(Allegato-art. 6)
                               Art. 6. 
 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    Le  caratteristiche  peculiari  della  denominazione  di  origine
protetta «Fico d'India di San Cono» sono: le  grandi  dimensioni  dei
frutti; la buccia caratterizzata dai colori particolarmente intensi e
vivi; la particolare dolcezza; la grande fragranza e serbevolezza; il
profumo delicato. 
    Il  territorio  in   oggetto   e'   dotato   di   caratteristiche
pedoclimatiche particolari, quali  l'altitudine  e  la  conformazione
orografica che rappresentano elementi essenziali nella determinazione
delle  particolari  condizioni  di  intensita'   e   qualita'   della
radiazione     luminosa,     dell'alternanza     dei     cicli     di
bagnatura-asciugatura  dell'epicarpo  dei  frutti  e  dell'escursione
termica giornaliera,  soprattutto  nel  periodo  di  maturazione  dei
frutti. L'area interessata alla coltivazione di  questo  prodotto  e'
caratterizzata da basse  e  dolci  colline  intervallate  da  piccole
vallate con terreni per lo piu'  di  origine  alluvionale,  di  medio
impasto, profondi e freschi e dotati di un ottimo drenaggio  naturale
e dove la componente sabbiosa e' prevalente  sulle  altre  componenti
(percentuale di sabbia non inferiore al 50%) e con un  pH  mediamente
neutro e sub-alcalino (pH 6.9-8.1). Queste  vallate  sono  totalmente
aperte da Est ad Ovest e questo permette la buona irradiazione solare
dei  terreni  e  l'incunearsi  dei  venti  provenienti  da  Est   che
favoriscono un clima mite soprattutto nel  periodo  estivo-autunnale,
durante  il  corso  della  maturazione  dei  frutti.   L'aria   calda
estivo-autunnale e' mitigata, anche nelle ore piu' calde del  giorno,
dal regolare alzarsi nella tarda mattinata, di una brezza proveniente
da ovest e dal nord-ovest che fa si' che la temperatura non raggiunga
mai livelli troppo alti. 
    I fenomeni fisici sopra descritti interagendo con  la  radiazione
luminosa sono responsabili della formazione e  dell'evoluzione  degli
antociani,  responsabili  del  colore  dell'epicarpo  dei  frutti  di
ficodindia  e  della  loro  polpa.  A  questo  si  associa  l'effetto
dell'escursione termica e delle bagnature  notturne  che  favoriscono
l'ingrossamento dei frutti. 
    Inoltre, la presenza degli  impianti  di  coltivazione  lungo  la
fascia  altimetrica,  combinata  all'efficienza  nella  gestione  del
fabbisogno idrico dei terreni irrigui operata dai coltivatori locali,
permette in quest'area la produzione di fichidindia di peso  maggiore
e dal contenuto zuccherino piu' alto rispetto ad  impianti  di  altre
zone geografiche site a  quote  altimetriche  inferiori.  I  terreni,
avendo una elevata capacita'  di  trattenere  l'umidita'  per  lunghi
periodi di tempo, fanno si' che l'umidita' si mantenga  costante  nel
terreno e la pianta riesca a concludere il suo ciclo produttivo nelle
migliori condizioni possibili senza stress e limitazioni. 
    L'insieme dei fattori ambientali rende esclusivo il rapporto  con
la qualita' del ficodindia di  San  Cono.  Questi  peculiari  fattori
insieme all'attivita' dell'uomo, alle sue capacita' culturali ed alla
messa a punto di  pratiche  di  salvaguardia  dell'ambiente  e  della
tradizione socio-produttiva (compreso il mantenimento delle  tecniche
di coltivazione del ficodindia nel  rispetto  e  nella  tutela  delle
vallate e delle colline) contribuiscono a conferire al ficodindia  di
San   Cono    caratteristiche    riconosciute    dalla    letteratura
tecnico-scientifica  e   dalla   ormai   consolidata   valorizzazione
commerciale. Grazie al forte  radicamento  della  popolazione  rurale
nell'area di produzione considerata, con tutta  la  sua  tradizionale
esperienza, con le sue capacita' colturali tramandate da  generazione
in  generazione,  con  la  continua  ricerca  e  messa  in  atto   di
tradizionali e specifiche tecniche colturali, si sono determinate  le
condizioni affinche' la coltivazione del ficodindia di  San  Cono  si
consolidasse  nel  tempo,  fino   ad   oggi,   come   un   patrimonio
storico-tradizionale e culturale di tutto  il  territorio  oltre  che
come fondamentale  risorsa  economica.  Grande  testimonianza  e'  la
tradizionale Sagra del Ficodindia ormai arrivata alla  25ª  edizione,
la quale e' un misto di cultura, tradizioni,  promozione  commerciale
ed aggiornamento tecnico-scientifico con i tradizionali convegni  che
ogni anno si tengono sul ficodindia. Tali risultati  sono  dovuti  al
totale  coinvolgimento  culturale,  lavorativo  ed  economico   degli
abitanti della zona nel processo produttivo  del  ficodindia  di  San
Cono, che  hanno  contribuito  a  determinare  un  forte  legame  del
prodotto stesso con l'ambiente ed in particolare,  a  sviluppare  nel
corso del tempo, un profondo legame sentimentale tra  la  popolazione
del territorio e il frutto in questione. 
    E' l'uomo, infatti, che oltre a mantenere inalterate nel tempo le
tecniche  di  coltivazione,  sa  capire  attraverso  la  sua   grande
esperienza il momento giusto per effettuare la raccolta. Non effettua
infatti una raccolta troppo  precoce  che  abbasserebbe  la  qualita'
degli zuccheri presenti e conferirebbe ai frutti quel  sapore  tipico
di cladodo poco gradevole al gusto del consumatore ne'  effettua  una
raccolta troppo ritardata che determinerebbe  un  abbassamento  delle
caratteristiche organolettiche delle bacche conferendo  ad  esse  uno
sgradevole sapore di stantio ma raccoglie nel momento perfetto  cioe'
quando i frutti hanno raggiunto i livelli minimi di colorazione della
buccia ottimo indicatore dello stadio di maturazione  presentando  al
consumo un prodotto dalla perfetta sapidita' e fragranza.  Attorno  a
questa coltura c'e' anche tanta storia. Nel 1840 l'agronomo  francese
De Gasparin visitando la Sicilia descrisse il ficodindia  cosi':  «la
manna, la provvidenza della Sicilia, rappresenta cio' che  il  banano
e' per i paesi equinoziali e l'albero  del  pane  per  le  isole  del
oceano Pacifico ...». Il definitivo successo del ficodindia e la  sua
trasformazione in coltura intensiva nell'areale delimitato all'art. 3
risale risalgono alla meta' degli anni settanta del XX  secolo:  Sono
gli anni in cui viene rinnovata la tradizione etnea, quella di  Santa
Margherita Belice, che si sviluppa su nuovi territori ed  in  cui  si
afferma  in  maniera  preponderante  l'area  di  San  Cono,  il   cui
territorio incuneato tra  tre  grossi  centri:  Enna,  Caltagirone  e
Caltanissetta, e' oggi la  piu'  importante  zona  di  produzione  in
coltura specializzata esistente e giudicata dagli esperti del settore
«capitale della produzione di ficodindia in Italia». 
    Il prof. Filadelfio Basile (Universita' di  Agraria  di  Catania)
nella sua indagine economico-agraria sulla produzione del  ficodindia
in Italia (1991) rileva che tra  le  aree  importanti  per  superfici
investite e  per  produzione  ottenibile  nell'ambito  della  regione
Sicilia: che «(...) nelle Colline di San Cono,  sicuramente  la  zona
piu' importante quanto a superfici e produzione». 
    Il prof. Oscar Alberghina (Universita' di Agraria di Catania)  ne
«San  Cono  (Catania):  capitale  della  fichidindicoltura   italiana
(1988)»  analizza  la  situazione  della  fichidindicoltura  italiana
conferendo all'areale di San Cono, per importanza  e  diffusione,  la
denominazione di «Capitale della produzione di ficodindia in Italia». 
    I professori Barbera G., Inglese P., (Universita' di  agraria  di
Palermo) ne La coltura del Ficodindia (ed. Edagricole - 1993),  ampio
ed esauriente trattato sulla coltivazione del ficodindia  nel  mondo,
descrivono San Cono (Catania) come il polo produttivo piu' importante
della fichidindicoltura siciliana.