(all. 3 - art. 1)
                                                         ALLEGATO III

                    ANALISI E VALUTAZIONI RELATIVE
               ALLA SICUREZZA DI ATTIVITA' INDUSTRIALI
                   A RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI
                            DICHIARAZIONI

                                INDICE

1.       LINEE GUIDA PER LA DICHIARAZIONE
1.1.     Dati Identificativi e Ubicazione dell'Impianto
1.1.1.   Dati generali
1.1.2.   Localizzazione e identificazione dell'impianto
1.2.     Informazioni Relative all'Impianto
1.2.1.   Struttura organizzativa
1.2.2.   Descrizione delle attivita'
1.2.3.     Analisi  preliminare  per  individuare  aree  critiche  di
attivita' industriale
1.3.     Sicurezza dell'Impianto
1.3.1.   Sanita' e sicurezza dell'impianto
1.3.2.   Reazioni incontrollate
1.3.3.   Dati meteorologici e perturbazioni geofisiche, meteomarine e
cerauniche
1.3.4.   Interazione con altri impianti
1.3.5.   Analisi delle sequenze degli eventi incidentali
1.3.6.   Stima delle conseguenze degli eventi incidentali
1.3.7.     Descrizione  delle  precauzioni  assunte per prevenire gli
incidenti
1.3.8.   Precauzioni progettuali e costruttive
 1.3.9.   Sistemi di rilevamento
1.4.     Condizioni di Emergenza e Relativi Apprestamenti
1.4.1.   Sostanze emesse
1.4.2.     Effetti  indotti  su  impianti  a  rischio  da  incendio o
esplosione
1.4.3.   Sistemi di contenimento
1.4.4.   Manuale operativo
1.4.5.   Segnaletica di emergenza
1.4.6.   Fonti di rischio mobili
1.4.7.   Misure per evitare cedimenti catastrofici
1.4.8.   Sistemi di prevenzione ed evacuazione in caso di incidente
1.4.9.   Restrizioni per l'accesso agli impianti
1.4.10.  Misure contro l'incendio
1.4.11.  Situazioni di emergenza e relativi piani
1.5.     Misure Assicurative e di Garanzia per i Rischi

2.       MODALITA' DI CONDIZIONE DELL'ANALISI DEGLI INCIDENTI
2.1      Generalita'
2.2      Identificazione degli Eventi
2.3      Analisi di Sicurezza
2.4      Valutazione delle Conseguenze
2.5      Elementi per la Predisposizione dei Piani di Emergenza.

1.       LINEE GUIDA PER LA DICHIARAZIONE
1.1.     Dati Identificativi e Ubicazione dell'Impianto
1.1.1    Dati generali
1.1.1.1   Ragione sociale e indirizzo del fabbricante (sede sociale).
1.1.1.2    Denominazione  ed  ubicazione  dell'impianto  o  deposito.
Indicare latitudine e longitudine dell'impianto.
         Direttori responsabili.
1.1.1.3    Individuazione   del   responsabile   della  progettazione
esecutiva dell'impianto e del responsabile della dichiarazione
1.1.2    Localizzazione e identificazione dell'impianto
1.1.2.1   Corografia  della  zona  in scala non inferiore a 1: 25.000
sulla quale si e' evidenziato il perimetro dello  stabilimento.  Tale
mappa  dovra'  comprendere  un'area  avente  un raggio di almeno 5 km
attorno all'installazione.
1.1.2.2   Posizione  dell'impianto  su una mappa dettagliata in scala
non inferiore a 1: 2.000 che descriva lo stabilimento industriale nel
suo complesso.
1.1.2.3   Piante  e sezioni dell'impianto in scala non inferiore a 1:
500, con eventuali particolari significativi in scala non inferiore a
1: 200.
1.2      Informazioni Relative all'Impianto
1.2.1    Struttura organizzativa.
La  struttura  organizzativa  deve  essere  rappresentata in forma di
diagramma ove sono mostrate le linee di comunicazione  e  interazione
tra   le  persone  incaricate  della  conduzione  dell'impianto,  dal
direttore dell'installazione fino al capo reparto.
1.2.2    Descrizione delle attivita'
1.2.2.1   Per la descrizione delle attivita' soggette a dichiarazione
riferirsi a:
-  qualsiasi  operazione  effettuata  in  impianti industriali di cui
all'All. I al DPR 175/88 che comporti o possa comportare l'uso di una
o  piu'  sostanze  pericolose  elencate  nell'All. III al DPR 175/88,
l'uso di una o piu' sostnze dell'All. IV al DPR  175/88  identificate
nell'art. 2 e per le quantita' superiori ai limiti di soglia definiti
nell'art.  3,  nonche'  il  trasporto  effettuato  all'interno  dello
stabilimento  per  ragioni  interne  ed  il  deposito connesso a tale
operazione all'interno dello stabilimento, qualsiasi  altro  deposito
effettuato nelle condizioni specificate nell'All. II al DPR 175/88
1.2.2.2   Precisare il codice di attivita' secondo la classificazione
dell'allegato  IV  all'O.M.  21  febbraio  1985  del  Ministro  della
Sanita'.
1.2.2.3    Descrivere   la   tecnologia   di   base   adottata  nella
progettazione del processo.
1.2.2.3.1  Nel  caso di processo tecnologico di tipo nuovo, precisare
l'organismo che lo ha sviluppato, lo stato attuale  delle  conoscenze
tecnico-scientifiche  al  riguardo  e gli studi effettuati al fine di
rendere minimi i rischi comportati dal processo stesso.
Specificare  se i progettisti hanno gia' prodotto impianti simili. In
caso affermativo precisare quando, dove e in che numero.
1.2.2.4  Fornire lo schema a blocchi per le materie prime che entrano
e dei prodotti che escono dall'impianto  con  la  precisazione  delle
modalita'  di  trasporto  anche  all'interno  dello  stabilimento e i
relativi regimi di temperatura, pressione e portata.
Si  dovra' inoltre fornire uno schema di processo semplificato con la
specificazione dei collegamenti tra i singoli apparecchi o componenti
dell'impianto  e  tra  l'impianto  stesso  e gli altri impianti dello
stabilimento, con la precisazione delle quantita' totali di  sostanze
presenti nell'attivita' in esame.
1.2.2.5  Indicare la capacita' produttiva dell'impianto.
1.2.2.6   Fornire  informazioni  relative  alle  sostanze  adoperate,
immagazzinate  o  prodotte  in  condizioni  normali  o  che   possono
svilupparsi   in   circostanze  anomale  prevedibili.  I  dati  e  le
informazioni   sono   quelle   previste   nell'All.   I,    paragrafi
dall'1.B.1.2.6.1. all'1.B.1.2.6.6.
1.2.3.     Analisi  preliminare  per  individuare  aree  critiche  di
attivita' industriale.
Al  fine  di  individuare  le  aree critiche dell'attivita' in esame,
devono essere evidenziati tutti i fattori numerici delle singole voci
elencate  nella  tabella  1  dell'All.  II,  partendo dai concetti di
suddivisione  in  unita'   dell'impianto,   scelta   della   sostanza
dominante,  etc.  in accordo con lo schema logico del citato Allegato
II.
In  particolare per ogni unita' dovranno essere fornite le scelte (ad
es. sostanza predominante dell'unita'), le valutazioni dei  parametri
e le relative motivazioni.
Per  ciascuna unita' possono inoltre essere eventualmente indicate le
misure di sicurezza volte a ridurre  il  numero  di  incidenti  e  la
dimensione  potenziale  degli  stessi,  scegliendole tra gli elementi
proposti nell'All. II.
Esse possno essere riportate nello stesso modulo fornito nella tab. 1
del citato All. II.
I  valori indicati nell'All. II, relativi a misure di sicurezza, sono
da intendersi come valori guida,  suscettibili  di  variazione  sulla
base  della  verifica  di  adeguatezza  di dette misure attraverso le
analisi richieste nel cap. 2, nonche'  delle  valutazioni  specifiche
effettuate  in  accordo  con  l'esperienza  e la normativa in materia
antincendio del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.
1.3      Sicurezza dell'Impianto
1.3.1    Sanita' e sicurezza dell'impianto
Specificare   qualsiasi   problema   noto   di  sanita'  e  sicurezza
generalmente  connesso  con   questo   tipo   di   impianti   nonche'
l'esperienza  storica  e  le  fonti  di  informazione  relative  alla
sicurezza di impianti similari, con riferimento alla possibilita'  di
insorgere di incendi, esplosioni ed emissioni di sostanze pericolose.
1.3.2    Reazioni incontrollate
Eventuali   reazioni   fortemente   esotermiche   e/o   difficili  da
controllare a causa dell'elevata velocita' di reazione devono  essere
evidenziate specificando le condizioni alle quali esse si verificano,
nonche' i sistemi predisposti per controllarle.
1.3.3    Dati metereologici e perturbazioni geofisiche, meteomarine e
cerauniche.
1.3.3.1   Fornire dati sulle condizioni metereologiche prevalenti per
la zona con particolare riferimento alla velocita' e  alla  direzione
dei   venti   e  alle  condizioni  di  stabilita'  dell'aria  e,  ove
disponibili, dati storici relativi ad un periodo di almeno 5 anni.
1.3.3.2    Specificare,   ove   disponibile,   una  cronologia  delle
perturbazioni geofisiche, meteomarine e cerauniche  del  luogo  quali
terremoti, inondazioni, trombe d'aria, fulmini.
Per i terremoti si fa riferimento alla classificazione del territorio
nazionale secondo il D.M. 3  marzo  1975  del  Ministero  dei  Lavori
Pubblici e successivi aggiornamenti.
I  valori  del  numero  di  fulminazioni  a  terra per anno e per km2
potranno riferirsi  alla  classificazione  del  territorio  nazionale
secondo le norme C.E.I. 81-1.
Per   quanto  riguarda  le  perturbazioni  geofisiche  e  meteomarine
potranno utilizzarsi le  informazioni  disponibili  presso  gli  enti
pubblici a tal fine competenti in materia.
1.3.4    Interazioni con altri impianti
Dovranno  essere  considerati i possibili effetti che altre attivita'
industriali  nell'area  delle  stesso   fabbricante   possano   avere
sull'impianto  nell'eventualita'  di  un  incidente  che si verifichi
nelle stesse installazioni.
1.3.5    Analisi della sequenza degli eventi incidentali.
1.3.5.1   Le modalita' di esecuzione delle analisi ai sensi del comma
2 all'art. 6 sono decritte nel cap. 2.
1.3.5.2   Nel  caso  di  effettuazione  dell'analisi  di  cui al par.
1.3.5.1 indicare l'ubicazione dei punti  critici  dell'impianto,  con
riferimento alle planimetrie di cui al par. 1.1.2.3.
1.3.6    Stima delle conseguenze degli eventi incidentali
Riferirsi al par. 1.3.5.1.
1.3.7      Descrizione  delle  precauzioni  assunte per prevenire gli
incidenti.
1.3.7.1   Indicare le precauzioni ritenute sufficienti ad evitare gli
eventi incidentali o quanto meno a minimizzarli:
-  dal punto di vista impiantistico: dispositivi di blocco e allarme,
strumentazione di sicurezza, valvole di  sezionamento  telecomandate,
etc.;
-  dal  punto  di  vista  operativo: controlli sistematici delle zone
critiche, programmi di manutenzione e ispezione  periodica,  verifica
di sistemi di sicurezza e blocchi, etc..
1.3.7.2   Descrivere  le  precauzioni  e  i coefficienti di sicurezza
assunti nella progettazione  delle  strutture  con  riferimento  alla
ventosita'   ed   eventuale   sismicita',   nonche'   i   criteri  di
progettazione assunti per i componenti critici dell'impianto e  delle
sale  di  controllo  per  far  fronte  ad  eventi  quali esplosioni e
irraggiamenti  termici  che,   verosimilmente,   possono   originarsi
nell'impianto  in  esame o in impianti ad esso limitrofi dello stesso
fabbricante.
Le  precauzioni  e  i  coefficienti di sicurezza devono essere quelli
previsti in leggi, regolamenti  (ove  esistenti)  o  norme  di  buona
tecnica riguardanti ad esempio:
- l'edilizia antisismica per le zone classificate;
-   gli   impianti   di  protezione  dalle  scariche  atmosferiche;-i
rivestimenti di protezione delle strutture e apparecchiature ai  fini
dei requisiti di resistenza al fuoco;
- le sale di controllo a prova di esplosione esterna.
1.3.8    Precauzioni progettuali e costruttive
1.3.8.1    Indicare   le  norme  e/o  i  criteri  utilizzati  per  la
progettazione degli impianti elettrici, dei sistemi di strumentazione
di  controllo  e  degli  impianti  di  protezione  contro le scariche
atmosferiche e le cariche elettrostatiche,  dei  sistemi  di  scarico
della  pressione  per  i  recipienti  di  processo,  i  serbatoi e le
tubazioni.
1.3.8.2   Indicare  la  posizione  sulla  planimetria  di  tutti  gli
scarichi  funzionali   alll'atmosfera   di   prodotti   tossici   e/o
infiammabili,  specificando  per  ognuno  la  quota  di emissione, la
portata e la composizione di ciascuno scarico e la  zona  interessata
dalle eventuali radiazioni termiche.
In  particolare  dovranno  essere  forniti i criteri di progettazione
ponendo in relazione le ipotesi assunte per  le  massime  portate  di
scarico  da  smaltire  contemporaneamente  col  dimensionamento delle
linee,   evidenziando   se    siano    considerate    le    eventuali
incompatibilita'  dei  fluidi  da  scaricare  nella  stessa  linea di
convogliamento e l'effetto della  contropressione  nei  riguardi  del
calcolo dei dispositivi di sicurezza.
1.3.8.3   Indicare  se  esiste  la  possibilita'  di  controllare  il
funzionamento delle valvole di sicurezza e dei sistemi di blocco  con
l'impianto  in  marcia senza compromettere la sicurezza dell'impianto
stesso.
1.3.8.4   Indicare  le norme e/o i criteri utilizzati per il progetto
dei recipienti, dei serbatoi, e delle tubazioni (ISPESL,  API,  ASME,
DIN, ASTM, ANSI, etc.).
1.3.8.5   Indicare  i  criteri  di  protezione  dei contenitori delle
sostanze pericolose dalla possibile azione di sostanze corrosive, ove
sono  immagazzinate  le  sostanze corrosive e gli elementi in base ai
quali sono stati determinati i sovraspessori  di  corrosione  per  le
apparecchiature potenzialmente interessate.
Specificare  la  frequenza  prevista  per  le  ispezioni  tendenti  a
valutare lo stato di conservazione delle suddette apparecchiature.
1.3.8.6     Descrivere i sistemi di blocco di sicurezza dell'impianto
indicando i criteri seguiti nella determinazione delle  frequenze  di
prova previste.
1.3.8.7   Indicare  i  provvedimenti  adottati  nei luoghi chiusi per
evitare la formazione e la persistenza di  miscele  infiammabili  e/o
esplosive e di sostanze comunque pericolose.
1.3.8.8  Descrivere le precauzioni prese per evitare che i serbatoi e
le  condotte  di  trasferimento   contenenti   materie   tossiche   o
infiammabili  possano  essere danneggiate a seguito di collisione con
veicoli o macchine di sollevamento.
1.3.9    Sistemi di rilevamento
Descrivere  i  sistemi  adottati per l'accertamento della presenza di
gas infiammabili e/o rilevazione di  incendi  e/o  rilevazione  della
presenza  di  prodotti tossici interessanti l'attivita'. La posizione
dei rilevatori deve essere indicata sulla planimetria.
1.4      Condizioni di Emergenza e Relativi Apprestamenti
1.4.1    Sostanze emesse
Specificare,  con  riferimento al par. 1.3.5.1, le sostanze emesse in
condizioni di anomalie di funzionamento  e  nel  caso  di  incidente.
Specificare   in  ogni  caso  i  prodotti  di  combustione  derivanti
dall'incendio delle sostanze presenti nell'attivita' in esame.
1.4.2      Effetti  indotti  su  impianti  a  rischio  da  incendio o
esplosione
Nel  caso  di  effettuazione  dell'analisi  di  cui  al par. 1.3.5.1,
specificare le circostanze che possono produrre  interazioni  dirette
tra  gli  effetti di incendio o esplosione, identificati nello studio
sopra citato,  con  le  parti  di  impianto  ove  vengono  processate
sostanze  pericolose  in  quantita'  superiore  ai  limiti  di soglia
definiti nell'art. 3 o stoccate separatamente secondo  l'allegato  II
(prima  colonna) del DPR 175/88, le cui conseguenze siano ad esempio:
a) incendio di spandimenti e pozze di liquidi
b) esplosioni di nubi di vapore non confinate o semiconfinate
c) prodotti di combustione tossici derivanti da incendio.
1.4.3    Sistemi di contenimento
Descrivere   gli   eventuali   sistemi  previsti  per  contenere  una
fuoriuscita di sostanze infiammabili al fine di limitare in  caso  di
spandimento  e  successivo  incendio  l'estensione  della  superficie
incendiata. Specificare i criteri seguiti nella progettazione di tali
sistemi.   Devono  essere  descritti  i  sistemi  progettati  per  il
contenimento di fuoriuscite su  vasta  scala  di  liquidi  tossici  o
infiammabili.
1.4.4    Manuale operativo
Specificare  se  esiste  un  manuale operativo che consideri tutte le
fasi  di  attivita'  dell'impianto  quali  l'avviamento,  l'esercizio
normale,  l'esercizio  anomalo, le fermate programmate, le fermate di
emergenza e le fermate di prova.
1.4.5    Segnaletica di emergenza
Deve essere precisato, con riferimento alle cause di emergenza, quali
indicazioni e sistemi sono  impiegati  per  individuare  e  segnalare
sorgenti  potenziali di eventi pericolosi quali ad esempio i depositi
di sostanze infiammabili, i serbatoi di gas tossici, gli apparecchi a
pressione,  le  tubazioni,  i  punti  di carico e scarico di sostanze
pericolose. Tali sorgenti di pericolo devono essere posizionate sulle
piante dell'installazione.
1.4.6    Fonti di rischio mobili
Descrivere  le eventuali fonti di rischio che non sono indicate sulla
planimetria, quali ad esempio i serbatoi  mobili  utilizzati  per  il
trasporto interno di sostanze pericolose, con particolare riferimento
ai parchi serbatoi e relative pensiline di carico e di  scarico,  ove
possono permanere oltre il tempo necessario alle operazioni di carico
e  scarico,  mezzi  di  trasporto  quali  autobotti,   ferrocisterne,
portacontainer, etc.
1.4.7    Misure per evitare cedimenti catastrofici
Descrivere  le  misure  previste per evitare, in caso di incendio e/o
esplosione, il cedimento catastrofico delle strutture dei serbatoi  e
delle condotte contenenti sostanze infiammabili e/o tossiche.
1.4.8    Sistemi di prevenzione ed evacuazione in caso di incidente
Descrivere, anche mediante diagrammi a blocchi, i sistemi di
prevenzione  e  i  relativi interventi previsti in caso di incidente,
ivi comprese le misure per lo sfollamento.
1.4.9    Restrizioni per l'accesso agli impianti
Specificare  se  sono  previste  e, in caso affermativo, descrivere i
dispositivi, i sistemi  e/o  le  procedure  finalizzati  ad  impedire
l'accesso all'interno dell'attivita' alle persone non autorizzate.
1.4.10   Misure contro l'incendio
1.4.10.1  Descrivere gli impianti, le attrezzature e l'organizzazione
per la  prevenzione  e  l'estinzione  degli  incendi,  precisando  la
periodicita' delle relative verifiche.
1.4.10.2  Precisare  se  la progettazione del sistema di drenaggio ha
previsto di far fronte all'aumentato flusso d'acque durante la  lotta
contro il fuoco.
1.4.10.3   Indicare   le   fonti  di  approvviggionamento  idrico  da
utilizzare in caso di incendio e la quantita' d'acqua disponibile per
il suo spegnimento. Precisare anche la quantita' e il tipo di liquido
schiumogeno, di polveri e altri estinguenti.
1.4.10.4.Precisare  se  per l'impianto in questione e' stato ottenuto
dal competente comando  dei  Vigili  del  Fuoco,  ove  richiesto,  il
certificato di prevenzione incendi.
1.4.10.5  Indicare  in particolare ove e' stata prevista l'estinzione
con gas inerte o lo spegnimento con vapore.
1.4.11   Situazioni di emergenza e relativi piani
Con  riferimento  al  par.  1.3.5.1, gli elementi fondamentali per la
predisposizione del piano di emergenza esterno  ed  il  coordinamento
tra piani di emergenza esterno ed interno, come identificati nel par.
2.25, sono resi disponibili alle Autorita' competenti.
1.4.11.1    Indicare   nella   planimetria   dell'installazione,   la
dislocazione   di   sale   di    controllo,    uffici,    laboratori,
apparecchiature principali.
1.4.11.2 Devono essere descritti i mezzi di comunicazione all'interno
dello stabilimento e con l'esterno, precisando se tali mezzi  saranno
mantenuti nelle emergenze.
1.4.11.3  Indicare  l'ubicazione  dei  servizi  di  emergenza e degli
eventuali presidi sanitari previsti.
1.4.11.4 Descrivere il programma di addestramento per gli operatori e
gli addetti all'attuazione dei piani di emergenza interni.
1.4.11.5  Descrivere  le vie di fuga e le uscite di sicurezza in caso
di emergenza, indicandone la posizione sulla plinimetria.
1.4.11.6  Descrivere  il  piano  di  emergenza  interno  e fornire le
informazioni necessarie per l'approntamento dei  piani  di  emergenza
esterni.  Il  piano di emergenza interno deve essere riferito a tutto
lo stabilimento. In esso vengono descritte le  azioni  che  le  varie
funzioni  previste  debbono  attuare  per porre in sicurezza tutto lo
stabilimento assicurando il collegamento con  l'Autorita'  competente
preposta all'attuazione dell'eventuale piano di emergenza esterno.
1.4.11.7  Notificare  il  nome  della  persona e dei suoi sostituti o
dell'ufficio qualificato, competenti per la sicurezza e abilitati  ad
attuare  i  piani  di  emergenza  interni e ad avvertire le autorita'
competenti per l'attuazione dei piani di emergenza esterni.
1.5      Misure Assicurative e di Garanzia per i Rischi
Segnalare  se  e quali misure assicurative e di garanzia per i rischi
di danni a persone, o cose e all'ambiente  siano  state  adottate  in
relazione all'attivita' industriale esercitata.

2.       MODALITA' DI CONDUZIONE DELL'ANALISI DEGLI INCIDENTI
2.1      Generalita'
In applicazione del comma 2 dell'art. 6, per gli impianti di processo
e  depositi  separati,  si  procede  ad  una  identificazione   degli
incidenti  ed  una  analisi  di  sicurezza  cosi'  come richiesta nel
seguito.
Per  impianto  si  intende  una  parte dell'installazione industriale
indipendente definita da  un  processo  e/o  operazione  univocamente
determinata,  nonche'  delimitata  planimetricamente  (circondata  da
strade e/o sistemi fissi di prevenzione e/o contenimento degli eventi
incidentali).
L'analisi  del  presente  allegato  si  intende  applicata alla parte
dell'installazione industriale risultante  piu'  estesa  tra  le  due
determinate in base alle definizione di cui sopra.
Per  deposito separato si intende una zona delimitata da contenimenti
che includa tutti i serbatoi all'interno di questi.
L'analisi degli incidenti consiste in uno studio per identificare gli
eventi incidentali con le relative probalilita' di accadimento e  per
valutare  il rilascio, in termini di massa ed energia, associato agli
incidenti   considerati,   nonche'   le   conseguenze   sull'uomo   e
sull'ambiente,  al  fine di evidenziare l'incidente o gli incidenti a
maggiore rischio per le attivita' industriali in esame.
I  passi  logici attraverso i quali l'analisi viene effettuata sono i
seguenti:
- Identificazione degli eventi incidentali:
- Liste di controllo
- Analisi storica
- Analisi di sicurezza
- Valutazioni delle conseguenze
- Elementi su piani di emergenza.
2.2      Identificazione degli eventi
L'identificazione  degli eventi indesiderati ipotizzabili puo' essere
effettuata considerando sia cause interne che esterne all'impianto  o
deposito  separato  con riferimento alle liste di controllo contenute
nei paragrafi 2.2.1 e 2.2.2 dell'Alleg. I.
Inoltre, per le installazioni esistenti o per nuove installazioni che
usano la tecnologia esistente, si puo' ricorrere all'analisi  storica
degli  eventi  effettuando  una ricognizione delle anomalie ed errori
umani, con implicazione sulla  sicurezza,  occorsi  nell'impianto  in
esame o in impianti similari.
Il   reperimento   delle   informazioni  puo'  avvenire  tramite  una
valutazione dell'esperienza di esercizio  dell'attivita'  industriale
in  esame,  banche  dati  nazionali,  internazionali e da letteratura
specialistica.
2.3      Analisi di sicurezza
La  individuazione  delle  sequenze  incidentali  e  la  stima  delle
probabilita' di accadimento degli eventi incidentali e'  sviluppabile
sulla base di vari elementi quali: frequenza delle cause iniziatrici,
banche dati  componenti,  analisi  di  affidabilita',  confronto  dei
risultati con l'esperienza di esercizio dell'impianto, verifica delle
procedure e ricostruzione delle sequenze  di  incidente,  valutazione
dell'errore   umano,  della  manutenzione,  dell'adozione  di  misure
impiantistiche o modifiche.  L'uso, anche parziale, di tali metodi e'
consigliabile per gli impianti nuovi o soggetti a modifica.
In  alternativa  ad  uno studio completo di sicurezza sull'impianto o
deposito separato e che consideri tutti gli elementi sopramenzionati,
l'analisi  puo' essere condotta in maniera semiquantitativa valutando
il livello di probabilita' di accadimento degli incidenti in  termini
di   campo   delle   frequenze  di  tali  eventi  oppure  in  maniera
qualitativa, indicando la frequenza (bassa, media,  alta)  (*)  degli
eventi considerati.
In tutti i casi l'analisi sara' condotta utilizzando informazioni e/o
dati desunti dalle liste di controllo, analisi storica, banche dati e
letteratura specialistica.
(*)bassa(improbabile   durante  la  vita  prevista  di  funzionamento
dell'impianto o deposito separato)
media(possibile   durante   la   vita   prevista   di   funzionamento
dell'impianto o deposito separato)
alta(evento  che  si  puo'  verificare  almeno  una  volta nella vita
prevista di funzionamento dell'impianto o deposito separato)
2.4      Valutazione delle Conseguenze
Lo   studio  di  valutazione  delle  conseguenze  ha  come  obiettivi
l'individuazione e la determinazione:
-  delle  potenziali  aree  di  pericolo  all'interno e/o all'esterno
dell'attivita' industriale;
- dei possibili danni alle persone, alle cose e all'ambiente;
Lo studio puo' essere eseguito secondo lo schema riportato nella Fig.
1 e viene effettuato sulla base di specifiche situazioni  incidentali
individuate  in  relazione  al livello di probabilita' e modalita' di
accadimento.
Tra   le   situazioni  incidentali  da  prendere  in  considerazione,
particolare attenzione va riposta allo studio della concatenazione di
eventi  sfavorevoli,  ovvero,  quando  le conseguenze di un incidente
sono causa iniziatrice  di  un  altro  evento,  (ffetto  domino,  per
valutare le proporzioni che l'incidente puo' assumere.
Al  riguardo  sono altresi' considerati i possibili effetti che altre
attivita' industriali  nell'area  dello  stesso  fabbricante  possono
avere  sull'impianto  o  deposito  separato, nell'eventualita' che si
verifichi un coinvolgimento da parte di una di esse.
Una volta individuate le situazioni incidentali si ipotizzano scenari
che configurano l'evoluzione fisica degli eventi.
L'analisi  dello  scenario  incidentale va concentrata sulle peggiori
condizioni iniziali e  al  contorno,  tenendo  conto  delle  generali
conoscenze    tecnico-scientifiche    e    dell'esperienza    storica
disponibile.
Gli eventi primari da prendere in considerazione sono:
- incendi
- esplosioni

         ---->  Vedere Immagine a Pag. 181 del S.O.   <----


- rilasci di sostanze tossiche
Gli  scenari  incidentali  possono  svilupparsi in maniera complessa,
cosi' come esemplificato nella Fig. 2.
Nel  par. 2.3.3.1 dell'allegato I sono riportati: uno schema generale
dei rilasci  di  fluidi  (cfr.  Fig.  3),  gli  schemi  per  incendi,
esplosioni  e dispersioni di sostanze pericolose (cfr. Fig. 4, 5 e 6)
e  sono  elencati  i  fattori  e  le  condizioni   da   prendere   in
considerazione per l'analisi degli scenari incidentali.
Per stimare le conseguenze degli eventi pericolosi occorre:
a)effettuare  una  analisi  delle  modalita'  di evoluzione di eventi
incidentali, sia in termini di energia - incendi, esplosioni - sia in
termini di rilasci di sostanze tossiche, inquinanti, etc.;
b)  valutare gli effetti sull'uomo, sulle cose e sull'ambiente avendo
nel contempo informazioni  sul  contesto  ambientale  nel  quale  gli
eventi possono produrre conseguenze negative.
Nella  valutazione  delle  conseguenze  di  situazioni incidentali si
ricorre a metodi e modelli di calcolo per stimare la  gravita'  delle
situazioni createsi a seguito degli eventi considerati.
Nel par. 2.3.3.2 dell'All. I sono genericamente indicati i modelli da
utilizzare nei vari passi  dell'analisi  delle  conseguenze  (modello
sorgente, modello trasmissione).
In alternativa all'uso di modelli di simulazione, la valutazione puo'
essere  effettuata  in  maniera  conservativa   utilizzando   ipotesi
cautelative  del  termine  di sorgente, stimato come rilascio, sia di
energia, sia di sostanze

         ---->  Vedere Immagine a Pag. 183 del S.O.   <----


tossiche,  dall'attivita' in esame (nell'ipotesi di caso peggiore fra
quelli credibili, equivalente come minimo a  categoria  di  frequenza
media come precedentemente definita).
Le  conclusioni  dello  studio  sono  riportate  come  aree di danno,
generalmente  espresse  sotto  forma  di  mappe,  delle   conseguenze
relative a:
- irraggiamento termico da incendi;
- sovrapressioni da esplosioni;
- concentrazioni da rilasci di sostanze tossiche.
Da  dette  mappe  si  possono  ricavare  le conseguenze in termini di
effetti   gravi   immediati   o   differiti   (decesso,    ferimento,
avvelenamento  o  ricovero ospedaliero) sui lavori, sulle popolazioni
e/o sull'ambiente.
2.5      Elementi per la Predisposizione dei Piani di Emergenza
Nel  caso in cui l'analisi delle conseguenze degli incidenti dimostri
che vi possono essere ripercussioni  all'esterno  dell'installazione,
vanno  forniti  gli  elementi fondamentali per la predisposizione del
piano di emergenza esterno quali:
- tipo di incidente;
- localizzazione dell'incidente;
- quantita' di energia e di massa rilasciata;
- effetti al di fuori dell'impianto;
-  livello di probabilita' dell'evento incidentale (o sua definizione
qualitativa);
- modalita' di allarme alle Autorita' preposte.
Il  Piano  di Emergenza Interno deve essere coerente e coordinato con
il Piano di Emergenza Esterno che e'  predisposto  dal  Prefetto  ove
l'installazione e' ubicata.