(all. 1 - art. 1)
                                                              Annesso
  SCHEDA RIEPILOGATIVA REGOLAMENTO (CE ) N. 510/2006 DEL CONSIGLIO
«Tinca  Gobba  Dorata  del  Pianalto di Poirino» numero nazionale del
       fascicolo: (n. CE:..........) D.O.P. (X) - I.G.P. (  )
    La  presente  scheda  costituisce  una  sintesi  redatta  a scopo
informativo.  Per  un'informazione  completa,  gli  interessati  e in
particolare  i  produttori  della D.O.P. in questione sono invitati a
consultare la versione integrale del disciplinare a livello nazionale
oppure presso i servizi competenti della Commissione europea.
1. Servizio competente dello Stato membro:
      nome: Ministero delle politiche agricole e forestali;
      indirizzo: via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma;
      tel.: 06/4819968 - fax 06/42013126:
      e-mail: qpa3@politicheagricole.it
2. Associazione richiedente:
    2.1.  nome:  Associazione produttori della Tinca Gobba Dorata del
Pianalto di Poirino;
    2.2.  indirizzo:  via  Cesare Rossi n. 5 - 10046 Poirino (Torino)
tel: 011/9450114 - fax: 011/9450235;
    2.3. Composizione: produttori/trasformatori (X) altro (  ).
3. Tipo di prodotto: classe 1.7.: pesci, molluschi, crostacei freschi
e prodotti derivati.
4. Descrizione del disciplinare:
    4.1. nome: «Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino»;
    4.2. descrizione:   la  denominazione  «Tinca  Gobba  Dorata  del
Pianalto  di  Poirino»  distingue  gli  esemplari, allo stato fresco,
ossia  non  trasformato,  della  specie Tinca (Tinca tinca) allevati,
nati  e  cresciuti,  nell'area  geografica  individuata al successivo
paragrafo 4.3, e aventi le seguenti caratteristiche morfologiche:
      livrea: giallo dorata, dorso curvo e gibboso;
      pelle:  colorazione  viva, brillante e lucente grigio-grafite o
verde  opalino  sul  dorso  e  giallo dorato sui fianchi, lo spessore
della  pelle  deve  essere  minimo  e non superiore a 1 mm, eventuali
segni,  lesioni o abrasioni cutanee sono ammesse purche' cicatrizzate
o derivanti solo dall'azione di pesca o da predazione;
      muco   cutaneo:   trasparente   e   ben  aderente  alla  pelle,
percettibile solo al tatto;
      occhio:    brillante,   vivido,   lucente,   convesso,   cornea
trasparente e pupilla nera, bulbo giallo o aranciato;
      branchie:  colore  rosso vivo o roseo, umide, prive di muco, di
limo, di parassiti o corpi estranei in genere;
      squame: aderenti alla pelle, lucide, iridescenti, dorate;
      corpo:  rigido  e  sodo,  leggermente  elastico,  resistente al
tatto, non flaccido e molle;
      odore: tenue, fragrante di acqua dolce, non acre o sgradevole e
forte  di  pesce,  assolutamente  non  di  fango o erba o di sostanze
organiche;
      visceri:  leggermente  turgidi, brillanti e lisci con sfumature
madreperlacee, non avvizziti e afflosciati, di odore non sgradevole o
disgustoso e assolutamente non di fango o erba;
      peritoneo:  trasparente,  brillante,  inodore  e  aderente alla
carne;
      muscolatura: elastica e soda, di colore generale bianco roseo e
rossa  nei muscoli delle pinne, inodore e comunque non odora di fango
o erba.
    Relativamente  alle caratteristiche organolettiche le carni della
«Tinca  Gobba  Dorata  del Pianalto di Poirino» si presentano tenere,
morbide, abbastanza compatte, scarse di grassi e di conseguenza prive
di  sapori  e  odori  sgradevoli quali fango, limo o erba; presentano
sapore di pesce tenue e delicato, non deciso come il pesce di mare;
    4.3. zona geografica: i territori dei comuni di Poirino (Torino),
Isolabella  (Torino),  Cellarengo (Asti), Pralormo (Torino), Ceresole
d'Alba  (Cuneo)  sono  compresi  totalmente nella zona di produzione.
Sono  parzialmente  compresi  nella  zona  di  produzione i comuni di
Carmagnola,  Villastellone,  Santenna, Riva presso Chieri, Bandissero
d'Alba,  Monta'  d'Alba,  Montaldo  Roero,  Monteu Roero, Pocapaglia,
Sanfre',  S.  Stefano  Roero,  Sommariva del Bosco, Sommaria Perno, e
Dusino  S. Michele, Valfenera, Bottigliera d'Asti, S. Paolo Solbrito,
Villanova d'Asti;
    4.4.  prova  dell'origine: ogni fase del processo produttivo deve
essere  monitorata  documentando per ognuna i prodotti in entrata e i
prodotti  in  uscita.  In  questo  modo, e attraverso l'iscrizione in
appositi  elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, degli stagni
e  dei  produttori,  nonche' la tenuta di registri di produzione e la
denuncia  dei  quantitativi  prodotti, e' garantita la tracciabilita'
del  prodotto.  Tutte  le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei
relativi  elenchi,  saranno  assoggettate al controllo da parte della
struttura  di  controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di
produzione e dal relativo piano di controllo;
    4.5.  metodo  dell'ottenimento:  gli  avannotti, che sono immessi
nelle  peschiere  anche  associati  a riproduttori e tinche di taglia
intermedia,  vengono  lasciati  crescere fino al raggiungimento della
taglia  desiderata.  La  Tinca  Gobba  del  Pianalto  di  Poirino  e'
rigorosamente  allevata  in  monocoltura. La pezzatura prodotta varia
dalla   taglia   da   consumo,  al  novellame  da  ripopolamento,  ai
riproduttori.  La  tinca  si  alleva  sia  negli  stagni  in  argilla
esistenti  e sia in nuovi bacini in argilla, purche' realizzati entro
i  limiti  della zona di produzione. L'approvvigionamento idrico puo'
essere effettuato:
      1) da acque meteoriche;
      2) da acque superficiali;
      3) da acque profonde generalmente mediante captazione a falda.
    Unitamente  agli stagni, realizzati in argilla, gia' in uso sara'
possibile  la  realizzazione  di  nuovi  invasi anch'essi in argilla,
poiche' al fine di mantenere inalterate le caratteristiche cromatiche
della  Tinca  Gobba  Dorata, non sono ammessi stagni dotati di totale
impermeabilizzazione  artificiale  o realizzati con materiale diverso
dall'argilla  del Pianalto. Onde evitare forme di inquinamento dovute
alle  pratiche colturali dei terreni circostanti sara' realizzata una
fascia di inerbimento perimetrale degli stagni della larghezza minima
di  5  metri; nella suddetta fascia tampone e' fatto divieto dell'uso
di  sostanze  diserbanti. Per ottenere la disponibilita' di novellame
sono  ammessi la selezione e l'incrocio di riproduttori. Sono ammesse
sia   la  riproduzione  naturale  sia  la  riproduzione  artificiale.
L'alimentazione  in  allevamento  sara' favorita mediante pratiche di
fertilizzazione  naturali  dei  bacini al fine di ottenere zooplacton
per lo svezzamento e la crescita degli avannotti. In seguito, durante
la fase di ingrasso, si potra' fare ricorso a sistemi di integrazione
alimentare,  preparati con alimenti non derivati da farine di carne e
non  derivati  da  organismi  geneticamente  modificati, nei quali il
tenore  proteico,  opportunamente distribuito tra proteine di origine
vegetale  e  animale,  non  superi  il  45%  del peso. I soggetti che
intendono  produrre  la Denominazione d'origine protetta «Tinca Gobba
Dorata del Pianalto di Poirino» devono attenersi al rigoroso rispetto
del disciplinare depositato presso l'Unione europea. Le operazioni di
condizionamento  devono  avvenire nella zona indicata al punto 4.3 al
fine  di  garantire la tracciabilita' ed il controllo del prodotto ed
essenzialmente in considerazione della natura altamente deteriorabile
e  della  delicatezza delle produzioni ittiche, al fine di evitare la
contaminazione  e di garantire la conservazione delle caratteristiche
organolettiche e qualitative;
    4.6.  legame:  la  «Tinca  Gobba Dorata del Pianalto di Poirino»,
contrariamente agli esemplari di Tinca degli altri areali geografici,
non  denota al gusto e all'olfatto il sapore di «fango» o «erba» e le
carni  sono  tenere.  Questa peculiarita' e' direttamente determinata
dal  tipo di gestione delle peschiere che da sempre viene attuato nel
Pianalto di Poirino. Queste ultime infatti si distinguono da ambienti
simili  perche'  in  esse  il fondo melmoso non riesce a formarsi con
continuita'  e  la  massa  d'acqua  presenta  condizioni estremamente
variabili   per  gran  parte  della  stagione  produttiva,  impedendo
l'instaurarsi  delle condizioni favorevoli allo sviluppo dei «blooms»
algali.
    Si  comprende  quindi  perche'  nelle  peschiere  del Pianalto di
Poirino,   adibite  all'allevamento  della  Tinca,  difficilmente  si
sviluppino  popolazioni  stabili  e  consistenti  di  Cianoficee e di
conseguenza  si  capisce  perche' le carni dei pesci non acquisiscano
quel  caratteristico  sentore che, non a caso, i francesi definiscono
«limon», di fango appunto.
    Il  Pianalto  di  Porino  risulta  isolato  rispetto  alle  acque
superficiali  scendenti  dalla  catena alpina e le falde freatiche si
trovano  al  di sotto della coltre diluviale, le precipitazioni nella
zona  sono  scarse (700 mm/anno) e le ristrette dimensioni del bacino
imbrifero convogliano velocemente a valle le acque di scorrimento. La
particolare  struttura  argillosa  e  planondulata  dell'Altopiano di
Poirino  si  presta naturalmente alla ritenuta di acque superficiali;
gli  abitanti  sono  intervenuti  sul  territorio costruendo dighe di
ritenuta  in  grado  di  fornire  acqua  a scopo irriguo, che si sono
adattate  in pieno anche per l'allevamento delle tinche. Il paesaggio
rurale  era ed e' ancora contraddistinto da un gran numero di piccole
e  grandi  peschiere  ricavate spesso nelle vicinanze di abitazioni e
borgate.  In  questi invasi da sempre si allevano le tinche, sia come
fonte  suppletiva  di  proteine  sia  come  prodotto da commercio. In
passato  gli  invasi venivano utilizzati contemporaneamente come cave
d'argilla,  per  l'abbeveraggio  del  bestiame,  per  l'irrigazione e
quant'altro,  l'acqua ristagnava durante tutto l'anno e, pur soggetta
a  carico organico, forti variazioni di livello, di tenore d'ossigeno
e  di  temperatura, permetteva comunque la sopravvivenza della Tinca,
il  pesce che meglio si adatta a queste condizioni limite. La maggior
parte  delle  pescherie  e'  distribuita sul territorio del comune di
Poirino,  ma  molte  altre,  per  un  totale  di circa 400 invasi, si
trovano  in  tutto  il  Pianalto  e  imprimono  al paesaggio una nota
veramente  caratteristica. Nelle tinche provenienti da allevamenti in
peschiera del Pianalto di Poirino non si avverte quel sapore di fango
piu'  o meno intenso che normalmente accompagna le carni delle tinche
di  risaia o provenienti da fiumi o laghi siti in terreni meno dotati
di  quelli  del  Pianalto.  Questi  particolari fattori pedoclimatici
uniti  alla secolare opera dell'uomo nel definito processo produttivo
contribuiscono  a  conferire  alla Tinca Gobba Dorata del Pianalto di
Poirino caratteristiche peculiari capaci di rendere questa produzione
unica nel suo genere. Il consumo di questo eccellente prodotto tipico
avviene  generalmente  sul  posto  presso  alberghi  e  trattorie che
assorbono la quasi totalita' della produzione.
    Il   collegamento   tra   i   fenomeni   geologici,   che   hanno
contraddistinto la formazione dell'Altopiano di Poirino e la comparsa
di  specie ittiche, ad esse coeve, permettono di considerare la Tinca
tinca  una  specie  autoctona  gia' diffusa o in via di diffusione, a
partire  dal periodo Pleistocene medio-inferiore appartenente all'era
Neozoica.  La  presenza  della  Tinca  Gobba  Dorata  nel Pianalto di
Poirino,  come  pesce  allevato  e di apprezzato valore alimentare ed
economico,  e'  comprovata  da  documenti  risalenti  al XIII secolo;
addirittura  tra  le  tante  gabelle  che affliggevano la popolazione
rurale  di  Ceresole d'Alba, una imponeva la consegna di quantitativi
variabili  di  tinche.  In  periodi  relativamente  recenti  si hanno
notizie molto precise: ad esempio nella raccolta «Studi geografici su
Torino e il Piemonte» aa. Vv ed. Ciappichelli 1954, uno degli autori,
Natale Veronesi, dedica all'allevamento della Tinca il fascicolo: «Le
peschiere  del  Pianalto  di Poirino e la loro utilizzazione ittica».
Tra  le  tante  curiosita'  descritte, il Veronesi parla di pescatori
professionisti, usi a gestire anche le altrui pescherie con contratti
di   mezzadria   e  d'affitto;  questa  attivita'  professionale  non
esistendo  nell'Altopiano fiumi importanti per produzione ittica, era
giustificata dalla rendita delle sole tinche. D'altronde, consultando
le  «Consegne del sale» di Porino si individuano gia' dal 1775 cinque
famiglie  di  pescatori, che evidentemente ottenevano le loro entrate
dall'allevamento  e  dalla vendita delle tinche. L'attivita' di pesca
professionale, intendendo in tal senso l'allevamento delle tinche, si
e'  protratta  nei  secoli  e solo recentemente, verso l'inizio degli
anni  ottanta,  e'  del tutto scomparsa come attivita' a tempo pieno,
rimanendo  presente  come  attivita' accessoria a quella agricola. Al
fine  di  garantire  la  tracciabilita'  del  prodotto l'organismo di
controllo terra' un elenco di produttori, degli stagni di allevamento
e dei condizionatori;
    4.7.  struttura  di controllo: il controllo sulla conformita' del
prodotto verra' svolto dalla societa' «Certiquality», con sede in via
Gaetano Giardino, 4 - 20123 Milano;
    4.8.   etichettatura:   il  prodotto  sara'  commercializzato  in
contenitori e sacchetti monouso recanti:
      la dicitura «Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino»;
      il disegno della Tinca femmina con la testa rivolta a sinistra;
      la dicitura: «Denominazione d'origine protetta - D.O.P.».
    L'etichettatura   prevede  inoltre  la  dicitura  distintiva  del
produttore   e/o   dell'azienda  produttrice  del  prodotto,  le  cui
dimensioni  non  potranno essere superiori a 1/2 delle diciture sopra
elencate.  Sulle  etichette  verra'  riportato  il  logo grafico e la
dicitura  le  cui caratteristiche sono dettagliatamente descritte nel
disciplinare.
    I prodotti per la cui preparazione e' utilizzata la D.O.P., anche
a  seguito  di  processi di elaborazione e di trasformazione, possono
essere  immessi  al consumo in confezioni recanti il riferimento alla
detta  denominazione  senza  l'apposizione  del  logo  comunitario  a
condizione che:
      il  prodotto  a  denominazione protetta, certificato come tale,
costituisca il componente esclusivo della categoria merceologica;
      gli  utilizzatori  del  prodotto a denominazione protetta siano
autorizzati  dai  titolari  del  diritto  di proprieta' intellettuale
conferito  dalla  registrazione  della  D.O.P.  riuniti  in consorzio
incaricato   alla  tutela  dal  Ministero  delle  politiche  agricole
alimentari  e  forestali.  Lo stesso consorzio incaricato provvedera'
anche  ad  iscriverli in appositi registri e da vigilare sul corretto
uso  della  denominazione  protetta.  In  assenza  di un consorzio di
tutela  incaricato, le predette funzioni saranno svolte dal Ministero
delle  politiche agricole alimentari e forestali, in quanto autorita'
nazionale preposta all'attuazione del regolamento CE n. 510/2006;
    4.9. condizioni nazionali:
                     DISCIPLINARE DI PRODUZIONE
1. Nome del prodotto: «Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino».
2. Descrizione del prodotto.
    La  denominazione  di  origine  protetta  «Tinca Gobba Dorata del
Pianalto  di  Poirino»  distingue  gli  esemplari, allo stato fresco,
ossia  non  trasformato,  della  specie Tinca (Tinca tinca) allevati,
cresciuti  e  nati,  da  riproduttori  a loro volta nati e cresciuti,
nell'area  geografica  individuata  al successivo art. 3, e aventi le
seguenti caratteristiche morfologiche:
      livrea: giallo dorata, dorso curvo e gibboso;
      pelle:  colorazione viva, brillante e lucente lo spessore della
pelle  deve  essere  minimo  e non superiore a 1 mm, eventuali segni,
lesioni  o  abrasioni  cutanee  sono  ammesse  purche' cicatrizzate o
derivanti solo dall'azione di pesca o da predazione;
      muco   cutaneo:   trasparente   e   ben  aderente  alla  pelle,
percettibile solo al tatto;
      occhio:    brillante,   vivido,   lucente,   convesso,   cornea
trasparente e pupilla nera, bulbo giallo o aranciato;
      branchie:  colore  rosso vivo o roseo, umide, prive di muco, di
limo, di parassiti o corpi estranei in genere;
      squame: aderenti alla pelle, lucide, iridescenti, dorate;
      corpo:  rigido  e  sodo,  leggermente  elastico,  resistente al
tatto, non flaccido e molle;
      odore: tenue, fragrante di acqua dolce, non acre o sgradevole e
forte  di  pesce,  assolutamente  non  di  fango o erba o di sostanze
organiche;
      visceri:  leggermente  turgidi, brillanti e lisci con sfumature
madreperlacee, non avvizziti e afflosciati, di odore non sgradevole o
disgustoso e assolutamente non di fango o erba;
      peritoneo:  trasparente,  brillante,  inodore  e  aderente alla
carne;
      muscolatura: elastica e soda, di colore generale bianco roseo e
rossa  nei muscoli delle pinne, inodore e comunque non odora di fango
o erba.
    Relativamente  alle caratteristiche organolettiche le carni della
«Tinca  Gobba  Dorata  del Pianalto di Poirino» si presentano tenere,
morbide, abbastanza compatte, scarse di grassi e di conseguenza prive
di  sapori  e  odori  sgradevoli quali fango, limo o erba; presentano
sapore di pesce tenue e delicato, non deciso come il pesce di mare.
3. Delimitazione della zona geografica.
    L'area  geologicamente  individuata  con la dicitura «Pianalto di
Poirino»  annovera  i  comuni  di  Carmagnola,  Isolabella,  Poirino,
Pralormo,  Riva  presso  Chieri, Santena, Villastellone (appartenenti
alla provincia di Torino), Baldissero d'Alba, Ceresole d'Alba, Monta'
d'Alba, Montaldo Roero, Monteu Roero, Pocapaglia, Sanfre', S. Stefano
Roero,  Sommariva  del  Bosco,  Sommariva  Perno,  (appartenenti alla
provincia   di   Cuneo),   Buttigliera   d'Asti,  Cellarengo,  Dusino
S. Michele,    S. Paolo   Solbrito,   Valfenera,   Villanova   d'Asti
(appartenenti   alla   provincia   di  Asti).  Dei  ventitre  comuni,
appartenenti  a  tre  province,  che  costituiscono l'area geografica
storicamente riconosciuta come «Terre rosse del Pianalto di Poirino»,
soltanto  i  territori  dei  comuni  di  Poirino (Torino), Isolabella
(Torino),  Cellarengo  (Asti),  Pralormo  (Torino),  Ceresole  d'Alba
(Cuneo) sono compresi totalmente nella zona di produzione.
    Sono  parzialmente  comprese nella zona di produzione solo alcune
parti dei territori dei comuni di Carmagnola, Villastellone, Santena,
Riva presso Chieri, Baldissero d'Alba, Monta' d'Alba, Montaldo Roero,
Monteu  Roero,  Pocapaglia,  Sanfre', S. Stefano Roero, Sommariva del
Bosco,  Sommariva  Perno, e Dusino S. Michele, Valfenera, Buttigliera
d'Asti, S. Paolo Solbrito, Villanova d'Asti.
    3.1. Limiti della zona di produzione.
    La zona di produzione, all'interno del Pianalto e' compresa entro
i limiti, che sono cosi' definiti:
      a   sud   della   strada   carreggiabile  che  dall'abitato  di
Buttigliera d'Asti si dirige verso l'oratorio di S. Antonio e conduce
al ponte sul Rio del Gerbido;
      a  est  del tratto del Rio del Gerbido che, dal ponte suddetto,
scorre  sino al ponte di localita' S. Grato, situato sulla strada che
collega Buttigliera d'Asti a Riva presso Chieri;
      a  sud/est della strada che dall'abitato di Riva presso Chieri,
in direzione Pessione, conduce al ponte sul Rio Scarosa;
      a  est  del  tratto  del  Rio  Scarosa che, dal ponte suddetto,
scorre sino al ponte dell'autostrada A 21;
      a sud del tratto della autostrada A 21 che, dal ponte suddetto,
conduce al cavalcavia posto in prossimita' di Cascina Ca' Bianca;
      a  sud  del  sentiero  che,  dal suddetto cavalcavia, conduce a
Cascina  Tepice e, proseguendo in direzione ovest verso la rotonda di
localita' Ponticelli conduce a localita' Fabaro;
      a  est  della  strada che collegando localita' Fabaro a Santena
conduce   al   ponte   del   torrente   Stellone,   nell'abitato   di
Villastellone;
      a  est  del  torrente  Stellone risalendone il corso, dal ponte
suddetto, sino alla confluenza con il Rio S. Pietro;
      a  est  del Rio S. Pietro risalendone il corso sino al ponte di
localita' Cavalleri-Fumeri, nel comune di Carmagnola;
      a  est  della carreggiabile che, dal ponte suddetto, si collega
alla  strada  che  proviene  da  Ceresole  d'Alba,  in  localita' Due
Province;
      a  sud  del  tratto della strada che, dalla suddetta localita',
conduce  all'incrocio  con  la  strada statale n. 661, proveniente da
Carmagnola;
      a  est  della strada statale n. 661 che, dal suddetto incrocio,
attraversando  Sommariva  del Bosco, conduce all'abitato di Sanfre' e
sino all'incrocio con la strada che porta a Cascina Priore;
      a  nord/est  della  strada che, dall'incrocio suddetto, collega
Sanfre' al percorso denominato Sentiero del Roero (S1);
      a  nord/ovest  del  tratto  di  Sentiero  del  Roero  che,  dal
collegamento  suddetto,  conduce al Pilone di S. Grato, nel comune di
Monta' d'Alba;
      a  ovest della carreggiabile che dal Pilone di S. Grato conduce
al Pilone di S. Bernardo;
      a  ovest  della  strada  che,  dal  Pilone  di  S. Bernardo, in
direzione  nord,  attraversando  gli  abitati di Valfenera, Dusino S.
Michele,    S. Paolo   Solbrito,   conduce   a   Buttigliera   d'Asti
collegandosi,  all'interno  del  paese,  con  la strada che si dirige
all'Oratorio di S. Antonio.
4. Prova dell'origine.
    Ogni   fase   del  processo  produttivo  deve  essere  monitorata
documentando per ognuna i prodotti in entrata e i prodotti in uscita.
In  questo  modo,  e  attraverso  l'iscrizione  in  appositi elenchi,
gestiti  dalla struttura di controllo, degli stagni e dei produttori,
nonche'  la  tenuta  di  registri  di  produzione  e  la denuncia dei
quantitativi  prodotti,  e' garantita la tracciabilita' del prodotto.
Tutte  le  persone,  fisiche  o  giuridiche,  iscritte  nei  relativi
elenchi,  saranno  assoggettate al controllo da parte della struttura
di  controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione
e dal relativo piano di controllo.
5. Metodo di ottenimento del prodotto.
    Gli avannotti, che sono immessi nelle peschiere anche associati a
riproduttori e tinche di taglia intermedia, vengono lasciati crescere
sino al raggiungimento della taglia desiderata.
    5.1. Condizioni generali.
    La  Tinca  Gobba  Dorata del Pianalto di Poirino e' rigorosamente
allevata in monocoltura.
    La pezzatura prodotta varia dalla taglia da consumo, al novellame
da ripopolamento, ai riproduttori.
    5.2. Condizioni di allevamento.
    La tinca si alleva sia negli stagni in argilla esistenti e sia in
nuovi bacini in argilla, purche' realizzati entro i limiti della zona
di produzione.
    5.3. Acqua.
    L'approvvigionamento idrico puo' essere effettuato:
      a) da acque meteoriche;
      b) da acque superficiali;
      c) da acque di captazione da falda.
    5.4. Stagni.
    Saranno utilizzati gli stagni, realizzati in argilla, gia' in uso
e  sara'  possibile  la  realizzazione  di  nuovi  invasi in argilla.
Considerando  le  particolari  caratteristiche geologiche della zona,
non   sono  ammessi  stagni  dotati  di  totale  impermeabilizzazione
artificiale  o  realizzati  con  materiale  diverso  dall'argilla del
Pianalto.  Onde  evitare  forme  di inquinamento dovute alle pratiche
colturali  dei  terreni  circostanti  sara'  realizzata una fascia di
inerbimento  perimetrale degli stagni della larghezza minima di metri
5;  nella  suddetta  fascia  tampone  e'  fatto  divieto  dell'uso di
sostanze diserbanti.
    5.5. Riproduzione e novellame.
    Per  ottenere  la  disponibilita'  di  novellame  sono ammessi la
selezione   e   l'incrocio   di   riproduttori   purche'   aventi  le
caratteristiche  descritte  al  punto 2. Si potra' ricorrere sia alla
riproduzione naturale sia alla riproduzione artificiale.
    5.6. Alimentazione.
    L'alimentazione  in  allevamento sara' favorita mediante pratiche
di   fertilizzazione   naturali   dei  bacini  al  fine  di  ottenere
zooplancton  per  lo  svezzamento  e  la crescita degli avannotti. In
seguito,  durante  la  fase  di  ingrasso,  si  potra' fare ricorso a
sistemi  di  integrazione  alimentare,  preparati  con  alimenti  non
derivati da farine di carne e non derivati da organismi geneticamente
modificati,  nei quali il tenore proteico, opportunamente distribuito
tra  proteine  di  origine  vegetale e animale, non superi il 45% del
peso. In particolare si individuano le seguenti materie prime:
      a) cereali, granaglie e loro prodotti e sottoprodotti;
      b) semi oleosi e loro prodotti e sottoprodotti;
      c) semi di leguminose e loro prodotti e sottoprodotti;
      d) latte e derivati;
      e) uova e derivati;
      f) farina di pesce e/o di crostacei.
    Le materie prime di cui alle lettere a), b), c), d), e), dovranno
essere  reperite  all'interno  della zona di produzione del Pianalto,
assolutamente  non  OGM,  e  opportunamente  certificate  secondo  la
normativa  vigente.  Tali  complementi  sono circa l'85% del prodotto
somministrato in fase di alimentazione.
    La  farina  di  pesce  e/o di crostacei potra' essere reperita in
commercio,  purche'  opportunamente  certificata  e assolutamente non
OGM.
    5.7. Commercializzazione.
    La  commercializzazione  limitata  al prodotto fresco tiene conto
della legislazione vigente e della buona pratica igienica.
    Gli esemplari immessi al consumo hanno una taglia compresa tra 50
e 250 grammi.
6. Elementi comprovanti il legame con l'ambiente geografico.
    La  «Tinca  Gobba Dorata del Pianalto di Poirino», contrariamente
agli  esemplari di Tinca degli altri areali geografici, non denota al
gusto  e  all'olfatto  il  sapore di «fango» o «erba» e le carni sono
tenere.  Questa  peculiarita' e' direttamente determinata dal tipo di
gestione  delle peschiere che da sempre viene attuato nel Pianalto di
Poirino.  Queste  ultime  infatti  si  distinguono da ambienti simili
perche'   in  esse  il  fondo  melmoso  non  riesce  a  formarsi  con
continuita'  e  la  massa  d'acqua  presenta  condizioni estremamente
variabili   per  gran  parte  della  stagione  produttiva,  impedendo
l'instaurarsi  delle condizioni favorevoli allo sviluppo dei «blooms»
algali.
    Si  comprende  quindi  perche'  nelle  peschiere  del Pianalto di
Poirino,   adibite  all'allevamento  della  Tinca,  difficilmente  si
sviluppino  popolazioni  stabili  e  consistenti  di  Cianoficee e di
conseguenza  si  capisce  perche' le carni dei pesci non acquisiscano
quel  caratteristico  sentore che, non a caso, i francesi definiscono
«limon», di fango appunto.
    Il  Pianalto  di  Poirino  risulta  isolato  rispetto  alle acque
superficiali  scendenti  dalla  catena alpina e le falde freatiche si
trovano  al  di sotto della coltre diluviale, le precipitazioni nella
zona  sono  scarse,  e  le  ristrette dimensioni del bacino imbrifero
convogliano   velocemente   a  valle  le  acque  di  scorrimento.  La
particolare natura argillosa dei terreni si presta alla costruzione e
alla escavazione di stagni per trattenere le acque. Le prime opere in
tal  senso  risalgono  a  piu'  di tre secoli addietro e testimoniano
anche  l'uso dell'argilla per costruzione. Il paesaggio rurale era ed
e'  ancora  contraddistinto  da  un  gran  numero di piccole e grandi
peschiere ricavate spesso nella vicinanza di abitazioni e borgate. In
questi  invasi  da  sempre  si  allevano  le  tinche,  sia come fonte
supplettiva  di  proteine  sia come prodotto da commercio. La maggior
parte  delle  peschiere  e'  distribuita sul territorio del comune di
Poirino,  ma  molte  altre,  per  un  totale  di circa 400 invasi, si
trovano  in  tutto  il  Pianalto  e  imprimono  al paesaggio una nota
veramente  caratteristica.  Le  tinche  provenienti da allevamenti in
peschiera  del  Pianalto  di  Poirino, sono rinomate per il gusto; in
esse  non si avverte infatti quel sapore di fango piu' o meno intenso
che  normalmente  accompagna  le  carni  delle  tinche  di  risaia  o
provenienti  da  fiumi  o laghi siti in terreni meno dotati di quelli
del  Pianalto.  La tinca costituisce il prodotto tipico della zona ed
il consumo avviene generalmente sul posto presso alberghi e trattorie
che  assorbono  la  quasi  totalita'  della produzione. L'allevamento
della   tinca  nelle  peschiere  e'  pressoche'  generale  presso  la
popolazione  rurale,  a  causa  del notevole richiamo di visitatori e
consumatori  che  determina,  ed  e' considerata come un tradizionale
fattore di notevole importanza nell'economia locale.
    L'origine  geografica della Tinca Gobba Dorata del Pianalto e ben
individuata  da  testimonianze  scritte  e  orali,  ma addirittura e'
possibile  confermare la presenza della specie con prove geologiche e
paleontologiche.
    Elencando  sommariamente  i dati che comprovano una relazione tra
l'origine geografica della zona e la comparsa della specie si osserva
come   i   primi   reperti   fossili  di  Tinca  tinca  risalgano  al
Villafranchiano   Terminale  di  Valdarno,  periodo  del  Pleistocene
inferiore, appartenente all'era Neozoica.
    E'  infatti  a  partire dalla fine del Pliocene e dal Pleistocene
inferiore  che  si  formano  i  depositi  fluviolacustri della facies
villafranchiana dell'Altopiano di Poirino (Parte 6 carta geologica).
    A  questo  punto  e'  immediato  il  collegamento  tra i fenomeni
geologici,  che hanno contraddistinto la formazione dell'Altopiano, e
la  comparsa in gran parte dell'areale italiano di specie ittiche, ad
essi coeve, come la Tinca.
    Esistono  comunque  antiche e recenti fonti di documentazione che
attestano  come  questo  particolare  legame  tra Tinca, territorio e
esseri umani sia sempre risultato saldo e duraturo nel tempo.
    La  presenza  della  Tinca  Gobba Dorata nel Pianalto di Poirino,
come  pesce  allevato e di apprezzato valore alimentare ed economico,
e' gia' comprovata da documenti risalenti al XIII secolo; addirittura
tra  le  tante  gabelle  che  affliggevano  la  popolazione rurale di
Ceresole  d'Alba,  una di queste imponeva la consegna di quantitativi
variabili di tinche.
    Anche  in  periodi  relativamente  recenti si hanno notizie molto
precise:  ad  esempio nella raccolta «Studi geografici su Torino e il
Piemonte»  -  aa.vv.  ed. Ciappichelli 1954, uno degli autori, Natale
Veronesi,  dedica  all'allevamento  della  Tinca  il  fascicolo:  «Le
peschiere  del  Pianalto  di  Poirino e la loro utilizzazione ittica»
(parte 5 e 7).
    Tra  le tante curiosita' descritte, il Veronesi parla addirittura
di  pescatori professionisti, usi a gestire anche le altrui peschiere
con   contratti   di   mezzadria   e   d'affitto;   questa  attivita'
professionale,  non  esistendo  nell'Altopiano  fiumi  importanti per
produzione ittica, era giustificata dalla rendita delle sole tinche.
    D'altronde,   consultando  le  «Consegne  del  Sale»  di  Poirino
(parte 7), si individuano gia' dal 1775 cinque famiglie di pescatori,
che evidentemente ottenevano le loro entrate dall'allevamento e dalla
vendita delle tinche.
    L'attivita'  di  pesca  professionale,  intendendo  in  tal senso
l'allevamento  delle  tinche,  si  e'  protratta  nei  secoli  e solo
recentemente,  verso  l'inizio  degli  anni  ottanta,  e'  del  tutto
scomparsa,  inserendosi  tra  le  attivita' di tipo agricolo, anche a
causa della morte degli ultimi anziani pescatori.
7. Riferimenti relativi alle strutture di controllo.
    La   struttura   di  controllo  e'  individuata  ai  sensi  degli
articoli 10 e 11 del regolamento CE 510/2006.
8.  Elementi  specifici  dell'etichettatura  connessi  alla  dicitura
D.O.P.
    Il  contrassegno  e'  costituito, in ordine dalla parte superiore
verso l'inferiore, dai seguenti simboli distintivi:
      la dicitura: «Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino»;
      il disegno della Tinca femmina con la testa rivolta a sinistra;
      la dicitura: «Denominazione d'origine protetta - D.O.P.».
    L'etichettatura   prevede  inoltre  la  dicitura  distintiva  del
produttore   e/o   dell'azienda  produttrice  del  prodotto,  le  cui
dimensioni  non potranno essere superiori a 1/2 delle diciture di cui
al seguente articolo.
    La  Tinca  Gobba Dorata fresca, dovra' essere commercializzata in
contenitori  e  sacchetti monouso recanti ben evidenziato il suddetto
contrassegno.
    Le  operazioni  di  condizionamento  devono  avvenire  nella zona
indicata  al  punto  3.1 al fine di garantire la tracciabilita' ed il
controllo  del  prodotto  stesso  ed essenzialmente in considerazione
della  natura  altamente  deteriorabile  e  della  delicatezza  delle
produzioni  ittiche,  al  fine  di  evitare  la  contaminazione  e di
garantire  la  conservazione  delle  caratteristiche organolettiche e
qualitative.
    8.1. Elementi dell'etichettatura legati al marchio D.O.P.
    Il marchio e' presentato nel modo seguente:
             Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino

                  ---->   Vedere a pag. 38   <----

              Denominazione d'Origine Protetta - D.O.P.
    Le  diciture:  «Tinca  Gobba  Dorata  del  Pianalto di Poirino» e
«Denominazione   d'Origine   Protetta  -  D.O.P.»  sono  scritte  con
carattere Times New Roman, corsivo, dimensione 14.

                  ---->   Vedere a pag. 38   <----

    Il  disegno  della  Tinca  femmina  presenta  la  testa rivolta a
sinistra,  la lunghezza totale dall'apice della bocca alla estremita'
della  coda  e'  di  45  mm, l'altezza dall'apice della pinna dorsale
all'estremita' inferiore della pinna ventrale e' di 20 mm.
9. Commercializzazione dei prodotti trasformati.
    I prodotti per la cui preparazione e' utilizzata la D.O.P., anche
a  seguito  di  processi  di elaborazione e di trasformazione, devono
essere  immessi  al consumo in confezioni recanti il riferimento alla
detta  denominazione  senza  l'apposizione  del  logo  comunitario, a
condizione che:
      il  prodotto  a  denominazione protetta, certificato come tale,
costituisca il componente esclusivo della categoria merceologica;
      gli  utilizzatori  del  prodotto a denominazione protetta siano
autorizzati  dai  titolari  del  diritto  di proprieta' intellettuale
conferito  dalla  registrazione  della  D.O.P.  riuniti  in consorzio
incaricato   alla  tutela  dal  Ministero  delle  politiche  agricole
alimentari  e  forestali.  Lo stesso consorzio incaricato provvedera'
anche  ad  iscriverli in appositi registri ed a vigilare sul corretto
uso  della  denominazione  protetta.  In  assenza  di un consorzio di
tutela  incaricato, le predette funzioni saranno svolte dal Ministero
delle  politiche agricole alimentari e forestali, in quanto autorita'
nazionale preposta all'attuazione del regolamento (CE) 510/2006.