(all. 1 - art. 1) (parte 1)
               PIANO GLOBALE DI SVILUPPO DELLE REGIONI
                          DELL'OBIETTIVO 1
                   (Reg. CEE n. 2081/93 - Art. 8)
 
                           Predisposto da:
       Ministero del Bilancio e della programmazione economica
                            d'intesa con:
       Ministro del Coordinamento delle Politiche Comunitarie,
                        Ministero del Tesoro,
        Ministero del Coordinamento delle Politiche Agricole,
                       Alimentari e Forestali,
           Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
                         sentite le Regioni:
 
Abruzzo  - Molise - Campania - Puglia - Basilicata - Calabria Sicilia
e Sardegna
 
                         Rapporto di sintesi
                           19 ottobre 1993
 
1. IL QUADRO SOCIO-ECONOMICO E TERRITORIALE DELLE REGIONI INTERESSATE
   ALL'OBIETTIVO 1
 
   L'analisi dei caratteri strutturali del Mezzogiorno  e  delle  sue
prospettive  di evoluzione nel medio e lungo periodo, con particolare
attenzione alle disparita' e ai ritardi di  sviluppo,  e'  alla  base
della strategia elaborata per il conseguimento dell'obiettivo 1 nelle
regioni italiane.
   La  situazione del Mezzogiorno nell'ambito dell'economia nazionale
e' profondamente diversa  da  quella  di  venti  o  trenta  anni  fa,
soprattutto  per  il  venir  meno  dei  due  caratteri essenziali che
avevano reso l'economia del Mezzogiorno e quella del  Centro-Nord  in
qualche   modo   complementari  e  di  conseguenza  l'intero  sistema
nazionale, pur con le sue distorsioni, funzionale e  funzionante.  Da
un  lato, infatti, operava un meccanismo di aggiustamento del mercato
del lavoro, basato su un elevato flusso di  emigrazione  dal  Sud  al
Nord  del  Paese,  il  quale  consentiva  di  assicurare l'espansione
dell'industria settentrionale e al  tempo  stesso  di  ricondurre  il
tasso   di   disoccupazione   meridionale  entro  limiti  socialmente
tollerabili; dall'altro, il  sostegno  del  mercato  meridionale  era
assicurato  da consistenti trasferimenti pubblici, per cui la domanda
espressa nel Mezzogiorno  rappresentava  una  notevole  occasione  di
sbocco  dei  prodotti  dell'industria  del Nord, del resto fortemente
agevolata ad investire in nuovi impianti  nel  Sud.  Entrambe  queste
condizioni  sono  venute  a  mancare:  i  flussi migratori sono ormai
estremamente  ridotti  e  il  mercato  meridionale  e'  sempre   meno
importante  per  l'industria settentrionale. In questa situazione, il
Mezzogiorno appare ormai a larghi ceti sociali - prevalentemente,  ma
non  esclusivamente, localizzati nel Nord del Paese - come un vincolo
strutturale alla crescita, che si  manifesta  attraverso  l'eccessivo
peso fiscale, il mantenimento di alti livelli di debito pubblico e di
tassi   di   interesse,   l'occasione   di   sprechi  quando  non  di
comportamenti criminosi.
   Non di meno, il Mezzogiorno presenta  tuttora  una  situazione  di
grave  ritardo  strutturale,  che  si  manifesta in primo luogo in un
insieme di ostacoli alla crescita, quali:
    l'insufficiente dotazione di infrastrutture 'economiche', per  le
quali  si  registra  un  divario  tra  Mezzogiorno e Centro-Nord pari
all'incirca al 50 (con punte piu' elevate per  quelle  energetiche  e
idriche)   e   la   corrispondente   sottodotazione   in  termini  di
infrastrutture 'sociali';
    l'assenza o la scarsa efficienza dei  servizi  alle  imprese,  in
particolare  di  quelli rivolti all'area organizzativa e commerciale,
che gli stessi imprenditori giudicano i piu' rilevanti;
    la scarsa presenza di industrie tecnologicamente  avanzate  e  la
scarsa presenza di attivita' di ricerca scientifica, sia di quella di
base, sia soprattutto di quella applicata allo sviluppo produttivo;
    il  notevole ritardo del Mezzogiorno, secondo i dati disponibili,
anche in  termini  di  scolarizzazione  e  di  qualita'  dell'offerta
formativa.
   Questi  aspetti non positivi dell'ambiente esterno alle imprese si
ripercuotono  ovviamente  sull'efficienza  complessiva  del   sistema
produttivo.  Inoltre,  agendo  sulle aspettative degli imprenditori e
ostacolando o rallentando la  localizzazione  di  nuovi  insediamenti
produttivi,  innescano  un  tipico  circolo  vizioso, in cui ambiente
esterno sfavorevole e debolezza della struttura  produttiva  assumono
di volta in volta il ruolo di causa e di effetto.
   Tali fattori operano, in modo costante e cumulativo, sull'economia
e sul sistema produttivo del Mezzogiorno:
    l'apparato  produttivo  meridionale  e l'offerta che esso esprime
sono insufficienti a sostenere il livello e la dinamica della domanda
interna per consumi e investimenti; ne discende il cronico squilibrio
dell'interscambio dell'economia meridionale con il resto del Paese  e
la  concentrazione  nel  Mezzogiorno  di  gran parte dello squilibrio
commerciale con l'estero;
    un tasso di industrializzazione pari ancora a circa un  terzo  di
quello  registrato nel resto del Paese e una presenza del settore dei
servizi  del  tutto  sproporzionata  rispetto  alla  consistenza  dei
comparti  primario  e  secondario  mettono  in luce come la struttura
produttiva localizzata nel Mezzogiorno sia debole ed esigua;
    il  capitale  meridionale  e'  poco   efficiente   (il   rapporto
capitale/prodottoe'  superiore  di almeno il 40% a quello riscontrato
nel  Centro-Nord)  e  la  dinamica  dell'accumulazione  di   capitale
insufficiente  (particolarmente  preoccupanti  i  dati  degli  ultimi
anni);
    le nuove localizzazioni produttive - in ispecie industriali - nel
territorio meridionale fanno registrare una dinamica insufficiente, a
riprova di condizioni poco attraenti per le imprese,  nonostante  gli
aiuti  finanziari (per altro anch'essi meno cospicui che nel passato,
e con forti incertezze per il futuro).
 
2. LA STRATEGIA E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO
 
   La  definizione  degli obiettivi e delle strategie per lo sviluppo
delle regioni italiane in ritardo di sviluppo e' fondata sull'analisi
della  situazione  socioeconomica  del  Mezzogiorno   e   sulle   sue
prospettive di evoluzione nel medio e lungo periodo. Ha ovviamente il
suo  peso  anche  la  situazione economica nazionale, soprattutto con
riferimento al preoccupante quadro  della  finanza  pubblica  e  alla
necessita'  di  perseguire  una politica economica compatibile con il
programma  di  convergenza  delle  economie   europee   stabilito   a
Maastricht.
   Nel contesto restrittivo della finanza pubblica, assai piu' che in
passato,   l'apporto  dei  fondi  comunitari  costituira'  una  parte
consistente delle  disponibilita'  finanziarie  per  la  politica  di
sviluppo  regionale in Italia. La contropartita finanziaria nazionale
andra'  anzitutto  ricercata  nell'ambito  delle  disponibilita'   di
bilancio  per la politica di sviluppo regionale gia' accertate, senza
dar luogo, almeno nell'immediato, a nuovi stanziamenti.
   Il quadro finanziario nel quale si inserisce la rinnovata politica
nazionale per le aree depresse del Paese e' dominato dalla necessita'
di operare in un regime di finanza pubblica assai  restrittivo.  Tale
esigenza   non   e'   connessa   solo  all'esistenza  di  vincoli  di
riequilibrio interno, ma discende anche dall'impegno  che  il  nostro
Paese  ha assunto nella costruzione dell'Unione economica e monetaria
europea e che comporta un alto grado di convergenza delle politiche e
dei risultati economici tra  i  Paesi  che  vi  partecipano.  Ne'  va
dimenticato  che la Comunita' e' intervenuta a favore dell'Italia con
la concessione di un prestito,  le  cui  erogazioni  sono  legate  al
rispetto  di vincolanti condizioni macro-economiche e di riequilibrio
della finanza pubblica.
   D'altro canto, i processi di  convergenza  reale  delle  economie,
l'esercizio  della  sorveglianza  multilaterale  e  il rispetto delle
condizioni del prestito comunitario impongono vincoli  alla  liberta'
di  manovra  della  politica  economica nazionale. In un Paese dove i
problemi delle aree depresse e in ritardo di sviluppo interessano una
parte consistente del territorio nazionale, tali vincoli  contrastano
con  il maggiore impegno finanziario che, in relazione agli obiettivi
di coesione economica e sociale, la  Comunita'  richiede  agli  Stati
membri come contropartita del proprio intervento strutturale.
   Questo  potenziale conflitto tra obiettivi non puo' essere risolto
semplicemente   sovra-ordinando   l'obiettivo    della    convergenza
macroeconomica  a  quello  della  coesione  economica  e sociale: una
soluzione di  questo  tipo  contrasta  con  la  lettera  della  nuova
formulazione  del  Trattato (che pone sullo stesso piano le finalita'
generali della Comunita') e con la stessa decisione del Consiglio  in
materia  di sorveglianza multilaterale (che investe tutti gli aspetti
della  politica  economica,  ivi  compreso  lo  sviluppo  regionale);
contrasta  soprattutto  con  la  necessita'  di  colmare  i divari di
sviluppo che costituiscono un fattore  implicito  di  squilibrio  dei
conti  pubblici.  Il rispetto delle compatibilita' dal punto di vista
macro-economico e' dunque collegato alla  disponibilita'  di  risorse
comunitarie  per  le  politiche  strutturali,  su  cui  si  fonda  la
possibilita'  di  realizzare  un  flusso  finanziario  aggiuntivo  da
destinare al sostegno dello sviluppo regionale.
   Un  secondo  principio-chiave  della  nuova  politica nazionale di
sviluppo regionale  deriva  dalla  necessita'  di  'concentrare'  gli
interventi sotto diversi aspetti:
    quello di natura politico-economica, che consiste nel limitare il
numero  degli  obiettivi da perseguire con riferimento ai problemi da
affrontare e alla  loro  scala  di  priorita'  (competitivita'  delle
imprese,   divari   di   produttivita',   disoccupazione,   dotazione
infrastrutturale, ..), identificando contestualmente gli strumenti  e
le modalita' piu' atti al loro conseguimento;
    quello  territoriale,  che  consiste  nell'individuare,  mediante
criteri statisticamente quantificabili, le aree di intervento  e  far
convergere  le  risorse  finanziarie  e  operative atte a sostenere i
processi di sviluppo;
    quello della tipologia  di  intervento,  ossia  degli  strumenti,
delle  modalita'  e  dei settori coi quali e sui quali programmare la
politica regionale;
    quello  delle  autorita'  e  degli  operatori  responsabili   dei
programmi operativi e delle altre forme d'intervento, che rinvia alla
necessita'  di  semplificare  e  di  razionalizzare  le  procedure di
attuazione della politica nazionale di sviluppo regionale.
   Le  esigenze  di  concentrazione  risultano  piu'  stringenti  nel
contesto  delle  citate  difficolta'  della finanza pubblica: essendo
limitate le risorse disponibili per attivare  nuovi  investimenti  da
destinare  alla  politica  regionale, diviene essenziale integrare le
risorse comunitarie e nazionali, concentrandole su obiettivi, aree  e
strumenti di intervento specifici.
 
3. GLI ELEMENTI DI BASE DELLA STRATEGIA DI SVILUPPO REGIONALE
 
   Dall'analisi    e   dall'interpretazione   delle   caratteristiche
strutturali condotte in sede di elaborazione  del  Piano  globale  di
sviluppo  delle regioni dell'obiettivo 1 emerge con evidenza che - al
di la' delle specificita'  proprie  delle  diverse  situazioni  -  le
imprese, il contesto produttivo e, piu' in generale, l'economia delle
aree   depresse   del  territorio  nazionale  presentano  problemi  e
priorita' d'intervento comuni. In  particolare,  assumono  rilievo  i
problemi  interni  alle  imprese  -  che  mostrano, in genere, minore
competitivita' rispetto ai concorrenti localizzati nelle regioni piu'
forti - e quelli  legati  alla  situazione  'ambientale'  in  cui  le
imprese si trovano a operare.
   Quanto  al  primo  tema,  basta  citare  le  analisi  della  Banca
d'Italia, che mostrano come la produttivita' e la redditivita'  delle
imprese  meridionali  siano  sistematicamente  inferiori  rispetto  a
quelle riscontrate presso le imprese del Centro-Nord comparabili  per
settore e dimensione.
   Altre  ricerche  hanno  confermato che, rispetto a tali divari, le
politiche di agevolazione finanziaria alle attivita'  produttive  nel
Mezzogiorno   hanno   operato  garantendo  -  ai  lavoratori  e  agli
investitori, rispettivamente - i salari e i rendimenti prevalenti nel
resto del Paese. Percio'  queste  politiche,  giustificate  sotto  il
profilo  dell'equita',  non  hanno influenzato se non marginalmente i
divari di crescita della produttivita', che  hanno  richiesto,  anzi,
interventi  correttivi  e  trasferimenti  sempre maggiori. Per questa
via, il persistere dei divari regionali e le  politiche  di  sostegno
alle  regioni  piu'  deboli  hanno  costituito  insieme un fattore di
espansione del deficit pubblico. Si e' creato, in  altre  parole,  un
circolo  vizioso  che  lega il ritardo delle regioni meridionali alle
condizioni   della  finanza  pubblica:  i  trasferimenti  correnti  a
sostegno diretto del consumo e i trasferimenti in  conto  capitale  a
bassa  produttivita' hanno protetto una consistente fetta del sistema
economico dalla disciplina del mercato; hanno  spiazzato  l'attivita'
manifatturiera  esposta  alla  concorrenza  sui mercati esteri; hanno
ridotto il tasso di sviluppo dell'economia italiana e contribuito  ad
aumentare  la  disoccupazione.  La  minore  crescita,  a  sua  volta,
comporta nel tempo un'ulteriore domanda  di  trasferimenti  da  parte
delle famiglie e delle imprese.
   Sul  tema  dell'ambiente  economico numerosi studi, anche di fonte
comunitaria, hanno mostrato come nelle aree in  ritardo  di  sviluppo
permangano  insufficienti  le dotazioni infrastrutturali e inadeguata
la qualita' dei servizi erogati alle imprese  (compresi  quelli  resi
dalla pubblica amministrazione).
   Ne  consegue, per le aree territoriali in ritardo di sviluppo, una
minore capacita' competitiva e una minore capacita' di attrarre nuove
iniziative produttive: la situazione di 'perifericita''  -  in  senso
economico   oltre   che   geografico  -  si  accentua  e  assume  una
connotazione  dinamica,  in  un  decennio  dominato  da  processi  di
riorganizzazione  territoriale dello spazio economico, cosi' come gli
anni Ottanta furono l'epoca della ristrutturazione produttiva.
   Queste nuove tendenze della geografia economica implicano  che  si
vada progressivamente estendendo e complicando l'ambito di intervento
della politica regionale.
   A  scala  comunitaria, il rafforzamento della coesione economica e
sociale  rappresenta  un  passaggio  obbligato,   che   costringe   a
considerare   in  modo  nuovo  i  problemi  della  convergenza  delle
economie, dei divari di sviluppo tra regioni e  tra  Stati  membri  e
dell'assetto  territoriale  della  Comunita'. L'accento si sposta dal
traguardo  del  livellamento  dei  tenori  di  vita  a  quello  della
convergenza  reale delle economie e del coordinamento delle politiche
di sviluppo, dei sistemi produttivi  e  della  capacita'  competitiva
delle regioni.
   Coesione  e  competitivita' diventano dunque i due poli intorno ai
quali ruotano le politiche comunitarie: il rilancio  delle  politiche
per  la  coesione economica e sociale, come strategia per evitare che
si costruisca un'Europa a piu' velocita'; la sottolineatura dei  temi
della  competitivita',  come precondizione di una piena funzionalita'
dell'unione economica e monetaria. Cosi' recita a questo proposito il
Pacchetto Delors 2:
   Sul   cammino   cosi'   tracciato   si    presenta    una
   contraddizione di rilievo: da un lato, i criteri adottati
   per  valutare  la convergenza costringono, tra l'altro, a
   un maggior rigore di bilancio, che nella  sua  attuazione
   ha  necessariamente effetti negativi sulla crescita e sul
   benessere sociale; dall'altro,  il  progresso  verso  una
   maggiore  coesione  impone  di  creare  per l'economia un
   contesto dinamico, per  attuare  nel  modo  migliore  gli
   adeguamenti necessari, per colmare le disparita' riguardo
   non  soltanto  alle  possibilita' di sviluppo ma anche al
   tenore di vita dei vari Paesi ( ..). Per  la  Commissione
   sara'  un  arduo compito proporre l'uso ottimale dei vari
   strumenti  della  politica  comunitaria,  per  conciliare
   coesione,   convergenza  e  crescita.    Certamente  sono
   necessari  mezzi  sufficienti  ( ..). E' necessaria anche
   molta  coerenza   nel   coordinamento   delle   politiche
   nazionali;  e'  necessaria  infine una base piu' dinamica
   per la crescita economica e per la creazione di posti  di
   lavoro.
   A  scala  nazionale, competitivita' e coesione si riflettono in un
disegno di politica regionale  che  -  per  quanto  resti  ancora  da
completare  in  tutti  i  suoi  aspetti  - punta al rafforzamento dei
diversi sistemi territoriali nazionali, al  fine  di  contrastare  la
tendenza  alla 'perifericita'' che contrassegna le aree meno favorite
del Paese e di attenuare le situazioni di ritardo.
   Occorre dunque agire con un insieme di strumenti differenziato, in
grado di intervenire sul  sistema  produttivo  sia  in  modo  diretto
(agevolazioni  alle imprese, sostegno alla ricerca e all'innovazione,
formazione  professionale,  tecnica  e  manageriale)  sia   in   modo
indiretto,     migliorando    il    contesto    'ambientale'    (reti
infrastrutturali,  servizi  alle  imprese,  ..).  Appare,   altresi',
essenziale  migliorare  la  capacita'  di  intervento  dell'operatore
pubblico, per quanto  attiene  sia  alla  quantita'  e  qualita'  dei
servizi  erogati  alle  famiglie  e  alle imprese, sia al ruolo della
pubblica amministrazione nel governo dei processi di cambiamento e di
innovazione  nel  sistema   produttivo,   nel   coordinamento   degli
interventi,   nell'allocazione  delle  risorse  e  nella  valutazione
dell'efficacia dell'azione pubblica.
   In questa logica, e aderendo al principio della concentrazione, le
finalita' strategiche alla base del Piano globale di  sviluppo  delle
regioni dell'obiettivo 1 possono essere riassunte:
    nello  sviluppo  della base produttiva e della produttivita', con
un'azione  orientata  a  promuovere   una   maggiore   efficienza   e
un'accresciuta  produttivita' dei processi industriali, a favorire la
crescita di iniziative produttive e di  occasioni  di  lavoro  in  un
contesto  di  equilibrato  assetto  del  territorio  e a stimolare la
nascita e la  diffusione  di  processi  e  prodotti  a  piu'  elevato
contenuto  tecnologico  e  a minore impatto sull'ambiente (diffusione
dell'innovazione tecnologica e promozione delle attivita' di  ricerca
e sviluppo);
    nel  potenziamento del sistema relazionale, inteso in primo luogo
a rimuovere alcuni condizionamenti significativi allo sviluppo  delle
regioni in ritardo, agendo sul completamento e sull'adeguamento della
maglia infrastrutturale, sull'interconnessione tra i poli di sviluppo
piu'  dinamici,  sull'integrazione  con  i  mercati  esterni  e sulla
promozione di avanzati e diffusi sistemi di telecomunicazioni;
    nell'attuazione di politiche del lavoro che, superando  la  forte
impronta   assistenziale   che   le  ha  caratterizzate  in  passato,
stabiliscano uno stretto intreccio tra 'creare occupazione' e 'creare
sviluppo'  (ad  esempio,  integrando   interventi   infrastrutturali,
sostegno  dei  programmi  di  ristrutturazione  e  razionalizzazione,
promozione  di  nuove  iniziative  e  di  nuova   imprenditorialita',
riqualificazione  professionale  e formazione). In questo contesto, i
processi  formativi  dovranno  consentire,  attraverso  programmi   e
meccanismi  flessibili,  a  ogni  singolo  soggetto di adeguare - con
tempestivita', flessibilita' e capacita' di adattamento - la  propria
offerta alle mutevoli condizioni della domanda di lavoro;
    nel  miglioramento  della  qualita'  della  vita,  da  conseguire
attraverso la riqualificazione del sistema insediativo  (qualificando
e ampliando la gamma dei servizi, riorganizzando e riqualificando gli
ambienti   urbani,   realizzando   e   completando   i   sistemi   di
infrastrutture a rete), il mantenimento di una elevata  qualita'  dei
sistemi  ambientali  (non  solo con la difesa del patrimonio storico,
naturalistico  e  territoriale,  ma   considerando   l'organizzazione
complessiva del territorio e delle sue risorse), il miglioramento del
sistema  culturale  e  sociale (con la tutela delle fasce piu' deboli
della popolazione, con il potenziamento delle strutture e dei servizi
del sistema scolastico  e  universitario,  con  la  diffusione  della
cultura d'impresa).
 
4. L'INDIVIDUAZIONE DEGLI ASSI PRIORITARI
 
   Per  quanto  concerne  le  regioni  interessate  all'obiettivo  1,
confermando le scelte gia' effettuate nel passato, si e'  predisposto
un  unico  Piano  di  sviluppo  regionale,  articolato  in  una parte
relativa al regime di aiuti per le imprese,  in  una  fase  nazionale
(multi-regionale) e in parti dedicate alle singole regioni.
   Alla  luce dell'esperienza del trascorso quinquennio, si e' inteso
garantire una maggiore e piu'  puntuale  capacita'  operativa  e  una
superiore dinamica di spesa nella fase di attuazione. Di conseguenza,
accanto  alle  priorita' di intervento sulla base delle strategie de-
lineate in precedenza, si sono introdotti come criteri  discriminanti
quello  della  disponibilita' di risorse finanziarie proprie e quello
dell'esistenza  di  strutture  organizzative  e   di   capacita'   di
intervento  in  grado  di  assicurare  la necessaria tempestivita' di
attuazione.
   Il rispetto di queste condizioni comporta che l'enfasi  si  sposti
dalla  titolarita'  dei  programmi  di  intervento  alla destinazione
territoriale degli interventi stessi. In altri termini, il  carattere
regionale  del  Piano  non  risulta verificato tanto sulla base della
ripartizione tra programmi multi  regionali  e  programmi  regionali,
quanto  in  relazione  alla  distribuzione degli investimenti e degli
effetti attesi dagli interventi sul territorio delle singole  regioni
interessate.
   In  questa logica, l'indicazione degli assi prioritari tiene conto
(oltre che dei criteri specifici descritti piu' oltre,  al  paragrafo
4.2)  dei  vincoli  che  derivano  dalla  limitata  disponibilita' di
risorse nazionali per il co-finanziamento. Cio' si traduce,  come  si
e'  detto,  in  una concentrazione degli interventi su alcuni ambiti,
rispetto ai quali e'  riconosciuta  una  valenza  strategica  per  lo
sviluppo  regionale  e  la  possibilita'  di finalizzare programmi di
spesa compatibili con le risorse disponibili e con il vincolo di  non
procedere, nell'immediato, a nuovi stanziamenti di bilancio.
   Per  quanto  riguarda la destinazione programmatica delle risorse,
il Ministro del bilancio  ha  concentrato  la  sua  attenzione  sugli
interventi  co-finanziabili  dal FESR. Per quanto attiene i programmi
co-finanziabili dal FSE e dal FEOGA-Orientamento, sono state recepite
le   indicazioni   formulate    dalle    amministrazioni    capo-fila
(rispettivamente,  Ministero  del lavoro e della previdenza sociale e
Ministero del coordinamento delle  politiche  agricole  alimentari  e
forestali).  Ovviamente per quanto riguarda le risorse programmatiche
della Regione, sono state recepite  le  indicazioni  contenute  nelle
proposte regionali.
   Tenuto  conto  delle  caratteristiche  proprie  di  ciascun  fondo
strutturale comunitario, che concorrono a circoscrivere  i  possibili
settori  di  intervento,  e  di  un'analisi  che ha posto a confronto
dotazioni e fabbisogni  (1),  le  priorita'  adottate  per  il  Piano
globale  di sviluppo delle regioni dell'obiettivo 1 con riferimento a
tutti i fondi e a tutti gli ambiti d'intervento sono:
_______
             (1) A tale fine sulla base dei lavori della  Commissione
          volti  a  definire  "indicatori  strutturale"  in  grado di
          evidenziare gli eventuali ritardi in termini  di  dotazioni
          di  infrastrutture  nelle  varie regioni e Stati membri, in
          appendice alla proposta di Piano e' riportata la situazione
          relativa alle varie regioni italiane dell'obiettivo  I  per
          le   varie   categorie   di   infrastrutture  (Appendice  D
          "Indicatori statistici per la valutazione di  programmi  di
          intervento").
 
    per  gli  interventi  co-finanziati dal Fondo europeo di sviluppo
regionale, le agevolazioni alle attivita' produttive - in particolare
secondo le nuove regole definite dalla deliberazione del CIPI del  22
aprile 1993 - in modo da ridare slancio agli investimenti nei settori
industriale  e  turistico  e da sottolineare il carattere prioritario
che il  sostegno  allo  sviluppo  delle  attivita'  produttive  nelle
regioni  in  ritardo riveste nella politica economica del Governo; la
realizzazione di infrastrutture idriche per usi civili e industriali,
per accrescere la disponibilita' di una risorsa che e' tuttora scarsa
nelle regioni considerate e la cui importanza e' stata richiamata dal
decreto legislativo n. 96/1993;  gli  interventi  per  la  ricerca  e
l'innovazione  tecnologica  che  appaiono strategici nel quadro delle
trasformazioni strutturali del sistema produttivo su  scala  europea;
quelli  nel  settore dei trasporti (in particolare ferroviari), delle
telecomunicazioni e dell'energia, anche con il concorso finanziario e
progettuale  dei  privati;  la  realizzazione  di  strutture  per  la
formazione   d'eccellenza;  l'edilizia  universitaria,  specie  negli
atenei maggiori;
    per gli interventi co-finanziati dal Fondo sociale europeo (al di
fuori delle azioni concernenti gli obiettivi 3 e  4),  la  formazione
d'eccellenza,   sia   manageriale   che   tecnica,  e  la  formazione
professionale, a sostegno dei processi di sviluppo  e  trasformazione
delle  attivita'  produttive  e,  in particolare, all'introduzione di
quei processi  le  cui  caratteristiche  tecnologiche  richiedono  in
misura crescente una parallela crescita delle risorse umane, anche al
di fuori dei settori direttamente produttivi;
    per   gli   interventi   co-finanziati   dal   Fondo  europeo  di
orientamento e garanzia in agricoltura-sezione  Orientamento,  quelli
diretti   a   facilitare  la  riconversione  produttiva  del  settore
agricolo, con particolare riferimento alle aree irrigue e ai  settori
tradizionali,  e  a  promuovere  l'integrazione con l'industria agro-
alimentare, nelle prospettive aperte dalla  nuova  politica  agricola
comune  e  dal  mercato  unico europeo, nonche' la distribuzione e la
commercializzazione   dei   prodotti   a    livello    nazionale    e
internazionale.
   Il quadro finanziario complessivo per il Piano globale di sviluppo
delle  regioni  dell'obiettivo  1  muove dall'ipotesi che l'ammontare
complessivo  delle  risorse  dei  fondi  strutturali  destinato  alle
regioni  italiane  sia  pari  a  17.000  Mecu  nel  periodo 1994-1999
fB012(2) e  che  il  peso  relativo  dei  diversi  fondi  strutturali
permanga  pari  a  quello  riscontrato  nel quinquennio 1989-1993. Si
ipotizza, pertanto, che il 65% delle disponibilita' sia assegnato  al
FESR  (11.050  Mecu  nel  periodo  1994-1999),  il 20% o circa al FSE
(circa 3.450 Mecu) e il 15% circa al FEOGA (circa 2.500 Mecu).
   Per quanto riguarda le risorse  disponibili  per  il  FSE,  queste
soltanto  in parte sono programmabili per l'obiettivo 1, in quanto in
larga parte assegnate alle azioni e agli interventi da realizzare per
il conseguimento degli obiettivi 3 e 4.
   Dei 3.450 Mecu disponibili per il FSE nel periodo 1994-1999 per le
aree dell'obiettivo 1, la quota  da  destinare  alle  azioni  e  agli
interventi  finalizzati  agli  obiettivi  3  e  4  e'  stata  fissata
programmaticamente in 2.313 Mecu (pari cioe'  all'80%  delle  risorse
totali).
   Per  le azioni e per gli interventi da coordinare con le attivita'
previste per il FESR e per il  FEOGA  nell'ambito  dell'obiettivo  1,
risultano pertanto programmabili 1.137 Mecu del FSE.
   Le risorse disponibili per ciascuno dei fondi, sono articolate tra
interventi  multiregionali e interventi regionali per far fronte alle
diverse  esigenze  di  azioni  in  relazione  alle  competenze  delle
amministrazioni centrali e regionali. Per quanto concerne i programmi
co-finanziati dal FESR, l'articolazione assunta tra interventi multi-
regionali  e  interventi  regionali  tiene conto sia dell'esigenza di
migliorare, rispetto al passato, capacita' operative e  dinamiche  di
spesa, sia delle priorita' d'intervento individuate, sia, infine, dei
risultati   di   una   valutazione   preliminare   dell'efficienza  e
dell'efficacia  dell'azione  pubblica  con  riferimento   al   quadro
comunitario di sostegno 1989-1993 fB012(3).
   Il  Piano  globale  di sviluppo delle regioni dell'obiettivo 1 per
quanto riguarda le risorse FESR, risulta pertanto  suddiviso  in  tre
distinte categorie di interventi:
    le  agevolazioni  alle  attivita' produttive, cui e' destinato un
terzo dei contributi del FESR (3.683 Mecu);
    gli interventi multi-regionali, cui  e'  destinato  un  ulteriore
terzo delle risorse del FESR (3.683 Mecu);
    gli  interventi  regionali,  nei  settori prioritari identificati
dalle Regioni in relazione alle disponibilita' di bilancio per il co-
finanziamento, cui e' destinato il restante terzo delle risorse.
________
             (2) In relazione ad una possibile  diversa  assegnazione
          indicativa   delle   risorse   effettuata  da  parte  della
          Commissione, si provvedera' in tempi brevi a trasmettere il
          quadro  finanziario  della  presente  proposta   di   piano
          modificato per renderlo compatibile con detta assegnazione.
             La  rimodulazione  da  effettuare  potra' comportare una
          diversa distribuzione percentuale tra fondi e una possibile
          riconsiderazione di alcune linee di intervento.
             (3) In appendice alla presente proposta  di  Piano  sono
          riportati  i principali risultati dell'analisi quantitativa
          svolta per valutare l'impatto socio-economico prodotto  sul
          sistema produttivo delle regioni del Mezzogiorno nonche' le
          principali  valutazioni  circa  l'efficacia  della politica
          regionale comunitaria (vedi  Appendice  A  -  "La  politica
          strutturale  comunitaria  nel  periodo  1983-93: un'analisi
          critica e una riflessione sull'esperienza italiana".
             Ai fini della valutazione ex  ante  che  la  Commissione
          dovra'  effettuare  nella  fase  di  definizione del Quadro
          Comunitario di Sostegno, sia del Piano nel suo insieme  sia
          dei  principali  assi  prioritari  in  cui esso si articola
          (regionali e multiregionali), sono  stati  predisposti  una
          serie  di  elementi ed informazioni (vedi Appendice C - "La
          valutazione di impatto: una stima preliminare").
             Si tratta  di  informazioni  riferite  alla  valutazione
          dell'impatto  sul  sistema  socio-economico  delle  regioni
          meridionali  che  la  spesa  pubblica  attivata  dai  fondi
          strutturali   unitari   potra'   determinare   nel  periodo
          1994-1999. All'impatto  in  termini  di  occupazione  e  di
          prodotto   determinato  per  singolo  asse  e  per  singolo
          programma regionale, e' affiancata in alcuni casi,  laddove
          quantificabili, la esplicitazione di indicatori di successo
          che  illustrano  gli  obiettivi specifici da perseguire con
          l'attivazione del programma.
 
   Per quanto riguarda il FSE, sempre nell'ambito  dell'obiettivo  1,
le  risorse  disponibili (1.137 Mecu nel periodo 1994-1999) risultano
cosi' suddivise:
    per interventi multiregionali  554  Mecu,  di  cui  326  per  gli
interventi  da  realizzare  attraverso l'azione degli Enti pubblici e
228 accantonati per altri programmi nazionali da definire nelle  fasi
di attuazione del Piano;
    per    interventi    regionali,   nelle   attivita'   prioritarie
identificate  dalle  Regioni  anche  in  relazione  alle   rispettive
disponibilita'  di  bilancio,  cui  e'  destinato il residuo 50% (583
Mecu).
   Per quanto riguarda infine le risorse disponibili per il FEOGA, il
15%   del   totale   e'   attribuito   ad   attivita'    promuovibili
dall'Amministrazione  Centrale  per  interventi  multiregionali  (375
Mecu) e 1'85% alle attivita' prioritarie identificate  dalle  Regioni
(2.125 Mecu).
   Il quadro finanziario complessivo per gli interventi co-finanziati
dai fondi strutturali e' rappresentato nella tab. 1.
 
Tab.   1  -  Quadro  finanziario  complessivo  degli  interventi  co-
finanziati dai fondi strutturali delle aree dell'obiettivo 1
 
=====================================================================
    Fondi      | Costo    |Spesa    |   Fondo    |   Fondi   |Privati
 strutturali   | totale   |pubblica | strutturale|  pubblici |
 e tipologie   |          |         |            | nazionali |
d'intervento   |          |         |            |           |
_______________|__________|_________|____________|___________|_______
Quadro finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
FESR
 
Agevolazioni
alle
attivita'
produttive       17.682     7.176      3.683        3.493      10.506
 
Interventi
multi-regionali   7.584     7.146      3.683        3.463         438
 
Interventi
regionali         7.737     6.220      3.683        2.537       1.517
    TOTALE. . .  33.004    20.543     11.050        9.493      12.461
_____________________________________________________________________
 
FEOGA
 
Interventi
multi-
regionali           751       563        375          188         188
 
Interventi
regionali         4.268     3.178      2.125        1.053          94
- per
l'obiettivo 1     2.276     2.182      1.129        1.053          94
 
- per
l'obiettivo 5a    1.992       996        996          __          996
    TOTALE. . .   5.019     3.741      2.500        1.241       1.278
_____________________________________________________________________
 
FSE
 
Interventi
multi-regionali     852       852        554          298         __
 
- Progetto
enti pubblici       501       501        326          175         __
- Accantonamento
 
progr. nazionali    351       351        228          123         __
 
Interventi
regionali           853       853        583          270         __
 
Obiettivi 3 e 4   3.559     3.559      2.313        1.246         __
    TOTALE. . .   5.264     5.264      3.450        1.814         __
_____________________________________________________________________
 COMPLESSO. . .  43.287    29.548     17.000       12.548      13.739
_____________________________________________________________________
 
 
               PIANO GLOBALE DI SVILUPPO DELLE REGIONI
                          DELL'OBIETTIVO 1
                   (Reg. CEE n. 2081/93 - Art. 8)
 
                           Predisposto da:
       Ministero del Bilancio e della programmazione economica
                            d'intesa con:
       Ministro del Coordinamento delle Politiche Comunitarie,
                        Ministero del Tesoro,
        Ministero del Coordinamento delle Politiche Agricole,
                       Alimentari e Forestali,
           Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
                         sentite le Regioni:
 
Abruzzo  - Molise - Campania - Puglia - Basilicata - Calabria Sicilia
e Sardegna
 
                         Rapporto di sintesi
                           19 ottobre 1993
 
 
4.1. Sostegno alle attivita' produttive
   Il peso attribuito anche in termini quantitativi agli  aiuti  alle
attivita'   produttive   si  ricollega  direttamente  alla  priorita'
assegnata all'obiettivo dello sviluppo della base produttiva e  della
produttivita'.
   L'obiettivo di garantire alle imprese operanti nel Mezzogiorno una
produttivita'   comparabile   con   quella  dei  concorrenti  europei
consiglia di intervenire con modalita' e meccanismi nuovi che evitino
gli  effetti  collaterali  perversi  del   precedente   sistema.   Il
precedente  meccanismo  di incentivazione, oltre a presentare elevati
costi in termini di finanza pubblica, produceva effetti di 'selezione
avversa' che tendevano a favorire gli investimenti meno efficienti.
   Una politica industriale rinnovata  nei  contenuti  non  puo'  non
essere  anche una politica industriale rinnovata nei modi di operare.
Le linee di un nuovo regime di  aiuti  alle  imprese  sono  delineate
nella delibera CIPI del 22 aprile 1993.
   Il  nuovo  regime  viene  caratterizzato  innanzitutto da una piu'
ampia definizione delle  zone  di  applicazione  che  coincidono  con
quelle  interessate  agli  interventi strutturali comunitari ai sensi
degli obiettivi 1, 2 e 5b, nonche' con quelle  in  cui  la  normativa
comunitaria  in  materia  di concorrenza riconosce la possibilita' di
concedere aiuti di Stato a finalita' regionale.
   L'obiettivo della trasparenza ha indotto a  introdurre  importanti
innovazioni  per  quel  che attiene alla definizione delle iniziative
ammissibili, all'intensita' degli aiuti e ai meccanismi procedurali e
di valutazione delle domande.
   In base al nuovo regime le agevolazioni possono essere concesse in
relazione a progetti di nuovi insediamenti  produttivi,  ampliamenti,
ammodernamenti,   ristrutturazioni,  riconversioni,  riattivazioni  e
delocalizzazioni, come definiti dall'art. 2 del decreto.
   Sempre  al  fine  di conferire trasparenza al sistema agevolativo,
per quanto attiene sia all'onere a carico del bilancio pubblico,  sia
alla  determinazione  dell'intensita'  effettiva  delle  agevolazioni
godute,  il  calcolo  delle  agevolazioni  finanziarie,   fiscali   e
contributive  viene  effettuato  in  'equivalente  sovvenzione netto'
(ESN) secondo la prassi da tempo invalsa  in  sede  comunitaria.  Per
quanto  concerne l'intensita' degli aiuti rispetto agli investimenti,
conformemente alle indicazioni legislative, il  CIPI  ha  recepito  i
massimali  indicati nella decisione del 9 dicembre 1992, con la quale
la Commissione CE ha chiuso una procedura di infrazione aperta su una
norma di puro rifinanziamento del  regime  di  aiuti  previsto  dalla
legge 64/1986.
   Per le aree dell'obiettivo 1, il tetto massimo di intensita' degli
aiuti  e'  portato  dal  75%  al  65%  degli  investimenti,  con  una
graduazione per dimensione di impresa e per territorio che,  fino  al
31  dicembre 1993 ricalca le fasce definite in attuazione della legge
64/1986. Dal 1994,  contestualmente  alla  ridefinizione  delle  aree
interessate,  verranno  rivisti  i massimali d'intensita' di aiuto e,
per  l'obiettivo  1,  verra'  introdotta,  con  deliberazione   CIPE,
un'articolazione   territoriale  per  aree  omogenee  sulla  base  di
indicatori capaci di esprimere la reale situazione di arretratezza di
ogni area.
   Al fine di assicurare la compatibilita' tra risorse disponibili  e
agevolazioni  concesse,  la  deliberazione CIPI innova radicalmente i
meccanismi procedurali; dal  tradizionale  sistema  'a  domanda'  nel
quale,  in  presenza  di  determinati  requisiti,  risultava certa la
concessione dell'incentivo ma non i tempi di erogazione e gli oneri a
carico del bilancio pubblico, si passa a un sistema 'a concorso'  che
predetermina i tempi di concessione e gli oneri per il bilancio dello
Stato,  ma  spezza  il  legame  automatico tra requisiti soggettivi e
certezza della concessione. Le  agevolazioni  sono  concesse  secondo
l'ordine  risultante  da  apposite  graduatorie  fino all'esaurimento
delle risorse disponibili. Queste,  infatti,  sono  pre  determinate,
ogni  anno,  per regione; le graduatorie delle domande formulate sono
definite sulla base di  indicatori  che  tendono  a  privilegiare  le
iniziative  che, a parita' di aiuti concessi, presentano investimenti
e livelli di occupazione attivata maggiori.
   Per rendere pienamente operativo questo nuovo regime di  aiuti  si
e' posta l'esigenza di assicurare - attraverso il concorso del FESR -
la necessaria dotazione finanziaria, al fine di consentire una rapida
e  consistente  ripresa  degli  investimenti produttivi nelle regioni
dell'obiettivo  1,  che  hanno  fortemente   risentito,   nell'ultimo
periodo,  degli  effetti  negativi  della fase recessiva e del blocco
dell'intervento straordinario.
   Dal co-finanziamento  sono  esclusi  gli  interventi  che  formano
oggetto di contratti di programma, compresi i contratti di impresa, e
le agevolazioni alla ricerca (progetti e centri).
   Accanto a questo intervento, cui e' assegnata la quota maggiore di
risorse,   il  Piano  prevede  il  co-finanziamento  anche  di  altri
interventi finalizzati:
    alla promozione di nuova imprenditorialita' giovanile;
    al finanziamento degli investimenti delle piccole e medie imprese
e al riequilibrio della struttura finanziaria;
    al  sostegno  finanziario  degli  investimenti  produttivi  delle
imprese artigiane;
    al  sostegno  allo  sviluppo  di  aree  di  crisi  produttiva   e
occupazionale.
   Inoltre  la promozione di nuove iniziative industriali va favorita
attraverso una piu' efficace  valorizzazione  delle  aree  attrezzate
all'interno delle Aree e Nuclei industriali.
   Una   migliore   utilizzazione  della  dotazione  infrastrutturale
esistente per permettere alle imprese di fruire di cospicue  economie
esterne  e  valorizzare  i  fattori  di localizzazione presenti nelle
regioni meridionali,  puo'  essere  conseguita  attraverso  una  piu'
puntuale conoscenza di tali elementi. A tale scopo le Amministrazioni
Centrali e territoriali, con il supporto tecnico dello IASM, dovranno
creare una apposita 'banca dati', con la quale diffondere all'interno
del  Paese  ed  all'esterno  l'informazione  utile agli operatori per
decidere sulla localizzazione territoriale piu' conveniente.
   Nel Piano globale di sviluppo delle regioni  dell'obiettivo  1  un
terzo  delle  risorse  disponibili  del FESR e' assegnato agli 'aiuti
alle imprese', destinando al co-finanziamento del descritto regime di
aiuto circa  3500  Mecu  e  riservando  gli  ulteriori  183  Mecu  al
finanziamento   di   eventuali  sovvenzioni  globali  destinate  alla
realizzazione di programmi volti a fornire servizi reali e finanziari
alle imprese industriali e turismo. Ad interventi nei servizi reali e
finanziari per il settore industriale e per il turismo, da realizzare
mediante sovvenzioni globali, sono  inoltre  riservati  ulteriori  55
Mecu  a valere sulle risorse del FESR destinate alle azioni operative
multiregionali.
   Per il periodo 1994-1999 si verrebbe pertanto  a  disporre  di  un
aiuto  pubblico  alle imprese dell'ordine dei 1.196 Mecu all'anno: si
tratta di una disponibilita' che, pur tenuto conto della possibilita'
che nello stesso periodo siano finanziati anche  eventuali  contratti
di  impresa,  appare  inferiore  a  quella  media destinata ad azioni
analoghe nel periodo di operativita' della legge 64/1986 (1986-1992).
Tuttavia, grazie alla minore intensita' degli aiuti accordabili  alle
imprese e a una piu' attenta valutazione delle iniziative proposte al
finanziamento,  dall'attuazione  di  questo  asse  prioritario  ci si
attende parimenti un consistente ampliamento della base produttiva.
   Il  piano  di  finanziamento  per  questo  asse   prioritario   di
intervento,  con riferimento al periodo 1994-1999, e' riportato nella
tab. 2.
 
Tab. 2 - Asse prioritario: Sostegno alle attivita' produttive
=====================================================================
 Sotto-assi    | Costo   | Spesa    |   FESR   |     Fondi  | Privati
 prioritari    | totale  | pubblica |          |    pubblici|
 e categorie   |         |          |          |   nazionali|
d'intervento   |         |          |          |            |
_______________|_________|__________|__________|____________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Aiuti alle
imprese          17.316     6.993      3.500        3.493      10.323
 
di cui
-ex legge 488/92  9.444     5.246      2.623        2.623       4.198
-ex legge 44/86     244       222        111          111          22
-altri interventi 7.628     1.525        766          759       6.103
 
Servizi reali e
finanziari alle
imprese industriali
e turismo (1)       366       183        183           -          183
 
    TOTALE. . .  17.682     7.176      3.683        3.493      10.506
_____________________________________________________________________
             (1)  Al  netto  delle  risorse  destinate  ad  ulteriori
          sovvenzioni globali per l'industria e turismo riportate tra
          gli interventi multiregionali.
 
4.2. Interventi multi-regionali
 
   L'individuazione degli assi prioritari e la definizione  del  loro
peso   relativo  in  termini  di  allocazione  di  risorse  e'  stata
effettuata  contemperando  tre   esigenze   per   loro   natura   non
necessariamente convergenti:
    il  procedimento suggerito dalla Commissione di far discendere la
scelta degli  assi  dal  confronto  di  indicatori  di  fabbisogno  e
indicatori  di dotazione; la Commissione, infatti, intende rafforzare
gli aspetti della valutazione  (ex  ante,  in  itinere  ed  ex  post)
procedendo  sin dalla formulazione del Piano globale di sviluppo alla
individuazione di indicatori quantitativi, che aiutino a valutare gli
effetti dell'azione strutturale co-finanziata dai  fondi  comunitari,
sia  in  relazione  ai  singoli  assi  prioritari,  sia in termini di
effetti di sviluppo;
    le esigenze di continuita' legate al  completamento  del  disegno
formulato   con   il   precedente  Quadro  comunitario  di  sostegno,
subordinatamente  a  un   giudizio   in   merito   all'efficienza   e
all'efficacia  dell'attuazione  dei  programmi  operativi  con cui e'
stato attuato il precedente Quadro di sostegno.  La  Commissione  ha,
infatti,  proposto  di  confermare  per  l'insieme  dei territori del
l'obiettivo 1 gli assi prioritari gia' individuati in occasione della
formulazione  dei  Quadri  comunitari  di  sostegno  1989-1993,   con
l'aggiunta di un asse relativo all'istruzione e un asse relativo alla
sanita'.  Inoltre,  laddove sia venuto meno il finanziamento di parte
nazionale, l'effettiva possibilita' di  proseguire  le  azioni  sara'
verificata alla luce della situazione della finanza pubblica;
    il rispetto delle indicazioni implicite nelle attuali allocazioni
di  bilancio  e  nelle rispettive disponibilita' finanziarie. Per far
cio' si e' condotta una verifica puntuale dell'ammontare  di  risorse
destinabili alla copertura del finanziamento di parte nazionale e dei
correlati programmi di intervento presso le amministrazioni centrali,
le  Regioni  e  gli  enti  pubblici  nazionali dotati di autonomia di
bilancio.
   Le priorita' individuate con riferimento  agli  interventi  multi-
regionali  sono  state  proposte  anche  alle  Regioni  allo scopo di
suggerire un terreno di convergenza dell'azione pubblica  e  non  per
condizionarne l'autonomia di scelta. Si e' cosi' aperta una prassi di
concertazione  volta, da una parte, ad acquisire indicazioni circa le
priorita' di intervento nell'ambito dei programmi  multi-regionali  -
anche  per  realizzarne una migliore regionalizzazione - dall'altra a
creare  le  premesse  per  procedere,  in  fase  di  predisposizione,
aggiornamento  e  attuazione dei programmi operativi alle valutazioni
in merito alle  possibilita'  di  copertura  dei  fabbisogni  di  co-
finanziamento nazionale.
   Nel  merito  dell'individuazione  delle priorita' di intervento il
criterio-guida adottato ha fatto riferimento alle carenze  registrate
nella  dotazione  infrastrutturale nelle regioni dell'obiettivo 1 nel
confronto tanto con la media nazionale quanto con quella comunitaria.
  La  situazione  della  finanza  pubblica  richiede  inoltre  che  -
nell'ambito  degli  interventi  multi-regionali  (come, per altro, in
quello delle proposte regionali) - si attribuisca  grande  importanza
alla  ricerca  di  soluzioni innovative di finanziamento, mobilitando
risorse  pubbliche  di  diversa  fonte  (amministrazioni   pubbliche,
agenzie  di  spesa,  autonomie  locali,  ..),  la  Cassa  Depositi  e
Prestiti, la BEI, e anche capitali  privati,  nella  prospettiva  del
ricorso al project financing.
4.2.1. Comunicazioni
   L'obiettivo  generale  che  si intende conseguire con le azioni di
politica regionale attinenti all'asse prioritario delle comunicazioni
e' quello di ridurre, attraverso investimenti nei trasporti  e  nelle
telecomunicazioni,  la  perifericita' delle regioni dell'obiettivo 1,
favorendo l'integrazione di queste regioni sia al loro  interno,  sia
tra  loro  e  con  il resto del Paese, sia con le altre regioni della
Comunita'.
4.2.1.1. Trasporti
   Il peso attribuito,  nell'ambito  del  settore  dei  trasporti,  a
quelli  su rotaia rappresenta un'inversione di tendenza rispetto alla
prevalenza attribuita tradizionalmente al trasporto su gomma.  Questa
scelta presenta anche importanti riflessi di carattere ambientale.
   Il  Ministero  dei  trasporti  e  le  Ferrovie  dello  Stato hanno
presentato un programma di investimenti aggiuntivi, articolato su tre
tipologie di interventi, diretti a realizzare:
    raddoppi di linee, per soddisfare incrementi di  traffico  al  di
la' della potenzialita' esistente;
    nodi,  cioe'  l'insieme  di impianti e infrastrutture ferroviarie
che ricadono nell'ambito di una vasta area urbanizzata;
    varianti di tracciato, finalizzate a garantire un  aumento  della
velocita' o un incremento del peso trainabile.
   Alcune  Regioni,  nell'indicare le proprie priorita' in materia di
trasporti, hanno segnalato fabbisogni di interventi anche  nel  campo
della  viabilita'.  Nel  Piano  globale  di  sviluppo  delle  regioni
dell'obiettivo 1, pertanto, e' stata assegnata una quota  di  risorse
anche per infrastrutture viarie, che verranno identificate in sede di
programmazione   operativa  di  concerto  con  l'ANAS  e  le  Regioni
interessate.
   Il  piano  di  finanziamento  per  questo  asse   prioritario   di
intervento,  con riferimento al periodo 1994-1999, e' riportato nella
tab. 3.
 
Tab. 3 - Trasporti
=====================================================================
    Assi      |  Costo  |  Spesa    |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari   |  totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie  |         |           |           |  nazionali|
d'intervento  |         |           |           |           |
______________|_________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Ferrovie          1.613     1.613        968          645        __
 
Strade               95        95         56           39        __
 
    TOTALE. . .   1.708     1.708      1.024          684        __
_____________________________________________________________________
 
4.2.1.2. Telecomunicazioni
   Motivazioni  analoghe  a  quelle  esaminate  per  il  settore  dei
trasporti inducono a assegnare priorita' agli interventi nel  settore
delle telecomunicazioni.
   La   stessa  Commissione  CE,  nell'esaminare  il  contributo  che
discende  dallo  sviluppo  delle  reti  di  telecomunicazione  e   di
trasporto per il conseguimento della coesione economica e sociale, ha
messo  in rilievo come lo sviluppo delle reti di telecomunicazione da
un lato rappresenti un'alternativa allo  sviluppo  dei  trasporti  e,
dall'altro,  determini  su  di  essi  un feedback positivo, in quanto
promuovendo   i   contatti   interpersonali,   le   telecomunicazioni
favoriscono   anche   le   motivazioni  di  incontro  e,  quindi  gli
spostamenti.
   Per il conseguimento di queste finalita', nel Piano si individuano
tre linee di intervento nel settore della  telefonia,  finalizzate  a
promuovere:
    la  telefonia  di  base,  attraverso un programma di investimenti
aggiuntivi della SIP SpA;
    le telecomunicazioni via  satellite,  mediante  un  programma  di
investimenti aggiuntivi della Telespazio SpA;
    le  telecomunicazioni  su lunga distanza, attraverso un programma
di investimenti aggiuntivi della IRITEL SpA.
   A questi interventi si affianca un programma di  investimenti  nel
campo   della   telematica  pubblica  che  dovra'  essere  realizzato
direttamente dall'Amministrazione P.T.
   Tenuto conto che la Commissione CE riconosce a  questi  interventi
un  tasso  di  aiuto  del  35% in termini di spesa pubblica, il piano
finanziario risulta essere quello presentato nella tab. 4.
 
Tab. 4 - Telecomunicazioni
=====================================================================
    Assi       | Costo  |  Spesa    |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Telecomunica-
zioni             1.367     1.367        478          889        __
_____________________________________________________________________
4.2.2. Ricerca, innovazione tecnologica, strutture di formazione
   Nella  strategia  di sviluppo posta alla base del Piano le risorse
umane assumono una posizione preminente.
   Da  un  lato,  infatti,  la   stessa   filosofia   dell'intervento
comunitario  a  finalita'  strutturale,  dopo  la  riforma,  promuove
l'integrazione dei fondi e in particolare quella tra il Fondo europeo
di sviluppo regionale e il  Fondo  sociale  europeo  come  mezzo  per
conseguire  la  massima  efficacia  degli  interventi  ed 'effetti di
sinergia' nello sviluppo del 'potenziale endogeno'.
   In particolare, il ruolo degli investimenti in ricerca e  sviluppo
e  nell'innovazione  tecnologica  nell'ammodernamento delle strutture
produttive e' troppo  noto  per  dover  essere  qui  richiamato.  Con
specifico   riferimento   alla   situazione  delle  regioni  italiane
dell'obiettivo 1 conviene piuttosto ribadire gli obiettivi gia' posti
a  base  del  programma   multi   regionale   'ricerca   e   sviluppo
tecnologico',  anche  alla  luce  di  quanto  previsto nel 'programma
quadro' per la ricerca elaborato dalla Commissione CE come  guideline
per l'attivita' comunitaria in questo settore nei prossimi anni:
    promuovere  lo  sviluppo  di  strutture e programmi scientifici a
rilevante impatto industriale;
    consolidare  i  nuclei  esistenti  di   competenza   scientifico-
tecnologica;
    coordinare  le  iniziative scientifiche in essere e orientarne le
attivita' verso finalita' applicative;
    creare  'fattori  d'ambiente'  che  costituiscano   elementi   di
attrazione di investimenti nei settori high tech;
    stimolare  comportamenti  innovativi  nelle  imprese (soprattutto
quelle di minore dimensioni) assistendole nell'elaborazione di  nuove
scelte tecnologiche, organizzative e di mercato.
   Dal  canto  loro,  gli  interventi  sul  fattore  umano  divengono
cruciali in un periodo caratterizzato da rapide trasformazioni  della
struttura  industriale  e  del  modo  di  produrre. Non a caso questo
elemento costituisce un nuovo obiettivo  della  politica  strutturale
comunitaria  (obiettivo  4)  che  discende direttamente dalle analisi
poste al centro del Pacchetto Delors 2.
   Obiettivo del Piano e' quindi quello di  promuovere  piu'  intense
forme  di  integrazione  tra  gli  interventi  del  FESR  e  del FSE,
ancorche'  a  cio'  si  frappongano  numerosi  ostacoli   di   natura
amministrativa  e  procedurale  tanto  sul  piano nazionale quanto su
quello comunitario.
   Per quanto concerne gli interventi per la  ricerca,  l'innovazione
tecnologica  e  l'edilizia  universitaria,  le  principali  linee  di
intervento identificate nel Piano riguardano, tra l'altro:
    il consolidamento  del  sistema  universitario  meridionale,  con
particolare riferimento alle facolta' scientifiche;
    l'introduzione   di   nuove  tecnologie  nell'insegnamento  degli
istituti professionali;
    il  rafforzamento  delle  reti  scientifiche  pubbliche  e  degli
osservatori esistenti;
    la promozione del fattore umano delle istituzioni scientifiche;
    la  promozione della ricerca industriale e dell'innovazione nelle
imprese esistenti;
    la  promozione  dello  sviluppo  di  programmi  e  attivita'   di
trasferimento  tecnologico  nonche' l'avvio di programmi operativi di
parchi scientifici e tecnologici.
   Il  piano  di  finanziamento  per  questo  asse   prioritario   di
intervento,  con riferimento al periodo 1994-1999, e' riportato nella
tab. 5.
 
Tab. 5 - Ricerca, innovazione, edilizia e strutture formative
=====================================================================
 Sotto-assi    | Costo  |  Spesa    |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Ricerca e
sviluppo
tecnologico,
edilizia
universitaria e
strutture di
formazione        1.627     1.466        733          733         161
_____________________________________________________________________
 
4.2.3. Energia
   Le ragioni per assegnare priorita'  agli  interventi  nel  settore
energetico sono molteplici. Gia' nel precedente Quadro comunitario di
sostegno  1989-1993  al  settore  dell'energia erano state attribuite
risorse di considerevole importanza anche  per  poter  proseguire  la
graduale  attuazione  del programma di metanizzazione del Mezzogiorno
specificamente previsto dalla legge 784/1980.
   Nonostante questo  forte  impegno  di  investimenti  pubblici  nel
settore, la situazione delle infrastrutture energetiche nelle regioni
dell'obiettivo  1  si  presenta tuttora deficitaria sia in termini di
dotazione complessiva, sia  soprattutto  in  termini  di  qualita'  e
affidabilita'  (basta  pensare  ai  ben  noti  effetti di black-out e
brown-out elettrici), con riflessi negativi  sulle  potenzialita'  di
sviluppo di queste regioni.
   Per  superare  questa  condizione  di  inferiorita' che continua a
caratterizzare   le   infrastrutture   energetiche   nelle    regioni
dell'obiettivo  1,  nel Piano si individuano due linee prioritarie di
intervento a carattere multiregionale:
    favorire l'incremento della disponibilita' di  energia  elettrica
destinabile, soprattutto, alle utenze produttive;
    rendere  maggiormente  funzionale  la  rete  di distribuzione del
metano gia' realizzata nel Mezzogiorno.
   Per l'asse prioritario 'energia',  il  piano  finanziario  risulta
essere quello presentato nella tab. 6.
 
Tab. 6 - Energia
=====================================================================
 Sotto-assi    | Costo  |   Spesa   |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Energia             555       555        194          361          __
_____________________________________________________________________
 
4.2.4. Risorse idriche
 
   Il  regime  idrografico  del  Mezzogiorno  e'  condizionato  dalla
frequenza  e  dall'intensita'  delle  piogge,  concentrate  in  brevi
periodi,  cui  fanno seguito lunghi periodi di siccita'; storicamente
in assenza di tecniche e di capitali che consentissero la costruzione
di opere di regimazione, regolazione e  riserva  delle  acque  si  e'
determinata  per  l'intero  Mezzogiorno  una geografia e una economia
dell'acqua, che ha concorso a influenzare  in  modo  determinante  lo
sviluppo e l'assetto socio-economico.
   Nonostante  l'ingente  mole  di  realizzazioni  e  di investimenti
effettuati  dal  dopoguerra  a  oggi,  persistono   nel   Mezzogiorno
situazioni   di   insufficienza   strutturale,   di   disservizi,  di
diseconomie e di stati di crisi  acuta.  Aumenta,  inoltre,  in  modo
generalizzato  la  domanda  d'acqua  da parte di tutti i settori e le
analisi, estese a proiezioni di medio-lungo periodo, confermano  (non
ostante  l'auspicato  processo  di  razionalizzazione  nell'uso della
risorsa) una sostanziale tendenza della  domanda  all'incremento  nel
tempo.  Il  suo  soddisfacimento,  quando  e'  possibile,  rischia di
avvenire al costo di un ulteriore  scadimento  della  qualita'  della
risorsa.
   Questa  diagnosi e' stata di recente confermata anche dallo studio
promosso  dalla  Commissione  CE  su  'Valutazione  delle  iniziative
intraprese   nel   campo   delle   risorse  idriche  e  dell'ambiente
nell'ambito  del  Quadro  comunitario  di  sostegno   1989-1993   per
l'Italia'.
   Gli  interventi che si intende attuare nel periodo coperto dal Pi-
ano  concorrono  alla  graduale   realizzazione   di   un   programma
complessivo che muove dagli schemi idrici elaborati a suo tempo dalla
Cassa  per  il  Mezzogiorno  e  dalle  varianti  regionali  al  Piano
regolatore generale degli acquedotti. Essi si  inseriscono,  inoltre,
in  un  quadro  di  profonde  innovazioni  in  corso  sul piano delle
responsabilita' gestionali del settore idrico, nella  prospettiva  di
una  revisione  legislativa  all'esame  del  Parlamento (c. d. 'legge
Galli')  e  delle  indicazioni  fornite  dall'art.  10  del   decreto
legislativo n. 96/1993 (che prevede la possibilita' di procedere alla
costituzione  di  apposite  Societa'  per  la gestione degli impianti
idrici).
   Le  linee  di  intervento  saranno  precisate  nella  fase   della
programmazione  operativa;  va, comunque, riconosciuta priorita' agli
interventi tesi a ridurre  le  perdite  tra  acqua  immessa  e  acqua
fatturata  nelle  reti esistenti. La revisione, l'ammodernamento e la
razionalizzazione delle reti di  distribuzione  dell'acqua,  oltre  a
ricostituire  il  capitale  infrastrutturale  deteriorato  e vetusto,
riduce  gli  investimenti  necessari  a  rinvenire,  potabilizzare  e
addurre  nuove  risorse  idriche,  il  cui reperimento e' sempre piu'
problematico e costoso.
   Per queste ragioni il massimo di priorita' e' stato attribuito nel
Piano  globale  di  sviluppo  delle  regioni  dell'obiettivo  1  agli
interventi  nel  settore  idrico, cui e' destinato il 30% circa delle
risorse del FESR assegnate agli interventi multi-regionali.
   Al finanziamento della quota nazionale potranno contribuire sia le
risorse pubbliche sia le risorse  di  privati  da  coinvolgere  nella
realizzazione e gestione dei sistemi acquedottistici.
   In   particolare,   per  il  co-finanziamento  pubblico  nazionale
potranno  essere  utilizzate  risorse  della  legge  64/1986   resesi
disponibili  a  seguito della revoca dei finanziamenti a progetti non
avviati, ovvero sulle disponibilita' previste dalla  legge  488/1992;
potranno  essere,  inoltre,  attivate  risorse della Cassa Depositi e
Prestiti. Al finanziamento degli  interventi  potra'  essere  inoltre
associato  il capitale privato, al fine di promuovere un piu' diffuso
ricorso al project financing.
   Dovra', comunque, essere assicurato, al  fine  di  contemperare  i
contrapposti  interessi  del  'privato'  e  del  'pubblico' in questo
settore, un adeguato controllo pubblico e  un  regime  tariffario  in
grado di contemperare esigenze di equita' ed efficienza.
   Il   piano   di  finanziamento  per  questo  asse  prioritario  di
intervento, con riferimento al periodo 1994-1999 e'  riportato  nella
tab. 7.
 
Tab. 7 - Risorse idriche
=====================================================================
    Assi       | Costo  |   Spesa   |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
Risorse idriche   2.083     1.861      1.111          750         222
_____________________________________________________________________
 
 
               PIANO GLOBALE DI SVILUPPO DELLE REGIONI
                          DELL'OBIETTIVO 1
                   (Reg. CEE n. 2081/93 - Art. 8)
 
                           Predisposto da:
       Ministero del Bilancio e della programmazione economica
                            d'intesa con:
       Ministro del Coordinamento delle Politiche Comunitarie,
                        Ministero del Tesoro,
        Ministero del Coordinamento delle Politiche Agricole,
                       Alimentari e Forestali,
           Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
                         sentite le Regioni:
 
Abruzzo  - Molise - Campania - Puglia - Basilicata - Calabria Sicilia
e Sardegna
 
                         Rapporto di sintesi
                           19 ottobre 1993
 
 
4.2.5. Ambiente
   La recente definizione del  'programma  triennale  per  la  tutela
ambientale'  porta  ad individuare non solo gli obiettivi generali da
conseguire  a  livello  nazionale  ma  anche  le   specifiche   'aree
programmate  di  intervento',  che  si  configurano come i termini di
riferimento territoriale per le azioni da  intraprendere,  nonche'  i
'settori  di  intervento'  che  definiscono  i termini di riferimento
operativo al fine di concentrare nel breve  periodo  utilizzazione  e
destinazione delle risorse, cioe':
    gestione dei rifiuti;
    gestione delle risorse idriche;
    risanamento atmosferico ed acustico;
    azioni  specifiche per la conservazione e fruizione dell'ambiente
naturale;
    risanamento  e  sicurezza  industriale;  azioni  strumentali  per
l'ambiente.
   A  questo impianto programmatico si uniscono sia gli indirizzi per
la individuazione delle azioni nazionali e delle azioni regionali sia
la ripartizione delle risorse finanziarie disponibili, per il  Paese,
globalmente  pari  a  1.788  Mecu,  tra azioni nazionali (211 Mecu) e
azioni regionali (1.577 Mecu).
   E' questa, pertanto, la base di riferimento generale che evidenzia
soprattutto come sul piano operativo l'attuazione degli indirizzi  di
tutela  ambientale  nel  Paese  venga posta in essere dalle Regioni e
quindi il peso attribuito al settore dell'ambiente non  possa  essere
misurato  dall'allocazione  finanziaria  FESR operata con riferimento
agli interventi multi-regionali.
   Poiche'  infatti  gli  interventi  in materia ambientale rientrano
prevalentemente  nella  competenza   regionale,   le   Regioni,   nel
predisporre  i  contributi  al  Piano con riferimento alle risorse di
propria   competenza,   hanno   previsto   pertanto   di   effettuare
investimenti considerevoli nel settore. Cio' non toglie, pero' che le
tematiche  ambientali  presentano  natura  orizzontale  e  come  tali
interessano i  diversi  assi  prioritari  di  intervento  e  assumono
rilevanza  rispetto  al  modo  in  cui  sono  programmati e attuati i
singoli interventi fB012(4).
_______
             (4)  In  appendice,  in  applicazione  del   Regolamento
          2083/93  art.  8 comma 4, e' riportata la valutazione della
          situazione ambientale delle aree interessate dalla presente
          proposta di piano nonche' la normativa relativa alla tutela
          ambientale e le procedure che si intendono adottare per  la
          valutazione  dell'impatto della strategia e delle azioni da
          promuovere nel  contesto  del  Piano  (Appendice  B  -  "La
          situazione    ambientale    e   la   normativa   a   tutela
          dell'ambiente").
 
   Peraltro con il Ministero dell'ambiente, anche per tale motivo, e'
previsto l'avvio di una procedura di consultazione  permanente  sugli
investimenti  proposti  cosi'  come indicato peraltro dai regolamenti
comunitari.  Quanto  alla  possibilita'  di  definire  interventi   a
carattere multi-regionale questa e' stata individuata con riferimento
a  interventi  prioritari  da svolgersi da parte del Ministero stesso
per le regioni del l'obiettivo  1.  Il  piano  di  finanziamento  per
questo  asse  prioritario  di  intervento, con riferimento al periodo
1994-1999, e' riportato nella tab. 8.
 
Tab. 8 - Asse prioritario: Ambiente
=====================================================================
    Assi       | Costo  |   Spesa   |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
Ambiente             90        90         55           35          __
_____________________________________________________________________
 
4.2.6. Formazione professionale
   Nelle regioni dell'obiettivo 1 - che rappresentano la vera area di
tensione sociale del Paese in quanto il loro problema principale  non
e' la perdita di posti di lavoro ma la carenza di occasioni di lavoro
-  si  deve  determinare  una  forte  sinergia  tra le azioni rivolte
localmente alla lotta alla disoccupazione di lunga durata (ob.  3)  e
all'adattamento   dei  lavoratori  ai  mutamenti  e  alla  evoluzione
produttiva (ob. 4) e  quelle  destinate  a  conseguire  lo  specifico
obiettivo di riequilibrio strutturale.
   Pur  se la formazione professionale non ha un ruolo risolutore dei
problemi occupazionali e delle tensioni  sociali,  infatti,  essa  e'
sicuramente  considerata  dal  Piano  uno 'strumento' per lo sviluppo
socio-economico  da  utilizzare  per  contribuire  a   eliminare   le
differenze  qualitative,  rispetto  al resto del Paese e dell'Europa,
che caratterizzano  le  regioni  dell'obiettivo  1  sul  piano  delle
infrastrutture e dei servizi alle imprese.
   Il macro-obiettivo da conseguire con tutti gli interventi previsti
nelle  aree dell'obiettivo 1, pertanto, e' che l'intervento formativo
rappresenti uno strumento  essenziale  per  la  politica  del  lavoro
contribuendo  a  determinare  le  condizioni  per un incremento delle
occasioni  di  occupazione  stabile  attraverso  l'apprestamento   di
livelli  qualitativi  in  linea con le richieste attuali e potenziali
del mercato del lavoro.
   Gli obiettivi  strategici  del  Piano  in  materia  di  formazione
attraverso   gli   'interventi   regionali'  destinati  a  perseguire
l'obiettivo 1 sono:
    la crescita dell'occupazione attraverso interventi di  formazione
continua  e  di  orientamento  e consiglio diretto ai lavoratori e ai
disoccupati;
    lo sviluppo di sistemi adeguati di formazione,  diretto  in  modo
particolare   ai   formatori,   anche   studiando   sistemi   per  il
miglioramento dei servizi all'occupazione;
    la  formazione  dei  funzionari  preposti  allo  sviluppo   delle
politiche e degli interventi di formazione professionale.
   Gli   obiettivi   strategici  del  Piano  da  conseguire,  invece,
attraverso gli 'interventi multifunzionali' che si caratterizzano per
la loro natura 'orizzontale' sono:
    principalmente la 'formazione di eccellenza' che  si  concretizza
nel rafforzamento del potenziale umano in materia di scienza, ricerca
e tecnologia (da sviluppare con interventi nell'ambito di Istituti di
ricerca e Universita');
    sussidiariamente,  sia  lo sviluppo dei collegamenti tra i centri
di formazione e le imprese sia il rinnovamento dei sistemi  nazionali
di  istruzione  secondaria con percorsi specializzanti e strettamente
connessi con il mondo del lavoro.
   Il quadro finanziario complessivo per gli interventi  nel  settore
della formazione professionale con riferimento al periodo 1994-1999 e
all'obiettivo 1, e' riportato nella tab. 9.
 
Tab. 9 - Formazione professionale
=====================================================================
    Assi       | Costo  |   Spesa   |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
Formazione
professionale     1.705     1.705      1.137          568          __
                  _____     _____      _____          ___
 
- Interventi
multi-regionali     852       852        554          298          __
 
- Interventi
regionali           853       853        583          270          __
_____________________________________________________________________
 
4.2.7. Agricoltura
   Nelle   regioni   dell'obiettivo   1   sono  necessari  interventi
strutturali e organizzativi che determinino una reale modernizzazione
del settore agricolo.
   Gli obiettivi strategici del Piano in materia agricola sono  cosi'
riassumibili:
    favorire l'aumento della competitivita' dell'apparato produttivo;
    promuovere  la  maggiore  integrazione  della  fase  agricola con
quella della trasformazione e commercializzazione;
    promuovere l'aumento del reddito degli agricoltori;
    fornire agli imprenditori agricoli  adeguati  strumenti  per  una
rapida  conversione,  nelle  aree  di  nuova  irrigazione, da colture
asciutte verso colture irrigue;
    indirizzare i  processi  produttivi  verso  una  maggiore  tutela
dell'ambiente,   della  salute  del  consumatore  e  degli  operatori
agricoli.
   Il quadro finanziario complessivo per gli interventi  nel  settore
agricolo  con  riferimento  al  periodo 1994-1999, e' riportato nella
tab. 10.
 
Tab. 10 - Valorizzazione delle risorse agricole e sviluppo rurale
=====================================================================
    Assi       | Costo  |   Spesa   |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Valorizzazione
delle risorse
agricole e
sviluppo rurale   5.019     3.741      2.500        1.241       1.278
                  _____     _____      _____        _____       _____
 
Interventi
multi-regionali     751       563        375          188         188
 
Interventi
regionali         4.268     3.178      2.125        1.053       1.090
                  _____     _____      _____        _____       _____
 
- per
l'obiettivo 1     2.276     2.182      1.129        1.053          94
 
- per
l'obiettivo 5a    1.992       996        996          __          996
_____________________________________________________________________
 
   Per  quanto  concerne  gli  interventi  multiregionali,  che  sono
principalmente rivolti al sostegno  degli  interventi  regionali,  le
principali linee di azione riguardano:
    la valorizzazione delle produzioni agricole del Mezzogiorno;
    le attivita' di ricerca e sperimentazione;
    lo sviluppo delle sinergie tra agricoltura e agro-industria;
    la   razionalizzazione   e   l'adeguamento   delle  strutture  di
trasformazione e commercializzazione di interesse interregionale;
    l'ingegneria finanziaria;
    l'assistenza tecnica.
 
4.2.8.  Attivita'  di  assistenza  tecnica,  studio,  monitoraggio  e
valutazione
 
   Rispetto   all'esperienza  dello  scorso  quinquennio  si  intende
procedere al finanziamento di alcuni studi  in  materia  di  politica
regionale, tra i quali si citano, a titolo esemplificativo:
    le  attivita'  di ricerca proposte dalla SVIMEZ (rapporto annuale
sull'economia  del  Mezzogiorno,  rapporto  annuale  sui  Mezzogiorni
d'Europa,  rapporto  sull'industria  meridionale  e  la  politica  di
industrializzazione);
    la ricerca su 'European Regional Incentives', che da  molti  anni
porta  avanti l'European Policies Research Centre dell'Universita' di
Strathclyde (Glasgow), e che in passato era parzialmente  finanziata,
per  la  parte  italiana,  anche dall'Agenzia per la promozione dello
sviluppo del Mezzogiorno;
    il miglioramento della  base  statistica  concernente  indicatori
quantitativi  sulla dotazione e sulla qualita' delle infrastrutture e
dei servizi  a  sostegno  delle  attivita'  produttive,  anche  nella
direzione  di  un  approfondimento  dei temi del monitoraggio e della
valutazione.
   Particolare importanza, anche al fine di ottemperare agli obblighi
posti dai regolamenti in materia di  addizionalita',  assume  il  co-
finanziamento  delle spese per il funzionamento dell'osservatorio per
la spesa pubblica da costituire presso l'Osservatorio delle politiche
regionali operante, ai sensi del decreto  legislativo  n.    96/1993,
presso il Ministero del bilancio e della programmazione economica.
   Per  quanto  concerne il monitoraggio, ci si propone di affiancare
alle attivita' di monitoraggio e valutazione dei programmi operativi,
delle sovvenzioni globali e del Quadro comunitario di sostegno  anche
interventi  sperimentali  di monitoraggio relativi a singoli progetti
per acquisire una serie di parametri  fisici  sull'avanzamento  e  la
performance, al fine di valutare i risultati dell'intervento rispetto
a specifici obiettivi e a programmare gli interventi di manutenzione.
Si  intende  inoltre  operare,  in  linea  con quanto suggerito dalla
Commissione CE, per rafforzare tutti gli  aspetti  della  valutazione
(ex  ante,  in  itinere  ed  ex  post)  in  relazione  agli specifici
obiettivi di intervento.
   Il quadro finanziario per questi interventi,  nell'ipotesi  di  un
tasso di aiuto del 75%, e' riportato nella tab. 11.
 
Tab. 11 - Assistenza tecnica, monitoraggio e valutazione
=====================================================================
    Assi       | Costo  |   Spesa   |   FESR    |    Fondi  | Privati
 prioritari    | totale |  pubblica |           |   pubblici|
 e categorie   |        |           |           |  nazionali|
d'intervento   |        |           |           |           |
_______________|________|___________|___________|___________|________
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Assistenza
tecnica,
monitoraggio
e valutazione        44        44         33           11         __
_____________________________________________________________________
 
4.2.9. Pesca
   L'attivita'  di  pesca  e  di  acquacoltura, come fatto economico-
produttivo suscettibile di interventi di  sostegno,  rientra  tra  le
azioni ammissibili a titolo dell'obiettivo 1 in quanto gli interventi
in  tale  comparto  concorrono a promuovere l'adeguamento strutturale
delle Regioni il cui sviluppo e' in ritardo.
   Occorre, al riguardo, tenere tuttavia presente che il  Regolamento
(CEE)   n.   2080/93   ha   istituito  lo  strumento  finanziario  di
orientamento della pesca (SFOP) che -  nell'ambito  degli  interventi
strutturali  gia' disciplinati dei Regg. (CEE) n. 4028/86 e 4042/89 -
e' finalizzato ad  accelerare  l'adeguamento  delle  strutture  della
pesca (obiettivo 5a). La sua applicazione rientra tra le funzioni che
istituzionalmente  il  Ministero per il Coordinamento delle Politiche
Agricole, Alimentari e Forestali e' chiamato ad assolvere in  maniera
programmatica generale, atteso il rilevante interesse che la gestione
unitaria   del   comparto   riveste   sotto   il  profilo  giuridico-
amministrativo.
   Attesa, pertanto, la incontestabile valenza unitaria del  comparto
ed  al  fine  di  evitare,  dal  punto  di  vista  programmatorio, un
approccio  non  coordinato,  si  rinvia  -  per  quanto  attiene  gli
interventi   di  adeguamento  delle  strutture  della  pesca  -  alla
programmazione unitaria di tali azioni operate dal predetto Dicastero
a norma del Reg. (CEE)  n.  2080/93  mediante  l'utilizzazione  dello
strumento  finanziario  di  orientamento  della  pesca  (SFOP), ferme
restando  le  competenze  del   Ministro   del   bilancio   e   della
programmazione  economica  per  il  coordinamento  delle attivita' di
programmazione e attuazione degli interventi co-finanziati dai  fondi
strutturali comunitari nelle aree economicamente depresse del Paese.
   Nel  programma  di  interventi,  relativo  allo  SFOP  sara'  data
particolare accentuazione allo sviluppo delle aree depresse mediante:
     a) l'articolazione territoriale dei programmi con riferimento ai
territori dell'obiettivo 1;
     b) la priorita' nelle  scelte  di  programma  e  nell'attuazione
degli  interventi che oltre a concorrere agli obiettivi strategici di
settore danno un significativo  contributo  allo  sviluppo  regionale
delle aree dell'Obiettivo 1;
     c) la considerazione dell'impatto regionale nella valutazione ex
ante ed ex post di tutti gli interventi dello SFOP.
   A   tal  fine  i  programmi  degli  interventi,  le  relazioni  di
monitoraggio e le valutazioni degli interventi  dello  SFOP,  saranno
trasmessi al Ministro del Bilancio.
   Da   cio'  discende  l'indirizzo  che  la  stessa  Amministrazione
pervenga  ad  esprimere  una  programmazione  unitaria  delle  azioni
strutturali  per  il  settore della pesca e dell'acquacoltura e della
trasformazione e commercializzazione dei relativi  prodotti  mediante
l'utilizzazione  dello  strumento  finanziario  di orientamento della
pesca e degli altri previsti.
   Correlativamente  i  piani  di  sviluppo   regionale   concernenti
l'obiettivo  1,  qualora l'attivita' di pesca e di acquacoltura venga
valutata in tali piani in maniera  specifica  in  termini  economico-
produttivi come suscettibile di interventi di sostegno in base a tale
obiettivo, perche' concorrente a promuovere l'adeguamento strutturale
delle  regioni  il cui sviluppo e' in ritardo, in sede di descrizione
delle linee strategiche e  della  scelta  degli  obiettivi  specifici
previsti, faranno espresso rinvio ai programmi elaborati dalla citata
Amministrazione,  alla  cui preparazione sarebbero comunque associate
le Amministrazioni competenti.
4.2.10. Quadro riepilogativo
 
   In sintesi, i piani finanziari indicativi degli interventi  multi-
regionali,   riferiti   all'intero   orizzonte  temporale  del  Piano
(1994-1999), sono riassunti nella tab. 12.
 
Tab. 12 - Quadro riepilogativo degli assi prioritari multiregionali
=====================================================================
         Assi          |        Costo     |    Spesa    |   FESR    |
       prioritari      |        totale    |   pubblica  |           |
      e categorie      |                  |             |           |
      d'intervento     |                  |             |           |
_______________________|__________________|_____________|___________|
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Trasporti                      1.708           1.708        1.024
 
Telecomunicazioni              1.367           1.367          478
 
Ricerca, innovazione,
edilizia universitaria
e strutture formative          1.627           1.466          733
 
Energia                          555             555          194
Risorse idriche                2.083           1.861        1.111
Servizi industria e
turismo (altre sov. glob.)       110              55           55
Ambiente                          90              90           55
Formazione                       852             852           __
Agricoltura                      751             563           __
Assistenza tecnica,
monitoraggio                      44              44           33
                 TOTALE. . .   9.187           8.561        3.683
_____________________________________________________________________
 
 
 
=====================================================================
         Assi         |         |           |   Fondi   |           |
      prioritari      |   FSE   |   FEOGA   |  pubblici |  Privati  |
     e categorie      |         |           |  nazionali|           |
     d'intervento     |         |           |           |           |
______________________|_________|___________|___________|___________|
Piano finanziario
1994-1999 (Mecu)
_____________________________________________________________________
 
Trasporti                  -          -          684         -
 
Telecomunicazioni          -          -          889         -
 
Ricerca, innovazione,
edilizia universitaria
e strutture formative      -          -          733        161
 
Energia                    -          -          361         -
 
Risorse idriche            -          -          750        222
 
Servizi industria e
turismo (altre sov. glob.) -          -           -          55
 
Ambiente                   -          -           35         -
 
Formazione                554         -          298         -
 
Agricoltura                -         375         188        188
 
Assistenza tecnica,
monitoraggio               -          -           11         -
 
           TOTALE. . .    554(*)     375       3.949        626
_____________________________________________________________________
 
             (*)  Al netto delle risorse assegnate agli obiettivi 3 e
          4 nelle aree obiettivo 1.
 
4.3. Gli interventi regionali
 
   Le risorse  disponibili  sui  fondi  strutturali  per  il  periodo
1994-1999,  per  le  Regioni  dell'obiettivo  1,  ammontano come gia'
indicato, a 6.391 Mecu; e precisamente:
    3.683 Mecu per il FESR;
      583 Mecu per il FSE;
    2.125 Mecu per il FEOGA.
   Di   tali  risorse,  quelle  relative  al  FEOGA  potranno  essere
programmate dalle Regioni anche per azioni e interventi previsti  per
il  conseguimento  dell'obiettivo  5a,  da  realizzare  sempre  nelle
regioni meridionali.
   Utilizzando il criterio di ripartizione delle risorse tra  Regioni
gia'  adottato  per  il  Quadro  comunitario  di sostegno 1989-1993 e
tenuto  conto  del  fatto  che  la  Regione  Abruzzo  e'  ammissibile
all'obiettivo 1 solo per il triennio 1994-1996, si perviene al quadro
indicativo  delle  quote regionali di contributo per il FESR e per il
FEOGA riportato nella tab. 13.
   Per il FSE la ripartizione tra Regioni  delle  risorse  attribuite
per  azioni  ed  interventi  regionali e' stata effettuata sulla base
delle  attribuzioni   originariamente   assegnate,   corrette   dalle
modificazioni intervenute nella fase di realizzazione del programma.
   Si  tratta  della  base  di  riferimento  a partire dalla quale e'
sviluppato il percorso di concertazione con le Regioni di cui si  da'
conto nel seguito.
   Le  Regioni,  nel programmare le risorse comunitarie assegnate per
azioni ed interventi regionali ai fini della formulazione  del  Piano
globale  di  sviluppo  per  le aree dell'obiettivo 1, si sono avvalse
delle  indicazioni  predisposte  dal  Ministero  del   Bilancio   con
riferimento  sia  alle  priorita'  programmatiche sia al quadro delle
disponibilita' finanziarie di fonte comunitaria.
   In particolare, per quanto concerne le  priorita'  programmatiche,
pur  confermando  l'autonomia delle Regioni nell'individuare gli assi
prioritari con riferimento  alla  quota  di  risorse  assegnate  alla
competenza regionale, si e' segnalata l'esigenza della concentrazione
degli interventi su un numero ristretto di priorita' e l'opportunita'
di  un  raccordo  programmatico  con le priorita' individuate per gli
interventi multi-regionali. Si e' inoltre precisato come le priorita'
dovessero  essere  individuate  contestualmente  alla  specificazione
delle   risorse   regionali   che   ne   costituiscono  la  quota  di
finanziamento nazionale, dal momento  che  va  esclusa,  nell'attuale
situazione  della  finanza  pubblica  la possibilita' di accollare al
bilancio dello Stato (al di  fuori  di  quanto  gia'  previsto  dalla
normativa   vigente)  quote  di  co-finanziamento  di  interventi  di
competenza regionale, almeno con riferimento  al  primo  triennio  di
operativita' del Piano.
 
Tab. 13 - Quote regionali di contributo dei fondi strutturali
 
Quadro finanziario 1994-1999 (Mecu)
 
=====================================================================
   Regione    |      FESR  |       FSE    |    FEOGA    |    TOTALE
              |____________|______________|_____________|____________
              |milioni   % | milioni   %  | milioni   % | milioni  %
______________|____________|______________|_____________|____________
 
 Abruzzo        117,8   3,2   46,2    7,9     80     3,8   244,0  3,8
 Molise         140,0   3,8   18,6    3,2    127     6,0   285,6  4,5
 Campania       821,3  22,3   83,3   14,3    356    16,7 1.260,6 19,7
 Puglia         651,1  16,7  111,0   19,0    351    16,5 1.077,1 16,9
 Basilicata     276,2   7,5   74,0   12,7    224    10,5   574,2  9,0
 Calabria       464,1  12,6   37,1    6,4    254    12,0   755,2 11,8
 Sicilia        773,4  21,0  111,0   19,0    353    16,6 1.237,4 19,4
 Sardegna       475,1  12,9  101,8   17,5    380    17,9   956,9 15,0
  TOTALE. . . 3.683,0 100,0  583,0  100,0  2.125  100,0 6.391,0 100,0
                              (*)           (**)
            (*) Al netto delle risorse assegnate agli obiettivi 3 e 4
          nelle aree obiettivo 1.
            (*)  Al  lordo  delle  risorse assegnate all'obiettivo 5a
          nelle aree obiettivo 1.
   Si e' inoltre richiesto di  fornire  indicazioni  in  merito  agli
interventi  che  le  Regioni consideravano prioritari con riferimento
sia agli assi indicati per gli interventi multi-regionali,  sia  alle
proposte  formulate  dalle  amministrazioni  centrali,  applicando il
metodo di concertazione descritto in precedenza (paragrafo 4.2).
   Le  Regioni  hanno  potuto  rispettare  soltanto   in   parte   le
indicazioni  di  metodo  formulate a livello centrale; cio' sia per i
vincoli di risorse regionali disponibili per il  cofinanziamento  che
ha  di fatto impedito una concentrazione delle risorse comunitarie su
pochi assi di intervento,  sia  per  l'esigenza  di  verificare  piu'
concretamente  in  fase  di  formulazione  dei Programmi operativi la
possibilita' di  collegare  ed  integrare  interventi  regionali  con
quelli degli assi multiregionali.
   In merito al cofinanziamento delle attivita' regionali nell'ambito
del   Piano   globale,   essendo   venuta   meno  la  fonte  relativa
all'intervento straordinario, le regioni fanno affidamento:
    sulle risorse in bilancio libere da  vincoli  di  destinazione  o
vincolate  a  obiettivi  e settori in linea con le proposte regionali
formulate  per  il  Piano   globale   di   sviluppo   delle   regioni
dell'obiettivo 1;
    sulla    utilizzazione   e   ri-programmazione   di   canali   di
finanziamento  non  interamente   utilizzati   (in   particolare,   i
'programmi regionali di sviluppo' dell'intervento straordinario);
    sull'individuazione  e  sulla  mobilitazione  di tutte le risorse
disponibili presso gli enti  sub-regionali  e  le  autonomie  locali,
purche'  riconducibili agli assi prioritari individuati dalle Regioni
e finalizzabili agli obiettivi del Piano (in questa  linea  operativa
andra'  inquadrato  anche il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti e
alla Banca Europea degli Investimenti);
    sull'attivazione di meccanismi di finanziamento innovativi (mutui
della Cassa Depositi e Prestiti, sovvenzioni globali, project financ-
ing ..), la cui fattibilita' dovra'  essere  verificata  in  fase  di
predisposizione dei Programmi operativi.
   Le  proposte  presentate  dalle Regioni formulate dalle rispettive
Giunte e presentate ai Consigli regionali, sono  state  riportate  ai
livelli  di  risorse  finanziarie  assegnate  nel Piano globale delle
azioni ed interventi di natura regionale.
 
 
               PIANO GLOBALE DI SVILUPPO DELLE REGIONI
                          DELL'OBIETTIVO 1
                   (Reg. CEE n. 2081/93 - Art. 8)
 
 
   Una   sintesi   della   distribuzione  percentuale  per  asse  dei
contributi comunitari per le Regioni dell'obiettivo  1  e'  riportata
nella tab. 14, dalla quale risulta la diversa allocazione programmata
dalle  Regioni meridionali nell'utilizzazione delle risorse FESR, FSE
e FEOGA.
   Nelle tabelle successive (da 14a a 14h), una per ciascuna regione,
sono sintetizzati i Piani finanziari delle  diverse  azioni  inserite
nelle proposte regionali. Sono state riportate contestualmente le di-
verse  attivita' finanziabili con i tre fondi strutturali comunitari;
in calce alla tabella sono specificati i contributi di ciascun  fondo
al cofinanziamento dell'intervento regionale.
 
    Tab. 14: QUADRO DELLE PROPOSTE DELLE REGIONI DELL'OBIETTIVO 1
Stato:     Italia  REGIONI OBIETTIVO 1
Obiettivo: 1             Articolazione dei contributi comunitari
                         richiesti per asse prioritario per il
                         periodo 1994-99
 ___________________________________________________________________
|                                 |            REGIONI              |
|     Assi prioritari             |_________________________________|
|                                 | ABRUZZO (1) | MOLISE | CAMPANIA |
|_________________________________|_____________|________|__________|
|                                 |                                 |
| 1. Comunicazioni                |      14         27         4    |
|                                 |                                 |
|    1.2. Strade                  |                 14              |
|    1.3. Ferrovie                |                  5              |
|    1.4. Porti                   |       3          3         4    |
|    1.7. Altri mezzi di trasporto|      12          5              |
|                                 |                                 |
| 2. Industria, artigianato e     |                                 |
|    servizi alle imprese         |       9          7        22    |
|                                 |                                 |
|    2.2. Aiuti all'artigianato   |       4          4        22    |
|    2.3. Aiuti ai servizi alle   |                                 |
|         imprese                 |       3          3              |
|    2.4. Sviluppo locale         |                                 |
|    2.5. Zone industriali e      |                                 |
|         artigianali             |       3                         |
|                                 |                                 |
| 3. Ricerca scientifica ed       |                                 |
|    edilizia scolastica          |       2          8         0    |
|                                 |                                 |
|    3.1. Ricerca e parchi        |                                 |
|         tecnologici             |       2                         |
|    3.2. Edilizia universitaria  |                  4              |
|    3.3. Edilizia scolastica     |                  4              |
|                                 |                                 |
| 4. Edilizia sanitaria           |       0          0         0    |
|                                 |                                 |
|    4.1. Edilizia sanitaria      |                                 |
|    4.2. Altro                   |                                 |
|                                 |                                 |
| 5. Turismo                      |      11         16        21    |
|                                 |                                 |
|    5.1. Aiuti agli investimenti |                                 |
|         turistici               |       1          7              |
|    5.2. Valorizzazione delle    |                                 |
|         risorse d'interesse     |                                 |
|         turistico               |      10          9        21    |
|                                 |                                 |
| 6. Valorizzazione delle risorse |                                 |
|    agricole e sviluppo rurale   |      26         28        22    |
|                                 |                                 |
|    6.2. Qualificazione delle    |                                 |
|         attivita' agricole      |       6          7        22    |
|    6.3. Zootecnia               |       2          1              |
|    6.4. Attivita' d'integrazione|                                 |
|         del reddito agricolo    |                  2              |
|    6.9. Sviluppo della          |                                 |
|         divulgazione e attivita'|                                 |
|         connesse                |       1                         |
|    6.10 Infrastrutture rurali   |      17         19              |
|                                 |                                 |
| 7. Infrastrutture di supporto   |                                 |
|    alle attivita' economiche    |      17          5        23    |
|                                 |                                 |
|    7.1. Acqua                   |                  5         2    |
|    7.2. Energia                 |                            4    |
|    7.3. Protezione e            |                                 |
|         miglioramento           |                                 |
|         dell'ambiente e         |                                 |
|         forestazione            |      11          0        12    |
|    7.4. Ricerca, sviluppo e     |                                 |
|         innovazione             |       6                    4    |
|                                 |                                 |
| 8. Valorizzazione delle risorse |                                 |
|    umane                        |      21          8         8    |
|                                 |                                 |
|    8.1. Formazione collegata a  |                                 |
|         piu' assi               |      21          8         8    |
|                                 |                                 |
| 9. Assistenza tecnica,          |                                 |
|    pubblicita', monitoraggio    |       0          0         0    |
|_________________________________|_________________________________|
| TOTALE OBIETTIVO 1, di cui:     |     100        100       100    |
|                Fesr             |      53         63        76    |
|                Feoga            |      26         28        16    |
|                Fse              |      21          8         8    |
|_________________________________|_________________________________|
(1) Richieste relative al triennio 1994-96
 ___________________________________________________________________
|                                 |            REGIONI              |
|     Assi prioritari             |_________________________________|
|                                 | BASILICATA | PUGLIA | CALABRIA  |
|_________________________________|____________|________|___________|
|                                 |                                 |
| 1. Comunicazioni                |       9         17        8     |
|                                 |                                 |
|    1.2. Strade                  |       9         17        8     |
|    1.3. Ferrovie                |                                 |
|    1.4. Porti                   |                                 |
|    1.7. Altri mezzi di trasporto|                                 |
|                                 |                                 |
| 2. Industria, artigianato e     |                                 |
|    servizi alle imprese         |      14         19        15    |
|                                 |                                 |
|    2.2. Aiuti all'artigianato   |       5         19         6    |
|    2.3. Aiuti ai servizi alle   |                                 |
|         imprese                 |       5                    6    |
|    2.4. Sviluppo locale         |                            3    |
|    2.5. Zone industriali e      |                                 |
|         artigianali             |       4                         |
|                                 |                                 |
| 3. Ricerca scientifica ed       |                                 |
|    edilizia scolastica          |       3          3         4    |
|                                 |                                 |
|    3.1. Ricerca e parchi        |                                 |
|         tecnologici             |                            2    |
|    3.2. Edilizia universitaria  |                                 |
|    3.3. Edilizia scolastica     |       3          3         2    |
|                                 |                                 |
| 4. Edilizia sanitaria           |      10          8         2    |
|                                 |                                 |
|    4.1. Edilizia sanitaria      |      10          8         2    |
|    4.2. Altro                   |                                 |
|                                 |                                 |
| 5. Turismo                      |      18          6        33    |
|                                 |                                 |
|    5.1. Aiuti agli investimenti |                                 |
|         turistici               |      10          6        18    |
|    5.2. Valorizzazione delle    |                                 |
|         risorse d'interesse     |                                 |
|         turistico               |       9                   15    |
|                                 |                                 |
| 6. Valorizzazione delle risorse |                                 |
|    agricole e sviluppo rurale   |      20         25        20    |
|                                 |                                 |
|    6.2. Qualificazione delle    |                                 |
|         attivita' agricole      |       8         13        20    |
|    6.3. Zootecnia               |       3          3              |
|    6.4. Attivita' d'integrazione|                                 |
|         del reddito agricolo    |       8          3              |
|    6.9. Sviluppo della          |                                 |
|         divulgazione e attivita'|                                 |
|         connesse                |                                 |
|    6.10 Infrastrutture rurali   |       1          6              |
|                                 |                                 |
| 7. Infrastrutture di supporto   |                                 |
|    alle attivita' economiche    |       8         10        11    |
|                                 |                                 |
|    7.1. Acqua                   |       4                    2    |
|    7.2. Energia                 |       1                    2    |
|    7.3. Protezione e            |                                 |
|         miglioramento           |                                 |
|         dell'ambiente e         |                                 |
|         forestazione            |       3         10         7    |
|    7.4. Ricerca, sviluppo e     |                                 |
|         innovazione             |                            1    |
|                                 |                                 |
| 8. Valorizzazione delle risorse |                                 |
|    umane                        |      17         11         6    |
|                                 |                                 |
|    8.1. Formazione collegata a  |                                 |
|         piu' assi               |      17         11         6    |
|                                 |                                 |
| 9. Assistenza tecnica,          |                                 |
|    pubblicita', monitoraggio    |       2          0         1    |
|_________________________________|_________________________________|
| TOTALE OBIETTIVO 1, di cui:     |     100        100       100    |
|                Fesr             |      63         63        74    |
|                Feoga            |      20         25        20    |
|                Fse              |      17         11         6    |
|_________________________________|_________________________________|
                                                  (TOTALE = 100)
 __________________________________________________________________
|                                |            REGIONI    |         |
|    Assi prioritari             |_______________________| TOTALE  |
|                                |  SICILIA  | SARDEGNA  |         |
|________________________________|___________|___________|_________|
|                                |                                 |
|1. Comunicazioni                |       0         27        11    |
|                                |                                 |
|   1.2. Strade                  |                 26         9    |
|   1.3. Ferrovie                |                  2         0    |
|   1.4. Porti                   |                            1    |
|   1.7. Altri mezzi di trasporto|                            1    |
|                                |                                 |
|2. Industria, artigianato e     |                                 |
|   servizi alle imprese         |      10         12        15    |
|                                |                                 |
|   2.2. Aiuti all'artigianato   |       7         12        12    |
|   2.3. Aiuti ai servizi alle   |                                 |
|        imprese                 |       3                    2    |
|   2.4. Sviluppo locale         |                            0    |
|   2.5. Zone industriali e      |                                 |
|        artigianali             |                            0    |
|                                |                                 |
|3. Ricerca scientifica ed       |                                 |
|   edilizia scolastica          |       2         10         4    |
|                                |                                 |
|   3.1. Ricerca e parchi        |                                 |
|        tecnologici             |                 10         2    |
|   3.2. Edilizia universitaria  |       2                    1    |
|   3.3. Edilizia scolastica     |                            1    |
|                                |                                 |
|4. Edilizia sanitaria           |       3          0         3    |
|                                |                                 |
|   4.1. Edilizia sanitaria      |       3                    3    |
|   4.2. Altro                   |                            0    |
|                                |                                 |
|5. Turismo                      |      14          5        15    |
|                                |                                 |
|   5.1. Aiuti agli investimenti |                                 |
|        turistici               |       2                    5    |
|   5.2. Valorizzazione delle    |                                 |
|        risorse d'interesse     |                                 |
|        turistico               |      13          5        11    |
|                                |                                 |
|6. Valorizzazione delle risorse |                                 |
|   agricole e sviluppo rurale   |      18         23        22    |
|                                |                                 |
|   6.2. Qualificazione delle    |                                 |
|        attivita' agricole      |      18         23        17    |
|   6.3. Zootecnia               |                            1    |
|   6.4. Attivita' d'integrazione|                                 |
|        del reddito agricolo    |                            1    |
|   6.9. Sviluppo della          |                                 |
|        divulgazione e attivita'|                                 |
|        connesse                |                            0    |
|   6.10 Infrastrutture rurali   |                            3    |
|                                |                                 |
|7. Infrastrutture di supporto   |                                 |
|   alle attivita' economiche    |      41          9        19    |
|                                |                                 |
|   7.1. Acqua                   |       4                    2    |
|   7.2. Energia                 |       3          9         3    |
|   7.3. Protezione e            |                                 |
|        miglioramento           |                                 |
|        dell'ambiente e         |                                 |
|        forestazione            |      21                   10    |
|   7.4. Ricerca, sviluppo e     |                                 |
|        innovazione             |      13                    4    |
|                                |                                 |
|8. Valorizzazione delle risorse |                                 |
|   umane                        |      10         14        11    |
|                                |                                 |
|   8.1. Formazione collegata a  |                                 |
|        piu' assi               |      10         14        11    |
|                                |                                 |
|9. Assistenza tecnica,          |                                 |
|   pubblicita', monitoraggio    |       0          0         0    |
|________________________________|_________________________________|
|TOTALE OBIETTIVO 1, di cui:     |     100        100       100    |
|               Fesr             |      72         63        68    |
|               Feoga            |      18         23        21    |
|               Fse              |      10         14        11    |
|________________________________|_________________________________|
     Tab. 14 a - PIANO FINANZIARIO DELLE PROPOSTE DELLE REGIONI
                             DELL'OBIETTIVO 1
                    - Periodo 1994/1999 -
Stato:     Italia    REGIONI OBIETTIVO 1
Obiettivo: 1
Abruzzo
 ___________________________________________________________________
|                                |               |                  |
|                                |    Totale     |   Totale spesa   |
|      Assi prioritari           |               |     pubblica     |
|                                |_______________|__________________|
|                                |   1 = 2 + 8   |    2 = 3 + 7     |
|________________________________|_______________|__________________|
|                                |                                  |
| 1.  Comunicazioni              |         53             53        |
|                                |                                  |
|          Strade                |          -              -        |
|          Ferrovie              |          -              -        |
|          Altri                 |         53             53        |
|                                |                                  |
| 2.  Telecomunicazioni          |          -              -        |
| 3.  Industria artigianato e    |                                  |
|     servizi alle imprese       |         34             31        |
| 4.  Edilizia sanitaria         |          -              -        |
| 5.  Turismo                    |         71             63        |
| 6.  Valorizzazione delle       |                                  |
|     risorse agricole e sviluppo|                                  |
|     rurale                     |        119             88        |
| 7.  Infrastrutture di supporto |                                  |
|     alle attivita' economiche  |         46             46        |
|                                |                                  |
|     7.1. Acqua                 |          -              -        |
|     7.2. Energia               |          -              -        |
|     7.3. Ambiente              |         25             25        |
|     7.4. Ricerca scientifica   |         20             20        |
|                                |                                  |
| 8. Valorizzazione delle risorse|                                  |
|    umane                       |         76             76        |
| 9. Assistenza tecnica,         |                                  |
|    pubblicita', monitoraggio   |          -              -        |
|________________________________|__________________________________|
| TOTALE OBIETTIVO 1:            |        398            357        |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 5a                   |         44             22        |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 3 e 4                |        168            168        |
|                                |                                  |
| TOTALE GENERALE                |        610            546        |
|________________________________|__________________________________|
 ___________________________________________________________________
|                                |    Contributo comunitario        |
|                                |__________________________________|
|      Assi prioritari           |   Totale    | FESR | FSE | FEOGA |
|                                |_____________|______|_____|_______|
|                                |3 = 4 + 5 + 6|   4  |  5  |   6   |
|________________________________|_____________|______|_____|_______|
|                                |                                  |
| 1.  Comunicazioni              |        31       31     -      -  |
|                                |                                  |
|          Strade                |         -        -     -      -  |
|          Ferrovie              |         -        -     -      -  |
|          Altri                 |        31       31     -      -  |
|                                |                                  |
| 2.  Telecomunicazioni          |         -        -     -      -  |
| 3.  Industria artigianato e    |                                  |
|     servizi alle imprese       |        21       21     -      -  |
| 4.  Edilizia sanitaria         |         -        -     -      -  |
| 5.  Turismo                    |        23       23     -      -  |
| 6.  Valorizzazione delle       |                                  |
|     risorse agricole e sviluppo|                                  |
|     rurale                     |        58        -     -     58  |
| 7.  Infrastrutture di supporto |                                  |
|     alle attivita' economiche  |        41       41     -      -  |
|                                |                                  |
|     7.1. Acqua                 |         -        -     -      -  |
|     7.2. Energia               |         -        -     -      -  |
|     7.3. Ambiente              |        23       23     -      -  |
|     7.4. Ricerca scientifica   |        18       18     -      -  |
|                                |                                  |
| 8. Valorizzazione delle risorse|                                  |
|    umane                       |        46        -    46      -  |
| 9. Assistenza tecnica,         |                                  |
|    pubblicita', monitoraggio   |         -        -     -      -  |
|________________________________|__________________________________|
| TOTALE OBIETTIVO 1:            |       220      116    46     58  |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 5a                   |        22        -     -     22  |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 3 e 4                |       109        -   109      -  |
|                                |                                  |
| TOTALE GENERALE                |       351      116   155     80  |
|________________________________|__________________________________|
 ___________________________________________________________________
|                                | Contributo |         |           |
|                                |  Nazionale | Settore |  Prestiti |
|      Assi prioritari           |   Totale   | privato | comunitari|
|                                |____________|_________|___________|
|                                |     7      |    8    |     9     |
|________________________________|____________|_________|___________|
|                                |                                  |
| 1.  Comunicazioni              |        22         -          -   |
|                                |                                  |
|          Strade                |         -         -          -   |
|          Ferrovie              |         -         -          -   |
|          Altri                 |        22         -          -   |
|                                |                                  |
| 2.  Telecomunicazioni          |         -         -          -   |
| 3.  Industria artigianato e    |                                  |
|     servizi alle imprese       |        10         3          -   |
| 4.  Edilizia sanitaria         |         -         -          -   |
| 5.  Turismo                    |        39         8          -   |
| 6.  Valorizzazione delle       |                                  |
|     risorse agricole e sviluppo|                                  |
|     rurale                     |        30        31          -   |
| 7.  Infrastrutture di supporto |                                  |
|     alle attivita' economiche  |         5         -          -   |
|                                |                                  |
|     7.1. Acqua                 |         -         -          -   |
|     7.2. Energia               |         -         -          -   |
|     7.3. Ambiente              |         2         -          -   |
|     7.4. Ricerca scientifica   |         2         -          -   |
|                                |                                  |
| 8. Valorizzazione delle risorse|                                  |
|    umane                       |        30         -          -   |
| 9. Assistenza tecnica,         |                                  |
|    pubblicita', monitoraggio   |         -         -          -   |
|________________________________|__________________________________|
| TOTALE OBIETTIVO 1:            |       136        42          -   |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 5a                   |         -        22          -   |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 3 e 4                |        59         -          -   |
|                                |                                  |
| TOTALE GENERALE                |       195        64          -   |
|________________________________|__________________________________|
     Tab. 14 b - PIANO FINANZIARIO DELLE PROPOSTE DELLE REGIONI
                          DELL'OBIETTIVO 1
                      - Periodo 1994/1999 -
Stato:     Italia      REGIONI OBIETTIVO 1
Obiettivo: 1
Molise
 ___________________________________________________________________
|                                |               |                  |
|                                |    Totale     |   Totale spesa   |
|      Assi prioritari           |               |     pubblica     |
|                                |_______________|__________________|
|                                |   1 = 2 + 8   |    2 = 3 + 7     |
|________________________________|_______________|__________________|
|                                |                                  |
| 1.  Comunicazioni              |         116             100      |
|                                |                                  |
|          Strade                |          74              58      |
|          Ferrovie              |          10              10      |
|          Altri                 |          31              31      |
|                                |                                  |
| 2.  Telecomunicazioni          |           -               -      |
| 3.  Industria artigianato e    |                                  |
|     servizi alle imprese       |          41              16      |
| 4.  Edilizia sanitaria         |           -               -      |
| 5.  Turismo                    |          72              43      |
| 6.  Valorizzazione delle       |                                  |
|     risorse agricole e sviluppo|                                  |
|     rurale                     |          93              93      |
| 7.  Infrastrutture di supporto |                                  |
|     alle attivita' economiche  |          47              47      |
|                                |                                  |
|     7.1. Acqua                 |          17              17      |
|     7.2. Energia               |           -               -      |
|     7.3. Ambiente              |           -               -      |
|     7.4. Ricerca scientifica   |          29              29      |
|                                |                                  |
| 8. Valorizzazione delle risorse|                                  |
|    umane                       |          25              25      |
| 9. Assistenza tecnica,         |                                  |
|    pubblicita', monitoraggio   |           2               2      |
|________________________________|__________________________________|
| TOTALE OBIETTIVO 1:            |         396             326      |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 5a                   |         127              64      |
|                                |                                  |
| OBIETTIVO 3 e 4                |          63              63      |
|                                |                                  |
| TOTALE GENERALE                |         586              453     |
|________________________________|__________________________________|
 ___________________________________________________________________
|                                |    Contributo comunitario        |
|                                |__________________________________|
|      Assi prioritari           |   Totale    | FESR | FSE | FEOGA |
|                                |_____________|______|_____|_______|
|                                |3 = 4 + 5 + 6|   4  |  5  |   6   |
|________________________________|_____________|______|_____|_______|
|                                |                                  |
| 1.  Comunicazioni              |         60      60     -      -  |
|                                |                                  |
|          Strade                |         31      31     -      -  |
|          Ferrovie              |         10      10     -      -  |
|          Altri                 |         19      19     -      -  |
|                                |                                  |
| 2.  Telecomunicazioni          |          -       -     -      -  |