(all. 1 - art. 1)
                                                           Allegato 1

                                                 DELIBERA n. 151/2005

        PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO
                DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

                              Parte 1ª
                            PRESCRIZIONI

Prescrizioni da sviluppare nella redazione del progetto esecutivo.
Prescrizioni di carattere progettuale.
    Area svincolo di Cosio: si prescrive lo sviluppo di una soluzione
progettuale  che  preveda  la  realizzazione  di  un  nuovo  ponte in
affrancamento  con  l'esistente,  valutando  l'eventuale  demolizione
dello  stesso;  la  rampa  di  svincolo per Cosio, da innestare sulla
rotatoria,  dovra' utilizzare il sedime della viabilita' esistente in
lato  nord  all'asse  di  progetto,  per poi raccordarsi con il nuovo
ponte (vedi «Allegato - schema A»).
    Dalla  chilometrica  11+241  alla  chilometrica  11+470:  per  la
muratura di sostegno in c.a. a tutta altezza prevista per il rilevato
di   approccio   al   ponte   sul  canale  Orobia,  si  prescrive  la
realizzazione di rivestimento in pietra al paramento verticale ovvero
la  sostituzione  con  uno  in  terra  armata  al  fine di migliorare
l'inserimento nel contesto ambientale.
    Confluenza Bitto-Adda: dovranno essere prodotte delle descrizioni
dettagliate  degli  interventi di regimazione del torrente Bitto alla
confluenza  con  fiume  Adda  che  dovranno  privilegiare tecniche di
ingegneria  naturalistica;  il  progetto  dovra' dettagliare anche le
altre  opere realizzate in alveo e descrivere le opere di mitigazione
degli impatti prodotti sul corso d'acqua.
    Svincolo  del Tartano: al fine di ridurre l'impatto paesaggistico
che  l'opera  determina in questa area a scarsa antropizzazione ed ad
alta  naturalita',  si  prescrive  una  semplificazione  e  riduzione
dimensionale dello svincolo sviluppando una soluzione progettuale che
elimini  la  rotatoria a nord, di innesto sulla SS 38, e modifichi la
rampa  di  accesso  alla carreggiata nord in modo da innestarla sulla
rotatoria  sud  della  SS 38 con adeguamento della stessa (tale rampa
sottopassa   il   previsto  viadotto  dell'asse  di  progetto)  (vedi
«Allegato I - schema B»).
    (Le   suddette   prescrizioni  in  fase  esecutiva,  prima  della
realizzazione   delle   opere,   dovranno   essere   sottoposte  alle
valutazioni   autorizzazioni   della   Soprintendenza   per   i  beni
archeologici  e per il paesaggio per le province Milano, Como, Pavia,
Sondrio, Varese, Lecco e Lodi).
    Per  i  raccordi  dello svincolo del Tartano, al fine di renderli
piu' permeabili e di limitare le interazioni con i deflussi idraulici
del  Fiume Adda e del Torrente Masino, si prescrive di introdurre dei
tombini nei terrapieni delle rampe.
    Si  dovra'  prevedere,  nel  tratto  in  rilevato  tra  Rogolo  e
Morbegno,  dei sottopassi idraulici ed ecologici in corrispondenza di
ogni compluvio o canale di deflusso laterale.
    Si dovranno redigere gli elaborati in conformita' alle specifiche
del Sistema cartografico di riferimento.
    Gli  Enti  locali,  a  seguito  dell'approvazione del progetto da
parte  del CIPE, dovranno provvedere all'adeguamento delle previsioni
urbanistiche  e  alle  occorrenti  misure  di salvaguardia delle aree
impegnate dall'infrastruttura e dalle relative fasce di rispetto.
    In  corrispondenza  dell'attraversamento del Torrente Bitto, alla
confluenza con il Fiume Adda, dovranno essere realizzate dal Soggetto
attuatore  tutte  le  opere  idrauliche  cosi' come evidenziate dagli
elaborati  grafici  in  progetto; si segnala, infatti, che allo stato
attuale  solo  una  parte  ditali  opere  sono  finanziate  (per Euro
250.000,  a  valere  sulle  risorse ex legge n. 102/1090) su proposta
della Provincia di Sondrio.
    In   relazione  alle  condizioni  di  sicurezza  strutturale  dei
viadotti  di  attraversamento,  dei  viadotti in fascia e delle opere
collegate si dovra' approfondire, in sede di progettazione esecutiva,
le valutazioni sugli effetti localizzati dovuti alle azioni dinamiche
e statiche delle acque di piena anche per l'effetto combinato di pile
vicine  o  per  amplificazione dei fenomeni dovuta all'interessamento
dei   plinti,  al  fine  di  individuare  le  piu'  idonee  soluzioni
strutturali.
    Il  progetto  di  eventuali  opere  in  alveo nei tratti fluviali
interessati  dalle  nuove  infrastrutture dovra' essere redatto ad un
dettaglio non inferiore a quello delle opere strutturali.
    Prima   dell'inizio   dei  lavori  dovra'  essere  predisposta  e
consegnata all'Autorita' di bacino del Fiume Po la verifica idraulica
relativa   alle   diverse   fasi  significative  di  costruzione  dei
manufatti,   tenendo  conto  delle  opere  provvisorie  eventualmente
inserite nella regione fluviale.
    Il  dimensionamento  delle  opere atte a garantire la continuita'
idraulica  del  reticolo  superficiale,  demandato alla progettazione
esecutiva,   dovra'   essere   condotto   tenendo  conto,  oltre  che
dell'attuale  regime  idraulico  dei  corsi  d'acqua  e  dei fossi di
bonifica, anche di eventuali variazioni indotte dall'opera stessa.
    In  frazione  Piagno, al km 7+435, si dovra' provvedere creazione
di una strada di accesso parallela al fosso con aumento della sezione
dello scatolare ivi previsto.
    In  frazione  Cosio,  dal  km  11\div 020 al km 10+980, si dovra'
provvedere  al  mantenimento  del  fosso  di  bonifica esistente (non
segnalato  nel  progetto)  mediante  l'inserimento  di  un  opportuno
scatolare.
    Comuni  di  Gera  Lana  e  Piantedo: il progetto proposto e' gia'
stato  raccordato  con  gli interventi di urbanistico delle limitrofe
aree  comunali e quindi non si dovra' procedere a modifiche tracciati
salvo preventiva concertazione.
    In   relazione  alle  condizioni  di  sicurezza  strutturale  dei
viadotti  di  attraversamento,  dei  viadotti in fascia e delle opere
collegate   si   dovranno  approfondire,  in  sede  di  progettazione
esecutiva,  le  valutazioni  sugli  effetti  localizzati  dovuti alle
azioni  statiche e dinamiche delle acque di piena anche per l'effetto
combinato  di  pile  vicine  o per amplificazione dei fenomeni dovuta
all'interessamento  dei plinti, al fine di individuare le piu' idonee
soluzioni strutturali.
    Prima dell'inizio dei lavori, si dovranno produrre:
      - la    verifica   idraulica   relativa   alle   diverse   fasi
significative  di costruzione dei manufatti tenendo conto delle opere
provvisorie eventualmente inserite nella regione fluviale;
      - un progetto di dettaglio delle opere in alveo necessarie alla
difesa idraulica delle aree circostanti l'intervento, alla protezione
dei  manufatti  stradali, alla mitigazione degli impatti prodotti sul
corso d'acqua;
      - delucidazioni  in  merito  al calcolo del massimo scalzamento
prevedibile  delle  fondazioni  delle  pile, esplicitando se e' stato
realizzato  facendo  riferimento all'ingombro della pila, senza tener
conto della presenza del plinto;
      - calcolo  del massimo scalzamento prevedibile delle fondazioni
delle pile del viadotto Valtellina, previsto in quanto localizzato in
fascia A;
      - l'analisi  delle dinamiche locali della corrente di piena per
i viadotti «Adda-Bitto» e «Adda-Talamona», considerando il fatto che,
essendo  costituiti  da  due  carreggiate separate e indipendenti, le
coppie di pile determinano un effetto combinato;
      - spiegazioni  in  merito  alla  scelta  di realizzare opere di
protezione delle sponde, a monte e a valle degli attraversamenti, con
massi sciolti;
      - la  valutazione  degli  effetti  dovuti  a  tiranti  idrici e
velocita'  elevate  riscontrabili  durante il deflusso e l'espansione
della  piena  nel  tratto  tra le prog. km 1+400 e km 3+290, posto in
fascia B.
    Qualora  dalle  analisi  su richiamate emergessero profondita' di
erosione  maggiori  del previsto, per l'effetto combinato dovuto alla
presenza  di  pile  vicine o per l'amplificazione dei fenomeni dovuta
all'interessamento  dei  plinti, i pali di fondazione dovranno essere
calcolati  considerandoli  scoperti per la quota parte corrispondente
alla maggiore profondita' di erosione.
    Si  dovra' provvedere alla realizzazione di opere di contenimento
dei livelli in corrispondenza dei limiti di progetto tra le fasce B e
C,  tra  le sezioni 212-214 e 228-232, la cui necessita' emerge dalle
simulazioni idrauliche effettuate.
    Si  dovranno  prevedere  degli  approfondimenti, da sviluppare in
sede  di  progetto  esecutivo,  di  tipo  qualitativo  e quantitativo
sull'utilizzo  dei  materiali  inerti  al fine di poter valutare piu'
dettagliatamente  sia il fabbisogno, che le effettive possibilita' di
riutilizzo dei volumi di scavo.
    Si dovra' tenere conto, se del caso, delle prescrizioni riportate
nella  circolare  n.  8  146/394/4422  del  9 agosto 2000 dello Stato
maggiore  difesa  in  terna  di  segnalazione delle opere costituenti
ostacolo alla navigazione aera a bassa quota.
    Si  dovra' rispettare quanto specificato nel decreto ministeriale
lavori  pubblici  4 maggio  1990  per quanto riguarda i sottopassi di
altezza libera inferiore a metri 5.
    Comune  di Andalo Valtellino: per quanto riguarda la problematica
inerente  la  presenza. di un'attivita' di tiro a volo sul territorio
comunale  ed  interessata dal tracciato stradale, si dovra' procedere
all'acquisizione  delle aree secondo le normative vigenti. Al fine di
mitigare   l'eventuale  disagio  arrecato  alla  collettivita'  dalla
supposta  limitazione dell'attivita' sportiva svolta si invita l'ANAS
a promuovere un accordo con Regione Lombardia, provincia di Sondrio e
comune   di   Andalo   Valtellina   per  una  diversa  localizzazione
dell'impianto.  Qualora  tale  accordo non si concluda entro sei mesi
dalla  data  della  presente  deliberazione  CIPE di approvazione del
progetto  si  procedera'  nei  termini  di  legge  in  merito al solo
esproprio ed indennizzo delle aree e attivita' connesse.
    Si  dovra'  sviluppare  in  fase  di  progettazione  esecutiva le
problematiche  conseguenti  alle  dinamiche  del  trasporto solido in
corrispondenza  del  viadotto  situato  a  valle della confluenza del
Bitto.
    Si  dovra'  sviluppare  in  fase  di  progettazione  esecutiva le
arginature delle opere idrauliche interferenti con l'intervento.
    In particolare in sede di progettazione esecutiva con la societa'
Edison   si  dovranno  verificare  le  possibilita'  progettuali  per
minimizzare  le  interferenze  reciproche  e  limitare  i  costi e le
problematiche    temporali;    quindi    si    dovra'   regolarizzare
l'interferenza  con  la linea a 132 KV in corrispondenza dell'imbocco
della galleria Selva Piana lato Colico.
    In  sede  di  progettazione  esecutiva  con  la  societa' SNAM si
dovranno  verificare  le  possibilita' progettuali per minimizzare le
interferenze  reciproche  e  limitare  i  costi  e  le  problematiche
temporali tramite un'apposita convenzione con il soggetto proponente.
    In  sede  di progettazione esecutiva e' necessaria la definizione
dell'interferenza  in  corrispondenza  della  galleria di derivazione
della Centrale Enel di Monastero tra km 13,400 e 15,800.
    Comuni  di  Pianedo:  attraversamento  con  viadotto  al Km 3+600
circa.  Le  interferenze  dovranno  essere  risolte  nel rispetto del
decreto  ministeriale  n.  449  del  21   marzo  1988,  e  successive
modificazioni
    Comune  di  Cosio Valtellino: attraversamento con cavalcaferrovia
al  km  11+300  circa.  Le  interferenze  dovranno essere risolte nel
rispetto  del  decreto  ministeriale  n.  449  del  21  marzo 1988, e
successive modificazioni.
    Nella  progettazione esecutiva sara' necessario tener conto delle
indicazioni contenute:
      - nell'istruzione  n.  44/a  «Criteri  generali  e prescrizioni
tecniche   per  la  progettazione,  l'esecuzione  e  il  collaudo  di
cavalcavia  e  passerelle pedonali sovrapassanti la sede ferroviaria»
delle ferrovie dello Stato;
      - nel  testo  aggiornato  al 13 gennaio 1997 dell'Istruzione n.
USC/PS-OM/2298   del   2 giugno   1995   dell'ex  Area  ingegneria  e
costruzioni  delle  Ferrovie dallo Stato S.p.a. «Sovraccarichi per il
calcolo  dei  ponti  ferroviari  -  istruzioni  per  la progettazione
l'esecuzione e il collaudo».
    Tutta  la  nuova  illuminazione  pubblica  stradale, in vicinanza
della  linea  ferroviaria,  dovra'  essere schermata lato ferrovia ed
inoltre  dovranno  essere  posti in opera degli adeguati accorgimenti
per  impedire  che  i fari degli automezzi possano essere di disturbo
alla circolazione ferroviaria.
    A  norma  dell'art.  15 della legge n. 210 del 17 maggio 1985, si
prescrive  il  diniego  alla  sottrazione  delle  aree  di proprieta'
ferroviaria   che   saranno   interessate  dagli  interventi  perche'
costituenti  la  sode  della linea Colico-Sondrio. Qualora, pero', si
possa  accertare  la  compatibilita'  delle  opere  con  gli impianti
ferroviari  esistenti, le sopraccitate Aree strumentali all'esercizio
ferroviari  potranno essere interessate solo dopo aver stipulato, con
gli  Enti  preposti,  una convenzione per regolare reciproci rapporti
che si verranno a determinare per la realizzazione ed il mantenimento
delle opere stesse.
    Il   dimensionamento   delle   vasche   di   prima   pioggia,  in
corrispondenza  dello  svincolo  di  Fuentes, dovra' tenere in debita
considerazione   la  criticita'  dei  canali  ricettori  di  bonifica
distinti, Fossa Spagnola e canale di Fuentes, il cui deflusso e' gia'
ampiamente  condizionato  dalla  portata  del canale Borgo Francane e
dall'innalzamento  dei  livelli  del Lago di Como, al fine di evitare
ulteriori  ripercussioni  sulle  portate  di massima piena dei canali
interessati.
    Per  problemi  di  sicurezza  si dovra' prevedere il tombinamento
completo  della  Fossa Spagnola per il tratto che interferisce con il
Progetto. La larghezza dello stesso verra' portata a quattro metri.
    Si   dovra'   verificare,  in  sede  di  progetto  esecutivo,  la
necessita'  di  incrementare  la  sezione di tutti i tombotti in base
all'attuale effettiva sezione idraulica degli stessi.
Prescrizioni di carattere ambientale
Elementi di carattere generale.
    Definire  gli  interventi di ripristino per i siti occupati dalle
aree  di  cantiere  previste  in  progetto,  anche  se non soggette a
vincoli  particolari,  favorendo  l'eliminazione  delle situazioni di
degrado attualmente esistenti..
    Sviluppare  le  opere  di  sistemazione  a  verde,  di ripristino
ambientale  e  di  rinaturazione  previste in progetto, applicando le
tecniche dell'ingegneria naturalistica e assumendo come riferimento:
      - «Linee  guida  per  capitolati  speciali  per  interventi  di
ingegneria  naturalistica  e  lavori  di opere a verde» del Ministero
dell'ambiente, Servizio VIA, settembre 1997;
    ed altri manuali qualificati quali, ad esempio:
      - «Quaderno  delle  opere  tipo  di  ingegneria  naturalistica»
regione Lombardia, 2000;
      - «Atlante  delle  opere  di  sistemazione  dei versanti» APAT,
2002;
      - «Manuale di ingegneria naturalistica» regione Lazio, 2001.
    Predisporre  il  Progetto  di monitoraggio ambientale, secondo le
Linee  guida  redatte  dalla  Commissione speciale VIA con i relativi
costi.
    Anticipare, per quanto possibile, la realizzazione delle opere di
mitigazione  e  compensazione  ambientale  rispetto  al completamento
dell'infrastruttura.
    Predisporre quanto necessario per adottare, entro la consegna dei
lavori,  un  Sistema  di  gestione ambientale conforme alla norma ISO
14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001).
    Rimandando  agli  elaborati  dello  s.i.a. per la descrizione, lo
sviluppo  progettuale  delle  azioni  ed  interventi di mitigazione e
dovra' essere operato al livello dell'esecutivo.
    Si  conferma  pertanto  che, dato che nel progetto e nello s.i.a.
sono  proposti  sostanzialmente  interventi  di mitigazione a ridosso
dell'infrastruttura  o  in  aree  intercluse  dalle  opere stesse, si
dovra',  in  accordo  e  su indicazione delle Comunita' montane e dei
comuni,  operare uno sforzo di ricerca di aree sulle quali realizzare
interventi  di  rinaturalizzazione  in  funzione  di  un  complessivo
aumento della potenzialita' biologica dell'area.
    Per le aree di mitigazione, che si riconfermano secondo progetto,
si  prescrive  l'istituzione  di un Osservatorio ambientale presso la
Regione  Lombardia  per la puntuale definizione degli interventi, per
le  verifiche  di  attuazione  degli  interventi e per promuovere una
collaborazione  a  riguardo  con  gli enti locali, gestori delle aree
protette, il soggetto attuatore ed i privati interessati dalle aree.
    Per  la  disponibilita'  delle aree su cui realizzare le opere di
mitigazione,  il soggetto attuatore dovra' operare, ove e' possibile,
tramite  convenzionamento  con i proprietari delle arre stesse invece
che procedere all'esproprio.
Atmosfera.
    Estendere  la  realizzazione  di  «fasce  vegetative»  o di altri
sistemi  di  protezione,  in  tutte  le  zone  in cui si manifesti la
necessita' di tutelare ricettori sensibili dalla ricaduta di sostanze
inquinanti e polveri prodotte dal traffico veicolare, in maniera tale
che in nessun punto del tracciato vengano superati i limiti di legge,
anche in fase di cantiere.
    E'  necessario che venga condotto, sia ante operam che in fase di
esercizio  della  nuova  strada,  un  monitoraggio  degli inquinanti,
concordandone  il  piano,  la  tipologia  e  le caratteristiche della
strumentazione  da utilizzare (laboratorio mobile, centraline fisse),
i  manuali  di  gestione  e  tutte  le  procedure  da adottare, con i
competenti  Dipartimenti  dell'ARPA  Lombardia,  cui  dovranno essere
trasmessi i dati rilevati per la loro validazione.
    Sul  piano  progettuale,  e' necessario verificare che le zone di
svincolo siano tali da consentire una velocita' di percorrenza idonea
a  ridurre  il  piu'  possibile la produzione di inquinanti derivanti
dallo stazionamento di veicoli con motori accesi.
    Si  dovranno  realizzare,  laddove possibile, lungo il nuovo asse
stradale e in particolare nei punti critici (vicinanza di abitati) in
coordinamento  anche  con gli aspetti acustici e alfine di trattenere
le  polveri, dispositivi arborei (fascia di 15 m composta da 5 filari
di essenze d'alto fusto latifoglie) ai lati della strada.
Tutela ambiente idrico.
    Approfondire  gli aspetti tecnici e tecnologici sul recapito e lo
smaltimento  finale  delle acque provenienti dai piazzali, in fase di
cantiere,  e  dalle  vasche  di  decantazione,  in fase di esercizio,
verificando le condizioni e l'adeguatezza dei corpi ricettori.
    Prevedere  un  sistema  di controllo delle falde e delle sorgenti
idropotabili  piu'  prossime alle gallerie, rilevando tempestivamente
eventuali  variazioni  piezonietriche,  di chimismo e di portata, sia
durante  le fasi di costruzione e sia in quelle di esercizio, in modo
da  consentire  il  ricorso  a  tempestive  misure di prevenzione dei
rischi. Cio' in relazione anche all'inevitabile margine di incertezza
conoscitiva    sull'effettivo    sistema   di   circolazione   idrica
sotterranea,  di  ricarica  delle  falde  e  di  alimentazione  delle
sorgenti stesse.
    Valutare  gli  effetti  indotti  dalle gallerie (anche durante le
operazioni  di  scavo)  sulla  circolazione  idrica  sotterranea, con
particolare  riferimento ai possibili effetti di depauperamento della
risorsa  idrica,  soprattutto  se  in presenza di opere di captazione
nell'area.
    Si dovra' approfondire ulteriormente il sistema di raccolta delle
acque  di  piattaforma  e  verificare la realizzabilita' di bacini di
fitodepurazione. Tali sistemi infatti sono gia' ampiamente utilizzati
e  mostrano  buone  rese  depurative, tanto e' che spesso le acque in
uscita  possono  essere  riutilizzate  a  scopi irrigui; essi inoltre
costituiscono   l'opportunita'  per  la  creazione  di  neoecosistemi
polivalenti.
    Riguardo poi al sistema di raccolta, ferma restando la necessita'
di  curare con attenzione il dimensionamento nel progetto esecutivo e
garantire la periodica manutenzione, e' da osservare che:
      - in  condizioni normali (solo acque di pioggia) le disoleatura
e'  prevista  per  azione  gravimetrica di separazione «olio-acqua» a
semplice  sfioramento,  mentre  si  dovra' valutare l'opportunita' di
introdurre  filtri  tenninali  a  coalescenza,  in  grado di separare
eventuali emulsioni;
      - per   le   situazioni   di   emergenza   si  dovra'  valutare
l'opportunita' di introdurre valvole di intercettazione rapida atte a
bloccare  il materiale raccolto e impedirne la tracimazione in attesa
dell'intervento di recupero.
    Si  dovra'  provvedere a predisporre un piano per il monitoraggio
periodico  della  qualita' delle acque superficiali e sotterranee, da
effettuarsi  con le modalita', i tempi e in sezioni concordate tra il
gestore della strada e la provincia.
Suolo e sottosuolo.
    Contenere studi e indagini finalizzate ad individuare gli aspetti
cinematici  della  conoide  del  Tartano e gli interventi necessari a
ridurre  i  rischi connessi al trasporto solido della conoide, la cui
attivita'  e'  stata  riscontrata  anche  in fase di sopralluogo. Gli
studi dovranno essere condotti secondo le norme di attuazione del PAI
(art.  9  e  art. 38) dell'AdB del Po, in modo da definire meglio gli
interventi necessari per la mitigazione dei rischi reali e potenziali
legati all'attivita' della conoide.
    Per quanto riguarda le aree non perimetrale negli atlanti del FAI
e  le aree non ricadenti in fascia A o B del fiume Adda, si prescrive
a   tale  proposito  una  piu'  accurata  verifica  delle  classi  di
fattibilita'  interferenti  con il tracciato, ed il recepimento delle
prescrizioni  indicate  nelle  norme  geologiche d'uso del territorio
contenute negli studi geologici comunali.
    Per quanto riguarda le aree in dissesto perimetrale negli atlanti
FAI  (aggiornati  dai  Comuni  ai  sensi  della  NdA  e  del  PAI) si
prescrivono  con  particolare  riferimento all'area della conoide del
Tartano  (la  piu'  critica  tra  le aree di dissesto interessate dal
tracciato  della  nuova  strada)  -  ulteriori  studi ed indagini per
l'approfondimento della compatibilita' (ai sensi dell'art. 9, commi 7
e 9, e dell'art. 38, commi 1 e 3, delle Norme di attuazione del PAI),
da   predisporre   in  fase  di  progettazione  esecutiva,  ai  sensi
dell'allegato  2, punto 2.4, della D.G.R. n. 6645/01. In particolare,
per il Torrente Tartano, dovra' essere effettuata un'accurata analisi
degli  effetti  indotti  dalla  nota  frana  della Pruna, che insiste
direttamente  sull'asta  del  torrente  con un volume di materiale di
alcuni  milioni  di  metri cubi (tuttora oggetto di interventi di cui
alla legge n. 102/1990).
    Si  prescrive di integrare le indagini geognostiche nel tratto di
fondovalle  (in  modo  da  evitare  tratti di oltre 500 m scoperti da
qualsiasi  dato  di  tipo  geotecnico  ed  idrogeologico), presso gli
svincoli  di  Cosio e del Tartano e in corrispondenza dei viadotti di
accesso alle gallerie.
    Si  prescrive  di integrare le indagini svolte lungo l'asse delle
gallerie  attraverso  nuovi  sondaggi,  orizzontali  e/o  verticali a
carotaggio  continuo  ed  eventualmente  strumentati,  che  vadano ad
intercettare  opportunamente l'asse delle gallerie. Nell'eventualita'
che  queste  ulteriori indagini fossero motivatamente irrealizzabili,
si  dovra' comunque provvedere, nei modi piu' opportuni, ad integrare
quanto  piu'  possibile  il quadro conoscitiva alfine di pianificare,
col minimo scarto possibile in questa fase di progetto, le operazioni
di scavo in galleria.
    In  fase  di  progettazione  esecutiva dovranno essere effettuate
tutte  le  indagini geologiche, idrogeologiche e geotecniche previste
dal  decreto  ministeriale  11 marzo  1988,  e  successiva  circolare
ministeriale   n.   30483   del  24 settembre  1988,  essenziali  per
verificare la validita' delle ipotesi progettuali e per consentire la
scelta delle migliori soluzioni da adottare in fase di esecuzione dei
lavori.
Sistema agricolo.
    Nello   sviluppo   del   progetto   esecutivo   dovranno   essere
approfonditi gli aspetti di interferenza tra infrastruttura e sistema
agricolo,  al  fine  di  mininimizzare l'impatto dell'intervento agli
effetti della conduzione dei fondi e della creazione di reliquati non
funzionali  alle attivita'; tale obiettivo, laddove possibile, andra'
perseguito  attraverso  la  realizzazione  di eventuali sottopassi di
servizio che assicurino la continuita' della rete interpoderale.
    Nelle   aree   agricole  interessate  dal  tracciato,  si  dovra'
progettare, preliminarmente alla realizzazione dell'opera, un'attenta
pianificazione  di  misure  di compensazione aggiuntive a quelle gia'
previste,  in  accordo  con  i  proprietari  e/o  affittuari  e con i
soggetti  o  Enti interessati; tali misure dovranno esser mirate alla
salvaguardia  delle  aree ad uso agricolo da possibili diverse future
destinazioni   d'uso,   valorizzandone  tutte  le  componenti  (aree,
infrastrutture,   edifici   ecc.),   in  modo  tale  da  evitarne  il
depauperamento e/o l'abbandono.
    Si  dovra'  provvedere  a  effettuare  un'attenta  ricognizione e
valutazione  delle  aziende  interferite con particolare attenzione a
quanto sopra rilevato (es.: consistenza, contributi UE, ecc).
    Per  le  aziende  intercettate  dal  tracciato  le  cui  aree  di
proprieta' risultano frazionate al punto da rendere antieconomiche le
attivita'   produttive,  si  dovra'  verificare  la  possibilita'  di
acquisizione  dei lotti residui, destinando l'area a riqualificazione
agro-forestale.
    Si   dovra'   prevedere  una  fascia  di  protezione  arborea  da
collocarsi  tra  l'infrastruttura  e  le aree agricole circostanti in
modo coordinato con gli interventi finalizzati alla mitigazione degli
impatti sull'atmosfera, sul clima acustico e sul paesaggio.
    Si  dovranno individuare aree idonee alle compensazioni boschive,
in ottemperanza a quanto disposto dal decreto legislativo n. 227/2001
e della D.G.R. n. 13900 del 1° agosto 2003.
    Si  dovra'  assicurare la vitalita' di' tutte le essenze arboree,
arbustive  ed erbacce di nuovo impianto. A questo scopo dovra' essere
effettuata  da  parte  del  proponente,  nei tre anni successivi alla
semina, una verifica con obbligo di sostituzione nel caso di fallanza
e  dovra'  esser  stipulata  una  convenzione  con  gli  Enti  locali
interessati  o con gli agricoltori al fine di assicurare nel tempo la
vita delle essenze poste a dimora.
    Si dovra' ricorrere a tipologie e soluzioni che consentano:
      - nei  tratti  in  rilevato una sensibile riduzione, per quanto
consentito,  della  profondita'  delle  scarpate,  al fine di ridurre
l'occupazione   di   suolo  agricolo,  in  modo  coordinato  con  gli
interventi finalizzati alba mitigazione degli impatti sul paesaggio;
      - nei  tratti  in galleria artificiale di ottenere un franco di
terreno  fertile,  soprastante  le  solette  di copertura, di altezza
adeguata alle necessita' di nuove piantumazioni.
    Si dovra' valutare inoltre:
      - in   corrispondenza  dello  svincolo  Fuentes,  in  relazione
all'attraversamento  di  aree  prative  e  di  campi a seminativi con
presenza  frammentaria e limitata (e ovunque si presentino situazioni
agricole   precarie),  la  possibilita'  di  realizzare  progetti  di
riqualificazione  boschiva,  anche  di  tipo produttivo, non limitati
alle   aree   di   mitigazione   a  ridosso  dell'infrastruttura,  ma
individuando  e mettendo a sistema anche eventuali aree residuali non
piu' produttive dal punto di vista agricolo;
      - in  prossimita'  dell'abitato  di  Traona, la possibilita' di
predisporre,  a  carico del proponente ed in accordo con le parti, un
progetto  di  riqualificazione  agro  forestale  delle aree residuali
poste tra l'Adda e la nuova strada;
      - la  possibilita'  di  destinare  l'area  sita  in prossimita'
dell'inizio  del  viadotto  «Adda-Bitto»  (prog. 12+000 ca) a verde a
servizio  del comune di Cosio Valtellino; questa zona e' inserita nel
P.R.G.  come verde vincolato, in cui non e' consentita la costruzione
di  alcun manufatto abitativo o produttivo, per il valore di «polmone
verde»  che essa ricopre per i comuni di Cosio Valtellino e Morbegno.
L'altezza   dell'opera   in   questa   zona  impone  una  riflessione
sull'impatto  che  ne deriva sull'area dei «prati del Bitto» posti in
sponda sinistra dell'omonimo torrente.
Vegetazione, flora e fauna ed ecosistemi.
    Si  dovra'  definire  ed  attuare  il  programma  di monitoraggio
ambientale,  come  previsto dallo s.i.a., coinvolgendo l'ente gestore
della   Riserva   Lago  di  Mezzola-Pian  di  Spagna  quale  soggetto
coordinatore  degli  Enti  interessati  e  la  Regione Lombardia D.G.
Qualita' dell'ambiente.
    Si  dovra'  approfondire  la  conoscenza  dei corridoi potenziali
delle  diverse  specie  faunistiche,  per  accertare che i sottopassi
previsti  siano  in  numero  sufficiente  e  per  meglio adattarne la
tipologia  costruttiva ed il posizionamento; tali sottopassi dovranno
essere   ben   integrati   nel  paesaggio  e  sottoposti  a  continua
manutenzione;  inoltre  dovranno  avere un fondo in terreno vegetale,
esser  dotati  esternamente  di  vegetazione  invitante per la fauna,
formata  da  specie  autoctone, meglio se eduli; laddove possibile si
dovra'  creare  una  sorta  di  corridoio  che accompagni gli animali
all'ingresso  del  sottopasso,  che dovra' avere una luce sufficiente
per  vedere  l'uscita  opposta.  I  sottopassi  per  la piccola fauna
dovranno  esser posti ogni 100 metri e dovranno avere caratteristiche
congruenti  con  la piu' recente letteratura europea. In vicinanza di
canalizzazioni  e  zone  umide  tali sottopassi dovranno essere posti
ogni 20 metri.
    Si  dovra'  verificare  l'eventuale  interferenza  dell'opera con
specie   «protette»  (appartenenza  a  «Liste  Rosse»  o  alle  norme
comunitarie  di  difesa  della  biodiversita)  ed attuare i necessari
interventi di mitigazione, compensazione e di monitoraggio.
    Si  dovra'  dettagliare,  trasformando in progetto quel che nello
s.i.a. compare come intento, gli interventi di riqualificazione delle
rive  dei  campi  e  dei  corsi  d'acqua  e la costituzione di «fasce
naturali che svolgano la funzione di ponti biotiti».
    Si  dovra'  prevedere  un'illuminazione  tale da non inquinare le
aree circostanti e non arrecare disturbo alla fauna.
    Si  dovra'  dotare le eventuali nuove linee elettriche di spirali
bianche  e  rosse  alternate  lungo  i cavi, cosi' da evitare casi di
mortalita'  dell'avifauna  dovuta a collisione; per evitare possibili
fenomeni   di  elettrocuzione  si  prescrive  di  dotare  i  tralicci
elettrici  di  dissuasori  posti  tra  i  conduttori elettrici e/o di
posatoi alternativi.
    Si  dovra'  attuare  gli  interventi  di  recupero  delle aree di
cantiere  e delle cave di prestito, cosi' come indicato nel progetto,
seguendo  i  criteri  dell'ingegneria  naturalistica  ed  utilizzando
essenze autoctone.
    Si  dovra'  migliorare  la funzionalita' ecologica del paleoalveo
dell'Adda  situato  in  comune di Gera Lario, a nord-est dell'area di
cantiere  i Fuentes, a testimonianza dell'antico corso dell'Adda, per
una lettura geomorfologica del territorio.
    Si  dovra'  posizionare barriere anti-attraversamento per piccola
fauna nel tratto in rilevato in comune di Piantedo, dove si segnalano
movimenti  importanti  di  Anfibi (Bufo bufo e Rana temporaria), cio'
oltre   alla   recinzione   prevista,   realizzate   in  polimeri  di
calcestruzzo  e  convoglianti  ai  tunnel  sottostradali, posizionati
almeno ogni. 20 metri.
    Si dovra' prevedere impianti di macchie vegetali che si estendono
per  il  massimo sviluppo possibile e che utilizzino specie autoctone
di  sicura  provenienza  (e'  importante  che tali impianti prevedano
spazio  sufficiente  per  il movimento della fauna, e che formino una
quinta  piu'  alta lungo la strada per rendere piu' ospitale il nuovo
habitat).
    Si dovra' connettere al territorio circostante, l'area interclusa
tra la SS. 38 e il fiume Adda, in comune di Cosio Valtellina, dove si
prevede «la creazione di lanche tipiche del bosco igrofilo».
    Nella   Parco   della   Bosca,   in  quanto  si  ritiene  che  la
compensazione   individuata   non   sia   accettabile   poiche'  esso
costituisce  un  Parco  locale  di interesse sovracomunale esistente;
tutti  gli  interventi in programma per quell'area, dovranno pertanto
essere   attuati  come  mitigazione,  al  fine  di  ricreare  habitat
riparali.
Salute pubblica e rischio incidenti rilevanti.
    Non  risulta  posta  in  atto  nello  studio  la  verifica  della
presenza,  lungo  il  tracciato  di  progetto,  di  aziende a rischio
d'incidente rilevante ricadenti nel campo di applicazione del decreto
legislativo  n.  334/1999.  Pertanto  si  dovra' condurre specifica e
dettagliata  verifica,  anche  in relazione agli adempimenti previsti
dal  citato  decreto  (v.  in  particolare  l'art.  14) e dal decreto
ministeriale lavori pubblici 9 maggio 2001.
    Al  fine  della  tutela  della  salute  dei  lavoratori  e  della
popolazione,   dovra'   essere  condotta  un'analisi  puntuale  delle
caratteristiche  dei siti di cantiere, con l'indicazione: dei tempi e
delle modalita' di esecuzione dei lavori, delle emissioni previste in
termini  di  rumore,  vibrazioni,  polveri  e  gas  di scarico, delle
conseguenti  misure  di  mitigazione  e  protezione attive e passive,
delle  possibili  sovrapposizioni  degli  effetti  di  altri cantieri
eventualmente operativi in contemporanea.
Rumore e vibrazioni.
    In  mancanza  di  riferimenti  specifici, le mitigazioni dovranno
perseguire  l'obiettivo  del  rispetto  dei limiti di classificazione
acustica, purche' la classificazione medesima sia conforme ai criteri
definiti  dalla regione Lombardia con la legge regionale n. 13/2001 e
dettagliati nella D.G.R. VIIl/9776 del 5 marzo 2002.
    Dovra'   essere  predisposto,  prima  dell'entrata  in  esercizio
dell'infrastruttura   in   progetto,   un  dettagliato  programma  di
monitoraggio    acustico   post   operam,   con   indicazione   delle
localizzazioni  e modalita' dei rilievi fonometrici da realizzare per
quantificare  i livelli di immissione di rumore in corrispondenza dei
recettori   (con   specifica   attenzione  a  quelli  residenziali  e
particolarmente  sensibili)  al  fine  di  valutare l'efficacia delle
opere  di  mitigazione  previste  per conseguire gli obiettivi di cui
sopra,  nonche' di consentire il dimensionamento, laddove necessario,
di  ulteriori  interventi  mitigativi;  nel  programma  dovra' essere
specificata la durata prevista del monitoraggio, valutata in funzione
della numerosita' e complessita' dei rilievi fonometrici da eseguire.
    Il  programma  di monitoraggio dovra' essere presentato ai comuni
ed  alle  strutture  dell'ARPA  territorialmente  competenti,  per le
valutazioni di adeguatezza.
    Entro  tre  mesi  dal  termine  del  monitoraggio  dovra'  essere
predisposta  ed  inviata  ai  comuni  ed all'ARPA una relazione sugli
esiti   del  monitoraggio,  riportante  anche  le  indicazioni  sugli
eventuali  ulteriori  interventi  mitigativi ritenuti necessari; agli
stessi soggetti dovra' essere inviato il progetto di tali interventi.
    Il  gestore  dell'infrastruttura  dovra'  curare  la manutenzione
delle  opere di mitigazione acustica, con la sostituzione delle parti
usurate   o  danneggiate  con  altre  di  prestazioni  acustiche  non
inferiori,   in   modo   da   assicurare   il   perdurare  nel  tempo
dell'efficacia dell'azione mitigante.
Paesaggio.
    Area   dello  svincolo  di  Fuentes:  si  dovra'  predisporre  un
elaborato   tecnico   di   inserimento   ambientale  con  descrizione
dettagliata degli interventi di mitigazione previsti, in modo tale da
definire  esattamente  la proposta, che dovrebbe assumere significati
non  solo  funzionali  anche  alla  luce  della elaborata valutazione
d'incidenza  sul  limitrofo  pSIC;  al  riguardo si sottolinea che il
luogo  per  vocazione  potrebbe  convenientemente essere assunto come
«porta»  di accesso alle specifiche realta' delle valli (Valchiavenna
e Valtellina).
    Area  di  affiancamento  al  fiume  Adda:  si dovra' elaborare un
adeguato  numero  di  sezioni  trasversali  su  tutto  il  tratto  in
affiancamento   con   l'Adda   utili   ad   illustrare  adeguatamente
l'inserimento paesaggistico delle aree intercluse.
    In  fase  di  progettazione  esecutiva,  dovranno  essere  curati
l'inserimento ambientale e la qualita' progettuale delle opere d'arte
da  realizzarsi all'aperto (svincoli, ponti, viadotti e rilevati); in
particolare  per  i  ponti  di attraversamento del fiume Adda (Cosio,
Adda-Bitto, Adda Talamona); laddove tecnicamente possibile, si dovra'
evitare  di  realizzare  le  pile  in  alveo  e  occorrera' elaborare
ulteriori  fotosimulazioni  che  permettono di valutare l'inserimento
paesaggistico delle opere stesse.
    Le  misure  di  mitigazione  paesaggistica  e  gli  interventi di
ripristino,  compensazione  e  restauro  dovranno  essere  realizzati
secondo  una  tempistica  correlata  con  la  costruzione delle opere
stradali  in  modo  che  siano  operative  alla  data  di  entrato in
esercizio della nuova infrastruttura.
    Il  tratto  terminale  delle  gallerie  dovra'  essere  sezionato
seguendo  il  profilo  del  versante  e  dovranno  essere  utilizzate
tecniche   di   stabilizzazione   e   consolidamento  dell'ingegneria
naturalistica.
    Laddove   siano  previsti  interventi  di  arginatura  dei  corsi
d'acqua, si dovranno applicare tecniche di ingegneria naturalistica.
    (Le   suddette   prescrizioni  in  fase  esecutiva,  prima  della
realizzazione   delle   opere,   dovranno   essere   sottoposte  alle
valutazione   e   autorizzazione  della  Soprintendenza  per  i  beni
architettonici e per il paesaggio per le province di Milano, Bergamo,
Como, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco e Lodi).
    Approfondire  lo  studio  architettonico dei manufatti in modo da
ottenere  un  miglior inserimento nel paesaggio, utilizzando altresi'
materiali di rivestimento della tradizione locale.
    Al  fine  di un migliore inserimento paesaggistico, e' necessario
che  si  abbia  omogeneita' nella definizione della tipologia e delle
lunghezze  delle  campate  dei  ponti e dei viadotti, evitando che il
tracciato  stradale possa essere caratterizzato da un «abaco» di tipi
disomogenei  ed evitando (per quanto riguarda il viadotto Fuentes) la
realizzazione di «campate sfalzate».
    Si  dovranno  modellare  -  nei tratti in rilevato - le scarpate,
ricorrendo  ove possibile a pendenze limitate (escludendo in linea di
massima  la  pendenza  2/3  proposta,  poiche' troppo accentuata) che
consentano un migliore e meno acclive raccordo con il piano campagna;
cio'  dovra'  essere  posto  in  atto  in  modo  coordinato  con  gli
interventi  finalizzati  alla  mitigazione degli impatti sul comparto
agricolo  e sull'acustica si dovra' prevedere l'utilizzo di materiale
vegetale  che,  oltre  a  consentire  una  mitigazione  del tracciato
stradale, permette un miglior consolidamento dei pendii.
    Relativamente ai tratti stradali piu' prossimi ai centri abitati,
alle  strutture  rurali  ed  alle  presenze  residenziali isolate si'
dovra',  ove  le  condizioni lo consentano, ricorrere all'utilizzo di
macchie  arboree-arbustive che costituiscano «barriere verdi» anche a
fini di assorbimento del rumore.
    Per  quanto riguarda la realizzazione dei corridoi verdi previsti
sui  terreni  agricoli,  dovra'  essere  confermata  la trama storica
principale,  mediante  l'inserimento  di strutture lineari realizzate
con  piantumazione  a  filare, evitando un'eccessiva parcellizzazione
del tessuto agrario.
    I  percorsi  ciclopedonali  (interferiti  e  di nuova previsione)
dovranno  essere  pensati  all'interno  di  un  circuito  omogeneo  e
continuo sul territorio, e non come episodi isolati.
    Dovranno  essere  realizzate,  nei casi ove risulta materialmente
impossibile  intervenire con pluralita' di strumenti meno impattanti,
barriere  fonoassorbenti meglio integrate con il corredo di sicurezza
della  strada  e  con  sviluppo  complessivo  piu'  contenuto,  ferma
restando   la  necessita'  di  difendere  adeguatamente  i  recettori
sensibili.
    Nella  definizione dei materiali, per quanto riguarda le barriere
antirumore, si dovra' cercare una migliore armonia con il contesto di
riferimento;  tale  ridefinizione  appare  tanto  piu'  urgente se si
assume  a  pieno  titolo  l'esigenza  di  minimizzare  la complessiva
emergenza del manufatto.
Prescrizioni da sviluppare in fase di cantierizzazione.
    Per  «il cantiere logistico e cantiere operativo n. 2 di Delebio»
essendo  inserito  in  un  contesto paesaggistico di pregio si dovra'
traslare  specularmene nell'ambito delle urbanizzazioni produttive di
Andalo/Delebio e schermato su tutti i lati con una quinta vegetale.
    Il  cantiere  operativo n. 4 (area Bitto) dovra' essere collocato
nell'ambito   di   fronte,   che   risulta   gia'  compromesso  dalle
urbanizzazioni e infrastrutturazioni piu' recenti.
    Per l'area del cantiere n. 6 Tartano, oltre al recupero dell'area
stessa,  si  dovra' prevedere l'attuazione dell'opere necessarie alla
realizzazione del «Parco dell'Adda in comune di Talamona».
    La  realizzazione  delle piste di cantiere dovra' essere limitata
il  piu'  possibile cercando di sfruttare al massimo tracciati locali
esistenti, e in ogni caso, ad opere ultimate, si dovra' provvedere al
ripristino  dello stato dei luoghi mediante ricostruzione del profilo
originario del sito e ripristino della vegetazione preesistente».
    (Le   suddette   prescrizioni  in  fase  esecutiva,  prima  della
realizzazione   delle   opere,   dovranno   essere   sottoposte  alle
valutazione   e   autorizzazione  della  Soprintendenza  per  i  beni
architettonici e per il paesaggio per le province di Milano, Bergamo,
Como, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco e Lodi).
    Tenuto  conto  del  rischio  archeologico  presente nell'area gli
scavi  e  i  movimenti  di terra relativi al tratto in corrispondenza
dello   svincolo   di   Fuentes,   dovranno   essere  eseguiti  sotto
sorveglianza   di   operatori   archeologici   appartenenti  a  ditte
specializzate  che  agiranno  sotto la direzione della Soprintendenza
archeologica.
    Si    prescrive    che,   compatibilmente   con   le   condizioni
geomorfologiche   del   terreno,   siano  effettuate  preliminarmente
prospezioni  geofisiche,  onde  procedere successivamente ad indagini
archeologiche mirate.
    Si  dovra' predisporre un piano di circolazione dei mezzi d'opera
in fase di costruzione, che abbia valenza contrattuale e che contenga
i dettagli operativi di questa attivita' in termini di:
      - percorsi impegnati;
      - tipo di mezzi;
      - volume  di  traffico,  velocita' di percorrenza, calendario e
orari di transito;
      - percorsi  alternativi  in caso di inagibilita' temporanea dei
percorsi programmati;
      - percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate;
      - messa  in evidenza, se del caso, delle misure di salvaguardia
degli edifici sensibili.
    Si dovra' prevedere per la fase di scavo delle gallerie:
      - la  verifica  puntuale della stabilita' delle zone di imbocco
con   particolare   riguardo  agli  effetti  provocati  da  eventuali
depressioni do escursioni di livello delle falde in esse contenute;
      - la  caratterizzazione  degli acquiferi interferiti dall'opera
con indagini geognostiche, anche di tipo geofisico;
      - la  predisposizione,  allo  sbocco  delle  gallerie,  di  una
stazione di misura delle acque eventualmente drenate;
      - la  redazione  di  un  protocollo  procedurale  relativo alla
gestione delle emergenze dovute alla captazione delle acque;
      - un   sistema  di  raccolta  delle  acque  inquinate  da  oli,
carburanti   ed  altri  inquinanti  in  maniera  tale  che  essi  non
contaminino le eventuale venute di acqua di falda;
      - la definizione delle misure di compensazione ambientale degli
abbassamenti della falda;
      - l'adozione  di  tutti gli accorgimenti idonei ad evitare che,
in fase di scavo e nelle fasi successive, si verifichino abbassamenti
permanenti   della   falda,  con  conseguenti  impatti  sull'ambiente
esterno.
    Dovra'  essere comunicato all'Agenzia Interregionale per il fiume
Po   di  Cremona  la  data  d'inizio  lavori  per  l'esercizio  delle
competenti  attivita'  di  sorveglianza. li soggetto attuatore dovra'
altresi'  ottemperare a quanto verra' disposto, nel corso dei lavori,
dall'AIPO  per una corretta funzionalita' dell'opera nei riflessi del
buon  regime del corso d'acqua per la tutela delle opere idrauliche e
della pubblica incolumita'. Resta altresi' inteso che, per quanto non
espressamente  prescritto,  sono  fatte salve e riservate le norme di
cui   al   testo  unico  25 luglio  1904,  n.  523,  con  particolare
riferimento  alle  distanze minime consentite delle pile dei viadotti
dal piede dei rilevati arginali comunque classificati.
    Per  il  reperimento  in  cava del materiale inerte eventualmente
aggiuntivo  rispetto a quello proveniente da scavi o smarino, qualora
non vi sia disponibilita' in siti estrattivi gia' esistenti si dovra'
applicare  l'art. 38 della Is. 8 agosto 1998, n. 14 secondo i criteri
di cui alla D.G.R. n. V1J33965 del 29 dicembre 1997. Sono fatte salve
le  disposizioni  di cui all'art. 35, commi 2 e 3, della stessa legge
regionale  n.  14/1998  qualora  si  intenda  riutilizzare  eventuali
materiali litoidi di risulta al di fuori del cantiere di produzione.
    L'eventuale  estrazione  di  materiali  nelle  aree di pertinenza
fluviale  delimitate  come  da Norme di attuazione del Piano stralcio
per   l'Assetto   idrogeologico   dovra'   essere   subordinata  alla
predisposizione  di  uno  specifico  programma che garantisca che gli
interventi  estrattivi  rispondano  alle prescrizioni e ai criteri di
compatibilita' fissati da detto Piano.
    Al  termine  dei  lavori  tutte  le strade provinciali e comunali
utilizzate  per  accesso  ai  cantieri e il transito di mezzi d'opera
dovranno  essere  restituite  agli  enti proprietari nella loro piena
integrita'  fisica  e  funzionale,  agli effetti dell'eventuale usura
della  carreggiata  e  delle  relative pertinenze. In particolare, in
comune di Rogolo, si dovra' provvedere al ripristino dei collegamenti
con l'attuale SS. n. 38.
    In  frazione  di  Cosio  Valtellino:  il  progetto  garantisce la
fruibilita'  dei  collegamenti  esistenti,  dei  quali  si  prescrive
l'adeguato ripristino a seguito dell'utilizzo nel corso dei lavori.
    Qualora  emergesse  la  necessita'  di estrarre materiale litoidi
nelle  aree di pertinenza fluviale delimitate dalle fasce PAI, dovra'
essere  predisposto  uno  specifico  Piano  che  garantisca  che  gli
interventi  estrattivi  rispondano alle prescrizioni ed ai criteri di
compatibilita' fissati dalle NTA del PAI.
    Si  dovra'  elaborare  in  sede  di  progetto  esecutivo un piano
dettagliato  della cantierizzazione che definisca l'approntamento, la
gestione  (rumore,  polveri,  governo  delle  acque,  stoccaggio  dei
materiali  e  dei  rifiuti, collocazione di eventuali distributori di
carburante per i mezzi d'opera, impatti sugli ecosistemi all'intorno)
e  la  sistemazione Finale delle aree da utilizzare, la viabilita' di
accesso e il cronoprogramma dei lavori.
    Durante  le  fasi  di  costruzione  dovranno essere messi in atto
tutti gli accorgimenti e le cautele necessarie a garantire la massima
protezione   della  falda;  l'eventuale  localizzazione  in  zone  di
rispetto  di  pozzi  per  uso potabile e' subordinata ad una verifica
della  compatibilita'  dell'intervento con lo stato di vulnerabilita'
delle risorse idriche sotterranee; e' da escludere la collocazione di
cantieri  e  depositi  nelle  zone di tutela assoluta (v. art. 21 del
decreto  legislativo  n. 152/1999); si dovra' porre, in ogni caso, la
massima  attenzione  nello  smaltimento  delle  acque  provenienti da
lavorazioni,  lavaggio di materiali inerti prodotti negli impianti di
frantumazione e selezione, lavaggio di automezzi.
    Al fine di garantire la tutela del suolo e sottosuolo, al termine
dei  lavori  dovra' essere verificata l'assenza di contaminazioni nei
terreni  occupati dai cantieri e, se necessario,si dovra' procedere a
tempestiva bonifica, prima dell'accurata sistemazione finale.
    Nel posizionamento delle pile dei viadotti si dovra' contenere al
minimo   il  danneggiamento  del  terreno  agricolo  circostante;  il
posizionamento  dei  piloni  dei ponti dovra' essere effettuato al di
fuori  del  periodo  di maggiore criticita' per l'ittiofatma presente
(novembre-aprile),  in  quanto  tali  interventi,  come  gli scavi in
alveo,  creano torbidita' minacciandone la capacita' di riproduzione,
il   periodo   ideale   in  cui  intervenire  sui  corsi  d'acqua  e'
tra dicembre e febbraio.
    La  movimentazione  dei  mezzi  dovra'  garantire  il minor danno
possibile  alla  vegetazione  presente. In particolare, lungo le rive
del  fiume  Adda, cosi' come lungo i corsi d'acqua minori interferiti
dal  progetto,  si dovra' evitare di danneggiare gli argini e causare
torbidita'  alle  acque.  Laddove siano previste arginature dei corsi
d'acqua, si dovranno applicare tecniche di ingegneria naturalistica.
    In  corrispondenza  del  cantiere di attacco delle gallerie Selva
Piana  e  Paniga,  si  dovra'  evitare il deposito di materiali ed la
sosta  di  automezzi per tempi prolungati, al fine di non danneggiare
ulteriormente le aree boscate.
    L'illuminazione  dei cantieri dovra' essere limitata allo stretto
necessario  e  comunque  sempre  rivolta verso terra per non arrecare
disturbo alla fauna notturna, particolarmente per cantieri di attacco
alle gallerie e per il cantiere 1 (Fuentes).
    Il  tracciamento  delle  piste  di  cantiere  dovra'  seguire  il
percorso meno dannoso per gli habitat esistenti.
    La  sistemazione  di  scarpate  e  versanti,  in particolare agli
imbocchi   delle   gallerie,   dovra'  privilegiare  le  tecniche  di
stabilizzazione   e   consolidamento  dell'ingegneria  naturalistica,
compatibilmente con la necessita' di realizzare strutture in grado di
sopportare le sollecitazioni previste.
    Le opere inerenti le fasi di cantiere e quindi le aree necessarie
allo  stesso,  dovranno  essere  ripristinate,  prima  della fine dei
lavori,  mediante  rimboschimento,  ripiantumazione  ed  inerbimento,
ponendo  particolare  attenzione alla salvaguardia delle preesistenze
naturalistiche  del  luogo  e  garantendo la sopravvivenza del cotico
erboso  da  utilizzare  nei  ripristini.  Il  progetto  dovra' quindi
indicare  gli elementi vegetali da salvaguardare in modo specifico, i
mezzi  da  adottare  allo scopo e le precauzioni generali da assumere
per   minimizzare   gli   effetti  nocivi.  Per  ogni  intervento  di
ripristino, dovranno essere utilizzate specie vegetali esclusivamente
autoctone,  di sicura provenienza. E' opportuno che il controllo e la
manutenzione  del  verde  inserito  nella  realizzazione del progetto
continuino  per  almeno  dieci  anni  al  fine di assicurare la buona
riuscita  delle  opere  di  mitigazione.  Laddove  la definizione del
tracciato comporti l'inevitabile abbattimento di vegetazione naturale
preesistente,   dovranno   essere   necessariamente  previste  misure
compensative del danno deteiuuinato, mediante opere di riforestazione
o  di  ricostruzione  di cenosi vegetali tipiche, su superfici almeno
equivalenti a quelle oggetto d'alterazione.
    Dovranno essere previste ed immediatamente realizzate le opere di
schermatura  quali quinte verdi, piccoli rilevati in terra ecc., atte
a  minimizzare  l'impatto  visivo  a  scala  paesistica  del cantiere
d'attacco   alle   gallerie  e  per  la  realizzazione  del  viadotto
Cermoledo.
    Riguardo ai processi di lavoro termici e chimici, per le opere di
pavimentazione  e  impermeabilizzazione,  si  prevedra'  la riduzione
della  temperatura di lavoro mediante la scelta di opportuni leganti,
nonche'   l'impiego   di   caldaie   chiuse   con  regolazione  della
temperatura.
    Il  materiale sciolto depositato in cumuli dovra' essere protetto
da  barriere, e opportunamente umidificato in caso di vento superiore
ai  5  m/sec;  in  una  zona  non  protetta, vicino agli uffici della
direzione  dei  lavori  di  cantiere,  dovra'  essere  installato  un
adeguato  sistema  anemometrico;  per il trattamento del materiale si
adotteranno  cautele  quali  l'agglomerazione  della polvere mediante
umidificazione e la movimentazione con scarse altezze di getto, basse
velocita'  di  uscita  e  contenitori  di  raccolta chiusi; eventuali
tramogge o nastri trasportatori di materiale sfuso o secco di ridotte
dimensioni  granulometriche, dovranno essere opportunamente dotati di
carter.
    L'impianto di betonaggio dovra' essere provvisto di schermature e
sistemi  atti a contenere le emissioni diffuse di polveri, prevedendo
l'esecuzione  delle diverse fasi della produzione, del carico e dello
scarico  in circuito chiuso, captando e convogliando gli effluenti ad
un  sistema  di  abbattimento  delle  polveri  con  filtro a tessuto;
analogamente si operera' per i silos di stoccaggio.
    Si   dovranno   utilizzare   mezzi  di  trasporto  con  capacita'
differenziata, in modo da ottimizzare i carichi sfruttando al massimo
la  capacita'  stessa; in uscita dai cantieri dovra' essere collocata
una postazione di lavaggio delle ruote e della carrozzeria dei mezzi,
per  evitare  dispersioni  di  materiale  polveroso  lungo i percorsi
stradali;  si  limitera'  opportunamente  la velocita' sulla piste di
cantiere, indicativamente a 30 km/h.
    Si  dovranno  impiegare gruppi elettrogeni, macchine e apparecchi
di lavoro con caratteristiche tali da ottenere le massime prestazioni
energetiche   e  minimizzare  le  emissioni  in  atmosfera,  compresa
l'alimentazione  dei  motori  diesel con carburanti a basso tenore di
zolfo.
    Si dovranno adottare sistemi in circuito chiuso per il carico del
carburante  dall'autocisterna  al  serbatoio  di  stoccaggio;  per il
rifornimento  dei  veicoli  si  utilizzeranno  sistemi  di erogazione
dotati   di   tenuta  sui  serbatoi  e  contemporanea  aspirazione  e
abbattimento dei vapori mediante carboni attivi.
    Nella  documentazione di appalto dovranno essere inseriti impegni
a:
      - limitare l'attraversamento da parte dei mezzi pesanti di aree
secche e polverose, mantenere queste ultime a regime umido, coprire i
materiali trasportati, lavare le ruote degli autocarri;
      - contenere  le immissioni di rumore e vibrazioni, anche con la
realizzazione  di  specifiche  barriere antirumore lungo il perimetro
dei cantieri;
      - attivare  tutte  le  procedure  atte  alla salvaguardia delle
acque  di  falda nei confronti di accidentali sversamenti di sostanze
inquinanti  sul suolo e/o nel sottosuolo e disciplinare l'emungimento
e  lo  scarico  delle  acque provenienti dalla falda subsuperficiale,
qualora ne sia previsto l'aggottamento.
    Si  dovra'  dettagliare  la  previsione del carico generato sulla
viabilita'  locale,  e  quindi gli interventi di minimizzazione degli
impatti,  soprattutto  mediante  una  opportuna scelta e verifica, in
accordo con i Comuni, degli itinerari dei mezzi d'opera.
    Si  dovra' fornire un esame piu' approfondito delle problematiche
connesse  al  posizionamento  dell'area  di  cantiere  prossima  alla
riserva naturale del Lago di Mezzola e Pian di Spagna.

                              Parte 2ª
                           RACCOMANDAZIONI

Si esprimono, inoltre, le seguenti raccomandazioni.
    Nella  zona  in  localita'  Prati  del  Bitto  in comune di Casio
Valtellino  tra  i  km  12+040  e  km  12+339  si  dovra' valutare la
possibilita'  di previsione di una riduzione del tratto in rilevato a
favore della soluzione in viadotto.
    Per  quanto  riguarda  le  numerose  opere  d'arte necessarie, si
invita  a  limitare  le  trasformazioni  dell'alveo  e la presenza di
piloni  per  ponti, che questi ultimi vengano attentamente progettati
per  minimizzare il rapporto con il paesaggio. Anche la piantumazione
di  nuove  essenze  arboree  come  opera di mitigazione dovra' essere
valutata  in  modo tale da non accentuare barriere visuali o alterare
coni  prospettici;  a questo proposito, si consiglia l'uso di essenze
autoctone.
    Assicurarsi  che  il realizzatore dell'infrastruttura possegga o,
in  mancanza,  acquisisca, per le attivita' di cantiere anche dopo la
consegna   dei   lavori   e   nel  piu'  breve  tempo  possibile,  la
Certificazione  ambientale  n.  14001 o la registrazione ai sensi del
Regolamento CEE 761/2001 (EMAS).
    Verificare   la  possibilita'  che  le  interferenze  con  l'area
destinata  a  servizi,  prevista  dal  P.R.G.  del  comune di Rogolo,
trovino una soluzione condivisa con l'amministrazione locale.
    Armonizzare  gli  interventi, in fase di costruzione ed in quella
di  esercizio,  con  le  indicazioni del Piano del «Parco dell'Adda e
della pineta del Tartano», previsto dal P.R.G. del comune di Talamona
ed attualmente in corso di approvazione.
    Ridurre  le interferenze tra le attivita' e le opere, sia in fase
di  costruzione  che  di  esercizio,  con  i  «corridoi ecologici» di
collegamento   tra   i  siti  pSIC  esistenti  nei  pressi  dell'area
interessata   dal  tracciato,  studiando  caso  per  caso  le  misure
migliorative.
    In  analogia con quanto disposto dal decreto del Presidente della
Repubblica  n.  459/1998  per  l'inquinamento  acustico derivante dal
traffico  ferroviario,  nei  casi  in  cui,  per  ragioni  tecniche o
economiche,  per  assicurare  il rispetto dei limiti di immissione di
rumore non sia possibile o conveniente mitigare alla sorgente o lungo
il  percorso  di  propagazione, possa essere ritenuto accettabile, in
alternativa,  la  mitigazione  con opere di fonoisolamento recettore,
valutata  la  sensibilita'  dello stesso e a condizione di assicurare
all'interno dell'ambiente abitativo livelli di rumore compatibili con
alla   sua   fruizione,   nonche'   un   adeguato   cambio  d'aria  e
raffrescamento.
    In  base ad un'analisi costi/benefici, si potra' valutare laddove
appaia   opportuno,   se   mitigare   ulteriormente   per  conseguire
l'obiettivo   qualitativamente  piu'  significativo  di  contenimento
dell'incremento  del  livello  equivalente di immissione post operam,
rispetto all'ante operam, al fine di non peggiorare eccessivamente il
clima acustico in corrispondenza dei recettori.

                                                           Allegato A

                  ---->   Vedere a pag. 29   <----

                                                           Allegato B

                  ---->   Vedere a pag. 30   <----