(all. 1 - art. 1)
                              ALLEGATO
I.  INDIVIDUAZIONE  E  DOSAGGIO  DELL'ACIDO  BENZOICO,  DELL'ACIDO 4-
    IDROSSIBENZOICO,  DELL'ACIDO  SORBICO,  DELL'ACIDO  SALICILICO  E
    DELL'ACIDO PROPIONICO NEI COSMETICI
1.      Oggetto e campo di applicazione
        Il  metodo  ha  per  oggetto  l'individuazione  e il dosaggio
        dell'acido benzoico, dell'acido 4-idrossibenzoico, dell'acido
        sorbico, dell'acido salicilico e  dell'acido  propionico  nei
        cosmetici.    Con    procedure    separate   sono   descritti
        l'individuazione   di   questi   conservanti,   il   dosaggio
        dell'acido    propionico    e    il    dosaggio    dell'acido
        4-idrossibenzoico, dell'acido salicilico, dell'acido  sorbico
        e dell'acido benzoico.
2.      Definizione
        I  contenuti  di:  acido  benzoico,  acido 4-idrossibenzoico,
        acido  salicilico,   acido   sorbico   e   acido   propionico
        determinati con questo metodo sono espressi come percentuale,
        rispetto alla massa degli acidi liberi.
A.      INDIVIDUAZIONE
1.      Principio
        Dopo  l'estrazione  acido/base dei conservanti, l'estratto e'
        analizzato mediante TLC  e  derivatizzazione  su  piastra.  A
        seconda   dei   risultati   ottenuti,   l'identificazione  e'
        confermata  mediante  HPLC,  oppure  -  nel  caso  dell'acido
        propionico - mediante GC.
2.      Reagenti
2.1.      Tutti i reagenti devono avere il grado di purezza richiesto
        per analisi. Si dovra'  impiegare  acqua  distillata,  oppure
        acqua di purezza almeno equivalente.
2.2.    Acetone.
2.3.    Etere dietilico.
2.4.    Acetonitrile.
2.5.    Toluene.
2.6.    n-Esano.
2.7.    Paraffina liquida.
2.8.    Acido cloridrico, 4M.
2.9.    Idrossido di potassio, 4M in acqua.
2.10.   Cloruro di calcio, Ca Cl2  2H2 O.
2.11.   Carbonato di litio, Li2 CO3.
2.12.   2-Bromo-2'-acetonaftone.
2.13.   Acido 4-idrossibenzoico.
2.14.   Acido salicilico.
2.15.   Acido benzoico.
2.16.   Acido sorbico.
2.17.   Acido propionico.
2.18.   Soluzioni di riferimento.
        Preparare  soluzioni  allo  0,1% (m/v) di ciascuno dei cinque
        conservanti (da 2.13 a 2.17) in etere dietilico.
2.19.   Reagente di derivatizzazione
        Soluzione allo 0,5% (m/v) di  2-bromo-2'-acetonaftone  (2.12)
        in  acetonitrile  (2.4)  (50 mg/10 ml). Questa soluzione deve
        essere preparata ogni settimana e conservata in frigorifero.
2.20.   Soluzione di catalizzazione
        Soluzione  allo  0,3%  (m/v)  di carbonato di litio (2.11) in
        acqua (300 mg/100 ml). Questa soluzione deve essere preparata
        al momento.
2.21.   Solvente di sviluppo
        Toluene (2.5)/Acetone (2.2) (20:0,5, v/v).
2.22.   Paraffina (2.7)/n-Esano (2.6) (1:2, v/v).
3.      Apparecchiature
        Attrezzature per uso normale di laboratorio.
3.1.    Bagno ad acqua, in grado di mantenere la  temperatura  di  60
        gradi C.
3.2.    Vaschetta di sviluppo.
3.3.    Fonte di luce ultravioletta, 254 e 366 nm.
3.4.        Lastra per cromatografia su strato sottile, Kieselgel 60,
        senza indicatore di fluorescenza, 20 x 20 cm, strato 0,25 mm,
        con zona di concentrazione da 2,5 x 20 cm.  (Merck  11845,  o
        equivalente).
3.5.    Microsiringa, 10 micro l.
3.6.    Microsiringa, 25 micro l.
3.7.    Forno, in grado di mantenere temperature fino a 105 gradi C.
3.8.    Provette in vetro da 50 ml, con tappo a vite.
3.9.        Filtri  di  carta,  diametro  90 mm, Schleicher & Schull,
        Weissband n. 5892, o equivalenti.
3.10.    Cartine universali per il rilevamento  del  pH,  per  valori
        dello stesso compresi tra 1 e 11.
3.11.   Flaconcini in vetro da 5 ml per campionature.
3.12.   Evaporatore rotante (Rotavapor o equivalente).
3.13.   Piastra riscaldante.
4.      Procedura
4.1.    Preparazione del campione
        Pesare circa 1 grammo di campione in una provetta di vetro da
        50  ml  con  tappo  a vite (3.8). Aggiungere 4 gocce di acido
        cloridrico 4M (2.8) e 40 ml di acetone (2.2). Per i  prodotti
        di  elevata  basicita' quali i saponi da toilette, aggiungere
        20 gocce di acido cloridrico 4M (2.8.).  Controllare  che  il
        valore  del  pH  sia  prossimo  a 2, servendosi dell'apposita
        cartina (3.10). Chiudere la provetta e agitare  vigorosamente
        per un minuto.
        Se  necessario,  per  facilitare l'estrazione dei conservanti
        nella fase di acetone,  riscaldare  gradualmente  la  miscela
        fino  a 60 gradi C, in modo da fare fondere la fase lipidica.
        Raffreddare la soluzione a temperatura ambiente e filtrare su
        un filtro di carta (3.9) in una beuta conica.  Trasferire  20
        ml  di  filtrato in una beuta conica da 200 ml, aggiungere 20
        ml di acqua e mescolare. Regolare  il  pH  della  miscela  in
        prossimita'   del  valore  10,  servendosi  di  idrossido  di
        potassio 4M (2.9). Impiegare l'apposita  cartina  (3.10)  per
        misurare il pH.
        Aggiungere  1  g  di  cloruro  di  calcio  (2.10)  ed agitare
        vigorosamente.   Filtrare sul filtro di  carta  (3.9)  in  un
        imbuto  di  separazione  da  250 ml contenente 75 ml di etere
        dietilico (2.3) e agitare vigorosamente per un  minuto.  Dopo
        separazione,  raccogliere  lo  strato  acquoso  in  una beuta
        conica. Scartare lo strato di etere. Servendosi dell'apposita
        cartina  (3.10),  regolare  il  pH  della soluzione acquosa a
        circa 2 mediante acido cloridrico 4M (2.8). Aggiungere poi 10
        ml di etere dietilico (2.3),  chiudere  la  beuta  e  agitare
        vigorosamente  per un minuto. Dopo separazione, trasferire lo
        strato di etere in un evaporatore rotante per film  (3.12)  e
        scartare lo strato acquoso.
        Far  evaporare  l'etere  e  riprendere  il residuo in 1 ml di
        etere dietilico (2.3). Trasferire la soluzione ottenuta in un
        flaconcino di vetro (3.11).
4.2.    Cromatografia su strato sottile
        Su  ciascuno  dei  punti  di  deposito  delle  soluzioni   di
        riferimento   e   dei   campioni  che  saranno  sottoposti  a
        cromatografia, applicare circa 3  micro  l  di  soluzione  di
        carbonato  di  litio  (2.20)  con  una  microsiringa  (3.5) a
        distanze  uguali  sulla  linea  di  partenza  nella  zona  di
        concentrazione  di  una  lastra  per  TLC  (3.4)  e procedere
        all'essicazione mediante corrente di aria fredda.
        Trasferire  la  lastra  per  TLC  su  una   piastra   (3.13),
        riscaldata  a  40 gradi C, in modo da mantenere le dimensioni
        delle  macchie  quanto  piu'  limitate  possibile.  Con   una
        microsiringa  (3.5)  applicare  10  micro l di ciascuna delle
        soluzioni di riferimento (2.18) e la soluzione campione (4.1)
        sulla linea di partenza  della  piastra,  proprio  sui  punti
        esatti in cui e' stata applicata la soluzione di carbonato di
        litio.
        Applicare   infine   circa   15   micro   l  di  reagente  di
        derivatizzazione         (2.19)         (soluzione         di
        2-bromo-2'-acetonaftone),  anche  in  questo  caso  sui punti
        esatti  in   cui   sono   state   poste   le   soluzioni   di
        riferimento/campione e la soluzione di carbonato di litio.
        Riscaldare  la  lastra per TLC in un forno (3.7) a 80 gradi C
        per 45  minuti,  A  raffreddamento  avvenuto,  sviluppare  la
        lastra  in una vaschetta (3.2) dopo averla equilibrata per 15
        minuti (senza impiegare rivestimenti  in  carta  da  filtro),
        servendosi  di  solvente per sviluppo 2.21 (toluene/acetone),
        fino a quando il fronte del solvente ha raggiunto la distanza
        di 15 cm (circa 80 minuti).
        Asciugare la  lastra  in  una  corrente  di  aria  fredda  ed
        esaminare  le  macchie  ottenute servendosi di una lampada UV
        (3.3). Per migliorare le  condizioni  di  fluorescenza  delle
        macchie  meno  evidenziate  la  lastra  per  TLC  puo' essere
        immersa in una soluzione di paraffina/n- esano (2.22).
5.      Individuazione
        Calcolare il valore Rf per ciascuna macchia.
        Paragonare il Rf e il comportamento  sotto  irraggiamento  UV
        ottenuto  per il campione con quello ricavato dalle soluzioni
        di riferimento.
        Formulare una conclusione preliminare riguardo alla  presenza
        e  all'identita'  dei  conservanti  rilevati. Eseguire l'HPLC
        descritta al capitolo B, oppure, quando si  e'  accertata  la
        presenza  di acido propionico, effettuare la GC descritta nel
        capitolo C. Paragonare i tempi  di  ritenzione  ottenuti  con
        quelli delle soluzioni di riferimento.
        Combinare  i risultati desunti dalla TLC e dalla HPLC o dalla
        GC e basare l'individuazione finale dei conservanti  presenti
        nel campione sui risultati cosi' ottenuti.
B.        DOSAGGIO DELL'ACIDO BENZOICO, DELL'ACIDO 4-IDROSSIBENZOICO,
        DELL'ACIDO SORBICO E DELL'ACIDO SALICILICO
1.      Principio
        Ad avvenuta acidificazione, il campione  viene  estratto  con
        una miscela di etanolo ed acqua. Dopo filtraggio, si dosano i
        conservanti  mediante  cromatografia  in fase liquida ad alta
        risoluzione.
2.      Reagenti
2.1.     Tutti i reagenti devono essere della purezza  richiesta  per
        analisi  e  adatti all'HPLC, se del caso. Si dovra' impiegare
        acqua distillata, o acqua di purezza almeno equivalente.
2.2.    Etanolo anidro.
2.3.    Acido 4-idrossibenzoico.
2.4.    Acido salicilico.
2.5.    Acido benzoico.
2.6.    Acido sorbico.
2.7.    Acetato di sodio (CH3 COONa.3H2 O).
2.8.    Acido acetico, d20 4   = 1,05 g/ml.
2.9.    Acetonitrile.
2.10.   Acido solforico, 2M.
2.11.   Idrossido di potassio in soluzione acquosa, 0,2M.
2.12.   Acido 2-metossibenzoico.
2.13.   Miscela etanolo/acqua.
        Mescolare 9 volumi di etanolo (2.2) e 1 volume d'acqua (2.1).
2.14.   Soluzione standard interno
        Preparare una soluzione contenente circa  1  g  di  acido  2-
        metossibenzoico  (2.12)  in  500 ml di miscela metanolo/acqua
        (2.13).
2.15.   Fase mobile per HPLC
2.15.1. Soluzione tampone: sciogliere 6,35  g  di  acetato  di  sodio
        (2.7)  e  20,0 ml di acido acetico (2.8) in 1 litro d'acqua e
        mescolare.
2.15.2. Preparare la fase mobile mescolando 9 volumi della  soluzione
        tampone di acetato (2.15.1) e 1 volume di acetonitrile (2.9).
2.16.   Soluzione madre di conservanti
        Pesare    con    accuratezza    circa   0,05   g   di   acido
        4-idrossibenzonico (2.3), 0,2 g di  acido  salicilico  (2.4),
        0,2 g di acido benzoico (2.5) e 0,05 g di acido sorbico (2.6)
        in  una  provetta graduata da 50 ml e diluire a volume con la
        miscela  etanolo/acqua  (2.13).   Porre   la   soluzione   in
        frigorifero. La soluzione e' stabile per una settimana.
2.17.   Soluzione standard di conservanti
        Prelevare dalla soluzione madre (2.16) rispettivamente: 8,00,
        4,00,  2,00,  1,00  e  0,50  ml  di  liquido e trasferirli in
        provette graduate da 20 ml. Aggiungere 10,00 ml di  soluzione
        di  standard  interno  (2.14)  e 0,5 ml di acido solforico 2M
        (2.10). Completare a  volume  con  la  miscela  etanolo/acqua
        (2.13). Queste soluzioni devono essere preparate al momento.
3.      Apparecchiature
        Apparecchiature  per  uso  normale  di  laboratorio,  se  non
        altrimenti specificato, e:
3.1.    Bagno ad acqua, regolato a 60 gradi C.
3.2.        Cromatografo  in  fase  liquida  ad alta risoluzione, con
        rilevatore UV a  lunghezza  d'onda  variabile  e  sistema  di
        iniezione da 10 micro l.
3.3.    Colonna per analisi
        Acciaio  inossidabile, lunghezza 12,5-25 cm, diametro interno
        4,6 mm, riempita di Nucleosil 5 C18 o equivalente.
3.4.
        Filtro  di  carta,  diametro  90  mm,  Schleicher  &  Schull,
        Weissband n.  5892, o equivalenti.
3.5.    Provette in vetro da 50 ml, con tappo a vite.
3.6.    Flaconcini di vetro da 5 ml.
3.7.       Granuli ebullioscopici di carborundum, dimensioni 2-4 mm o
        equivalenti.
4.      Procedimento
4.1.    Preparazione dei campioni
4.1.1.   Preparazione dei campioni senza  aggiunta  di  soluzione  di
        standard interno
        Pesare 1 g del campione in una provetta di vetro da 50 ml con
        tappo  a vite (3.5). Pipettare 1,00 ml di acido solforico 2.M
        (2.10) e  40,0  ml  di  miscela  etanolo/acqua  (2.13)  nella
        provetta.  Aggiungere  circa  1  g  di granuli ebullioscopici
        (3.7), tappare la provetta e agitare vigorosamente per almeno
        un minuto, fino a quando si ottiene una sospensione omogenea.
        Per  facilitare  l'estrazione  dei  conservanti  nella   fase
        etanolica,  porre la provetta per 5 minuti esatti in un bagno
        (3.1) di acqua a 60 gradi C.
        Raffreddare immediatamente la provetta sotto  acqua  corrente
        fredda  e  poi  lasciare  riposare l'estratto a 5 gradi C per
        un'ora.
        Filtrare l'estratto con un filtro di carta (3.4).  Trasferire
        circa  2  ml di estratto in un flaconcino (3.6). Far riposare
        l'estratto a 5 gradi C ed eseguire il dosaggio mediante HPLC,
        entro 24 ore dalla preparazione del medesimo.
4.1.2.  Preparazione del campione con aggiunta di soluzione  standard
        di riferimento interno
        Pesare  fino  alla terza cifra decimale 1 g piu' e meno 0,1 g
        (a) del campione in una provetta di vetro da 50 ml con  tappo
        a  vite (3.5). Pipettare 1,00 ml di acido solforico 2M (2.10)
        e 30,0 ml di miscela etanolo/acqua (2.13). Aggiungere circa 1
        g di granuli ebullioscopici (3.7) e  10,00  ml  di  soluzione
        standard  di riferimento interno (2.14).  Tappare la provetta
        e  agitare  vigorosamente  per  almeno  un  minuto,  fino  ad
        ottenere    una    sospensione   omogenea.   Per   facilitare
        l'estrazione dei conservanti nella fase  etanolica  porre  la
        provetta per 5 minuti esatti in bagno d'acqua (3.1) mantenuta
        a 60 gradi C.
        Raffreddare  immediatamente  la provetta sotto acqua corrente
        fredda e far riposare l'estratto a 5 gradi C per un'ora.
        Filtrare l'estratto su un filtro di carta  (3.4).  Trasferire
        circa  2  ml  del  filtrato  cosi'  estratto in un flaconcino
        (3.6). Far riposare l'estratto a 5 gradi  C  ed  eseguire  il
        dosaggio mediante HPLC entro 24 ore dalla preparazione.
4.2.    Cromatografia in fase liquida ad alta risoluzione
        Fase mobile: soluzione tampone acetato/acetonitrile (2.15).
        Regolare  il flusso della fase mobile attraverso la colonna a
        2,0 ml/minuto piu' e meno 0,5 ml/minuto.
        Regolare la lunghezza d'onda del rilevatore a 240 nm.
4.2.1.  Taratura
        Iniettare 10 micro l di ciascuna delle soluzioni standard  di
        conservanti  (2.17)  nel  cromatografo in fase liquida (3.2):
        Per ciascuna soluzione, determinare i rapporti fra le altezze
        del picco dei conservanti  sotto  indagine  e  l'altezza  del
        picco   della   soluzione  standard  di  riferimento  interno
        ottenuti  dai  cromatogrammi.      Tracciare,   per   ciascun
        conservante,  un  grafico  che  esprima  il  rapporto  tra la
        concentrazione di ciascuna soluzione standard ed il  rapporto
        delle aree misurate
Assicurarsi che si sia ottenuta una risposta lineare per le soluzioni
standard nella procedura di taratura.
4.2.2.  Dosaggio
        Inietta  10  micro  l  dell'estratto dal campione (4.1.1) nel
        cromatografo  in  fase  liquida   (3.2)   e   registrare   il
        cromatogramma.  Iniettare 10 micro l di soluzione standard di
        conservante  (2.17) e registrare il cromatogramma. Paragonare
        i cromatogrammi ottenuti.  Se nel cromatogramma dell'estratto
        del  campione   (4.1.1)   non   si   notano   picchi   aventi
        approssimativamente  lo stesso tempo di ritenzione dell'acido
        2-metossibenzoico   (standard    di    riferimento    interno
        raccomandato),  iniettare  10 micro l di estratto di campione
        preparato con addizione di soluzione standard di  riferimento
        interno (4.1.2) nel cromatografo in fase liquida e registrare
        il cromatogramma.
        Se  si  osserva  un  picco  di interferenza nell'estratto dal
        campione (4.1.1) nel cromatogramma, avente lo stesso tempo di
        ritenzione dell'acido 2-metossibenzoico, si dovra'  scegliere
        un'altra  soluzione  standard  di  riferimento  interno  piu'
        adatta. (Se si rileva l'assenza dal cromatogramma di uno  dei
        conservanti  sotto  indagine,  sara' possibile impiegare tale
        conservante come standard interno).
        Assicurarsi che i cromatogrammi ottenuti  per  una  soluzione
        standard  e  per la soluzione campione soddisfino le seguenti
        esigenze:
        - la separazione dei picchi della coppia  meno  ben  separata
          deve  essere  pari  ad  almeno 0,90. (Per la definizione di
          separazione dei picchi, vedi figura 1).

         ---->  Vedere Figura 1 a pag. 53 della G.U.  <----


                  Figura 1: Separazione dei picchi
          Se non si ottiene la separazione richiesta,  impiegare  una
          colonna piu' adatta, oppure mettere a punto la composizione
          della fase mobile fino a soddisfare questa esigenza.
        - Il  fattore  di  asimmetria  di picco As di tutti  i picchi
          ottenuti  deve variare tra 0,9 e 1,5 (per la definizione di
          fattore  di  asimmetria  di  picco,  vedi  figura  2).  Per
          registrare  il  cromatogramma  al  fine  di  determinare il
          fattore di asimmetria, si raccomanda  una  velocita'  della
          carta pari ad almeno 2 cm/minuto.

         ---->  Vedere Figura 2 a pag. 53 della G.U.  <----



              Figura 2: Fattore di asimmetria di picco
        - Dovra' essere ottenuta una linea di base stabile.
5.      Calcolo
        Servirsi   dei   rapporti  fra  le  altezze  dei  picchi  dei
        conservanti in  esame  e  l'altezza  del  picco  per  l'acido
        2-metossibenzoico   (standard   interno)  e  del  grafico  di
        taratura per  calcolare  la  concentrazione  dei  conservanti
        acidi  nella  soluzione  campione.  Calcolare il contenuto di
        acido benzoico,  acido  4-idrossibenzoico,  acido  sorbico  e
        acido salicilico nel campione, come percentuale rispetto alla
        massa (X(di i)), in base alla formula seguente:
                               100 - 20 - b             b
            x; % (m/m) = ------------------------- = ---------
                            10(elevato alla sesta)a  500 - a
        dove
        a = massa (g) impiegata per il test (4.1.2).
        b = concentrazione (micro g/ml) del conservante nell'estratto
            del campione (4.1.2) ottenuto dal grafico di taratura.
6.      Ripetibilita' (1)
        Per  un  contenuto di acido 4-idrossibenzoico dello 0,40%, la
        differenza fra  i  risultati  di  due  dosaggi  in  parallelo
        eseguiti  sullo  stesso  campione non deve superare un valore
        assoluto pari a 0,035%.
        Per un contenuto di acido benzoico dello 0,50%, la differenza
        fra i risultati di due dosaggi eseguiti  in  parallelo  sullo
        stesso  campione  non deve superare un valore assoluto pari a
        0,050%.
        Per  un  contenuto  di  acido  salicilico  dello  0,50%,   la
        differenza  fra  i  risultati  di  due  dosaggi  eseguiti  in
        parallelo sullo stesso campione non deve superare  un  valore
        assoluto pari a 0,045%.
        Per  un contenuto di acido sorbico dello 0,60%, la differenza
        fra i risultati di due dosaggi eseguiti  in  parallelo  sullo
        stesso  campione  non deve superare un valore assoluto pari a
        0,035%.
(1) ISO 5725.
7.      Osservazioni
7.1.     I risultati di un ruggedness test eseguito  in  rapporto  al
        metodo  sopra descritto, hanno consentito di stabilire che il
        quantitativo di acido solforico  aggiunto  per  estrarre  gli
        acidi  dal  campione ha una importanza critica e che i limiti
        per il quantitativo di campione preso in esame devono  essere
        mantenuti entro i valori prescritti.
7.2.        Se  lo  si  desidera,  si  potra' impiegare una opportuna
        precolonna.
C.      DOSAGGIO DELL'ACIDO PROPIONICO
1.      Oggetto e campo di applicazione
        Il  metodo  ha per oggetto il dosaggio dell'acido propionico,
        con una concentrazione massima del 2% (m/m) nei cosmetici.
2.      Definizione
        La concentrazione dell'acido propionico, misurata con  questo
        metodo,  e'  espressa come percentuale rispetto alla massa (%
        m/m) del prodotto.
3.      Principio
        Dopo l'estrazione  dell'acido  propionico  dal  prodotto,  si
        procede  al dosaggio mediante gascromatografia, con l'impiego
        di acido 2-  metilpropionico  come  standard  di  riferimento
        interno.
4.      Reagenti
        Tutti  i  reagenti devono avere il grado di purezza richiesto
        per analisi. Si dovra'  impiegare  acqua  distillata,  oppure
        acqua di purezza almeno equivalente.
4.1.    Etanolo 96% (v/v).
4.2.    Acido propionico.
4.3.    Acido 2-metilpropionico.
4.4.    Acido ortofosforico, 10% (m/v).
4.5.    Soluzione di acido propionico.
        Pesare  circa  1,00 g (p) di acido propionico in una provetta
        graduata da 50 ml e diluire a volume con etanolo (4.1).
4.6.    Soluzione standard di riferimento interno
        Pesare accuratamente 1,00 g (e) di acido 2-metilpropionico in
        una provetta graduata e diluire a volume con etanolo (4.1).
5.      Apparecchiature
5.1.    Attrezzature per impiego normale di laboratorio, e:
5.2.    Gascromatografo con rilevatore di ionizzazione di fiamma.
5.3.    Provetta (20 x 150 mm) con tappo a vite.
5.4.    Bagno ad acqua a 60 gradi C.
5.5.    Siringa in vetro da 10 ml con filtro a membrana (diametro dei
        pori: 0,45 micro m).
6.      Procedimento
6.1.    Preparazione del campione
6.1.1.  Preparazione del campione senza standard interno
        Pesare  circa  1  g  di  campione  in  una  provetta   (5.3).
        Aggiungere  0,5  ml  di  acido  fosforico  (4.4)  e 9,5 ml di
        etanolo (4.1).
        Tappare la provetta e agitare vigorosamente.  Se  necessario,
        porre  la  provetta in bagno d'acqua a 60 gradi C (5.4) per 5
        minuti, in modo da sciogliere completamente la fase lipidica.
        Raffreddare rapidamente sotto acqua corrente. Filtrare  parte
        della soluzione su un filtro a membrana (5.5).
        Sottoporre a cromatografia il filtrato, nello stesso giorno.
6.1.2.  Preparazione del campione con standard interno
        Pesare alla terza cifra decimale 1 g piu' e meno 0,1 g (a) di
        campione  in  una  provetta (5.3). Aggiungere 0,5 ml di acido
        fosforico (4.4), 0,50 ml di soluzione standard di riferimento
        interno (4.6) e 9 ml di etanolo (4.1).
        Tappare  la  provetta e agitare vigorosamente. Se necessario,
        porre la provetta in bagno d'acqua a 60 gradi C (5.4)  per  5
        minuti, in modo da sciogliere adeguatamente la fase lipidica.
        Raffreddare  rapidamente sotto acqua corrente. Filtrare parte
        della soluzione su un filtro a membrana (5.5).
        Sottoporre a cromatografia il filtrato, nello stesso giorno.
6.2.    Condizioni per la gascromatografia
        Si raccomandano le seguenti condizioni operative:
        Colonna
          Tipo          acciaio inossidabile
          Lunghezza     2 m
          Diametro      1/8"
             Riempimento   10% SPTM1000 (o equivalenti) + 1% H3PO4 su
                           WAW 100-200 mesh
        Temperatura
          Iniettore     200 gradi C
          Colonna       120 gradi C
          Rilevatore    200 gradi C
          Gas vettore:  Azoto
          flusso:       25 ml/min.
6.3.    Cromatografia
6.3.1.  Taratura
        In una serie di provette graduate da 20 ml, pipettare 0,25  -
        0,50 - 1,00 - 2,00 e 4,00 ml di soluzione di acido propionico
        (4.5).  Pipettare 1,0 ml di soluzione standard di riferimento
        interno  (4.6)  in  ciascuna  provetta.  Diluire a volume con
        etanolo (4.1) e mescolare.  Le soluzioni preparate in  questo
        modo  contengono  e  mg/ml  di  acido 2- metilpropionico come
        standard interno (cioe', 1 mg/ml se e = 1000) e p/4, p/2,  p,
        2p, 4p mg/ml di acido propionico (cioe': 0,25 - 0,50 - 1,00 -
        2,00 - 4,0 mg/ml se p = 1000).
        Iniettare  1  micro  l  di  ciascuna  di  queste  soluzioni e
        ottenere la curva di taratura tracciando  il  rapporto  delle
        masse  dell'acido  propionico  e dell'acido 2-metilpropionico
        sull'asse delle ascisse e il rapporto  delle  aree  di  picco
        corrispondenti sull'asse delle ordinate.
        Eseguire  3  iniezioni  di  ciascuna soluzione e calcolare la
        media dei rapporti delle aree di picco.
6.3.2   Dosaggio
        Iniettare  1  micro  l  di  filtrato  del   campione   6.1.1.
        Paragonare il cromatogramma con quello di una delle soluzioni
        standard  (6.3.1).  Se un picco evidenzia approssimativamente
        lo stesso tempo di ritenzione  dell'acido  2-metilpropionico,
        cambiare   lo   standard   interno.   Se   non  si  osservano
        interferenze, iniettare 1 micro l del filtrato  del  campione
        6.1.2  e  misurare  le  aree di picco dell'acido propionico e
        della soluzione standard di riferimento interno.
        Eseguire 3 iniezioni di ciascuna  soluzione  e  calcolare  la
        media dei rapporti delle aree di picco.
7.      Calcolo
7.1.     In base alla curva di taratura ottenuta secondo il metodo di
        cui al punto 6.3.1, desumere  il  rapporto  della  massa  (K)
        corrispondente  al  rapporto  delle aree dei picchi calcolate
        secondo il metodo di cui al punto 6.3.2.
7.2.     In base al rapporto delle masse cosi' ottenuto, calcolare il
        contenuto  di  acido  propionico  del   campione   (X)   come
        percentuale  rispetto  alla  massa,  servendosi della formula
        seguente:
                                    0,5 - 100 - e     e
                    x % (m/m) = K ----------------- = K ---
                                       50 - a          a
        dove:
        K = rapporto calcolato in 7.1
        e = massa in grammi dello standard interno pesato secondo  il
            metodo di cui al punto 4.6
        a  = massa in grammi del campione pesato secondo il metodo di
            cui al punto 6.1.2.
        Arrotondare i risultati alla prima cifra decimale.
8.      Ripetibilita' (1)
        Per un  contenuto  di  acido  propionico  del  2%  (m/m),  la
        differenza  tra  i  risultati  di  due  dosaggi  in parallelo
        eseguiti sullo stesso campione non deve  superare  il  valore
        assoluto di 0,12%.
(1) ISO 5725.
II.  INDIVIDUAZIONE  E  DOSAGGIO  DELL'IDROCHINONE,  DELL'IDROCHINONE
MONOMETILETERE,  DELL'IDROCHINONE  MONOETILETERE  E  DELL'IDORCHINONE
MONOBENZILETERE NEI COSMETICI
A.      INDIVIDUAZIONE
1.      Oggetto e campo di applicazione
        Questo   metodo   descrive  l'individuazione  e  il  dosaggio
        dell'idrochinone,      dell'idrochinone       monometiletere,
        dell'idrochinone     monoetiletere     e     dell'idrochinone
        monobenziletere  (monobenzone)  nei  cosmetici  destinati   a
        schiarire la pelle.
2.      Principio
        L'idrochinone  e  i  suoi  eteri  sono  individuati  mediante
        cromatografia su strato sottile (TLC).
3.      Reagenti
        Tutti i reagenti devono essere della  purezza  richiesta  per
        analisi
3.1.   Etanolo, 96% (v/v).
3.2.    Cloroformio.
3.3.    Etere dietilico.
3.4.    Solvente di sviluppo
Cloroformio/Etere dietilico, 66/33 (v/v).
                               20
3.5.    Ammoniaca, 25% (m/m) (d   = 0,91 g/ml).
                                4
3.6.    Acido ascorbico.
3.7.    Idrochinone.
3.8.    Idrochinone monometiletere.
3.9.    Idrochinone monoetiletere.
3.10.   Idrochinone monobenziletere (monobenzone).
3.11.   Soluzioni di riferimento
        Le  seguenti soluzioni di riferimento devono essere preparate
        al momento e rimangono stabili per un giorno.
3.11.1.  Pesare  0,05 g di idrochinone (3.7) in una provetta graduata
        da 10 ml. Aggiungere 0,250 g di acido ascorbico (3.6) e 5  ml
        di  etanolo (3,1). Aggiungere ammoniaca (3.5) fino a ottenere
        un pH pari a  10  e  completare  con  etanolo  (3.1)  fino  a
        ottenere un volume di 10 ml.
3.11.2.  Pesare  0,05  g  di  idrochinone monometiletere (3.8) in una
        provetta graduata da 10  ml.  Aggiungere  0,250  g  di  acido
        ascorbico (3.6) e 5 ml di etanolo (3.1). Aggiungere ammoniaca
        (3.5)  fino  a  ottenere  un  pH  pari  a 10 e completare con
        etanolo (3.1) fino ad ottenere un volume di 10 ml.
3.11.3. Pesare 0,05 g  di  idrochinone  monoetiletere  (3.9)  in  una
        provetta  graduata  da  10  ml.  Aggiungere  0,250 g di acido
        ascorbico (3.6) e 5 ml di etanolo (3.1). Aggiungere ammoniaca
        (3.5) fino a ottenere un  pH  pari  a  10  e  completare  con
        etanolo (3.1) fino ad ottenere un volume di 10 ml.
3.11.4.  Pesare  0,05  g di idrochinone monobenziletere (3.10) in una
        provetta graduata da 10  ml.  Aggiungere  0,250  g  di  acido
        ascorbico (3.6) e 5 ml di etanolo (3.1). Aggiungere ammoniaca
        (3.5)  fino  a  ottenere  un  pH  pari  a 10 e completare con
        etanolo (3.1.) fino a ottenere un volume di 10 ml.
3.12.   Nitrato d'argento.
3.13.   Acido 12-molibdofosforico.
3.14.   Ferrocianuro di potassio esaidrato.
3.15.   Cloruro ferrico, esaidrato.
3.16.   Reagenti spray.
3.16.1. Aggiungere ad una soluzione acquosa al 5%  (m/v)  di  nitrato
        d'argento   (3.12)   ammoniaca  (3.5)  fino  ad  ottenere  la
        solubilizzazione del precipitato
        Attenzione:  la  soluzione  ha  carattere  instabile  ed   e'
        esplosiva, per cui deve essere eliminata dopo l'impiego.
3.16.2. Soluzione al 10% (m/v) di acido 12-molibdofosforico (3.13) in
        etanolo (3.1).
3.16.3. Preparare una soluzione acquosa all'1% (***) di **** (3.14) e
        al 2% (**) di cloruro ferrico (3.15).
        Mescolare    parti    uguali   di   entrambe   le   soluzioni
        immediatamente prima dell'impiego.
4.      Apparecchiature
        Materiale di impiego corrente in laboratorio e:
4.1.    Attrezzature correnti per TLC.
4.2.    Lastre per TLC  pronte all'uso:  silicagel GHR/UV264; 20 cm x
        20 cm (Machery, Nagel o equivalenti) strato 0,25 mm.
4.3.    Bagno ad ultrasuoni.
4.4.    Centrifuga.
4.5.    Lampada UV, 254 nm.
5.      Procedura
5.1.    Preparazione del campione
        Pesare 3,0 g di campione in una provetta graduata da  10  ml.
        Aggiungere 0,250 g di acido ascorbico (3.6) e 5 ml di etanolo
        (3.1).  Portare  la  soluzione al pH 10, impiegando ammoniaca
        (3.5). Completare con  etanolo  (3.1)  fino  ad  ottenere  un
        volume di 10 ml. Tappare la provetta e omogeneizzare in bagno
        ad  ultrasuoni per 10 minuti.  Filtrare su un filtro di carta
        o centrifugare a 3000 giri minuto.
5.2.    TLC
5.2.1.    Riempire  di  solvente per sviluppo (3.4) una vaschetta per
        cromatografia.
5.2.2.  Depositare su una lastra (4.2) 2 micro l delle  soluzioni  di
        riferimento  (3.11)  e  2  micro  l  della soluzione campione
        (5.1).   Sviluppare a temperatura ambiente  al  riparo  della
        luce  fino  a  quando  il solvente migri a 15 cm dal punto di
        partenza.
5.2.3.  Rimuovere la lastra e asciugare a temperatura ambiente.
5.3.    Accertamento
5.3.1.  Osservare la lastra sotto luce UV a 254 nm  e  contrassegnare
        la posizione delle macchie.
5.3.2.  Spruzzare la lastra con
        - reagente al nitrato d'argento (3.16.1), oppure
        -  reagente  12-molibdofosforico (3.16.2); riscaldare a circa
          120 gradi C, oppure
        - soluzione  di  ferrocianuro  di  potassio  e  soluzione  di
          cloruro ferrico (3.16.3).
6.      Individuazione
        Calcolare il valore Rf per ciascuna macchia.
        Paragonare  le macchie ottenute per la soluzione campione con
        quelle delle soluzioni di riferimento  in  rapporto  a:  loro
        valori  Rf;  colore  delle  macchie  sotto  irraggiamento UV;
        colore delle macchie dopo  visualizzazione  con  il  reagente
        nebulizzato.
        Eseguire  l'HPLC  secondo  il  metodo  descritto nel capitolo
        seguente (B) e paragonare i tempi di ritenzione ottenuti  per
        il  (o  i) picco (picchi) campione con quelli delle soluzioni
        di riferimento.  Combinare i risultati della TLC e  dell'HPLC
        per  l'individuazione della presenza dell'idrochinone e/o dei
        suoi eteri.
7.      Osservazioni
        Nelle condizioni descritte, sono stati osservati  i  seguenti
        valori di Rf:
        idrochinone:                 0,32
        idrochinone monometiletere:  0,53
        idrochinone monoetiletere:   0,55
        idrochinone monobenziletere: 0,58.
B.      DOSAGGIO
1.      Oggetto e campo di applicazione
        Il    metodo    descrive    un   procedimento   di   dosaggio
        dell'idrochinone,      dell'idrochinone       monometiletere,
        dell'idrochinone     monoetiletere     e     dell'idrochinone
        monobenziletere nei cosmetici  destinati  ad  ammorbidire  la
        pelle.
2.      Principio
        Il  campione  e'  estratto  con  una  miscela acqua/metanolo,
        previo leggero riscaldamento in modo da fondere gli eventuali
        materiali lipidici esistenti. Il dosaggio degli analiti nella
        soluzione risultante e'  attuata  mediante  cromatografia  in
        fase liquida inversa, con rilevamento UV.
3.      Reagenti
3.1.       Tutti i reagenti devono essere della purezza richiesta per
        analisi. Dovra' essere impiegata acqua distillata o acqua  di
        purezza almeno equivalente.
3.2.    Metanolo.
3.3.    Idrochinone.
3.4.    Idrochinone monometiletere.
3.5.    Idrochinone monoetiletere.
3.6.    Idrochinone monobenziletere (monobenzone).
3.7.    Tetraidrofurano, purezza per l'HPLC.
3.8.        Miscela  acqua/metanolo 1/1 (v/v). Mescolare un volume di
        acqua e un volume di metanolo (3.2).
3.9.      Fase mobile:  miscela  tetraidrofurano/acqua  45/55  (v/v).
        Mescolare  45  volumi  di  tetraidrofurano  (3.7) e 55 volumi
        d'acqua.
3.10.   Soluzione di riferimento
        Preparare 0,06 g di idrochinone (3.3), 0,08 g di  idrochinone
        monometiletere  (3.4),  0,10  g  di idrochinone monoetiletere
        (3.5) e 0,12 g di idrochinone monobenziletere  (3.6)  in  una
        provetta  da 50 ml.  Far sciogliere e completare a volume con
        metanolo  (3.2).  Preparare  la  soluzione   di   riferimento
        diluendo  10,00  ml  di  questa soluzione a 50,00 ml  con una
        miscela acqua/metanolo (3.8). Queste soluzioni devono  essere
        preparate al momento.
4.      Apparecchiature
        Materiale di impiego corrente in laboratorio e:
4.1.    Bagno ad acqua, con possibilita' di mantenere una temperatura
        di 60 gradi C.
4.2.        Cromatografo  ad  alta  risoluzione  in fase liquida, con
        rilevatore UV a  lunghezza  d'onda  variabile  e  sistema  di
        iniezione da 10 (mi greca)l.
4.3.    Colonna analitica
        Colonna   cromatografica   in   acciaio  inossidabile,  della
        lunghezza di 250 mm, con diametro interno di 4,6 mm, riempita
        di (fase stazionaria fenilica) Zorbax  (fenetilsilano  legato
        chimicamente      su     Zorbax     SIL,     trattata     con
        trimetilclorosilano), dimensioni delle particelle 6 micro  m,
        o  equivalente ***** impiegare una precolonna, a meno che non
        sia riempita della stessa fase stazionaria o equivalente.
4.4.    Carta da filtro, diametro 90 mm, Schleicher e Schull,
        Weissband n. 5892, o equivalenti.
5.      Procedura
5.1.    Preparazione del campione
        Pesare con accuratezza fino alla terza  cifra  decimale  1  g
        piu' e meno 0,1 g (a) di campione in una beuta graduata da 50
        ml. Disperdere il campione in 25 ml di miscela acqua/metanolo
        (3.8).  Tappare  la  beuta  e  agitare  vigorosamente fino ad
        ottenere una sospensione omogenea.   Agitare  per  almeno  un
        minuto.  Porre  la  beuta graduata in un bagno ad acqua (4.1)
        mantenuto  a  60   gradi   C   per   favorire   l'estrazione.
        Raffreddare la beuta e completare a volume con acqua/metanolo
        (3.8),  filtrare  l'estratto  impiegando  un  filtro di carta
        (4.4). Eseguire il dosaggio mediante HPLC entro 24 ore  dalla
        preparazione dell'estratto.
5.2.     Cromatografia al alta risoluzione in fase liquida
5.2.1.      Regolare il flusso della fase mobile (3.9) a 1,0 ml/min e
        regolare la lunghezza d'onda del rilevatore a 295 nm.
5.2.2.      Iniettare  10  micro  l della soluzione campione ottenuta
        secondo il procedimento descritto al punto 5.1. e realizzarne
        il cromatogramma. Misurare le aree dei  picchi.  Eseguire  la
        calibrazione  come  descritto  al  punto  5.2.3. Paragonare i
        cromatogrammi  ottenuti  per  le  soluzioni  campione  e   le
        soluzioni  standard. Impiegare le aree dei picchi e i fattori
        di risposta (Rf) calcolati al paragrafo 5.2.3.  per calcolare
        la concentrazione degli analiti nella soluzione campione.
5.2.3.  Calibrazione
        Iniettare 10 micro l di soluzione  di  riferimento  (3.10)  e
        realizzarne  il  cromatogramma. Iniettare varie volte fino ad
        ottenere un'area del picco costante.
        Determinare il fattore di Risposta RF(di i)
                                     Pi
                             RFi = -------
                                     Ci
        in cui:
        Pi  =  area  di  picco   per   l'idrochinone,   l'idrochinone
                  monometiletere,   l'idrochinone   monoetiletere   o
                  idrochinone monobenziletere.
        Ci = concentrazione (g/50 ml) nella soluzione di  riferimento
                  (3.10)      dell'idrochinone,      dell'idrochinone
                  monometiletere,  dell'idrochinone  monoetiletere  e
                  dell'idrochinone monobenziletere.
        Accertarsi  che  i  cromatogrammi  ottenuti per una soluzione
        standard e per la soluzione campione soddisfino  le  seguenti
        esigenze:
        -  la  separazione  dei picchi della coppia meno ben separata
          deve essere pari ad almeno  0,90  (per  la  definizione  di
          separazione dei picchi, vedi figura 1).

         ---->  Vedere Figura 1 a pag. 60 della G.U.  <----


                  Figura 1: Separazione dei picchi
          se non si raggiunge la separazione richiesta, impiegare una
          colonna  di  maggiore efficienza, oppure mettere a punto la
          composizione della  fase  mobile  fino  a  soddisfare  tale
          esigenza.
        - il fattore di asimmetria A, di tutti i picchi ottenuti deve
          variare  tra  0,9  e 1,5. (Per la definizione di fattore di
          asimmetria di picco, vedi  figura  2).  Per  realizzare  il
          cromatogramma   al   fine  di  determinare  il  fattore  di
          asimmetria, si raccomanda una velocita' della carta pari ad
          almeno 2 cm/minuto.

         ---->  Vedere Figura 2 a pag. 61 della G.U.  <----


              Figura 2: Fattore di asimmetria di picco
        - Si deve ottenere una linea di base stabile.
6.      Calcolo
        Servirsi delle aree dei  picchi  relativi  agli  analiti  per
        calcolare  la/le  concentrazione/i  dell'/degli analita/i nel
        campione.  Calcolare  la  concentrazione   dell'analita   nel
        campione,  come percentuale rispetto alla massa (X(di i)), in
        base alla formula:
                                        bi - 100
                           Xi % (m/m) = ----------
                                        RFi - a
        in cui:
        a           = massa del campione in grammi "pesato secondo il
                  metodo di cui al punto 5.1"
        bi = area di picco dell'analita nel campione.
7.      Ripetibilita' (1)
7.1.    Per un contenuto di idrochinone del 2,0%, la differenza tra i
        risultati di due dosaggi eseguiti in parallelo  sullo  stesso
        campione non deve superare il valore assoluto di 0,13%.
7.2.     Per un contenuto di idrochinone monometiletere dell'1,0%, la
        differenza  tra  i  risultati  di  due  dosaggi  eseguiti  in
        parallelo  sullo  stesso campione non deve superare il valore
        assoluto di 0,1%.
7.3.    Per un contenuto di idrochinone monoetiletere  dell'1,0%,  la
        differenza  tra  i  risultati  di  due  dosaggi  eseguiti  in
        parallelo sullo stesso campione non deve superare  il  valore
        assoluto di 0,11%.
7.4.    Per un contenuto di idrochinone monobenziletere dell'1,0%, la
        differenza  tra  i  risultati  di  due  dosaggi  eseguiti  in
        parallelo sullo stesso campione non deve superare  il  valore
        assoluto di 0,11%.
(1) ISO 5725.
8.      Riproducibilita' (1)
8.1.    Per un contenuto di idrochinone del 2,0%, la differenza tra i
        risultati  di  due  dosaggi eseguiti sullo stesso campione in
        condizioni diverse (laboratori  diversi,  operatori  diversi,
        apparecchiature  e/o  tempi  diversi)  non  deve  superare il
        valore assoluto di 0,37%.
8.2.    Per un contenuto di idrochinone monometiletere dell'1,0%,  la
        differenza  tra  i  risultati  di  due dosaggi eseguiti sullo
        stesso campione in condizioni  diverse  (laboratori  diversi,
        operatori  diversi,  apparecchiature  e/o  tempi diversi) non
        deve superare il valore assoluto di 0,21%.
8.3.    Per un contenuto di idrochinone monoetiletere  dell'1,0%,  la
        differenza  tra  i  risultati  di  due dosaggi eseguiti sullo
        stesso campione in condizioni  diverse  (laboratori  diversi,
        operatori  diversi,  apparecchiature  e/o  tempi diversi) non
        deve superare il valore assoluto di 0,19%.
8.4.    Per un contenuto di idrochinone monobenziletere dell'1,0%, la
        differenza tra i risultati  di  due  dosaggi  eseguiti  sullo
        stesso  campione  in  condizioni diverse (laboratori diversi,
        operatori diversi, apparecchiature  e/o  tempi  diversi)  non
        deve superare il valore assoluto di 0,11%.
(1) ISO 5725.
9.      Osservazioni
9.1.    Quando si trova un contenuto di idrochinone considerevolmente
        superiore  al 2% ed e' richiesta una valutazione accurata dei
        contenuti, l'estratto del campione (5.1) deve essere  diluito
        ad una concentrazione simile a quella che si otterrebbe da un
        campione  contenente  il  2%  di  idrochinone  e  si deve poi
        procedere a ripetere il dosaggio.
        (In  alcuni  strumenti,  l'assorbenza puo' essere al di fuori
        della  gamma  lineare  del  rilevatore  in  caso  di  elevate
        concentrazioni di idrochinone).
9.2.    Interferenze:
        Il    metodo    sopra    descritto   consente   il   dosaggio
        dell'idrochinone e  dei  suoi  eteri  attraverso  un  sistema
        univoco.  L'impiego  della  colonna  al fenile garantisce una
        ritenzione sufficiente dell'idrochinone, che non puo'  invece
        essere  attuata  qualora  si  impieghi una colonna C18 con la
        fase mobile descritta.
        Questo metodo e' pero' soggetto a varie interferenze. In tali
        casi, il dosaggio deve essere ripetuto impiegando un  sistema
        diverso  fase  mobile/fase fissa, specificato nei riferimenti
        di cui alle note 1 e 2, cioe':
        Colonna: Zorbax ODS, 4,6 mm x 25 cm, o equivalente
          Temperatura: 36 gradi C
          Flusso: 1,5 ml/min
          Fase mobile: per l'idrochinone: metanolo/acqua 5/95 (V/V)
                       per       l'idrochinone        monometiletere:
                       metanolo/acqua 30/70 (V/V)
                       per       l'idrochinone       monobenziletere:
                       metanolo/acqua 80/20 (V/V) (1).
        Colonna: Spherisorb S5-ODS, o equivalenti
          Fase mobile: acqua/metanolo (90/10 V/V)
          Flusso: 1,5 ml/min
          Queste condizioni sono adatte all'idrochinone (2).