100 kW e' ammesso un tentativo di riaccensione; nel caso che questo non vada a buon fine, si deve avere un arresto di blocco. Nei bruciatori provvisti di fiamma di avviamento o di bruciatore pilota durante la riaccensione deve essere permesso l'afflusso del gas solo nei circuiti ad essi relativi. Nei bruciatori con potenza termica nominale 100kW minore di Qn minore o uguale di 350 kW e' ammesso un tentativo di riaccensione con ripetizione completa del ciclo. Nei bruciatori con potenza termica nominale Qn minore di 350 kW non e' ammesso alcun tentativo di riaccensione. 5.4. Funzionamento prolungato Dopo aver effettuato le prove di cui in 6.9, si verifica subito e senza intervenire sul bruciatore che: - le condizioni relative ai requisiti termotecnici siano sempre mantenute - il funzionamento della rubinetteria e dei dispositivi di sicurezza e regolazione sia rimasto soddisfacente - nessun deterioramento degli elementi dell'apparecchio (testa di combustione, apparecchiature di controllo, sicurezza e regolazione)si sia manifestato - la potenza termica nominale della fiamma d'avviamento o del bruciatore pilota e del bruciatore principale non sia variata del piu' o meno del 1% 5.5. Indice di ossido di carbonio La combustione deve avvenire correttamente durante il tempo di funzionamento del bruciatore, con i gas di riferimento relativi alla categoria di appartenenza e alle pressioni minime e massime in camera di combustione indicate dal costruttore. Questa esigenza e' soddisfatta se il tenore di CO, nei prodotti della combustione secchi e privi d'aria, non supera lo 0,1% in volume nelle condizioni di prova indicate in 6.7.7.3 5.6. Regolatori di pressione I regolatori di pressione devono essere rispondenti alle UNI 7430 e UNI 7432 5.7. Tempo di sicurezza massima del bruciatore Secondo la potenza del bruciatore i tempi di sicurezza massimi in avviamento ed in funzionamento sono dati dal prospetto I. Prospetto I- Tempi di sicurezza massimi del bruciatore ================================================================== Bruciatore Potenza termica nominale Qn kW ----------------------------------------------------------------- Bruciatore fino a 50 principale oltre 50 fino a 100 oltre 100 fino a 350 oltre 350 ---------------------------------------------------------------- Bruciatore fino a 50 pilota o oltre 50 fino a 100 fiamma di oltre 100 fino a 350 avviamento oltre 350 ---------------------------------------------------------------- ================================================================ ================================================================ Tempo di sicurezza Mancanza di fiamma in in avviamento in funzionamento Tentativo di Rimessa in Ts Ts riaccensione marcia con s s nel tempo di ripresa sicurezza normale del ciclo --------------------------------------------------------------- 6 2 SI SI 4 2 SI SI 3 2 NO SI 3 2 NO NO --------------------------------------------------------------- 6 2 --- -- 4 2 --- -- 3 2 --- -- 3 2 --- --- --------------------------------------------------------------- Il tempo di sicurezza e' misurato alla tensione e frequenza nominali. ================================================================ 6 Tecnica delle prove 6.1. Generalita' I bruciatori devono essere provati su una camera di combustione speciale che deve essere scelta in funzione della potenza termica nominale del bruciatore secondo il diagramma di fig.5. Se al laboratorio prove viene presentata una serie completa ed omogenia di bruciatori di una stessa ditta costruttiva, devono venire esaminati completamente i bruciatori di potenza minima e quelli di potenza massima, nonche' uno intermedio. Gli altri bruciatori della serie non vengono esaminati se i risultati di sottoposti alla verifica hanno dato esito positivo in tutte le prove. Questa procedura e' in ogni caso possibile solo se i bruciatori non provati sono di costruzione similare, in particolare se hanno la testa di combustione simile e utilizzano gli stessi organi di sicurezza, controllo e regolazione di quelli provati. Il gas utilizzato per le prove e' il gas cui corrisponde la media di quelli piu' rappresentativi di una stessa famiglia, denominato gas di riferimento. Le prove riguardanti i bruciatori di potenza termica nominale maggiore di 2000 kW possono anche essere eseguite sul luogo dell'installazione. In questo caso il bruciatore viene esaminato nelle condizioni di funzionamento che si presentano in loco (pressione del gas, tipo di gas, pressurizzazione del focolare, ecc.). Tale prova ridotta nel caso che si riferisca a bruciatore non di serie, riguarda solo quel bruciatore e non e' generalizzabile a tutti i bruciatori di quel tipo. Se al laboratorio di prova viene presentato un bruciatore con dispositivi automatici di regolazione e sicurezza, dispositivi di comando e controllo, dispositivi per la prevenzione delle fughe interne di gas, gia omologati, le prove da eseguire riguarderanno il solo bruciatore. ----> Vedere Immagine a pag. 66 della G.U. <---- 6.2. Preparazione dei gas di prova Le caratteristiche dei gas di prova sono riportate nel prospetto II. Le condizioni di riferimento sono: - per la pressione: 1 013 mbar - per la temperatura: 0 C. Prospetto II-Caratteristiche dei gas di prova Caratteristiche dei gas di prova ================================================================== Famiglia Tipo di gas Simbolo Composizione del gas in volume ------------------------------------------------------------------ 1a famiglia Gas di riferimento G 110 50% H2 26% CH4 24% N2 ------------------------------------------------------------------ 2a famiglia Gas di riferimento G 20 CH4 (gruppo H)----------------------------------------------------------- 3a famiglia Gas di riferimento G 30 C4H10 ------------------------------------------------------------------ ================================================================== ================================================================== Densita' Indice di Potere calorifico relativa Wobbe inferiore inferiore d Wi Hi MJ/m3 kcal/m3 MJ/m3 kcal/m3 ------------------------------------------------------------------ 0,411 22,9 5480 14,7 3510 ------------------------------------------------------------------ 0,554 48,2 11520 35,9 8570 ------------------------------------------------------------------ 2,077 85,3 20380 122,8 29330 ------------------------------------------------------------------ Hi W1 ----- radice quadrata di d ================================================================== 6.3. Composizione del gas di prova Le composizioni dei gas usati per le prove devono essere il piu' vicino possibile a quelle date nel prospetto III. Per la preparazione de questi gas devono essere rispettate le regole seguenti: - l'indice di Wobbe del gas utilizzato deve essere uguale al valore indicato nel prospetto piu' o meno del 2% (questa tolleranza comprende l'errore degli apparecchi di misura) - i gas usati per la preparazione della miscela devono avere almeno il seguente grado di purezza: Azoto N2 99% Idrogeno H2 99% Metano CH4 95% Propillene C3H6 90% con un tenore totale di H2, CO2, e O2 minore dell'1% e un tenore totale di N2 e CO 2 minore del 2% Propano C3H8 95% Butano C4H10 95%. Tuttavia queste condizioni non sono vincolanti per ciascuno dei costituenti se la miscela finale ha una composizione identica a, quella della miscela che si sarebbe ottenuta a partire da costituenti aventi la purezza richiesta. Si puo' dunque, per preparare una miscela, partire da un gas contenente gia' in proporzioni convenienti parecchi costituenti della miscela finale. Inoltre per i gas della seconda famiglia, e' possibile, per le prove effettuate con il gas di riferimento G20, sostituire il metano con gas naturale anche se la sua composizione non corrisponde alle condizioni precedenti per i tenori di CH4 N2 e CO2. Se l'indice di Wobbe. Se l'indice di Wobbe del gas naturale impiegato da una variazione maggiore del piu' o meno del 2% rispetto a quello del G 20 e' consentito correggere la portata in volume mediante calcolo in modo da riportare ai valori di riferimento di 48,2 MJ/m(elevato alla 3) (11 520 Kcal/m (elevato alla 3)). 6.4. Scelta del gas e delle pressioni di prova Se un bruciatore puo' funzionare con gas di differenti famiglie, la prova di combustione e' realizzata con i gas scelti fra quelli del prospetto III e le pressioni minime e massime scelte fra quelle del prospetto IV. La misura della pressione di prova deve essere fatta nei punti indicati sugli schemi di installazione. Prospetto III - Gas di prova ================================================================== Categoria I2H I3 II12H II2H3 III ------------------------------------------------------------------ Gas di riferimento G 20 G 30 G 110 G 20 G 110 G 20 G 30 G 20 G 30 ------------------------------------------------------------------ Prospetto IV - Pressione di prova ================================================================== Bruciatore per bassa Bruciatore per alta pressione p minore o uguale pressione 40 mbar a 40 mbar minore p minore o uguale a 500 mbar Gas di riferimento Pressione Pressione normale minima massima normale minima massima mbar mbar mbar mbar mbar mbar ------------------------------------------------------------------ G 110 8 6 15 -------------------------------------- G 20 18 15 23 Pn 0,7 Pn 1,3 Pn ------------------------------------------------------------------ G 30 30 25 35 ------------------------------------------------------------------ Pn = pressione nominale dichiarata dal ostruttore =================================================================== 6.5. Focolare di prova Il bruciatore deve essere installato sul focolare di prova, indicato nelle fig. 6a e 6b, che dispone di un fondo mobile raffreddato ad acqua. Le caratteristiche delle camere di combustione sono riportate nel prospetto V. Le perdite di carico devono essere estinte nell'ambito del fondo mobile. Le depressioni necessarie per talune prove vengono realizzate con ventilatore installato sul condotto dei fiumi. La prova del bruciatore viene effettuata a temperatura ambiente, la temperatura dell'acqua deve essere compresa tra i 50 e 90 C. Prospetto V - Caratteristiche delle camere di combustione ================================================================== Potenza termica nominale Diametro della camera del bruciatore di combustione Qn D kW Mcal/h mm ------------------------------------------------------------------ fino a 70 fino a 60 280 oltre 70 fino a 233 oltre 60 fino a 200 400 oltre 233 fino a 582 oltre 200 fino a 500 500 oltre 582 fino a 1163 oltre 500 fino a 1000 600 oltre 1163 fino a 2326 oltre 1000 fino a 2000 800 oltre 2326 oltre 2000 1000 ------------------------------------------------------------------ La lunghezza della camera di combuatione viene scelta secondo il diagramma di fig.5 in funzione della potenza termica nominale del bruciatore da provare. ----> Vedere Immagine da pag. 68 a pag. 69 della G.U. <---- ------------------------------------------------------------------ D F A B C N ------------------------------------------------------------------ 280 250 220 105 110 55 ------------------------------------------------------------------ 400 325 305 145 180 70 ------------------------------------------------------------------ 500 382 585 180 200 85 ------------------------------------------------------------------ 600 442 470 215 240 100 ------------------------------------------------------------------ 800 600 620 280 330 130 ------------------------------------------------------------------ 1000 720 770 350 420 170 ------------------------------------------------------------------ Nota - La tolleranza sul diametro De' e' pari a 0,01D - 0,02D Fig. 6b - Fondo mobile del focolare di prova 6.6. Documenti da fornire per le prove Per le prove di laboratorio dei bruciatori, i costruttori devono fornire i documenti seguenti in due copie: - sigla e dati di identificazione - tipo di finzionamento (monostadio, multistadio e modulante) - tipo di focolare a cui il bruciatore e' adatto (pressurizzato o no) - appartenenza ad una serie: indicare se deve essere provato, oppure la similarita' di costruzione - i disegni costruttivi, in particolare della testa di combustione, caratteristiche del ventilatore, del bruciatore comprendente il disegno del complessivo o la vista esplosa con l'elenco di tutti i singoli pezzi - fotografie del bruciatore - libretto d'istruzione sul funzionamento e installazione del bruciatore - descrizione del bruciatore indicante la categoria, la pressione del gas massima e minima di funzionamento e la potenza termica massima e minima ed essa relativa - diagramma di avviamento e campo di lavoro, se noti - schema dei collegamenti elettrici e del funzionamento di tutte le apparecchiature elettriche a corredo del bruciatore - descrizione di tutte le apparecchiature a corredo del bruciatore (elettrovalvole, filtro, regolatore di pressione,ribinetto di regolazione, pressostati, apparecchio di comando e controllo, ecc.) e dichiarazione di omologazione, se disponibile. 6.7. Prove di funzionamento del bruciatore6.7.1.Tenuta interna della linea di alimentazione gas a valle del regolatore di pressione 6.7.1.1. Bruciatori per bassa pressioneLa verifica della tenuta della linea di alimentazione gas e' con aria alla temperatura ambiente ad una pressione di 150 mbar. Per la determinazione della fuga si utilizza un metodo volumetrico che consenta la misura diretta dell'eventuale perdita (apparecchio di Bitzer, schematizzato nella fig.7, o dispositivo analogo) con una precisione tale che una fuga di 0,5 cm(elevato alla 3) possa essere apprezzata. Durante la prova i dispositivi automatici sono chiusi in successione con gli altri organi delle linee di alimentazione gas completamente aperti. La prova dura 10 min, le misure vengono rilevate al 5o e 10o min. Prima di iniziare la prova, occorre manovrare l'organo di sicurezza almeno una decina di volte. Tale verifica deve essere ripetuta al termine del ciclo di prove cui il bruciatore viene sottoposto. ----> Vedere Immagine a pag. 70 della G.U. <---- 6.7.1.2. Bruciatori per alta pressione Premesso quanto e' stato esposto in 2.6.2 e 4.9.2, la verifica della tenuta della linea di alimentazione del gas e' realizzata con aria alla temperatura ambiente ad una pressione di 1,2 PN, comunque non minore di 150 mbar. Per la determinazione della fuga si utilizza un metodo manometrico come schematizzato in fig. 8 o dispositivo analogo. ----> Vedere Immagine a pag. 71 della G.U. <---- 6.7.2. Tenuta esterna della linea di alimentazione gas a valle del regolatore di pressione Prima di effettuare questa prova si deve chiudere l'affuso del gas alla testa di combustione, nel punto di collegamento della linea di alimentazione del gas al bruciatore, e porre i dispositivi automatici in posizione di aperto, dopo di che si procede come indicato in 6.7.1.1 o 6.7.1.2. 6.7.3. Potenza termica spesa La potenza termica spesa si determina con il/i gas di riferimento alle pressioninormali di prova rapportata alle condizioni di riferimento, gas secco alla temperatura di 15 C alla pressione di 1 013 mbar. La potenza termica spesa e' ottenuta quando il bruciatore, montato sulla camera di combustione di prova, e' in equilibrio termico e la combustione e' buona. La potenza termica spesa Qs in kilocalorie all'ora, e' data da o,263 qv Hvi dove: qv e' la portata di gas in volume, in metri cubi all'ora, a 15 C e 1 013 mbar Hvi e' il potere calorifero inferiore, in megajoule al metro cubo, a 0 C e 1 013 mbar. La potenza termica spesa Qs in kilocalorie all'ora, e' data da 0,948 qv Hvi dove: qv e' la portata di gas in volume, in metri cubi all'ora, a 15 C e 1 013 mbar Hvi e' il potere calorifico inferiore, in kilocalorie al metro cubo, a 0 C e 1 013 mbar. I valori ottenuti per le portate in volume devono essere corretti in modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti se il gas fosse stato conforme alle condizioni di riferimento all'uscita dell'ugello. La portata di gas in volume qvc ottenibile nelle condizioni di riferimento si calcola con la formula semplificata: qvc = qvi radice quadrata di 1013 + p pb + p 288 d ------- ------ ------ ------ 1013 1013 273 + tg dr dove: Vi e' la portata in volume misurata nelle condizioni di prova (p P pb) e tg p e' la pressione di alimentazione del gas, in millibar pb e' la pressione atmosferica, in millibar tg e' la temperatura del gas a monte del bruciatore, in C d e' la densita' relativa del gas di prova dr e' la densita' relativa del gas di riferimento. La potenza termica spesa Qs (riferita alla massima di gas), in kilowatt, e' data da 0,278 qm Hmi dove: qm e' la portata di gas in massa, in kilogrammi all'ora Hmi e' il potere calorifico inferiore, in megajoule al kilogrammo. La potenza spesa Qs, in kilocalorie all'ora, e' invece data da qm Hmi dove: qm e' la portata in massa, in kilogrammi all'ora Hmi e' il potere calorifico inferiore, in kilocalorie al kilogrammo. I valori ottenuti per le portate in massa devono essere corretti in modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti se lo stato dei gas fosse stato conforme alle condizioni di riferimento all'uscita dell'ugello. La portata di gas in massa qmc ottenibile nelle condizioni di riferimento si calcola con la formula seguente che tiene conto, pertanto, solo della correzione del flusso: qmc = qmi radice quadrata di 1013 + p 273 + tg dr -------- -------- ----- Pb 288 d dove: qmi e' la portata in massa misurata nelle condizioni di prova; pb' p' tg d e dr hanno lo stesso significato di quelli che compaiono nella formula relativa alla portata in volume. I valori Qs, qvc e qmc, ricavati con le formule sopra indicate, sono quelli da confrontare con i valori Qn, qvn e qmn, dichiarati dal costruttore, dove: Qn e' la potenza termica dichiarata dal costruttore qvn e' la portata in volume dichiarata dal costruttore qmn e' la portata in massa dichiarata dal costruttore, 6.7.4. Prova del dispositivo di regolazione manuale di portata gas Il regolamento manuale di portata deve consentire il raggiungimento della portata nominale massima e minima del bruciatore nelle condizioni di alimentazione sia alla pressione minima, sia alla pressione massima. La prova viene effettuata alimentando il bruciatore alla minima pressione di prova per la famiglia di gas per cui e' costruito, con il gas di riferimento e con il regolatore manuale di portata posto nella posizione di massima apertura; in queste condizioni di alimentazione la portata di gas in volume deve raggiungere almeno il 90% della portata nominale massima. 6.7.5. Prova del regolatore di pressione La prova viene effettuata secondo UNI 7430 e UNI 7432 6.7.6. Prova di accensione (accensione e interaccensione) l'accensione del bruciatore principale o pilota e l'interaccensione per i bruciatori a piu' ugelli devono avvenire dolcemente senza produrre delle variazioni sensibili di pressione nel circuito gas o nella camera di combustione di prova. Il bruciatore si deve accendere - se non esiste un dispositivo automatico di regolazione dell'aria, con la serranda dell'aria aperta come in fase di funzionamento - se esiste un dispositivo automatico di regolazione dell'aria, con la serranda dell'aria aperta come nella posizione corrispondente alla portata del gas in fase di accensione In queste condizioni il bruciatore deve funzionare con assenza di pulsazioni o distacchi di fiamma Si verificano tali condizioni di funzionamento alla minima depressione e massima pressione nella camera di combustione indicate dal costruttore 6.7.7. Prova di combustione 6.7.7.1. Generalita' Per la prova in laboratorio il bruciatore e' installato sulla camera di combustione di prova riportata nelle fig. 6a e 6b, con la lunghezza focolare determinata dal diagramma di fig 5 e con un condotto per il campionamento dei fumi indicato nelle fig. 9a e 9b. L'eccesso d'aria per questa prova non puo' essere maggiore del 20%. Il condotto di scarico fumi deve essere a tenuta in modo tale da non permettere infiltrazioni d'aria. Nelle fig. 9a e 9b sono indicate due soluzioni consigliabili; in ogni caso deve essere rispettata la costruzione e la distanza delle prese tra di loro, la lunghezza del percorso fumi dalla sezione di uscita del focolare alla prima delle prese (errore + o - 1%) e la lunghezza del tratto a valle della seconda presa (errore P/ 1%). Gli organi di regolazione e attivazione del tiraggio devono essere a valle del tratto suddetto ----> Vedere Immagini da pag. 73 a pag. 74 della G.U. <---- 6.7.7.2. Prova di avviamento Tale prova viene fatta solo sui bruciatori pressurizzati. All'atto dell'accensione e comunque nel passaggio da uno stadio al successivo, non si devono verificare fenomeni di distacco o ritorno di fiamma del bruciatore. Il diagramma di avviamento viene determinato in concomitanza con il diagramma del campo di lavoro. A partire da condizioni di regime permanente, in cui si siano soddisfatti i requisiti termotecnici con le pressioni del sistema bruciatore-caldaia-camino opportunamente regolate, si spegne il bruciatore e, senza compiere alcuna regolazione, lo si accende, misurando la durata del transitorio e il valore massimo delle pressioni, utilizzando la presa di pressione (laterale) piu' prossima a meta' lunghezza della camera di combustione. L'avviamento deve essere regolare e la sovrappressione di avviamento (rispetto alla pressione positiva del funzionamento a regime permanente) deve estinguersi entro il tempo t1 s. Detto tempo deve essere verificato per mezzo di trasduttore piu' registratore od oscillografo; il valore massimo di pressione durante il transitorio si rivela con un manometro ad acqua realizzato con tubi ad u, il cui raggio di curvatura sia di 20 mm. Il diametro interno del tubo di vetro deve essere di 5,5 mm e deve essere riempito d'acqua in posizione di riposo per un'altezza di 300 mm. Il diametro interno del tubo di prelievo non deve essere minore di 5,5 mm. Per il collegamento si impiega un tubo di materia plastica del diametro interno di 6 mm e della lunghezza di 1 m. Si traccia il diagramma di avviamento riportando in ascisse le potenze e in ordinate le pressioni massime ottenute nel transitorio: e' consigliabile tracciare il diagramma di avviamento sullo stesso foglio usato per il campo di lavoro. Si esegue una prova per ciascuna potenza, quindi tre prove ( a Qmax, Qmin, Qint); la prova a Qint non si esegue se Qmax/Qmin minore di 2,5. La potenza Qint e' data dalla formula seguente: Qint = Qmin + 2 ---- (Qmax - Qmin) 3 6.7.7.3. Indice di buona combustione 6.7.7.3.1. Generalita' L'apparecchio e' inizialmente regolato alla sua portata nominale alla pressione normale con il gas di riferimento. Se esiste un dispositivo di regolazione dell'immissione dell'aria al bruciatore, tale dispositivo viene regolato osservando l'aspetto delle fiamme e seguendo le istruzioni fornite dal costruttore. Questa regolazione e' osservata in seguito. Quando l'apparecchio e' a regime si effettua il prelievo dei prodotti della combustione nel modo indicato al punto 6.7.7.3.3. La determinazione della CO2, e del CO si puo' fare sui fumi prelevati in modo continuo oppure su un campione medio di volume adeguato per la successiva analisi e prelevato in modo da evitare l'assorbimento di CO2. La portata di aspirazione di fumi, espressa in litri al minuto, deve essere minore di Qs/2,33 dove Qs e' la potenza termica spesa dall'apparecchio, in KiloWatt oppure Qs/2000 dove Qs e' la potenza termica spesa dall'apparecchio, in Kilocalorie all'ora Il contenuto percentuale di CO in volume nei fumi secchi e depurati dall'eccesso d'aria (CO/) si puo' determinare mediante la formula: (formula)In questo caso occorre determinare sui fumi l'anidride carbonica e l'ossido di carbonio. Occorre inoltre conoscere l'analisi dei gas e determinare la CO2 teorica (CO2t) I valori percentuali della CO2 teorica relativi ai gas di prova sono indicati nel prospetto VI e nella fig. 10 Prospetto VI - CO2 teorica relativa al gas di prova ------------------------------------------------------------------ Simbolo del gas G 110 G 20 G 30 CO 2t % 7,6 11,7 14 ----------------------------------------------------------------- Il tenore di CO nei fiumi secchi e depurati dall'accesso calcolato anche mediante la formula: 21 CO = ------------ CO (relativo al campione analizzato) 21 - O2 dove: O2 e CO sono espressi in per cento in volume Questa formula puo' essere utilizzata, quando non si conosce esattamente la CO2 teorica 6.7.7.3.2. Esecuzione delle prove L'apparecchio e' provato con il o i gas di riferimento della categoria alla quale esso appartiene e che sono precisati in 6.2. Per tutti gli apparecchi la prova e' fatta portando il bruciatore a un valore uguale a 1,07 1,05 o 1,025 volte la portata di gas in volume rispettivamente se e' alimentato con il gas G 110, G 20 o G 30 6.7.7.3.3. Sonde di aspirazione Si utilizzano sonde di aspirazione collegate ai condotti di campionamento dei fumi da fig. 9a e 9b 6.7.7.3.4. Misura delle pressioni nella camera di combustione Le misure di pressione in camera di combustione richiedono una presa di pressione (diametro di almeno 9 mm) sulla partte anteriore (vedere fig. 6) e tre prese di pressione (diametro di 9 mm) laterali sul piano diametrale del focolare, per le lunghezze che corrispondono alle tre potenze Qmax, Qmin e Qint di quel focolare 6.7.8. Campo di lavoro 6.7.8.1. Bruciatori monostadio pressurizzati Il campo di lavoro e' rappresentato nel diagramma di fig. 11 in funzione della pressione nel focolare e della potenza termica spesa Questo campo e' delimitato da: - limite di combustione alla portata minima e massima per una determinata pressione nel focolare - limite di formazione del CO ' 0,1% in volume nei fumi secchi e depurati dall'eccesso d'aria - minimo valore di CO2 (vedere requisiti termotecnici del diagramma di fig. 10) - pressione massima e minima nel focolare per le quali il bruciatore puo' ancora funzionare. La prova del campo di lavoro si esegue con i gas di riferimento alla pressione normale di prova con l'accesso di aria ' 20%. Per la determinazione del valore misurato si devono scegliere almeno 3 punti nel campo delle pressioni sia positive sia negative. I 3 punti sono in corrispondenza delle potenza massima, minima e intermedia. Il diagramma misurato viene ridotto a 0,9 A (veder fig. 11), ottenendo cosi' il diagramma calcolato del campo di lavoro ----> Vedere Immagine a pag. 76 della G.U. <---- 6.7.8.2. Bruciatori, monostadio non pressurizzati Il campo di lavoro e' determinato nel diagramma di fig. 12 in funzione della pressione nel focolare e della potenza termica spesa. Questo campo e' caratterizzato da: - limite di combustione alla portata minima e massima per una determinata pressione nel focolare - limite di formazione del CO minore o uguale di 0,1% in volume nei fumi secchi e depurati dall'eccesso d'aria - minimo valore di CO2 (vedere requisiti termotecnici del diagramma di fig. 10) - pressione massima e minima nel focolare per le quali il bruciatore puo' ancora funzionare La prova del campo di lavoro si esegue con i gas di riferimento alla pressione normale di prove con l'eccesso di aria minore o uguale del 20% Per la determinazione del valore misurato si devono scegliere almeno 3 punti nel campo delle pressioni sia positive sia negative. I 3 punti sono in corrispondenza delle potenze massima, minima e intermedia Il diagramma misurato viene ridotto a 0,9 A (vedere fig. 12), ottenendo il diagramma calcolato del campo di lavoro ----> Vedere Immagine a pag. 77 della G.U. <---- 6.7.8.3. Bruciatori multistadio o modulati Il diagramma di fig. 11 rappresenta il campo di lavoro di ogni singolo stadio; il campo di lavoro complessivo si rivela come segue. Il campo di lavoro di ogni singolo stadio e' caratterizzato da: - limite di combustione alla portata minima e massima per una determinata pressione nel focolare - limite di formazione del CO minore o uguale di 0,1% in volume nei fumi secchi e depurati dall'eccesso d'aria - minimo valore di CO2 (vedere requisiti termotecnici del diagramma di fig. 10) - pressione massima e minima nel focolare per ogni stadio per le quali il bruciatore puo' ancora funzionare La prova del campo di lavoro si esegue con i gas di riferimento alla pressione normale di prova con l'eccesso di aria minore o uguale del 20%. Per la determinazione del valore misurato si devono scegliere: - per i bruciatori multistadio almeno 3 punti nel campo delle pressioni sia positive sia negative per ogni singolo stadio - per i bruciatori modulanti almeno 10 punti di cui 6 nel campo delle pressioni positive. Con la procedura di cui sopra, nel caso di bruciatori multistadio, si rilevano i diagrammi dei singoli stadi del bruciatore segnandoli nello stesso grafico Il diagramma di lavoro del bruciatore multistadio e' quello ricavato dall'unione delle linee periferiche dei singoli diagrammi. Il diagramma di lavoro del bruciatore modulante e' quello ricavato dall'unione delle linee congiungenti i punti di prova Il diagramma cosi' ricavato viene ridotto a 0,9 A (vedere fig. 11) ottenendo il diagramma calcolato del campo di lavoro. 6.8. Temperatura delle apparecchiature di controllo, sicurezza e regolazione Il bruciatore funziona per 1 h con i gas di riferimento alla portata termica nominale con un sovraccarico del 10% e con un eccesso d'aria compreso tra il 10 e 20% e CO minore o uguale di 0,1%; a questo punto, la temperatura della superficie delle elettrovalvole e delle apparecchiature ausiliare sono misurate con un termometro a contatto o strumento equivalente con una precisione di piu' o meno di 0,5% C. La sovrattemperatura superficiale non deve eccedere i 60 C dopo 1000 cicli di eccitazione e diseccitazione in aria atmosferica 6.9. Prove di funzionamento prolungato Queste prove si effettuano facendo eseguire 10 cicli di funzionamento al bruciatore alla sua portata minima e massima di prova. Ogni ciclo di funzionamento si compone di due fasi: - fase di funzionamento: il bruciatore esegue il programma OXData di trattamento: 6/9/89 Ore: 11.4.14 completo impostogli dalla scatola di comando e resta acceso per 5 s, - fase di arresto: il bruciatore viene arrestato per 1 s 6.10. Prova del dispositivo di comando e controllo Scopo di questa prova e' di accertarne che il dispositivo di comando e controllo sia adeguatamente impiegato nel bruciatore. Per l'esecuzione delle prove si porta il bruciatore alla potenza nominale, con tensione di 220 V. Nel prospetto VII sono riportati i requisiti da soddisfare, le misure e le osservazioni qualitative da eseguire, e infine le informazioni che devono essere fornite dal costruttore, o direttamente o attraverso il certificato di omologazione del dispositivo, se posseduto. Per realizzare le prove indicate nel prospetto VII occorre eseguire una verifica di portata aria durante il tempo di prelavaggio: a questo scopo il laboratorio di prova calcola la portata d'aria di prelavaggio in base ai dati sperimentali di portata di combustibile e di CO2 nei fumi, nel funzionamento a regime permanente con portata di aria mantenuta pari a quella di preventilazione e portata di combustibile scelta adeguatamente per evitare incombusti. La portata d'aria qa e' data da: q Ae L'aria effettiva Ae e' data da: At (1 + e) L'aria teorica At e' data da: 11,54 C + 34,61,H L'eccesso d'aria e e' dato da: 241,3 -------C - At + 7,24 H CO2 ------------------------ At dove: q e' la portata del combustibile, in metri cubi all'ora Ae e' la quantita' d'aria effettiva, in metri cubi al metro cubo, a 0 C e 1 013 mbar At e' il potere comburivoro, in metri cubi al metro cubo, a 0 C e 1 013 mbar e e' l'eccesso d'aria C e' il contenuto di carbonio equivalente nel combustibile (% massa); H e' il contenuto di idrogeno equivalente nel combustibile (% massa) CO2 e' il contenuto di anidride carbonica equivalente. Prospetto VII Verifiche sul dispositivo di comando e controllo ----------------------------------------------------------------- Punto Requisito Misura Osservazione Informazioni del costruttore ----------------------------------------------------------------- 5.3.5 Liberazione Uso cronometro ---- ---- del combustibile dall'avvio del al tempo t1 ventilatore fino alla fuoriuscita del combustibile ----------------------------------------------------------------- 5.3.5 Liberazione Arco ---- del combustibile elettrico con dispositivo presente di accensione inserito ---- ----------------------------------------------------------------- 5.3.5 Controllo prima ---- ---- Dal certificato del 2 stadio di approvazione del dispositivo di comando e controllo, se esiste ----------------------------------------------------------------- 5.3.3.2 Corrispondenza Vedere 5.3.5 ---- ---- tra la durata di ventilazione e T1 ----------------------------------------------------------------- 5.3.3 Corrispondenza Uso cronometro: ---- t2 tra durata dall'inizio preaccensione preaccensione dell'arco fino T2 e quella alla fuoriscita dichiarata del combustibile ----------------------------------------------------------------- 5.3.3.2 Durata Uso cronometro: ---- ---- preventilazione dall'inserimento T1 maggiore o del bruciatore fino uguale a 30 s alla fuoriuscita del (aria tutta aperta) del combustibile ----------------------------------------------------------------- 6.11. Prova con sovra e sottotensione Alla fine della prova di funzionamento prolungato, con il bruciatore alla potenza massima, con tutti gli accessori elettrici funzionanti, senza modificare la regolazione dell'aria, si porta la tensione ad un valore pari all'85% e al 110% di quello nominale. Si ferma il bruciatore per 5 min, poi si effettua la partenza alla suddette tensioni. La partenza e l'accensione devono avvenire regolarmente, a giudizio del laboratorio di prova. 6.12. Strumentazione Gli strumenti impiegati devono avere caratteristiche tali da rispettare i requisiti indicati nel prospetto VIII. Le misure sui fumi vengono eseguite su campioni provenienti dalla sezione di prelievo (fig. 9a e 9b); le misure di pressione in camera di combustione richiedono una presa di pressione (diametro 9 mm) sulla parte anteriore (fig. 6) e tre prese di pressione (diametro 9 mm) laterali sul piano diametrale del focolare, poste a meta' lunghezza del focolare, per le lunghezze che corrispondono alle tre potenze Qmax Qmin e Qint di quel focolare. Prospetto VIII- Caratteristiche degli strumenti di misura ------------------------------------------------------------------ Grandezza Errore assoluto Errore relativo ------------------------------------------------------------------ Anidride carbonica CO2 0,2% ---- Ossido di carbonio CO 0,005% ---- Potere calorifico inferiore H1 ---- 1% Lunghezza I ---- 1% Pressione P ---- 2% Tempo T ---- 2% Temperatura t 1 C ---- ------------------------------------------------------------------ 7. Targa e istruzioni 7.1. Targa Ciascun bruciatore deve essere munito di una targa visibile sulla quale devono essere riportate almeno le indicazioni seguenti: - nome e marchio del costruttore - tipo di apparecchio (a uno o piu' stadi o modulante a bassa o ad alta pressione) - designazione commerciale - sigla (codice o data o numero) che definisce il programma di fabbricazione e l'anno di costruzione - categoria di appartenenza' - potenza termica nominale, massima e minima in kilovatt, misurate con pressione nulla nel focolare - dati di funzionamento elettrico: tensione corrente, frequenza, numero di fasi, potenza assorbita in W. Un'altra targa autoadesiva deve essere applicata sul bruciatore e deve indicare la pressione di alimentazione e il tipo del gas per il quale il bruciatore e' regolato. Se il bruciatore viene fornito con i pezzi necessari per l'adattamento ad un altro tipo di gas o ad un'altra pressione, deve avere anche un'altra etichetta autoadesiva indicante le condizioni di impiego con la nuova regolazione. Tale etichetta deve essere posta sopra la prima all'atto dell'adattamento. 7.2. Istruzioni Il bruciatore deve essere fornito con tutte le istruzioni necessarie al montaggio, installazione, funzionamento e regolazione. Queste informazioni devono riguardare in particolare: - la portata nominale minima e massima del bruciatore, in metri cubi all'ora, corrispondenti al tipo di gas utilizzato - il diagramma riportante il campo di lavoro alla pressione normale - gli organi di regolazione e il loro funzionamento - il montaggio e lo smontaggio dei pezzi di adattabilita' - l'adattabilita' ad un altro tipo di gas e il cambio dei pezzi di adattamento - la manutenzione delle apparecchiature ausiliarie, dei dispositivi automatici di controllo e sicurezza (elettrovalvole), dei dispositivi di comando e controllo fiamma e degli apparecchi per il controllo delle fughe di gas - lo schema elettrico completo riguardante il funzionamento del bruciatore e l'indicazione numerata nei morsetti dei vari collegamenti elettrici - il modo di installare il bruciatore indicato in dettaglio e rappresentato con disegni. 8. certificato di prova Il certificato di prova deve dare tutte le informazioni sulla prova del bruciatore riguardanti le caratteristiche di costruzione e di funzionamento ad in particolare le indicazioni seguenti: - il numero di protocollo del laboratorio di prova e la data del certificato di prova - la categoria di appartenenza del bruciatore - un confronto fra i risultatati della prova in rapporto ai valori limite prescritti - un diagramma nel campo di stabilita' e di lavoro per il valore di pressione di prova normale del gas - un riassunto dei risultati di prova eventualmente negativi - i valori delle pressioni minima e massima che si possono ottenere nelle camere di combustione e delle relative portate e potenze termiche spese minima e massima del bruciatore - portate nominali e potenze termiche spese - il nome del laboratorio di prova e la firma del direttore dello stesso. Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana. APPENDICE A Dispositivi automatici di regolazione e sicurezza /edere UNI 8917. APPENDICE B3) Dispositivi di comando e controllo B 1. Generalita'. B 1.1. Scopo. La presente appendice contiene le prescrizioni riguardanti la costruzione, ai fini della sicurezza, dei dispositivi di comando e di controllo, nonche' le modalita' e le tecniche di prova per verificare tali caratteristiche. Non si riportano norme legislative e norme nazionali di installazione, alle quali fornitore ed installatore devono comunque attenersi. B 1.2. Oggetto La presente appendice si riferisce a tutti gli apparecchi di comando e controllo montati sui bruciatori automatici, compresi quelli misti e combinati, per la parte afferente il gas, contemplati nella presente norma di cui questa appendice fa parte integrante. B 1.3. Condizioni di riferimento. Le condizioni di riferimento sono: - temperatura del gas secco: 15C - pressione atmosferica: 1 013 mbar - temperatura ambiente convenzionale: 25C - tensione: 220 V - frequenza: 50 Hz. B 2. Classificazione. I dispositivi di comando e controllo si classificano in: - dispositivi termici - dispositivi ciclici - dispositivi elettronici. B 3. Caratteristiche costruttive B 3.1. Generalita' Gli apparecchi di comando e controllo devono essere conformi alle seguenti esigenze di stabilita', manovrabilita' e durata. B 3.1.1. La costruzione dell'apparecchio di comando e controllo deve essere tale che, nelle condizioni di funzionamento normali, non possano verificarsi deformazioni permanenti, ne' danni di alcun genere. 3) Questa appendice sara' sostituita quando verranno pubblicate le norme specifiche. B 3.1.2. Tutti i materiali devono avere una resistenza meccanica sufficiente per le normali condizioni di impiego. B 3.1.3. Gli elementi di comando manuali, non devono procurare danno all'operatore. B 3.1.4. Ogni componente deve lavorare senza inconvenienti alla massima e minima temperatura (temperatura ambiente) specificata dal fornitore e almeno entro i limiti richiesti dalla presente norma. B 3.1.5. Gli apparecchi di comando e controllo devono essere progettati e costruiti in modo da poter funzionare senza inconvenienti nelle normali condizioni di lavoro e non provocare situazioni pericolose. B 3.2. Portata dei contatti. La portata dei contatti a regime non deve essere minore di quella di seguito riportata: - per il motore del ventilatore: 2 A alla tensione di 220 V e coseno (fi greco) 0,6 - per l'accenditore elettrico: 1 A alla tensione di 220 V e coseno (fi greco) 0,6 - per la valvola del gas pilota: 1 A alla tensione di 220 V e coseno (fi greco) 0,6 - per il dispositivo d'allarme: 0,5 A alla tensione di 220 V e cos (lettera greca) 0,6. B 3.3. Dispositivi elettrici I dispositivi elettrici devono essere conformi a quanto prescritto dalla legge 1 marzo 1968, N. 186 (norme CEI). B 4. Caratteristiche di funzionamento. B 4.1. Rivelatore di fiamma. Il rivelatore di fiamma deve dare un segnale di fiamma solo se questa esiste effettivamente. Se tuttavia il rivelatore da' un segnale di fiamma durante l'accensione a scintilla, questa possibilita' e' permessa. Una interruzione o un corto circuito o dispersioni varie nel collegamento tra il rivelatore di fiamma e l'apparecchio di comando e controllo devono impedire l'avviamento del bruciatore o provocare un arresto di blocco. Se l'inconveniente avviene durante il funzionamento, il bruciatore deve arrestarsi immediatamente in blocco od al massimo nel tempo di sicurezza dopo aver tentato, ove consentito, o la riaccensione o un nuovo ciclo di avviamento. I seguenti elementi possono essere usati come sensori di fiamma: - un elettrodo di fiamma alimentato in corrente alternata, che rivela la corrente raddrizzata dalla fiamma (ionizzazione di fiamma) - un elemento sensibile alle radiazioni della fiammail tempo di risposta del circuito rivelatore dell'apparizione della fiamma non deve essere maggiore di 1 s. B 4.2. Verifica dell'apparecchio di comando e controllo. Ogni apertura del circuito di alimentazione elettrica dell'apparecchio di comando e controllo deve dar luogo al comando di chiusura delle valvole gas e provocare un nuovo avviamento che rispetti l'intero programma. B 4.3 Preventilazione Il controllo dell'afflusso dell'aria di combustione al bruciatore viene effettuato a mezzo degli organi di sicurezza (pressostato aria), come richiesto dagli schemi di installazione della norma. Se l'apparecchio di comando e controllo non riceve il consenso da tali organi aleno entro la fine del tempo di preventilazione, esso non deve proseguire il programma. Contemporaneamente deve avvenire un arresto di blocco per ragioni tecniche di sicurezza. Il tempo di preventilazione puo' essere regolabileil suo valore minimo non deve essere minore di 30 s e puo' essere regolabile in aumento solo con utensile. B 4.4. Preaccensione Il tempo di preaccensione con accensione elettrica, se esiste, non deve essere maggiore del primo tempo di sicurezza e comunque minore di 5 s. B 4.5. Accensione, postaccensione e primo tempo di sicurezza. L'accensione e la postaccensione sono divise nel programmatore dal segnale di fiamma. Se l'apparecchio di comando e controllo non riceve un segnale distinto dal rivelatore di fiamma, non esiste possibilita' di differenziare tra la fiamma e l'accensione. Il segnale del rivelatore di fiamma deve pervenire al dispositivo di comando e controllo entro il primo tempo di sicurezza. Superato tale primo tempo, in mancanza di segnale, il dispositivo deve prevedere l'arresto di blocco. Il primo tempo di sicurezza puo' essere regolabile, ma non dall'esterno, esclusivamente mediante utensile e deve riferirsi alla massima potenza ammissibile di avviamento del bruciatore. Il primo tempo di sicurezza non puo' essere maggiore di 5 s per una potenza di avviamento fino a 50 KW, DI 3 S per una potenza oltre 50 fino a 100 KW e di 2 s per una potenza oltre 100 KW. B 4.6. Accensione dello stadio principale nei bruciatori. B 4.6.1. Accensione dello stadio principale nei bruciatori con circuito di avviamento secondo tempo di sicurezza. L'accensione di stadi principali maggiori di 150KW e' permessa solo dopo l'apparizione del segnale della fiamma di accensione o di avviamento. Potenze nominali comprese fra i 100 e 150 KW possono essere accese direttamente elettricamente con potenza di avviamento non maggiore del 40% della potenza nominale. Il secondo tempo di sicurezza e' necessario solo per i bruciatori che hanno due teste di combustione separate, una per l'accensione e lo stadio di avviamento e una per la fiamma principale. Se l'apparecchio di comando e controllo riceve il segnale di fiamma dal bruciatore pilota e dal bruciatore principale e non esiste possibilita' di differenziare i due segnali, il tempo massimo per cui puo' durare questa condizione non deve superare il secondo tempo di sicurezza. Percio' dopo l'apertura del gas per lo stadio principale il mantenimento per l'afflusso del gas di accensione non deve superare il secondo tempo di sicurezza. Il secondo tempo di sicurezza puo' essere tarabile, ma non dall'esterno ed esclusivamente mediante utensile. Detto secondo tempo di sicurezza non deve essere maggiore di 5 s. Se la valvola a gas principale ha un tempo morto maggiore di 1 s e' raccomandabile l'uso di un'altra valvola ad apertura rapida. B 4.6.2. Accensione dello stadio principale nei bruciatori senza circuito di avviamento. L'accensione del bruciatore con potenza fino a 350 KW e' ammessa con un segnale unico del dispositivo di comando di controllo, purche' tale accensione avvenga in due fasi di cui la prima con potenza non maggiore di 100 KW. B 4.7. Arresto per disfunzione o di sicurezza. L'arresto del bruciatore come risultato di una condizione anomala puo' avvenire, per esempio, per le seguenti ragioni. Arresto per disfunzione - mancanza di alimentazione elettrica - pressione gas minore della minima consentita - pressione gas maggiore della massima consentita. Arresto di sicurezza: - temperatura del generatore di calore maggiore della massima consentita - pressione nel generatore di calore maggiore della massima consentita - livello acqua minore del minimo consentito. L'arresto in questi casi deve anche prevedere l'ordine di chiusura delle valvole gas. In seguito al ritorno e/o ripristino delle condizioni normali, deve essere garantita la possibilita' di riavviamento partendo dalla posizione iniziale del ciclo. B 4.8. Arresto di blocco. B 4.8.1. Spegnimento accidentale della fiamma L'apparecchio di comando e controllo deve dare l'ordine di chiusura delle valvole gas nel tempo massimo di 1 s e deve andare in blocco per bruciatori con potenza nominale dmaggiore di 350 KW. E' assolutamente vietato lo sbolocco in locale diverso da quello in cui e' installato il bruciatore. B 4.8.2. Blocco per mancanza di aria dopo il tempo di preventilazione e durante il funzionamento. Nei bruciatori di potenza nominale maggiore di 350 KW l'apparecchio di comando e controllo deve arrestare il bruciatore immediatamente e andare in blocco non appena si verifica una mancanza d'aria. E' assolutamente vietato lo sblocco in locale diverso da quello in cui e' installato il bruciatore. Per i bruciatori di potenza nominale ' 350 KW e' sufficiente un arresto di regolazione. B 4.8.3. Blocco e sblocco. Una diminuzione di tensione che consente il funzionamento del bruciatore deve anche consentire l'arresto di blocco. La mancanza di tensione non deve sbloccare l'apparecchio. Una pressione costante sul bottone di sblocco: - puo' causare l'arresto dell'apparecchio - deve consentire eventuali arresti di blocco - non deve consentire uno sblocco automatico dopo un arresto di blocco. B 4.8.4. Postventilazione La postventilazione puo' avvenire eventualmente dopo un arresto di regolazione, un arresto di blocco, un arresto di sicurezza o in tutti e tre i casi. B 4.9. Verifica B 4.9.1. Autoverifica L'autoverifica del rivelatore e del dispositivo di comando e controllo e' la verifica delle funzioni delle loro parti componenti. Nei bruciatori a servizio continuo si esplica continuamente secondo un proprio ciclo di verifica. Nei bruciatori a servizio intermittente si esplica durante o una parte di esso o ad ogni avviamento del bruciatore. B 4.9.2. Comando di blocco Il circuito elettrico dell'elemento che aziona il dispositivo di blocco dell'apparecchio di comando e controllo deve essere verificato ad ogni avviamento o, meglio ancora, anche durante il funzionamento. L'interruzione di tale circuito elettrico deve impedire l'avviamento o dare il comando immediato di chiusura delle valvole a gas. B 4.9.3 Autoverifica all'avviamento (prova per le sorgenti di luce esterne). Un segnale di fiamma che si presenti durante il periodo di preventilazione deve impedire l'afflusso del gas e causare un arresto di blocco. Questa verifica finisce al piu' presto 5 s prima dell'inizio dell'accensione. L'autoverifica deve aver luogo durante l'avviamento. B 4.9.4. Autoverifica durante il funzionamento per bruciatori di potenza termica nominale maggiore di 200KW. L'autoverifica durante il funzionamnto avviene simulando una mancanza di fiamma a predeterminati intervalli di tempo. B 4.9.5. Diagrammi di funzionamento. Alcuni esempi di diagrammi di funzionamento sono presentati nelle fig. 13, 14 e 15. ----> Vedere Immagine a pag. 85 della G.U. <---- B 5. Tecnica delle prove. B 5.1. Caratteristiche dell'apparecchio di comando e controllo. B 5.1.1. La tolleranza della tensione deve essere di + 10 - 15% della tensione nominale di funzionamento. B 5.1.2. La tolleranza della frequenza deve essere del piu' o meno del 3% della frequenza nominale di funzionamento. B 5.2. Impianto di prova. Nell'impianto di prova la temperatura ambiente deve poter variare tra 0 e + 40C e l'umidita' relativa ambiente deve poter raggiungere il 70% a 40C e il 90% a 20C. B 5.3. Precisione degli strumenti di misura. L'errore relativo dello strumento nella misura del tempo deve essere minore di 0,2%. L'errore assoluto dello strumento nella misura della temperatura deve essere minore di 1C. L'errore assoluto dello strumento nella misura della tensione deve essere minore dell'1,5%. L'errore assoluto dello strumento nella misura dell'umidita' deve essere minore del 5%. B 5.4. Simulazione di fiamma. La fiamma puo' essere simulata in qualsiasi modo. Il valore di soglia del segnale di fiamma che aziona il rivelatore di fiamma (sWitch-on point) e il valore che lo disinserisce (sWitch-off point) si ottengono agendo sul segnale elettrico che corrisponde alla rispettiva fiamma. B 5.5. Interruzione delle prove. Se si riscontrano gravi difetti durante le prove, queste sono sospese. Il laboratorio di prova segnala il difetto riscontrato al fornitore affinche' provveda alle necessarie modifiche. Le prove vanno riprese dall'inizio a modifica avvenuta. Vengono considerati difetti gravi: - il comando dell'apertura delle valvole gas realizzato in tempi non previsti dal normale programma di funzionamento - il mancato arresto di blocco nel caso di rivelazione di fiamma inesistente durante la fase d'avviamento, o durante il funzionamento quando questa condizione sia esplicitamente prescritta. Nel caso di difetti non gravi le prove continuano dopo la riparazione o la sostituzione delle parti danneggiate e/o difettose. B 5.6. Prova dei circuiti di comando e di sicurezza in condizione di nuovo. B 5.6.1. Misura delle caratteristiche nominali di funzionamento nelle condizioni di riferimento. B 5.6.1.1. Le prove sono effettuate in condizioni di riferimento: - a 40% di umidita' relativa - a carico nominale dei contatti, Durante le misure il segnale di fiamma deve avere intensita' tale da indicare chiaramente l'esistenza o l'assenza della fiamma. Ogni tempo deve essere misurato 10 volte, sia all'inserzione sia alla disinserzione del rivelatore di fiamma. La media artimetica dei tempi misurati deve confermare i valori dichiarati dal fornitore, con le tolleranze indicate in B 5.6.3.4. B 5.6.1.2. I tempi di sicurezza alle condizioni di riferimento non devono essere maggiori di quelli definiti in: B 4.5. 5 s per potenze minore o uguiale di 50 KW 3 s per potenze maggiore di 50 KW minore o uguale di 100 KW 2 s per potenze maggiore di 100 KW B 4.6. 5 s B 4.8 1 s B 5.6.2. Misura delle caratteristiche in condizioni speciali. Le condizioni speciali sono: - tensione limite inferiore: 85% della tensione di riferimento - tensione limite superiore: 110% della tensione di riferimento - frequenza limite inferiore: -3% della frequenza di riferimento - frequenza limite superiore: P3% della frequenza di riferimento - temperatura minima: 0C -temperatura: + 40o + 20C - umidita' relativa: 70% a 40C o 90% a 20C Durante le prove l'apparecchio e' provato consecutivamente con una sola delle condizioni speciali alla volta: il resto deve corrispondere alle condizioni di riferimento di cui al punto 5.6.1. In ogni condizione speciale i tempi di inserzione e di disinserzione dell'apparecchio di comando e controllo fiamma sono misurati 3 volte. Il prolungamento di questi tempi non deve superare il 30% del valore di riferimento. B 5.6.3. Prova di funzionamento prolungato. La prova di funzionamento prolungato viene eseguita seguendo le modalita' seguenti. B 5.6.3.1. Definizione dei cicli. Il ciclo normale consiste in: - avviamento in condizione di riferimento di funzionamento - mantenimento di condizioni di riferimento per 20 s - arresto funzionamento - ritorno dell'apparecchio di comando e controllo nella posizione di avviamento - attesa di 20 s. Un ciclo con posizione di bloco per non apparizione della fiamma all'avviamento consiste in: - avviamento - arresto di blocco - ritorno dell'apparecchio di comando e controllo alla posizione di avviamento dopo sblocco (eventualmente automatico) - attesa di 60 s Un ciclo con blocco in seguito a spegnimento della fiamma durante il funzionamento consiste in: - avviamento normale; - arresto di blocco (spegnimento della fiamma); - ritorno dell'apparecchio di comando e controllo alla posizione di avviamento dopo sblocco (eventualmente automatico); - attesa di 60 s. B 5.6.3.2. Numero di cicli La prova di funzionamento prolungato comprende: - 1000 cicli normali - 100 cicli con blocco per non apparizione del segnale di fiamma all'avviamento - 100 cicli con blocco per mancanza di fiamma in funzionamento. Questi cicli non vengono eseguiti nelle condizioni di riferimento, ma in diverse serie. Prima serie: temperatura: 0 C altre condizioni di riferimento: 100 cicli normali 10 cicli con blocco di avviamento 10 cicli con blocco durante il funzionamento. Seconda serie: temperatura: 40 C altre condizioni di riferimento: 100 cicli normali 10 cicli con blocco di avviamento 10 cicli con blocco durante il funzionamento. Terza serie: umidita' 70% a 40 C altre condizioni di riferimento: 100 cicli normali 10 cicli con blocco di avviamento 10 cicli con blocco durante il funzionamento. Quarta serie:umidita': 90% a 20 C altre condizioni di riferimento: 100 cicli normali 10 cicli con blocco di avviamento 10 cicli con blocco durante il funzionamento. Quinta serie: tensione: 85% della tensione nominale altre condizioni di riferimento: 100 cicli normali 10 cicli con blocco di avviamento 10 cicli con blocco durante il funzionamento. Sesta serie: tensione: 110% della tensione nominale altre condizioni di riferimento: 100 cicli normali 10 cicli con blocco di avviamento 10 cicli con blocco durante il funzionamento. Settima serie: condizioni di riferimento secondo B 5.6.1. 400 cicli normali 40 cicli con blocco di avviamento 40 cicli con blocco durante il funzionamento. B 5.6.3.3. Misura delle caratteristiche. Dopo aver eseguito tutti i cicli ogni serie, i tempi e i valori di soglia all'inserzione e disinserzione del rivelatore di fiamma sono misurati 3 volte nelle condizioni di riferimento. B 5.6.3.4. Tolleranza delle misure medie. Durante le prove nelle condizioni di riferimento (7a serie): - i tempi di sicurezza non devono variare piu' del piu' o meno del 10% nelle 3 misure rispetto al valore medio rilevato nelle stesse - gli altri tempi, soprattutto i tempi del programma prestabilito, non devono variare piu' del piu' o meno del 20% nelle 3 misure, rispetto ai valori medi rilevati nelle stesse. Nelle prove in condizioni speciali (dalla 1a alla 6a serie) le variazioni non devono superare il doppio dei valori precisati sopra. Dopo aver compiuto tutte le prove di funzionamento prolungato (1a...7 a serie) nessuna variazione deve superare il triplo dei valori specificati sopra, rispetto alla media di tutte le medie. B 6. Targa e istruzioni Ogni dispositivo di comando e controllo dei bruciatori deve essere munito di una targa visibile sulla quale devono almeno essere riportate le indicazioni seguenti. B 6.1. Targa - Marchio di fabbrica e nome del fornitore - sigla (codice o data o numero) che definisce il programma di funzionamento - tensione e frequenza nominali di funzionamento anno di costruzione o codice corrispondente che puo' anche essere compreso nella sigla. B 6.2. Numerazione dei morsetti e schema di collegamento La numerazione dei morsetti e lo schema di collegamento devono essere riportati in punti appropriati, per consentire l'esecuzione corretta dell'assemblaggio. B 6.3. Istruzioni La documentazione tecnica riguardante il funzionamento, la costruzione, i tempi ed altri dati tecnici dell'apparecchio di comando e controllo devono essere disponibili e dati a corredo dei campioni da provare. In particolare devono riportare i valori minimi della corrente di rivelazione. B 7. Certificato di prova Il certificato di prova deve dare tutte le informazioni sulla prova riguardanti le caratteristiche di costruzione e di funzionamento ed in particolare le indicazioni seguenti: - il numero di protocollo del laboratorio di prova e la data del certificato di prova - un confronto fra le caratteristiche del dispositivo di comando e controllo e le caratteristiche riportate in B 3 - un confronto sui risultati della prova in rapporto ai valori limiti prescritti - un riassunto dei risultati di prova risultati eventualmente negativi - il nome dellaboratorio di prova e la firma del direttore dello stesso. Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana. APPENDICE C4) Dispositivi per la prevenzione delle fughe interne di gas C1 Generalita' C1.1. Scopo La presente appendice contiene le prescrizioni riguardanti la costruzione, ai fini della sicurezza, dei dispositivi di prevenzione delle fughe interne di gas, nonche' le modalita' e le tecniche di prova per verificare tali caratteristiche. Nel caso che nei dispositivi di controllo siano contenuti componenti per i quali gia' esistono delle norme, valgono le prescrizioni delle norme relative se i singoli componenti non sono gia' stati sottoposti separatamente a prove. Non si riportano norme legislative e norme nazionali di istallazione alle quali fornitore e istallatore |evono comunque attenersi.Quando e' previsto che si debbano montare i dispositivi per la prevenzione delle fughe e qualora non si utilizzino i dispositivi di cui in C2, il bruciatore deve essere provvisto di un attacco per scarico in atmosfera munito di elettrovalvola di sfiato normalmente aperta a bruciatore fermo avente le dimensioni riportate nel prospetto IX. L'elettrovalvola di sfiato deve restare aperta quando nell'avvolgimento non circola corrente (eccitazione inversa alle elettrovalvole inserite nella tubazione di adduzione gas al bruciatore) Prospetto IX - Dimensioni delle elettrovalvole di sfiato ------------------------------------------------------------------ Dimensione della elettrovalvola Dimensione della elettrovalvola di sicurezza di sfiato in in ------------------------------------------------------------------ minore o uguale 11/2 3/4 2 1 21/2 11/4 3 11/2 maggiore o minore 4 2 ------------------------------------------------------------------ L'elettrovalvola di sfiato deve essere corredata di un dispositivo che permetta l'accensione del bruciatore solo se la valvola e' chiusa (per esempio microinterruttore di fine corsa). L'avviamento del bruciatore deve essere consentito dal dispositivo di comando e controllo solo dopo il consenso del dispositivo che conferma la chiusura della elettrovalvola di sfiato. Nota- La tubazione di sfiato in atmosfera deve avere lo stesso diametro della elettrovalvola di sfiato. C1.2. Oggetto La presente appendice si riferisce a tutti i dispositivi per la prevenzione delle fughe interne di gas sui bruciatori automatici, compresi quelli misti e combinati, per la parte afferente il gas, contemplati nella presente norma di cui questa appendice fa parte integrante. C1.3. Condizioni di riferimento Le condizioni di riferimento sono: - temperatura del gas secco: 15 C - temperatura ambiente convenzionale: 25 C - pressione atmosferica: 1 013 mbar - tensione: 220 V - frequenza: 50 Hz. C2. Classificazione I dispositivi per la prevenzione delle fughe interne di gas si classificano in: - dispositivi di controllo della tenuta interna delle elettrovalvole di sicurezza - dispositivi di controllo della chiusura delle elettrovalvole di sicurezza. C3. Caratteristiche costruttive C3.1. Caratteristiche costruttive generali C3.1.1. Attacchi Per gli attacchi filettati o flangiati vale quanto prescritto nella norma. C3.1.2. Materiali I materiali e le loro qualita', i componenti e il dimensionamento vanno scelti in modo che per gli apparecchi, installati correttamente e in presenza delle sollecitazioni meccaniche, chimiche e termiche presenti nel funzionamento normale, siano garantite una stabilita' e una durata adeguate. C3.1.3. Protezione anticorrosione Le parti funzionalmente importanti nel flusso di gas vanno protette in modo durevole e appropriato. C3.1.4. Membrane e soffietti Membrane e soffietti e parti similari devono poter funzionare senza impedimenti. C3.1.5. Dispositivi elettrici I dispositivi elettrici devono essere conformi a quanto prescritto dalla legge 1 marzo 1968, N. 186(norme CEI). Il grado di protezione elettrica deve essere non minore di IP40. C3.1.6. Resistenza alla temperatura Deve essere garantito un funzionamento normale nel campo di temperature da 0 a + 60 C. Per gli apparecchi installati all'esterno deve essere dichiarato e garantito il funzionamento alle temperature da -15 a P60 C. C3.1.7. Tenuta esterna Il controllo della tenuta esterna deve avvenire come indicato nella norma per i singoli dispositivi ammessi. C3.1.8. Tenuta interna Il controllo della tenuta interna deve avvenire come indicato dalla norma per i singoli dispositivi ammessi. C3.2. Caratteristiche costruttive particolari C3.2.1. Dispositivo di controllo della tenuta interna delle elettrovalvole di sicurezza C3.2.1.1. Generalita' 1Il dispositicvo di controllo della tenuta interna delle elettrovalvole di sicurezza deve essere conforme alle seguenti esigenze di stabilita', manovrabilita' e durata: - la costruzione del dispositivo deve essere tale che, nelle condizioni di funzionamento normali, non possano verificarsi deformazioni permanenti, ne' danni di alcun genere - tutti i materiali devono avere una resistenza meccanica sufficiente per le condizioni normali di impiego - gli elementi di comando manuale non devono procurare danni all'operatore - tutti gli organi elettrici sollecitati ad ogni operazione di verifica devono sopportare un minimo di verifica di 50 000 operazioni di condizioni corrispondenti a quelle di esercizio e con carico elettrico nominale - i componenti sollecitati nelle sole operazioni di blocco e sblocco, devono sopportare un minimo di 1 000 operazioni. C3.2.1.2. Portata dei contatti La portata dei contatti a regime non deve essere minore di 2 A alla tensione di 220 V e coseno (fi greca) 0,6. C3.2.1.3. Tenuta esterna Se il dispositivo di controllo della tenuta e' a contatto con il gas in pressione deve essere controllata la sua tenuta verso l'esterno. La fuga massima ammissibile e' di 20 cm(elevato alla 3)/h con pressione 1,2 volte il valore della pressione di esercizio massima indicata dal fornitore e comunque non minore di 150 mbar C3.2.2. Dispositivo di controllo della chiusura delle elettrovalvole di sicurezza C3.2.2.1. Costruzione del dispositivo di controllo della chiusura. C3.2.2.1.1. Le elettrovalvole di sicurezza devono essere provviste di un secondo organo di otturazione e di un interruttore che segnali l'avvenuta chiusura del secondo otturatore. C3.2.2.1.2. Tutti gli organi elettrici sollecitati ad ogni operazione di verifica devono sopportare un minimo di 50 000 operazioni in condizioni corrispondenti a quello di esercizio e con carico elettrico nominale. C3.2.2.1.3. Oltre a quanto descritto sopra, l'elettrovalvola di sicurazza deve corrispondere a quanto indicato in 5 e seguenti della UNI B917. C3.2.2.2. Portata dei contatti La portata dei contatti a regime non deve essere minore di 2 A alla tensione di 220 V e coseno (fi greca) 0,6. C4. Caratteristiche di funzionamento C4.1. Dispositivo di controllo della tenuta interna delle elettrovalvole di sicurezza C4.1.1. Funzionamento Il funzionamento, per quanto riguarda sequenza e durata della prova, deve essere descritto nelle istruzioni di montaggio e impiego. Esso deve essere garantito in tutte le posizioni di istallazione indicate dal fornitore. C4.1.2. Condizioni limite di temperatura Il funzionamento del dispositivo di controllo della tenuta deve essere garantito entro il campo di temperatura indicato dal fornitore. Le temperature minima e massima devono comunque essere comprese entro i limiti seguenti: 0 C minore o uguale di T minore o uguale di 60 C Per i dispositivi installati all'esterno deve essere dichiarato e garantito il funzionamento alle temperature tra -15 e P60 C. C4.1.3. Intervento in caso di fuga Nel prospetto X sono riportate le fughe oltre le quali il dispositivo di controllo della tenuta deve impedire l'avviamento del bruciatore. Prospetto X - Fuga massima ammessa ------------------------------------------------------------------ Fuga Potenza con aria secca 25 C kW I/h ------------------------------------------------------------------ da 600 fino a 2000 100 oltre 2000 300 ------------------------------------------------------------------ C4.2. Dispositivo di controllo della chiusura delle elettrovalvole di q sicurezza C4.2.1. Generalita' Le elettrovalvole di sicurezza devono corrispondere alla UNI 8917. C4.2.2. Tenuta interna del secondo organo di otturazione Il secondo organo di otturazione deve essere tale per cui i valori misurati della fuga, con l'otturatore principale ancora aperto, devono essere minori dei valori indicati nel prospetto X. C4.2.3. Intervento in caso di mancata chiusura Il dispositivo deve impedire l'avviamento del bruciatore nel caso di mancata chiusura del secondo organo di otturazione. C5. Tecnica delle prove Al laboratorio di prova devono essere inviati 3 esemplari. C5.1. Dispositivo di controllo della tenuta interna delle elettrovalvole di sicurezza C5.1.1. Generalita Ogni modello deve essere provato come unita' completa. C5.1.2. Documentazione per la prova Occorre fornire, oltre l'apparecchio da provare, la seguente documentazione: - schema elettrico funzionale - schema di cablaggio disegni del montaggio su tubazione - schema dei collegamenti alla morsettiera - descrizione di funzionamento - istruzione di montaggio e impiego - certificato per le parti eventualmente gia'provate - illustrazioni tecniche. C5.1.3. Prova di tenuta esterna Viene controllato che siano rispettate le prescrizioni riportate in C3.2.1.3. La tecnica della prova e' quella specificata in 6.7.2. Si utilizzano dispositivi illustrati in fig.7 e 8 secondo che la pressione di prova sia uguale o mggiore di 150 mbar.Si procede quindi secondo quanto indicato in 7.2 della UNI 8917. C5.1.4. Attrezzature di prova L'apparecchio di controllo della tenuta viene montato in un sistema di prova nel quale sia possibile simulare lo svolgimento di tutte le funzioni a cui e' destinato l'apparecchio (provocare una fuga e artificialmente). C5.1.5. Prova di funzionamento prolungato Occorre in particolare verificare se l'apparecchio e' rispondente a quanto prescritto in C3.1.5, C3.1.6, C3.2.1.1, C3.2.1.3 e C4.1.3. L'apparecchio deve essere sottoposto a 1 000 cicli complessivi, dopo di che si provvede a verificare che l'apparecchio mantenga le prescrizioni iniziali. C5.1.6 Prova di funzionamento La prova di funzionamento viene effettuata eseguendo il montaggio secondo le istruzioni, i collegamenti secondo lo schema e viene verificata la rispondenza a quanto prescritto in C4.1.1 ad una tensione da 0,85 a 1,1 volte quella nominale. C5.2. Dispositivo di controllo della chiusura delle elettrovalvole di sicurezza C5.2.1. Generalita' Il dispositivo deve sottostare alle prove descritte in 7 della UNI 8917. C5.2.2. Prova di tenuta Il dispositivo di controllo della chiusura viene montato come indicato nella fig.8. Si porta l'organo di otturazione in posizione tale che il dispositivo dia il consenso di avvenuta chiusura senza che l'organo di otturazione principale sia chiuso. In tali condizioni si esegue la prova di tenuta interna, verificando che i valori di fuga siano minori di quelli riportati in C4.2.2. C5.2.3. Prova di funzionamento prolungato Il dispositivo viene sottoposto a 1 000 cicli complessivi dopo di che si verifica che l'apparecchio sia rispondente a quanto prescritto in C3.1.5, C3.1.6 e C4.2.2. C5.2.4. Prova di funzionamento La prova di funzionamento viene effettuata eseguendo il montaggio secondo le istruzioni, i collegamenti secondo lo schema e viene verificata la rispondenza a quanto prescritto in C4.1.1 ad una tensione da 0,85 a 1,1 voltequella nominale. C6 Targa e istruzioni C6.1. Targa C6.1.1. Dispositivi di controllo della tenuta I dispositivi di controllo della tenuta devono essere muniti di una targa visibile sulla quale sulla quale devono essere riportate le indicazioni seguenti: - nome del fornitore e/o marchio registrato - tipo - temperatura ambiente (solo per i valori non compresi nel campo da 0 a 60 C) - dati di funzionamento elettrici (tensione, corrente potenza assorbita in VA). C6.1.2. Dispositivi di controllo della chiusura I dispositivi di controllo della chiusura delle elettrovalvole di sicurezza devono essere muniti di una targa visibile come descritto in 8.1 della UNI 8917. C6.2. Istruzioni C6.2.1. Dispositivi di controllo della tenuta Devono essere forniti in particolare i dati relativi al funzionamento riguardanti la suguenza e la durata del controllo della tenuta. C6.2.2. Dispositivi di controllo della chiusura Il dispositivo di controllo della chiusura deve essere fornito con tutte le istruzioni necessarie al montaggio, istallazione, funzionamento e regolazione, come previsto in 8.2 della UNI 8917. C7. Certificato di prova Il certificato di prova deve dare tutte le informazioni sulla prova riguardanti le caratteristiche di costruzione e di funzionamento ed in particolare le indicazioni seguenti: - il numero di protocollo del laboratorio di prova e la data del certificato di prova - un confronto fra le caratteristiche del dispositivo per la prevenzione delle fughe interne di gas e le caratteristiche riportate in C3 - un confronto sui risultati della prova in rapporto ai valori limite prescritti - un riassunto dei risultati di prova risultati eventualmente negativi - il nome del laboratorio di prova e la firma del direttore dello stesso. Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana. Studio del progetto - Gruppo di lavoro 2 della Commissione C3 "Riscaldamento" del CIG(Comitato Italiano Gas, federato all'UNI Milano, viale Brenta, 27), riunioni dal nov. 1986 al marzo 1987. Esame ed approvazione - Consiglio di Presidenza del CIG, riunione del 24 mar.1987. Esame finale ed approvazione - Commissione Centrale Tecnica dell'UNI, riunione del 1 feb. 1988. Ratifica - Presidente dell'UNI,delibera del 4 mar. 1988. ----> Vedere Immagini da pag. 96 a pag. 99 della G.U. <---- CDU 697.382.662.76 NORMA ITALIANA DICEMBRE 1982 ==================================================================== CIG GENERATORI DI ARIA CALDA FUNZIONANTI A GAS U N I CON BRUCIATORE AD ARIA SOFFIATA 7271 PRESCRIZIONI DI SICUREZZA ==================================================================== Warm air furnaces with forced air gas burner - Safety requirements Dimensioni in mm SOMMARIO 1. Generalita' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 1 1.1. Scopo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 1 1.2. Campo di applicazione . . . . . . . . . . . . . . . . " 1 V2. Classificazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 1 2.1. Classificazione dei gas . . . . . . . . . . . . . . . " 2 2.2. Classificazione dei generatori . . . . . . . . . . . " 2 2.3. Esempio di classificazione . . . . . . . . . . . . . " 3 V3. Condizioni di adattabilita' . . . . . . . . . . . . . " 3 3.1. Categoria I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 3 3.2. Categorie II e III . . . . . . . . . . . . . . . . . " 3 4. Caratteristiche costruttive . . . . . . . . . . . . . " 3 V4.1. Materiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 3 4.2. Montaggio e robustezza . . . . . . . . . . . . . . . " 3 4.3. Accessibilita' e facilita' di manutenzione . . . . . " 3 4.4. Tenuta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 4 4.5. Dispositivi di evacuazione dei prodotti della combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 4 4.6. Visibilita' della fiamma . . . . . . . . . . . . . . " 4 4.7. Apparecchiature di sicurezza . . . . . . . . . . . . " 4 4.8. Bruciatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 4 4.9. Ventilatori dell'aria . . . . . . . . . . . . . . . . " 4 4.10. Apparecchiature elettriche . . . . . . . . . . . . . " 4 4.5. Caratteristiche di funzionamento . . . . . . . . . . " 5 5.1. Condizioni di igienicita' . . . . . . . . . . . . . . " 5 5.2. Eccesso d'aria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 5 5.3. Temperatura dei prodotti della combustione . . . . . " 5 5.4. Tenuta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 5 4.5. Regolarita' di funzionamento . . . . . . . . . . . . " 6 6. Prove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 7 6.1. Caratteristiche dei gas di riferimento . . . . . . . " 7 6.2. Composizione die gas di prova . . . . . . . . . . . . " 7 6.3. Effettuazione pratica delle prove . . . . . . . . . . " 7 6.4. Pressione di prova . . . . . . . . . . . . . . . . . " 8 6.5. Condotta delle prove . . . . . . . . . . . . . . . . " 8 6.6. Tenuta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 8 6.7. Potenza termica spesa . . . . . . . . . . . . . . . " 10 6.8. Regolarita' di funzionamento . . . . . . . . . . . " 11 6.9. Combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 11 6.10. Rendimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 12 6.11. Potenza termica globale . . . . . . . . . . . . . . " 14 6.12. Strumentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 14 6.13. Presentazione dei risultati . . . . . . . . . . . . " 14 7. Targa e isstruzioni . . . . . . . . . . . . . . . . " 15 7.1. Targa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 15 7.2. Libretto di istruzioni . . . . . . . . . . . . . . " 15 1. Generalita' 1.1. Scopo La presente norma contiene le prescrizioni riguardanti la costruzione ai fini della sicurezza dei generatori di aria calda per riscaldamento funzionanti a gas, nonche' le modalita' per eseguire le prove per la determinazione delle caratteristiche di funzionamento corrispondenti alla potenza termica nominale. 1.2. Campo di applicazione La presente norma si applica ai generatori di aria calda funzionanti a gas con bruciatore ad aria soffiata e raccordata ad una canna fumaria o ad un dispositivo di evacuazione dei prodotti della combustione (1). 1) Per i termini e le definizioni, vedere UNI 8124 2. Classificazione I gas sono classificati in famiglie in base alle loro caratteristiche; i generatori sono classificati in categorie a secondo le famiglie dei gas utilizzabili. I generatori sono inoltre classificati secondo: - il principio di distribuzione dell'aria calda - il tipo di combustione: - il modo di evacuazione dei prodotti della combustione - la disposizione dei componenti - la potenza termica nominale 2.1.Classificazione dei gas I gas combustibili si classificano in tre famiglie in funzione dell'indice di Wobbe riferito al potere calorifico inferiore Wi, alla pressione di 1013 mbar e alla temperatura di 0 C. Prima famiglia gas manifatturati Wi compreso fra 21,5 e 28,7 MJ/m(elevato alla 3). Seconda famiglia (2) 2) La seconda famiglia comprende, oltre il gruppo H, il gruppo L che ha W1 compreso fra 37,1 e 42,7 MJ/m3 gas naturali (gruppo H) Wi compreso fra 43,4 e 52,4 MJ/m(elevato alla 3). Terza famiglia gas di petrolio liquefatto Wi compreso fra 72,0 e 85,3 MJ/m(elevato alla 3). 2.2.Classificazione dei generatori 2.2.1.Secondo il tipo e il numero dei gas utilizzabili, i generatori sono classificati come segue. 2.2.1.1.Categoria I Questa categoria riguarda i generatori progettati esclusivamente per utilizzare i gas di una sola famiglia o anche eventualmente i gas di un solo gruppo. Questa categoria comprende: - categoria I/2H: generatori che utilizzano unicamente i gas del gruppo H della seconda famiglia - categoria I/3:generatori che possono utilizzare i gas della terza famiglia (propano e butano). 2.2.1.2.Categoria II Questa categoria riguarda i generatori progettati per l'utilizzazione dei gas di due famiglie. Questa categoria comprende: - categoria II/12H: generatori che possono utilizzare i gas della prima famiglia e i gas del gruppo H della econda famiglia - categoria II/2H3: generatori che possono utilizzare i gas del gruppo H della seconda famiglia e i gas della terza famiglia. 2.2.1.3.Categoria III Questa categoria comprende i generatori suscettibili di utilizzare i gas delle tre famiglie. 2.2.2.Secondo il principio di distribuzione dell'aria calda, i generatori si dividono nei seguenti tipi: - indipendenti: generatori costruiti per utilizzazione senza condotti d'aria - per condotti: generatori costruiti per essere raccordati a condotti di circolazione dell'aria. 2.2.3.Secondo il tipo di combustione, i generatori si dividono in: - pressurizzati - non pressurizzati. 2.2.4.Secondo il modo di evacuazione dei prodotti della combustione, i generatori si dividono nei seguenti tipi: - con evacuazione naturale dei prodotti della combustione - con evacuazione forzata dei prodotti della combustione. 2.2.5.Secondo la disposizione dei componenti, i generatori si dividono nei seguenti tipi: - verticali con flusso verso l'alto - verticali con flusso verso il basso - orizzontali. 2) La seconda famiglia comprende, oltre il gruppo H, il gruppo L che ha Wi compreso fra 37,1 e 42,7 MJ/m(elevato alla 3). 2.3.Esempio di classificazione. I generatori d'aria calda sono classificati secondo i seguenti elementi: - la categoria - il principio di distribuzione dell'aria calda - il tipo di combustione - il modo di evacuazione dei prodotti della combustione - la disposizione dei componenti - la potenza termica nominale - il rinvio alla presente norma. Esempio di classificazione di un generatore di III categoria indipendente, pressurizzato, con evacuazione forzata, orizzontale, avente potenza termica nominale di 100 KW: Generatore - cat. III indipendente - pressurizzato - evacuazione forzata - orizzontale - 100 KW, secondo UNI 8125. 3.Condizioni di adattabilita' Secondo la categoria di appartenenza le sole operazioni e regolazioni consentite per passare da un gas di un gruppo o di una famiglia a un gas di un altro gruppo o di un'altra famiglia e/o adottarsi alle differenti pressioni di distribuzioni di un gas, sono indicate qui di seguito. 3.1.Categoria I Categoria I/2H Nessun intervento sui bruciatori. Categoria I/3 Occorrono le seguenti regolazioni: - regolazione della portata del gas con sostituzione di ugelli o per mezzo del regolatore di pressione del gas (3) 3) Per i bruciatori alimentati da bidoni di GPL su installazioni singole o multiple(UNI 7130) e' obbligatoria la messa fuori servizio del regolatore di pressione del bruciatore quando la pressione a monte e' uguale alla pressione normale di prova. - regolazione della portata dell'aria comburente. 3.2.Categorie II e III. Occorrono le seguenti regolazioni: - regolazione della portata di gas con sostituzione di ugelli e/o dispositivi di taratura del regolatore di pressione (4) 4) I regolatori di pressione devono essre corredati dei dispositivi di taratura necessari per regolare i valori di pressione entro il campo ammesso dalle relative norme - regolazione della portata dell'aria comburente - regolazione della portata della fiamma d'avviamento (o del bruciatore pilota) per azione sia di un organo di regolazione, sia per sostituzione di ugelli. 4.Caratteristiche costruttive. 4.1.Materiali I materiali utilizzati devono essere tali che le caratteristiche di costruzione e di funzionamento dei generatori non vengano alterate nel tempo. In particolare, tutte le parti del generatore devono resistere alle azioni meccaniche, chimiche e termiche alle quali sono sottoposte. Si verifica questa attitudine mediante la totalita' delle prove. 4.2.Montaggio e robustezza Tutti gli elementi devono essere costruiti e montati in maniera tale che le caratteristiche di funzionamento del generatore non siano modificate in condizioni normali di installazione e di impiego. 4.3.Accessibilita' e facilita' di manutenzione. Gli elementi che devono essere smontati per la manutenzione ordinaria non devono poter essere rimontati in modo da compromettere la regolarita' di funzionamento del generatore. Le parti mobili devono poter essere smontate con utensili comuni o di dotazione. 3)Per i bruciatori alimentati da bidoni di GPL su installazioni singole o multiple (UNI 7130) e' obbligatoria la messa fuori servizio del regolatore di pressione del bruciatore quando la pressione a monte e' uguale alla pressione normale di prova. 4)I regolatori di pressione devono essere corredati dei dispositivi di taratura necessari per regolare i valori di pressione entro il campo ammesso dalle relative norme. 4.4.Tenuta 4.4.1.Tenuta del circuito gas Nella linea di adduzione gas al bruciatore non devono trovarsi fori per viti, copiglie, ecc. destinati al montaggio dei pezzi. La tenuta dei dispositivi di chiusura e dei pezzi filettati, sistemati sul circuito del gas, deve poter essere garantita anche dopo lo smontaggio e il rimontaggio. Per le giunzioni filettate devono essere usati materiali che assicurino la tenuta sul filetto. Per le giunzioni saldate non si deve impiegare un materiale di apporto con punto di fusione minore di 450 C. 4.4.2.Tenuta del circuito di combustione. La tenuta del generatore sino allo scarico o all'aspirazione dei prodotti della combustione deve essere realizzata soltanto mediante sistemi meccanici ad eccezione delle parti destinate a non essere smontate per la manutenzione ordinaria e che possono quindi essere congiunte mediante mastici o paste, in modo che nelle condizioni normali di utilizzazione venga assicurata la continuita' della tenuta. 4.5.Dispositivi di evacuazione dei prodotti della combustione. L'attacco del tubo di evacuazione puo' essere femmina o maschio. Se la sezione terminale e' di forma circolare, la sovrapposizione dell'attacco del tubo deve avere una lunghezza almeno uguale a: D/4 per un raccordo orizzontale, essendo D il diametro interno del tubo 15 mm per un raccordo verticale. In caso di attacco femmina, l'introduzione del tubo scarico deeve essere limitata da un arresto in modo da impedire che l'evacuazione dei prodotti della combustione sia disturbata. Se la sezione di attacco e' di forma rettangolare, in caso di attacco femmina deve essere possibile introdurre all'interno della sezione un condotto rettangolare avente lWe due dimensioni esterne minori di 2 mm rispetto alle corrispondenti dimensioni interne dell'attacco. Il condotto deve poter essere introdotto per una lunghezza almeno pari a 1/4 del suo lato maggiore (L max) e l'introduzione deve essere limitata da un arresto in modo da impedire che l'evacuazione dei prodotti della combustione sia disturbata. In caso di attacco maschio devono essere applicati gli stessi criteri riferendoli al caso specifico. Quando i generatori sono dichiarati per funzionamento con evacuazione forzata dei prodotti della combustione, non devono essere muniti di regolatore di tiraggio. Possono o meno essere muniti di aspiratore dei prodotti della combustione. 4.6.Visibilita' della fiamma. Il funzionamento corretto del bruciatore, nonche' la stabilita' della fiamma devono poter essere controllati visivamente. Non e' consentito il controllo visivo della fiamma mediante sportello apribile. 4.7.Apparecchiature di sicurezza. I generatori devono essere muniti di un termostato di limite della temperatura dell'aria alla bocca di uscita tarato in modo da evitare che la temperatura media dell'aria superi 80 C. Il termostato di limite deve provocare un arresto di blocco del bruciatore; deve essere tarato dal costruttore e non deve poter essere manomesso. Per i generatori muniti di aspiratore dei prodotti della combustione si richiede l'applicazione di un dispositivo di sicurezza che asserva il funzionamento del bruciatore a detto aspiratore. 4.8.Bruciatori. Ad eccezione di quanto indicato in 5.5.3, il bruciatore deve soddisfare ai requisiti di cui alla UNI 8042. La posizione del bruciatore deve essere ben determinata e il suo fissaggio deve essere tale che sia impossibile posizionarlo in modo incorretto. 4.9.Ventilatori dell'aria Le parti rotanti dei ventilatori e le apparecchiature elettriche non devono essere direttamente accessibili. 4.10Apparecchiature elettriche. Le parti elettriche devono essere conformi alle norme CEI. 5.Caratteristiche di funzionamento. Il generatore di aria calda, alla potenza termica nominale, deve soddisfare a tutti i requisiti stabiliti dai punti seguenti. Nel caso di generatori di aria calda commercializzati senza bruciatore, il bruciatore di prova deve essere scelto tra almeno una terna di bruciatori indicata dal costruttore del generatore. Nel caso di gruppi generatore - bruciatore, la previa viene effettuato con il bruciatore fornito con il generatore. In ogni caso il costruttore deve garantire che il bruciatore applicato al generatore e' conforme a quanto previsto dalla UNI 8042. 5.1.Condizioni di igienicita'. Agli effetti igienici il tenore di CO nei prodotti della combustione secchi e senz'aria non deve essere maggiore di 0,1% quando il generatore e' alimentato con il gasdi riferimento nelle condizioni normali. Le condizioni di prova sono indicate in 6.9. Durante le prove per la determinazione del tenore di CO, il rendimento termico globale, riferito al potere calorifico inferiore, determinato come indicato in 6.10. deve raggiungere almeno i valori indicati nel grafico della fig. 1. ----> Vedere Grafico a pag. 105 della G.U. <---- I valori di rendimento si devono ottenere con il bruciatore regolato con lo stesso eccesso d'aria fissato durante la prova di combustione. 5.2.Eccesso d'aria Le prove sono effettuate con un eccesso d'aria massimo del 20%. 5.3.Temperatura dei prodotti della combustione La temperatura dei prodotti della combustione, misurata come indicato in 6.9.2, non deve essere minore di 120 C alla potenza termica nominale. 5.3.1.Temperatura delle apparecchiature di controllo, sicurezza e regolazione. Nelle condizioni di prova la temperatura delle apparecchiature di controllo, sicurezza e regolazione non deve essere maggiore, nei punti di presa, rispetto alla temperatura di ambiente di: 35 C per i metalli o materiali equivalenti 45 C per la porcellana o materiali equivalenti 60 C per le materie plastiche o materiali equivalenti. I rivestimenti anticorrosivi delle parti metalliche non devono essere danneggiati dal calore sviluppato del bruciatore. 5.3.2.Temperatura della superficie dell'involucro. La differenza di temperatura tra la superficie esterna dell'involucro e l'aria ambiente non deve avere un valore maggiore di 50 C. Da questa prescrizione sono esclusi: il raccordo di evacuazione dei prodotti della combustione, gli eventuali portelli della camera di combustione e tutti i punti situati ad una distanza minore di 150 mm dalle parti suddette. 5.4.Tenuta 5.4.1.Tenuta del circuito gas (esterna) Il circuito gas del bruciatore e le apparecchiature di sicurezza e regolazione ivi inserite devono essere a tenuta verso l'esterno. Essa e' assicurata quando la prova, effettuata con aria alla presente di 150 mbar, non consent una fuga di gas maggiore di: 70 cm(elevato alla 3)/h per i generatori di potenza termica spesa nominale qsn minore o uguale di 100 KW 140 cm(elevato alla 3)/h per i generatori di potenza termica spesa nominale 10 minore di Qsn minore o uguale di 350 KW 210 cm(elevato alla 3)/h per i generatori di potenza termica spesa nominale 350 minore di Qsn minore o uguale di 2000 KW. 5.4.2. Tenuta del circuito combustione. Durante le prove effettuate in condizioni normali di tiraggio non e' ammessa alcuna uscita dei prodotti della combustione, se non dall'attacco del tubo di evacuazione al quale e' collegato il generatore. La prova si effettua come indicato in 6.6.2.. 5.5.Regolarita' di funzionamento. 5.5.1.Sicurezza di funzionamento. Il bruciatore deve funzionare senza vibrazioni passando dalla minima alla massima pressione di alimentazione del gas e alle pressioni minima e massima esistenti in camera di combustione. Non si devono avere fenomeni di distacco e ritorno di fiamma al livello della testa di combustione. 5.5.2.Accensione, interaccensione e stabilita' di fiamma. L'accensione del bruciatore, che avviene per mezzo di una scintilla elettrica sia direttamente, sia tramite un bruciatore pilota o fiamma di avviamento, deve garantire la formazione di una fiamma stabile dopo la fine del tempo di preventilazione. Per i bruciatori a ugelli multipli l'interaccensione deve avvenire in modo corretto. 5.5.3 Preventilazione della camera di combustione. La preventilazione della camera di combustione e delle diverse parti del circuito dei prodotti della combustione e' obbligatoria per ogni operazione di accensione o riaccensione del bruciatore, nel caso in cui non esista una fiamma permanente nella camera di combustione. Il volume minimo di aria di preventilazione deve essere di quattro volte il volume della camera di combustione con tempo di preventilazione non minore di 30 s. 5.5.4.Tempi di sicurezza massimi. Secondo la potenza termica spesa del generatore i tempi di sicurezza massimi in avviamento e in funzionamento sono dati dal prospetto I. Prospetto I - Tempi di sicurezza massimi ================================================================== Bruciatore Potenza termica spesa nominale Qsn kW ------------------------------------------------------------------ Bruciatore fino a 50 principale oltre 50 fino a 100 oltre 100 fino a 350 oltre 350 ------------------------------------------------------------------- Bruciatore fino a 50 pilota o oltre 50 fino a 100 fiamma di oltre 100 fino a 350 avviamento oltre 350 ------------------------------------------------------------------- =================================================================== ------------------------------------------------------------------ Tempo di sicurezza Mancanza di fiamma in in avviamento in funzionamento Tentativo di Rimessa in Ts Ts riaccensione marcia con s s nel tempo di ripresa sicurezza normale del ciclo ------------------------------------------------------------------ 6 2 SI SI 4 2 SI SI 3 2 NO SI 3 2 NO NO ------------------------------------------------------------------ 6 2 ---- ---- 4 2 ---- ---- 3 2 ---- ---- 3 2 ---- ---- ------------------------------------------------------------------ Il tempo di sicurezza e' misurato alla tensione e frequenza nominali. ================================================================== 6 Prove 6.1.Caratteristiche dei gas di riferimento. Prospetto II - Caratteristiche dei gas di riferimento ------------------------------------------------------------------- Famiglia Tipo di gas Simbolo del gas Composizione in volume ------------------------------------------------------------------- 1a famiglia Gas di G 110 50% H2 riferimento ------------------------------------------------------------------- 2a famiglia Gas di G 20 CH4 riferimento ------------------------------------------------------------------- 3a famiglia Gas di G 30 C4H10 riferimento ------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------------------------- Densita' relativa Indice diWobbe Potere calorifico d inferiore inferiore Wi Hi MJ/m3 kcal/m3 MJ/m3 kcal/m3 ------------------------------------------------------------------- 0,411 22,9 5480 14,7 3510 ------------------------------------------------------------------- 0,554 48,2 11520 35,9 8570 ------------------------------------------------------------------- 2,077 85,3 20350 122,8 29330 ------------------------------------------------------------------- 6.2.Composizione dei gas di prova. Le composizioni dei gas usati per le prove devono essere il piu' vicino possibile a quelle date nel prospetto II. Per la preparazione di questi gas devono essere rispettate le regole seguenti - l'indice di Wobbe del gas utilizzato deve essere uguale al valore, indicato nella casella del gas di prova corrispondente + o - 2% (questa tolleranza comprende l'errore degli apparecchi di misura) - i gas per la preparazione delle miscele devono avere almeno il seguente grado di purezza: azoto N2 99% idrogeno H2 99% metano CH4 95% con un tenore totale di H2 dell'1% e un tenore totale di N2 e CO2 minore del 2% propano C3H8 95% butano C4H10 95% Tuttavia, queste condizioni non sono vincolanti per ciascuno dei costituenti se la miscela finale ha una composizione identica a quella della miscela che si sarebbe ottenuta utilizzando costituenti di purezza richiesta. Si puo' dunque, per preparare una miscela, partire da un gas contenente gia' in proporzioni convenienti parecchi costituenti della miscela finale. Inoltre, per i gas della seconda famiglia, e' possibile per le prove effettuate con il gas di riferimento G 20, sostituire il metano con il gas naturale anche se la sua composizione non corrisponde alle condizioni precedenti per i tenori di CH4, N2 e CO2, purche' dopo una aggiunta eventuale sia di propano sia di azoto, secondo i casi, la miscela finale abbia un indice di Wobbe W, uguale a 48,2 MJ/m(elevato alla 3) (11520 Kcal/m(elevato alla 3)) piu' o meno del 2%. 6.3.Effettuazione pratica delle prove 6.3.1.Utilizzazione dei gas di prova Le prove previste in 6.7. e 6.9. devono essere eseguite con i gas definiti in 6.1, rispettando le tolleranze indicate in 6.2. Per le prove, al fine di facilitarne la realizzazione, e' possibile sostituire il gas di riferimento realmente distribuito, purche' siano rispettate le seguenti condizioni: - il bruciatore viene regolato in modo da ottenere la stessa potenza termica spesa che si sarebbe ottenuta con il gas di riferimento (una sostituzione di ugelli e' ammessa) - l'aria comburente viene regolata ad un valore vicino a quello ottenuto con il gas di riferimento corrispondente sia mediante azione sul dispositivo di regolazione dell'ammissione di aria, sia mediante variazioni della pressione di alimentazione. 6.3.2.Scelta dei gas di prova. Quando un apparecchio puo' utilizzare gas appartenenti a diversi gruppi o famiglie, si esegue una scelta fra i gas di prova indicati nel prospetto II, tenendo conto delle specificazioni riportate in Questa scelta e' fatta conformemente al prospetto III. Le prove si effettuano nelle condizioni di alimentazione (pressione) e con i gas di riferimento della categoria alla quale appartiene il generatore conformemente alle indicazioni riportate nel prospetto III. I bruciatori sono in precedenza regolati come segue: essi sono alimentati con il gas di riferimento e alla pressione normale in modo da ottenere la portata nominalein seguito si regola, se esiste, il dispositivo di ammissione di aria in modo da ottenere un funzionamento ottimo ed avere un eccesso d'aria non maggiore del 20% Prospetto III - Gas di prova. ------------------------------------------------------------------ Tipo di gas Simbolo del gas per categoria I2H I3 II12H II2H3 III ------------------------------------------------------------------ Gas di riferimento G 20 G 30 G 110 G 20 G 110 G 20 G 30 G 20 G 30 ------------------------------------------------------------------ 6.4 Pressione di prova I valori della pressione di prova cioe' della pressione di alimentazione al raccordo di arrivo del gas al generatore, sono dati nel prospetto IV. Prospetto IV - Pressioni di prova ------------------------------------------------------------------ Natura del gas Pressione normale minima massima mbar mbar mbar ------------------------------------------------------------------ Gas di riferimento G 110 8 6 15 Gas di riferimento G 20 18 15 23 Gas di riferimento G 30 30 25 35 ------------------------------------------------------------------ 6.5.Condotta delle prove 6.5.1 Prove per le quali e' necessario l'impiego di tutti i gas Le prove definite in 6.7 e 6.9 vengono effettuate con ciascuno dei gas di riferimento alle pressioni indicate nei punti precedenti. Per ciascuno di questi gas di riferimento e di queste pressioni, il bruciatore e' munito degli ugelli corrispondenti. 6.5.2 Altre prove Le altre prove sono effettuate solo con uno qualunque dei gas di riferimento della categoria alla quale appartiene il generatore (vedere 6.3.2.) ad una qualsiasi delle pressioni normali di prova indicate in 6.4 relative al gas di riferimento scelto. 6.6.Tenuta 6.6.1.Tenuta del circuito gas (esterna) La verifica della tenuta del circuito gas e' realizzata con aria alla temperatura ambiente ad una pressione di 150 mbar. Per la determinazione della fuga si utilizza un metodo volumetrico che consente la misura diretta dell'eventuale perdita con l'apparecchio di Bitzer, schematizzato nella fig. 2 (o dispositivo analogo) con una precisione tale che una fuga di 0,5 cm(elevato alla 3) possa essere apprezzata. Prima di effettuare la prova si deve chiudere l'afflusso del gas alla testa di combustione, nel punto di collegamento della linea gas al bruciatore. La prova dura 10 min e le misure vengono rilevate al 5o e al 10o minuto. La tenuta si controlla sia all'inizio sia al termine della prova, ma prima che sia stato effettuato un eventuale smontaggio degli organi interessati alla prova stessa. ----> Vedere Immagine a pag. 109 della G.U. <---- 6.6.2.Tenuta del circuito di combustione La prova viene effettuata sostituendo al bruciatore una piastra di chiusura e applicandone una seconda all'attacco del tubo di evacuazione dei prodotti della combustionequest'ultima deve essere munita di presa di pressione. Si mette in funzione il gruppo ventilante e dopo 20 min non si deve riscontrare alcun aumento di pressione nel circuito di combustione. Le due piastre applicate devono garantire la tenuta ermetica. La misura viene effettuata con micro manometro avente una sensibilita' di 0,01 mbar ----> Vedere Figura a pag. 110 della G.U. <---- 6.7 Potenza termica spesa. La potenza termica spesa e' la potenza ottenuta con il/i gas di riferimento alla/e pressione/i normale/i di prova, riportata nelle condizioni di riferimento (gas secco, a 15 C e 1013 mbar). La potenza termica spesa Qs in KW (riferita al volume di gas) e' data: Qs = 0,263 qvn Hvl dove: qvn e' la portata nominale in volume, in m(elevato alla 3)/h, a 15 C e 1013 mbar Hvi e' il potere calorifico inferiore, in MJ/m(elevato alla 3), a 0 C e 1013 mbar. La potenza termica spesa Qs in Kcal/h e' invece data da: Qs = 0,948 qvn Hvi dove: qvn e' la portata nominale in volume, in m(elevato alla 3)/h, a 15 C e 1013 mbar Hvi e' il potere calorifico inferiore, in Kcal/m(elevato alla 3), a 0 C e 1013 mbar. I valori ottenuti per le portate in volume devono essere corretti in modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti se il gas fosse stato conforme alle condizioni di riferimento all'uscita dell'ugello. La formula seguente tiene conto sia della correzione del flusso, sia della correzione del volume: qvc = qv radice quadrata di 1013 + p pa + p 288 d ---------------- --------- -------- --- 1013 1013 273 +tg dr dove: qvc e' la portata in volume nelle condizioni di riferimento qv e' la portata in volume misurata nelle condizioni di prova (pa P p e tg) pa e' la pressione atmosferica, in mbar p e' la pressione di alimentazione del gas, in mbar tg e' la temperatura del gas a monte del bruciatore, in C d e' la densita' relativa del gas di prova dr e' la densita' relativa del gas di riferimento. La potenza termica spesa Qs in KW (riferita alla massa di gas) e' data da Qs = 0,278 qmn Hml dove: qmn e' la portata nominale in massa, in Kg/h Hml e' il potere calorifico inferiore, di MS/Kg. La potenza termica spesa QS di KEAL/H E' invece data da: QS = qmm Hmi dove: qmm e' la portata nominale di messa, in Kg/h; Hml e' il potere calorifico inferiore, in Kcal/Kg. I valori ottenuti per le portate in massa devono essere corretti in modo da ridurli ai valori che si sarebbero realmente ottenuti se il gas fosse stato conforme alle condizioni di riferimento all'uscita dell'ugello. La formula seguente tiene conto della correzione del flusso: qmc = qm radice quadrata di 1013 + p 273 + tg dr ------------------- -------- ------ pa + p 288 d dove: qmc e' la portata in massa nelle condizioni di riferimento qm e' la portata in massa misurata nelle condizioni di prova (pa P p e tg). I simboli pa, p, tg. d e d hanno lo stesso significato di quelli che compaiono nella formula relativa alla portata in volume. I valori di qvc e qmc, ricavati con le formule indicate, sono quelli da confrontare con i valori di qvn e qmn che compaiono nelle formule relative alla potenza termica spesa. 6.8.Regolarita' di funzionamento. 6.8.1.Dispositivo di preventilazione. Il volume di aria di preventilazione viene determinato a freddo alla estremita' di un tubo di un metro di lunghezza applicato alla bocca i evacuazione dei prodotti della combustione. Quando e' previsto l'aspiratore dei prodotti della combustione il tubo di prova deve essere applicato a valle dell'aspiratore. La velocita' del flusso d'aria puo' essere misurata con anemometro, con tubo di Pitot o con apparecchi similari. Negli apparecchi con bruciatore provvisto di dispositivo di regolazione manuale dell'aria comburente, la prova deve essere effettuata con il dispositivo posto nella stessa posizione scelta durante la prova di combustione. 6.8.2.Tempi di sicurezza Le misure dei tempi di sicurezza (vedere 5.5.4.) si effettuano alla tensione e frequenza indicate dal costruttore. 6.9.Combustione 6.9.1.Generalita' Il generatore e' inizialmente regolato alla sua portata nominale alla pressione normale con il gas di riferimento. L'apparecchio di misura del CO utilizzato non deve essere influenzato dalla presenza di CO2 nei prodotti della combustione. Il contenuto percentuale di CO in volume nei prodoti della combustione secchi e senza aria e' dato da: CO CO = CO2 (teorico)-------- (relativi al campione analizzaro) CO2 dove CO e CO2 sono espressi in per cento in volume. In questo caso occorre determinare sui prodotti della combustione il diossido di carbonio e l'ossido di carbonio. Occorre inoltre conoscere l'analisi dei gas e determinare il CO2 teorico. I valori percentuali di CO2 teorico relativi ai gas di prova sono indicati nel prospetto seguente. Simbolo del gas G 110 G 20 G 30 Co2 (teorico) % 7,6 11,7 14 ---------------------------------------------------------------- Il tenore percentuale di CO riferito ai prodotti della combustione secchi e senza aria e' dato anche da: 21 CO = --------------- CO 21 - O2 dove O2 e CO sono i rispettivi tenori nel campione analizzato, espressi in per cento in volume. Questa formula puo' essere utilizzata quando non si conosce esattamente il CO2 teorico. 6.9.2 Prove in condizioni normali. 6.9.2.1.Generatori con evacuazione naturale dei prodotti della combustione. I generatori sono collocati in un ambiente convenientemente ventilato. Il prelievo dei prodotti della combustione si effettua mediante il dispositivo schematizzato in fig. 4 e disposto come indicato negli schemi di cui in fig. 5. ----> Vedere Figura a pag. 112 della G.U. <---- 6.9.2.2.Generatori con evacuazione forzata dei prodotti della combustione. Questi apparecchi vengono provati secondo le modalita' indicate in 6.9.2.1 applicando il tubo di prova a valle dell'eventuale aspiratore dei prodotti della combustione. 6.10.Rendimento Il rendimento viene determinato con il gas di riferimento alla pressione di prova quando si raggiunge l'equilibrio termico del generatore. L'equilibrio termico si ritiene raggiunto quando la variazione della differenza fra la temperatura dei prodotti della combustione e quella dell'ambiente t2 - t1 non e' maggiore di 3 C in 12 min e comunque di 5 C in 60 min. La temperatura dell'aria ambiente deve essere compresa fra 10 e 35 C. I generatori sono raccordati al tubo di prova lungo 1 m, secondo quanto indicato in fig. 5. ----> Vedere Figura a pag. 113 della G.U. <---- Il rendimento eta g riferito al potere calorifico inferiore H1 e' dato dalla formula: eta g = 100 - (q1 + q2) dove: q1 e' il calore dei prodotti della combustione secchi (in per cento) q2 e' il calore di riscaldamento del vapore d'acqua contenuto nei prodotti della combustione (in per cento). q1 e' dato dalla relazione: t2 - t1 q1 = C1 Vt 100 ----- Hi dove: C1 e' il calore specifico medio dei prodotti della combustione secchi dato dalle seguenti formule semplificate: CO2) C1 = 10 -3 (1,30 + 0,46 -----) in MJ(m3K) 100 CO2 C1 = 0,31 + 0,11 ------ in kcal/(m3 C) essendo CO2 il tenore percentuale in volume del diossido di carbonio nei prodotti della combustione Vt e' il volume dei prodotti della combustione secchi per unita' di volume di gas in m(elevato alla 3), dato da 100 volte il rapporto tra il volume di CO2 (Vco2) prodotto dalla combustione di 1 m(elevato alla 3) di gas e il tenore percentuale medio di CO2 nei prodotti della combustione (CO2) e cioe': Vco2 Vt = 100 ------ CO2 t2 e' la temperatura media dei prodotti della combustione in C t1 e' la temperatura media dell'aria ambiente in C H1 e' il potere inferiore del gas in MJ/m(elevato alla 3) (Kcal/m (elevato alla 3)) q2 e' dato dalla relazione: Hs - Hi q2 = 0,077 --------- (t2 - t1) Hi dove, oltre ai simboli il cui significato e' precisato per le formule precedenti, Hs e' il potere calorifico superiore del gas in MJ/m(elevato alla 3) (Kcal/m(elevato alla 3)). 6.11 Potenza termica globale La potenza termica globale Qg e' data dalla formula: eta g Qg = Qs ------ 100 6.12. Strumentazione Gli strumenti impiegati devono avere caratteristiche tali da rispettare i requisiti indicati nel prospetto seguente. ----------------------------------------------------------------- Grandezza Errore assoluto Errore relativo ----------------------------------------------------------------- CO2 0,2% ---- CO 0,005% ---- Hi ---- 1% lunghezze ---- 1% pressioni ---- 2% tempi ---- 2% temperature 1 C ---- 6.13 Presentazione dei risultati Il certificato di prova, stabilito per ciascun apparecchio, deve riportare: - la data di stesura del suddetto certificato - una descrizione sommaria del generatore unitamente ad un giudizio sulle caratteristiche costruttive - un'esposizione delle principali caratteristiche di funzionamento ottenute nel corso delle prove, comparate ai valori limite imposto - un riassunto delle prove indicanti, in particolare, le condizioni che non sono soddisfacenti - il nome del laboratorio e la firma del responsabile del laboratorio. 7. Targa e istruzioni 7.1.Targa Ciascun generatore deve portare in posizione visibile anche dopo essere installato una targa in cui siano indicati in caratteri indelebili: - il nome del costruttore e l'eventuale marca depositata - la sigla (codice o data o numero) che definisce il programma di fabbricazione e l'anno di costruzione - la designazione commerciale con la quale il generatore e' presentato al collaudo dal costruttore - la categoria - la potenza termica spesa e globale nominali in KW (Kcal/h) - la potenza elettrica nominale in KW dei ventilatori - la potenza elettrica nominale in KW dell'eventuale aspiratore dei prodotti della combustione - il tipo della corrente (monofase o trifase) e la tensione di alimentazione. Al momento della consegna, il generatore, se e' un gruppo termico, deve portare, applicata in posizione visibile e se possibile vicino alla targa, un'etichetta nella quale sia indicata la natura e la pressione del gas per il quale il generatore e' regolato. I generatori per condotti devono portare l'indicazione della pressione statica dell'aria disponibile alla sezione di uscita. La fornitura di parti destinate all'adattamento del generatore ad un diverso tipo di gas deve essere accompagnata da un'etichetta autoadesiva da attaccare sul generatore al momento della trasformazione. L'etichetta deve indicare il tipo e la pressione di gas per i quali il generatore sara' regolato. Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana. 7.2.Libretto di istruzioni. 7.2.1. Notizie di impiego e manutenzione. Il generatore deve essere corredato da un libretto di istruzioni per il suo uso e manutenzione. Il libretto di istruzioni destinato all'utente deve portare tutte le indicazioni necessarie affinche' il generatore possa essere utilizzato con sicurezza e razionalmente. In particolare devono essere dettagliate le manovre di accensione e riaccensione in caso di blocco del bruciatore e quelle relative alla pulizia e alla manutenzione. Il libretto stesso deve ricordare la necessita' di ricorrere ad un tecnico qualificato per la messa in opera del generatore e, in caso di necessita', per l'adattamento all'uso di altri gas. 7.2.2.Notizie tecniche di installazione e di regolazione. Le notizie tecniche di installazione e di regolazione, devono dare le seguenti istruzioni su: - sistema di raccordo e di installazione secondo le norme in vigore - eventuale fissaggio del generatore - organi di regolazione - montaggio dei pezzi di ricambio. Devono essere riportate inoltre le indicazioni relative alle distanze di installazione dalle pareti e dal soffitto. Le notizie tecniche devono portare l'indicazione della portata in volume o in massa a seconda dei tipi di gas utilizzabili a ogni indicazione relativa alle operazioni di regolazioni da effettuare per passare da un gas ad un altro e, per quanto concerne gli ugelli, i riferimenti previsti per ciascuno dei gas utilizzabili. Si devono mettere in rilievo le caratteristiche di funzionamento e di installazione specifiche dell'apparecchio e dare le istruzioni per quanto concerne la messa in opera e la manutenzione normale. Devono infine trattare brevemente delle condizioni di installazione, collegamento e di ventilazione dei locali (UNI 7129 e UNI 7131 ed altre disposizioni in vigore). 7.2.3.Redazione Tutte le indicazioni devono essere date in lingua italiana. Generatori di aria calda funzionanti a gas con bruciatore ad aria soffiata Prescrizioni di sicurezza (UNI 8125) Studio del progetto. - Gruppo di lavoro 5 "Generatori di aria calda a gas" della Commissione C3 "Riscaldamento" del CIG(Comitato italiano gas, federato all'UNI - Milano, viale Brenta, 27, 29) riunioni negli anni 1978 e 1979. Pubblicazione dell'inchiesta - 1 ago. e 31 ott. 1979. Esame dopo l'inchiesta - Consiglio di Presidenza del CIG, REFERENDUM DEL 22 FEB. 1980. Esame finale ed approvazione - Gruppo settoriale VI "impianti ed apparecchi utilizzatori" della Commissione Centrale Tecnica dell'UNI,riunione del 3 lug. 1980.Commissione Centrale Tecnica dell'UNI,riunione dell'8 lug. 1980. Ratifica - Presidente dell'UNI,delibera del 10 mag. 1982. foglio di aggiornamento No 1 all UNI 8125 (dic. 1982) Generatori di aria calda funzionanti a gas con bruciatori ad aria soffiata Prescrizioni di sicurezza Testo revisionato Al punto 4. 4. 2, alla fine aggiungere quanto segue. Fa 211 dic. 87 Nelle condizioni di funzionamento a regime, la pressione esistente nel circuito dell'aria da riscaldare all'interno del generatore deve essere in ogni caso maggiore di quella esistente nel circuito dei prodotti della combustione. Il testo del punto 5. 3. 2, deve essere sostituito con il seguente. FA 211 dic. 87 La differenza di temperatura tra la superficie esterna dell'involucro e l'aria ambiente non deve essere maggiore di 50 C. Da questa prescrizione sono esclusi il raccordo di evacuazione dei prodotti della combustione e tutti i punti situati a una distanza minore di 150 mm dal raccordo suddetto nonche' gli eventuali portelli della camera di combustione e tutti i punti situati ad una distanza minore di 150 mm da essi, qualora i portelli e detti punti siano protetti da contatti accidentali. Il testo del punto 5. 4. 2, deve essere modificato come segue. FA 211 dic. 87 Durante le prove effettuate in condizioni normali di tiraggio non e' ammessa alcuna uscita dei prodotti della combustione, se non dell'attacco del tubo di evacuazione al quale e' collegato il generatore. Nelle condizioni di prova indicate in 6. 6. 2 la fuga di aria compressa non deve essere maggiore di 3 m 3/h. sostituire 6.5.1. con 6.5. FA 211 dic. 87 Al punto 6.5.1. prima riga Il testo del punto 6. 6. 2, deve essere sostituito con il seguente. La prova viene effettuata occludendo l'attacco del bruciatore e del tubo di evacuazione dei prodotti della combustione, nonche' le eventuali altre aperture presenti; una piastra di chiusura deve essere munita di presa di pressione. Le piastre di chiusura devono garantire la tenuta ermetica ed essere indeformabili. L'apparecchio sara' da provare quindi collegato per tutta la durata della prova ad una sorgente di aria compressa, in modo da mantenere nell'apparecchio una pressione effettiva di 1,5 mbar; la pressione e' misurata nel punto di raccordo della sorgente di aria compressa con l'apparecchio. Il montaggio deve essere realizzato in modo tale da rilevare qualsiasi eventuale fuga dovuta ad un difetto di tenuta dello scambiatore di calore. La portata della fuga e' misurata con contatore (vedere fig. 3). ----> Vedere Figura a pag. 117 della G.U. <---- al punto 6. 7 sostituire la prima frase con la seguente. FA 211 dic. 87 La potenza termica spesa e' la potenza ottenuta con i gas di riferimento alla pressione normale di prova, riportata nelle condizioni di riferimento (gas secco, a 15 o C e 1 013 bar). Al punto 6. 9. 2. 2, sostituire il testo con il seguente. FA 211 dic. 87 Questi apparecchi vengono provati secondo le modalita' indicate in 6. 9. 2. 1, applicando il tubo di prova a monte dell'eventuale aspiratore dei prodotti della combustione. CDU 696.2 NORMA ITALIANA NOVEMBRE 1987 ==================================================================== CIG RETI DI DISTRIBUZIONE DEL GAS CON PRESSIONI U N I MASSIME DI ESERCIZIO MINORI O UGUALI A 5 7271 BAR PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E COLLAUDO ==================================================================== gas distribution netWorks With maximum Working pressures up to 5 mbar- Design, construction and testin Dimensioni in mm SOMMARIO 1. Scopo e campo di applicazione . . . . . . . . . . . . " 1 2. Termini e definizioni . . . . . . . . . . . . . . . . " 1 3. Criteri di prrogettazione . . . . . . . . . . . . . . " 3 3. 1. Specie delle condotte . . . . . . . . . . . . . . . . " 3 3. 2. Dimensionamento della rete . . . . . . . . . . . . . " 3 3. 3 Materiali costituenti la rete . . . . . . . . . . . . " 3 3. 4. Spessore dei tubi . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 3 3. 5. Installazione dagli organi accessori di rete . . . . " 5 4. Criteri di costruzione . . . . . . . . . . . . . . . " 7 4. 1. Giunzione dei tubi, dei raccordi e dei pezzi speciali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 7 4. 2. Cambiamenti di direzione . . . . . . . . . . . . . . " 7 4. 3. Diramazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 7 5. Criteri di posta in opera . . . . . . . . . . . . . . " 8 5. 1. Profondita' d'interamento . . . . . . . . . . . . . . " 8 5. 2. Letto di posa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 8 5. 3. Posa del tubo nello scavo - Reinterro . . . . . . . . " 8 5. 4. Protezione contro le sollecitazioni meccaniche esterne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 8 5. 5. Posa subacquea di condotte . . . . . . . . . . . . . " 8 5. 6. Posa con impiego di attrezzi speciali . . . . . . . . " 9 5. 7. Posa fuori terra . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 9 5. 8. Installazione su opere d'arte . . . . . . . . . . . . " 9 5. 9. Distanze dai fabbricati . . . . . . . . . . . . . . . " 9 5. 10. Opere di drenaggio e di protezione in relazione alle distanze minime di posa dai fabbricati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 10 5. 11. Interferenze con altri servizi interrati . . . . . . " 10 5. 12. Interferenze con linee tramviarie urbane . . . . . . " 11 5. 13. Interferenze con linee elettriche o telefoniche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 11 6. Protezione contro la corrosione . . . . . . . . . . . " 11 6. 1. Tubazioni interrate . . . . . . . . . . . . . . . . . " 11 6. 2. Tubazioni fuori terra . . . . . . . . . . . . . . . . " 11 6. 3. Verifica dell'integrita' del rivestimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 11 7. Collaudi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 11 7. 1. Prova a pressione . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 12 7. 2.Verifica del potenziale di protezione della rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 12 1.Scopo e campo di applicazione (1) 1) Per il gas naturale con densita' non maggiore di 0,8 sono fatte salve le disposizioni contenute nel Decreto del Ministero dell'interno 24 nov. 1984, pubblicato nel Supplemento Ordinario alla G. U. no 12 del 15 gen. 1985, e successive modificazioni. La presente norma prescrive i criteri da seguire per la progettazione, la costruzione ed il collaudo delle reti di distribuzione del gas con pressioni massime di esercizio minori o uguali a 5 mbar. I gas che possono alimentare tali reti sono: - gas naturale e G. P. L., tal quali o in miscela con aria o altri gas - gas sostitutivi del del gas naturale - gas di citta' manufatturato. 2.Termini e definizioni Per l'esatta interpretazione della presente norma valgono le definizioni riportate di seguito: 2. 1. rete di distribuzione del gas: Sistema di condotte, prevalentemente interrate, posate su suolo pubblico o privato che, partendo dall'impianto di produzione o dal punto di prelievo e/o riduzione e/o misura, consente la distribuzione del gas ai nuclei abitati ed alle case sparse fino agli impianti di derivazione di utenza, questi ultimi esclusi. 2. 2.nucleo abitato: Fabbricato o agglomerato di fabbricati la cui popolazione sia dell'ordine di 300 unita' o maggiore. 2. 3.case sparse: Fabbricato o agglomerato di fabbricati tali da non costituire un nucleo abitato. 2. 4.pressione massima di esercizio: Pressione massima relativa, misurata in mbar, alla quale puo' essere esercitata la rete. 2. 5.pressione di esercizio: Valore di pressione a cui una determinata rete viene normalmente esercita. Tale valore non puo' essere maggiore della pressione massima di esercizio. 2. 6.pressione di progetto: Valore di pressione adottato per il calcolo di dimensionamento delle condotte. 2. 7.condotta: Insieme di tubi, curve, raccordi ed accessori uniti tra loro per la distribuzione del gas. 2. 8.specie delle condotte: Classificazione delle condotte in base alla pressione massima di esercizio. 2. 9.diramazione: Punto di una condotta da cui si deriva un'altra condotta. 2. 10.intercettazione di linea:Punto di una condotta in cui, mediante opportuni organi (generalmente valvole), si realizza la possibilita' di intercettare il flusso del gas. 2. 11.scarico: Punto della condotta attrezzato per consentire lo svuotamento all'atmosfera di un tratto di tubazione qualora se ne determini la necessita'. 2. 12.spurgo: Punto della condotta attrezzato per consentire l'evacuazione di eventuali depositi di impurita' (liquido o particelle solide eventualmente depo sitate nella condotta). 2. 13.sfiato: Dispositivo atto a consentire l'evacuazione all'atmosfera di gas eventualmente presenti nei manufatti di protezione e/o drenaggio della condotta gas e a favorire la circolazione dell'aria all'interno degli stessi. 2. 14organo di raccolta condense: Dispositivo, corredato di spurgo, installato in punti opportuni della rete per raccogliere ed accumulare gli eventuali depositi di liquido presenti nella condotta gas. 2. 15presa di pressione: Punto della condotta attrezzato per il rilevamento della pressione del gas. 2. 16presa di potenziale: Punto della condotta attrezzato per il rilevamento del potenziale elettrico della tubazione rispetto al terreno o altro punto di misura. 2. 17.posto di protezione catodica: Punto attrezzato per la realizzare la protezione attiva della condotta (con anodi, corrente impressa, drenaggio elettrico, collegamento elettrico). 2. 18.sezionamento elettrico: Punto della condotta attrezzato per interrompere la continuita' elettrica della stessa pur mantenendone la continuita' meccanica e funzionale. 2. 19cameretta interrata: Manufatto realizzato sulla sede di posa o in prossimita' della tubazione interrata in corrispondenza di punti singolari, atto a contenere apparecchiattuure o installazioni accessorie della tubazione, per la cui manovra e' necessario l'accesso all'interno. 2. 20.pozzetto: Manufatto realizzato sulla sede di posa o in prossimita' della tubazione interrata in corrispondenza di punti singolari, atto a contenere le installazioni accessorie della tubazione, per la cui manovra non e' necessario l'accesso all'interno. 2. 21.profondita' d'interramento: Minima distanza intercorrente tra la superficie esterna del tubo e quella del terreno. 2. 22.distanza dai fabbricati: Distanza minima, misurata sul piano orizzontale, intercorrente tra la superficie esterna della condotta ed il perimetro del fabbricato. 2. 23opere di protezione: Manufatti (cunicoli, tubi guaina, piastre, ecc.) atti a proteggere la condotta da azioni esterne e/o/ ad isolarla dall'ambiente circostante in modo tale da consentire di ridurre, entro certi limiti, le distanze di posa dai fabbricati o da altri servizi interrati e la profondita' d'interramento. 2. 24.opere di protezione anticcorrosione: Rivestimenti delle tubazioni, impianti a corrente impressa, drenaggi elettrici, anodi galvanici, atti a proteggere la condotta da azioni corrosive chimiche ed elettrochimiche. 2. 25.opere di drenaggio: Zona di notevole permeabilita', costituita lungo la condotta, che permette il coinvolgimento all'atmosfera, mediante idonei dispositivi di sfiato, di eventuali perdite di gas della condotta. 2. 26.ancoraggi: Sistemi o manufatti ad impedire spostamenti o deformazioni anomale della condotta per le sollecitazioni interne e/o esterne. 2. 27.collaudo della rete: Complesso delle operazioni aventi lo scopo di accertare la corrispondenza dell'opera realizzata alle caratteristiche costruttive e funzionali previste dal progetto. 3.Criteri di progettazione 3. 1.Specie delle condotte Le reti di distribuzione gas oggetto della presente norma sono suddivise nelle specie seguenti: - 4a specie - condotte per pressione massima di esercizio oltre 1,5 fino a 5 bar - 5a specie- condotte per pressione massima di esercizio oltre o,5 fino a 1,5 bar - 6a specie- condotte per pressione massima di esercizio oltre 0,04 fino a 0,5 bar - 7a specie- condotte per pressione massima di esercizio fino a 0,04 bar. Nota- Le condotte di 1a, 2a e 3a specie per pressione massima di esercizio maggiore di 5 bar non sono oggetto della presente norma. 3. 2.Dimensionamento della rete Il dimensionamento della rete, inteso come la determinazione dei diametri delle condotte necessari e sufficienti ad assicurare il trasferimento della quantita' di gas necessaria, dovra' essere effettuato tenendo conto: 3. 2. 1. della dislocazione delle utenze che deriva dall'assetto urbanistico dell'agglomerato urbano da servire 3. 2. 2.della tipologia dell'utenza per la quale, ai fini della determinazione delle portate di gas, si dovranno individuare i consumi specifici, sia individuali sia collettivi, in funzione degli usi, delle attivita' economiche e delle condizioni climatiche 3. 2. 3.dei valori da adottare nella progettazione per quanto riguarda: a) le perdite di carico che devono essere contenute entro valori che consentano, per le condotte esercite a pressione maggiore di 0,04 bar, il corretto funzionamento dei gruppi di riduzione e che assicurino, per le condotte esercite a pressione minore o uguale a 0,04 bar, la pressione minima di esercizio ai fini delle utilizzazioni b) le velocita' del gas nelle condotte che devono essere tali da limitare trascinamenti di eventuali impurita' e fenomeni di rumorosita'. Le velocita' massime considerate sono dell'ordine di: - 4 a 5 m/s, per le condotte esercite a pressione minore o uguale a 0,04 bar - 10 a 15 m/s, per le condotte esercite a pressione maggiore di 0,04 bar e minore o uguale a 0,5 bar - 20 a 25 m/s, per le condotte esercite a pressione maggiore di 0,5 bar e minore o uguale a 5 bar 3. 2. 4.delle formule di calcolo dei diametri che devono essere scelte tra quelle normalmente in uso a seconda dei campi di pressione. Nel caso di reti complesse potra' essere opportuno utilizzare sistemi di calcolo su elaboratore. I parametri adottati in 3. 2. 1 a 3. 2. 4 dovranno essere esplicitamente indicati nel dimensionamento di progetto. 3. 3.Materiali costituenti la rete Tutti i componenti della rete devono essere realizzati con materiali idonei a conferire adeguate caratteristiche di funzionalita', durata e sicurezza per le condizioni d'impiego ed essere in accordo con le relative specifiche e prescrizioni citate nelle norme. I materiali ammessi all'impiego sono indicati nella UNI 9034 e nelle norme di riferimento in essa elencate. Nel prospetto I sono sinteticamente indicati i materiali ammessi all'impiego per le diverse specie di condotte. Prospetto I ------------------------------------------------------------------ Materiale Speciale della condotta 4a 5a 6a 7a ----------------------------------------------------------------- acciaio si si si si ghisa sferoidale si si si si ghisa grigia no no no si polietilene si* si** si si rame*** si si si si -----------------------------------------------------------------* fino ad una pressione massima di esercizio di 4 bar e fino a diametri esterni di 160 mm. ** fino a diametri esterni di 315 mm. **** fino a diametri esterni di 108 mm. ================================================================== Per l'acciaio, la ghisa sferoidale e la ghisa grigia valgono le norme elencate nella UNI 9034. 3. 4.Spessore dei tubi Lo spessore minimo dei tubi, inteso come spessore nominale diminuito della tolleranza garantita di fabbricazione, in relazione al materiale costituente ed alla specie della condotta, non deve essere minore dei valori indicati nei prospetti da II a VI. 3. 4. 1.tubi di acciaio Prospetto II - Spessore minimo (t min) ammesso per le condotte di 4a - 5a - 6a e 7a specie in relazione al diametro esterno dei tubi (Da) ------------------------------------------------------------------ DN 15 20 25 32 40 50 65 De 21,3 26,9 33,7 42,4 48,3 60,3 73 tmin 1,8 1,8 2,3 2,3 2,3 2,3 2,6 ------------------------------------------------------------------ DN 65 80 100 100 125 125 150 De 76,1 88,9 101,6 114,3 139,7 141,3 159 tmin 2,6 2,6 2,6 2,6 2,6 2,6 2,6 ------------------------------------------------------------------ DN 150 150 200 200 250 300 350 De 165,1 168,3 193,7 219,1 273 323,9 355,6 tmin 3,5 3,5 3,5 3,5 3,5 3,5 4,5 ------------------------------------------------------------------ DN 350 400 400 450 500 550 600 De 368 406,4 419 457 508 559 610 tmin 4,5 4,5 4,5 4,57 5,08 5,59 6,1 ------------------------------------------------------------------ DN 650 700 750 800 850 900 1000 De 660 711 762 813 864 914 1016 tmin 6,6 7,11 7,62 8,13 8,64 9,14 10,16 ------------------------------------------------------------------ Nota - I diametri elencati nel prospetto II sono stati definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e relative norrme in essa elencate (di cui il prospetto costituisce una sintesi). Per i tubi con De 1016 mm, lo spessore minimo ammesso non puo' essere minore di 1% De. Gli spessori minimi sopraindicati non valgono per tubi da filettare per i quali deve essere prevista una opportuna maggiorazione dello spessore. 3. 4. 2.Tubi di ghisa sferoidale Prospetto III - Spessore minimo (Tmin) ammesso per le condotte di 4a - 5a - 6a e 7a specie in relazione al diametro esterno (De), per i tubi fabbrificati per centrifugazione. ------------------------------------------------------------------ DN 40 50 60 65 80 100 125 150 De 56 66 77 82 98 118 144 170 tmin* 4,6 4,6 4,6 4,6 4,6 4,7 4,8 4,9 ------------------------------------------------------------------ DN 200 250 300 350 400 500 600 700 De 222 274 326 378 429 532 635 738 tmin* 4,9 5,3 5,6 6,1 6,4 7,2 8,0 8,8 ------------------------------------------------------------------ DN 800 900 1000 --- --- --- --- --- De 842 945 1048 --- --- --- --- --- tmin* 9,6 10,4 11,2 --- --- --- --- --- ------------------------------------------------------------------ * Nel caso di tubi colati in forma di sabbia o in conchiglia, lo spessore minimo ammesso puo' essere ulteriormente ridotto di 1mm per tutti i diametri indicati. ------------------------------------------------------------------ Nota - I diametri elencati nel prospetto III sono stati definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e relative norme in essa elencate. 3. 4. 3.Tubi di ghisa grigia Prospetto IV - Spessore minimo (Tmin) ammesso per le condotte di 7a specie in relazione al diametro esterno dei tubi (De) ------------------------------------------------------------------ DN 80 100 125 150 200 250 300 De 98 118 144 170 222 274 326 tmin 5,8 6,1 6,5 6,9 7,7 8,5 9,3 ------------------------------------------------------------------ DN 350 400 500 600 --- --- --- De 378 429 532 635 --- --- --- tmin 10,1 10,9 12,5 14,0 --- --- --- ------------------------------------------------------------------ Nota - I diametri elencati nel prospetto IV sono stati definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e relative norme in essa elencate. 3.4.4. Tubi di polietilene Prospetto V - Spessore minimo (tmin) ammesso in relazione alla specie della condotta ed al diametro dei tubi ------------------------------------------------------------------ tmin. DN = De 4a 5a 6a e7a * ** ** ------------------------------------------------------------------ 20 3,0 --- --- 25 3,0 --- --- 32 3,0 --- --- 40 3,7 3,0 --- 50 4,6 3,0 --- 63 5,8 3,6 --- 75 6,9 4,3 --- 90 8,2 5,1 --- 110 10,0 6,3 --- 125 11,4 7,1 --- 140 12,8 8,0 --- 160 14,6 9,1 6,2 -------------- 180 10,2 7,0 200 11,4 7,7 225 12,8 8,7 250 14,2 9,7 280 impiego 15,9 10,8 315 non 17,9 12,2 335 consentito ------------- 13,7 400 impiego 15,4 450 non 17,4 500 consentito 19,3 560 21,6 630 24,3 ------------------------------------------------------------------ * La pressione massima di esercizio e' limitata a 4 bar. ** Per i diametri di cui non sono indicati gli spessori minimi, valgono quelli della specie superiore. ------------------------------------------------------------------ Nota - I diametri elencati nel prospetto V sono stati definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e relative norme in essa elencate. 3.4.5. Tubi di rame PROSPETTO V - Spessore minimo (tmin) ammesso per le condotte di 4a 5a - 6a - 7a specie in relazione al diametro esterno dei tubi (De). ------------------------------------------------------------------ De 22 28 35 42 54 tmin 1,68 1,68 1,68 1,68 1,68 ------------------------------------------------------------------ De 64 76,1 88,9 108 --- tmin 1,68 2,1 2,1 2,5 --- ------------------------------------------------------------------ Nota - I diametri elencati nel prospetto VI sono stati definiti con riferimento a quanto previsto nella UNI 9034 e relative norme in essa elencate. 3.5. Installazione degli organi accessori di rete. 3.5.1. Organi d'intercettazione di linea Sulle condotte di 4a e 5a specie, devono essere installati organi di intercettazione in modo da consentire l'intercettazione del gas in tratte di lunghezza massima di 2 Kmdevono essere installati organi di intercettazione anche in corrispondenza delle diramazioni di maggiore importanza. Sulle condotte di 4a e 5a specie, costituenti una rete magliata, gli organi di intercettazione devono essere installati in modo ed in numero tale da limitare al minimo il tempo necessario per mettere fuori servizio un tratto di rete in casso di emergenza. La distanza tra detti organi d'intercettazione dovra' essere stabilita in relazione alla specie della condotta, alle dimensioni ed alla struttura della rete ed alla tipologia dell'utenza. Sulle condotte di 6a e 7a specie non e' prevista l'installazione sistematica di organi d'intercettazione che comunque potranno essere previsti in relazione alle esigenze ed opportunita' funzionali della rete. In ogni caso gli organi d'intercettazione devono essere facilmente accessibili e manovrabili. 3.5.2. Scarichi Sulle condotte di 4a e 5a specie deve essere installato almeno uno scarico per ogni tronco ottenuto dal sezionamento di cui in 3.5.1, per consentire di procedere allo svuotamento del tratto di condotta qualora se ne determini la necessita' e per l'eventuale insufflaggio di gas inerte. Sulle condotte di 6a e 7a specie l'installazione degli scarichi potra' essere stabilita in relazione alla presenza degli organi d'intercettazione ed alle effettive necessita' funzionali della rete. Gli scarichi devono essre installati in punti della rete (preferibilmente nelle vicinanze delle intercettazioni di linea), tali da consentire l'effettuazione delle operazioni di scarico senza pregiudizio alla sicurezza di persone o di cose. Gli scarichi devono essere dimensionati in relazione al diametro delle condotte da cui essi derivano, devono essere corredati di organo d'intercettazione e muniti, alle estremita' di scarico, di dispositivi che consentano sia il collegamento di apparati mobili di scarico sia l'applicazione di chiusure di sicurezza (flange cieche, tappi, chiusure rapide, ecc.). 3.5.3. Organi di raccolta condense. Gliorgani di raccolta condense devono essere installati sulle condotte destinate alla distribuzione di gas che possono dare origine, in relazione alla loro composizione e/o trattamenti di condizionamento, a formazione di condense. 3.5.4. Spurghi Gli spurghi devono essere installati in corrispondenza degli organi di raccolta condense e nei casi in cui, per le particolari condizioni di posa, sia ipotizzabile la formazione di depositi. 3.5.5. Compensatori di dilatazione I compensatori di dilatazione, devono essere installati in tutti i casi in cui la condotta gas puo' essere soggetta a sollecitazioni, oltre i valori sopportabili della condotta, derivanti dalle variazioni di temperatura della condotta stessa e del manufatto di sostegno. In particolare, l'opportunita' di installare i compensatori di dilatazioni deve essere verificata nei casi in cui la condotta sia posata fuori terra. La compensa delle dilatazioni puo' essere ottenuta mediante geometria della condotta oppure con specifici organi di compensazione. 3.5.6. Ancoraggi L'ancoraggio della condotta deve essere realizzato:a) in tutti i casi in cui e' necessario impedire movimenti della tubazioni (per es. posa fuori terra, posa subacquea, ecc.) b) per le condotte di tutte le specie, nel caso di posa in terreni in pendenza quando, in relazione alla natura del terreno stesso ed alla lunghezza della tratta interessata, la spinta della stessa tratta non possa essere assorbita dal terreno c) per le condotte di 4a e 5a specie, nel caso di tubazioni realizzate con giunti non idonei a sopportare sollecitazioni assiali. Gli ancoraggi possono essere di tipo meccanico oppure costituiti da blocchi di calcestruzzo. Nel caso di posa subacquea l'ancoraggio del tubo puo' essere sostituito dall'appesantimento dello stesso, realizzato con l'applicazione di uno strato continuo di calcestruzzo armato o con una maggioranza dello spessore del tubo. 3.5.7. Opere di protezione. Le opere di protezione devono essere adottate: a) nel caso di condotte 4a e 5a specie, quando la condotta gas viene posata ad una distanza minore dei valori prescritti da fabbricati e/o canalizzazioni interrate contenenti altri servizi; in tal caso deve essere assicurata una adeguata impermeabilita' al gas dell'opera di protezione verso l'esterno. b) per tutte le specie delle condotte, quando la condotta e' interrata ad una profondita' minore dei valori prescrittiin tal caso deve essere verificata la resistenza dell'opera di protezione alle sollecitazioni meccaniche esterne. 3.5.8. Sfiati Gli sfiati devono essere installati: a) sulle opere di drenaggio e sulle opere di protezione destinate a consentire la riduzione della distanza dai fabbricati b) sulle opere di protezione destinate a consentire la riduzione della distanza dalle canalizzazioni interrate nel caso di posa in parallelismo per lunghezze maggiori a 150 m. Laddove e' prevista l'installazione degli sfiati, questi dovranno essere in numero di uno per tratti di lunghezza minore o uguale a 30 m e di almeno due per tratti di lunghezza maggiore e quando le condizioni di posa lo consigliano. Gli sfiati sono costituiti da tubo di diametro interno non minore di 30 mm, devono essere corredati di terminale munito di rete tagliafiamma e devono essere realizzati in modo tale da non consentire l'entrata dell'acqua in caso di pioggia. Per gas con densita' relativa all'aria non maggiore di 0,8, gli sfiati devono soddisfare le condizioni seguenti: a) per sfiati destinati ad evacuare il gas, l'altezza del tubo di sfiato non dovra' di regola essere minore di 2 m rispetto al piano di campagna b) per sfiati destinati a favorire la circolazione dell'aria, l'altezza del tubo di sfiato non dovra' di regola essere maggiore di 0,70 m rispetto al piano di campagna. Per i gas con denssita' relativa all'aria maggiore di 0,8, qualora non sia realizzabile uno sfiato tale da salvaguardare le condizioni di sicurezza in caso di fuoriuscita del gas, le opere di protezione dovranno essere corredate di appositi scarico convogliato. 4. Criteri di costruzione 4.1. Giunzione dei tubi, dei raccordi e dei pezzi speciali. La giunzione dei tubi, dei raccordi e dei pezzi speciali per la formazione delle condotte deve essere realizzata, a seconda dei materiali impiegati, con le modalita' descritte di seguito. Giunzioni tra materiali diversi devono essere realizzate mediante idonei pezzi speciali. 4.1.1. Tubi di acciaio La giunzione tra elementi di acciaio deve essere realizzata di regola mediante saldatura di testa eseguita con procedimento elettrico ad arco. Nel caso di condotte di 6a e 7a specie e' ammessa la giunzione per saldatura a bicchiere. E' ammessa la saldatura ossiacetilenica limitatamente ai tubi con De " 60,3 mm nel caso di condotte di 4a e 5a specie ed ai tubi. Con da L. 114,3 mm nel caso di condotta di 6 ove 70 specie. Nel caso di effettiva e inderogabile necessita' funzionale dell'impianto sono ammessi collegamenti meccanici mediante flange e filettature a condizioniche siano soddisfatte le esigenze di resistenza meccanica e di tenuta alla pressione, con le limitazioni seguenti: - per le condotte di 4a e 5a specie, le giunzioni flangiate e filettate (queste ultime solo per De " 60,3 mm) sono ammesse unicamente per le installazioni non interrate., - per le condotte di 6a e 7a specie, le giunzioni filettate sono ammesse per De " 114,3 mm. 4.1.2 Tubi di ghisa La giunzione dei tubi deve essere del tipo a bicchiere con giunto elastico a serraggio meccanico o automatico. Nel caso di condotte 4a e 5a specie devono essere adottate misure atte ad impedire lo sfilamento. La giunzione dei raccordi e degli accessori deve essere realizzata mediante giunto elastico a serraggio meccanico o automatico o mediante giunto di flangia. 4.1.3. Tubi di polietilene La giunzione degli elementi di polietilene puo' essere realizzata mediante: - saldatura di testa - saldatura per elettrofusione saldatura a bicchiere, limitatamente ai diametri non maggiori di 125 mm; Nei casi di effettiva necessita' funzionale dell'impianto, sono ammessi collegamenti mediante flange e/o raccordi mettallici o metallo/plastici a condizione che siano soddisfatte le esigenze di resistenza e di tenuta alla pressione del gas. 4.1.4. Tubi di rame La giunzione degli elementi di rame di regola deve essere utilizzata mediante brasatura capillare forte. Collegamenti mediante raccordi mettalici a serraggio meccanico sono ammessi nel caso di installazione fuori terra e a vista o ispezionabili. Non sono ammessi raccordi meccanici con elementi di materiale non metallico. 4.2. Cambiamenti di direzione I cambiamenti di direzione, sia sul piano orizzontale sia sul piano verticale, devono essere realizzati con l'impiego di idonea raccorderia realizzata in materiale di regola corrispondente a quello dei tubi ed in ogni caso conforme alle specifiche indicate in 3.3. Nel caso di tubazioni di acciaio e' ammesso l'impiego di curve ricavate da tubo con procedimento di formatura a freddo purche' il raggio di curvatura non sia minore di: - 10 volte il diametro per De minori o uguali a 60,3 mm - 38 volte il diametro per De maggiori di 60,3 mm. Nel caso di tubi saldati longitudinalmente, nel corso della formatura della curva si dovra' orientare la saldatura secondo l'asse neutro della curva. E' anche ammesso l'impiego di curve a spicchi o settori a condizione che l'angolo del settore sia minore di 25o e la larghezza del settore, misurata sull'intradosso della curva, sia maggiore di un diametro del tubo. Anche nel caso di tubazioni di rame e' ammesso l'impiego di curve ricavate da tubo, purche' il grado di ovalizzazione sia minore del 5% inteso come rapporto tra la differenza tra il diametro maggiore e quello minore ed il diametro maggiore. Nel caso di condotte di polietilene sono ammessi cambiamenti di direzione utilizzando le caratteristiche di flessibilita' del tubo purche' il raggio di curvatura non sia minore di 20 volte il diametro del tubo stesso. 4.3. Diramazioni Le diramazioni saranno realizzate con l'impiego di raccordi a T di materiale di regola analogo a quello dei tubi ed in ogni caso conforme alle specifiche indicate in 3.3. Nel caso di tubazioni di acciaio e' ammesssa l'esecuzione della diramazione mediante collegamento diretto tra il tubo di diramazione ed il tubo principale uniti mediante saldatura, purche' siano salvaguardate, anche con l'eventuale impiego di rinforzi, le condizioni di resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Analogamente, la procedura del collegamento diretto mediante saldatura e' ammessa per la tubazione di ghisa sferoidale, purche' il rapporto tra i diametri della tubazione derivata e della tubazioni principale non sia maggiore di 0,5 e siano salvaguardate le condizioni di resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Le operazioni di saldatura devono essere eseguite secondo regole di buona tecnica. Per le condotte di 6a e 7a specie di ghisa e' ammesso l'impiego di raccordi con derivazioni flangiata, del tipo a manicotto aperto longitudilmente a serraggio meccanico e tenuta alla pressione con guarnizioni. Nel caso di condotte di polietilene, e' ammessa l'esecuzione di diramazioni tramite l'applicazione sulla condotta principale di pezzi speciali elettrosaldabili. 5. Criteri di posa in opera 5.1. Profondita' d'interramento Le tubazioni devono di regola essere interrate. La profondita' minima d'interramento, in funzione della specie, del tipo di materiale della condotta e della sede di posa non deve essere di regola minore dei valori indicati nel prospetto VII. Nei casi in cui le condotte posate in sede stradale non possono essere interrate alle profondita' minime indicate nel prospetto VII e' consentita una profondita' minore, purche' si provveda alla protezione della condotta secondo le modalita' indicate in 5.4, in modo tale da garantire condizioni di sicurezza equivalenti a quelle ottenibili nelle condizioni di normale interramento indicate nel prospetto VII. Qualora le condizioni di posa siano tali da non consentire la