Allegato 1 DELIBERA n. 151/2005 PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Parte 1ª PRESCRIZIONI Prescrizioni da sviluppare nella redazione del progetto esecutivo. Prescrizioni di carattere progettuale. Area svincolo di Cosio: si prescrive lo sviluppo di una soluzione progettuale che preveda la realizzazione di un nuovo ponte in affrancamento con l'esistente, valutando l'eventuale demolizione dello stesso; la rampa di svincolo per Cosio, da innestare sulla rotatoria, dovra' utilizzare il sedime della viabilita' esistente in lato nord all'asse di progetto, per poi raccordarsi con il nuovo ponte (vedi «Allegato - schema A»). Dalla chilometrica 11+241 alla chilometrica 11+470: per la muratura di sostegno in c.a. a tutta altezza prevista per il rilevato di approccio al ponte sul canale Orobia, si prescrive la realizzazione di rivestimento in pietra al paramento verticale ovvero la sostituzione con uno in terra armata al fine di migliorare l'inserimento nel contesto ambientale. Confluenza Bitto-Adda: dovranno essere prodotte delle descrizioni dettagliate degli interventi di regimazione del torrente Bitto alla confluenza con fiume Adda che dovranno privilegiare tecniche di ingegneria naturalistica; il progetto dovra' dettagliare anche le altre opere realizzate in alveo e descrivere le opere di mitigazione degli impatti prodotti sul corso d'acqua. Svincolo del Tartano: al fine di ridurre l'impatto paesaggistico che l'opera determina in questa area a scarsa antropizzazione ed ad alta naturalita', si prescrive una semplificazione e riduzione dimensionale dello svincolo sviluppando una soluzione progettuale che elimini la rotatoria a nord, di innesto sulla SS 38, e modifichi la rampa di accesso alla carreggiata nord in modo da innestarla sulla rotatoria sud della SS 38 con adeguamento della stessa (tale rampa sottopassa il previsto viadotto dell'asse di progetto) (vedi «Allegato I - schema B»). (Le suddette prescrizioni in fase esecutiva, prima della realizzazione delle opere, dovranno essere sottoposte alle valutazioni autorizzazioni della Soprintendenza per i beni archeologici e per il paesaggio per le province Milano, Como, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco e Lodi). Per i raccordi dello svincolo del Tartano, al fine di renderli piu' permeabili e di limitare le interazioni con i deflussi idraulici del Fiume Adda e del Torrente Masino, si prescrive di introdurre dei tombini nei terrapieni delle rampe. Si dovra' prevedere, nel tratto in rilevato tra Rogolo e Morbegno, dei sottopassi idraulici ed ecologici in corrispondenza di ogni compluvio o canale di deflusso laterale. Si dovranno redigere gli elaborati in conformita' alle specifiche del Sistema cartografico di riferimento. Gli Enti locali, a seguito dell'approvazione del progetto da parte del CIPE, dovranno provvedere all'adeguamento delle previsioni urbanistiche e alle occorrenti misure di salvaguardia delle aree impegnate dall'infrastruttura e dalle relative fasce di rispetto. In corrispondenza dell'attraversamento del Torrente Bitto, alla confluenza con il Fiume Adda, dovranno essere realizzate dal Soggetto attuatore tutte le opere idrauliche cosi' come evidenziate dagli elaborati grafici in progetto; si segnala, infatti, che allo stato attuale solo una parte ditali opere sono finanziate (per Euro 250.000, a valere sulle risorse ex legge n. 102/1090) su proposta della Provincia di Sondrio. In relazione alle condizioni di sicurezza strutturale dei viadotti di attraversamento, dei viadotti in fascia e delle opere collegate si dovra' approfondire, in sede di progettazione esecutiva, le valutazioni sugli effetti localizzati dovuti alle azioni dinamiche e statiche delle acque di piena anche per l'effetto combinato di pile vicine o per amplificazione dei fenomeni dovuta all'interessamento dei plinti, al fine di individuare le piu' idonee soluzioni strutturali. Il progetto di eventuali opere in alveo nei tratti fluviali interessati dalle nuove infrastrutture dovra' essere redatto ad un dettaglio non inferiore a quello delle opere strutturali. Prima dell'inizio dei lavori dovra' essere predisposta e consegnata all'Autorita' di bacino del Fiume Po la verifica idraulica relativa alle diverse fasi significative di costruzione dei manufatti, tenendo conto delle opere provvisorie eventualmente inserite nella regione fluviale. Il dimensionamento delle opere atte a garantire la continuita' idraulica del reticolo superficiale, demandato alla progettazione esecutiva, dovra' essere condotto tenendo conto, oltre che dell'attuale regime idraulico dei corsi d'acqua e dei fossi di bonifica, anche di eventuali variazioni indotte dall'opera stessa. In frazione Piagno, al km 7+435, si dovra' provvedere creazione di una strada di accesso parallela al fosso con aumento della sezione dello scatolare ivi previsto. In frazione Cosio, dal km 11\div 020 al km 10+980, si dovra' provvedere al mantenimento del fosso di bonifica esistente (non segnalato nel progetto) mediante l'inserimento di un opportuno scatolare. Comuni di Gera Lana e Piantedo: il progetto proposto e' gia' stato raccordato con gli interventi di urbanistico delle limitrofe aree comunali e quindi non si dovra' procedere a modifiche tracciati salvo preventiva concertazione. In relazione alle condizioni di sicurezza strutturale dei viadotti di attraversamento, dei viadotti in fascia e delle opere collegate si dovranno approfondire, in sede di progettazione esecutiva, le valutazioni sugli effetti localizzati dovuti alle azioni statiche e dinamiche delle acque di piena anche per l'effetto combinato di pile vicine o per amplificazione dei fenomeni dovuta all'interessamento dei plinti, al fine di individuare le piu' idonee soluzioni strutturali. Prima dell'inizio dei lavori, si dovranno produrre: - la verifica idraulica relativa alle diverse fasi significative di costruzione dei manufatti tenendo conto delle opere provvisorie eventualmente inserite nella regione fluviale; - un progetto di dettaglio delle opere in alveo necessarie alla difesa idraulica delle aree circostanti l'intervento, alla protezione dei manufatti stradali, alla mitigazione degli impatti prodotti sul corso d'acqua; - delucidazioni in merito al calcolo del massimo scalzamento prevedibile delle fondazioni delle pile, esplicitando se e' stato realizzato facendo riferimento all'ingombro della pila, senza tener conto della presenza del plinto; - calcolo del massimo scalzamento prevedibile delle fondazioni delle pile del viadotto Valtellina, previsto in quanto localizzato in fascia A; - l'analisi delle dinamiche locali della corrente di piena per i viadotti «Adda-Bitto» e «Adda-Talamona», considerando il fatto che, essendo costituiti da due carreggiate separate e indipendenti, le coppie di pile determinano un effetto combinato; - spiegazioni in merito alla scelta di realizzare opere di protezione delle sponde, a monte e a valle degli attraversamenti, con massi sciolti; - la valutazione degli effetti dovuti a tiranti idrici e velocita' elevate riscontrabili durante il deflusso e l'espansione della piena nel tratto tra le prog. km 1+400 e km 3+290, posto in fascia B. Qualora dalle analisi su richiamate emergessero profondita' di erosione maggiori del previsto, per l'effetto combinato dovuto alla presenza di pile vicine o per l'amplificazione dei fenomeni dovuta all'interessamento dei plinti, i pali di fondazione dovranno essere calcolati considerandoli scoperti per la quota parte corrispondente alla maggiore profondita' di erosione. Si dovra' provvedere alla realizzazione di opere di contenimento dei livelli in corrispondenza dei limiti di progetto tra le fasce B e C, tra le sezioni 212-214 e 228-232, la cui necessita' emerge dalle simulazioni idrauliche effettuate. Si dovranno prevedere degli approfondimenti, da sviluppare in sede di progetto esecutivo, di tipo qualitativo e quantitativo sull'utilizzo dei materiali inerti al fine di poter valutare piu' dettagliatamente sia il fabbisogno, che le effettive possibilita' di riutilizzo dei volumi di scavo. Si dovra' tenere conto, se del caso, delle prescrizioni riportate nella circolare n. 8 146/394/4422 del 9 agosto 2000 dello Stato maggiore difesa in terna di segnalazione delle opere costituenti ostacolo alla navigazione aera a bassa quota. Si dovra' rispettare quanto specificato nel decreto ministeriale lavori pubblici 4 maggio 1990 per quanto riguarda i sottopassi di altezza libera inferiore a metri 5. Comune di Andalo Valtellino: per quanto riguarda la problematica inerente la presenza. di un'attivita' di tiro a volo sul territorio comunale ed interessata dal tracciato stradale, si dovra' procedere all'acquisizione delle aree secondo le normative vigenti. Al fine di mitigare l'eventuale disagio arrecato alla collettivita' dalla supposta limitazione dell'attivita' sportiva svolta si invita l'ANAS a promuovere un accordo con Regione Lombardia, provincia di Sondrio e comune di Andalo Valtellina per una diversa localizzazione dell'impianto. Qualora tale accordo non si concluda entro sei mesi dalla data della presente deliberazione CIPE di approvazione del progetto si procedera' nei termini di legge in merito al solo esproprio ed indennizzo delle aree e attivita' connesse. Si dovra' sviluppare in fase di progettazione esecutiva le problematiche conseguenti alle dinamiche del trasporto solido in corrispondenza del viadotto situato a valle della confluenza del Bitto. Si dovra' sviluppare in fase di progettazione esecutiva le arginature delle opere idrauliche interferenti con l'intervento. In particolare in sede di progettazione esecutiva con la societa' Edison si dovranno verificare le possibilita' progettuali per minimizzare le interferenze reciproche e limitare i costi e le problematiche temporali; quindi si dovra' regolarizzare l'interferenza con la linea a 132 KV in corrispondenza dell'imbocco della galleria Selva Piana lato Colico. In sede di progettazione esecutiva con la societa' SNAM si dovranno verificare le possibilita' progettuali per minimizzare le interferenze reciproche e limitare i costi e le problematiche temporali tramite un'apposita convenzione con il soggetto proponente. In sede di progettazione esecutiva e' necessaria la definizione dell'interferenza in corrispondenza della galleria di derivazione della Centrale Enel di Monastero tra km 13,400 e 15,800. Comuni di Pianedo: attraversamento con viadotto al Km 3+600 circa. Le interferenze dovranno essere risolte nel rispetto del decreto ministeriale n. 449 del 21 marzo 1988, e successive modificazioni Comune di Cosio Valtellino: attraversamento con cavalcaferrovia al km 11+300 circa. Le interferenze dovranno essere risolte nel rispetto del decreto ministeriale n. 449 del 21 marzo 1988, e successive modificazioni. Nella progettazione esecutiva sara' necessario tener conto delle indicazioni contenute: - nell'istruzione n. 44/a «Criteri generali e prescrizioni tecniche per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo di cavalcavia e passerelle pedonali sovrapassanti la sede ferroviaria» delle ferrovie dello Stato; - nel testo aggiornato al 13 gennaio 1997 dell'Istruzione n. USC/PS-OM/2298 del 2 giugno 1995 dell'ex Area ingegneria e costruzioni delle Ferrovie dallo Stato S.p.a. «Sovraccarichi per il calcolo dei ponti ferroviari - istruzioni per la progettazione l'esecuzione e il collaudo». Tutta la nuova illuminazione pubblica stradale, in vicinanza della linea ferroviaria, dovra' essere schermata lato ferrovia ed inoltre dovranno essere posti in opera degli adeguati accorgimenti per impedire che i fari degli automezzi possano essere di disturbo alla circolazione ferroviaria. A norma dell'art. 15 della legge n. 210 del 17 maggio 1985, si prescrive il diniego alla sottrazione delle aree di proprieta' ferroviaria che saranno interessate dagli interventi perche' costituenti la sode della linea Colico-Sondrio. Qualora, pero', si possa accertare la compatibilita' delle opere con gli impianti ferroviari esistenti, le sopraccitate Aree strumentali all'esercizio ferroviari potranno essere interessate solo dopo aver stipulato, con gli Enti preposti, una convenzione per regolare reciproci rapporti che si verranno a determinare per la realizzazione ed il mantenimento delle opere stesse. Il dimensionamento delle vasche di prima pioggia, in corrispondenza dello svincolo di Fuentes, dovra' tenere in debita considerazione la criticita' dei canali ricettori di bonifica distinti, Fossa Spagnola e canale di Fuentes, il cui deflusso e' gia' ampiamente condizionato dalla portata del canale Borgo Francane e dall'innalzamento dei livelli del Lago di Como, al fine di evitare ulteriori ripercussioni sulle portate di massima piena dei canali interessati. Per problemi di sicurezza si dovra' prevedere il tombinamento completo della Fossa Spagnola per il tratto che interferisce con il Progetto. La larghezza dello stesso verra' portata a quattro metri. Si dovra' verificare, in sede di progetto esecutivo, la necessita' di incrementare la sezione di tutti i tombotti in base all'attuale effettiva sezione idraulica degli stessi. Prescrizioni di carattere ambientale Elementi di carattere generale. Definire gli interventi di ripristino per i siti occupati dalle aree di cantiere previste in progetto, anche se non soggette a vincoli particolari, favorendo l'eliminazione delle situazioni di degrado attualmente esistenti.. Sviluppare le opere di sistemazione a verde, di ripristino ambientale e di rinaturazione previste in progetto, applicando le tecniche dell'ingegneria naturalistica e assumendo come riferimento: - «Linee guida per capitolati speciali per interventi di ingegneria naturalistica e lavori di opere a verde» del Ministero dell'ambiente, Servizio VIA, settembre 1997; ed altri manuali qualificati quali, ad esempio: - «Quaderno delle opere tipo di ingegneria naturalistica» regione Lombardia, 2000; - «Atlante delle opere di sistemazione dei versanti» APAT, 2002; - «Manuale di ingegneria naturalistica» regione Lazio, 2001. Predisporre il Progetto di monitoraggio ambientale, secondo le Linee guida redatte dalla Commissione speciale VIA con i relativi costi. Anticipare, per quanto possibile, la realizzazione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale rispetto al completamento dell'infrastruttura. Predisporre quanto necessario per adottare, entro la consegna dei lavori, un Sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001). Rimandando agli elaborati dello s.i.a. per la descrizione, lo sviluppo progettuale delle azioni ed interventi di mitigazione e dovra' essere operato al livello dell'esecutivo. Si conferma pertanto che, dato che nel progetto e nello s.i.a. sono proposti sostanzialmente interventi di mitigazione a ridosso dell'infrastruttura o in aree intercluse dalle opere stesse, si dovra', in accordo e su indicazione delle Comunita' montane e dei comuni, operare uno sforzo di ricerca di aree sulle quali realizzare interventi di rinaturalizzazione in funzione di un complessivo aumento della potenzialita' biologica dell'area. Per le aree di mitigazione, che si riconfermano secondo progetto, si prescrive l'istituzione di un Osservatorio ambientale presso la Regione Lombardia per la puntuale definizione degli interventi, per le verifiche di attuazione degli interventi e per promuovere una collaborazione a riguardo con gli enti locali, gestori delle aree protette, il soggetto attuatore ed i privati interessati dalle aree. Per la disponibilita' delle aree su cui realizzare le opere di mitigazione, il soggetto attuatore dovra' operare, ove e' possibile, tramite convenzionamento con i proprietari delle arre stesse invece che procedere all'esproprio. Atmosfera. Estendere la realizzazione di «fasce vegetative» o di altri sistemi di protezione, in tutte le zone in cui si manifesti la necessita' di tutelare ricettori sensibili dalla ricaduta di sostanze inquinanti e polveri prodotte dal traffico veicolare, in maniera tale che in nessun punto del tracciato vengano superati i limiti di legge, anche in fase di cantiere. E' necessario che venga condotto, sia ante operam che in fase di esercizio della nuova strada, un monitoraggio degli inquinanti, concordandone il piano, la tipologia e le caratteristiche della strumentazione da utilizzare (laboratorio mobile, centraline fisse), i manuali di gestione e tutte le procedure da adottare, con i competenti Dipartimenti dell'ARPA Lombardia, cui dovranno essere trasmessi i dati rilevati per la loro validazione. Sul piano progettuale, e' necessario verificare che le zone di svincolo siano tali da consentire una velocita' di percorrenza idonea a ridurre il piu' possibile la produzione di inquinanti derivanti dallo stazionamento di veicoli con motori accesi. Si dovranno realizzare, laddove possibile, lungo il nuovo asse stradale e in particolare nei punti critici (vicinanza di abitati) in coordinamento anche con gli aspetti acustici e alfine di trattenere le polveri, dispositivi arborei (fascia di 15 m composta da 5 filari di essenze d'alto fusto latifoglie) ai lati della strada. Tutela ambiente idrico. Approfondire gli aspetti tecnici e tecnologici sul recapito e lo smaltimento finale delle acque provenienti dai piazzali, in fase di cantiere, e dalle vasche di decantazione, in fase di esercizio, verificando le condizioni e l'adeguatezza dei corpi ricettori. Prevedere un sistema di controllo delle falde e delle sorgenti idropotabili piu' prossime alle gallerie, rilevando tempestivamente eventuali variazioni piezonietriche, di chimismo e di portata, sia durante le fasi di costruzione e sia in quelle di esercizio, in modo da consentire il ricorso a tempestive misure di prevenzione dei rischi. Cio' in relazione anche all'inevitabile margine di incertezza conoscitiva sull'effettivo sistema di circolazione idrica sotterranea, di ricarica delle falde e di alimentazione delle sorgenti stesse. Valutare gli effetti indotti dalle gallerie (anche durante le operazioni di scavo) sulla circolazione idrica sotterranea, con particolare riferimento ai possibili effetti di depauperamento della risorsa idrica, soprattutto se in presenza di opere di captazione nell'area. Si dovra' approfondire ulteriormente il sistema di raccolta delle acque di piattaforma e verificare la realizzabilita' di bacini di fitodepurazione. Tali sistemi infatti sono gia' ampiamente utilizzati e mostrano buone rese depurative, tanto e' che spesso le acque in uscita possono essere riutilizzate a scopi irrigui; essi inoltre costituiscono l'opportunita' per la creazione di neoecosistemi polivalenti. Riguardo poi al sistema di raccolta, ferma restando la necessita' di curare con attenzione il dimensionamento nel progetto esecutivo e garantire la periodica manutenzione, e' da osservare che: - in condizioni normali (solo acque di pioggia) le disoleatura e' prevista per azione gravimetrica di separazione «olio-acqua» a semplice sfioramento, mentre si dovra' valutare l'opportunita' di introdurre filtri tenninali a coalescenza, in grado di separare eventuali emulsioni; - per le situazioni di emergenza si dovra' valutare l'opportunita' di introdurre valvole di intercettazione rapida atte a bloccare il materiale raccolto e impedirne la tracimazione in attesa dell'intervento di recupero. Si dovra' provvedere a predisporre un piano per il monitoraggio periodico della qualita' delle acque superficiali e sotterranee, da effettuarsi con le modalita', i tempi e in sezioni concordate tra il gestore della strada e la provincia. Suolo e sottosuolo. Contenere studi e indagini finalizzate ad individuare gli aspetti cinematici della conoide del Tartano e gli interventi necessari a ridurre i rischi connessi al trasporto solido della conoide, la cui attivita' e' stata riscontrata anche in fase di sopralluogo. Gli studi dovranno essere condotti secondo le norme di attuazione del PAI (art. 9 e art. 38) dell'AdB del Po, in modo da definire meglio gli interventi necessari per la mitigazione dei rischi reali e potenziali legati all'attivita' della conoide. Per quanto riguarda le aree non perimetrale negli atlanti del FAI e le aree non ricadenti in fascia A o B del fiume Adda, si prescrive a tale proposito una piu' accurata verifica delle classi di fattibilita' interferenti con il tracciato, ed il recepimento delle prescrizioni indicate nelle norme geologiche d'uso del territorio contenute negli studi geologici comunali. Per quanto riguarda le aree in dissesto perimetrale negli atlanti FAI (aggiornati dai Comuni ai sensi della NdA e del PAI) si prescrivono con particolare riferimento all'area della conoide del Tartano (la piu' critica tra le aree di dissesto interessate dal tracciato della nuova strada) - ulteriori studi ed indagini per l'approfondimento della compatibilita' (ai sensi dell'art. 9, commi 7 e 9, e dell'art. 38, commi 1 e 3, delle Norme di attuazione del PAI), da predisporre in fase di progettazione esecutiva, ai sensi dell'allegato 2, punto 2.4, della D.G.R. n. 6645/01. In particolare, per il Torrente Tartano, dovra' essere effettuata un'accurata analisi degli effetti indotti dalla nota frana della Pruna, che insiste direttamente sull'asta del torrente con un volume di materiale di alcuni milioni di metri cubi (tuttora oggetto di interventi di cui alla legge n. 102/1990). Si prescrive di integrare le indagini geognostiche nel tratto di fondovalle (in modo da evitare tratti di oltre 500 m scoperti da qualsiasi dato di tipo geotecnico ed idrogeologico), presso gli svincoli di Cosio e del Tartano e in corrispondenza dei viadotti di accesso alle gallerie. Si prescrive di integrare le indagini svolte lungo l'asse delle gallerie attraverso nuovi sondaggi, orizzontali e/o verticali a carotaggio continuo ed eventualmente strumentati, che vadano ad intercettare opportunamente l'asse delle gallerie. Nell'eventualita' che queste ulteriori indagini fossero motivatamente irrealizzabili, si dovra' comunque provvedere, nei modi piu' opportuni, ad integrare quanto piu' possibile il quadro conoscitiva alfine di pianificare, col minimo scarto possibile in questa fase di progetto, le operazioni di scavo in galleria. In fase di progettazione esecutiva dovranno essere effettuate tutte le indagini geologiche, idrogeologiche e geotecniche previste dal decreto ministeriale 11 marzo 1988, e successiva circolare ministeriale n. 30483 del 24 settembre 1988, essenziali per verificare la validita' delle ipotesi progettuali e per consentire la scelta delle migliori soluzioni da adottare in fase di esecuzione dei lavori. Sistema agricolo. Nello sviluppo del progetto esecutivo dovranno essere approfonditi gli aspetti di interferenza tra infrastruttura e sistema agricolo, al fine di mininimizzare l'impatto dell'intervento agli effetti della conduzione dei fondi e della creazione di reliquati non funzionali alle attivita'; tale obiettivo, laddove possibile, andra' perseguito attraverso la realizzazione di eventuali sottopassi di servizio che assicurino la continuita' della rete interpoderale. Nelle aree agricole interessate dal tracciato, si dovra' progettare, preliminarmente alla realizzazione dell'opera, un'attenta pianificazione di misure di compensazione aggiuntive a quelle gia' previste, in accordo con i proprietari e/o affittuari e con i soggetti o Enti interessati; tali misure dovranno esser mirate alla salvaguardia delle aree ad uso agricolo da possibili diverse future destinazioni d'uso, valorizzandone tutte le componenti (aree, infrastrutture, edifici ecc.), in modo tale da evitarne il depauperamento e/o l'abbandono. Si dovra' provvedere a effettuare un'attenta ricognizione e valutazione delle aziende interferite con particolare attenzione a quanto sopra rilevato (es.: consistenza, contributi UE, ecc). Per le aziende intercettate dal tracciato le cui aree di proprieta' risultano frazionate al punto da rendere antieconomiche le attivita' produttive, si dovra' verificare la possibilita' di acquisizione dei lotti residui, destinando l'area a riqualificazione agro-forestale. Si dovra' prevedere una fascia di protezione arborea da collocarsi tra l'infrastruttura e le aree agricole circostanti in modo coordinato con gli interventi finalizzati alla mitigazione degli impatti sull'atmosfera, sul clima acustico e sul paesaggio. Si dovranno individuare aree idonee alle compensazioni boschive, in ottemperanza a quanto disposto dal decreto legislativo n. 227/2001 e della D.G.R. n. 13900 del 1° agosto 2003. Si dovra' assicurare la vitalita' di' tutte le essenze arboree, arbustive ed erbacce di nuovo impianto. A questo scopo dovra' essere effettuata da parte del proponente, nei tre anni successivi alla semina, una verifica con obbligo di sostituzione nel caso di fallanza e dovra' esser stipulata una convenzione con gli Enti locali interessati o con gli agricoltori al fine di assicurare nel tempo la vita delle essenze poste a dimora. Si dovra' ricorrere a tipologie e soluzioni che consentano: - nei tratti in rilevato una sensibile riduzione, per quanto consentito, della profondita' delle scarpate, al fine di ridurre l'occupazione di suolo agricolo, in modo coordinato con gli interventi finalizzati alba mitigazione degli impatti sul paesaggio; - nei tratti in galleria artificiale di ottenere un franco di terreno fertile, soprastante le solette di copertura, di altezza adeguata alle necessita' di nuove piantumazioni. Si dovra' valutare inoltre: - in corrispondenza dello svincolo Fuentes, in relazione all'attraversamento di aree prative e di campi a seminativi con presenza frammentaria e limitata (e ovunque si presentino situazioni agricole precarie), la possibilita' di realizzare progetti di riqualificazione boschiva, anche di tipo produttivo, non limitati alle aree di mitigazione a ridosso dell'infrastruttura, ma individuando e mettendo a sistema anche eventuali aree residuali non piu' produttive dal punto di vista agricolo; - in prossimita' dell'abitato di Traona, la possibilita' di predisporre, a carico del proponente ed in accordo con le parti, un progetto di riqualificazione agro forestale delle aree residuali poste tra l'Adda e la nuova strada; - la possibilita' di destinare l'area sita in prossimita' dell'inizio del viadotto «Adda-Bitto» (prog. 12+000 ca) a verde a servizio del comune di Cosio Valtellino; questa zona e' inserita nel P.R.G. come verde vincolato, in cui non e' consentita la costruzione di alcun manufatto abitativo o produttivo, per il valore di «polmone verde» che essa ricopre per i comuni di Cosio Valtellino e Morbegno. L'altezza dell'opera in questa zona impone una riflessione sull'impatto che ne deriva sull'area dei «prati del Bitto» posti in sponda sinistra dell'omonimo torrente. Vegetazione, flora e fauna ed ecosistemi. Si dovra' definire ed attuare il programma di monitoraggio ambientale, come previsto dallo s.i.a., coinvolgendo l'ente gestore della Riserva Lago di Mezzola-Pian di Spagna quale soggetto coordinatore degli Enti interessati e la Regione Lombardia D.G. Qualita' dell'ambiente. Si dovra' approfondire la conoscenza dei corridoi potenziali delle diverse specie faunistiche, per accertare che i sottopassi previsti siano in numero sufficiente e per meglio adattarne la tipologia costruttiva ed il posizionamento; tali sottopassi dovranno essere ben integrati nel paesaggio e sottoposti a continua manutenzione; inoltre dovranno avere un fondo in terreno vegetale, esser dotati esternamente di vegetazione invitante per la fauna, formata da specie autoctone, meglio se eduli; laddove possibile si dovra' creare una sorta di corridoio che accompagni gli animali all'ingresso del sottopasso, che dovra' avere una luce sufficiente per vedere l'uscita opposta. I sottopassi per la piccola fauna dovranno esser posti ogni 100 metri e dovranno avere caratteristiche congruenti con la piu' recente letteratura europea. In vicinanza di canalizzazioni e zone umide tali sottopassi dovranno essere posti ogni 20 metri. Si dovra' verificare l'eventuale interferenza dell'opera con specie «protette» (appartenenza a «Liste Rosse» o alle norme comunitarie di difesa della biodiversita) ed attuare i necessari interventi di mitigazione, compensazione e di monitoraggio. Si dovra' dettagliare, trasformando in progetto quel che nello s.i.a. compare come intento, gli interventi di riqualificazione delle rive dei campi e dei corsi d'acqua e la costituzione di «fasce naturali che svolgano la funzione di ponti biotiti». Si dovra' prevedere un'illuminazione tale da non inquinare le aree circostanti e non arrecare disturbo alla fauna. Si dovra' dotare le eventuali nuove linee elettriche di spirali bianche e rosse alternate lungo i cavi, cosi' da evitare casi di mortalita' dell'avifauna dovuta a collisione; per evitare possibili fenomeni di elettrocuzione si prescrive di dotare i tralicci elettrici di dissuasori posti tra i conduttori elettrici e/o di posatoi alternativi. Si dovra' attuare gli interventi di recupero delle aree di cantiere e delle cave di prestito, cosi' come indicato nel progetto, seguendo i criteri dell'ingegneria naturalistica ed utilizzando essenze autoctone. Si dovra' migliorare la funzionalita' ecologica del paleoalveo dell'Adda situato in comune di Gera Lario, a nord-est dell'area di cantiere i Fuentes, a testimonianza dell'antico corso dell'Adda, per una lettura geomorfologica del territorio. Si dovra' posizionare barriere anti-attraversamento per piccola fauna nel tratto in rilevato in comune di Piantedo, dove si segnalano movimenti importanti di Anfibi (Bufo bufo e Rana temporaria), cio' oltre alla recinzione prevista, realizzate in polimeri di calcestruzzo e convoglianti ai tunnel sottostradali, posizionati almeno ogni. 20 metri. Si dovra' prevedere impianti di macchie vegetali che si estendono per il massimo sviluppo possibile e che utilizzino specie autoctone di sicura provenienza (e' importante che tali impianti prevedano spazio sufficiente per il movimento della fauna, e che formino una quinta piu' alta lungo la strada per rendere piu' ospitale il nuovo habitat). Si dovra' connettere al territorio circostante, l'area interclusa tra la SS. 38 e il fiume Adda, in comune di Cosio Valtellina, dove si prevede «la creazione di lanche tipiche del bosco igrofilo». Nella Parco della Bosca, in quanto si ritiene che la compensazione individuata non sia accettabile poiche' esso costituisce un Parco locale di interesse sovracomunale esistente; tutti gli interventi in programma per quell'area, dovranno pertanto essere attuati come mitigazione, al fine di ricreare habitat riparali. Salute pubblica e rischio incidenti rilevanti. Non risulta posta in atto nello studio la verifica della presenza, lungo il tracciato di progetto, di aziende a rischio d'incidente rilevante ricadenti nel campo di applicazione del decreto legislativo n. 334/1999. Pertanto si dovra' condurre specifica e dettagliata verifica, anche in relazione agli adempimenti previsti dal citato decreto (v. in particolare l'art. 14) e dal decreto ministeriale lavori pubblici 9 maggio 2001. Al fine della tutela della salute dei lavoratori e della popolazione, dovra' essere condotta un'analisi puntuale delle caratteristiche dei siti di cantiere, con l'indicazione: dei tempi e delle modalita' di esecuzione dei lavori, delle emissioni previste in termini di rumore, vibrazioni, polveri e gas di scarico, delle conseguenti misure di mitigazione e protezione attive e passive, delle possibili sovrapposizioni degli effetti di altri cantieri eventualmente operativi in contemporanea. Rumore e vibrazioni. In mancanza di riferimenti specifici, le mitigazioni dovranno perseguire l'obiettivo del rispetto dei limiti di classificazione acustica, purche' la classificazione medesima sia conforme ai criteri definiti dalla regione Lombardia con la legge regionale n. 13/2001 e dettagliati nella D.G.R. VIIl/9776 del 5 marzo 2002. Dovra' essere predisposto, prima dell'entrata in esercizio dell'infrastruttura in progetto, un dettagliato programma di monitoraggio acustico post operam, con indicazione delle localizzazioni e modalita' dei rilievi fonometrici da realizzare per quantificare i livelli di immissione di rumore in corrispondenza dei recettori (con specifica attenzione a quelli residenziali e particolarmente sensibili) al fine di valutare l'efficacia delle opere di mitigazione previste per conseguire gli obiettivi di cui sopra, nonche' di consentire il dimensionamento, laddove necessario, di ulteriori interventi mitigativi; nel programma dovra' essere specificata la durata prevista del monitoraggio, valutata in funzione della numerosita' e complessita' dei rilievi fonometrici da eseguire. Il programma di monitoraggio dovra' essere presentato ai comuni ed alle strutture dell'ARPA territorialmente competenti, per le valutazioni di adeguatezza. Entro tre mesi dal termine del monitoraggio dovra' essere predisposta ed inviata ai comuni ed all'ARPA una relazione sugli esiti del monitoraggio, riportante anche le indicazioni sugli eventuali ulteriori interventi mitigativi ritenuti necessari; agli stessi soggetti dovra' essere inviato il progetto di tali interventi. Il gestore dell'infrastruttura dovra' curare la manutenzione delle opere di mitigazione acustica, con la sostituzione delle parti usurate o danneggiate con altre di prestazioni acustiche non inferiori, in modo da assicurare il perdurare nel tempo dell'efficacia dell'azione mitigante. Paesaggio. Area dello svincolo di Fuentes: si dovra' predisporre un elaborato tecnico di inserimento ambientale con descrizione dettagliata degli interventi di mitigazione previsti, in modo tale da definire esattamente la proposta, che dovrebbe assumere significati non solo funzionali anche alla luce della elaborata valutazione d'incidenza sul limitrofo pSIC; al riguardo si sottolinea che il luogo per vocazione potrebbe convenientemente essere assunto come «porta» di accesso alle specifiche realta' delle valli (Valchiavenna e Valtellina). Area di affiancamento al fiume Adda: si dovra' elaborare un adeguato numero di sezioni trasversali su tutto il tratto in affiancamento con l'Adda utili ad illustrare adeguatamente l'inserimento paesaggistico delle aree intercluse. In fase di progettazione esecutiva, dovranno essere curati l'inserimento ambientale e la qualita' progettuale delle opere d'arte da realizzarsi all'aperto (svincoli, ponti, viadotti e rilevati); in particolare per i ponti di attraversamento del fiume Adda (Cosio, Adda-Bitto, Adda Talamona); laddove tecnicamente possibile, si dovra' evitare di realizzare le pile in alveo e occorrera' elaborare ulteriori fotosimulazioni che permettono di valutare l'inserimento paesaggistico delle opere stesse. Le misure di mitigazione paesaggistica e gli interventi di ripristino, compensazione e restauro dovranno essere realizzati secondo una tempistica correlata con la costruzione delle opere stradali in modo che siano operative alla data di entrato in esercizio della nuova infrastruttura. Il tratto terminale delle gallerie dovra' essere sezionato seguendo il profilo del versante e dovranno essere utilizzate tecniche di stabilizzazione e consolidamento dell'ingegneria naturalistica. Laddove siano previsti interventi di arginatura dei corsi d'acqua, si dovranno applicare tecniche di ingegneria naturalistica. (Le suddette prescrizioni in fase esecutiva, prima della realizzazione delle opere, dovranno essere sottoposte alle valutazione e autorizzazione della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Milano, Bergamo, Como, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco e Lodi). Approfondire lo studio architettonico dei manufatti in modo da ottenere un miglior inserimento nel paesaggio, utilizzando altresi' materiali di rivestimento della tradizione locale. Al fine di un migliore inserimento paesaggistico, e' necessario che si abbia omogeneita' nella definizione della tipologia e delle lunghezze delle campate dei ponti e dei viadotti, evitando che il tracciato stradale possa essere caratterizzato da un «abaco» di tipi disomogenei ed evitando (per quanto riguarda il viadotto Fuentes) la realizzazione di «campate sfalzate». Si dovranno modellare - nei tratti in rilevato - le scarpate, ricorrendo ove possibile a pendenze limitate (escludendo in linea di massima la pendenza 2/3 proposta, poiche' troppo accentuata) che consentano un migliore e meno acclive raccordo con il piano campagna; cio' dovra' essere posto in atto in modo coordinato con gli interventi finalizzati alla mitigazione degli impatti sul comparto agricolo e sull'acustica si dovra' prevedere l'utilizzo di materiale vegetale che, oltre a consentire una mitigazione del tracciato stradale, permette un miglior consolidamento dei pendii. Relativamente ai tratti stradali piu' prossimi ai centri abitati, alle strutture rurali ed alle presenze residenziali isolate si' dovra', ove le condizioni lo consentano, ricorrere all'utilizzo di macchie arboree-arbustive che costituiscano «barriere verdi» anche a fini di assorbimento del rumore. Per quanto riguarda la realizzazione dei corridoi verdi previsti sui terreni agricoli, dovra' essere confermata la trama storica principale, mediante l'inserimento di strutture lineari realizzate con piantumazione a filare, evitando un'eccessiva parcellizzazione del tessuto agrario. I percorsi ciclopedonali (interferiti e di nuova previsione) dovranno essere pensati all'interno di un circuito omogeneo e continuo sul territorio, e non come episodi isolati. Dovranno essere realizzate, nei casi ove risulta materialmente impossibile intervenire con pluralita' di strumenti meno impattanti, barriere fonoassorbenti meglio integrate con il corredo di sicurezza della strada e con sviluppo complessivo piu' contenuto, ferma restando la necessita' di difendere adeguatamente i recettori sensibili. Nella definizione dei materiali, per quanto riguarda le barriere antirumore, si dovra' cercare una migliore armonia con il contesto di riferimento; tale ridefinizione appare tanto piu' urgente se si assume a pieno titolo l'esigenza di minimizzare la complessiva emergenza del manufatto. Prescrizioni da sviluppare in fase di cantierizzazione. Per «il cantiere logistico e cantiere operativo n. 2 di Delebio» essendo inserito in un contesto paesaggistico di pregio si dovra' traslare specularmene nell'ambito delle urbanizzazioni produttive di Andalo/Delebio e schermato su tutti i lati con una quinta vegetale. Il cantiere operativo n. 4 (area Bitto) dovra' essere collocato nell'ambito di fronte, che risulta gia' compromesso dalle urbanizzazioni e infrastrutturazioni piu' recenti. Per l'area del cantiere n. 6 Tartano, oltre al recupero dell'area stessa, si dovra' prevedere l'attuazione dell'opere necessarie alla realizzazione del «Parco dell'Adda in comune di Talamona». La realizzazione delle piste di cantiere dovra' essere limitata il piu' possibile cercando di sfruttare al massimo tracciati locali esistenti, e in ogni caso, ad opere ultimate, si dovra' provvedere al ripristino dello stato dei luoghi mediante ricostruzione del profilo originario del sito e ripristino della vegetazione preesistente». (Le suddette prescrizioni in fase esecutiva, prima della realizzazione delle opere, dovranno essere sottoposte alle valutazione e autorizzazione della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Milano, Bergamo, Como, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco e Lodi). Tenuto conto del rischio archeologico presente nell'area gli scavi e i movimenti di terra relativi al tratto in corrispondenza dello svincolo di Fuentes, dovranno essere eseguiti sotto sorveglianza di operatori archeologici appartenenti a ditte specializzate che agiranno sotto la direzione della Soprintendenza archeologica. Si prescrive che, compatibilmente con le condizioni geomorfologiche del terreno, siano effettuate preliminarmente prospezioni geofisiche, onde procedere successivamente ad indagini archeologiche mirate. Si dovra' predisporre un piano di circolazione dei mezzi d'opera in fase di costruzione, che abbia valenza contrattuale e che contenga i dettagli operativi di questa attivita' in termini di: - percorsi impegnati; - tipo di mezzi; - volume di traffico, velocita' di percorrenza, calendario e orari di transito; - percorsi alternativi in caso di inagibilita' temporanea dei percorsi programmati; - percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate; - messa in evidenza, se del caso, delle misure di salvaguardia degli edifici sensibili. Si dovra' prevedere per la fase di scavo delle gallerie: - la verifica puntuale della stabilita' delle zone di imbocco con particolare riguardo agli effetti provocati da eventuali depressioni do escursioni di livello delle falde in esse contenute; - la caratterizzazione degli acquiferi interferiti dall'opera con indagini geognostiche, anche di tipo geofisico; - la predisposizione, allo sbocco delle gallerie, di una stazione di misura delle acque eventualmente drenate; - la redazione di un protocollo procedurale relativo alla gestione delle emergenze dovute alla captazione delle acque; - un sistema di raccolta delle acque inquinate da oli, carburanti ed altri inquinanti in maniera tale che essi non contaminino le eventuale venute di acqua di falda; - la definizione delle misure di compensazione ambientale degli abbassamenti della falda; - l'adozione di tutti gli accorgimenti idonei ad evitare che, in fase di scavo e nelle fasi successive, si verifichino abbassamenti permanenti della falda, con conseguenti impatti sull'ambiente esterno. Dovra' essere comunicato all'Agenzia Interregionale per il fiume Po di Cremona la data d'inizio lavori per l'esercizio delle competenti attivita' di sorveglianza. li soggetto attuatore dovra' altresi' ottemperare a quanto verra' disposto, nel corso dei lavori, dall'AIPO per una corretta funzionalita' dell'opera nei riflessi del buon regime del corso d'acqua per la tutela delle opere idrauliche e della pubblica incolumita'. Resta altresi' inteso che, per quanto non espressamente prescritto, sono fatte salve e riservate le norme di cui al testo unico 25 luglio 1904, n. 523, con particolare riferimento alle distanze minime consentite delle pile dei viadotti dal piede dei rilevati arginali comunque classificati. Per il reperimento in cava del materiale inerte eventualmente aggiuntivo rispetto a quello proveniente da scavi o smarino, qualora non vi sia disponibilita' in siti estrattivi gia' esistenti si dovra' applicare l'art. 38 della Is. 8 agosto 1998, n. 14 secondo i criteri di cui alla D.G.R. n. V1J33965 del 29 dicembre 1997. Sono fatte salve le disposizioni di cui all'art. 35, commi 2 e 3, della stessa legge regionale n. 14/1998 qualora si intenda riutilizzare eventuali materiali litoidi di risulta al di fuori del cantiere di produzione. L'eventuale estrazione di materiali nelle aree di pertinenza fluviale delimitate come da Norme di attuazione del Piano stralcio per l'Assetto idrogeologico dovra' essere subordinata alla predisposizione di uno specifico programma che garantisca che gli interventi estrattivi rispondano alle prescrizioni e ai criteri di compatibilita' fissati da detto Piano. Al termine dei lavori tutte le strade provinciali e comunali utilizzate per accesso ai cantieri e il transito di mezzi d'opera dovranno essere restituite agli enti proprietari nella loro piena integrita' fisica e funzionale, agli effetti dell'eventuale usura della carreggiata e delle relative pertinenze. In particolare, in comune di Rogolo, si dovra' provvedere al ripristino dei collegamenti con l'attuale SS. n. 38. In frazione di Cosio Valtellino: il progetto garantisce la fruibilita' dei collegamenti esistenti, dei quali si prescrive l'adeguato ripristino a seguito dell'utilizzo nel corso dei lavori. Qualora emergesse la necessita' di estrarre materiale litoidi nelle aree di pertinenza fluviale delimitate dalle fasce PAI, dovra' essere predisposto uno specifico Piano che garantisca che gli interventi estrattivi rispondano alle prescrizioni ed ai criteri di compatibilita' fissati dalle NTA del PAI. Si dovra' elaborare in sede di progetto esecutivo un piano dettagliato della cantierizzazione che definisca l'approntamento, la gestione (rumore, polveri, governo delle acque, stoccaggio dei materiali e dei rifiuti, collocazione di eventuali distributori di carburante per i mezzi d'opera, impatti sugli ecosistemi all'intorno) e la sistemazione Finale delle aree da utilizzare, la viabilita' di accesso e il cronoprogramma dei lavori. Durante le fasi di costruzione dovranno essere messi in atto tutti gli accorgimenti e le cautele necessarie a garantire la massima protezione della falda; l'eventuale localizzazione in zone di rispetto di pozzi per uso potabile e' subordinata ad una verifica della compatibilita' dell'intervento con lo stato di vulnerabilita' delle risorse idriche sotterranee; e' da escludere la collocazione di cantieri e depositi nelle zone di tutela assoluta (v. art. 21 del decreto legislativo n. 152/1999); si dovra' porre, in ogni caso, la massima attenzione nello smaltimento delle acque provenienti da lavorazioni, lavaggio di materiali inerti prodotti negli impianti di frantumazione e selezione, lavaggio di automezzi. Al fine di garantire la tutela del suolo e sottosuolo, al termine dei lavori dovra' essere verificata l'assenza di contaminazioni nei terreni occupati dai cantieri e, se necessario,si dovra' procedere a tempestiva bonifica, prima dell'accurata sistemazione finale. Nel posizionamento delle pile dei viadotti si dovra' contenere al minimo il danneggiamento del terreno agricolo circostante; il posizionamento dei piloni dei ponti dovra' essere effettuato al di fuori del periodo di maggiore criticita' per l'ittiofatma presente (novembre-aprile), in quanto tali interventi, come gli scavi in alveo, creano torbidita' minacciandone la capacita' di riproduzione, il periodo ideale in cui intervenire sui corsi d'acqua e' tra dicembre e febbraio. La movimentazione dei mezzi dovra' garantire il minor danno possibile alla vegetazione presente. In particolare, lungo le rive del fiume Adda, cosi' come lungo i corsi d'acqua minori interferiti dal progetto, si dovra' evitare di danneggiare gli argini e causare torbidita' alle acque. Laddove siano previste arginature dei corsi d'acqua, si dovranno applicare tecniche di ingegneria naturalistica. In corrispondenza del cantiere di attacco delle gallerie Selva Piana e Paniga, si dovra' evitare il deposito di materiali ed la sosta di automezzi per tempi prolungati, al fine di non danneggiare ulteriormente le aree boscate. L'illuminazione dei cantieri dovra' essere limitata allo stretto necessario e comunque sempre rivolta verso terra per non arrecare disturbo alla fauna notturna, particolarmente per cantieri di attacco alle gallerie e per il cantiere 1 (Fuentes). Il tracciamento delle piste di cantiere dovra' seguire il percorso meno dannoso per gli habitat esistenti. La sistemazione di scarpate e versanti, in particolare agli imbocchi delle gallerie, dovra' privilegiare le tecniche di stabilizzazione e consolidamento dell'ingegneria naturalistica, compatibilmente con la necessita' di realizzare strutture in grado di sopportare le sollecitazioni previste. Le opere inerenti le fasi di cantiere e quindi le aree necessarie allo stesso, dovranno essere ripristinate, prima della fine dei lavori, mediante rimboschimento, ripiantumazione ed inerbimento, ponendo particolare attenzione alla salvaguardia delle preesistenze naturalistiche del luogo e garantendo la sopravvivenza del cotico erboso da utilizzare nei ripristini. Il progetto dovra' quindi indicare gli elementi vegetali da salvaguardare in modo specifico, i mezzi da adottare allo scopo e le precauzioni generali da assumere per minimizzare gli effetti nocivi. Per ogni intervento di ripristino, dovranno essere utilizzate specie vegetali esclusivamente autoctone, di sicura provenienza. E' opportuno che il controllo e la manutenzione del verde inserito nella realizzazione del progetto continuino per almeno dieci anni al fine di assicurare la buona riuscita delle opere di mitigazione. Laddove la definizione del tracciato comporti l'inevitabile abbattimento di vegetazione naturale preesistente, dovranno essere necessariamente previste misure compensative del danno deteiuuinato, mediante opere di riforestazione o di ricostruzione di cenosi vegetali tipiche, su superfici almeno equivalenti a quelle oggetto d'alterazione. Dovranno essere previste ed immediatamente realizzate le opere di schermatura quali quinte verdi, piccoli rilevati in terra ecc., atte a minimizzare l'impatto visivo a scala paesistica del cantiere d'attacco alle gallerie e per la realizzazione del viadotto Cermoledo. Riguardo ai processi di lavoro termici e chimici, per le opere di pavimentazione e impermeabilizzazione, si prevedra' la riduzione della temperatura di lavoro mediante la scelta di opportuni leganti, nonche' l'impiego di caldaie chiuse con regolazione della temperatura. Il materiale sciolto depositato in cumuli dovra' essere protetto da barriere, e opportunamente umidificato in caso di vento superiore ai 5 m/sec; in una zona non protetta, vicino agli uffici della direzione dei lavori di cantiere, dovra' essere installato un adeguato sistema anemometrico; per il trattamento del materiale si adotteranno cautele quali l'agglomerazione della polvere mediante umidificazione e la movimentazione con scarse altezze di getto, basse velocita' di uscita e contenitori di raccolta chiusi; eventuali tramogge o nastri trasportatori di materiale sfuso o secco di ridotte dimensioni granulometriche, dovranno essere opportunamente dotati di carter. L'impianto di betonaggio dovra' essere provvisto di schermature e sistemi atti a contenere le emissioni diffuse di polveri, prevedendo l'esecuzione delle diverse fasi della produzione, del carico e dello scarico in circuito chiuso, captando e convogliando gli effluenti ad un sistema di abbattimento delle polveri con filtro a tessuto; analogamente si operera' per i silos di stoccaggio. Si dovranno utilizzare mezzi di trasporto con capacita' differenziata, in modo da ottimizzare i carichi sfruttando al massimo la capacita' stessa; in uscita dai cantieri dovra' essere collocata una postazione di lavaggio delle ruote e della carrozzeria dei mezzi, per evitare dispersioni di materiale polveroso lungo i percorsi stradali; si limitera' opportunamente la velocita' sulla piste di cantiere, indicativamente a 30 km/h. Si dovranno impiegare gruppi elettrogeni, macchine e apparecchi di lavoro con caratteristiche tali da ottenere le massime prestazioni energetiche e minimizzare le emissioni in atmosfera, compresa l'alimentazione dei motori diesel con carburanti a basso tenore di zolfo. Si dovranno adottare sistemi in circuito chiuso per il carico del carburante dall'autocisterna al serbatoio di stoccaggio; per il rifornimento dei veicoli si utilizzeranno sistemi di erogazione dotati di tenuta sui serbatoi e contemporanea aspirazione e abbattimento dei vapori mediante carboni attivi. Nella documentazione di appalto dovranno essere inseriti impegni a: - limitare l'attraversamento da parte dei mezzi pesanti di aree secche e polverose, mantenere queste ultime a regime umido, coprire i materiali trasportati, lavare le ruote degli autocarri; - contenere le immissioni di rumore e vibrazioni, anche con la realizzazione di specifiche barriere antirumore lungo il perimetro dei cantieri; - attivare tutte le procedure atte alla salvaguardia delle acque di falda nei confronti di accidentali sversamenti di sostanze inquinanti sul suolo e/o nel sottosuolo e disciplinare l'emungimento e lo scarico delle acque provenienti dalla falda subsuperficiale, qualora ne sia previsto l'aggottamento. Si dovra' dettagliare la previsione del carico generato sulla viabilita' locale, e quindi gli interventi di minimizzazione degli impatti, soprattutto mediante una opportuna scelta e verifica, in accordo con i Comuni, degli itinerari dei mezzi d'opera. Si dovra' fornire un esame piu' approfondito delle problematiche connesse al posizionamento dell'area di cantiere prossima alla riserva naturale del Lago di Mezzola e Pian di Spagna. Parte 2ª RACCOMANDAZIONI Si esprimono, inoltre, le seguenti raccomandazioni. Nella zona in localita' Prati del Bitto in comune di Casio Valtellino tra i km 12+040 e km 12+339 si dovra' valutare la possibilita' di previsione di una riduzione del tratto in rilevato a favore della soluzione in viadotto. Per quanto riguarda le numerose opere d'arte necessarie, si invita a limitare le trasformazioni dell'alveo e la presenza di piloni per ponti, che questi ultimi vengano attentamente progettati per minimizzare il rapporto con il paesaggio. Anche la piantumazione di nuove essenze arboree come opera di mitigazione dovra' essere valutata in modo tale da non accentuare barriere visuali o alterare coni prospettici; a questo proposito, si consiglia l'uso di essenze autoctone. Assicurarsi che il realizzatore dell'infrastruttura possegga o, in mancanza, acquisisca, per le attivita' di cantiere anche dopo la consegna dei lavori e nel piu' breve tempo possibile, la Certificazione ambientale n. 14001 o la registrazione ai sensi del Regolamento CEE 761/2001 (EMAS). Verificare la possibilita' che le interferenze con l'area destinata a servizi, prevista dal P.R.G. del comune di Rogolo, trovino una soluzione condivisa con l'amministrazione locale. Armonizzare gli interventi, in fase di costruzione ed in quella di esercizio, con le indicazioni del Piano del «Parco dell'Adda e della pineta del Tartano», previsto dal P.R.G. del comune di Talamona ed attualmente in corso di approvazione. Ridurre le interferenze tra le attivita' e le opere, sia in fase di costruzione che di esercizio, con i «corridoi ecologici» di collegamento tra i siti pSIC esistenti nei pressi dell'area interessata dal tracciato, studiando caso per caso le misure migliorative. In analogia con quanto disposto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 459/1998 per l'inquinamento acustico derivante dal traffico ferroviario, nei casi in cui, per ragioni tecniche o economiche, per assicurare il rispetto dei limiti di immissione di rumore non sia possibile o conveniente mitigare alla sorgente o lungo il percorso di propagazione, possa essere ritenuto accettabile, in alternativa, la mitigazione con opere di fonoisolamento recettore, valutata la sensibilita' dello stesso e a condizione di assicurare all'interno dell'ambiente abitativo livelli di rumore compatibili con alla sua fruizione, nonche' un adeguato cambio d'aria e raffrescamento. In base ad un'analisi costi/benefici, si potra' valutare laddove appaia opportuno, se mitigare ulteriormente per conseguire l'obiettivo qualitativamente piu' significativo di contenimento dell'incremento del livello equivalente di immissione post operam, rispetto all'ante operam, al fine di non peggiorare eccessivamente il clima acustico in corrispondenza dei recettori. Allegato A ----> Vedere a pag. 29 <---- Allegato B ----> Vedere a pag. 30 <----