in segmenti terminali a medio-bassa capacita' (fino a 2Mbps inclusa) e segmenti terminali a alta capacita' (34Mbps e superiore). Tale operatore ritiene infatti che i segmenti terminating con capacita' trasmissiva superiore a 2Mbps debbano essere realizzati attraverso tecnologie in fibra ottica che richiedono la realizzazione di progetti ad hoc. In un tale contesto, il mercato dei segmenti terminali ad alta capacita' trasmissiva presenterebbe caratteristiche concorrenziali in quanto gli investimenti necessari alla fornitura del servizio sarebbero realizzabili da tutti gli operatori. 120. Gli operatori Albacom, Atlanet, Eutelia, Fastwcb, Tiscali, Vodafone Omnitel, e Wind hanno prospettato una posizione favorevole alla definizione di un unico mercato rilevante per i segmenti terminating, non distino in funzione della capacita' trasmissiva. Tale posizione e' suffragata dal fatto che i segmenti terminating non presentano punti di rottura nella catena di sostituzione tra diverse capacita' trasmissive, ne' dal lato della domanda, ne' dal lato dell'offerta. 3.7.2. Le conclusioni dell'Autorita' 121. L'Autorita' rileva che un solo operatore di rete fissa propone di segmentare il servizio di terminating in relazione alla capacita' trasmissiva del circuito; tutti gli altri operatori rispondenti alla consultazione pubblica, invece, non ritengono corretta un'ulteriore separazione del mercato 13 in piu' segmenti di mercato. 122. La segmentazione di un mercato in piu' fasce di capacita' trasmissiva (bassa, media, alta) e' resa difficile dal cambio tecnologico e dal conseguente mutamento della domanda dei consumatori in termini di banda richiesta. In altre parole, il progresso tecnologico consente in intervalli di tempo sempre piu' ristretti di incrementare la capacita' trasmissiva su portanti in rame senza la necessita' di effettuare nuovi investimenti per la realizzazione di portanti in fibra. A questo proposito, Telecom Italia fornisce alla propria clientela affari (al dettaglio) un'offerta denominata HighBusiness la quale permette una connettivita' bilanciata su rame e protocollo Ethernet con velocita' pari a 4, 8 e a 9 Mbps. 123. L'offerta Highbusiness si rivolge ad aziende che hanno l'esigenza di contenere i costi delle proprie infrastrutture pur avendo la necessita' di poter disporre di soluzioni di accesso ad Internet ad alta velocita', utilizzando, per fare questo, portanti in rame. 124. Anche sulla base degli standard ETSI, l'Autorita' ha rilevato che su singola coppia in rame e' possibile trasmettere simmetricamente fino a 28,288 Mbps. 125. Lo sviluppo delle tecnologie xDSL non permette di definire in maniera univoca e nel lungo periodo una soglia di capacita' trasmissiva al di sotto e al sopra del quale sono necessari rispettivamente portanti trasmissivi in rame e fibra ottica. 126. Vale peraltro la pena richiamare le valutazioni svolte dall'Autorita' in merito alla catena di sostituzione presente nell'offerta delle differenti capacita' trasmissive dei servizi terminating secondo la quale un incremento significativo e non transitorio del prezzo di una data capacita' comporterebbe uno spostamento piu' che proporzionale della domanda verso capacita' trasmissive inferiori o superiori. 127. Cio' premesso, l'Autorita' ritiene che il mercato rilevante n. 13 debba essere composto dai segmenti terminating in tecnologia CDA e CDN con capacita' trasmissive da 64 Kbps a 2,5Gbps nonche' dai flussi di interconnessione, in qualita' di servizio accessorio, di pari capacita' necessari per raccogliere il servizio dei segmenti terminating dai nodi della rete di Telecom Italia. 3.8. Mercato trunk 128. Al fine di definire il mercato trunk del prodotto e' necessario valutare: a. Se il mercato delle linee affittate trunk sia distinto dal mercato terminating; b. Se il mercato trunk debba essere segmentato in piu' mercati in base alla capacita'. a) Servizi trunk vs servizi terminating 129. Dal lato della domanda, i servizi trunk e terminating non sono sostituibili in quanto vengono forniti utilizzando elementi diversi della rete e di conseguenza soddisfano funzioni d'uso differenti. Ad esempio, come si e' gia' avuto modo di osservare, i servizi trunk e terminating sono per definizione input complementari per la fornitura di servizi di linee affittate retail. 130. Dal lato dell'offerta un ipotetico monopolista in uno dei due segmenti in esame sarebbe limitato dalla concorrenza da parte degli operatori attivi nell'altro segmento, in quanto questi ultimi non potrebbero trasferire la propria offerta da un tipo di servizio all'altro in tempi brevi, senza sostenere ingenti investimenti. b) Segmentazione in base alla capacita' 131. Non si ritiene appropriato ne' dal punto di vista teorico ne' dal punto di vista pratico definire mercati trunk distinti in base alla capacita'. Infatti il mercato trunk presenta una elevata flessibilita' tecnica nel dimensionamento dei flussi trasmissivi. In tal senso, un mercato trunk ristretto ad una capacita' particolare, puo' essere facilmente ampliato per comprendere altre capacita' attraverso procedure di aggregazione e ripartizione delle necessita' di banda. CONCLUSIONI 132. Alla luce delle considerazioni svolte si ritiene che il mercato trunk sia distinto dal mercato terminating e che non sia opportuno effettuare una segmentazione del mercato trunk in base alla capacita'. 4 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di definire un mercato rilevante dei segmenti trunk distinto dal mercato dei segmenti terminating non differenziando in base alle capacita' trasmissive? 3.8.1. Le osservazioni degli operatori 133. Telecom Italia ritiene che il punto di demarcazione tra mercati trunk e terminating debba essere identificato con il nodo regionale di primo livello. In funzione di tale definizione tale operatore ritiene corretto separare il mercato trunk dal mercato terminating in quanto si tratta di servizi complementari e non sostituibili necessari alla realizzazione di linee affittate. 134. Tale operatore inoltre fa presente che la capacita' trasmissiva dei segmenti trunk non e' mai inferiore a 2Mbps. 135. Gli operatori Albacom, Atlanet, Eutelia, Fastweb, Tiscali, Vodafone Omnitel, e Wind condividono l'orientamento dell'Autorita' di identificare un unico mercato trunk non differenziato per capacita' trasmissive. I mercati trunk e terminating, infatti, sono distinti per gli evidenti motivi di carattere tecnico descritti al par. 104 del documento di consultazione dell'Autorita'. In merito alla possibilita' di differenziare il mercato trunk in funzione della capacita' trasmissiva, gli operatori fanno presente che le tecnologie trasmissive progressivamente introdotte in rete dagli operatori (SDH, WDM, DWDM, ecc.) forniscono un elevatissima flessibilita' nel dimensionamento della capacita' trasmissiva. 3.8.2. Le conclusioni dell'Autorita' 136. Le risultanze della consultazione pubblica non hanno fornito elementi innovativi circa la necessita' di suddividere il mercato dei segmenti trunk in relazione alle diverse capacita' trasmissive. 137. In merito alla suddivisione del mercato n. 14 in ulteriori segmenti di mercato derivanti dalle diverse capacita' trasmissive, l'Autorita' ritiene, per le ragioni esposte nei considerati da 104 a 107 dell'Allegato B alla delibera n. 153/05/CONS, che i segmenti trunk costituiscano un unico mercato all'interno del quale non e' necessaria alcuna suddivisione in sottomercati. 138. L'Autorita' ritiene, inoltre, che le capacita' trasmissive inferiori a 2Mbps non costituiscano una quota significativa del mercato e un dimensionamento efficiente dei collegamenti diretti di lunga distanza e che pertanto non debbano essere incluse all'interno del mercato n. 14. 139. In conclusione, l'Autorita' ritiene che il mercato n. 14 sia costituito dai segmenti trunk di capacita' da 2Mbps (inclusa) a 25Gbps (inclusa) e che i flussi di interconnessione nonche' i raccordi interni di centrale costituiscano un servizio accessorio necessario anche alla raccolta dei segmenti trunk. 3.9. Il mercato geografico 140. Le linee guida prevedono che, una volta identificato il mercato del prodotto rilevante, si debba procedere alla definizione della dimensione geografica del mercato. Secondo una giurisprudenza consolidata, il mercato geografico rilevante comprende un'area in cui le condizioni della concorrenza sono simili, o sufficientemente omogenee, e che puo' essere distinta dalla aree adiacenti, in cui le condizioni prevalenti della concorrenza sono sostanzialmente diverse. Il paragrafo 56 delle Lince Guida chiarisce "Per definire un mercato geografico non e' necessario che le condizioni della concorrenza tra gli operatori o fornitori di servizi siano perfettamente omogenee. E' sufficiente che esse siano simili o sufficientemente omogenee e si puo', quindi, ritenere che solo le aree in cui le condizioni della concorrenza sono eterogenee non costituiscano un mercato uniforme". Le considerazioni volte a valutare la dimensione del mercato geografico dei segmenti terminali e trunk sono analoghe a quelle svolte per i mercati retail delle linee affittate. 141. Infatti, considerata l'esigenza da parte dell'utente di disporre di un collegamento tra due sedi geograficamente distanti, e non tra generiche localita' geografiche, l'effettiva concorrenza si puo' esercitare solamente se esiste un'offerta competitiva, che include le tratte terminali del collegamento (dalla sede utente al nodo di rete dell'operatore). Anche in questo caso, pertanto, non e' sostenibile l'ipotesi di esistenza di sostituibilita' dal lato della domanda e dal lato dell'offerta per segmenti terminali o trunk in aree geografiche differenti. Dal lato della domanda, infatti, non e' plausibile sostenere che un segmento terminale o trunk che collega due particolari punti possa essere sostituibile con uno che collega altri due punti. 142. Per le ragioni appena esposte un approccio puramente teorico richiederebbe l'identificazione dei mercati, sia trunk sia terminating, on a route by route basis ed il test del monopolista ipotetico in senso stretto porterebbe a definire tanti mercati quanti sono i singoli collegamenti, introducendo una complessita' tale da rendere discutibili i benefici dell'attivita' regolamentare. Nella pratica, pertanto, si dovra' arrivare ad un livello di aggregazione superiore, che potra' essere, a seconda delle risultanze dei dati, un set limitato di routes, o, al limite, l'intero mercato nazionale. 143. Cio' premesso, e' evidente che quel che rileva maggiormente nella definizione geografica del mercato e' valutare se un acquirente del segmento terminating o trunk si trova a fronteggiare condizioni di mercato diverse a seconda dell'arca geografica in cui e' situato. Dimensione geografica dei segmenti terminali 144. Per quanto riguarda il segmento terminating, indubbiamente esistono alcune aree, identificabili con le maggiori aree metropolitane, in cui gli OLO hanno sviluppato reti proprietarie alternative a quella di Telecom Italia. Di conseguenza, le condizioni di mercato in tali aree sono differenti da quelle in cui TI continua ad essere l'unico possibile fornitore di segmenti terminali. D'altra parte, l'esistenza nelle citta' di una o piu' reti metropolitane ad alta capacita' (Metropolitan Arca Network - MAN) non garantisce comunque la totale raggiungibilita' delle sedi di utente, in quanto la connettivita' dipende dalla capillarita' della rete. 145. Inoltre, se si tiene conto del fatto che il mercato terminating, almeno in parte, costituisce un input essenziale per il mercato delle linee affittate retail e quest'ultimo e' un servizio generalmente offerto sull'intero territorio nazionale, l'esistenza di alcune aree geografiche, nelle quali si riscontra un maggior livello di concorrenza dovuto alla presenza di operatori alternativi, non pare costituire un vincolo di prezzo effettivo al comportamento dell'ipotetico monopolista nazionale. Si conclude quindi che il mercato terminating ha un'estensione geografica nazionale. Dimensione geografica dei segmenti trunk 146. Per il mercato trunk valgono considerazioni analoghe a quelle appena effettuate per il terminating. Anche in questo caso, infatti, esistono alcune direttrici in cui si riscontra una maggiore pressione competitiva. In Italia, negli ultimi anni, si e' assistito allo sviluppo di un significativo numero di backbone alternativi a quello di TI, che sono stati realizzati con il ricorso alle principali infrastrutture civili (autostrade, reti ferroviarie, reti elettriche, reti gas) e che collegano le principali aree metropolitane. 147. Tuttavia, l'esistenza di un limitato numero di direttrici, in cui operano piu' fornitori del medesimo servizio, non significa di per se' che per un ipotetico monopolista non risulti profittevole un incremento di prezzo (SSNIP). In altre parole, la presenza di network alternativi in un alcune direttrici non costituisce un vincolo di prezzo per l'ipotetico monopolista. Quanto appena affermato discende dal fatto che i servizi trunk vengono acquistati al fine di garantire servizi di telecomunicazione alla clientela finale, servizi che, pur non essendo limitati alla sola categoria delle linee affittate, sono comunque offerti prevalentemente su base nazionale. 148. Inoltre, si consideri che lo sviluppo di infrastrutture alternative a quelle dell'incumbent ha seguito una logica demand-oriented, ossia gli investimenti si sono concentrati in quelle direttrici che collegano le aree a maggior concentrazione di potenziali utenti. Di conseguenza, gli operatori che posseggono un network alternativo, per poter realizzare la propria offerta su base nazionale, necessitano di acquistare capacita' trasmissiva per le direttrici non servite dai propri networks. La maggior parte di tali direttrici possono essere offerte esclusivamente da un operatore che possegga un network costruito perseguendo l'obiettivo di ottenere una copertura completa ed omogenea del territorio nazionale. 149. Pertanto, in risposta all'aumento dei prezzi del monopolista nazionale, un OLO valuterebbe la convenienza di sostituire il fornitore di servizi trunk, per le direttrici servite da piu' network ma non dal proprio. Tale sostituzione, dal punto di vista economico, implica la necessita' di concludere piu' di un contratto, e, al limite, nel caso in cui ciascuna direttrice sia servita da un network diverso, di porre in essere un numero di contrattazioni pari al numero delle direttrici servite da piu' di un network. A cio' si dovra' aggiungere necessariamente un contratto con il monopolista nazionale, per quelle direttrici servite esclusivamente dal network di quest'ultimo. In alternativa, lo stesso operatore potrebbe decidere di continuare a rivolgersi al monopolista nazionale e soddisfare le sue necessita' di trasporto di flussi di comunicazione fra le diverse aree del territorio nazionale non servite dal proprio network con un'unica transazione. 150. In considerazione degli elevati costi fissi che caratterizzano i contratti di fornitura di servizi trunk, l'aumento di spesa dovuto al nuovo pricing del monopolista nazionale risulterebbe, per la maggior parte degli operatori che acquistano segmenti trunk, notevolmente inferiore all'aumento dei costi di transazione, che deriva dalla moltiplicazione dei contratti implicita nella sostituzione del fornitore per le direttrici servite da piu' network. Di conseguenza, si puo' ragionevolmente concludere che la sostituibilita' dal lato della domanda non sia attuabile in una scala tale da poter condizionare il prezzo di un ipotetico monopolista nazionale e che, pertanto, anche il mercato trunk abbia un'estensione geografica nazionale. CONCLUSIONI 151. Alla luce delle considerazioni appena svolte si conclude che sia il mercato trunk sia il mercato terminating abbiano una estensione geografica nazionale. 5 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di considerare nazionale l'ambito geografico dei mercati dei segmenti trunk e terminating? 3.9.1. Le osservazioni degli operatori 152. In merito alla dimensione geografica del mercato n. 13, Telecom Italia non condivide le conclusioni raggiunte dall'Autorita'. In base alla metodologia delle Guidelines della Commissione, tale operatore propone che siano identificati i seguenti mercati geografici separati: 1) mercato dei segmenti terminali di linee affittate nei 6 principali distretti (Milano, Torino, Genova, Bologna, Roma e Napoli); 2) mercato dei segmenti terminali di linee affittate in tutti gli altri distretti d'Italia. 153. Telecom Italia ritiene che nei sei principali distretti telefonici le condizioni competitive siano sufficientemente omogenee e diverse, soprattutto in ottica prospettica, da quelle prevalenti nei restanti distretti. Gli operatori alternativi, infatti, avrebbero lanciato i propri servizi adottando una strategia di graduale copertura del territorio, concentrando gli investimenti infrastrutturali inizialmente nelle principali aree urbane, caratterizzate da elevata densita' di utenti, per poi estendere le proprie infrastrutture alle realta' minori. Di conseguenza, tale operatore ritiene appropriato segmentare geograficamente i mercati nei sei principali distretti telefonici e nel resto del territorio nazionale. 154. Per quanto riguarda i confini geografici del mercato n. 14, Telecom Italia ritiene che le infrastrutture di lunga distanza hanno raggiunto un significativo livello di sviluppo sul territorio nazionale. In 14 citta' sono presenti con la propria rete almeno tre operatori alternativi. Poiche' tra queste 14 citta' si concentra la quasi totalita' del mercato dei circuiti di trunk, Telecom Italia ritiene che tale mercato non debba essere soggetto a nessun obbligo ex ante e richiede che in via subordinata, il mercato geografico rilevante sia individuato esclusivamente su quel numero residuale di direttrici per le quali c'e' una domanda di servizi trunk evadibile da un solo operatore. 155. Gli operatori Albacom, Atlanet, Eutelia, Fastweb, Tiscali, Vodafone Omnitel, Welcome Italia e Wind condividono l'orientamento dell'Autorita' di voler definire i confini geografici dei mercati n. 13 e 14 a livello nazionale. Tali operatori ritengono che in Italia il mercato dell'offerta di linee affittate sia caratterizzato da condizioni di omogeneita' su tutto il territorio nazionale sia con riferimento alla gamma dei prodotti offerti sia ai prezzi praticati alla clientela finale. 156. Anche nelle aree urbane caratterizzate dalla presenza di reti alternative di operatori entranti, gli scenari competitivi non presentano delle specificita' tali da giustificare la individuazione di mercati locali non essendo gli operatori locali in grado di competere quanto a livello di diffusione di rete che a condizioni di servizio con l'operatore ex monopolista. Piu' in particolare, l'offerta dell'operatore ex-monopolista alla clientela non risulta differenziata sul territorio in ragione della maggiore o minore pressione competitiva. Anche nelle aree in cui gli operatori concorrenti sono presenti con infrastrutture di rete proprie non sempre sono in grado di competere con l'operatore ex-monopolista nell'acquisizione di clienti multisede localizzati sull'intero territorio nazionale in quanto le infrastrutture degli OLO non sono diffuse in modo capillare sul territorio come quelle dell'operatore dominante. 3.9.2. Le conclusioni dell'Autorita' 157. Le risultanze della consultazione pubblica evidenziano che tra tutti gli operatori rispondenti solo un operatore di rete fissa non condivide l'orientamento dell'Autorita' di definire un ambito geografico nazionale per i mercati n. 13 e 14. 158. Per quanto riguarda il mercato geografico rilevante dei segmenti terminating, l'Autorita' rileva che non sussistono significative differenze sul grado di competizione presente nelle principali citta' rispetto al resto del territorio nazionale. A questo proposito, giova rilevare che la presenza di operatori alternativi nelle principali citta' italiane con le cosiddette infrastrutture MAN (Metropolitan Area Network) non implica la possibilita' di servire tutti clienti situati in tali citta'. Tale infrastruttura di rete rappresenta, infatti, la rete di trasporto di breve-media distanza in grado coprire il territorio urbano collegando i principali stadi di linea. Anche nelle maggiori citta', tuttavia, taluni stadi di linea non sono collegati da MAN degli operatori alternativi e sono accessibili sono attraverso l'interconnessione alla rete di trasporto di Telecom Italia domandando il servizio di fornitura dei segmenti terminating. Una quota significativa di segmenti terminating e' destinata a servire clienti affari multisede che possono essere situati in aree urbane densamente popolate i cui stadi di linea di pertinenza non sono raggiunti dalle infrastrutture MAN degli operatori alternativi. Cio' e' dovuto al fatto che il raggiungimento di tutti gli stadi di linea attraverso investimenti massicci con infrastrutture di rete proprie richiede di disporre ex ante di un significativo parco clienti in grado di sfruttare le economie scala e di ripartire gli elevati investimenti fissi iniziali su un numero considerevole di clienti. In assenza di tali economie gli investimenti degli operatori alternativi possono essere realizzati esclusivamente in modo graduale, mirando le proprie offerte, basate su infrastrutture di rete proprietarie, alle aree con un piu' alto tasso di clientela affari. 159. I segmenti terminating includono al proprio interno elementi relativi alla rete di accesso che come noto rappresenta tuttora un essential facility economicamente non duplicabile fornita quasi esclusivamente da Telecom Italia sia all'ingrosso sia al dettaglio. 160. Cio' fa si' che la maggiore infrastrutturazione degli operatori alternativi nelle principali citta' non influenza in modo significativo il livello competitivo dei segmenti terminating a livello urbano o regionale. 161. Sulla base di quanto premesso l'Autorita' richiamando espressamente le valutazioni espresse nei considerati da 108 a 113 dell'Allegato B alla delibera n. 153/05/CONS ritiene che i confini del mercato geografico rilevante n. 13 debbano avere ambito nazionale. 162. In merito al mercato geografico dei segmenti trunk, l'Autorita' ha rilevato che un numero limitato di operatori alternativi di rete fissa detiene infrastrutture relative al trasporto di lunga distanza per alcune principali direttrici. I portanti trasmissivi di lunga distanza degli operatori alternativi sono diffusi prevalentemente nelle aree centro-settentrionali del Paese. Il singolo operatore concorrente di Telecom Italia non e' in grado di coprire l'intero territorio nazionale con la propria infrastruttura di rete di lunga distanza in quanto la realizzazione di una rete nazionale completa e' ancora in fase di realizzazione. La domanda di segmenti trunk da parte del singolo cliente non si concentra necessariamente su una specifica direttrice ma puo' richiedere il collegamento di piu' sedi situate all'interno di diverse regioni. Conseguentemente, un operatore alternativo che intende servire i clienti multi-sede potrebbe essere costretto a rivolgersi ad un numero rilevante di operatori diversi da Telecom Italia sostenendo ingenti costi di transazione e di interconnessione verso piu' operatori per essere in grado di coprire l'intero territorio nazionale con il servizio di lince affittate. 163. In conclusione, la presenza di infrastrutture di rete alternative a quella di Telecom Italia non ha mutato in modo significativo in ambito regionale il livello concorrenziale del trasporto di lunga distanza in quanto la domanda dei segmenti trunk e' rivolta al collegamento di piu' sedi dello stesso cliente localizzate su tutto il territorio nazionale. 164. L'Autorita', sulla base di quanto premesso e richiamando espressamente le valutazioni effettuate nei considerati da 114 a 118 dell'Allegato B alla delibera n. 153/O5/CONS, ritiene che in ragione dell'omogeneita' competitiva rilevata sul mercato, i confini geografici del mercato n. 14 debbano essere definiti a livello nazionale. 4. Valutazione del significativo potere di mercato 4.1. Introduzione 165. Il principale elemento di novita' introdotto dal nuovo quadro normativo, in relazione al processo di definizione e di valutazione del significativo potere di mercato, e' costituito dall'allineamento della definizione di significativo potere di mercato a quella data dalla Corte di giustizia europea per la nozione di posizione dominante di cui all'articolo 82 del trattato CE. Difatti, il Codice, all'articolo 17, comma 2, afferma che "si presume che un'impresa disponga di un significativo potere di mercato se, individualmente o congiuntamente con altri, gode di una posizione equivalente ad una posizione dominante ossia una posizione di forza economica tale da consentirle di comportarsi in misura notevole in modo indipendente dai concorrenti, dai clienti e, in definitiva, dai consumatori". Una sintesi degli orientamenti della Commissione circa l'interpretazione del concetto di posizione dominante nell'industria delle comunicazioni elettroniche e' contenuta nelle Linee guida dell'11 luglio 2002 che le ANR devono tenere in massimo conto nello svolgimento delle loro analisi di mercato (articolo 17, comma 3, del Codice). 166. Le linee direttrici al paragrafo 70 stabiliscono che le ANR devono fare in modo che le loro decisioni siano conformi alla prassi della Commissione ed alla relativa giurisprudenza della Corte di giustizia e del Tribunale di primo grado in materia di posizione dominante. In realta' l'applicazione ex ante della nozione di significativo potere di mercato da parte delle ANR richiedera' un adeguamento delle modalita' di valutazione del potere di mercato utilizzate dalle Autorita' per la concorrenza, in virtu' della considerazione che le ANR si baseranno, necessariamente, su ipotesi diverse da quelle assunte dalle Autorita' per la concorrenza nell'applicazione retrospettiva dell'articolo 82. In particolare, le decisioni dell'Autorita' si avvarranno, inter alia, di elementi di tipo previsionale basati su dati ed informazioni circa le condizioni del mercato disponibili al momento dell'adozione della decisione. L'orizzonte previsionale verra' calibrato sulla periodicita' che il Codice impone per le analisi di mercato, che come gia' specificato altrove, e' pari a 18 mesi. 167. Il potere di mercato di un'impresa si estrinseca e, pertanto, si misura, principalmente sulla base della capacita' dell'impresa in questione di aumentare i prezzi senza che cio' comporti una riduzione apprezzabile delle vendite o dei ricavi a favore di altre imprese. Tale capacita' e' sottoposta ad una serie di vincoli di tipo concorrenziale provenienti sia dai concorrenti che l'impresa fronteggia direttamente nel proprio mercato di appartenenza, sia da imprese che potrebbero decidere di entrare nel mercato a medio termine qualora si verifichi un piccolo, ma significativo e non transitorio, aumento dei prezzi. 168. La quota di mercato detenuta da un'impresa puo' essere utilizzata quale indicatore della competitivita' del mercato. Sebbene nel nuovo quadro regolamentare il ruolo delle quote di mercato nelle analisi concorrenziali risulti ridimensionato rispetto al quadro precedente, le linee direttrici della Commissione, al paragrafo 75, ricordano espressamente che "le quote di mercato sono spesso usate come indicatore indiretto del potere di mercato". Inoltre, anche se al paragrafo 76 si afferma che nel caso di prodotti differenziati e' preferibile utilizzare quote di mercato calcolate sulla base del valore delle vendite, al successivo paragrafo 77, si afferma che "spetta alle ANR decidere i criteri piu' adatti per misurare la presenza sul mercato", salvo pero' fornire alcune indicazioni circa le modalita' di calcolo piu' adatte in alcuni dei mercati individuati dalla raccomandazione. 169. La quota di mercato, pero', non puo' essere utilizzata quale unico indicatore del potere di mercato e le linee guida, al paragrafo 78, ricordano che le Autorita' di regolamentazione devono percio' "intraprendere un'analisi completa e globale delle caratteristiche economiche del mercato rilevante prima di formulare conclusioni circa l'esistenza di un significativo potere di mercato". A tal proposito vengono indicati quali criteri per la misurazione del potere di mercato, inter alia, la dimensione globale dell'impresa, il controllo di infrastrutture difficilmente duplicabili, le barriere all'ingresso, le economie di scala e di diversificazione, l'integrazione verticale, la rete di distribuzione e vendita e la concorrenza potenziale. 170. Il riscontro di una posizione di dominanza non puo' prescindere da una valutazione della facilita' di ingresso e quindi delle barriere all'ingresso. Le principali barriere all'ingresso nel settore delle comunicazioni sono costituite da vincoli normativi e dalla necessita' di effettuare notevoli investimenti, non sempre recuperabili. Per quanto riguarda i primi si pensi, ad esempio, al caso in cui si e' fissato un limite al numero di imprese aventi accesso allo spettro radio per l'offerta di servizi connessi. Per quanto riguarda i secondi, si consideri l'incidenza sui costi totali di produzione di investimenti in capitale fisso con limitati usi alternativi al di fuori dell'industria delle comunicazioni. Tali barriere all'ingresso, pero', possono rivestire un ruolo meno importante nei mercati caratterizzati da elevati tassi di innovazione tecnologica, come e' il caso per determinati servizi/reti di telecomunicazione. 171. L'articolo 17, comma 2, del Codice stabilisce, in conformita' con l'articolo 82 del trattato CE, che "un'impresa puo' detenere un rilevante potere di mercato, ossia puo' detenere una posizione dominante, sia individualmente che congiuntamente con altri". Sebbene il concetto di dominanza collettiva sia in evoluzione, la Commissione e la giurisprudenza della Corte sono orientate a ritenere che una o piu' imprese detengano una posizione dominante collettiva quando in rapporto ai loro clienti e concorrenti si presentino come un'unica impresa, senza che vi sia concorrenza effettiva tra loro. Si noti che la Commissione ha affermato che l'assenza di concorrenza effettiva non necessariamente deve essere ricondotta all'esistenza di legami economici, nel senso di legami strutturali, o ad altri fattori che potrebbero dar luogo a qualche forma di correlazione fra le imprese. 172. Le Linee guida specificano, al paragrafo 96, che le Autorita' nazionali di regolamentazione per valutare ex ante la presenza delle condizioni possano favorire l'insorgenza di una posizione dominante collettiva, devono considerare: i) se le caratteristiche del mercato siano tali da favorire un coordinamento tacito, e ii) se tale coordinamento sia sostenibile. Affinche' il coordinamento sia sostenibile e' necessario che non vi siano incentivi per le imprese a sottrarsi al coordinamento, nonostante le possibilita' di ritorsione degli altri componenti del cartello collusivo, e che gli acquirenti ed i concorrenti marginali e/o potenziali non abbiano la capacita' o non siano motivati ad opporsi a tale forma di coordinamento. 173. Al paragrafo 97, le Linee guida affermano che, fatta salva la giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia, e' probabile che una posizione dominante collettiva si verifichi allorche' sussistano alcune specifiche condizioni di mercato tra le quali si ricordano: un'elevata concentrazione, un parallelismo fra la struttura dei prezzi e dei costi, una crescita moderata o stagnazione della domanda, una scarsa elasticita' della domanda, una maturita' tecnologica e una conseguente assenza di innovazione tecnologica, la sussistenza di legami e interconnessioni - anche informali - fra le imprese, la mancanza di concorrenza potenziale. 4.2. L'analisi sul significativo potere di mercato 174. La dimensione e l'evoluzione dei mercati 13 e 14 sono state valutate sulla base dei dati ricevuti dagli operatori relativamente a volumi e ricavi per gli anni 2001, 2002 e 1° semestre 2003 segmentati per classi di capacita(16) e per distanza chilometrica(17). Tali dati sono stati richiesti separatamente per la capacita' venduta nella tratta utente finale-POP e nella tratta POP-POP al fine di stimare i volumi ed i ricavi, rispettivamente, per i mercati 13 (terminating) e 14 (trunk). 175. I volumi, ossia il numero dei collegamenti venduti, costituiscono un indicatore affidabile in quanto vengono rilevati direttamente dai sistemi di contabilita' industriale e di gestione della rete degli operatori, tuttavia, si tratta di un indicatore che non tiene conto della differenziazione del prodotto (in termini di capacita', lunghezza e servizi aggiuntivi). 176. I ricavi, viceversa, riflettendo la capacita' di offrire servizi complessi e diversificati, risultano un indicatore piu' direttamente collegato alla dinamica del mercato. Infatti, il prezzo di mercato delle linee affittate dipende, a parita' di altre condizioni commerciali e contrattuali, dalla lunghezza e dalla velocita' del collegamento. D'altro canto, un'analisi che tenga conto esclusivamente dei ricavi e' limitata dalla difficolta' di rilevazione dei medesimi nei sistemi di contabilita' industriale ad un livello di dettaglio tale da consentire un'adeguata segmentazione del mercato. Infatti, i servizi di linee affittate sono inclusi in molteplici offerte commerciali, non sempre facilmente riconducibili alla mera offerta di capacita' dedicata. I contratti ad essi relativi, in genere, prevedono un unico compenso a fronte di prestazioni diversificate (tecnicamente, geograficamente e temporalmente). Poiche' i servizi sono acquistati tanto da utenti finali quanto da operatori di telecomunicazione, sono poche le imprese che propongono listini differenziati retail e wholesale e comunque, spesso, anche quando i listini differenziati esistono, risultano entrambi accessibili agli operatori. 177. Per queste ragioni al fine di giungere ad una rappresentazione quanto piu' fedele dell'evoluzione del mercato nell'arco di tempo sottoposto a rilevazione (2001 - I semestre 2003), si ritiene opportuno utilizzare sia i volumi sia i ricavi. Infatti, un'analisi che ponga la dinamica del mercato in relazione al numero di collegamenti venduti da ciascun operatore puo' compensare le difficolta' di imputazione dei ricavi a ciascuna tipologia di servizio riconducibile all'offerta di capacita' dedicata all'ingrosso. 178. A tal proposito occorre evidenziare che le caratteristiche del mercato in esame suggeriscono di considerare stabile una quota di mercato che oscilli in un intervallo del 5%, centrato sul valore all'inizio della rilevazione. Infatti, si deve tener presente che: a. le contrattazioni nascono dall'interazione fra un ristretto gruppo di operatori; b. le contrattazioni raramente riguardano singoli collegamenti; c. la struttura degli sconti favorisce la stipula di contratti di lunga durata e riferiti ad una pluralita' di servizi (ad esempio, Telecom Italia offre sconti per fatturato e per contratti con forniture pianificate nel tempo). 179. Pertanto, la domanda di mercato e' generata da un limitato numero di contrattazioni per ottenere la fornitura di un insieme complesso di servizi. Di conseguenza, la dinamica delle quote di mercato presenta discontinuita', che suggeriscono di non considerare come permanenti variazioni che potrebbero essere dovute, al limite, al trasferimento o alla cessazione di un unico contratto. a) La dimensione del mercato e le quote di mercato 180. I volumi digitali venduti sono espressi, quando non specificato diversamente, in termini di "numero di collegamenti equivalenti ad una velocita' di 2 Mbit/s"(18). In tal modo, si puo' far riferimento ad un'unica unita' di misura della capacita' wholesale complessivamente venduta e, al contempo, si puo' utilizzare il medesimo parametro per effettuare un'analisi delle diverse classi di velocita' presenti sul mercato. Di conseguenza, la dimensione del mercato cui ci si riferisce deve essere intesa come espressione della capacita' acquistata, piuttosto che come indicazione del numero di collegamenti attivati. 181. Le classi di velocita' digitale sono state raggruppate nelle seguenti: - bassa: collegamenti digitali fino a 2 Mbit/s; - media: collegamenti a 2 Mbit/s; - alta: collegamenti superiori a 2 Mbit/s e fino a 155 Mbit/s; - altissima: collegamenti oltre i 155 Mbit/s. 182. La misurazione dei volumi in circuiti equivalenti a 2 Mbit/s risulta sottostimare il reale numero dei collegamenti inferiori a 2 Mbit/s e sovrastimare quello dei collegamenti superiori ai 2 Mbit/s. Data la gamma dei collegamenti offerti dagli operatori, l'effetto prevalente risulta essere il secondo. 183. Il totale dei collegamenti attivati, analogici e digitali, e' passato da circa 50.000 nel 2001 a circa 58.000 nel 1° semestre 2003, con un tasso di crescita totale pari a circa il 16%. I circuiti analogici hanno mostrato un tasso di riduzione del 15%, mentre quelli digitali sono cresciuti del 17% nel medesimo periodo. 184. La domanda di capacita' trasmissiva dedicata puo' essere illustrata analizzando il contributo di ciascuna classe di velocita' al totale dei collegamenti attivati nel mercato wholesale, analogici e digitali: Tabella 2 Quota sul totale volumi (n. collegamenti attivati) Collegamenti digitali | Bassa | Media | | Altissima Analogici| velocita' | velocita' |Alta velocita'| velocita' --------------------------------------------------------------------- 4% | 20% | 74% | 1,99% | 0,01% Fonte: elaborazioni Autorita' su dati forniti dagli operatori 185. La tabella 2 evidenzia una concentrazione della domanda nella classe di collegamenti di velocita' media (2 Mbit/s) ed il ridotto numero di collegamenti attivati nelle classi di velocita' piu' elevate. 186. Nel periodo di rilevazione dei dati, il numero di collegamenti digitali (espressi in linee equivalenti a 2 Mbit/s) e' aumentato del 23% passando da circa 97.000, nel 2001, a circa di 120.000, al 30 giugno 2003. Tuttavia, tale aumento deve essere considerato come la somma di due effetti: la crescita del numero reale di collegamenti e la migrazione degli utenti verso servizi a velocita' piu' elevate. La tabella che segue illustra la domanda di capacita' trasmissiva dedicata analizzando il contributo di ciascuna classe di velocita' al totale dei volumi acquistati espressi in collegamenti a 2 Mbit/s: Tabella 3 Quota sul totale volumi (n. collegamenti attivati) Bassa velocita' |Media velocita' |Alta velocita' |Altissima velocita' 1% | 36% | 46% | 17% Fonte: elaborazioni Autorita' su dati forniti dagli operatori 187. Da un confronto con la tabella 2 risulta evidente che cambiando unita' di misura il peso sul totale dei volumi per ciascuna classe di velocita' muta radicalmente, pur tenendo presente che quest'ultima tabella 3 rappresenta solo i collegamenti digitali (cioe' circa il 96% del numero totale di collegamenti attivati riportati nella tabella 2). 188. Il confronto con la tabella 2 dimostra l'effetto della conversione in collegamenti equivalenti a 2Mbit/s sulla reale percezione dei volumi venduti. In particolare, appare evidente l'esiguo numero di collegamenti "fisici" che corrisponde agli elevati volumi rilevati nelle classi di velocita' superiore ai 2 Mbit/s. 189. Per quanto riguarda i ricavi, si osserva che questi ultimi, nel periodo della rilevazione, sono diminuiti complessivamente circa del 4.5%. In prima approssimazione, quindi, si potrebbe affermare che nel mercato in esame si e' assistito ad una generale riduzione dei prezzi. Tuttavia, si devono considerare alcune caratteristiche della struttura dei prezzi che possono aver comportato una riduzione dei ricavi: a. il contributo fisso di attivazione della linea che, in un mercato dal ridotto tasso di rotazione della clientela, esaurisce i suoi effetti sui ricavi in un periodo di tempo limitato; b. l'aumento della capillarita' delle reti, che diminuendo la lunghezza media dei collegamenti venduti nel mercato wholesale, riduce anche la spesa per l'acquisto di capacita' dedicata. In effetti, il mercato in esame mostra un livello dei prezzi in lieve diminuzione ed una ancora piu' evidente riduzione del ricavo medio per collegamento. 190. Al 30 giugno 2003, il dato semestrale in ricavi mostra un totale pari a circa 417 milioni di euro. La seguente tabella illustra la diversa capacita' di generare ricavi delle classi di velocita' disponibili nel mercato delle linee affittate wholesale: Tabella 4 Quota sul totale sei ricavi Bassa velocita' + | | | analogia |Media velocita'|Alta velocita'|Altissima velocita' --------------------------------------------------------------------- 123% | 59% | 27,5% | 1,5% Fonte elaborazione Autorita' su dati forniti dagli operatori 191. La tabella 4 conferma l'importanza dei collegamenti a 2 Mbit/s nel mercato wholesale della capacita' dedicata. 11 dato in ricavi, inoltre, considerato alla luce della tabella 2, dimostra l'elevata redditivita' dei collegamenti ad alta ed altissima velocita', che presentano un ricavo per linea estremamente piu' elevato di quello generato dalle altre classi di velocita', anche tenendo conto dell'effetto sui prezzi della lunghezza media dei collegamenti, generalmente correlata positivamente con la classe di velocita'. 192. Le quote di mercato sono state calcolate sia in volumi (espressi, quando non diversamente specificato, in termini di collegamenti equivalenti a 2 Mbit/s), sia in ricavi (espressi in migliaia di euro). 193. Per quanto riguarda i criteri per il calcolo della quota di mercato, e' importante ricordare che le Linee Guida della Commissione, nell'attribuire alle NRAs il compito di decidere i criteri piu' adatti per misurare la presenza sul mercato delle imprese, precisano "a titolo esemplificativo, i proventi delle linee affittate, la capacita' affittata o il numero di punti terminali delle linee affittate possono fungere da eventuali parametri del potere relativo dell'impresa nei mercati delle linee affittate. Come rilevato dalla Commissione il numero in se' dei punti terminali della linea affittata non tiene conto dei diversi tipi di linee affittate disponibili sul mercato, che vanno dalle linee affittate analogiche per la trasmissione vocale, alle linee affittate digitali ad alta velocita', dalle linee affittate locali alle linee a lunga distanza internazionali. Tra i due elementi, i ricavi delle linee affittate rappresentano forse il criterio di misurazione piu' trasparente e meno docile ". (par. 77 Linee Guida) 194. Come si e' visto precedentemente, la Commissione lascia alle Autorita' nazionali totale liberta' nella definizione del confine tra i due mercati all'ingrosso per la fornitura di circuiti dedicati pur precisando che l'individuazione di tale confine deve essere basata sulle topologie di rete specifiche di ciascuno stato membro. Sulla base di tali indicazioni si e' provveduto a fissare il confine tra i due mercati in corrispondenza dei nodi della rete regionale di II livello della rete di trasmissione SDH di TI. 195. Tuttavia, i sistemi di contabilita' aziendale e di gestione delle reti degli operatori, nella maggior parte dei casi, non prevedono allo stato la rilevazione separata tra servizi trunk e terminating dei ricavi e dei volumi da capacita' wholesale. Pertanto, solo alcuni operatori hanno fornito stime relative alla suddivisione tra trunk e terminating seguendo il livello di dettaglio richiesto, mentre la maggior parte ha fornito informazioni di carattere qualitativo sulla plausibile ripartizione dei volumi e dei ricavi tra i due mercati. L'unico operatore che ha fornito evidenza separata dei soli volumi relativi ai due mercati, suddivisi per classi di capacita' e lunghezza dei collegamenti, e' TI. 196. Per le suddette ragioni, risultando i dati forniti dagli operatori non omogenei e, in alcuni casi, incompleti, l'Autorita' ha fatto ricorso ad una procedura di stima per ottenere una valutazione delle quote di mercato detenute dai principali operatori attivi nei mercati dei segmenti trunk e terminating. 197. Il modello di stima utilizzato considera l'arco temporale che va dall'1 gennaio 2002 al 30 giugno 2003, per il quale si dispone di informazioni sufficientemente omogenee e si propone di utilizzare le informazioni fornite dagli operatori per giungere ad una valutazione delle quote di mercato nei segmenti trunk e terminating. 198. Il modello di stima si basa sulle seguenti considerazioni: a. TI e' l'unico operatore che offre collegamenti analogici e la sua quota nei collegamenti a bassa velocita' digitale (minori di 2 Mbit/s) e' prossima al 100%; b. i dati consentono di calcolare, per ciascuna classe di velocita', il coefficiente di ripartizione (volumi terminating/volumi totali) dei volumi venduti da TI; c. le informazioni di cui si dispone permettono di segmentare i volumi venduti da TI, per ogni classe di velocita', in tre fasce di lunghezza (entro i 60 Km, tra 60 e 300 Km ed oltre 300 Km) e di stimare la lunghezza media dei collegamenti in ciascuna fascia chilometrica; d. i prezzi praticati da Telecom Italia sono pubblici e si applicano alla totalita' dei volumi venduti, pertanto i volumi dichiarati da TI possono essere valorizzati utilizzando i listini pubblicati; e. per quanto riguarda gli OLO, le informazioni a disposizione non permettono di disaggregare l'offerta tra segmento terminating e segmento trunk; tuttavia, la modalita' di comunicazione dei dati da parte degli operatori giustifica la definizione di una delle due grandezze, volumi e ricavi in via residuale (ossia, come differenza fra il totale generale e la grandezza calcolata esplicitamente); f. i dati quantitativi disponibili mostrano una composizione piuttosto eterogenea dell'offerta commerciale degli OLO tra i quali si riscontra, da un lato, la presenza di operatori di telefonia nazionale, generalmente dotati di un network abbastanza capillare, attivi tanto nel segmento trunk quanto nel terminating e, dall'altro lato, la presenza di Carriers, che concentrano la loro offerta nei piu' remunerativi servizi trunk(19); g. si riscontra, inoltre, la presenza di operatori attivi in aree territoriali limitate, specializzati nell'offerta di servizi terminating (si pensi alle ex Municipalizzate) che complessivamente realizzano una quota residuale del fatturato totale; 199. La suddivisione del mercato per classi di velocita' dei collegamenti consente di semplificare l'analisi per alcune tipologie di collegamenti. Per esempio, la suddivisione esatta, in servizi trunk e terminating, dei volumi e dei ricavi generati da tutti i collegamenti analogici e da quelli a bassa velocita' digitale, appare di scarso valore informativo, dal momento che, nelle classi di velocita' in questione, la quota di mercato di Telecom Italia e' uguale, o prossima, al 100%, tanto nei servizi trunk che in quelli terminating. 200. Per quanto riguarda i collegamenti digitali ad altissima velocita', il criterio di suddivisione consente di trarre un'ulteriore conclusione in merito alla ripartizione dei volumi e dei ricavi. Si e' riscontrato, infatti, che le linee digitali ad altissima velocita', per le caratteristiche tecniche e commerciali che le contraddistinguono, vengono utilizzate quasi esclusivamente per fornire servizi trunk. Pertanto, nel modello di stima, non risulta necessario ripartire i volumi e ricavi relativi a questo tipo di collegamenti tra trunk e terminating, in quanto possono essere interamente inclusi nel mercato trunk. 201. Un discorso diverso vale, invece, per i collegamenti a media e ad alta velocita' digitale che vengono utilizzati per fornire sia servizi trunk sia servizi terminating. In questo caso, quindi, per giungere al calcolo delle quote di mercato, occorre conoscere la ripartizione, fra servizi trunk e terminating, di volumi e ricavi generati dall'offerta delle suddette categorie di collegamenti. 202. L'analisi delle quote di mercato e' stata effettuata secondo livelli di aggregazione crescenti. Inizialmente, si sono considerati i volumi ed i ricavi relativi ai collegamenti digitali a media ed alta velocita', separatamente per il terminating ed il trunk. Successivamente, sono stati inclusi nel segmento trunk ad alta velocita' i collegamenti ad altissima velocita' digitale. Infatti, l'esiguo numero di linee ad altissima velocita' digitale vendute rende scarsamente significativo l'approfondimento della dinamica delle quote di mercato in questa specifica classe di collegamenti. Inoltre, in considerazione del significativo impatto del fattore di equivalenza a 2 Mbit/s sulla misurazione dei volumi venduti, si e' ritenuto opportuno condurre l'analisi esclusivamente in termini di ricavi. 203. Sono state poi considerate congiuntamente le tre classi di velocita' digitale (media, alta ed altissima). Al fine di non ridurre la significativita' dei risultati ottenuti, questa fase dell'analisi quantitativa e' stata condotta esclusivamente in termini di ricavi. Infatti, solo in tal modo si sono potuti superare i problemi, gia' piu' volte evidenziati, causati dall'aggregazione di un insieme cosi' eterogeneo di servizi. 204. Infine, per giungere ad una stima delle quote per i mercati trunk e terminating cosi' come definiti precedentemente, sono stati inclusi nel calcolo delle quote di mercato anche i ricavi relativi alle linee analogiche ed alle basse capacita' digitali. 205. Il modello di stima ha prodotto i seguenti risultati: Bassa velocita' + | | | analogia |Media velocita'|Alta velocita'|Altissima velocita' --------------------------------------------------------------------- 123% | 59% | 27,5% | 1,5% Tabella 5 Quota di mercato di TI nel mercato TERMINATING in ricavi ; 2002 | 1° settembre 2003 96.1 | 95.7 Fonte elaborazione autorita' sui dati forniti dagli operatori Tabella 6 Quota di mercato di TI nel mercato TRUNK in ricavi 2002 | 1° settembre 2003 87.2 | 87.5 Fonte elaborazione autorita' sui dati forniti dagli operatori Le tabelle (5 e 6) mostrano valori molto elevati e stabili delle quote di mercato di TI in entrambi i mercati analizzati (terminating e trunk). b) Criteri aggiuntivi di valutazione del potere di mercato nel mercato terminating. Vincoli che agiscono dal lato dell'offerta: barriere all'ingresso, economie di scala, di densita' e di diversificazione, integrazione verticale, accesso alle risorse finanziarie 206. Il riscontro di eventuali posizioni di dominanza non puo' prescindere da un'analisi approfondita delle caratteristiche economiche dei mercati rilevanti individuati. Si ritiene che, in relazione ai mercati terminating e trunk delle linee affittate, oltre alla dinamica del mercato ed all'ampiezza delle quote detenute dai singoli operatori, i criteri piu' importanti per la valutazione di posizioni dominanti siano: la dimensione delle barriere all'ingresso - ed in particolare la presenza di sunk costs, di economie di scala, di densita' e di diversificazione - l'integrazione verticale, la difficolta' nell'accesso alle risorse finanziarie, nonche' l'esistenza delle barriere che agiscono dal lato della domanda di mercato. Si ritiene, invece, che i vantaggi a livello tecnologico non costituiscano un importante elemento di valutazione del grado di concorrenza presente nei mercati in esame. La tecnologia sottostante l'offerta di linee affittate e' alquanto matura e nessun operatore gode in maniera esclusiva o preferenziale di un tale beneficio. 207. La presenza di elevate barriere all'ingresso nel mercato terminating potrebbe incoraggiare, in linea di principio, eventuali condotte anticoncorrenziali da parte delle imprese in possesso di una quota di mercato significativa. Tali barriere, infatti, scoraggiando le nuove imprese ad entrare, riducono la possibilita' per la concorrenza potenziale di esercitare un vincolo competitivo ai comportamenti di mercato delle imprese gia' esistenti. 208. I principali ostacoli all'accesso al mercato in esame sono di natura strutturale. Per poter offrire segmenti terminali, infatti, un operatore deve sviluppare una rete capillare, il che richiede ingenti investimenti difficilmente recuperabili in caso di uscita dal mercato (sunk costs) e tempi di realizzazione particolarmente lunghi. Si tratta, prevalentemente, di costi di scavo, di posa dei cavi e di acquisto di apparati, ovvero di costi che Telecom Italia ha prevalentemente sostenuto in una situazione di monopolio e con l'obiettivo di servire il 100% dell'utenza potenziale. Viceversa gli OLO, che sono tuttora nella fase di sviluppo delle proprie infrastrutture, devono valutare la convenienza economica di tali investimenti che, al di fuori di certe direttrici e di certe aree geografiche, potrebbe essere piuttosto bassa. Rispetto alle reti di backbone, facilmente riconvertibili ad utilizzi e clienti diversi, i segmenti terminali di rete sono caratterizzati da un elevato livello di specificita' rispetto ai clienti finali e, quindi, da maggiori livelli di rischio data la scarsa probabilita' di sfruttare appieno la capacita' nel corso della vita utile dell'investimento. Per tali ragioni, gli investimenti nelle infrastrutture di accesso costituiscono ancora un fenomeno piuttosto marginale, limitato alle aree geografiche caratterizzate da una maggiore densita' di clienti di medio-grandi dimensioni e con esigenze avanzate di connettivita'. In alcune aree metropolitane, un solo operatore (Fastweb) sta progressivamente realizzando un'infrastruttura di accesso in fibra ottica relativamente capillare. Tuttavia, va rilevato che tale operatore ha potuto beneficiare della possibilita' di utilizzare infrastrutture civili realizzate a meta' degli anni '90 da Telecom Italia nelle citta' maggiori (cfr. causa Seat Pagine Gialle - Cecchi Gori Communications, C.1458) per l'offerta di servizi di tipo televisivo, nonche' della possibilita' di accedere a risorse economiche in larga misura attraverso un processo di quotazione avviato in una fase congiunturale particolarmente positiva per il settore delle telecomunicazioni. Si ritiene, pertanto, che non vi siano elementi oggettivi per affermare che tale modello (infrastruttura FTTH) possa essere agevolmente replicato nel breve e medio periodo da parte di altri operatori, sia nelle stesse aree sia in nuove aree. 209. In base a quanto esposto precedentemente, si riconosce che le infrastrutture di accesso sono difficilmente replicabili con l'estensione e la capillarita' della rete di Telecom Italia. 210. La presenza nel mercato in esame di ingenti economie di scala, di densita' e di diversificazione determina ulteriori condizioni di vantaggio di cui beneficia Telecom Italia rispetto agli operatori alternativi. 211. Le tecnologie sottostanti la realizzazione di un'infrastruttura di accesso sono caratterizzate da un elevato rapporto tra costi fissi e costi variabili. La fornitura di tali servizi avviene, pertanto, in un regime di rendimenti crescenti che da' luogo ad elevate economie di scala: all'aumentare dei volumi venduti si riducono progressivamente i costi unitari. La presenza di economie di scala traspare, inoltre, implicitamente dalle condizioni di offerta sino ad oggi praticate agli utenti finali da Telecom Italia, che prevedono, infatti, l'applicazione di sconti a volume. Tali economie di scala sono rese ancor piu' rilevanti dalle elevate economie di densita' facilmente conseguibili nella fornitura di segmenti terminali di linee affittate: il costo della fornitura del servizio in esame decresce all'aumentare del numero dei segmenti terminali forniti in una determinata area geografica(20). L'esistenza di elevate economie di densita' e' una delle principali ragioni per le quali lo sviluppo di infrastrutture di accesso alternative a quella di Telecom Italia si sta realizzando nelle aree metropolitane caratterizzate da una maggiore concentrazione di clienti business (Milano, Roma, Torino). Tuttavia, anche in tali aree, dove gli OLO dispongono di propri segmenti terminali, Telecom Italia possiede ancora una base di utenti significativamente piu' ampia che le consente di sfruttare la propria rete in modo piu' efficiente. 212. La fornitura di segmenti terminali consente di realizzare anche consistenti economie di diversificazione. Tali segmenti di rete, infatti, possono essere utilizzati sia per fornire servizi di linee affittate sia per offrire altri servizi di telecomunicazione (trasmissione di dati, di voce e video) compatibilmente con la banda disponibile. L'entita' di tali economie dipende sia dalla gamma di servizi offerti, sia dai volumi di tali servizi. Telecom Italia, ad oggi, e' l'operatore che offre la maggiore varieta' di servizi e registra volumi che sono di gran lunga superiori a quelli dei concorrenti. E' evidente, quindi, che su tale mercato, ancora marginalmente aperto alla concorrenza, lo sviluppo ed il lancio di un'offerta altrettanto ampia non sembra assolutamente alla portata degli altri operatori. 213. Le considerazioni svolte evidenziano che, sul mercato all'ingrosso dei segmenti terminali, le barriere legate all'entita' degli investimenti, nonche' alle economie di scala, di densita' e di diversificazione sono consistenti. 214. L'unico operatore che dispone di un' effettiva e totale integrazione verticale lungo tutta la catena tecnica ed impiantistica rimane Telecom Italia, che e' in grado cosi' di beneficiare di considerevoli vantaggi competitivi. 215. Un'impresa integrata verticalmente, infatti, internalizza i costi di transazione e dispone di maggiori opportunita' di differenziazione dei propri servizi rispetto a quelli dei concorrenti. A cio' va aggiunta la possibilita' di appropriarsi dei margini di profitto e di controllare l'intera catena di valore, conseguendo una maggiore qualita' del servizio ed un piu' alto grado di efficienza. Oltre a queste considerazioni, un altro fattore che puo' avvantaggiare un operatore verticalmente integrato e' rappresentato dalla riluttanza di alcuni acquirenti verso un approccio di tipo multi-vendor. Spesso, infatti, gli operatori preferiscono acquistare servizi di capacita' trasmissiva costituiti da elementi che appartengono alla rete di un unico fornitore. 216. In realta' il modello di business che stanno cercando di perseguire gli OLO e' quello dell'integrazione verticale. Tuttavia, il minor livello di integrazione raggiunto rispetto a quello di Telecom Italia, consente loro di beneficiare dei vantaggi ad essa associati con minore intensita' poiche' sono spesso costretti ad acquistare inputs nel mercato all'ingrosso. 217. Per le imprese di piu' recente costituzione, indipendentemente dal mercato in cui si troveranno ad operare, e' molto difficile accedere alle risorse finanziarie nella misura necessaria e a condizioni favorevoli. Il mercato dei capitali tende, infatti, a discriminare i nuovi entranti ed a favorire imprese con una tradizione solida ed un rating elevato. Questo avviene anche all'interno del settore delle telecomunicazioni, dove, peraltro, negli ultimi anni si e' registrato un marcato calo di interesse da parte degli investitori. E' evidente che Telecom Italia, grazie alle sue notevoli dimensioni, alla diversificazione delle attivita' ed ai credit ratings favorevoli e' ritenuto un operatore poco rischioso e puo' accedere al credito a condizioni piu' favorevoli rispetto ai nuovi entranti. L'esposizione finanziaria raggiunta da molti operatori rende, invece, difficile reperire nuovi fondi in relazione tanto al capitale di rischio quanto a quello di debito. c) Criteri aggiuntivi di valutazione del potere di mercato nel mercato terminating. Vincoli che agiscono dal lato della domanda: barriere al cambiamento e contropotere d'acquisto 218. Le barriere al cambiamento a livello wholesale sono generalmente elevate poiche' passare ad un nuovo fornitore comporta spesso ritardi ed interruzioni del servizio per i clienti finali. Nel caso dei servizi di linee affittate, tuttavia, questi disagi sono piuttosto contenuti per via della maturita' e della standardizzazione raggiunte dalla tecnologia. Ad impedire materialmente il cambiamento puo' essere, invece, l'assenza di altri fornitori. Come gia' precedentemente rilevato, lo sviluppo di reti alternative di accesso non ha interessato in modo omogeneo e capillare l'intero territorio nazionale, e si e' concentrato piuttosto sulle aree metropolitane a maggiore potenzialita' di mercato. Anche quando tali reti sono molto estese e capillari, l'area metropolitana non e' mai integralmente coperta ed e' sempre necessaria l'ulteriore realizzazione del tratto finale di collegamento dalla rete alla sede dell'utente (drop d'utente). Pertanto, gli operatori che vogliano acquistare all'ingrosso un segmento terminale possono ritrovarsi facilmente senza opzioni alternative all'offerta di Telecom Italia. Occorre aggiungere che, anche nel caso in cui esista un'infrastruttura alternativa a quella di Telecom Italia, gli OLO, spesso, non hanno alcun interesse a vendere all'ingrosso. Il modello di business sviluppatosi sui mercati delle linee affittate e', infatti, quello dell'integrazione verticale tra servizi wholesale e retail e, pertanto, dell'autofornitura degli input necessari per realizzare la propria offerta al dettaglio. Per un OLO l'offerta nel mercato all'ingrosso di segmenti terminating (date la lunghezza e la capacita' di tali collegamenti) non soltanto puo' rivelarsi poco profittevole, ma puo' portare al rischio di una maggiore concorrenza sul mercato retail. Anche quando cio' non avvenga ed esistano effettivamente piu' offerte nel mercato all'ingrosso, possono essere gli operatori stessi poco propensi ad adottare un approccio di tipo multi-vendor, preferendo, piuttosto, rivolgersi ad un unico fornitore. Tale scelta puo', infatti, dare diritto a sconti a volume ed e' garanzia di maggiore omogeneita' del livello delle prestazioni sull'intera rete, nonche' di riduzione della complessita' nell'integrazione e gestione. 219. Inoltre, un fornitore che detiene una quota consistente del mercato puo' vedere il proprio potere di mercato sensibilmente ridotto qualora debba confrontarsi con una domanda che dispone di una notevole forza contrattuale e negoziale. Solitamente questo avviene quando i clienti possono minacciare in modo credibile di servirsi altrove e hanno dimensioni tali che gli operatori non possono non tenere in considerazione i volumi da essi acquistati. Per le considerazioni esposte nel paragrafo precedente risulta evidente che le ridotte dimensioni dell'offerta wholesale di segmenti terminating alternativa a quella di Telecom Italia rendono difficile ipotizzare che la domanda sia in grado di esercitare qualche forma di pressione nel confronti del fornitore. d) Criteri aggiuntivi di valutazione del potere di mercato nel mercato trunk. Vincoli che agiscono dal lato dell'offerta: barriere all'ingresso, economie di scala, di densita' e di diversificazione, integrazione verticale, accesso alle risorse finanziarie. 220. La presenza di elevate barriere all'ingresso nel mercato del trunk costituisce un importante fattore di vantaggio competitivo degli operatori in possesso di una quota di mercato significativa. 221. Analogamente a quanto avviene per il mercato all'ingrosso di segmenti terminali, l'ingresso su questo mercato e' ostacolato, principalmente, da barriere di natura strutturale legate sia all'entita' degli investimenti difficilmente recuperabili in caso di uscita dal mercato (sunk costs) sia alla lunghezza dei tempi necessari per la realizzazione della rete. Tuttavia, occorre precisare che gli investimenti nella rete di trasporto, rispetto a quelli nell'infrastruttura di accesso, sono caratterizzati da livelli di rischio piu' bassi, data la maggiore riconvertibilita' della rete a diversi utilizzi e diversi clienti. Ad oggi, lo sviluppo dei backbone e' ancora concentrato lungo le direttrici principali, in particolare nei collegamenti tra le maggiori aree metropolitane e in diverse aree del Centro-Nord. La maggior parte degli operatori ha realizzato tali investimenti sfruttando, laddove possibile, le infrastrutture civili disponibili sul territorio (strade, autostrade, reti ferroviarie, reti elettriche, reti gas), o coinvolgendo partner locali quali le aziende municipalizzate. Lungo alcune direttrici, quindi, in particolare le piu' importanti in termini di richiesta di capacita' e ricavi potenziali, e' possibile affermare che esiste un certo livello di concorrenza. Tuttavia, e' altrettanto vero che rimangono aree estese in cui lo sviluppo di reti alternative non ha avuto luogo ed e' difficile ipotizzare che avvenga, per lo meno nel breve periodo. 222. Per l'insieme delle considerazioni esposte, anche con riferimento ai segmenti trunk, si riconosce che l'estensione e la capillarita' della rete di Telecom Italia sia ancora difficilmente replicabile. 223. Inoltre, il vantaggio di Telecom Italia nel mercato in esame e' ulteriormente rafforzato dalla presenza di economie di scala e di diversificazione. Come gia' sottolineato nell'analisi del mercato dei segmenti terminali, nella fornitura di servizi di linee affittate si producono consistenti economie di scala e di diversificazione. L'elevato rapporto tra costi fissi e costi variabili che caratterizza la tecnologia sottostante alla fornitura di tali servizi da' origine a consistenti economie di scala: una volta realizzata l'infrastruttura di trasporto, all'aumentare dei volumi o della capacita' venduta si riducono, infatti, progressivamente i costi unitari. Tali economie sono sicuramente accessibili anche agli OLO, ma grazie alla propria quota di mercato Telecom Italia e' in grado di sfruttarle in modo piu' efficiente. 224. Queste considerazioni sono valide anche relativamente alle economie di diversificazione, generate dall'utilizzo della rete di telecomunicazione per la fornitura di una molteplicita' di servizi. Solo una parte della capacita' totale dei circuiti viene usata per fornire servizi di linee affittate, per cui i costi ad essi associati sono condivisi da piu' prodotti. Di tali economie puo' teoricamente beneficiare tanto Telecom Italia, quanto gli OLO. Tuttavia, Telecom Italia, vendendo una piu' ampia gamma di servizi e volumi maggiori, si ritrova anche in questo caso, a poter beneficiare in misura maggiore dei vantaggi derivanti da tali economie. 225. Relativamente ai benefici di cui puo' disporre un operatore integrato verticalmente ed ai relativi effetti sul grado di concorrenza del mercato in esame, valgono le medesime considerazioni svolte nell'analisi del mercato terminating. e) Criteri aggiuntivi di valutazione del potere di mercato nel mercato trunk. Vincoli che agiscono dal lato della domanda: barriere al cambiamento e contropotere d'acquisto 226. Come precedentemente affermato, per quanto riguarda il mercato terminating, le barriere al cambiamento a livello wholesale sono generalmente elevate poiche' il cambiamento di fornitore puo' facilmente comportare ritardi e interruzioni del servizio per i clienti finali. Tuttavia, anche per il mercato trunk, questi disagi sono piuttosto contenuti per via della maturita' e della standardizzazione raggiunte dalla tecnologia ed il principale ostacolo al cambiamento potrebbe, invece, derivare dalla mancanza di reali alternative. 227. Sebbene, negli ultimi anni si sia assistito ad un considerevole sviluppo di reti di trasporto di lunga distanza (backbone) degli OLO, tali reti non sono state realizzate in modo capillare ed omogeneo lungo il territorio nazionale, ma collegano essenzialmente le principali aree metropolitane, privilegiando il Centro-Nord rispetto al Sud di Italia. Gli operatori che vogliano acquistare un segmento trunk possono ritrovarsi, quindi, senza opzioni alternative all'offerta di Telecom Italia. Inoltre, come si e' detto nella sezione relativa al mercato terminating, il modello di business prevalente sui mercati delle linee affittate e' quello dell'integrazione verticale tra servizi wholesale e retail e, pertanto, dell'autofornitura degli input necessari per realizzare l'offerta al dettaglio. Nel caso di aumento dell'offerta di servizi di capacita' tramissiva a livello wholesale, cresce anche la concorrenza sul mercato retail, per cui gli operatori, in assenza di un obbligo regolamentare, possono essere poco propensi a vendere all'ingrosso. Tuttavia, rispetto al caso dei segmenti terminating, la vendita a livello wholesale di segmenti trunk e' sicuramente in grado di generare margini di profitto piu' ampi. Un'altra opzione per i clienti potrebbe essere quella dell'autofornitura. Come gia' ricordato pero', ad eccezione delle principali direttrici, la scelta di dotarsi di infrastrutture proprietarie spesso non e' economicamente conveniente. Inoltre, anche in questo caso, possono essere gli operatori stessi poco propensi ad adottare un approccio di tipo multi-vendor, preferendo piuttosto rivolgersi ad un unico fornitore. Tale scelta puo', infatti, dare diritto a sconti a volume ed e' garanzia di maggiore omogeneita' del livello delle prestazioni sull'intera rete, nonche' di riduzione della complessita' delle attivita' di gestione. 228. Infine, considerato che la domanda di linee affittate all'ingrosso e' generata da un numero limitato di operatori (si pensi all'incidenza degli acquisti da parte degli operatori mobili sul totale) si potrebbe pensare che la domanda sia in grado di esercitare qualche forma di pressione nei confronti dell'offerta. Tuttavia, in considerazione del fatto che una quota rilevante della domanda totale puo' essere effettivamente soddisfatta solo da un fornitore in possesso di un network capillare (si consideri che gli operatori mobili necessitano di capacita' dedicata per connettere i propri apparati trasmissivi SBR - omogeneamente diffusi sul territorio nazionale) il presunto contropotere della domanda in pratica non risulta efficace. CONCLUSIONI 229. In considerazione dell'elevato livello delle quote di mercato detenute da TI sia nel mercato trunk sia in quello terminating, nonche' delle valutazioni relative agli altri criteri indicati dalle linee guida, si ritiene che TI detenga un significativo potere di mercato in entrambi i mercati della capacita' dedicata wholesale. 6 Si condivide la valutazione dell'Autorita' in merito al significativo potere di mercato detenuto da Telecom Italia nei mercati dei segmenti terminali e dei segmenti trunk? 4.2.1. Le osservazioni degli operatori 230. Telecom Italia non condivide le conclusioni raggiunte dall'Autorita' in merito alla valutazione del grado di concorrenza nei mercati dei segmenti di terminazione e dei segmenti trunk. Tale operatore ha riscontrato la necessita' di distinguere il significativo potere di mercato tra diversi ambiti geografici a causa di diverse condizioni concorrenziali. A tale riguardo lo stesso operatore ritiene che sulla base dell'elevata pressione competitiva rilevata non sussistano i presupposti per l'identificazione di operatori SMP nei seguenti mercati: - mercato dei segmenti terminali di linee affittate per le velocita' a 34 Mbit/s e superiori; - mercato dei segmenti terminali di linee affittate per le velocita' fino a 2 Mbit/s nei 6 principali distretti (Milano, Torino, Genova, Bologna, Roma e Napoli); - mercato dei segmenti trunk per tutte le tratte. 231. Gli operatori Albacom, Atlanet, Eutelia, Fastweb, Tiscali, Vodafone Omnitel, Welcome Italia e Wind hanno, invece, espresso osservazioni favorevoli all'orientamento dell'Autorita' di identificare Telecom Italia quale unico operatore detentore di significativo potere di mercato all'interno dei mercati dei segmenti trunk e terminating. 4.2.2. Le conclusioni dell'Autorita' 232. Le osservazioni espresse dalla quasi totalita' degli operatori nell'ambito della consultazione pubblica condividono l'orientamento dell'Autorita' di identificare Telecom Italia quale unico operatore detentore di significativo potere di mercato sia nel mercato n. 13 sia nel mercato n. 14. 233. La valutazione del significativo potere di mercato dipende da variabili strutturali del mercato stesso e da aspetti legati a comportamenti attuabili dagli operatori in esso presenti. 234. La struttura del mercato e' data dalle quote di mercato, dalla presenza di barriere all'ingresso e all'uscita nonche' da economie di scala, di integrazione veriticale, ecc. Una struttura di mercato altamente concentrata non implica di per se' assenza di contendibilita' se nessun operatore in esso presente e' in grado di agire indipendentemente dai concorrenti e dai consumatori. 235. L'Autorita' ha fornito nel capitolo 3 dell'Allegato B alla delibera n. 153/05/CONS un'analisi dettagliata del significativo potere di mercato di mercato detenuto da Telecom Italia nei mercati n. 13 e 14. 236. Per quanto attiene il mercato n. 13, il significativo potere di mercato e' dato oltre che da una struttura di mercato concentrata anche dalla capacita' di Telecom Italia di agire indipendentemente dai concorrenti e dai consumatori in termini di determinazione delle condizioni economiche e di fornitura praticabili ai segmenti terminating. La domanda di segmenti terminating presenta, infatti, elementi di rigidita' al variare del prezzo in ragione del fatto che Telecom Italia e' l'unico operatore nazionale a disporre di infrastrutture di rete di accesso capillarmente distribuite sul territorio nazionale. Gli operatori interconnessi, inoltre, non sono ancora in grado di fornire una rete alternativa di trasporto locale (MAN) tale da coprire l'intero territorio nazionale nel rilegamento degli stadi di linea. La presenza di barriere all'entrata e uscita tipiche del mercato n. 13 non consente altresi' un'efficacia delle cosiddette azioni hit and run attraverso le quali gli operatori potrebbero entrare nel mercato in tempi relativamente brevi, offrendo servizi a prezzi inferiori rispetto a quelli vigenti all'atto di ingresso sul mercato, ed uscire dallo stesso senza sostenere i cosiddetti sunk costs nel caso in cui l'operatore dominante dovesse mettere in atto politiche di prezzi al ribasso in risposta all'azione degli operatori concorrenti. 237. L'unico operatore di rete fissa contrario all'orientamento espresso dall'Autorita' in merito alla valutazione del grado di dominanza ha addotto come principale motivazione all'assenza di significativo potere di mercato la suddivisione del mercato n. 13 in aree geografiche competitive e non competitive (6 distretti telefonici e resto del Paese) nonche' in collegamenti trasmissivi a bassa e media-alta velocita'. In particolare, tale operatore ritiene che nei collegamenti ad alta velocita' esiterebbe un livello di concorrenza tale da non identificare alcun operatore con significativo potere di mercato. 238. L'Autorita' nelle valutazioni che precedono, relative alla definizione del mercato, non ha ritenuto opportuno segmentare il mercato n. 13 in base alle diverse capacita' trasmissive, ne' in relazione a perimetri geografici diversi dall'ambito nazionale. Conseguentemente rimangono valide le valutazioni effettuate dall'Autorita' nel documento di consultazione pubblica in merito al significativo potere di mercato espresse nella proposta di provvedimento ed in particolare le considerazioni relative all'analisi della struttura di mercato in termini di presenza di significative barriere all'entrata e uscita, nonche' di quote di mercato ed economie di scala e diffusione sfruttabili da Telecom Italia e non dagli altri operatori presenti sul mercato. 239. Le osservazioni ricevute dall'unico operatore di rete fissa contrarie all'identificazione di Telecom Italia quale unico operatore dominate non hanno fornito pertanto elementi di valutazione tali da modificare gli orientamenti espressi nella proposta di provvedimento da parte dell'Autorita' in quanto la valutazione dell'assenza di dominanza e' stata focalizzata da tale operatore su segmenti di mercato caratterizzati da alte capacita' trasmissive e da ambiti geografici ristretti ai sei principali distretti telefonici. 240. Giova infatti rilevare che il potere di mercato di Telecom Italia e' esercitabile anche nel caso di offerta di segmenti terminali ad alta capacita' nei sei principali distretti italiani. A questo proposito si sottolinea che grazie alle attuali tecnologie trasmissive, la rete di distribuzione in rame detenuta da Telecom Italia e capillarmente distribuita sull'intero territorio nazionale, e' in grado di soddisfare richieste di segmenti terminating con capacita' trasmissive superiori ai 28 Mbps. Inoltre si fa rilevare che nessun operatore co-locato negli stadi di linea di Telecom Italia nei sei principali distretti italiani, e' in grado di fornire una valida alternativa all'offerta di segmenti terminali della stessa Telecom Italia. Gli operatori che raccolgono linee di accesso, attraverso le reti MAN, non necessariamente sono presenti in tutti gli stadi di linea e anche laddove ricevessero richieste di segmenti terminali da terzi operatori difficilmente conseguirebbero una congrua remunerazione degli investimenti da un'offerta all'ingrosso di segmenti terminali. In particolare, gli operatori alternativi che intendono raggiungere gli stadi di linea di Telecom Italia devono sostenere ingenti investimenti per la realizzazione di reti MAN e di predisposizione dei siti nei quali co-locarsi. A questo si devono aggiungere i costi di attivazione e noleggio delle linee di Telecom Italia, le quali a loro volta sono gravate da una significativa quota di costi specifici per la gestione degli operatori (fatturazione, customer care, ecc.) da parte della divisione wholesale di Telecom Italia. E' pertanto evidente che gli operatori alternativi presenti negli stadi di linea delle sei principali province italiane non sono in grado di recuperare i costi e di conseguire un ritorno sugli investimenti attraverso una vendita all'ingrosso dei segmenti terminali. 241. Il potere di mercato di Telecom Italia nei mercati dei segmenti terminating e trunk e' dato anche dagli elevati investimenti necessari alla realizzazione ed interconnessione delle reti i quali costituiscono una barriera all'ingresso nei mercati. Tali investimenti, infatti, richiedono parita' nelle condizioni economiche di accesso ai mezzi finanziari. Al riguardo, rispetto alle imprese di grandi dimensioni, le piccole e medie imprese (PMI) o nuove entranti sopportano vincoli maggiori in termini di costo e disponibilita' dei finanziamenti. Diversamente da Telecom Italia gli altri operatori di rete fissa non sono in grado di reperire fondi sui mercati dei capitali se non in casi eccezionali e in misura molto limitata. Tali operatori devono pertanto attingere a fonti di finanziamento come credito bancario o a forme di finanziamento esterno piu' costose. Piu' in particolare, gli operatori alternativi di rete fissa dispongono di minori attivita' da offrire in garanzia ed hanno un rischio di insolvenza e di mercato superiori alle imprese di grandi dimensioni consolidate nei mercati. Anche nel caso in cui gli operatori alternativi fossero in grado di reperire mezzi finanziari sui mercati di capitali sia il tasso di remunerazione del debito sia il tasso di remunerazione del capitale proprio sarebbero significativamente piu' elevati rispetto a quelli di Telecom Italia e influenzerebbero in modo negativo la realizzazione di investimenti. 242. Per quanto riguarda i segmenti trunk, l'Autorita' rileva che gli operatori concorrenti a Telecom Italia non dispongono di infrastrutture di rete di lunga distanza per tutte le principali direttrici. Affinche' possa essere garantita una valida alternativa all'offerta di segmenti trunk di Telecom Italia su tutto il territorio nazionale, un generico operatore si dovrebbe rivolgere in modo combinato a 9 operatori di rete fissa sostenendo elevati costi di transazione oltre ai costi fissi e variabili per l'interconnessione tra le differenti reti degli operatori necessari per fruire dei segmenti trunk. Giova comunque rilevare che i nove operatori alternativi a Telecom Italia non sono in grado di servire con la propria rete di trasporto di lunga distanza tutte le direttrici nazionali, per le quali l'unico fornitore resta tuttora Telecom Italia. 243. La presenza di uno o piu' operatori alternativi per una data direttrice di traffico non implica di per se' che per tale direttrice non esiste un operatore con significativo potere di mercato. Dall'analisi della domanda risulta, infatti, che Telecom Italia e' ancora l'operatore detentore di significativo potere di mercato nell'offerta all'ingrosso dei segmenti trunk. Anche dal lato dell'offerta Telecom Italia rappresenta il maggior operatore che realizza autoproduzione di segmenti trunk per il completamento di servizi finali. 244. Valgono infine le stesse considerazioni formulate per il mercato n. 13, in merito al fatto che il mercato trunk puo' essere definito solo potenzialmente contendibile in quanto la presenza di barriere all'ingresso e uscita dal mercato sono ancora rilevanti e tali da impedire azioni competitive di tipo hit and run nel breve-medio periodo. 245. Ciononostante, l'Autorita' ha rilevato che diversi operatori di rete fissa alternativi a Telecom Italia dispongono di infrastrutture di rete per il trasporto di lunga distanza per il completamento di sevizi finali che potrebbero essere impiegate gradualmente anche in offerte all'ingrosso verso operatori terzi. 246. L'Autorita' sulla base di quanto premesso e richiamando espressamente le valutazioni effettuate nei punti da 120 a 184 dell'Allegato B alla delibera n. 153/05/CONS, ritiene pertanto che Telecom Italia sia l'unico operatore detentore di significativo potere di mercato nella fornitura di segmenti terminating e trunk. 5. Definizione degli obblighi per le imprese che dispongono di un significativo potere di mercato 5.1. Premessa 247. I segmenti di terminazione e i segmenti trunk di linee affittate appartengono a mercati rilevanti distinti e rappresentano beni intermedi necessari agli operatori al fine di fornire servizi all'ingrosso e al dettaglio di telecomunicazioni, tra cui il servizio di linee affittate. 248. All'interno dei due mercati a monte dei segmenti di terminazione e dei circuiti interurbani di linee affittate (di seguito anche terminating e trunk), Telecom Italia e' l'unico operatore detentore di significativo potere di mercato ai sensi dell'art. 17 del Codice. 249. Al fine di prevenire comportamenti anticompetitivi derivanti dalla dominanza di Telecom Italia all'interno di tali mercati all'ingrosso, afferenti l'accesso e l'interconnessione, l'Autorita' puo' imporre obblighi di trasparenza, non discriminazione, separazione contabile, accesso e uso di determinate risorse di rete, controllo dei prezzi e contabilita' dei costi. 250. L'art. 5 comma 4 del Codice prevede che gli obblighi imposti dall'Autorita', in seguito alla designazione di significativo potere di mercato in capo a un operatore, siano proporzionati e giustificati alla luce degli obiettivi e principi dell'attivita' regolamentare, stabiliti dagli articoli 4 e 13 del Codice stesso. 251. Nell'ambito dei mercati all'ingrosso dei segmenti di terminazione e di segmenti trunk di linee affittate, gli obblighi regolamentari imposti dall'Autorita' sono volti a: - prevenire distorsioni e restrizioni della concorrenza; - incoraggiare gli investimenti infrastrutturali efficienti e sostenibili nonche' l'innovazione tecnologica; - garantire l'accesso e l'interconnessione per le reti di comunicazione elettronica a larga banda; - garantire la non discriminazione nel trattamento delle imprese che offrono reti e servizi di comunicazioni; - garantire l'accesso al mercato delle reti e servizi di comunicazioni elettroniche secondo criteri di obiettivita', trasparenza, non discriminazione e proporzionalita'; - garantire il rispetto del principio di neutralita' tecnologica. 5.2. Obblighi in materia di accesso e di uso di determinate risorse di rete ai sensi dell'art. 49 a) Segmenti terminali 252. Nell'ambito dell'analisi di mercato, i segmenti terminali sono stati definiti, come quella parte di circuito dedicato tra il punto terminale di rete ed il primo nodo RED di secondo livello di Telecom Italia. 253. Le risultanze dell'analisi relativa all'accertamento del grado di potere di mercato hanno evidenziato che Telecom Italia, oltre a detenere una quota di mercato nell'offerta dei segmenti terminali superiore al 95%, dispone anche di infrastrutture di rete economicamente non replicabili dagli operatori che concorrono nei mercati a valle di linee affittate e negli altri mercati all'ingrosso di telecomunicazione per i quali i segmenti terminali sono beni intermedi essenziali. La dominanza in tale mercato all'ingrosso potrebbe essere fonte di comportamenti esclusivi dell'operatore dominante nei confronti di altri operatori che intendono accedere all'offerta di segmenti di terminazione sia per la fornitura di linee affittate retail sia per la fornitura di altri servizi di telecomunicazione, e dunque, di riflesso, potrebbe danneggiare gli interessi degli utenti finali. 254. L'Autorita' ritiene che, anche al fine di prevenire possibili comportamenti anticompetitivi nel mercato all'ingrosso dei segmenti di terminazione, Telecom Italia debba essere soggetta agli obblighi previsti dall'art. 49 del Codice e che debba pertanto offrire il servizio di segmenti terminali formulando condizioni tecniche ed economiche accessibili a tutti gli operatori di comunicazioni, indipendentemente dalla finalita' d'uso. 255. La fornitura di segmenti di terminazione da parte di Telecom Italia deve prevedere la consegna del circuito all'operatore richiedente al massimo ad un nodo RED di secondo livello presente nel bacino trasmissivo regionale relativo al punto terminale di rete ovvero, laddove esplicitamente richiesto dall'operatore interconnesso, ad uno qualsiasi dei RED di livello inferiore nel medesimo bacino regionale. L'operatore richiedente per poter raccogliere il segmento terminating richiesto dovra', dunque, interconnettere la propria rete al nodo di consegna prescelto; a tal fine Telecom Italia deve rendere accessibile il servizio di flusso di interconnessione gia' previsto per l'interconnessione alla rete telefonica pubblica. 256. Le velocita' trasmissive e le interfacce al punto terminale di rete fornite da Telecom Italia devono essere tutte quelle necessarie alla replicabilita' dell'attuale offerta di Telecom Italia di circuiti diretti analogici e numerici al dettaglio. In particolare Telecom Italia deve garantire per i segmenti terminali la fornitura delle velocita' trasmissive e delle interfacce approvate con la delibera n. 440/03/CONS. 257. In considerazione dell'uso dei segmenti di terminazione per fornire linee affittate a livello retail, Telecom Italia deve prevedere delle condizioni tecniche di fornitura del servizio tali da consentire la realizzazione delle prestazioni aggiuntive attualmente previste nell'offerta di linee affittate wholesale, con particolare riferimento ai collegamenti multipunto per CDA e CDN, alle prestazioni di protezione con diversita' di percorso fisico, di instradamento e di apparato ed ai servizi aggiuntivi di rete privata virtuale dedicata (RPV-D). 258. In considerazione del significativo potere di mercato detenuto da Telecom Italia nel mercato dei segmenti di terminazione, l'Autorita' ritiene che l'imposizione degli obblighi stabiliti dall'art. 49 del Codice siano proporzionati anche tenuto conto di quanto previsto dal comma 3 dell'art. 49 stesso. 259. In particolare i principali ostacoli all'accesso al mercato in esame sono di natura strutturale. Per poter offrire segmenti terminali, infatti, un operatore deve sviluppare una rete capillare, il che richiede ingenti investimenti difficilmente recuperabili anche nel lungo periodo e soprattutto in caso di uscita dal mercato (sunk costs). Si tratta, prevalentemente, di costi di scavo, di posa dei cavi e di acquisto di apparati, ovvero di costi che Telecom Italia ha prevalentemente sostenuto in una situazione di monopolio e con l'obiettivo di servire il 100% dell'utenza potenziale. 260. La presenza nel mercato in esame di ingenti economie di scala, di densita' e di diversificazione determina condizioni di vantaggio di cui beneficia Telecom Italia rispetto agli operatori alternativi. In conclusione, non si prevede nel medio/lungo periodo la replicabilita' delle infrastrutture di accesso da parte di operatori interconnessi con l'estensione e la capillarita' della rete di Telecom Italia al fine di rendere piu' competitive le proprie offerte di mercato. 261. L'imposizione degli obblighi derivanti dai commi 1 e 2 dell'art. 49 nei confronti dell'offerta di segmenti di terminazione all'ingrosso di Telecom Italia non richiede investimenti iniziali aggiuntivi in quanto la capacita' disponibile di Telecom Italia e' particolarmente capillare in termini di diffusione sul territorio nazionale. Il servizio in oggetto ricade, per natura impiantistica e per condizioni di offerta, nell'ambito di servizi all'ingrosso gia' attualmente forniti da Telecom Italia, quali i circuiti parziali e le linee affittate wholesale. Tali investimenti, peraltro, non sono soggetti ad uno specifico rischio di impresa diverso da quello previsto per il tasso di remunerazione del capitale fissato dall'Autorita' sulla base delle modalita' previste dall'Allegato B1 alla delibera n. 415/04/CONS. b) Segmenti trunk 262. Nell'ambito dell'analisi di mercato, i segmenti trunk sono stati definiti, come quella parte di circuito dedicato tra due nodi RED di secondo livello appartenenti a bacini trasmissivi regionali distinti. 263. Sebbene si rilevi la presenza di infrastrutture di altri operatori interconnessi ai medesimi nodi in grado di formulare offerte di capacita' in ambito interregionale, Telecom Italia rappresenta ancora l'operatore che dispone del massimo grado di infrastrutturazione anche per tale segmento di offerta. L'analisi di mercato ha individuato Telecom Italia quale unico operatore dominante in grado di sfruttare le economie di scala e di diffusione derivanti dall'offerta all'ingrosso dei circuiti trunk di linee affittate. 264. Per le stesse motivazioni espresse al paragrafo a), l'Autorita' ritiene che, al fine di prevenire possibili comportamenti anticompetitivi nel mercato all'ingrosso dei segmenti trunk, Telecom Italia debba essere soggetta agli obblighi previsti dall'art. 49 del Codice e che debba, pertanto, offrire un servizio di segmenti trunk cui possano accedere tutti gli operatori di comunicazioni per offrire sia servizi al dettaglio sia per realizzare altri servizi di telecomunicazioni. 265. La fornitura di capacita' nella tratta di trasporto, non comporta nel medio termine, da parte di Telecom Italia, investimenti infrastrutturali ed attivita' di ampliamento di risorse e che non possano rientrare nella normale pianificazione di rete che essa effettua per se stessa. 266. La fornitura di segmenti trunk da parte di Telecom Italia deve garantire che un operatore possa trasportare il traffico relativo ad un dato bacino trasmissivo regionale convogliato presso un nodo RED di secondo livello di Telecom Italia fino a un altro nodo RED di secondo livello di Telecom Italia relativo ad un differente bacino regionale. L'operatore richiedente per poter utilizzare il servizio trunk dovra', dunque, interconnettere la propria rete ad entrambi i nodi di Telecom Italia; a tal fine Telecom Italia deve rendere accessibile il servizio di flusso di interconnessione gia' previsto per l'interconnessione alla rete telefonica pubblica. 267. Le velocita' trasmissive e le interfacce fornite da Telecom Italia per i segmenti trunk devono essere tutte quelle necessarie alla replicabilita' dell'attuale offerta di Telecom Italia di circuiti diretti analogici e numerici retail. Telecom Italia deve quindi garantire la fornitura di tutte le velocita' trasmissive e le interfacce approvate con la delibera n. 440/03/CONS, prevedere delle condizioni tecniche di fornitura del servizio tali da consentire all'operatore interconnesso la realizzazione delle prestazioni aggiuntive attualmente previste nell'offerta di linee affittate wholesale, con particolare riferimento ai collegamenti multipunto per CDA e CDN, alle prestazioni di protezione con diversita' di percorso fisico, di instradamento e di apparato ed ai servizi aggiuntivi di rete privata virtuale dedicata (RPV-D). 268. In considerazione del significativo potere di mercato detenuto da Telecom Italia nel mercato dei segmenti di trunk di linee affittate, l'Autorita' ritiene che l'imposizione degli obblighi stabiliti dall'art. 49 del Codice siano proporzionati anche tenuto conto di quanto previsto dal comma 3 dell'art. 49 stesso. A tal fine, la proporzionalita' degli obblighi imposti per la fornitura dei segmenti trunk di linee affittate e' giustificata, tra l'altro, dalle valutazioni sulle barriere all'entrata descritte nell'analisi sul significativo potere di mercato. c) Servizio di flussi di interconnessione 269. Come evidenziato nei punti precedenti, l'offerta di flussi di interconnessione, inteso come un circuito trasmissivo che collega una sede di Telecom Italia con la sede dell'operatore alternativo e gia' prevista per il collegamento della rete telefonica dell'operatore alternativo alla rete di Telecom Italia, rappresenta un servizio accessorio essenziale alla fornitura di tutti i servizi all'ingrosso per i quali Telecom Italia riceve obblighi regolamentari, con particolare riferimento, non soltanto ai servizi dei mercati dei segmenti di linee affittate (segmenti trunk e segmenti terminali), ma anche ovviamente al traffico telefonico (raccolta, terminazione e transito), ai servizi di accesso a banda larga ed all'accesso disaggregato alle coppie in rame (unbundling del local loop). 270. In mancanza di tale prestazione accessoria, gli operatori alternativi per poter utilizzare i servizi all'ingrosso offerti da Telecom Italia dovrebbero raggiungere tutte le sedi di centrale e gli stadi di linea di Telecom Italia con infrastrutture trasmissive proprie sostenendo, oltre ai costi di co-locazione, ingenti investimenti infrastrutturali in scavi e portanti. Inoltre, in tale scenario, a causa degli evidenti limiti fisici degli spazi in centrale, ad alcuni operatori potrebbe restare precluso l'accesso diretto ai servizi di Telecom Italia; tali operatori risulterebbero pertanto discriminati rispetto ai primi arrivati e costretti a scelte impiantistiche inefficienti. 271. Cio' premesso, l'Autorita' ritiene che Telecom Italia debba continuare ad offrire le tipologie di flussi di interconnessione attualmente previste nell' Offerta di Riferimento, consentendone l'uso per la raccolta del traffico relativo ai servizi wholesale citati nel precedente punto ed estendendone, con le dovute modifiche tecniche ed economiche, l'utilizzo anche al caso di rilegamento degli stadi di linea ove sono disponibili servizi wholesale con le sedi degli operatori. Conseguentemente, il servizio di prolungamento dell'accesso anche tramite canale numerico viene ad essere sostituito dalla fornitura del servizio di flusso di interconnessione esteso allo stadio di linea. 272. Un'altra tipologia di servizio che condivide con i flussi di interconnessione sia le infrastrutture impiantistiche sia le caratteristiche della domanda sono i circuiti di accesso alle Cable Station che rilegano le centrali Telecom Italia a cui si attestano i cavi sottomarini dei Carrier internazionali alle sedi degli operatori concorrenti. L'Autorita' rileva che tali circuiti rappresentano un elemento essenziale per la fornitura di servizi di terminazione internazionale; eventuali restrizioni alla fornitura dei circuiti di accesso alle Cable Station si rifletterebbero sulle condizioni di offerta dei servizi di trasporto internazionale degli operatori concorrenti. Analogamente al caso dei flussi di interconnessione, per carenza di spazi di co-locazione, sarebbe precluso l'accesso diretto alle Cable Station a tutti gli operatori. In considerazione di cio', l'Autorita' ritiene che il servizio di flusso di interconnessione debba essere utilizzabile dagli operatori alternativi anche per il collegamento delle proprie sedi alle Cable Station. 273. Poiche' le condizioni tecniche ed economiche di fornitura del servizio di flusso di interconnessione attualmente presenti nell'Offerta di Riferimento fanno riferimento al collegamento della sede dell'operatore con una sede di centrale a livello SGU o SGT di Telecom Italia, per consentire l'utilizzo di tale servizio anche per rilegare sedi di stadi di linea (sedi SL) e' necessario introdurre un servizio opzionale di prolungamento dell'interconnessione che renda disponibile una capacita' trasmissiva tra sedi le SL, aperte ai servizi wholesale, ed i nodi di transito locale di competenza (tipicamente SGU). 274. Per quanto concerne le condizioni di impiego dei flussi di interconnessione, l'Autorita', in linea con quanto agli art. 2 comma 1 lett. d delibera n. 1/00/CIR, all'art. 4, comma 2, della delibera n. 10/00/CIR, all'art. 2, comma 5, lett. a della delibera n. 3/04/CIR, conferma che Telecom Italia debba rendere disponibile il servizio di estensione dell'interconnessione in modalita' "sito adiacente al nodo di Telecom Italia" oppure tramite modalita' "punto di interconnessione presso il nodo di Telecom Italia", contemplando tutte le velocita' superiori o uguali a 2Mbps previste dall'offerta approvata con la delibera n. 440/03/CONS e la possibilita' di raccogliere tutte le tipologie di servizi all'ingrosso per le quali Telecom Italia riceve obblighi regolamentari di offerta. 275. L'Autorita' ribadisce l'obbligo di cui all'art. 1, comma 1, lettera a, punto 5, della delibera n. 2/03/CIR, secondo cui la modalita' di interconnessione "Accesso alla rete di Telecom Italia con Punto di Interconnessione presso il nodo di Telecom Italia" e' applicabile anche quando il Punto di Interconnessione e' individuato presso gli spazi di co-locazione di un operatore terzo. 276. Per consentire efficacemente la possibilita' di impiego dell'offerta di flussi di interconnessione e del servizio opzionale di prolungamento dell'interconnessione per la raccolta delle tipologie di traffico succitate, Telecom Italia dovra' introdurre nell'Offerta di Riferimento, oltre alle tipologie di circuiti attualmente previste, anche le velocita', le modalita' frazionate e le interfacce attualmente disponibili nell'offerta di linee affittate approvata con la delibera n. 440/03/CONS. Analogamente con quanto avviene con il servizio di ampliamento dei canali fonici (che consente l'acquisto incrementale di circuiti a 2Mbps per la sola interconnessione vocale), Telecom Italia dovra' prevedere servizi di canali trasmissivi in ampliamento per tutti i casi di utilizzo dei flussi di interconnessione alle stesse condizioni tecniche ed economiche di fornitura dei flussi stessi. 277. Al punto di interconnessione con l'operatore, dovra' essere consentito un uso efficiente delle porte dei multiplatori e dei flussi di interconnessione. A tal fine, ogni qual volta sia tecnicamente possibile, Telecom Italia, secondo le richieste dell'operatore interconnesso, dovra' consentire la multiplazione sul medesimo circuito di interconnessione di flussi di traffico relativi a segmenti terminali e/o trunk diversi ed in generale a servizi all'ingrosso diversi. Analogamente, nel caso in cui l'operatore sia presente con propri apparati trasmissivi presso la centrale di Telecom Italia, in propri spazi di co-locazione o tramite accordi con terze parti, Telecom Italia dovra' fornire il servizio di raccordi interni di centrale tra i propri apparati e quelli relativi all'operatore interconnesso. 278. L'Autorita' rileva che in assenza di opportune restrizioni sulle condizioni di fornitura, gli operatori potrebbero mettere in atto impieghi del servizio di flussi di interconnessione al di fuori dell'ambito in cui esso rappresenta un componete accessoria essenziale all'utilizzo degli altri servizi all'ingrosso. A tal fine l'Autorita' ritiene necessario che Telecom Italia limiti la fornitura dei flussi di interconnessione e dell'estensione dell'interconnessione ai soli casi in cui la sede dell'operatore e la centrale di Telecom Italia a cui l'operatore si interconnette si trovino all'interno dello stesso bacino trasmissivo regionale. Per realizzare i circuiti di interconnessione interregionali sara' necessario utilizzare congiuntamente al servizio di flusso di interconnessione anche il servizio di segmento trunk per realizzare il trasporto interregionale. 7 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di imporre a Telecom Italia gli obblighi concernenti la fornitura dei segmenti terminali e dei circuiti trunk in conformita' alle modalita' descritte nel paragrafo 5.2? 8 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di modificare l'offerta di flussi di interconnessione secondo quanto previsto nel paragrafo 5.2? 9 Si condivide l'orientamento dell'Autorita' di sostituire l'offerta del prolungamento dell'accesso, dell'estensione del collegamento, dell'ampliamento dei canali fonici e dei circuiti di accesso alle Cable Station con i servizi di flusso di interconnessione e di estensione del flusso di interconnessione? 5.2.1. Le osservazioni degli operatori 279. Con riferimento al quesito numero 7, Telecom Italia, nel ribadire la necessita' che la segmentazione tra segmenti trunk e terminating sia posta a livello dei nodi di livello 1 della rete trasmissiva di Telecom Italia, evidenzia come la situazione competitiva nel mercato del trunk sia tale da non presentare alcuna dominanza a carico di Telecom Italia. 280. Con riferimento al quesito numero 8, Telecom Italia non condivide l'inclusione dei flussi di interconnessione nel mercato dei terminating segment, in quanto i flussi di interconnessione sono da sempre dei servizi accessori al traffico voce scambiato tra operatori interconnessi. Pertanto tali circuiti, devono essere inclusi nei mercati 8, 9 e 10 come, tra l'altro, ha fatto Ofcom che li ha regolamentati nella "Review of the fixed narrowband wholesale exchange line, call origination, conveyance and transit markets". Telecom Italia sottolinea che il mercato dei flussi di interconnessione, anche con riferimento alla definizione della loro destinazione d'uso, ha trovato un equilibrio soddisfacente nel disposto della delibera 3/04/CIR in cui si e' conseguito l'obiettivo di razionalizzare, a favore degli OLO infrastrutturati, l'accesso ai servizi trasmissivi venduti da Telecom Italia. 281. In merito al quesito numero 9, Telecom Italia condivide l'orientamento dell'Autorita' di sostituire l'offerta del prolungamento dell'accesso con il servizio di estensione del flusso di interconnessione, mantenendo l'attuale configurazione dell'offerta, che prevede la presenza dell'operatore sia sull'SL (in sala di colocazione per ULL o SA) sia sull'SGU di riferimento sul quale viene richiesta l'estensione e dove l'operatore puo' essere presente o in modalita' "sito adiacente" o in modalita' "punto di interconnessione presso il nodo Telecom Italia". 282. Per quanto riguarda invece quanto proposto in merito ai circuiti di accesso alle Cable Station Telecom Italia e' contraria per le seguenti ragioni: - L'Autorita' non ha effettuato un'analisi di mercato della terminazione internazionale in generale o dell'Accesso alle Cable Station/backhaul in particolare; - Il mercato delle terminazioni internazionali e' competitivo e non presenta significative barriere all'ingresso; - In assenza di analisi di mercato da parte dell' Autorita' non e' giustificata alcuna misura ex ante a carico di Telecom Italia relativamente all'accesso alle Cable Station/backhaul. 283. Telecom Italia in particolare propone di eliminare le misure regolamentari con riferimento all'accesso alle cable station ed al backhaul citati nel provvedimento di cui alla delibera 153/05/CONS, occorre inoltre rimuovere le misure previste alla delibera 10/00/CIR - art. 6 comma 2 ed alla delibera 3/03/CIR art. 3 comma 1, lett. c). 284. Con riferimento all'orientamento espresso al quesito numero 7, gli operatori Albacom, Atlanet, Eutelia, Fastweb, Tiscali e Wind, concordano con le conclusioni raggiunte dall'Autorita' relativamente all'imposizione degli obblighi di fornitura dei segmenti terminali e dei circuiti trunk, segnalando tuttavia che la dicitura adottata dall'Autorita' per designare il punto di raccolta di un segmento terminale " ... uno qualsiasi dei RED di livello inferiore nel medesimo bacino regionale" sia inesatta in quanto, se intesa letteralmente, limitando i punti di interconnessione ai soli RED interni al bacino trasmissivo, implicherebbe un uso inefficiente delle risorse trasmissive. Gli operatori, indipendentemente dal fatto che la rete di Telecom Italia sia accessibile presso un qualsiasi ADM, si troverebbero infatti costretti ad acquistare circuiti di lunghezza molto maggiore del necessario, soltanto per dover raggiungere i nodi RED. Tale inefficienza sarebbe evitata estendendo l'obbligo di fornitura dei circuiti a qualsiasi nodo SL diverso da quello da cui si origina il segmento terminale, o, piu' in generale, a qualsiasi nodo all'interno del bacino regionale prescelto dall'operatore, indipendentemente dalla sua relazione gerarchica con il nodo da cui si origina il segmento terminale in questione. La medesima problematica e' segnalata anche con riferimento ai punti di attestazione dei flussi di interconnessione. 285. Gli operatori segnalano inoltre che l'Autorita', nel far riferimento all'uso del " ... flusso di interconnessione gia' previsto per l'interconnessione alla rete telefonica pubblica", dovrebbe specificare che i punti di interconnessione per l'offerta di capacita' trasmissiva non sono quelli preesistenti destinati all'interconnessione alla rete telefonica pubblica. Se cosi' fosse, infatti, la struttura dell'interconnessione trasmissiva resterebbe congelata allo stato raggiunto in base alle esigenze di interconnessione alla rete telefonica e, paradossalmente, risulterebbe impossibile, ad esempio, interconnettersi ad un sito della rete a larga banda che non coincida con la sede di un autocommutatore della rete telefonica. 286. Gli operatori sottolineano inoltre, con riferimento ai punti 194 e 195 del documento di consultazione, che definiscono per Telecom Italia alcuni degli obblighi necessari per rendere replicabile dai concorrenti la propria offerta di circuiti affittati, la necessita' che tale replicabilita' debba riguardare anche i circuiti end to end che non utilizzano alcun tratto della rete dell'operatore nuovo entrante. Tale punto, oggetto di controversie con Telecom Italia in relazione all'applicabilita' delle prestazioni aggiuntive (RPVD, prestazioni di protezione, etc.) al listino di linee affittate