(all. 1 - art. 1) (parte 2)
100 kW e' ammesso un tentativo di riaccensione; nel caso  che  questo
non vada a buon fine, si deve avere un arresto di blocco.
Nei  bruciatori  provvisti  di  fiamma  di avviamento o di bruciatore
pilota durante la riaccensione deve essere  permesso  l'afflusso  del
gas solo nei circuiti ad essi relativi.
Nei bruciatori con potenza termica nominale 100kW minore di Qn minore
o uguale di 350 kW  e'  ammesso  un  tentativo  di  riaccensione  con
ripetizione completa del ciclo.
Nei  bruciatori  con potenza termica nominale Qn minore di 350 kW non
e' ammesso alcun tentativo di riaccensione.
5.4. Funzionamento prolungato
Dopo  aver  effettuato  le  prove di cui in 6.9, si verifica subito e
senza intervenire sul bruciatore che:
-  le  condizioni  relative  ai  requisiti  termotecnici siano sempre
mantenute
-  il funzionamento della rubinetteria e dei dispositivi di sicurezza
e regolazione sia rimasto soddisfacente
-  nessun  deterioramento  degli  elementi dell'apparecchio (testa di
combustione, apparecchiature di controllo, sicurezza e regolazione)si
sia manifestato
-  la  potenza  termica  nominale  della  fiamma  d'avviamento  o del
bruciatore pilota e del bruciatore principale  non  sia  variata  del
piu' o meno del 1%
5.5. Indice di ossido di carbonio
La  combustione  deve  avvenire  correttamente  durante  il  tempo di
funzionamento del bruciatore, con i gas di riferimento relativi  alla
categoria di appartenenza e alle pressioni minime e massime in camera
di combustione indicate dal costruttore.
Questa esigenza e' soddisfatta se il tenore di CO, nei prodotti della
combustione secchi e privi d'aria, non supera lo 0,1% in volume nelle
condizioni di prova indicate in 6.7.7.3
5.6. Regolatori di pressione
I  regolatori  di pressione devono essere rispondenti alle UNI 7430 e
UNI 7432
5.7. Tempo di sicurezza massima del bruciatore
Secondo  la  potenza  del  bruciatore i tempi di sicurezza massimi in
avviamento ed in funzionamento sono dati dal prospetto I.
        Prospetto I- Tempi di sicurezza massimi del bruciatore
==================================================================
Bruciatore                 Potenza
                           termica
                           nominale
                              Qn                               kW
-----------------------------------------------------------------
Bruciatore                   fino a  50 principale         oltre  50
fino a 100                    oltre 100 fino a 350
oltre 350
----------------------------------------------------------------
Bruciatore                   fino a  50 pilota o           oltre  50
fino a 100 fiamma di          oltre 100 fino a 350 avviamento
oltre 350
----------------------------------------------------------------
================================================================
================================================================
      Tempo di sicurezza                 Mancanza di fiamma in  in
avviamento     in funzionamento     Tentativo di   Rimessa in
Ts                 Ts             riaccensione   marcia con        s
                 s             nel tempo di   ripresa
                                       sicurezza      normale
                                                      del ciclo
---------------------------------------------------------------
6                  2                 SI           SI        4
                 2                 SI           SI        3
                 2                 NO           SI        3
                 2                 NO           NO
---------------------------------------------------------------
6                  2                 ---          --       4
                 2                 ---          --       3
                 2                 ---          --       3
                 2                 ---          ---
---------------------------------------------------------------
Il tempo di sicurezza e' misurato alla tensione e frequenza nominali.
================================================================
6 Tecnica delle prove
6.1. Generalita'
I  bruciatori  devono  essere  provati  su  una camera di combustione
speciale che deve essere scelta in  funzione  della  potenza  termica
nominale del bruciatore secondo il diagramma di fig.5.
Se  al  laboratorio  prove  viene  presentata  una  serie completa ed
omogenia di bruciatori di una stessa ditta costruttiva, devono venire
esaminati  completamente  i  bruciatori di potenza minima e quelli di
potenza massima, nonche' uno intermedio.
Gli altri bruciatori della serie non vengono esaminati se i risultati
di sottoposti alla verifica hanno dato esito  positivo  in  tutte  le
prove.
Questa  procedura  e' in ogni caso possibile solo se i bruciatori non
provati sono di costruzione similare,  in  particolare  se  hanno  la
testa  di  combustione  simile  e  utilizzano  gli  stessi  organi di
sicurezza, controllo e regolazione di quelli provati.
Il  gas utilizzato per le prove e' il gas cui corrisponde la media di
quelli piu' rappresentativi di una stessa famiglia, denominato gas di
riferimento.
Le  prove  riguardanti  i  bruciatori  di  potenza  termica  nominale
maggiore  di  2000  kW  possono  anche  essere  eseguite  sul   luogo
dell'installazione.
In  questo  caso  il  bruciatore  viene esaminato nelle condizioni di
funzionamento che si presentano in loco (pressione del gas,  tipo  di
gas,  pressurizzazione  del  focolare,  ecc.). Tale prova ridotta nel
caso che si riferisca a bruciatore non di serie, riguarda  solo  quel
bruciatore  e  non  e'  generalizzabile  a tutti i bruciatori di quel
tipo.
Se  al  laboratorio  di  prova  viene  presentato  un  bruciatore con
dispositivi automatici di regolazione  e  sicurezza,  dispositivi  di
comando  e  controllo,  dispositivi  per  la  prevenzione delle fughe
interne di gas, gia omologati, le prove da eseguire riguarderanno  il
solo bruciatore.

         ---->  Vedere Immagine a pag. 66 della G.U.   <----

6.2. Preparazione dei gas di prova
Le  caratteristiche dei gas di prova sono riportate nel prospetto II.
Le condizioni di riferimento sono:
- per la pressione: 1 013 mbar
- per la temperatura: 0 ›C.
            Prospetto II-Caratteristiche dei gas di prova
Caratteristiche dei gas di prova
==================================================================
Famiglia       Tipo di gas       Simbolo     Composizione
                                 del gas      in volume
------------------------------------------------------------------
1a famiglia    Gas di riferimento  G 110       50%   H2
                                               26%  CH4
                                               24%   N2
------------------------------------------------------------------
2a famiglia    Gas di riferimento  G  20       CH4
(gruppo H)-----------------------------------------------------------
3a famiglia    Gas di riferimento  G  30       C4H10
------------------------------------------------------------------
==================================================================
==================================================================
    Densita'             Indice di              Potere calorifico
   relativa           Wobbe inferiore                inferiore
      d                     Wi                          Hi
                      MJ/m3      kcal/m3        MJ/m3      kcal/m3
------------------------------------------------------------------
     0,411            22,9        5480          14,7        3510
------------------------------------------------------------------
     0,554            48,2       11520          35,9        8570
------------------------------------------------------------------
     2,077            85,3       20380         122,8       29330
------------------------------------------------------------------
         Hi
    W1 -----
radice quadrata di d
==================================================================
6.3. Composizione del gas di prova
Le  composizioni  dei  gas  usati  per le prove devono essere il piu'
vicino possibile a quelle date nel prospetto III.
Per  la preparazione de questi gas devono essere rispettate le regole
seguenti:
-  l'indice  di Wobbe del gas utilizzato deve essere uguale al valore
indicato  nel  prospetto  piu'  o  meno  del  2%  (questa  tolleranza
comprende l'errore degli apparecchi di misura)
-  i  gas usati per la preparazione della miscela devono avere almeno
il seguente grado di purezza:
         Azoto       N2   99%
         Idrogeno    H2   99%
         Metano      CH4  95%
         Propillene  C3H6 90%  con un tenore totale di H2, CO2,
                               e O2 minore dell'1% e un tenore
                               totale di N2 e CO 2 minore del 2%
         Propano     C3H8  95%
         Butano      C4H10 95%.  Tuttavia queste condizioni non sono
vincolanti per ciascuno dei costituenti se la miscela finale ha una
composizione identica a, quella della miscela che si sarebbe ottenuta
a partire da costituenti aventi la purezza richiesta. Si puo' dunque,
per preparare una miscela, partire da un gas contenente gia' in
proporzioni convenienti parecchi costituenti della miscela finale.
Inoltre per i gas della seconda famiglia, e' possibile, per le prove
effettuate con il gas di riferimento G20, sostituire il metano con
gas naturale anche se la sua composizione non corrisponde alle
condizioni precedenti per i tenori di CH4 N2 e CO2.
Se l'indice di Wobbe.
Se  l'indice  di  Wobbe  del gas naturale impiegato da una variazione
maggiore del piu' o meno del  2%  rispetto  a  quello  del  G  20  e'
consentito  correggere  la portata in volume mediante calcolo in modo
da riportare ai valori di riferimento di 48,2  MJ/m(elevato  alla  3)
(11 520 Kcal/m (elevato alla 3)).
6.4. Scelta del gas e delle pressioni di prova
Se  un  bruciatore puo' funzionare con gas di differenti famiglie, la
prova di combustione e' realizzata con i gas scelti  fra  quelli  del
prospetto  III  e le pressioni minime e massime scelte fra quelle del
prospetto IV. La misura della pressione di prova  deve  essere  fatta
nei punti indicati sugli schemi di installazione.
                     Prospetto III - Gas di prova
==================================================================
Categoria                 I2H     I3    II12H    II2H3    III
------------------------------------------------------------------
Gas di riferimento        G 20    G 30  G 110    G 20     G 110
                                        G  20    G 30     G  20
                                                          G  30
------------------------------------------------------------------
                  Prospetto IV - Pressione di prova
==================================================================
                   Bruciatore per bassa       Bruciatore per alta
               pressione p minore o uguale     pressione 40 mbar
                      a 40 mbar                minore p minore o
                                               uguale a 500 mbar
Gas di riferimento     Pressione                  Pressione
            normale    minima   massima   normale  minima  massima
             mbar       mbar      mbar      mbar    mbar     mbar
------------------------------------------------------------------
  G 110      8           6        15
--------------------------------------
  G  20     18          15        23        Pn      0,7 Pn  1,3 Pn
------------------------------------------------------------------
  G  30     30          25        35
------------------------------------------------------------------
 Pn = pressione nominale dichiarata dal ostruttore
===================================================================
6.5. Focolare di prova
Il  bruciatore deve essere installato sul focolare di prova, indicato
nelle fig. 6a e 6b, che dispone di un  fondo  mobile  raffreddato  ad
acqua.
Le  caratteristiche  delle  camere  di combustione sono riportate nel
prospetto V. Le perdite di carico devono essere  estinte  nell'ambito
del fondo mobile.
Le  depressioni  necessarie  per  talune prove vengono realizzate con
ventilatore installato sul condotto dei fiumi.
La  prova  del bruciatore viene effettuata a temperatura ambiente, la
temperatura dell'acqua deve essere compresa tra i 50 e 90 ›C.
      Prospetto V - Caratteristiche delle camere di combustione
==================================================================
           Potenza termica nominale       Diametro della camera
               del bruciatore                 di combustione
                   Qn                               D
         kW               Mcal/h                    mm
------------------------------------------------------------------
          fino a    70      fino a   60             280
oltre  70 fino a   233   oltre 60 fino a 200        400
oltre 233 fino a   582   oltre 200 fino a 500       500
oltre 582 fino a  1163   oltre 500 fino a 1000      600
oltre 1163 fino a 2326   oltre 1000 fino a 2000     800
oltre 2326               oltre 2000                1000
------------------------------------------------------------------
La  lunghezza  della  camera  di  combuatione viene scelta secondo il
diagramma di fig.5 in funzione della  potenza  termica  nominale  del
bruciatore da provare.

   ---->  Vedere Immagine da pag. 68 a pag. 69 della G.U.   <----

------------------------------------------------------------------
    D          F          A          B          C          N
------------------------------------------------------------------
   280        250        220        105        110         55
------------------------------------------------------------------
   400        325        305        145        180         70
------------------------------------------------------------------
   500        382        585        180        200         85
------------------------------------------------------------------
   600        442        470        215        240        100
------------------------------------------------------------------
   800        600        620        280        330        130
------------------------------------------------------------------
  1000        720        770        350        420        170
------------------------------------------------------------------
          Nota  -  La  tolleranza  sul diametro De' e' pari a 0,01D -
          0,02D
             Fig. 6b - Fondo mobile del focolare di prova
6.6. Documenti da fornire per le prove
Per  le  prove  di  laboratorio  dei bruciatori, i costruttori devono
fornire i documenti seguenti in due copie:
- sigla e dati di identificazione
- tipo di finzionamento (monostadio, multistadio e modulante)
- tipo di focolare a cui il bruciatore e' adatto (pressurizzato o no)
-  appartenenza ad una serie: indicare se deve essere provato, oppure
la similarita' di costruzione
-  i  disegni costruttivi, in particolare della testa di combustione,
caratteristiche  del  ventilatore,  del  bruciatore  comprendente  il
disegno  del  complessivo  o la vista esplosa con l'elenco di tutti i
singoli pezzi
- fotografie del bruciatore
-   libretto  d'istruzione  sul  funzionamento  e  installazione  del
bruciatore
- descrizione del bruciatore indicante la categoria, la pressione del
gas massima e minima di funzionamento e la potenza termica massima  e
minima ed essa relativa
- diagramma di avviamento e campo di lavoro, se noti
-  schema  dei collegamenti elettrici e del funzionamento di tutte le
apparecchiature elettriche a corredo del bruciatore
-  descrizione  di  tutte le apparecchiature a corredo del bruciatore
(elettrovalvole,  filtro,  regolatore   di   pressione,ribinetto   di
regolazione, pressostati, apparecchio di comando e controllo, ecc.) e
dichiarazione di omologazione, se disponibile.
6.7.  Prove di funzionamento del bruciatore6.7.1.Tenuta interna della
linea di alimentazione gas a valle del regolatore di pressione
6.7.1.1. Bruciatori per bassa pressioneLa verifica della tenuta della
linea di alimentazione gas e' con aria alla temperatura  ambiente  ad
una  pressione  di  150  mbar.  Per  la  determinazione della fuga si
utilizza  un  metodo  volumetrico  che  consenta  la  misura  diretta
dell'eventuale  perdita  (apparecchio  di Bitzer, schematizzato nella
fig.7, o dispositivo analogo) con una precisione tale che una fuga di
0,5 cm(elevato alla 3) possa essere apprezzata.
Durante  la prova i dispositivi automatici sono chiusi in successione
con gli altri organi delle linee di alimentazione  gas  completamente
aperti.
La  prova  dura  10  min, le misure vengono rilevate al 5o e 10o min.
Prima di iniziare la prova, occorre manovrare l'organo  di  sicurezza
almeno una decina di volte.
Tale  verifica deve essere ripetuta al termine del ciclo di prove cui
il bruciatore viene sottoposto.

         ---->  Vedere Immagine a pag. 70 della G.U.   <----

6.7.1.2. Bruciatori per alta pressione
Premesso  quanto e' stato esposto in 2.6.2 e 4.9.2, la verifica della
tenuta della linea di alimentazione del gas e'  realizzata  con  aria
alla  temperatura  ambiente  ad una pressione di 1,2 PN, comunque non
minore di 150 mbar.
Per  la  determinazione  della fuga si utilizza un metodo manometrico
come schematizzato in fig. 8 o dispositivo analogo.

         ---->  Vedere Immagine a pag. 71 della G.U.   <----

6.7.2.  Tenuta  esterna  della linea di alimentazione gas a valle del
regolatore di pressione
Prima  di  effettuare  questa prova si deve chiudere l'affuso del gas
alla testa di combustione, nel punto di collegamento della  linea  di
alimentazione del gas al bruciatore, e porre i dispositivi automatici
in posizione di aperto, dopo di  che  si  procede  come  indicato  in
6.7.1.1 o 6.7.1.2.
6.7.3. Potenza termica spesa
La  potenza  termica  spesa  si determina con il/i gas di riferimento
alle  pressioninormali  di  prova  rapportata  alle   condizioni   di
riferimento,  gas secco alla temperatura di 15 ›C alla pressione di 1
013 mbar.
La  potenza  termica  spesa e' ottenuta quando il bruciatore, montato
sulla camera di combustione di prova, e' in equilibrio termico  e  la
combustione e' buona.
La potenza termica spesa Qs in kilocalorie all'ora, e' data da
o,263 qv Hvi
dove:  qv e' la portata di gas in volume, in metri cubi all'ora, a 15
›C e 1 013 mbar
Hvi  e' il potere calorifero inferiore, in megajoule al metro cubo, a
0 ›C e 1 013 mbar.
La potenza termica spesa Qs in kilocalorie all'ora, e' data da
0,948 qv Hvi
dove:  qv e' la portata di gas in volume, in metri cubi all'ora, a 15
›C e 1 013 mbar
Hvi  e' il potere calorifico inferiore, in kilocalorie al metro cubo,
a 0 ›C e 1 013 mbar.
I  valori ottenuti per le portate in volume devono essere corretti in
modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti  se  il
gas  fosse  stato  conforme alle condizioni di riferimento all'uscita
dell'ugello.
La  portata  di  gas  in  volume  qvc  ottenibile nelle condizioni di
riferimento si calcola con la formula semplificata:
  qvc = qvi radice quadrata di 1013 + p  pb + p    288     d
                              -------   ------   ------ ------
                               1013      1013   273 + tg  dr
dove:  Vi  e' la portata in volume misurata nelle condizioni di prova
(p P pb) e tg
p e' la pressione di alimentazione del gas, in millibar
pb e' la pressione atmosferica, in millibar
tg e' la temperatura del gas a monte del bruciatore, in ›C
d e' la densita' relativa del gas di prova
dr e' la densita' relativa del gas di riferimento.
La  potenza  termica  spesa  Qs  (riferita  alla  massima di gas), in
kilowatt, e' data da
                             0,278 qm Hmi
dove: qm e' la portata di gas in massa, in kilogrammi all'ora
Hmi e' il potere calorifico inferiore, in megajoule al kilogrammo.
La potenza spesa Qs, in kilocalorie all'ora, e' invece data da
                                qm Hmi
dove: qm e' la portata in massa, in kilogrammi all'ora
Hmi  e' il potere calorifico inferiore, in kilocalorie al kilogrammo.
I  valori  ottenuti per le portate in massa devono essere corretti in
modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti  se  lo
stato  dei  gas  fosse  stato conforme alle condizioni di riferimento
all'uscita dell'ugello.
La  portata  di  gas  in  massa  qmc  ottenibile  nelle condizioni di
riferimento si calcola con  la  formula  seguente  che  tiene  conto,
pertanto, solo della correzione del flusso:
   qmc = qmi  radice quadrata di 1013 + p   273 + tg    dr
                                 --------   --------  -----
                                  Pb         288        d
dove: qmi  e' la portata in massa misurata nelle condizioni di prova;
      pb' p' tg d e dr hanno lo  stesso  significato  di  quelli  che
compaiono nella formula relativa alla portata in volume.
I  valori Qs, qvc e qmc, ricavati con le formule sopra indicate, sono
quelli da confrontare con i valori Qn,  qvn  e  qmn,  dichiarati  dal
costruttore,
dove: Qn e' la potenza termica dichiarata dal costruttore
qvn e' la portata in volume dichiarata dal costruttore
qmn e' la portata in massa dichiarata dal costruttore,
6.7.4. Prova del dispositivo di regolazione manuale di portata gas
Il  regolamento  manuale di portata deve consentire il raggiungimento
della  portata  nominale  massima  e  minima  del  bruciatore   nelle
condizioni  di  alimentazione  sia  alla  pressione  minima, sia alla
pressione massima.
La  prova  viene  effettuata  alimentando  il  bruciatore alla minima
pressione di prova per la famiglia di gas per cui e'  costruito,  con
il  gas  di  riferimento e con il regolatore manuale di portata posto
nella  posizione  di  massima  apertura;  in  queste  condizioni   di
alimentazione  la portata di gas in volume deve raggiungere almeno il
90% della portata nominale massima.
6.7.5. Prova del regolatore di pressione
La prova viene effettuata secondo UNI 7430 e UNI 7432
6.7.6. Prova di accensione (accensione e interaccensione)
l'accensione  del  bruciatore principale o pilota e l'interaccensione
per i bruciatori a  piu'  ugelli  devono  avvenire  dolcemente  senza
produrre  delle  variazioni sensibili di pressione nel circuito gas o
nella camera di combustione di prova.
Il bruciatore si deve accendere
-  se  non esiste un dispositivo automatico di regolazione dell'aria,
con la serranda dell'aria aperta come in fase di funzionamento
-  se  esiste un dispositivo automatico di regolazione dell'aria, con
la serranda dell'aria aperta come nella posizione corrispondente alla
portata del gas in fase di accensione
In  queste  condizioni  il  bruciatore deve funzionare con assenza di
pulsazioni o distacchi di fiamma
Si   verificano   tali   condizioni   di  funzionamento  alla  minima
depressione e massima pressione nella camera di combustione  indicate
dal costruttore
6.7.7. Prova di combustione
6.7.7.1. Generalita'
Per  la prova in laboratorio il bruciatore e' installato sulla camera
di combustione di  prova  riportata  nelle  fig.  6a  e  6b,  con  la
lunghezza  focolare  determinata  dal  diagramma  di  fig  5 e con un
condotto per il campionamento dei fumi indicato nelle fig. 9a  e  9b.
L'eccesso  d'aria  per questa prova non puo' essere maggiore del 20%.
Il condotto di scarico fumi deve essere a tenuta in modo tale da  non
permettere infiltrazioni d'aria. Nelle fig. 9a e 9b sono indicate due
soluzioni consigliabili; in  ogni  caso  deve  essere  rispettata  la
costruzione  e  la distanza delle prese tra di loro, la lunghezza del
percorso fumi dalla sezione di uscita del focolare alla  prima  delle
prese  (errore  +  o  -  1%)  e la lunghezza del tratto a valle della
seconda presa (errore P/ 1%). Gli organi di regolazione e attivazione
del tiraggio devono essere a valle del tratto suddetto

   ---->  Vedere Immagini da pag. 73 a pag. 74 della G.U.   <----

6.7.7.2. Prova di avviamento
Tale  prova  viene  fatta solo sui bruciatori pressurizzati. All'atto
dell'accensione e comunque nel passaggio da uno stadio al successivo,
non si devono verificare fenomeni di distacco o ritorno di fiamma del
bruciatore.
Il  diagramma  di avviamento viene determinato in concomitanza con il
diagramma del campo di lavoro.
A  partire  da  condizioni  di  regime  permanente,  in  cui si siano
soddisfatti i requisiti termotecnici con  le  pressioni  del  sistema
bruciatore-caldaia-camino   opportunamente  regolate,  si  spegne  il
bruciatore e, senza  compiere  alcuna  regolazione,  lo  si  accende,
misurando  la  durata  del  transitorio  e  il  valore  massimo delle
pressioni, utilizzando la presa di pressione (laterale) piu' prossima
a meta' lunghezza della camera di combustione.
L'avviamento  deve essere regolare e la sovrappressione di avviamento
(rispetto  alla  pressione  positiva  del  funzionamento   a   regime
permanente) deve estinguersi entro il tempo t1 s.
Detto  tempo  deve  essere  verificato  per mezzo di trasduttore piu'
registratore od oscillografo; il valore massimo di pressione  durante
il  transitorio  si  rivela  con un manometro ad acqua realizzato con
tubi ad u, il cui raggio di curvatura  sia  di  20  mm.  Il  diametro
interno  del  tubo  di  vetro  deve  essere  di  5,5 mm e deve essere
riempito d'acqua in posizione di riposo per un'altezza di 300 mm.  Il
diametro  interno  del tubo di prelievo non deve essere minore di 5,5
mm.
Per  il  collegamento  si  impiega  un  tubo  di materia plastica del
diametro interno di 6 mm e della lunghezza di 1 m.
Si  traccia  il  diagramma  di  avviamento  riportando  in ascisse le
potenze e in ordinate le pressioni massime ottenute nel  transitorio:
e'  consigliabile  tracciare  il diagramma di avviamento sullo stesso
foglio usato per il campo di lavoro.
Si  esegue una prova per ciascuna potenza, quindi tre prove ( a Qmax,
Qmin, Qint); la prova a Qint non si esegue  se  Qmax/Qmin  minore  di
2,5. La potenza Qint e' data dalla formula seguente:
             Qint = Qmin + 2
                          ---- (Qmax - Qmin)
                           3
6.7.7.3. Indice di buona combustione
6.7.7.3.1. Generalita'
L'apparecchio e' inizialmente regolato alla sua portata nominale alla
pressione normale con il gas di riferimento. Se esiste un dispositivo
di   regolazione   dell'immissione   dell'aria  al  bruciatore,  tale
dispositivo  viene  regolato  osservando  l'aspetto  delle  fiamme  e
seguendo le istruzioni fornite dal costruttore. Questa regolazione e'
osservata in seguito.
Quando l'apparecchio e' a regime si effettua il prelievo dei prodotti
della  combustione  nel  modo  indicato  al   punto   6.7.7.3.3.   La
determinazione della CO2, e del CO si puo' fare sui fumi prelevati in
modo continuo oppure su un campione medio di volume adeguato  per  la
successiva  analisi  e prelevato in modo da evitare l'assorbimento di
CO2.
La  portata di aspirazione di fumi, espressa in litri al minuto, deve
essere minore di
                               Qs/2,33
dove Qs e' la potenza termica spesa dall'apparecchio, in KiloWatt
oppure
                               Qs/2000
dove  Qs e' la potenza termica spesa dall'apparecchio, in Kilocalorie
all'ora
Il  contenuto  percentuale di CO in volume nei fumi secchi e depurati
dall'eccesso d'aria (CO/) si puo' determinare  mediante  la  formula:
(formula)In  questo  caso  occorre  determinare  sui  fumi l'anidride
carbonica e l'ossido di carbonio. Occorre inoltre conoscere l'analisi
dei gas e determinare la CO2 teorica (CO2t)
I  valori percentuali della CO2 teorica relativi ai gas di prova sono
indicati nel prospetto VI e nella fig. 10
Prospetto VI - CO2 teorica relativa al gas di prova
------------------------------------------------------------------
 Simbolo del gas         G 110          G 20        G 30
   CO 2t    %             7,6           11,7         14
-----------------------------------------------------------------
Il  tenore  di  CO nei fiumi secchi e depurati dall'accesso calcolato
anche mediante la formula:
               21
     CO = ------------ CO (relativo al campione analizzato)
             21 - O2
dove: O2 e CO sono espressi in per cento in volume
Questa   formula  puo'  essere  utilizzata,  quando  non  si  conosce
esattamente la CO2 teorica
6.7.7.3.2. Esecuzione delle prove
L'apparecchio  e'  provato  con  il  o  i  gas  di  riferimento della
categoria alla quale esso appartiene e che sono precisati in 6.2. Per
tutti  gli  apparecchi  la prova e' fatta portando il bruciatore a un
valore uguale a 1,07 1,05 o 1,025 volte la portata di gas  in  volume
rispettivamente se e' alimentato con il gas G 110, G 20 o G 30
6.7.7.3.3. Sonde di aspirazione
Si   utilizzano   sonde  di  aspirazione  collegate  ai  condotti  di
campionamento dei fumi da fig. 9a e 9b
6.7.7.3.4. Misura delle pressioni nella camera di combustione
Le  misure di pressione in camera di combustione richiedono una presa
di pressione (diametro di almeno 9 mm) sulla partte anteriore (vedere
fig.  6)  e  tre  prese  di pressione (diametro di 9 mm) laterali sul
piano diametrale del focolare, per  le  lunghezze  che  corrispondono
alle tre potenze Qmax, Qmin e Qint di quel focolare
6.7.8. Campo di lavoro
6.7.8.1. Bruciatori monostadio pressurizzati
Il  campo  di  lavoro  e'  rappresentato  nel diagramma di fig. 11 in
funzione della pressione nel focolare e della potenza termica spesa
Questo campo e' delimitato da:
-  limite  di  combustione  alla  portata  minima  e  massima per una
determinata pressione nel focolare
-  limite  di  formazione  del  CO ' 0,1% in volume nei fumi secchi e
depurati dall'eccesso d'aria
-  minimo  valore di CO2 (vedere requisiti termotecnici del diagramma
di fig. 10)
-  pressione massima e minima nel focolare per le quali il bruciatore
puo' ancora funzionare.
La  prova del campo di lavoro si esegue con i gas di riferimento alla
pressione normale di prova con  l'accesso  di  aria  '  20%.  Per  la
determinazione del valore misurato si devono scegliere almeno 3 punti
nel campo delle pressioni sia positive sia negative. I 3  punti  sono
in corrispondenza delle potenza massima, minima e intermedia.
Il  diagramma  misurato  viene  ridotto  a  0,9  A  (veder  fig. 11),
ottenendo cosi' il diagramma calcolato del campo di lavoro

         ---->  Vedere Immagine a pag. 76 della G.U.   <----

6.7.8.2. Bruciatori, monostadio non pressurizzati
Il  campo  di  lavoro  e'  determinato  nel  diagramma  di fig. 12 in
funzione della pressione nel focolare e della potenza termica  spesa.
Questo campo e' caratterizzato da:
-  limite  di  combustione  alla  portata  minima  e  massima per una
determinata pressione nel focolare
-  limite  di formazione del CO minore o uguale di 0,1% in volume nei
fumi secchi e depurati dall'eccesso d'aria
-  minimo  valore di CO2 (vedere requisiti termotecnici del diagramma
di fig. 10)
-  pressione massima e minima nel focolare per le quali il bruciatore
puo' ancora funzionare
La  prova del campo di lavoro si esegue con i gas di riferimento alla
pressione normale di prove con l'eccesso di aria minore o uguale  del
20%  Per  la  determinazione  del valore misurato si devono scegliere
almeno 3 punti nel campo delle pressioni sia positive sia negative. I
3  punti  sono  in  corrispondenza  delle  potenze  massima, minima e
intermedia
Il  diagramma  misurato  viene  ridotto  a  0,9  A  (vedere fig. 12),
ottenendo il diagramma calcolato del campo di lavoro

         ---->  Vedere Immagine a pag. 77 della G.U.   <----

6.7.8.3. Bruciatori multistadio o modulati
Il  diagramma  di  fig.  11  rappresenta  il  campo di lavoro di ogni
singolo stadio; il campo di lavoro complessivo si rivela come  segue.
Il campo di lavoro di ogni singolo stadio e' caratterizzato da:
-  limite  di  combustione  alla  portata  minima  e  massima per una
determinata pressione nel focolare
-  limite  di formazione del CO minore o uguale di 0,1% in volume nei
fumi secchi e depurati dall'eccesso d'aria
-  minimo  valore di CO2 (vedere requisiti termotecnici del diagramma
di fig. 10)
-  pressione  massima  e  minima  nel focolare per ogni stadio per le
quali il bruciatore puo' ancora funzionare
La  prova del campo di lavoro si esegue con i gas di riferimento alla
pressione normale di prova con l'eccesso di aria minore o uguale  del
20%. Per la determinazione del valore misurato si devono scegliere:
-  per  i  bruciatori  multistadio  almeno  3  punti  nel campo delle
pressioni sia positive sia negative per ogni singolo stadio
- per i bruciatori modulanti almeno 10 punti di cui 6 nel campo delle
pressioni positive.
  Con  la procedura di cui sopra, nel caso di bruciatori multistadio,
si rilevano i diagrammi dei singoli stadi del  bruciatore  segnandoli
nello stesso grafico
Il  diagramma di lavoro del bruciatore multistadio e' quello ricavato
dall'unione delle linee periferiche dei singoli diagrammi.
Il  diagramma  di  lavoro del bruciatore modulante e' quello ricavato
dall'unione delle linee congiungenti i punti di prova
Il  diagramma  cosi'  ricavato viene ridotto a 0,9 A (vedere fig. 11)
ottenendo il diagramma calcolato del campo di lavoro.
6.8.  Temperatura  delle  apparecchiature  di  controllo, sicurezza e
regolazione
Il  bruciatore funziona per 1 h con i gas di riferimento alla portata
termica nominale con un sovraccarico del 10% e con un eccesso  d'aria
compreso  tra  il  10  e  20%  e CO minore o uguale di 0,1%; a questo
punto, la temperatura della superficie delle elettrovalvole  e  delle
apparecchiature  ausiliare sono misurate con un termometro a contatto
o strumento equivalente con una precisione di piu' o meno di 0,5% ›C.
La sovrattemperatura superficiale non deve eccedere i 60 ›C dopo 1000
cicli di eccitazione e diseccitazione in aria atmosferica
6.9. Prove di funzionamento prolungato
Queste prove si effettuano facendo eseguire 10 cicli di funzionamento
al bruciatore alla sua portata minima e massima di prova. Ogni  ciclo
di funzionamento si compone di due fasi:
-  fase di funzionamento: il bruciatore esegue il programma OXData di
trattamento: 6/9/89 Ore: 11.4.14
completo impostogli dalla scatola di comando e resta acceso per 5 s,
- fase di arresto: il bruciatore viene arrestato per 1 s
6.10. Prova del dispositivo di comando e controllo
Scopo  di questa prova e' di accertarne che il dispositivo di comando
e controllo sia adeguatamente impiegato nel bruciatore.
Per  l'esecuzione  delle  prove  si  porta il bruciatore alla potenza
nominale, con tensione di 220 V.
Nel prospetto VII sono riportati i requisiti da soddisfare, le misure
e le osservazioni qualitative da eseguire, e infine  le  informazioni
che   devono   essere  fornite  dal  costruttore,  o  direttamente  o
attraverso  il  certificato  di  omologazione  del  dispositivo,   se
posseduto.
Per  realizzare  le prove indicate nel prospetto VII occorre eseguire
una verifica di portata aria  durante  il  tempo  di  prelavaggio:  a
questo  scopo  il  laboratorio  di prova calcola la portata d'aria di
prelavaggio in base ai dati sperimentali di portata di combustibile e
di CO2 nei fumi, nel funzionamento a regime permanente con portata di
aria  mantenuta  pari  a  quella  di  preventilazione  e  portata  di
combustibile scelta adeguatamente per evitare incombusti.
La portata d'aria qa e' data da:
                                 q Ae
L'aria effettiva Ae e' data da:
                              At (1 + e)
L'aria teorica At e' data da:
                          11,54 C + 34,61,H
L'eccesso d'aria e e' dato da:
          241,3
         -------C - At + 7,24 H
          CO2
       ------------------------
                  At
dove:
 q e' la portata del combustibile, in metri cubi all'ora
Ae e' la quantita' d'aria effettiva, in metri cubi al metro cubo, a 0
›C e 1 013 mbar
At  e' il potere comburivoro, in metri cubi al metro cubo, a 0 ›C e 1
013 mbar
e e' l'eccesso d'aria
C e' il contenuto di carbonio equivalente nel combustibile (% massa);
H e' il contenuto di idrogeno equivalente nel combustibile (% massa)
CO2 e' il contenuto di anidride carbonica equivalente.
    Prospetto VII Verifiche sul dispositivo di comando e controllo
-----------------------------------------------------------------
Punto     Requisito    Misura    Osservazione    Informazioni del
                                                    costruttore
-----------------------------------------------------------------
5.3.5    Liberazione  Uso cronometro   ----            ----
      del combustibile dall'avvio del
      al tempo  t1     ventilatore
                       fino alla
                       fuoriuscita
                       del combustibile
-----------------------------------------------------------------
5.3.5    Liberazione                     Arco          ----
      del combustibile                  elettrico
      con dispositivo                    presente
      di accensione inserito  ----
-----------------------------------------------------------------
5.3.5     Controllo prima     ----         ----   Dal certificato
       del 2› stadio                              di approvazione
                                                  del dispositivo
                                                  di comando e
                                                  controllo, se
                                                  esiste
-----------------------------------------------------------------
5.3.3.2    Corrispondenza   Vedere 5.3.5   ----        ----
          tra la durata di
          ventilazione e T1
-----------------------------------------------------------------
5.3.3      Corrispondenza   Uso cronometro:  ----       t2
          tra durata        dall'inizio             preaccensione
          preaccensione     dell'arco fino
           T2 e quella      alla fuoriscita
          dichiarata        del combustibile
-----------------------------------------------------------------
5.3.3.2    Durata           Uso cronometro:   ----     ----
       preventilazione     dall'inserimento
       T1 maggiore o       del bruciatore fino
       uguale a 30 s       alla fuoriuscita del
       (aria tutta aperta)    del combustibile
-----------------------------------------------------------------
6.11. Prova con sovra e sottotensione
  Alla   fine   della  prova  di  funzionamento  prolungato,  con  il
bruciatore alla potenza massima, con tutti  gli  accessori  elettrici
funzionanti,  senza  modificare la regolazione dell'aria, si porta la
tensione ad un valore pari all'85% e al 110% di quello nominale.
Si  ferma  il  bruciatore per 5 min, poi si effettua la partenza alla
suddette tensioni.
La  partenza  e l'accensione devono avvenire regolarmente, a giudizio
del laboratorio di prova.
6.12. Strumentazione
Gli   strumenti   impiegati  devono  avere  caratteristiche  tali  da
rispettare i requisiti indicati nel prospetto VIII.
Le  misure  sui  fumi  vengono eseguite su campioni provenienti dalla
sezione di prelievo (fig. 9a e 9b); le misure di pressione in  camera
di  combustione  richiedono  una  presa  di pressione (diametro 9 mm)
sulla parte anteriore (fig. 6) e tre prese di pressione  (diametro  9
mm)  laterali  sul  piano  diametrale  del  focolare,  poste  a meta'
lunghezza del focolare, per le lunghezze che corrispondono  alle  tre
potenze Qmax Qmin e Qint di quel focolare.
      Prospetto VIII- Caratteristiche degli strumenti di misura
------------------------------------------------------------------
      Grandezza             Errore assoluto       Errore relativo
------------------------------------------------------------------
Anidride carbonica   CO2       0,2%                    ----
Ossido di carbonio   CO        0,005%                  ----
Potere calorifico
inferiore            H1         ----                    1%
Lunghezza            I          ----                    1%
Pressione            P          ----                    2%
Tempo                T          ----                    2%
Temperatura          t         1› C                    ----
------------------------------------------------------------------
7. Targa e istruzioni
7.1. Targa
Ciascun  bruciatore  deve  essere  munito di una targa visibile sulla
quale devono essere riportate almeno le indicazioni seguenti:
- nome e marchio del costruttore
-  tipo  di  apparecchio (a uno o piu' stadi o modulante a bassa o ad
alta pressione)
- designazione commerciale
-  sigla  (codice  o  data  o  numero)  che definisce il programma di
fabbricazione e l'anno di costruzione
- categoria di appartenenza'
-  potenza  termica  nominale, massima e minima in kilovatt, misurate
con pressione nulla nel focolare
-  dati  di  funzionamento  elettrico:  tensione corrente, frequenza,
numero di fasi, potenza assorbita in W.
Un'altra  targa  autoadesiva  deve  essere applicata sul bruciatore e
deve indicare la pressione di alimentazione e il tipo del gas per  il
quale il bruciatore e' regolato.
Se   il   bruciatore   viene   fornito  con  i  pezzi  necessari  per
l'adattamento ad un altro tipo di gas o ad un'altra  pressione,  deve
avere anche un'altra etichetta autoadesiva indicante le condizioni di
impiego con la nuova regolazione. Tale etichetta  deve  essere  posta
sopra la prima all'atto dell'adattamento.
7.2. Istruzioni
Il  bruciatore deve essere fornito con tutte le istruzioni necessarie
al montaggio, installazione, funzionamento e regolazione.
Queste informazioni devono riguardare in particolare:
-  la portata nominale minima e massima del bruciatore, in metri cubi
all'ora, corrispondenti al tipo di gas utilizzato
- il diagramma riportante il campo di lavoro alla pressione normale
- gli organi di regolazione e il loro funzionamento
- il montaggio e lo smontaggio dei pezzi di adattabilita'
-  l'adattabilita'  ad  un altro tipo di gas e il cambio dei pezzi di
adattamento
-  la  manutenzione delle apparecchiature ausiliarie, dei dispositivi
automatici di controllo e sicurezza (elettrovalvole), dei dispositivi
di  comando  e  controllo  fiamma e degli apparecchi per il controllo
delle fughe di gas
-  lo  schema  elettrico  completo  riguardante  il funzionamento del
bruciatore  e  l'indicazione   numerata   nei   morsetti   dei   vari
collegamenti elettrici
-  il  modo  di  installare  il  bruciatore  indicato  in dettaglio e
rappresentato con disegni.
8. certificato di prova
Il  certificato  di prova deve dare tutte le informazioni sulla prova
del bruciatore riguardanti le caratteristiche  di  costruzione  e  di
funzionamento ad in particolare le indicazioni seguenti:
-  il  numero  di  protocollo  del laboratorio di prova e la data del
certificato di prova
- la categoria di appartenenza del bruciatore
-  un  confronto  fra i risultatati della prova in rapporto ai valori
limite prescritti
-  un  diagramma nel campo di stabilita' e di lavoro per il valore di
pressione di prova normale del gas
- un riassunto dei risultati di prova eventualmente negativi
-  i  valori delle pressioni minima e massima che si possono ottenere
nelle camere di  combustione  e  delle  relative  portate  e  potenze
termiche spese minima e massima del bruciatore
- portate nominali e potenze termiche spese
-  il  nome  del  laboratorio di prova e la firma del direttore dello
stesso.
Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana.
                             APPENDICE A
          Dispositivi automatici di regolazione e sicurezza

/edere UNI 8917.
                            APPENDICE B3)
Dispositivi di comando e controllo
B 1. Generalita'.
B 1.1. Scopo.
La   presente  appendice  contiene  le  prescrizioni  riguardanti  la
costruzione, ai fini della sicurezza, dei dispositivi di comando e di
controllo, nonche' le modalita' e le tecniche di prova per verificare
tali caratteristiche.
Non   si   riportano   norme   legislative   e   norme  nazionali  di
installazione, alle quali fornitore ed installatore  devono  comunque
attenersi.
B 1.2. Oggetto
La  presente appendice si riferisce a tutti gli apparecchi di comando
e controllo montati sui bruciatori automatici, compresi quelli  misti
e  combinati,  per  la  parte  afferente  il  gas,  contemplati nella
presente norma di cui questa appendice fa parte integrante.
B 1.3. Condizioni di riferimento.
Le condizioni di riferimento sono:
- temperatura del gas secco: 15›C
- pressione atmosferica: 1 013 mbar
- temperatura ambiente convenzionale: 25›C
- tensione: 220 V
- frequenza: 50 Hz.
B 2. Classificazione.
I dispositivi di comando e controllo si classificano in:
- dispositivi termici
- dispositivi ciclici
- dispositivi elettronici.
B 3. Caratteristiche costruttive
B 3.1. Generalita'
Gli  apparecchi  di  comando  e controllo devono essere conformi alle
seguenti esigenze di stabilita', manovrabilita' e durata.
B  3.1.1. La costruzione dell'apparecchio di comando e controllo deve
essere tale che,  nelle  condizioni  di  funzionamento  normali,  non
possano  verificarsi  deformazioni  permanenti,  ne'  danni  di alcun
genere.
3)  Questa  appendice  sara' sostituita quando verranno pubblicate le
norme specifiche.
B  3.1.2.  Tutti  i  materiali  devono avere una resistenza meccanica
sufficiente per le normali condizioni di impiego.
B  3.1.3. Gli elementi di comando manuali, non devono procurare danno
all'operatore.
B  3.1.4.  Ogni  componente  deve  lavorare  senza inconvenienti alla
massima e minima temperatura (temperatura ambiente)  specificata  dal
fornitore e almeno entro i limiti richiesti dalla presente norma.
B  3.1.5.  Gli  apparecchi  di  comando  e  controllo  devono  essere
progettati  e  costruiti  in   modo   da   poter   funzionare   senza
inconvenienti  nelle  normali  condizioni  di  lavoro e non provocare
situazioni pericolose.
B 3.2. Portata dei contatti.
La  portata dei contatti a regime non deve essere minore di quella di
seguito riportata:
-  per il motore del ventilatore: 2 A alla tensione di 220 V e coseno
(fi greco) 0,6
-  per  l'accenditore  elettrico: 1 A alla tensione di 220 V e coseno
(fi greco) 0,6
-  per la valvola del gas pilota: 1 A alla tensione di 220 V e coseno
(fi greco) 0,6
-  per  il  dispositivo d'allarme: 0,5 A alla tensione di 220 V e cos
(lettera greca) 0,6.
B 3.3. Dispositivi elettrici
I  dispositivi  elettrici  devono essere conformi a quanto prescritto
dalla legge 1 marzo 1968, N. 186 (norme CEI).
B 4. Caratteristiche di funzionamento.
B 4.1. Rivelatore di fiamma.
Il rivelatore di fiamma deve dare un segnale di fiamma solo se questa
esiste effettivamente.
Se   tuttavia   il  rivelatore  da'  un  segnale  di  fiamma  durante
l'accensione a scintilla, questa possibilita' e' permessa.
Una  interruzione  o  un  corto  circuito  o  dispersioni  varie  nel
collegamento tra il rivelatore di fiamma e l'apparecchio di comando e
controllo  devono impedire l'avviamento del bruciatore o provocare un
arresto  di   blocco.   Se   l'inconveniente   avviene   durante   il
funzionamento, il bruciatore deve arrestarsi immediatamente in blocco
od  al  massimo  nel  tempo  di  sicurezza  dopo  aver  tentato,  ove
consentito, o la riaccensione o un nuovo ciclo di avviamento.
I seguenti elementi possono essere usati come sensori di fiamma:
- un elettrodo di fiamma alimentato in corrente alternata, che rivela
la corrente raddrizzata dalla fiamma (ionizzazione di fiamma)
-  un  elemento  sensibile  alle  radiazioni della fiamma›il tempo di
risposta del circuito rivelatore dell'apparizione  della  fiamma  non
deve essere maggiore di 1 s.
B 4.2. Verifica dell'apparecchio di comando e controllo.
Ogni    apertura    del    circuito    di   alimentazione   elettrica
dell'apparecchio di comando e controllo deve dar luogo al comando  di
chiusura  delle  valvole  gas  e  provocare  un  nuovo avviamento che
rispetti l'intero programma.
B 4.3 Preventilazione
Il  controllo  dell'afflusso  dell'aria  di combustione al bruciatore
viene effettuato a  mezzo  degli  organi  di  sicurezza  (pressostato
aria), come richiesto dagli schemi di installazione della norma.
Se  l'apparecchio  di  comando  e controllo non riceve il consenso da
tali organi aleno entro la fine del tempo  di  preventilazione,  esso
non deve proseguire il programma.
Contemporaneamente  deve  avvenire  un  arresto di blocco per ragioni
tecniche di sicurezza.
Il  tempo  di  preventilazione  puo'  essere regolabile›il suo valore
minimo non deve essere minore di 30 s e  puo'  essere  regolabile  in
aumento solo con utensile.
B 4.4. Preaccensione
Il  tempo  di  preaccensione con accensione elettrica, se esiste, non
deve essere maggiore del primo tempo di sicurezza e  comunque  minore
di 5 s.
B 4.5. Accensione, postaccensione e primo tempo di sicurezza.
L'accensione  e  la  postaccensione sono divise nel programmatore dal
segnale di fiamma.
Se  l'apparecchio  di  comando  e  controllo  non  riceve  un segnale
distinto  dal  rivelatore  di  fiamma,  non  esiste  possibilita'  di
differenziare tra la fiamma e l'accensione.
Il  segnale del rivelatore di fiamma deve pervenire al dispositivo di
comando e controllo entro il primo tempo di sicurezza. Superato  tale
primo  tempo,  in  mancanza di segnale, il dispositivo deve prevedere
l'arresto  di  blocco.  Il  primo  tempo  di  sicurezza  puo'  essere
regolabile,  ma  non dall'esterno, esclusivamente mediante utensile e
deve riferirsi alla massima potenza  ammissibile  di  avviamento  del
bruciatore.
Il  primo  tempo di sicurezza non puo' essere maggiore di 5 s per una
potenza di avviamento fino a 50 KW, DI 3 S per una potenza  oltre  50
fino a 100 KW e di 2 s per una potenza oltre 100 KW.
B 4.6. Accensione dello stadio principale nei bruciatori.
B  4.6.1.  Accensione  dello  stadio  principale  nei  bruciatori con
circuito di avviamento secondo tempo di sicurezza.
L'accensione  di  stadi principali maggiori di 150KW e' permessa solo
dopo l'apparizione del  segnale  della  fiamma  di  accensione  o  di
avviamento.
Potenze  nominali  comprese  fra i 100 e 150 KW possono essere accese
direttamente elettricamente con potenza di  avviamento  non  maggiore
del 40% della potenza nominale.
Il secondo tempo di sicurezza e' necessario solo per i bruciatori che
hanno due teste di combustione separate, una per  l'accensione  e  lo
stadio di avviamento e una per la fiamma principale.
Se  l'apparecchio  di comando e controllo riceve il segnale di fiamma
dal bruciatore pilota  e  dal  bruciatore  principale  e  non  esiste
possibilita' di differenziare i due segnali, il tempo massimo per cui
puo' durare questa condizione non deve superare il secondo  tempo  di
sicurezza.  Percio'  dopo l'apertura del gas per lo stadio principale
il mantenimento  per  l'afflusso  del  gas  di  accensione  non  deve
superare il secondo tempo di sicurezza. Il secondo tempo di sicurezza
puo' essere tarabile, ma non dall'esterno ed esclusivamente  mediante
utensile.  Detto  secondo tempo di sicurezza non deve essere maggiore
di 5 s. Se la valvola a gas principale ha un tempo morto maggiore  di
1 s e' raccomandabile l'uso di un'altra valvola ad apertura rapida.
B  4.6.2.  Accensione  dello  stadio  principale nei bruciatori senza
circuito di avviamento.
L'accensione  del bruciatore con potenza fino a 350 KW e' ammessa con
un segnale unico del dispositivo di  comando  di  controllo,  purche'
tale  accensione  avvenga in due fasi di cui la prima con potenza non
maggiore di 100 KW.
B 4.7. Arresto per disfunzione o di sicurezza.
L'arresto  del  bruciatore  come  risultato di una condizione anomala
puo' avvenire, per esempio, per le seguenti ragioni.
Arresto per disfunzione
- mancanza di alimentazione elettrica
- pressione gas minore della minima consentita
- pressione gas maggiore della massima consentita.
Arresto di sicurezza:
-  temperatura  del  generatore  di  calore  maggiore  della  massima
consentita
-   pressione   nel  generatore  di  calore  maggiore  della  massima
consentita
- livello acqua minore del minimo consentito.
L'arresto  in  questi  casi deve anche prevedere l'ordine di chiusura
delle valvole  gas.  In  seguito  al  ritorno  e/o  ripristino  delle
condizioni   normali,   deve  essere  garantita  la  possibilita'  di
riavviamento partendo dalla posizione iniziale del ciclo.
B 4.8. Arresto di blocco.
B 4.8.1. Spegnimento accidentale della fiamma
L'apparecchio  di  comando e controllo deve dare l'ordine di chiusura
delle valvole gas nel tempo massimo di 1 s e deve  andare  in  blocco
per   bruciatori  con  potenza  nominale  dmaggiore  di  350  KW.  E'
assolutamente vietato lo sbolocco in locale diverso da quello in  cui
e' installato il bruciatore.
B 4.8.2. Blocco per mancanza di aria dopo il tempo di preventilazione
e durante il funzionamento.
Nei  bruciatori  di potenza nominale maggiore di 350 KW l'apparecchio
di comando e controllo deve arrestare il bruciatore immediatamente  e
andare  in  blocco  non  appena  si  verifica una mancanza d'aria. E'
assolutamente vietato lo sblocco in locale diverso da quello  in  cui
e'  installato  il bruciatore. Per i bruciatori di potenza nominale '
350 KW e' sufficiente un arresto di regolazione.
B 4.8.3. Blocco e sblocco.
Una  diminuzione  di  tensione  che  consente  il  funzionamento  del
bruciatore deve anche consentire l'arresto di blocco.
La mancanza di tensione non deve sbloccare l'apparecchio.
Una pressione costante sul bottone di sblocco:
- puo' causare l'arresto dell'apparecchio
- deve consentire eventuali arresti di blocco
-  non  deve  consentire  uno  sblocco  automatico dopo un arresto di
blocco.
B 4.8.4. Postventilazione
La  postventilazione  puo'  avvenire eventualmente dopo un arresto di
regolazione, un arresto di blocco, un arresto di sicurezza o in tutti
e tre i casi.
B 4.9. Verifica
B 4.9.1. Autoverifica
L'autoverifica   del  rivelatore  e  del  dispositivo  di  comando  e
controllo e' la verifica delle funzioni delle loro parti  componenti.
Nei  bruciatori  a servizio continuo si esplica continuamente secondo
un proprio ciclo di verifica.
Nei  bruciatori  a  servizio  intermittente  si esplica durante o una
parte di esso o ad ogni avviamento del bruciatore.
B 4.9.2. Comando di blocco
Il  circuito  elettrico  dell'elemento  che  aziona il dispositivo di
blocco dell'apparecchio di comando e controllo deve essere verificato
ad  ogni avviamento o, meglio ancora, anche durante il funzionamento.
L'interruzione di tale circuito elettrico deve impedire  l'avviamento
o dare il comando immediato di chiusura delle valvole a gas.
B  4.9.3  Autoverifica  all'avviamento (prova per le sorgenti di luce
esterne).
Un   segnale  di  fiamma  che  si  presenti  durante  il  periodo  di
preventilazione deve impedire l'afflusso del gas e causare un arresto
di blocco.
Questa  verifica  finisce  al  piu'  presto  5  s  prima  dell'inizio
dell'accensione.
L'autoverifica deve aver luogo durante l'avviamento.
B  4.9.4.  Autoverifica  durante  il  funzionamento per bruciatori di
potenza termica nominale maggiore di 200KW.
L'autoverifica durante il funzionamnto avviene simulando una mancanza
di fiamma a predeterminati intervalli di tempo.
B 4.9.5. Diagrammi di funzionamento.
Alcuni  esempi  di  diagrammi  di funzionamento sono presentati nelle
fig. 13, 14 e 15.

         ---->  Vedere Immagine a pag. 85 della G.U.   <----

B 5. Tecnica delle prove.
B 5.1. Caratteristiche dell'apparecchio di comando e controllo.
B 5.1.1. La tolleranza della tensione deve essere di + 10 - 15% della
tensione nominale di funzionamento.
B  5.1.2.  La  tolleranza della frequenza deve essere del piu' o meno
del 3% della frequenza nominale di funzionamento.
B 5.2. Impianto di prova.
Nell'impianto di prova la temperatura ambiente deve poter variare tra
0 e + 40›C e l'umidita' relativa ambiente deve poter  raggiungere  il
70% a 40›C e il 90% a 20›C.
B 5.3. Precisione degli strumenti di misura.
L'errore  relativo dello strumento nella misura del tempo deve essere
minore di 0,2%.
L'errore assoluto dello strumento nella misura della temperatura deve
essere minore di 1›C.
L'errore  assoluto  dello  strumento nella misura della tensione deve
essere minore dell'1,5%.
L'errore  assoluto  dello  strumento  nella misura dell'umidita' deve
essere minore del 5%.
B 5.4. Simulazione di fiamma.
La fiamma puo' essere simulata in qualsiasi modo.
Il valore di soglia del segnale di fiamma che aziona il rivelatore di
fiamma (sWitch-on point) e il valore che lo disinserisce  (sWitch-off
point) si ottengono agendo sul segnale elettrico che corrisponde alla
rispettiva fiamma.
B 5.5. Interruzione delle prove.
Se  si  riscontrano  gravi  difetti  durante  le  prove,  queste sono
sospese.
Il  laboratorio  di prova segnala il difetto riscontrato al fornitore
affinche' provveda alle necessarie modifiche.
Le prove vanno riprese dall'inizio a modifica avvenuta.
Vengono considerati difetti gravi:
-  il comando dell'apertura delle valvole gas realizzato in tempi non
previsti dal normale programma di funzionamento
-  il  mancato  arresto  di  blocco nel caso di rivelazione di fiamma
inesistente durante la fase d'avviamento, o durante il  funzionamento
quando questa condizione sia esplicitamente prescritta.
Nel caso di difetti non gravi le prove continuano dopo la riparazione
o la sostituzione delle parti danneggiate e/o difettose.
B  5.6. Prova dei circuiti di comando e di sicurezza in condizione di
nuovo.
B 5.6.1. Misura delle caratteristiche nominali di funzionamento nelle
condizioni di riferimento.
B 5.6.1.1. Le prove sono effettuate in condizioni di riferimento:
- a 40% di umidita' relativa
- a carico nominale dei contatti,
Durante  le misure il segnale di fiamma deve avere intensita' tale da
indicare chiaramente l'esistenza o l'assenza della fiamma.
Ogni tempo deve essere misurato 10 volte, sia all'inserzione sia alla
disinserzione del rivelatore di fiamma. La media artimetica dei tempi
misurati  deve  confermare  i valori dichiarati dal fornitore, con le
tolleranze indicate in B 5.6.3.4.
B  5.6.1.2.  I  tempi di sicurezza alle condizioni di riferimento non
devono essere maggiori di quelli definiti in:
B 4.5. 5 s per potenze minore o uguiale di 50 KW
3 s per potenze maggiore di 50 KW minore o uguale di 100 KW
2 s per potenze maggiore di 100 KW
B 4.6. 5 s
B 4.8 1 s
B 5.6.2. Misura delle caratteristiche in condizioni speciali.
Le condizioni speciali sono:
- tensione limite inferiore: 85% della tensione di riferimento
- tensione limite superiore: 110% della tensione di riferimento
- frequenza limite inferiore: -3% della frequenza di riferimento
- frequenza limite superiore: P3% della frequenza di riferimento
- temperatura minima: 0›C
-temperatura: + 40o + 20›C
- umidita' relativa: 70% a 40›C o 90% a 20›C
Durante  le  prove  l'apparecchio e' provato consecutivamente con una
sola  delle  condizioni  speciali   alla   volta:   il   resto   deve
corrispondere alle condizioni di riferimento di cui al punto 5.6.1.
In  ogni condizione speciale i tempi di inserzione e di disinserzione
dell'apparecchio di comando e controllo fiamma sono misurati 3 volte.
Il  prolungamento di questi tempi non deve superare il 30% del valore
di riferimento.
B 5.6.3. Prova di funzionamento prolungato.
La  prova  di  funzionamento  prolungato  viene  eseguita seguendo le
modalita' seguenti.
B 5.6.3.1. Definizione dei cicli.
Il ciclo normale consiste in:
- avviamento in condizione di riferimento di funzionamento
- mantenimento di condizioni di riferimento per 20 s
- arresto funzionamento
-  ritorno dell'apparecchio di comando e controllo nella posizione di
avviamento
- attesa di 20 s.
Un  ciclo  con  posizione  di  bloco per non apparizione della fiamma
all'avviamento consiste in:
- avviamento
- arresto di blocco
-  ritorno  dell'apparecchio di comando e controllo alla posizione di
avviamento dopo sblocco (eventualmente automatico)
- attesa di 60 s
Un  ciclo con blocco in seguito a spegnimento della fiamma durante il
funzionamento consiste in:
- avviamento normale;
- arresto di blocco (spegnimento della fiamma);
-  ritorno  dell'apparecchio di comando e controllo alla posizione di
avviamento dopo sblocco (eventualmente automatico);
- attesa di 60 s.
B 5.6.3.2. Numero di cicli
La prova di funzionamento prolungato comprende:
- 1000 cicli normali
-  100  cicli  con  blocco  per non apparizione del segnale di fiamma
all'avviamento
- 100 cicli con blocco per mancanza di fiamma in funzionamento.
Questi cicli non vengono eseguiti nelle condizioni di riferimento, ma
in diverse serie.
Prima serie: temperatura: 0 ›C
altre condizioni di riferimento:
100 cicli normali
10 cicli con blocco di avviamento
10 cicli con blocco durante il funzionamento.
Seconda serie: temperatura: 40 ›C
altre condizioni di riferimento:
100 cicli normali
10 cicli con blocco di avviamento
10 cicli con blocco durante il funzionamento.
Terza serie: umidita' 70% a 40 ›C
altre condizioni di riferimento:
100 cicli normali
10 cicli con blocco di avviamento
10 cicli con blocco durante il funzionamento.
Quarta serie:umidita': 90% a 20 ›C
altre condizioni di riferimento:
100 cicli normali
10 cicli con blocco di avviamento
10 cicli con blocco durante il funzionamento.
Quinta serie: tensione: 85% della tensione nominale
altre condizioni di riferimento:
100 cicli normali
10 cicli con blocco di avviamento
10 cicli con blocco durante il funzionamento.
Sesta serie: tensione: 110% della tensione nominale
altre condizioni di riferimento:
100 cicli normali
10 cicli con blocco di avviamento
10 cicli con blocco durante il funzionamento.
Settima serie: condizioni di riferimento secondo B 5.6.1.
400 cicli normali
40 cicli con blocco di avviamento
40 cicli con blocco durante il funzionamento.
B 5.6.3.3. Misura delle caratteristiche.
Dopo  aver  eseguito  tutti i cicli ogni serie, i tempi e i valori di
soglia all'inserzione e disinserzione del rivelatore di  fiamma  sono
misurati 3 volte nelle condizioni di riferimento.
B 5.6.3.4. Tolleranza delle misure medie.
Durante le prove nelle condizioni di riferimento (7a serie):
-  i  tempi  di sicurezza non devono variare piu' del piu' o meno del
10% nelle 3 misure rispetto al valore medio rilevato nelle stesse
-  gli  altri  tempi, soprattutto i tempi del programma prestabilito,
non devono variare piu' del piu' o  meno  del  20%  nelle  3  misure,
rispetto ai valori medi rilevati nelle stesse.
Nelle  prove  in  condizioni  speciali  (dalla  1a  alla 6a serie) le
variazioni non devono superare il doppio dei valori precisati  sopra.
Dopo aver compiuto tutte le prove di funzionamento prolungato (1a...7
a serie) nessuna  variazione  deve  superare  il  triplo  dei  valori
specificati sopra, rispetto alla media di tutte le medie.
B 6. Targa e istruzioni
Ogni  dispositivo  di  comando e controllo dei bruciatori deve essere
munito di  una  targa  visibile  sulla  quale  devono  almeno  essere
riportate le indicazioni seguenti.
B 6.1. Targa
- Marchio di fabbrica e nome del fornitore
-  sigla  (codice  o  data  o  numero)  che definisce il programma di
funzionamento
-  tensione e frequenza nominali di funzionamento anno di costruzione
o codice corrispondente che puo' anche essere compreso nella sigla.
B 6.2. Numerazione dei morsetti e schema di collegamento
La numerazione dei morsetti e lo schema di collegamento devono essere
riportati in punti appropriati, per consentire l'esecuzione  corretta
dell'assemblaggio.
B 6.3. Istruzioni
La   documentazione   tecnica   riguardante   il   funzionamento,  la
costruzione, i  tempi  ed  altri  dati  tecnici  dell'apparecchio  di
comando  e  controllo  devono essere disponibili e dati a corredo dei
campioni da provare.
In  particolare  devono  riportare  i valori minimi della corrente di
rivelazione.
B 7. Certificato di prova
Il  certificato  di prova deve dare tutte le informazioni sulla prova
riguardanti le caratteristiche di costruzione e di  funzionamento  ed
in particolare le indicazioni seguenti:
-  il  numero  di  protocollo  del laboratorio di prova e la data del
certificato di prova
-  un  confronto  fra le caratteristiche del dispositivo di comando e
controllo e le caratteristiche riportate in B 3
- un confronto sui risultati della prova in rapporto ai valori limiti
prescritti
-  un  riassunto  dei  risultati  di  prova  risultati  eventualmente
negativi
-  il  nome  dellaboratorio  di  prova e la firma del direttore dello
stesso.
Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana.
                            APPENDICE C4)
      Dispositivi per la prevenzione delle fughe interne di gas
C1 Generalita'
C1.1. Scopo
La   presente  appendice  contiene  le  prescrizioni  riguardanti  la
costruzione, ai fini della sicurezza, dei dispositivi di  prevenzione
delle  fughe  interne  di  gas, nonche' le modalita' e le tecniche di
prova per verificare tali caratteristiche.
Nel  caso che nei dispositivi di controllo siano contenuti componenti
per i quali gia' esistono delle norme, valgono le prescrizioni  delle
norme relative se i singoli componenti non sono gia' stati sottoposti
separatamente a prove.
Non  si riportano norme legislative e norme nazionali di istallazione
alle quali fornitore e istallatore |evono  comunque  attenersi.Quando
e'  previsto  che si debbano montare i dispositivi per la prevenzione
delle fughe e qualora non si utilizzino i dispositivi di cui  in  C2,
il  bruciatore  deve  essere  provvisto  di un attacco per scarico in
atmosfera munito di elettrovalvola di  sfiato  normalmente  aperta  a
bruciatore  fermo  avente  le  dimensioni riportate nel prospetto IX.
L'elettrovalvola   di   sfiato    deve    restare    aperta    quando
nell'avvolgimento  non  circola  corrente  (eccitazione  inversa alle
elettrovalvole  inserite  nella  tubazione  di   adduzione   gas   al
bruciatore)
Prospetto IX - Dimensioni delle elettrovalvole di sfiato
------------------------------------------------------------------
Dimensione della elettrovalvola    Dimensione della elettrovalvola
       di sicurezza                         di sfiato
           in                                   in
------------------------------------------------------------------
minore o uguale 11/2                            3/4
                2                             1
                21/2                          11/4
                3                             11/2
maggiore o minore 4                           2
------------------------------------------------------------------
L'elettrovalvola  di  sfiato  deve essere corredata di un dispositivo
che permetta l'accensione del bruciatore solo se la valvola e' chiusa
(per esempio microinterruttore di fine corsa).
L'avviamento del bruciatore deve essere consentito dal dispositivo di
comando e  controllo  solo  dopo  il  consenso  del  dispositivo  che
conferma la chiusura della elettrovalvola di sfiato.
Nota-  La  tubazione  di  sfiato  in  atmosfera  deve avere lo stesso
diametro della elettrovalvola di sfiato.
C1.2. Oggetto
La  presente  appendice  si  riferisce  a  tutti i dispositivi per la
prevenzione delle fughe interne di  gas  sui  bruciatori  automatici,
compresi  quelli  misti  e  combinati, per la parte afferente il gas,
contemplati nella presente norma di cui  questa  appendice  fa  parte
integrante.
C1.3. Condizioni di riferimento
Le condizioni di riferimento sono:
- temperatura del gas secco: 15 ›C
- temperatura ambiente convenzionale: 25 ›C
- pressione atmosferica: 1 013 mbar
- tensione: 220 V
- frequenza: 50 Hz.
C2. Classificazione
I  dispositivi  per  la  prevenzione  delle  fughe  interne di gas si
classificano in:
-  dispositivi di controllo della tenuta interna delle elettrovalvole
di sicurezza
-  dispositivi  di  controllo  della chiusura delle elettrovalvole di
sicurezza.
C3. Caratteristiche costruttive
C3.1. Caratteristiche costruttive generali
C3.1.1. Attacchi
Per  gli  attacchi filettati o flangiati vale quanto prescritto nella
norma.
C3.1.2. Materiali
I  materiali  e  le  loro qualita', i componenti e il dimensionamento
vanno scelti in modo che per gli apparecchi, installati correttamente
e  in  presenza  delle sollecitazioni meccaniche, chimiche e termiche
presenti nel funzionamento normale, siano garantite una stabilita'  e
una durata adeguate.
C3.1.3. Protezione anticorrosione
Le  parti  funzionalmente importanti nel flusso di gas vanno protette
in modo durevole e appropriato.
C3.1.4. Membrane e soffietti
Membrane  e  soffietti e parti similari devono poter funzionare senza
impedimenti.
C3.1.5. Dispositivi elettrici
I  dispositivi  elettrici  devono essere conformi a quanto prescritto
dalla legge 1 marzo 1968, N. 186(norme CEI). Il grado  di  protezione
elettrica deve essere non minore di IP40.
C3.1.6. Resistenza alla temperatura
Deve   essere   garantito  un  funzionamento  normale  nel  campo  di
temperature da 0 a + 60 ›C.
Per  gli  apparecchi  installati all'esterno deve essere dichiarato e
garantito il funzionamento alle temperature da -15 a P60 ›C.
C3.1.7. Tenuta esterna
Il  controllo  della tenuta esterna deve avvenire come indicato nella

norma per i singoli dispositivi ammessi.
C3.1.8. Tenuta interna
Il  controllo  della tenuta interna deve avvenire come indicato dalla
norma per i singoli dispositivi ammessi.
C3.2. Caratteristiche costruttive particolari
C3.2.1.   Dispositivo   di   controllo  della  tenuta  interna  delle
elettrovalvole di sicurezza
C3.2.1.1. Generalita'
1Il   dispositicvo   di   controllo   della   tenuta   interna  delle
elettrovalvole  di  sicurezza  deve  essere  conforme  alle  seguenti
esigenze di stabilita', manovrabilita' e durata:
-  la  costruzione  del  dispositivo  deve  essere  tale  che,  nelle
condizioni  di  funzionamento  normali,   non   possano   verificarsi
deformazioni permanenti, ne' danni di alcun genere
- tutti i materiali devono avere una resistenza meccanica sufficiente
per le condizioni normali di impiego
-  gli  elementi  di  comando  manuale  non  devono  procurare  danni
all'operatore
-  tutti  gli  organi  elettrici  sollecitati  ad  ogni operazione di
verifica devono sopportare un minimo di verifica di 50 000 operazioni
di  condizioni  corrispondenti  a  quelle  di  esercizio e con carico
elettrico nominale
- i componenti sollecitati nelle sole operazioni di blocco e sblocco,
devono sopportare un minimo di 1 000 operazioni.
C3.2.1.2. Portata dei contatti
La  portata  dei contatti a regime non deve essere minore di 2 A alla
tensione di 220 V e coseno (fi greca) 0,6.
C3.2.1.3. Tenuta esterna
Se  il dispositivo di controllo della tenuta e' a contatto con il gas
in pressione deve essere controllata la sua tenuta verso l'esterno.
La  fuga  massima  ammissibile  e'  di  20  cm(elevato  alla 3)/h con
pressione 1,2 volte il valore della pressione  di  esercizio  massima
indicata dal fornitore e comunque non minore di 150 mbar
C3.2.2.  Dispositivo di controllo della chiusura delle elettrovalvole
di sicurezza
C3.2.2.1. Costruzione del dispositivo di controllo della chiusura.
C3.2.2.1.1. Le elettrovalvole di sicurezza devono essere provviste di
un secondo organo di otturazione e di  un  interruttore  che  segnali
l'avvenuta chiusura del secondo otturatore.
C3.2.2.1.2. Tutti gli organi elettrici sollecitati ad ogni operazione
di verifica devono sopportare un  minimo  di  50  000  operazioni  in
condizioni   corrispondenti  a  quello  di  esercizio  e  con  carico
elettrico nominale.
C3.2.2.1.3.  Oltre  a  quanto  descritto  sopra,  l'elettrovalvola di
sicurazza deve corrispondere a quanto indicato in 5 e seguenti  della
UNI B917.
C3.2.2.2. Portata dei contatti
La  portata  dei contatti a regime non deve essere minore di 2 A alla
tensione di 220 V e coseno (fi greca) 0,6.
C4. Caratteristiche di funzionamento
C4.1.   Dispositivo   di   controllo   della   tenuta  interna  delle
elettrovalvole di sicurezza
C4.1.1. Funzionamento
Il  funzionamento, per quanto riguarda sequenza e durata della prova,
deve essere descritto nelle istruzioni di montaggio e impiego.
Esso  deve  essere  garantito  in  tutte le posizioni di istallazione
indicate dal fornitore.
C4.1.2. Condizioni limite di temperatura
Il  funzionamento  del  dispositivo  di  controllo  della tenuta deve
essere  garantito  entro  il  campo  di  temperatura   indicato   dal
fornitore.
Le temperature minima e massima devono comunque essere comprese entro
i limiti seguenti:
          0 ›C minore o uguale di T minore o uguale di 60 ›C
Per  i  dispositivi  installati  all'esterno deve essere dichiarato e
garantito il funzionamento alle temperature tra -15 e P60 ›C.
C4.1.3. Intervento in caso di fuga
Nel prospetto X sono riportate le fughe oltre le quali il dispositivo
di controllo della tenuta deve impedire l'avviamento del  bruciatore.
Prospetto X - Fuga massima ammessa
------------------------------------------------------------------
                                              Fuga
      Potenza                                con aria
                                           secca 25› C
        kW                                     I/h
------------------------------------------------------------------
da 600 fino a 2000                             100
oltre 2000                                     300
------------------------------------------------------------------
C4.2. Dispositivo di controllo della chiusura delle elettrovalvole di
q sicurezza
C4.2.1. Generalita'
Le elettrovalvole di sicurezza devono corrispondere alla UNI 8917.
C4.2.2. Tenuta interna del secondo organo di otturazione
Il  secondo  organo  di otturazione deve essere tale per cui i valori
misurati della  fuga,  con  l'otturatore  principale  ancora  aperto,
devono essere minori dei valori indicati nel prospetto X.
C4.2.3. Intervento in caso di mancata chiusura
Il  dispositivo deve impedire l'avviamento del bruciatore nel caso di
mancata chiusura del secondo organo di otturazione.
C5. Tecnica delle prove
Al laboratorio di prova devono essere inviati 3 esemplari.
C5.1.   Dispositivo   di   controllo   della   tenuta  interna  delle
elettrovalvole di sicurezza
C5.1.1. Generalita
Ogni modello deve essere provato come unita' completa.
C5.1.2. Documentazione per la prova
Occorre   fornire,   oltre  l'apparecchio  da  provare,  la  seguente
documentazione:
- schema elettrico funzionale
- schema di cablaggio disegni del montaggio su tubazione
- schema dei collegamenti alla morsettiera
- descrizione di funzionamento
- istruzione di montaggio e impiego
- certificato per le parti eventualmente gia'provate
- illustrazioni tecniche.
C5.1.3. Prova di tenuta esterna
Viene  controllato  che siano rispettate le prescrizioni riportate in
C3.2.1.3. La tecnica della prova e' quella specificata in  6.7.2.  Si
utilizzano  dispositivi  illustrati  in  fig.7  e  8  secondo  che la
pressione di prova sia uguale o mggiore di 150 mbar.Si procede quindi
secondo quanto indicato in 7.2 della UNI 8917.
C5.1.4. Attrezzature di prova
L'apparecchio  di  controllo della tenuta viene montato in un sistema
di prova nel quale sia possibile simulare lo svolgimento di tutte  le
funzioni  a  cui  e'  destinato  l'apparecchio  (provocare una fuga e
artificialmente).
C5.1.5. Prova di funzionamento prolungato
Occorre  in  particolare verificare se l'apparecchio e' rispondente a
quanto prescritto in C3.1.5, C3.1.6,  C3.2.1.1,  C3.2.1.3  e  C4.1.3.
L'apparecchio  deve essere sottoposto a 1 000 cicli complessivi, dopo
di che  si  provvede  a  verificare  che  l'apparecchio  mantenga  le
prescrizioni iniziali.
C5.1.6 Prova di funzionamento
La  prova  di  funzionamento  viene effettuata eseguendo il montaggio
secondo le istruzioni, i  collegamenti  secondo  lo  schema  e  viene
verificata  la  rispondenza  a  quanto  prescritto  in  C4.1.1 ad una
tensione da 0,85 a 1,1 volte quella nominale.
C5.2. Dispositivo di controllo della chiusura delle elettrovalvole di
sicurezza
C5.2.1. Generalita'
Il  dispositivo  deve  sottostare alle prove descritte in 7 della UNI
8917.
C5.2.2. Prova di tenuta
Il  dispositivo  di  controllo  della  chiusura  viene  montato  come
indicato nella fig.8.
Si porta l'organo di otturazione in posizione tale che il dispositivo
dia  il  consenso  di  avvenuta  chiusura  senza  che   l'organo   di
otturazione principale sia chiuso.
In  tali condizioni si esegue la prova di tenuta interna, verificando
che i valori di fuga siano minori di quelli riportati in C4.2.2.
C5.2.3. Prova di funzionamento prolungato
Il dispositivo viene sottoposto a 1 000 cicli complessivi dopo di che
si verifica che l'apparecchio sia rispondente a quanto prescritto  in
C3.1.5, C3.1.6 e C4.2.2.
C5.2.4. Prova di funzionamento
La  prova  di  funzionamento  viene effettuata eseguendo il montaggio
secondo le istruzioni, i  collegamenti  secondo  lo  schema  e  viene
verificata  la  rispondenza  a  quanto  prescritto  in  C4.1.1 ad una
tensione da 0,85 a 1,1 voltequella nominale.
C6 Targa e istruzioni
C6.1. Targa
C6.1.1. Dispositivi di controllo della tenuta
I  dispositivi  di controllo della tenuta devono essere muniti di una
targa visibile sulla quale sulla quale  devono  essere  riportate  le
indicazioni seguenti:
- nome del fornitore e/o marchio registrato
- tipo
- temperatura ambiente (solo per i valori non compresi nel campo da 0
a 60 ›C)
-   dati  di  funzionamento  elettrici  (tensione,  corrente  potenza
assorbita in VA).
C6.1.2. Dispositivi di controllo della chiusura
I  dispositivi  di  controllo  della chiusura delle elettrovalvole di
sicurezza devono essere muniti di una targa visibile  come  descritto
in 8.1 della UNI 8917.
C6.2. Istruzioni
C6.2.1. Dispositivi di controllo della tenuta
Devono essere forniti in particolare i dati relativi al funzionamento
riguardanti la suguenza e la durata del controllo della tenuta.
C6.2.2. Dispositivi di controllo della chiusura
Il  dispositivo  di  controllo della chiusura deve essere fornito con
tutte  le   istruzioni   necessarie   al   montaggio,   istallazione,
funzionamento e regolazione, come previsto in 8.2 della UNI 8917.
C7. Certificato di prova
Il  certificato  di prova deve dare tutte le informazioni sulla prova
riguardanti le caratteristiche di costruzione e di  funzionamento  ed
in particolare le indicazioni seguenti:
-  il  numero  di  protocollo  del laboratorio di prova e la data del
certificato di prova
-  un  confronto  fra  le  caratteristiche  del  dispositivo  per  la
prevenzione delle fughe interne di gas e le caratteristiche riportate
in C3
- un confronto sui risultati della prova in rapporto ai valori limite
prescritti
-  un  riassunto  dei  risultati  di  prova  risultati  eventualmente
negativi
-  il  nome  del  laboratorio di prova e la firma del direttore dello
stesso.
Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana.
Studio  del  progetto  -  Gruppo  di  lavoro  2  della Commissione C3
"Riscaldamento"  del  CIG(Comitato  Italiano  Gas,  federato  all'UNI
Milano, viale Brenta, 27), riunioni dal nov. 1986 al marzo 1987.
Esame ed approvazione - Consiglio di Presidenza del CIG, riunione del
24 mar.1987.
Esame finale ed approvazione - Commissione Centrale Tecnica dell'UNI,
riunione del 1 feb. 1988.
Ratifica - Presidente dell'UNI,delibera del 4 mar. 1988.

   ---->  Vedere Immagini da pag. 96  a pag. 99 della G.U.   <----

CDU 697.382.662.76             NORMA ITALIANA        DICEMBRE 1982
====================================================================
   CIG         GENERATORI DI ARIA CALDA FUNZIONANTI A GAS  U N I
                     CON BRUCIATORE AD ARIA SOFFIATA        7271
                        PRESCRIZIONI DI SICUREZZA
====================================================================
Warm air furnaces with forced air gas burner - Safety requirements
Dimensioni in mm
                               SOMMARIO
1.      Generalita'  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    1
1.1.    Scopo  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    1
1.2.    Campo di applicazione  . . . . . . . . . . . . . . . . "    1
V2.     Classificazione  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    1
2.1.    Classificazione dei gas  . . . . . . . . . . . . . . . "    2
2.2.    Classificazione dei generatori   . . . . . . . . . . . "    2
2.3.    Esempio di classificazione   . . . . . . . . . . . . . "    3
V3.     Condizioni di adattabilita'  . . . . . . . . . . . . . "    3
3.1.    Categoria I  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    3
3.2.    Categorie II e III   . . . . . . . . . . . . . . . . . "    3
4.      Caratteristiche costruttive  . . . . . . . . . . . . . "    3
V4.1.   Materiali  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    3
4.2.    Montaggio e robustezza   . . . . . . . . . . . . . . . "    3
4.3.    Accessibilita' e facilita' di manutenzione   . . . . . "    3
4.4.    Tenuta   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    4
4.5.    Dispositivi di evacuazione dei prodotti
della combustione  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    4
4.6.    Visibilita' della fiamma   . . . . . . . . . . . . . . "    4
  4.7.  Apparecchiature di sicurezza   . . . . . . . . . . . . "    4
4.8.    Bruciatori   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    4
4.9.    Ventilatori dell'aria  . . . . . . . . . . . . . . . . "    4
4.10.   Apparecchiature elettriche   . . . . . . . . . . . . . "    4
4.5.    Caratteristiche di funzionamento   . . . . . . . . . . "    5
5.1.    Condizioni di igienicita'  . . . . . . . . . . . . . . "    5
5.2.    Eccesso d'aria   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    5
5.3.    Temperatura dei prodotti della combustione   . . . . . "    5
5.4.    Tenuta   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    5
4.5.    Regolarita' di funzionamento   . . . . . . . . . . . . "    6
6.      Prove  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    7
6.1.    Caratteristiche dei gas di riferimento   . . . . . . . "    7
6.2.    Composizione die gas di prova  . . . . . . . . . . . . "    7
6.3.    Effettuazione pratica delle prove  . . . . . . . . . . "    7
6.4.    Pressione di prova   . . . . . . . . . . . . . . . . . "    8
6.5.    Condotta delle prove   . . . . . . . . . . . . . . . . "    8
6.6.    Tenuta   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "    8
6.7.    Potenza termica spesa  . . . . . . . . . . . . . . .  "    10
6.8.    Regolarita' di funzionamento   . . . . . . . . . . .  "    11
6.9.    Combustione  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  "    11
6.10.   Rendimento   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  "    12
6.11.   Potenza termica globale  . . . . . . . . . . . . . .  "    14
6.12.   Strumentazione   . . . . . . . . . . . . . . . . . .  "    14
6.13.   Presentazione dei risultati  . . . . . . . . . . . .  "    14
7.      Targa e isstruzioni  . . . . . . . . . . . . . . . .  "    15
7.1.    Targa  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  "    15
7.2.    Libretto di istruzioni   . . . . . . . . . . . . . .  "    15
1.      Generalita'

1.1.    Scopo
La presente norma contiene le prescrizioni riguardanti la costruzione
ai  fini  della  sicurezza  dei  generatori   di   aria   calda   per
riscaldamento funzionanti a gas, nonche' le modalita' per eseguire le
prove per la determinazione delle  caratteristiche  di  funzionamento
corrispondenti alla potenza termica nominale.
1.2. Campo di applicazione
La  presente norma si applica ai generatori di aria calda funzionanti
a gas con bruciatore ad aria  soffiata  e  raccordata  ad  una  canna
fumaria  o  ad  un  dispositivo  di  evacuazione  dei  prodotti della
combustione (1).
          1) Per i termini e le definizioni, vedere UNI 8124
2. Classificazione
I   gas   sono   classificati   in   famiglie   in   base  alle  loro
caratteristiche;  i  generatori  sono  classificati  in  categorie  a
secondo le famiglie dei gas utilizzabili.
I generatori sono inoltre classificati secondo:
- il principio di distribuzione dell'aria calda
- il tipo di combustione:
- il modo di evacuazione dei prodotti della combustione
- la disposizione dei componenti
- la potenza termica nominale
2.1.Classificazione dei gas
I  gas  combustibili  si  classificano  in  tre  famiglie in funzione
dell'indice di Wobbe riferito al potere calorifico inferiore Wi, alla
pressione di 1013 mbar e alla temperatura di 0 ›C.
Prima famiglia gas manifatturati
Wi compreso fra 21,5 e 28,7 MJ/m(elevato alla 3).
Seconda famiglia (2)
          2)  La  seconda  famiglia  comprende, oltre il gruppo H, il
          gruppo L che ha W1 compreso fra 37,1 e 42,7 MJ/m3
gas naturali (gruppo H)
Wi compreso fra 43,4 e 52,4 MJ/m(elevato alla 3).
Terza famiglia gas di petrolio liquefatto
Wi compreso fra 72,0 e 85,3 MJ/m(elevato alla 3).
2.2.Classificazione dei generatori
2.2.1.Secondo  il tipo e il numero dei gas utilizzabili, i generatori
sono classificati come segue.
2.2.1.1.Categoria I
Questa  categoria riguarda i generatori progettati esclusivamente per
utilizzare i gas di una sola famiglia o anche eventualmente i gas  di
un solo gruppo.
Questa categoria comprende:
-  categoria  I/2H:  generatori  che  utilizzano unicamente i gas del
gruppo H della seconda famiglia
-  categoria  I/3:generatori che possono utilizzare i gas della terza
famiglia (propano e butano).
2.2.1.2.Categoria II
Questa categoria riguarda i generatori progettati per l'utilizzazione
dei gas di due famiglie.
Questa categoria comprende:
-  categoria  II/12H:  generatori  che possono utilizzare i gas della
prima famiglia e i gas del gruppo H della econda famiglia
-  categoria  II/2H3:  generatori  che  possono  utilizzare i gas del
gruppo H della seconda famiglia e i gas della terza famiglia.
2.2.1.3.Categoria III
Questa  categoria comprende i generatori suscettibili di utilizzare i
gas delle tre famiglie.
2.2.2.Secondo  il  principio  di  distribuzione  dell'aria  calda,  i
generatori si dividono nei seguenti tipi:
- indipendenti: generatori costruiti per utilizzazione senza condotti
d'aria
- per condotti: generatori costruiti per essere raccordati a condotti
di circolazione dell'aria.
2.2.3.Secondo il tipo di combustione, i generatori si dividono in:
- pressurizzati
- non pressurizzati.
2.2.4.Secondo  il modo di evacuazione dei prodotti della combustione,
i generatori si dividono nei seguenti tipi:
- con evacuazione naturale dei prodotti della combustione
- con evacuazione forzata dei prodotti della combustione.
2.2.5.Secondo   la  disposizione  dei  componenti,  i  generatori  si
dividono nei seguenti tipi:
- verticali con flusso verso l'alto
- verticali con flusso verso il basso
- orizzontali.
2)  La seconda famiglia comprende, oltre il gruppo H, il gruppo L che
ha Wi compreso fra 37,1 e 42,7 MJ/m(elevato alla 3).
2.3.Esempio di classificazione.
I  generatori  d'aria  calda  sono  classificati  secondo  i seguenti
elementi:
- la categoria
- il principio di distribuzione dell'aria calda
- il tipo di combustione
- il modo di evacuazione dei prodotti della combustione
- la disposizione dei componenti
- la potenza termica nominale
- il rinvio alla presente norma.
Esempio   di  classificazione  di  un  generatore  di  III  categoria
indipendente, pressurizzato, con  evacuazione  forzata,  orizzontale,
avente potenza termica nominale di 100 KW:
Generatore  -  cat.  III  indipendente  - pressurizzato - evacuazione
forzata - orizzontale - 100 KW, secondo UNI 8125.
3.Condizioni di adattabilita'
Secondo la categoria di appartenenza le sole operazioni e regolazioni
consentite per passare da un gas di un gruppo o di una famiglia a  un
gas  di  un  altro  gruppo  o di un'altra famiglia e/o adottarsi alle
differenti pressioni di distribuzioni di un gas, sono indicate qui di
seguito.
3.1.Categoria I
Categoria I/2H
Nessun intervento sui bruciatori.
Categoria I/3
Occorrono le seguenti regolazioni:
-  regolazione della portata del gas con sostituzione di ugelli o per
mezzo del regolatore di pressione del gas (3)
          3)  Per  i  bruciatori  alimentati  da  bidoni  di  GPL  su
          installazioni singole o multiple(UNI 7130) e'  obbligatoria
          la  messa  fuori  servizio  del regolatore di pressione del
          bruciatore quando la  pressione  a  monte  e'  uguale  alla
          pressione normale di prova.
- regolazione della portata dell'aria comburente.
3.2.Categorie II e III.
Occorrono le seguenti regolazioni:
-  regolazione  della  portata  di gas con sostituzione di ugelli e/o
dispositivi di taratura del regolatore di pressione (4)
          4)  I  regolatori  di  pressione devono essre corredati dei
          dispositivi di taratura necessari per regolare i valori  di
          pressione entro il campo ammesso dalle relative norme
- regolazione della portata dell'aria comburente
-   regolazione  della  portata  della  fiamma  d'avviamento  (o  del
bruciatore pilota) per azione sia di un organo  di  regolazione,  sia
per sostituzione di ugelli.
4.Caratteristiche costruttive.
4.1.Materiali
I  materiali  utilizzati devono essere tali che le caratteristiche di
costruzione e di funzionamento dei generatori  non  vengano  alterate
nel tempo.
In  particolare,  tutte le parti del generatore devono resistere alle
azioni meccaniche, chimiche e termiche alle quali sono sottoposte.
Si verifica questa attitudine mediante la totalita' delle prove.
4.2.Montaggio e robustezza
Tutti  gli elementi devono essere costruiti e montati in maniera tale
che le caratteristiche di  funzionamento  del  generatore  non  siano
modificate in condizioni normali di installazione e di impiego.
4.3.Accessibilita' e facilita' di manutenzione.
  Gli  elementi  che  devono  essere  smontati  per  la  manutenzione
ordinaria non devono poter essere rimontati in modo da  compromettere
la regolarita' di funzionamento del generatore.
Le parti mobili devono poter essere smontate con utensili comuni o di
dotazione.
3)Per  i  bruciatori  alimentati  da  bidoni  di GPL su installazioni
singole o multiple (UNI 7130) e' obbligatoria la messa fuori servizio
del  regolatore  di  pressione  del  bruciatore quando la pressione a
monte e' uguale alla pressione normale di prova.
4)I  regolatori  di pressione devono essere corredati dei dispositivi
di taratura necessari per regolare i valori  di  pressione  entro  il
campo ammesso dalle relative norme.
4.4.Tenuta
4.4.1.Tenuta del circuito gas
Nella  linea  di adduzione gas al bruciatore non devono trovarsi fori
per viti, copiglie, ecc. destinati al montaggio dei pezzi.
La  tenuta  dei  dispositivi  di  chiusura  e  dei  pezzi  filettati,
sistemati sul circuito del gas, deve  poter  essere  garantita  anche
dopo  lo  smontaggio  e  il  rimontaggio.  Per le giunzioni filettate
devono essere usati materiali che assicurino la tenuta sul filetto.
Per  le  giunzioni  saldate  non  si  deve  impiegare un materiale di
apporto con punto di fusione minore di 450 ›C.
4.4.2.Tenuta del circuito di combustione.
La  tenuta  del  generatore  sino  allo scarico o all'aspirazione dei
prodotti della combustione deve essere realizzata  soltanto  mediante
sistemi  meccanici  ad  eccezione  delle parti destinate a non essere
smontate per la manutenzione ordinaria e che  possono  quindi  essere
congiunte  mediante  mastici  o  paste,  in modo che nelle condizioni
normali  di  utilizzazione  venga  assicurata  la  continuita'  della
tenuta.
4.5.Dispositivi di evacuazione dei prodotti della combustione.
L'attacco del tubo di evacuazione puo' essere femmina o maschio.
Se  la  sezione  terminale  e' di forma circolare, la sovrapposizione
dell'attacco del tubo deve avere una lunghezza almeno uguale a:
D/4  per  un  raccordo orizzontale, essendo D il diametro interno del
tubo 15 mm per un raccordo verticale.
In  caso  di  attacco  femmina, l'introduzione del tubo scarico deeve
essere limitata da un arresto in modo da impedire  che  l'evacuazione
dei prodotti della combustione sia disturbata.
Se la sezione di attacco e' di forma rettangolare, in caso di attacco
femmina deve essere possibile introdurre all'interno della sezione un
condotto  rettangolare  avente lWe due dimensioni esterne minori di 2
mm rispetto alle corrispondenti dimensioni interne dell'attacco.
Il  condotto  deve  poter  essere introdotto per una lunghezza almeno
pari a 1/4 del suo lato maggiore (L max) e l'introduzione deve essere
limitata  da  un  arresto  in  modo da impedire che l'evacuazione dei
prodotti della combustione sia disturbata.
In caso di attacco maschio devono essere applicati gli stessi criteri
riferendoli al caso specifico.
Quando i generatori sono dichiarati per funzionamento con evacuazione
forzata dei prodotti della combustione, non devono essere  muniti  di
regolatore  di  tiraggio.  Possono o meno essere muniti di aspiratore
dei prodotti della combustione.
4.6.Visibilita' della fiamma.
Il funzionamento corretto del bruciatore, nonche' la stabilita' della
fiamma devono poter essere controllati visivamente. Non e' consentito
il controllo visivo della fiamma mediante sportello apribile.
4.7.Apparecchiature di sicurezza.
I  generatori  devono  essere muniti di un termostato di limite della
temperatura dell'aria alla bocca di uscita tarato in modo da  evitare
che la temperatura media dell'aria superi 80 ›C.
Il  termostato  di  limite  deve  provocare  un arresto di blocco del
bruciatore; deve essere tarato  dal  costruttore  e  non  deve  poter
essere manomesso.
Per  i generatori muniti di aspiratore dei prodotti della combustione
si richiede l'applicazione di un dispositivo di sicurezza che asserva
il funzionamento del bruciatore a detto aspiratore.
4.8.Bruciatori.
Ad  eccezione  di  quanto  indicato  in  5.5.3,  il  bruciatore  deve
soddisfare ai requisiti di  cui  alla  UNI  8042.  La  posizione  del
bruciatore deve essere ben determinata e il suo fissaggio deve essere
tale che sia impossibile posizionarlo in modo incorretto.
4.9.Ventilatori dell'aria
Le  parti rotanti dei ventilatori e le apparecchiature elettriche non
devono essere direttamente accessibili.
4.10Apparecchiature elettriche.
Le parti elettriche devono essere conformi alle norme CEI.
5.Caratteristiche di funzionamento.
Il  generatore  di  aria  calda,  alla potenza termica nominale, deve
soddisfare a tutti i requisiti stabiliti dai punti seguenti.
Nel   caso   di  generatori  di  aria  calda  commercializzati  senza
bruciatore, il bruciatore di prova deve essere scelto tra almeno  una
terna di bruciatori indicata dal costruttore del generatore.
Nel   caso  di  gruppi  generatore  -  bruciatore,  la  previa  viene
effettuato con il bruciatore fornito con il generatore.
In  ogni  caso  il  costruttore  deve  garantire  che  il  bruciatore
applicato al generatore e' conforme a quanto previsto dalla UNI 8042.
5.1.Condizioni di igienicita'.
Agli  effetti igienici il tenore di CO nei prodotti della combustione
secchi e senz'aria  non  deve  essere  maggiore  di  0,1%  quando  il
generatore  e'  alimentato  con il gasdi riferimento nelle condizioni
normali.
Le condizioni di prova sono indicate in 6.9.
Durante  le  prove  per  la  determinazione  del  tenore  di  CO,  il
rendimento termico globale, riferito al potere calorifico  inferiore,
determinato  come  indicato in 6.10. deve raggiungere almeno i valori
indicati nel grafico della fig. 1.

         ---->  Vedere Grafico a pag. 105 della G.U.   <----

I  valori di rendimento si devono ottenere con il bruciatore regolato
con lo stesso eccesso d'aria fissato durante la prova di combustione.
5.2.Eccesso d'aria
Le prove sono effettuate con un eccesso d'aria massimo del 20%.
5.3.Temperatura dei prodotti della combustione
La temperatura dei prodotti della combustione, misurata come indicato
in 6.9.2, non deve essere minore  di  120  ›C  alla  potenza  termica
nominale.
5.3.1.Temperatura  delle  apparecchiature  di  controllo, sicurezza e
regolazione.
Nelle  condizioni  di  prova  la temperatura delle apparecchiature di
controllo, sicurezza e regolazione  non  deve  essere  maggiore,  nei
punti di presa, rispetto alla temperatura di ambiente di:
35 ›C per i metalli o materiali equivalenti
45 ›C per la porcellana o materiali equivalenti
60 ›C per le materie plastiche o materiali equivalenti.
I rivestimenti anticorrosivi delle parti metalliche non devono essere
danneggiati dal calore sviluppato del bruciatore.
5.3.2.Temperatura della superficie dell'involucro.
La differenza di temperatura tra la superficie esterna dell'involucro
e l'aria ambiente non deve avere un valore maggiore di 50 ›C.
Da  questa  prescrizione sono esclusi: il raccordo di evacuazione dei
prodotti della combustione, gli eventuali portelli  della  camera  di
combustione  e tutti i punti situati ad una distanza minore di 150 mm
dalle parti suddette.
5.4.Tenuta
5.4.1.Tenuta del circuito gas (esterna)
Il  circuito  gas  del bruciatore e le apparecchiature di sicurezza e
regolazione ivi inserite devono essere a tenuta verso l'esterno.
Essa e' assicurata quando la prova, effettuata con aria alla presente
di 150 mbar, non consent una fuga di gas maggiore di:
70  cm(elevato  alla  3)/h  per i generatori di potenza termica spesa
nominale qsn minore o uguale di 100 KW
140  cm(elevato  alla  3)/h per i generatori di potenza termica spesa
nominale 10 minore di Qsn minore o uguale di 350 KW
210  cm(elevato  alla  3)/h per i generatori di potenza termica spesa
nominale 350 minore di Qsn minore o uguale di 2000 KW.
5.4.2. Tenuta del circuito combustione.
Durante  le prove effettuate in condizioni normali di tiraggio non e'
ammessa  alcuna  uscita  dei  prodotti  della  combustione,  se   non
dall'attacco  del  tubo  di  evacuazione  al  quale  e'  collegato il
generatore.
La prova si effettua come indicato in 6.6.2..
5.5.Regolarita' di funzionamento.
5.5.1.Sicurezza di funzionamento.
Il  bruciatore deve funzionare senza vibrazioni passando dalla minima
alla massima pressione di alimentazione  del  gas  e  alle  pressioni
minima e massima esistenti in camera di combustione.
Non  si  devono  avere  fenomeni  di  distacco e ritorno di fiamma al
livello della testa di combustione.
5.5.2.Accensione, interaccensione e stabilita' di fiamma.
L'accensione  del  bruciatore, che avviene per mezzo di una scintilla
elettrica sia direttamente, sia tramite un bruciatore pilota o fiamma
di  avviamento,  deve  garantire  la formazione di una fiamma stabile
dopo la fine del tempo di preventilazione.
Per i bruciatori a ugelli multipli l'interaccensione deve avvenire in
modo corretto.
5.5.3 Preventilazione della camera di combustione.
La  preventilazione della camera di combustione e delle diverse parti
del circuito dei prodotti della combustione e' obbligatoria per  ogni
operazione  di  accensione o riaccensione del bruciatore, nel caso in
cui non esista una fiamma permanente nella camera di combustione.
Il  volume  minimo  di aria di preventilazione deve essere di quattro
volte  il  volume  della  camera  di   combustione   con   tempo   di
preventilazione non minore di 30 s.
5.5.4.Tempi di sicurezza massimi.
Secondo  la potenza termica spesa del generatore i tempi di sicurezza
massimi in avviamento e in funzionamento sono dati dal prospetto I.
Prospetto I - Tempi di sicurezza massimi
==================================================================
Bruciatore            Potenza
                     termica
                      spesa
                     nominale
                       Qsn
                        kW
------------------------------------------------------------------
Bruciatore              fino a   50
principale    oltre  50 fino a  100
              oltre 100 fino a  350
              oltre 350
-------------------------------------------------------------------
 Bruciatore              fino a   50
 pilota o      oltre  50 fino a  100
 fiamma di     oltre 100 fino a  350
 avviamento    oltre 350
-------------------------------------------------------------------
===================================================================
------------------------------------------------------------------
     Tempo di sicurezza                   Mancanza di fiamma in
  in avviamento    in funzionamento     Tentativo di    Rimessa in
      Ts                 Ts              riaccensione   marcia con
      s                  s               nel tempo di    ripresa
                                          sicurezza      normale
                                                        del ciclo
------------------------------------------------------------------
      6                  2                  SI            SI
      4                  2                  SI            SI
      3                  2                  NO            SI
      3                  2                  NO            NO
------------------------------------------------------------------
      6                  2                 ----          ----
      4                  2                 ----          ----
      3                  2                 ----          ----
      3                  2                 ----          ----
------------------------------------------------------------------
Il tempo di sicurezza e' misurato alla tensione e frequenza nominali.
==================================================================
6 Prove
6.1.Caratteristiche dei gas di riferimento.
        Prospetto II - Caratteristiche dei gas di riferimento
-------------------------------------------------------------------
Famiglia     Tipo di gas    Simbolo del gas    Composizione in
                                                   volume
-------------------------------------------------------------------
1a famiglia   Gas di           G 110               50%  H2
             riferimento
-------------------------------------------------------------------
2a famiglia   Gas di           G  20                  CH4
            riferimento
-------------------------------------------------------------------
3a famiglia   Gas di           G  30                  C4H10
            riferimento
-------------------------------------------------------------------

-------------------------------------------------------------------
Densita' relativa      Indice diWobbe            Potere calorifico
      d                   inferiore                    inferiore
                            Wi                            Hi
                     MJ/m3         kcal/m3       MJ/m3     kcal/m3
-------------------------------------------------------------------
     0,411            22,9          5480          14,7      3510
-------------------------------------------------------------------
     0,554            48,2         11520          35,9      8570
-------------------------------------------------------------------
     2,077            85,3         20350         122,8     29330
-------------------------------------------------------------------
6.2.Composizione dei gas di prova.
Le  composizioni  dei  gas  usati  per le prove devono essere il piu'
vicino possibile a quelle date nel prospetto II. Per la  preparazione
di questi gas devono essere rispettate le regole seguenti
-  l'indice di Wobbe del gas utilizzato deve essere uguale al valore,
indicato nella casella del gas di  prova  corrispondente  +  o  -  2%
(questa tolleranza comprende l'errore degli apparecchi di misura)
-  i  gas  per  la  preparazione delle miscele devono avere almeno il
seguente grado di purezza:
        azoto          N2           99%
        idrogeno       H2           99%
        metano         CH4          95%  con un tenore totale di H2
                                     dell'1% e un tenore totale di
                                     N2 e CO2 minore del 2%
        propano        C3H8         95%
        butano         C4H10        95%
Tuttavia,  queste  condizioni  non  sono  vincolanti per ciascuno dei
costituenti se la miscela  finale  ha  una  composizione  identica  a
quella  della miscela che si sarebbe ottenuta utilizzando costituenti
di purezza richiesta.
Si  puo'  dunque,  per  preparare  una  miscela,  partire  da  un gas
contenente gia' in proporzioni convenienti parecchi costituenti della
miscela  finale.  Inoltre,  per  i  gas  della  seconda  famiglia, e'
possibile per le prove effettuate con il gas  di  riferimento  G  20,
sostituire il metano con il gas naturale anche se la sua composizione
non corrisponde alle condizioni precedenti per i tenori di CH4, N2  e
CO2, purche' dopo una aggiunta eventuale sia di propano sia di azoto,
secondo i casi, la miscela finale abbia un indice di Wobbe W,  uguale
a  48,2  MJ/m(elevato  alla  3) (11520 Kcal/m(elevato alla 3)) piu' o
meno del 2%.
6.3.Effettuazione pratica delle prove
6.3.1.Utilizzazione dei gas di prova
Le  prove  previste  in  6.7. e 6.9. devono essere eseguite con i gas
definiti in 6.1, rispettando le tolleranze indicate in  6.2.  Per  le
prove,   al  fine  di  facilitarne  la  realizzazione,  e'  possibile
sostituire il gas di riferimento realmente distribuito, purche' siano
rispettate le seguenti condizioni:
-  il bruciatore viene regolato in modo da ottenere la stessa potenza
termica spesa che si sarebbe ottenuta con il gas di riferimento  (una
sostituzione di ugelli e' ammessa)
-  l'aria  comburente  viene  regolata  ad  un valore vicino a quello
ottenuto con il gas di riferimento corrispondente sia mediante azione
sul  dispositivo di regolazione dell'ammissione di aria, sia mediante
variazioni della pressione di alimentazione.
6.3.2.Scelta dei gas di prova.
Quando  un  apparecchio  puo'  utilizzare  gas appartenenti a diversi
gruppi o famiglie, si esegue una scelta fra i gas di  prova  indicati
nel prospetto II, tenendo conto delle specificazioni riportate in
Questa scelta e' fatta conformemente al prospetto III.
Le  prove si effettuano nelle condizioni di alimentazione (pressione)
e con i gas di riferimento della categoria alla quale  appartiene  il
generatore  conformemente  alle  indicazioni  riportate nel prospetto
III.
I  bruciatori  sono  in  precedenza  regolati  come  segue: essi sono
alimentati con il gas di riferimento e alla pressione normale in modo
da  ottenere  la portata nominale›in seguito si regola, se esiste, il
dispositivo  di  ammissione  di  aria  in   modo   da   ottenere   un
funzionamento ottimo ed avere un eccesso d'aria non maggiore del 20%
Prospetto III - Gas di prova.
------------------------------------------------------------------
Tipo di gas               Simbolo del gas per categoria
                      I2H       I3      II12H      II2H3     III
------------------------------------------------------------------
Gas di riferimento   G  20     G  30     G 110      G  20   G 110
                                         G  20      G  30   G  20
                                                            G  30
------------------------------------------------------------------
6.4 Pressione di prova
I   valori   della  pressione  di  prova  cioe'  della  pressione  di
alimentazione al raccordo di arrivo del gas al generatore, sono  dati
nel prospetto IV.
                  Prospetto IV - Pressioni di prova
------------------------------------------------------------------
         Natura del gas                  Pressione
                                normale    minima    massima
                                 mbar      mbar       mbar
------------------------------------------------------------------
Gas di riferimento G 110          8         6          15
Gas di riferimento G  20         18        15          23
Gas di riferimento G  30         30        25          35
------------------------------------------------------------------
6.5.Condotta delle prove
6.5.1 Prove per le quali e' necessario l'impiego di tutti i gas
Le  prove  definite  in 6.7 e 6.9 vengono effettuate con ciascuno dei
gas di riferimento alle pressioni indicate nei punti precedenti.
Per  ciascuno  di questi gas di riferimento e di queste pressioni, il
bruciatore e' munito degli ugelli corrispondenti.
6.5.2 Altre prove
Le  altre  prove  sono  effettuate  solo con uno qualunque dei gas di
riferimento della  categoria  alla  quale  appartiene  il  generatore
(vedere  6.3.2.)  ad  una  qualsiasi delle pressioni normali di prova
indicate in 6.4 relative al gas di riferimento scelto.
6.6.Tenuta
6.6.1.Tenuta del circuito gas (esterna)
La verifica della tenuta del circuito gas e' realizzata con aria alla
temperatura ambiente ad una pressione di 150 mbar.
Per  la  determinazione  della fuga si utilizza un metodo volumetrico
che  consente  la   misura   diretta   dell'eventuale   perdita   con
l'apparecchio  di  Bitzer,  schematizzato nella fig. 2 (o dispositivo
analogo) con una precisione tale che una fuga di 0,5 cm(elevato  alla
3) possa essere apprezzata.
Prima di effettuare la prova si deve chiudere l'afflusso del gas alla
testa di combustione, nel punto di collegamento della  linea  gas  al
bruciatore.
La  prova  dura  10  min  e le misure vengono rilevate al 5o e al 10o
minuto.
La  tenuta si controlla sia all'inizio sia al termine della prova, ma
prima che sia stato effettuato un eventuale smontaggio  degli  organi
interessati alla prova stessa.

        ---->  Vedere Immagine a pag. 109 della G.U.   <----

6.6.2.Tenuta del circuito di combustione
La  prova  viene  effettuata sostituendo al bruciatore una piastra di
chiusura  e  applicandone  una  seconda  all'attacco  del   tubo   di
evacuazione  dei  prodotti della combustione›quest'ultima deve essere
munita di  presa  di  pressione.  Si  mette  in  funzione  il  gruppo
ventilante  e  dopo  20  min non si deve riscontrare alcun aumento di
pressione nel circuito di combustione.
Le due piastre applicate devono garantire la tenuta ermetica.
La   misura   viene   effettuata   con  micro  manometro  avente  una
sensibilita' di 0,01 mbar

         ---->  Vedere Figura a pag. 110 della G.U.   <----

6.7 Potenza termica spesa.
La  potenza  termica  spesa  e'  la  potenza ottenuta con il/i gas di
riferimento alla/e pressione/i normale/i di  prova,  riportata  nelle
condizioni di riferimento (gas secco, a 15 ›C e 1013 mbar).
La  potenza  termica  spesa  Qs  in KW (riferita al volume di gas) e'
data:
                          Qs = 0,263 qvn Hvl
dove: qvn e' la portata nominale in volume, in m(elevato alla 3)/h, a
15 ›C e 1013 mbar
Hvi  e'  il potere calorifico inferiore, in MJ/m(elevato alla 3), a 0
›C e 1013 mbar.
La potenza termica spesa Qs in Kcal/h e' invece data da:
                          Qs = 0,948 qvn Hvi
dove: qvn e' la portata nominale in volume, in m(elevato alla 3)/h, a
15 ›C e 1013 mbar
Hvi e' il potere calorifico inferiore, in Kcal/m(elevato alla 3), a 0
›C e 1013 mbar.
I  valori ottenuti per le portate in volume devono essere corretti in
modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti  se  il
gas  fosse  stato  conforme alle condizioni di riferimento all'uscita
dell'ugello. La formula seguente tiene conto sia della correzione del
flusso, sia della correzione del volume:
    qvc = qv radice quadrata di 1013 + p  pa + p    288     d
                       ---------------- --------- -------- ---
                           1013           1013     273 +tg   dr
dove: qvc e' la portata in volume nelle condizioni di riferimento
qv e' la portata in volume misurata nelle condizioni di prova (pa P p
e tg)
pa e' la pressione atmosferica, in mbar
p e' la pressione di alimentazione del gas, in mbar
tg e' la temperatura del gas a monte del bruciatore, in ›C
d e' la densita' relativa del gas di prova
dr e' la densita' relativa del gas di riferimento.
La  potenza  termica  spesa  Qs in KW (riferita alla massa di gas) e'
data da
                          Qs = 0,278 qmn Hml
dove:  qmn  e' la portata nominale in massa, in Kg/h Hml e' il potere
calorifico inferiore, di MS/Kg.
La potenza termica spesa QS di KEAL/H E' invece data da:
QS = qmm Hmi dove: qmm e' la portata nominale di messa, in Kg/h;
Hml e' il potere calorifico inferiore, in Kcal/Kg.
I  valori  ottenuti per le portate in massa devono essere corretti in
modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti  se  il
gas  fosse  stato  conforme alle condizioni di riferimento all'uscita
dell'ugello.
La formula seguente tiene conto della correzione del flusso:
     qmc = qm radice quadrata di 1013 + p   273 + tg   dr
                      -------------------  --------  ------
                         pa + p               288        d
dove: qmc e' la portata in massa nelle condizioni di riferimento
qm  e' la portata in massa misurata nelle condizioni di prova (pa P p
e tg).
I  simboli pa, p, tg. d e d hanno lo stesso significato di quelli che
compaiono nella formula relativa alla portata in volume.
I  valori di qvc e qmc, ricavati con le formule indicate, sono quelli
da confrontare con i valori di qvn e qmn che compaiono nelle  formule
relative alla potenza termica spesa.
6.8.Regolarita' di funzionamento.
6.8.1.Dispositivo di preventilazione.
Il  volume di aria di preventilazione viene determinato a freddo alla
estremita' di un tubo di un metro di lunghezza applicato alla bocca i
evacuazione dei prodotti della combustione.
Quando  e'  previsto  l'aspiratore  dei prodotti della combustione il
tubo di prova deve essere applicato a valle dell'aspiratore.
La  velocita'  del flusso d'aria puo' essere misurata con anemometro,
con tubo di Pitot o con apparecchi  similari.  Negli  apparecchi  con
bruciatore  provvisto di dispositivo di regolazione manuale dell'aria
comburente, la prova deve essere effettuata con il dispositivo  posto
nella stessa posizione scelta durante la prova di combustione.
6.8.2.Tempi di sicurezza
Le  misure  dei tempi di sicurezza (vedere 5.5.4.) si effettuano alla
tensione e frequenza indicate dal costruttore.
6.9.Combustione
6.9.1.Generalita'
Il generatore e' inizialmente regolato alla sua portata nominale alla
pressione normale con il gas di riferimento. L'apparecchio di  misura
del  CO  utilizzato non deve essere influenzato dalla presenza di CO2
nei prodotti della combustione.
Il   contenuto   percentuale  di  CO  in  volume  nei  prodoti  della
combustione secchi e senza aria e' dato da:
                         CO
     CO = CO2 (teorico)-------- (relativi al campione analizzaro)
                         CO2
dove CO e CO2 sono espressi in per cento in volume.
In  questo caso occorre determinare sui prodotti della combustione il
diossido di carbonio e l'ossido di carbonio.
Occorre  inoltre  conoscere  l'analisi  dei  gas e determinare il CO2
teorico.
I  valori  percentuali  di  CO2 teorico relativi ai gas di prova sono
indicati nel prospetto seguente.

Simbolo del gas         G 110       G 20        G 30 Co2 (teorico) %
          7,6       11,7         14
----------------------------------------------------------------
Il  tenore  percentuale  di CO riferito ai prodotti della combustione
secchi e senza aria e' dato anche da:
                       21
            CO = --------------- CO
                   21 - O2
dove  O2  e  CO  sono  i  rispettivi  tenori nel campione analizzato,
espressi  in  per  cento  in  volume.  Questa  formula  puo'   essere
utilizzata quando non si conosce esattamente il CO2 teorico.
6.9.2 Prove in condizioni normali.
6.9.2.1.Generatori   con  evacuazione  naturale  dei  prodotti  della
combustione.
I   generatori   sono   collocati  in  un  ambiente  convenientemente
ventilato.
Il  prelievo  dei  prodotti della combustione si effettua mediante il
dispositivo schematizzato in fig. 4 e disposto  come  indicato  negli
schemi di cui in fig. 5.

          ---->  Vedere Figura a pag. 112 della G.U.  <----

6.9.2.2.Generatori   con   evacuazione  forzata  dei  prodotti  della
combustione.
Questi  apparecchi  vengono  provati secondo le modalita' indicate in
6.9.2.1 applicando il tubo di prova a valle dell'eventuale aspiratore
dei prodotti della combustione.
6.10.Rendimento
Il  rendimento  viene  determinato  con  il  gas  di riferimento alla
pressione di prova  quando  si  raggiunge  l'equilibrio  termico  del
generatore.
L'equilibrio  termico si ritiene raggiunto quando la variazione della
differenza fra la temperatura dei prodotti della combustione e quella
dell'ambiente t2 - t1 non e' maggiore di 3 ›C in 12 min e comunque di
5 ›C in 60 min.
La  temperatura  dell'aria  ambiente deve essere compresa fra 10 e 35
›C.
I  generatori  sono  raccordati  al  tubo di prova lungo 1 m, secondo
quanto indicato in fig. 5.

          ---->  Vedere Figura a pag. 113 della G.U.  <----

Il  rendimento  eta  g  riferito al potere calorifico inferiore H1 e'
dato dalla formula:
              eta g = 100 - (q1 + q2)
dove:  q1  e' il calore dei prodotti della combustione secchi (in per
cento)
q2  e'  il  calore  di riscaldamento del vapore d'acqua contenuto nei
prodotti della combustione (in per cento).
q1 e' dato dalla relazione:
                           t2 - t1
             q1 = C1 Vt 100 -----
                              Hi
dove:  C1 e' il calore specifico medio dei prodotti della combustione
secchi dato dalle seguenti formule semplificate:
                                     CO2)
             C1 = 10 -3 (1,30 + 0,46 -----) in MJ(m3K)
                                      100
                               CO2
             C1 = 0,31 + 0,11 ------ in kcal/(m3 ›C)
essendo  CO2 il tenore percentuale in volume del diossido di carbonio
nei prodotti della combustione
Vt  e'  il volume dei prodotti della combustione secchi per unita' di
volume di gas in m(elevato alla 3), dato da 100 volte il rapporto tra
il  volume  di  CO2  (Vco2) prodotto dalla combustione di 1 m(elevato
alla 3) di gas e il tenore percentuale  medio  di  CO2  nei  prodotti
della combustione (CO2) e cioe':
                             Vco2
                   Vt = 100 ------
                              CO2
t2 e' la temperatura media dei prodotti della combustione in ›C
t1 e' la temperatura media dell'aria ambiente in ›C
H1 e' il potere inferiore del gas in MJ/m(elevato alla 3) (Kcal/m
(elevato alla 3))
q2 e' dato dalla relazione:
                  Hs - Hi
      q2 = 0,077 --------- (t2 - t1)
                     Hi
dove, oltre ai simboli il cui significato e' precisato per le formule
precedenti,  Hs  e'  il  potere  calorifico  superiore  del  gas   in
MJ/m(elevato alla 3) (Kcal/m(elevato alla 3)).
6.11 Potenza termica globale
La potenza termica globale Qg e' data dalla formula:
                       eta g
             Qg = Qs  ------
                        100
6.12. Strumentazione
Gli   strumenti   impiegati  devono  avere  caratteristiche  tali  da
rispettare i requisiti indicati nel prospetto seguente.
-----------------------------------------------------------------
    Grandezza       Errore assoluto       Errore relativo
-----------------------------------------------------------------
       CO2              0,2%                    ----
       CO             0,005%                    ----
       Hi              ----                      1%
   lunghezze           ----                      1%
   pressioni           ----                      2%
     tempi             ----                      2%
   temperature        1› C                      ----
6.13  Presentazione dei risultati
Il  certificato  di  prova,  stabilito  per ciascun apparecchio, deve
riportare:
- la data di stesura del suddetto certificato
-  una  descrizione sommaria del generatore unitamente ad un giudizio
sulle caratteristiche costruttive
-  un'esposizione  delle  principali caratteristiche di funzionamento
ottenute nel corso delle prove, comparate ai valori limite imposto
-  un  riassunto delle prove indicanti, in particolare, le condizioni
che non sono soddisfacenti
-   il   nome  del  laboratorio  e  la  firma  del  responsabile  del
laboratorio.
7. Targa e istruzioni
7.1.Targa
Ciascun  generatore  deve  portare  in  posizione visibile anche dopo
essere installato una  targa  in  cui  siano  indicati  in  caratteri
indelebili:
- il nome del costruttore e l'eventuale marca depositata
-  la  sigla  (codice  o data o numero) che definisce il programma di
fabbricazione e l'anno di costruzione
-   la  designazione  commerciale  con  la  quale  il  generatore  e'
presentato al collaudo dal costruttore
- la categoria
- la potenza termica spesa e globale nominali in KW (Kcal/h)
- la potenza elettrica nominale in KW dei ventilatori
-  la  potenza elettrica nominale in KW dell'eventuale aspiratore dei
prodotti della combustione
-  il  tipo  della  corrente  (monofase  o  trifase) e la tensione di
alimentazione.
Al  momento  della  consegna, il generatore, se e' un gruppo termico,
deve portare, applicata in posizione visibile e se  possibile  vicino
alla  targa,  un'etichetta  nella  quale  sia indicata la natura e la
pressione del gas per il quale il generatore e' regolato.
I   generatori   per  condotti  devono  portare  l'indicazione  della
pressione statica dell'aria disponibile alla sezione di uscita.
La  fornitura di parti destinate all'adattamento del generatore ad un
diverso  tipo  di  gas  deve  essere  accompagnata  da   un'etichetta
autoadesiva   da   attaccare   sul   generatore   al   momento  della
trasformazione.
L'etichetta  deve  indicare il tipo e la pressione di gas per i quali
il generatore sara' regolato.
Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana.
7.2.Libretto di istruzioni.
7.2.1. Notizie di impiego e manutenzione.
Il  generatore deve essere corredato da un libretto di istruzioni per
il suo uso e manutenzione.
Il  libretto di istruzioni destinato all'utente deve portare tutte le
indicazioni  necessarie  affinche'   il   generatore   possa   essere
utilizzato con sicurezza e razionalmente.
In  particolare  devono essere dettagliate le manovre di accensione e
riaccensione in caso di blocco del bruciatore e quelle relative  alla
pulizia e alla manutenzione.
Il  libretto  stesso  deve ricordare la necessita' di ricorrere ad un
tecnico qualificato per la messa in opera del generatore e,  in  caso
di necessita', per l'adattamento all'uso di altri gas.
7.2.2.Notizie tecniche di installazione e di regolazione.
Le notizie tecniche di installazione e di regolazione, devono dare le
seguenti istruzioni su:
- sistema di raccordo e di installazione secondo le norme in vigore
- eventuale fissaggio del generatore
- organi di regolazione
- montaggio dei pezzi di ricambio.
Devono essere riportate inoltre le indicazioni relative alle distanze
di installazione dalle pareti e dal  soffitto.  Le  notizie  tecniche
devono  portare  l'indicazione  della  portata in volume o in massa a
seconda dei tipi di gas utilizzabili a ogni indicazione relativa alle
operazioni  di  regolazioni da effettuare per passare da un gas ad un
altro e, per quanto concerne gli ugelli, i riferimenti  previsti  per
ciascuno dei gas utilizzabili.
Si devono mettere in rilievo le caratteristiche di funzionamento e di
installazione specifiche dell'apparecchio e dare  le  istruzioni  per
quanto concerne la messa in opera e la manutenzione normale.
Devono  infine trattare brevemente delle condizioni di installazione,
collegamento e di ventilazione dei locali (UNI 7129  e  UNI  7131  ed
altre disposizioni in vigore).
7.2.3.Redazione
Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana.
              Generatori di aria calda funzionanti a gas
                   con bruciatore ad aria soffiata
                      Prescrizioni di sicurezza
                              (UNI 8125)

Studio del progetto. - Gruppo di lavoro 5 "Generatori di aria calda a
gas" della Commissione C3 "Riscaldamento" del  CIG(Comitato  italiano
gas,  federato all'UNI - Milano, viale Brenta, 27, 29) riunioni negli
anni 1978 e 1979.
Pubblicazione dell'inchiesta - 1 ago. e 31 ott. 1979.
Esame  dopo l'inchiesta - Consiglio di Presidenza del CIG, REFERENDUM
DEL 22 FEB. 1980.
Esame  finale  ed  approvazione  -  Gruppo settoriale VI "impianti ed
apparecchi   utilizzatori"   della   Commissione   Centrale   Tecnica
dell'UNI,riunione   del  3  lug.  1980.Commissione  Centrale  Tecnica
dell'UNI,riunione dell'8 lug. 1980.
Ratifica - Presidente dell'UNI,delibera del 10 mag. 1982.

        foglio di aggiornamento No 1 all UNI 8125 (dic. 1982)

Generatori  di  aria  calda  funzionanti a gas con bruciatori ad aria
soffiata

                      Prescrizioni di sicurezza

Testo revisionato
 Al punto 4. 4. 2, alla fine aggiungere quanto segue.
Fa 211
dic. 87
Nelle  condizioni  di  funzionamento a regime, la pressione esistente
nel circuito dell'aria da riscaldare all'interno del generatore  deve
essere  in  ogni  caso  maggiore di quella esistente nel circuito dei
prodotti della combustione.
Il testo del punto 5. 3. 2, deve essere sostituito con il seguente.
FA 211
dic. 87
La differenza di temperatura tra la superficie esterna dell'involucro
e l'aria ambiente non deve essere maggiore di 50 ›C.
Da  questa  prescrizione  sono esclusi il raccordo di evacuazione dei
prodotti della combustione e tutti i punti  situati  a  una  distanza
minore di 150 mm dal raccordo suddetto nonche' gli eventuali portelli
della camera di combustione e tutti i punti situati ad  una  distanza
minore  di  150  mm  da  essi, qualora i portelli e detti punti siano
protetti da contatti accidentali.
Il testo del punto 5. 4. 2, deve essere modificato come segue.
FA 211
dic. 87
Durante  le prove effettuate in condizioni normali di tiraggio non e'
ammessa  alcuna  uscita  dei  prodotti  della  combustione,  se   non
dell'attacco  del  tubo  di  evacuazione  al  quale  e'  collegato il
generatore.
Nelle  condizioni  di  prova  indicate  in  6.  6.  2 la fuga di aria
compressa non deve essere maggiore di 3 m 3/h.
 sostituire 6.5.1. con 6.5.
FA 211
dic. 87
Al punto 6.5.1. prima riga
Il testo del punto 6. 6. 2, deve essere sostituito con il seguente.
La  prova  viene effettuata occludendo l'attacco del bruciatore e del
tubo di  evacuazione  dei  prodotti  della  combustione,  nonche'  le
eventuali  altre  aperture  presenti;  una  piastra  di chiusura deve
essere munita di presa di pressione. Le piastre  di  chiusura  devono
garantire la tenuta ermetica ed essere indeformabili.
L'apparecchio  sara'  da provare quindi collegato per tutta la durata
della prova ad una sorgente di aria compressa, in modo  da  mantenere
nell'apparecchio una pressione effettiva di 1,5 mbar; la pressione e'
misurata nel punto di raccordo della sorgente di aria  compressa  con
l'apparecchio.  Il  montaggio  deve essere realizzato in modo tale da
rilevare qualsiasi eventuale fuga dovuta  ad  un  difetto  di  tenuta
dello scambiatore di calore.
La portata della fuga e' misurata con contatore (vedere fig. 3).

          ---->  Vedere Figura a pag. 117 della G.U.  <----

al punto 6. 7 sostituire la prima frase con la seguente.
FA 211
dic. 87
La  potenza  termica  spesa  e'  la  potenza  ottenuta  con  i gas di
riferimento  alla  pressione  normale  di  prova,   riportata   nelle
condizioni di riferimento (gas secco, a 15 o C e 1 013 bar).
Al punto 6. 9. 2. 2, sostituire il testo con il seguente.
FA 211
dic. 87
Questi apparecchi vengono provati secondo le modalita' indicate in 6.
9.  2.  1,  applicando  il  tubo  di  prova  a  monte  dell'eventuale
aspiratore dei prodotti della combustione.
CDU 696.2                  NORMA ITALIANA         NOVEMBRE 1987
====================================================================
   CIG        RETI DI DISTRIBUZIONE DEL GAS CON PRESSIONI  U N I
                 MASSIME DI ESERCIZIO MINORI O UGUALI A 5  7271
                 BAR PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E COLLAUDO
====================================================================
 gas  distribution  netWorks  With  maximum Working pressures up to 5
mbar- Design, construction and testin
Dimensioni in mm
                               SOMMARIO

1.      Scopo e campo di applicazione  . . . . . . . . . . . .   "  1
2.      Termini e definizioni  . . . . . . . . . . . . . . . .   "  1
3.      Criteri di prrogettazione  . . . . . . . . . . . . . .   "  3
3. 1.   Specie delle condotte  . . . . . . . . . . . . . . . .   "  3
3. 2.   Dimensionamento della rete   . . . . . . . . . . . . .   "  3
3. 3    Materiali costituenti la rete  . . . . . . . . . . . .   "  3
3. 4.   Spessore dei tubi  . . . . . . . . . . . . . . . . . .   "  3
3. 5.   Installazione dagli organi accessori di rete   . . . .   "  5
4.      Criteri di costruzione   . . . . . . . . . . . . . . .   "  7
4. 1.   Giunzione dei tubi, dei raccordi
e dei pezzi speciali   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   "  7
4. 2.   Cambiamenti di direzione   . . . . . . . . . . . . . .   "  7
4. 3.   Diramazioni  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   "  7
5.      Criteri di posta in opera  . . . . . . . . . . . . . .   "  8
5. 1.   Profondita' d'interamento  . . . . . . . . . . . . . .   "  8
5. 2.   Letto di posa  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   "  8
5. 3.   Posa del tubo nello scavo - Reinterro  . . . . . . . .   "  8
5. 4.   Protezione contro le sollecitazioni
meccaniche esterne   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   "  8
5. 5.   Posa subacquea di condotte   . . . . . . . . . . . . .   "  8
5. 6.   Posa con impiego di attrezzi speciali  . . . . . . . .   "  9
5. 7.   Posa fuori terra   . . . . . . . . . . . . . . . . . .   "  9
5. 8.   Installazione su opere d'arte  . . . . . . . . . . . .   "  9
5. 9.   Distanze dai fabbricati  . . . . . . . . . . . . . . .   "  9
5. 10.  Opere di drenaggio e di protezione
in relazione alle distanze minime
di posa dai fabbricati   . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   " 10
5. 11.  Interferenze con altri servizi interrati   . . . . . .   " 10
5. 12.  Interferenze con linee tramviarie urbane   . . . . . .   " 11
5. 13.  Interferenze con linee elettriche
o telefoniche  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   " 11
6.      Protezione contro la corrosione  . . . . . . . . . . .   " 11
6. 1.   Tubazioni interrate  . . . . . . . . . . . . . . . . .   " 11
6. 2.   Tubazioni fuori terra  . . . . . . . . . . . . . . . .   " 11
6. 3.   Verifica dell'integrita'
del rivestimento   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   " 11
7.      Collaudi   . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   " 11
7. 1.   Prova a pressione  . . . . . . . . . . . . . . . . . .   " 12
7. 2.Verifica del potenziale di
protezione della rete  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   " 12
1.Scopo e campo di applicazione (1)
          1)  Per  il  gas  naturale con densita' non maggiore di 0,8
          sono fatte salve le disposizioni contenute nel Decreto  del
          Ministero   dell'interno   24  nov.  1984,  pubblicato  nel
          Supplemento Ordinario alla G. U. no 12 del 15 gen. 1985,  e
          successive modificazioni.
La   presente   norma   prescrive   i   criteri  da  seguire  per  la
progettazione,  la  costruzione  ed  il  collaudo   delle   reti   di
distribuzione  del  gas  con  pressioni massime di esercizio minori o
uguali a 5 mbar.
I gas che possono alimentare tali reti sono:
-  gas  naturale  e G. P. L., tal quali o in miscela con aria o altri
gas
- gas sostitutivi del del gas naturale
- gas di citta' manufatturato.
2.Termini e definizioni
Per   l'esatta   interpretazione  della  presente  norma  valgono  le
definizioni riportate di seguito:
2.   1.   rete   di  distribuzione  del  gas:  Sistema  di  condotte,
prevalentemente interrate, posate su suolo pubblico  o  privato  che,
partendo  dall'impianto  di  produzione  o  dal punto di prelievo e/o
riduzione e/o misura, consente la distribuzione  del  gas  ai  nuclei
abitati  ed  alle  case  sparse  fino agli impianti di derivazione di
utenza, questi ultimi esclusi.
2.  2.nucleo  abitato:  Fabbricato o agglomerato di fabbricati la cui
popolazione sia dell'ordine di 300 unita' o maggiore.
  2.  3.case  sparse:  Fabbricato o agglomerato di fabbricati tali da
non costituire un nucleo abitato.
2.  4.pressione  massima  di  esercizio:  Pressione massima relativa,
misurata in mbar, alla quale puo' essere esercitata la rete.
2.   5.pressione   di  esercizio:  Valore  di  pressione  a  cui  una
determinata rete viene normalmente esercita.  Tale  valore  non  puo'
essere maggiore della pressione massima di esercizio.
2.  6.pressione  di  progetto:  Valore  di  pressione adottato per il
calcolo di dimensionamento delle condotte.
2.  7.condotta:  Insieme  di tubi, curve, raccordi ed accessori uniti
tra loro per la distribuzione del gas.
2.  8.specie  delle  condotte: Classificazione delle condotte in base
alla pressione massima di esercizio.
2.  9.diramazione:  Punto  di  una condotta da cui si deriva un'altra
condotta.
2. 10.intercettazione di linea:Punto di una condotta in cui, mediante
opportuni organi (generalmente valvole), si realizza la  possibilita'
di intercettare il flusso del gas.
2.  11.scarico:  Punto  della  condotta  attrezzato per consentire lo
svuotamento all'atmosfera di un tratto di  tubazione  qualora  se  ne
determini la necessita'.
2.   12.spurgo:   Punto  della  condotta  attrezzato  per  consentire
l'evacuazione  di  eventuali  depositi  di   impurita'   (liquido   o
particelle solide eventualmente depo sitate nella condotta).
2.   13.sfiato:   Dispositivo   atto   a   consentire   l'evacuazione
all'atmosfera  di  gas  eventualmente  presenti  nei   manufatti   di
protezione   e/o  drenaggio  della  condotta  gas  e  a  favorire  la
circolazione dell'aria all'interno degli stessi.
2.  14organo  di raccolta condense: Dispositivo, corredato di spurgo,
installato  in  punti  opportuni  della  rete  per   raccogliere   ed
accumulare  gli eventuali depositi di liquido presenti nella condotta
gas.
2.  15presa  di  pressione:  Punto  della  condotta attrezzato per il
rilevamento della pressione del gas.
2.  16presa  di  potenziale:  Punto  della condotta attrezzato per il
rilevamento del potenziale  elettrico  della  tubazione  rispetto  al
terreno o altro punto di misura.
2.   17.posto   di  protezione  catodica:  Punto  attrezzato  per  la
realizzare la protezione attiva della condotta (con  anodi,  corrente
impressa, drenaggio elettrico, collegamento elettrico).
2.  18.sezionamento  elettrico:  Punto  della condotta attrezzato per
interrompere la continuita' elettrica della stessa  pur  mantenendone
la continuita' meccanica e funzionale.
2.  19cameretta  interrata: Manufatto realizzato sulla sede di posa o
in prossimita' della tubazione interrata in corrispondenza  di  punti
singolari,   atto   a  contenere  apparecchiattuure  o  installazioni
accessorie  della  tubazione,  per  la  cui  manovra  e'   necessario
l'accesso all'interno.
2.  20.pozzetto:  Manufatto  realizzato  sulla  sede  di  posa  o  in
prossimita' della tubazione  interrata  in  corrispondenza  di  punti
singolari,   atto  a  contenere  le  installazioni  accessorie  della
tubazione,  per  la  cui  manovra   non   e'   necessario   l'accesso
all'interno.
2.  21.profondita'  d'interramento: Minima distanza intercorrente tra
la superficie esterna del tubo e quella del terreno.
2.  22.distanza  dai  fabbricati: Distanza minima, misurata sul piano
orizzontale, intercorrente tra la superficie esterna  della  condotta
ed il perimetro del fabbricato.
2.  23opere di protezione: Manufatti (cunicoli, tubi guaina, piastre,
ecc.) atti a  proteggere  la  condotta  da  azioni  esterne  e/o/  ad
isolarla  dall'ambiente  circostante  in  modo  tale da consentire di
ridurre, entro certi limiti, le distanze di posa dai fabbricati o  da
altri servizi interrati e la profondita' d'interramento.
2.   24.opere   di  protezione  anticcorrosione:  Rivestimenti  delle
tubazioni, impianti a corrente impressa,  drenaggi  elettrici,  anodi
galvanici, atti a proteggere la condotta da azioni corrosive chimiche
ed elettrochimiche.
2.  25.opere di drenaggio: Zona di notevole permeabilita', costituita
lungo la condotta,  che  permette  il  coinvolgimento  all'atmosfera,
mediante  idonei  dispositivi  di sfiato, di eventuali perdite di gas
della condotta.
2.  26.ancoraggi:  Sistemi  o  manufatti  ad  impedire  spostamenti o
deformazioni anomale della condotta per le sollecitazioni interne e/o
esterne.
2. 27.collaudo della rete: Complesso delle operazioni aventi lo scopo
di   accertare   la   corrispondenza   dell'opera   realizzata   alle
caratteristiche costruttive e funzionali previste dal progetto.
3.Criteri di progettazione
3. 1.Specie delle condotte
Le  reti  di  distribuzione  gas  oggetto  della  presente norma sono
suddivise nelle specie seguenti:
-  4a  specie - condotte per pressione massima di esercizio oltre 1,5
fino a 5 bar
-  5a  specie-  condotte per pressione massima di esercizio oltre o,5
fino a 1,5 bar
-  6a  specie- condotte per pressione massima di esercizio oltre 0,04
fino a 0,5 bar
-  7a specie- condotte per pressione massima di esercizio fino a 0,04
bar.
          Nota-  Le  condotte  di  1a,  2a  e 3a specie per pressione
          massima di esercizio maggiore di 5  bar  non  sono  oggetto
          della presente norma.
3. 2.Dimensionamento della rete
Il  dimensionamento  della  rete,  inteso  come la determinazione dei
diametri delle condotte necessari  e  sufficienti  ad  assicurare  il
trasferimento  della  quantita'  di  gas  necessaria,  dovra'  essere
effettuato tenendo conto:
3.  2.  1.  della  dislocazione  delle utenze che deriva dall'assetto
urbanistico dell'agglomerato urbano da servire
3.  2.  2.della  tipologia  dell'utenza  per  la quale, ai fini della
determinazione delle  portate  di  gas,  si  dovranno  individuare  i
consumi  specifici, sia individuali sia collettivi, in funzione degli
usi, delle attivita' economiche e delle condizioni climatiche
3.  2.  3.dei  valori  da  adottare  nella  progettazione  per quanto
riguarda:
a)  le perdite di carico che devono essere contenute entro valori che
consentano, per le condotte esercite a  pressione  maggiore  di  0,04
bar,  il  corretto  funzionamento  dei  gruppi  di  riduzione  e  che
assicurino, per le condotte esercite a pressione minore  o  uguale  a
0,04   bar,   la   pressione   minima  di  esercizio  ai  fini  delle
utilizzazioni
b)  le  velocita'  del  gas  nelle condotte che devono essere tali da
limitare  trascinamenti  di  eventuali  impurita'   e   fenomeni   di
rumorosita'.
Le velocita' massime considerate sono dell'ordine di:
-  4  a 5 m/s, per le condotte esercite a pressione minore o uguale a
0,04 bar
-  10 a 15 m/s, per le condotte esercite a pressione maggiore di 0,04
bar e minore o uguale a 0,5 bar
-  20  a 25 m/s, per le condotte esercite a pressione maggiore di 0,5
bar e minore o uguale a 5 bar
3.  2.  4.delle  formule  di  calcolo  dei diametri che devono essere
scelte  tra  quelle  normalmente  in  uso  a  seconda  dei  campi  di
pressione.
Nel caso di reti complesse potra' essere opportuno utilizzare sistemi
di calcolo su elaboratore.
I  parametri  adottati  in  3.  2.  1  a  3.  2.  4  dovranno  essere
esplicitamente indicati nel dimensionamento di progetto.
3. 3.Materiali costituenti la rete
Tutti  i componenti della rete devono essere realizzati con materiali
idonei a conferire adeguate caratteristiche di funzionalita',  durata
e  sicurezza  per le condizioni d'impiego ed essere in accordo con le
relative specifiche e prescrizioni citate nelle norme.
I  materiali ammessi all'impiego sono indicati nella UNI 9034 e nelle
norme di riferimento in essa elencate.
Nel  prospetto  I  sono  sinteticamente  indicati i materiali ammessi
all'impiego per le diverse specie di condotte.
                             Prospetto I
------------------------------------------------------------------
     Materiale                 Speciale della condotta
                                4a    5a    6a    7a
-----------------------------------------------------------------
     acciaio                   si    si    si    si       ghisa
sferoidale          si    si    si    si       ghisa grigia
             no    no    no    si       polietilene               si*
  si**  si    si       rame***                   si    si    si    si
-----------------------------------------------------------------*
fino ad una pressione massima di esercizio di 4 bar e fino a diametri
esterni di 160 mm.  **   fino a diametri esterni di 315 mm.  ****
fino a diametri esterni di 108 mm.
==================================================================
Per l'acciaio, la ghisa sferoidale e la ghisa grigia valgono le norme
elencate nella UNI 9034.
3. 4.Spessore dei tubi
Lo  spessore minimo dei tubi, inteso come spessore nominale diminuito
della  tolleranza  garantita  di  fabbricazione,  in   relazione   al
materiale  costituente ed alla specie della condotta, non deve essere
minore dei valori indicati nei prospetti da II a VI.
3. 4. 1.tubi di acciaio
Prospetto  II - Spessore minimo (t min) ammesso per le condotte di 4a
- 5a - 6a e 7a specie in relazione al diametro esterno dei tubi (Da)
------------------------------------------------------------------
DN      15      20      25      32      40      50      65
De      21,3    26,9    33,7    42,4    48,3    60,3    73
tmin     1,8     1,8     2,3     2,3     2,3     2,3     2,6
------------------------------------------------------------------
DN      65      80     100     100     125     125     150
De      76,1    88,9   101,6   114,3   139,7   141,3   159
tmin     2,6     2,6     2,6     2,6     2,6     2,6     2,6
------------------------------------------------------------------
DN     150     150     200     200     250     300     350
De     165,1   168,3   193,7   219,1   273     323,9   355,6
tmin     3,5     3,5     3,5     3,5     3,5     3,5     4,5
------------------------------------------------------------------
DN     350     400     400     450     500     550     600
De     368     406,4   419     457     508     559     610
tmin     4,5     4,5     4,5     4,57    5,08    5,59    6,1
------------------------------------------------------------------
DN     650     700     750     800     850     900    1000
De     660     711     762     813     864     914    1016
tmin     6,6     7,11    7,62    8,13    8,64    9,14   10,16
------------------------------------------------------------------
          Nota  -  I  diametri  elencati  nel prospetto II sono stati
          definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e
          relative  norrme  in  essa  elencate  (di  cui il prospetto
          costituisce una sintesi).
            Per i tubi con De 1016 mm, lo spessore minimo ammesso non
          puo' essere minore di 1% De.
          Gli  spessori  minimi sopraindicati non valgono per tubi da
          filettare per i quali deve essere  prevista  una  opportuna
          maggiorazione dello spessore.
3. 4. 2.Tubi di ghisa sferoidale
Prospetto  III - Spessore minimo (Tmin) ammesso per le condotte di 4a
- 5a - 6a e 7a specie in relazione al diametro esterno  (De),  per  i
tubi fabbrificati per centrifugazione.
------------------------------------------------------------------
DN    40    50    60    65    80   100    125    150
De    56    66    77    82    98   118    144    170
tmin*  4,6   4,6   4,6   4,6   4,6   4,7    4,8    4,9
------------------------------------------------------------------
DN   200   250   300   350   400   500    600    700
De   222   274   326   378   429   532    635    738
tmin*  4,9   5,3   5,6   6,1   6,4   7,2    8,0    8,8
------------------------------------------------------------------
DN   800   900  1000   ---    ---  ---    ---    ---
De   842   945  1048   ---    ---  ---    ---    ---
tmin*  9,6  10,4  11,2 ---    ---  ---    ---    ---
------------------------------------------------------------------
* Nel caso di tubi colati in forma di sabbia o in conchiglia, lo
spessore minimo ammesso puo' essere ulteriormente ridotto di 1mm per
tutti i diametri indicati.
------------------------------------------------------------------
          Nota  -  I  diametri  elencati nel prospetto III sono stati
          definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e
          relative norme in essa elencate.
3. 4. 3.Tubi di ghisa grigia
Prospetto  IV  - Spessore minimo (Tmin) ammesso per le condotte di 7a
specie in relazione al diametro esterno dei tubi (De)
------------------------------------------------------------------
DN    80   100   125   150   200   250    300
De    98   118   144   170   222   274    326
tmin   5,8   6,1   6,5   6,9   7,7   8,5    9,3
------------------------------------------------------------------
DN   350   400   500   600   ---   ---    ---
De   378   429   532   635   ---   ---    ---
tmin  10,1   10,9  12,5 14,0 ---   ---    ---
------------------------------------------------------------------
          Nota  -  I  diametri  elencati  nel prospetto IV sono stati
          definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e
          relative norme in essa elencate.
3.4.4. Tubi di polietilene
Prospetto V - Spessore minimo (tmin) ammesso in relazione alla specie
della condotta ed al diametro dei tubi
------------------------------------------------------------------
                              tmin.

     DN = De             4a          5a          6a e7a
                         *           **            **
------------------------------------------------------------------
       20               3,0         ---            ---
       25               3,0         ---            ---
       32               3,0         ---            ---
       40               3,7         3,0            ---
       50               4,6         3,0            ---
       63               5,8         3,6            ---
       75               6,9         4,3            ---
       90               8,2         5,1            ---
      110              10,0         6,3            ---
      125              11,4         7,1            ---
      140              12,8         8,0            ---
      160              14,6         9,1            6,2
                 --------------
      180                          10,2            7,0
      200                          11,4            7,7
      225                          12,8            8,7
      250                          14,2            9,7
      280          impiego         15,9           10,8
      315            non           17,9           12,2
      335         consentito  -------------       13,7
      400                        impiego          15,4
      450                         non             17,4
      500                       consentito        19,3
      560                                         21,6
      630                                         24,3
------------------------------------------------------------------
* La pressione massima di esercizio e' limitata a 4 bar.
** Per i diametri di cui non sono indicati gli spessori minimi,
valgono quelli della specie superiore.
------------------------------------------------------------------
          Nota  -  I  diametri  elencati  nel  prospetto V sono stati
          definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e
          relative norme in essa elencate.
3.4.5. Tubi di rame
PROSPETTO V - Spessore minimo (tmin) ammesso per le condotte di 4a 5a
- 6a - 7a specie in relazione al diametro esterno dei tubi (De).
------------------------------------------------------------------
De          22          28          35          42         54
tmin         1,68        1,68        1,68        1,68       1,68
------------------------------------------------------------------
De          64          76,1        88,9       108         ---
tmin         1,68        2,1         2,1        2,5        ---
------------------------------------------------------------------
          Nota  -  I  diametri  elencati  nel prospetto VI sono stati
          definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e
          relative norme in essa elencate.
3.5. Installazione degli organi accessori di rete.
3.5.1. Organi d'intercettazione di linea
Sulle  condotte di 4a e 5a specie, devono essere installati organi di
intercettazione in modo da consentire l'intercettazione  del  gas  in
tratte  di  lunghezza massima di 2 Km›devono essere installati organi
di intercettazione  anche  in  corrispondenza  delle  diramazioni  di
maggiore  importanza.  Sulle  condotte di 4a e 5a specie, costituenti
una rete  magliata,  gli  organi  di  intercettazione  devono  essere
installati  in  modo ed in numero tale da limitare al minimo il tempo
necessario per mettere fuori servizio un tratto di rete in  casso  di
emergenza.  La  distanza  tra  detti  organi d'intercettazione dovra'
essere stabilita  in  relazione  alla  specie  della  condotta,  alle
dimensioni   ed   alla   struttura   della  rete  ed  alla  tipologia
dell'utenza.
Sulle  condotte  di  6a  e  7a specie non e' prevista l'installazione
sistematica di organi d'intercettazione che comunque potranno  essere
previsti  in relazione alle esigenze ed opportunita' funzionali della
rete.
In  ogni  caso  gli organi d'intercettazione devono essere facilmente
accessibili e manovrabili.
3.5.2. Scarichi
Sulle  condotte  di  4a e 5a specie deve essere installato almeno uno
scarico per ogni tronco ottenuto dal sezionamento di  cui  in  3.5.1,
per  consentire  di procedere allo svuotamento del tratto di condotta
qualora se ne determini la necessita' e per l'eventuale  insufflaggio
di gas inerte.
Sulle  condotte  di  6a  e  7a  specie l'installazione degli scarichi
potra' essere stabilita  in  relazione  alla  presenza  degli  organi
d'intercettazione ed alle effettive necessita' funzionali della rete.
Gli   scarichi   devono   essre   installati   in  punti  della  rete
(preferibilmente nelle vicinanze  delle  intercettazioni  di  linea),
tali  da consentire l'effettuazione delle operazioni di scarico senza
pregiudizio alla sicurezza di persone o di cose.
Gli  scarichi  devono  essere  dimensionati  in relazione al diametro
delle condotte da cui  essi  derivano,  devono  essere  corredati  di
organo  d'intercettazione  e  muniti,  alle estremita' di scarico, di
dispositivi che consentano sia il collegamento di apparati mobili  di
scarico  sia  l'applicazione di chiusure di sicurezza (flange cieche,
tappi, chiusure rapide, ecc.).
3.5.3. Organi di raccolta condense.
Gliorgani   di  raccolta  condense  devono  essere  installati  sulle
condotte  destinate  alla  distribuzione  di  gas  che  possono  dare
origine,  in  relazione  alla  loro  composizione  e/o trattamenti di
condizionamento, a formazione di condense.
3.5.4. Spurghi
Gli  spurghi  devono essere installati in corrispondenza degli organi
di raccolta condense e nei casi in cui, per le particolari condizioni
di posa, sia ipotizzabile la formazione di depositi.
3.5.5. Compensatori di dilatazione
I  compensatori  di  dilatazione, devono essere installati in tutti i
casi in cui la condotta gas puo' essere  soggetta  a  sollecitazioni,
oltre   i   valori   sopportabili  della  condotta,  derivanti  dalle
variazioni di temperatura della condotta stessa e  del  manufatto  di
sostegno. In particolare, l'opportunita' di installare i compensatori
di dilatazioni deve essere verificata nei casi in cui la condotta sia
posata fuori terra.
La compensa delle dilatazioni puo' essere ottenuta mediante geometria
della condotta oppure con specifici organi di compensazione.
3.5.6. Ancoraggi
L'ancoraggio della condotta deve essere realizzato:a) in tutti i casi
in cui e' necessario impedire movimenti della tubazioni (per es. posa
fuori terra, posa subacquea, ecc.)
b) per le condotte di tutte le specie, nel caso di posa in terreni in
pendenza quando, in relazione alla natura del terreno stesso ed  alla
lunghezza della tratta interessata, la spinta della stessa tratta non
possa essere assorbita dal terreno
c)  per  le  condotte  di  4a  e  5a  specie,  nel  caso di tubazioni
realizzate con giunti non idonei a sopportare sollecitazioni assiali.
Gli  ancoraggi  possono essere di tipo meccanico oppure costituiti da
blocchi di calcestruzzo.
Nel  caso  di  posa  subacquea  l'ancoraggio  del  tubo  puo'  essere
sostituito   dall'appesantimento   dello   stesso,   realizzato   con
l'applicazione  di  uno  strato continuo di calcestruzzo armato o con
una maggioranza dello spessore del tubo.
3.5.7. Opere di protezione.
Le opere di protezione devono essere adottate:
a)  nel caso di condotte 4a e 5a specie, quando la condotta gas viene
posata ad una distanza minore dei valori prescritti da fabbricati e/o
canalizzazioni  interrate  contenenti altri servizi; in tal caso deve
essere assicurata una adeguata impermeabilita' al gas  dell'opera  di
protezione verso l'esterno.
b)  per  tutte  le  specie  delle  condotte,  quando  la  condotta e'
interrata ad una profondita' minore dei valori prescritti›in tal caso
deve  essere  verificata  la resistenza dell'opera di protezione alle
sollecitazioni meccaniche esterne.
3.5.8. Sfiati
Gli sfiati devono essere installati:
a)  sulle  opere di drenaggio e sulle opere di protezione destinate a
consentire la riduzione della distanza dai fabbricati
b)  sulle  opere  di  protezione  destinate a consentire la riduzione
della distanza dalle canalizzazioni interrate nel  caso  di  posa  in
parallelismo per lunghezze maggiori a 150 m.
Laddove  e'  prevista  l'installazione  degli sfiati, questi dovranno
essere in numero di uno per tratti di lunghezza minore o uguale a  30
m  e  di  almeno  due  per  tratti  di lunghezza maggiore e quando le
condizioni di posa lo consigliano.
Gli  sfiati sono costituiti da tubo di diametro interno non minore di
30  mm,  devono  essere  corredati  di  terminale  munito   di   rete
tagliafiamma   e  devono  essere  realizzati  in  modo  tale  da  non
consentire l'entrata dell'acqua in caso di pioggia.
Per  gas  con  densita'  relativa  all'aria  non maggiore di 0,8, gli
sfiati devono soddisfare le condizioni seguenti:
a)  per  sfiati  destinati  ad evacuare il gas, l'altezza del tubo di
sfiato non dovra' di regola essere minore di 2 m rispetto al piano di
campagna
b)  per  sfiati  destinati  a  favorire  la  circolazione  dell'aria,
l'altezza del tubo di sfiato non dovra' di regola essere maggiore  di
0,70 m rispetto al piano di campagna.
Per  i  gas  con denssita' relativa all'aria maggiore di 0,8, qualora
non sia realizzabile uno sfiato tale da salvaguardare  le  condizioni
di  sicurezza  in caso di fuoriuscita del gas, le opere di protezione
dovranno essere corredate di appositi scarico convogliato.
4. Criteri di costruzione
4.1. Giunzione dei tubi, dei raccordi e dei pezzi speciali.
La  giunzione  dei  tubi,  dei  raccordi  e dei pezzi speciali per la
formazione delle condotte  deve  essere  realizzata,  a  seconda  dei
materiali impiegati, con le modalita' descritte di seguito. Giunzioni
tra materiali diversi devono essere realizzate mediante idonei  pezzi
speciali.
4.1.1. Tubi di acciaio
La giunzione tra elementi di acciaio deve essere realizzata di regola
mediante saldatura di testa eseguita con  procedimento  elettrico  ad
arco.
Nel  caso  di  condotte di 6a e 7a specie e' ammessa la giunzione per
saldatura a bicchiere.
E'  ammessa la saldatura ossiacetilenica limitatamente ai tubi con De
" 60,3 mm nel caso di condotte di 4a e 5a specie ed ai tubi.  Con  da
L.  114,3  mm  nel  caso  di condotta di 6 ove 70 specie. Nel caso di
effettiva e inderogabile  necessita'  funzionale  dell'impianto  sono
ammessi  collegamenti  meccanici  mediante  flange  e  filettature  a
condizioniche siano soddisfatte le esigenze di resistenza meccanica e
di tenuta alla pressione, con le limitazioni seguenti:
-  per  le  condotte  di  4a  e  5a  specie, le giunzioni flangiate e
filettate (queste  ultime  solo  per  De  "  60,3  mm)  sono  ammesse
unicamente per le installazioni non interrate.,
-  per  le  condotte  di  6a e 7a specie, le giunzioni filettate sono
ammesse per De " 114,3 mm.
4.1.2 Tubi di ghisa
La  giunzione  dei  tubi  deve essere del tipo a bicchiere con giunto
elastico a serraggio meccanico o automatico.
Nel  caso  di  condotte  4a e 5a specie devono essere adottate misure
atte ad impedire lo sfilamento.
La  giunzione  dei  raccordi e degli accessori deve essere realizzata
mediante  giunto  elastico  a  serraggio  meccanico  o  automatico  o
mediante giunto di flangia.
4.1.3. Tubi di polietilene
La  giunzione  degli  elementi  di polietilene puo' essere realizzata
mediante:
- saldatura di testa
-  saldatura  per elettrofusione saldatura a bicchiere, limitatamente
ai diametri non maggiori di 125 mm;
Nei  casi  di  effettiva  necessita'  funzionale  dell'impianto, sono
ammessi  collegamenti  mediante  flange  e/o  raccordi  mettallici  o
metallo/plastici  a  condizione  che siano soddisfatte le esigenze di
resistenza e di tenuta alla pressione del gas.
4.1.4. Tubi di rame
La  giunzione degli elementi di rame di regola deve essere utilizzata
mediante brasatura capillare forte.
Collegamenti  mediante  raccordi mettalici a serraggio meccanico sono
ammessi  nel  caso  di  installazione  fuori  terra  e  a   vista   o
ispezionabili.  Non  sono  ammessi raccordi meccanici con elementi di
materiale non metallico.
4.2. Cambiamenti di direzione
I  cambiamenti  di direzione, sia sul piano orizzontale sia sul piano
verticale,  devono  essere  realizzati  con   l'impiego   di   idonea
raccorderia realizzata in materiale di regola corrispondente a quello
dei tubi ed in ogni caso conforme alle specifiche  indicate  in  3.3.
Nel  caso  di  tubazioni  di  acciaio  e'  ammesso l'impiego di curve
ricavate da tubo con procedimento di formatura a  freddo  purche'  il
raggio di curvatura non sia minore di:
- 10 volte il diametro per De minori o uguali a 60,3 mm
- 38 volte il diametro per De maggiori di 60,3 mm.
Nel caso di tubi saldati longitudinalmente, nel corso della formatura
della curva si dovra' orientare la saldatura  secondo  l'asse  neutro
della curva.
E'  anche ammesso l'impiego di curve a spicchi o settori a condizione
che l'angolo del settore  sia  minore  di  25o  e  la  larghezza  del
settore,  misurata  sull'intradosso  della  curva, sia maggiore di un
diametro del tubo.
Anche  nel  caso  di  tubazioni di rame e' ammesso l'impiego di curve
ricavate da tubo, purche' il grado di ovalizzazione sia minore del 5%
inteso  come  rapporto  tra  la differenza tra il diametro maggiore e
quello minore ed il diametro maggiore.
Nel  caso  di  condotte  di  polietilene  sono ammessi cambiamenti di
direzione utilizzando le caratteristiche di  flessibilita'  del  tubo
purche' il raggio di curvatura non sia minore di 20 volte il diametro
del tubo stesso.
4.3. Diramazioni
Le  diramazioni  saranno  realizzate con l'impiego di raccordi a T di
materiale di regola analogo  a  quello  dei  tubi  ed  in  ogni  caso
conforme alle specifiche indicate in 3.3.
Nel  caso  di  tubazioni  di  acciaio  e' ammesssa l'esecuzione della
diramazione mediante collegamento diretto tra il tubo di  diramazione
ed  il  tubo  principale  uniti  mediante  saldatura,  purche'  siano
salvaguardate,  anche  con  l'eventuale  impiego  di   rinforzi,   le
condizioni di resistenza alle sollecitazioni meccaniche.
Analogamente,   la   procedura   del  collegamento  diretto  mediante
saldatura e' ammessa per la tubazione di ghisa sferoidale, purche' il
rapporto  tra  i  diametri della tubazione derivata e della tubazioni
principale  non  sia  maggiore  di  0,5  e  siano  salvaguardate   le
condizioni   di   resistenza   alle   sollecitazioni  meccaniche.  Le
operazioni di saldatura devono  essere  eseguite  secondo  regole  di
buona tecnica.
Per  le  condotte  di 6a e 7a specie di ghisa e' ammesso l'impiego di
raccordi con derivazioni  flangiata,  del  tipo  a  manicotto  aperto
longitudilmente  a  serraggio  meccanico  e tenuta alla pressione con
guarnizioni.
Nel  caso  di  condotte  di  polietilene,  e' ammessa l'esecuzione di
diramazioni tramite l'applicazione sulla condotta principale di pezzi
speciali elettrosaldabili.
5. Criteri di posa in opera
5.1. Profondita' d'interramento
Le tubazioni devono di regola essere interrate.
La  profondita'  minima d'interramento, in funzione della specie, del
tipo di materiale della condotta e della sede di posa non deve essere
di regola minore dei valori indicati nel prospetto VII.
Nei  casi  in  cui  le  condotte  posate in sede stradale non possono
essere interrate alle profondita' minime indicate nel  prospetto  VII
e'  consentita  una  profondita'  minore,  purche'  si  provveda alla
protezione della condotta secondo le modalita' indicate  in  5.4,  in
modo  tale  da garantire condizioni di sicurezza equivalenti a quelle
ottenibili nelle condizioni  di  normale  interramento  indicate  nel
prospetto VII.
Qualora  le  condizioni  di  posa  siano  tali  da  non consentire la