Art. 4 
 
 
                 Principi di valutazione delle poste 
 
  1. Le  voci  di  Stato  Patrimoniale  ed  i  relativi  principi  di
valutazione sono: 
a. Immobilizzazioni immateriali 
  Le immobilizzazioni  immateriali  sono  beni  o  costi  pluriennali
caratterizzati  dalla  natura  immateriale  e   dalla   mancanza   di
tangibilita', che manifestano i  benefici  economici  lungo  un  arco
temporale di piu' esercizi e non solo in quello di  sostenimento  dei
costi. 
  Le immobilizzazioni immateriali sono iscritte al costo di  acquisto
o di produzione.  Il  costo  di  acquisto  comprende  anche  i  costi
accessori.  Il  costo  di  produzione   comprende   tutti   i   costi
direttamente imputabili e quelli di  indiretta  attribuzione  per  la
quota ragionevolmente imputabile. 
  Il costo delle immobilizzazioni immateriali, la  cui  utilizzazione
e' limitata nel tempo, deve essere sistematicamente  ammortizzato  in
ogni esercizio, tenendo conto della residua possibilita' di utilizzo.
Nella  Nota  Integrativa   sono   esplicitate   le   percentuali   di
ammortamento adottate. 
  L'immobilizzazione  che,  alla  data  di  chiusura  dell'esercizio,
risulti durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo
i criteri di cui sopra, deve essere iscritta a tale minor valore e di
cio' deve essere data adeguata motivazione in Nota Integrativa. 
  Il minore valore non puo' essere mantenuto nei  successivi  bilanci
se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata. 
  Nel caso di diritti di  brevetto  industriale  e  utilizzazione  di
opere dell'ingegno, in via prudenziale,  i  costi  vanno  iscritti  a
Conto Economico.  Comunque,  posta  la  titolarita'  del  diritto  di
utilizzo da parte dell'ateneo, e valutata l'utilita' futura  di  tali
diritti, si  puo'  procedere  alla  loro  capitalizzazione,  fornendo
adeguate indicazioni nella Nota Integrativa. 
  I costi sostenuti per le migliorie e spese incrementative  su  beni
di  terzi  a  disposizione  dell'ateneo   (affitto,   leasing,   uso,
godimento, diritti  di  superficie,  ecc.)  sono  capitalizzabili  ed
iscrivibili in questa voce se le migliorie e le spese  incrementative
non sono separabili dai beni stessi (ossia non possono avere una loro
autonoma funzionalita'). Diversamente, essi sono iscrivibili  tra  le
immobilizzazioni materiali nella specifica categoria di appartenenza. 
b. Immobilizzazioni materiali 
  Le  immobilizzazioni  materiali  sono  elementi  patrimoniali,   di
proprieta' dell'ateneo, destinati ad essere utilizzati  durevolmente,
acquisiti per la realizzazione delle proprie attivita'. Rientrano  in
questa  categoria  anche  le  immobilizzazioni  utilizzate   per   la
realizzazione di progetti di ricerca finanziati con risorse  esterne.
I beni messi a disposizione da terzi, inclusi quelli  concessi  dallo
Stato e delle Amministrazioni locali in uso perpetuo e gratuito,  non
rientrano, invece, in questa categoria, ma sono  indicati  nei  Conti
d'Ordine. 
  Le immobilizzazioni materiali sono iscritte al costo di acquisto  o
di  produzione.  Il  costo  di  acquisto  comprende  anche  i   costi
accessori.  Il  costo  della  produzione  comprende  tutti  i   costi
direttamente imputabili; puo' comprendere anche altri costi,  per  la
quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo  di
fabbricazione  e  fino  al  momento  in  cui  il  bene  puo'   essere
utilizzato. I costi di manutenzione ordinaria delle  immobilizzazioni
sono  contabilizzati,  interamente,   all'esercizio   in   cui   sono
sostenuti.  I  costi  di  manutenzione  straordinaria   (ampliamento,
ammodernamento o miglioramento), cui  e'  connesso  un  potenziamento
della  capacita'  produttiva  o  di  sicurezza   del   bene   o   del
prolungamento della vita utile, sono portati ad incremento del valore
del bene cui ineriscono e poi ammortizzati. 
  Il costo delle immobilizzazioni materiali, la cui utilizzazione  e'
limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni
esercizio, tenendo conto  della  residua  possibilita'  di  utilizzo.
Nella  Nota  Integrativa   sono   esplicitate   le   percentuali   di
ammortamento adottate. 
  L'immobilizzazione  che,  alla  data  di  chiusura  dell'esercizio,
risulti durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo
i precedenti criteri, deve essere iscritta a tale minor valore  e  di
cio' deve essere data adeguata motivazione nella Nota Integrativa. 
  Questo non puo' essere mantenuto nei  successivi  bilanci  se  sono
venuti meno i motivi della rettifica effettuata. 
  Per la valutazione del patrimonio librario bisogna distinguere tra: 
    le collezioni o comunque i libri che non perdono valore nel corso
del  tempo:  sono  iscritti  tra   le   immobilizzazioni   di   Stato
Patrimoniale e non vengono ammortizzate; 
    nel caso di libri che perdono valore nel  corso  del  tempo,  gli
atenei, tenendo conto del valore  intrinseco  degli  stessi,  possono
considerare alternativamente tre metodi: 
      «patrimonializzazione» degli acquisti. In questo caso, il costo
di acquisto dei libri deve essere iscritto tra le immobilizzazioni. 
  Ogni informazione riguardante l'ammortamento annuale dei  volumi  e
la loro gestione come cespiti,  la  registrazione  delle  perdite  di
valore subite dai volumi o il loro deterioramento, la valutazione del
valore iniziale dei volumi costituenti la dotazione della biblioteca,
tenuto conto del passaggio dalla contabilita'  finanziaria  a  quella
economico-patrimoniale, deve essere riportata in Nota integrativa. 
      iscrizione nell'attivo patrimoniale, ai sensi dell'art. 2426 n.
12 codice civile, ad un valore costante qualora  siano  costantemente
rinnovate,  e  complessivamente  di  scarsa  importanza  in  rapporto
all'attivo  di  bilancio,  sempreche'  non  si   abbiano   variazioni
sensibili nella loro entita', valore e composizione; 
      iscrizione  interamente  a  costo  del  valore  annuale   degli
acquisti di volumi. Adottando  questo  approccio,  ovviamente,  viene
meno qualunque rappresentazione della  consistenza  patrimoniale  del
patrimonio librario, ma vengono superati tutti i  problemi  legati  a
tale   processo   di   «patrimonializzazione»:   valutazione    della
consistenza iniziale, registrazione di eventuali perdite  di  valore,
ammortamento annuale. 
  In ogni caso, l'adozione di un approccio in luogo  dell'altro  deve
essere debitamente evidenziato e giustificato nella Nota Integrativa. 
  Le immobilizzazioni materiali  qualificate  come  "beni  di  valore
culturale, storico, artistico, museale" non vengono  assoggettate  ad
ammortamento, perche' tendono a non  perdere  valore  nel  corso  del
tempo. 
  Nel caso di donazione, lascito testamentario o  altre  liberalita',
le universita' valorizzano e capitalizzano il bene,  sulla  base  del
valore indicato nell'atto di donazione o, in mancanza, sulla base  di
una relazione di stima da parte di un esperto del settore. Il bene: 
    se non soggetto  ad  ammortamento,  deve  essere  iscritto  nelle
immobilizzazioni materiali, e il corrispondente  valore  deve  essere
iscritto nel Patrimonio Netto (sezione Patrimonio vincolato),  in  un
fondo di riserva adeguatamente distinto; 
    se  soggetto  ad  ammortamento,  deve   essere   iscritto   nelle
immobilizzazioni  materiali  con  contropartita  una  voce  di  Conto
Economico (provento straordinario)  da  riscontare  opportunamente  a
fine di ciascun anno, secondo il piano di ammortamento dei beni. 
c. Immobilizzazioni finanziarie. 
  Nello specifico contesto degli atenei rientrano in questa categoria
le partecipazioni destinate ad investimento durevole. 
  Nella   valutazione   si   considera   il   costo   sostenuto   per
l'acquisizione   della   partecipazione   comprensivo   degli   oneri
accessori, rettificato in diminuzione in presenza di perdite durevoli
di valore. Le  partecipazioni  in  aziende,  societa'  o  altri  enti
controllati  e  collegati  sono  valutate  in  base  al  «metodo  del
patrimonio netto» di cui all'art. 2426, comma 4, del codice civile. 
d. Rimanenze 
  La valutazione delle rimanenze, se rilevante nel contesto specifico
dell'ateneo, avviene al costo di acquisto o di produzione, ovvero  al
valore di realizzazione desumibile  dall'andamento  del  mercato,  se
minore. Il costo dei beni fungibili va calcolato con il metodo  della
media ponderata. 
  Tra le rimanenze si includono i beni che  concorrono  all'attivita'
tipica dell'ateneo e quelli destinati alla  cessione  o  vendita.  Ad
esempio: 
    i beni  destinati  ad  attivita'  didattica,  di  ricerca,  o  di
supporto ad esse; 
    i  beni  destinati  alla   vendita   all'interno   dell'attivita'
commerciale eventualmente svolta dall'universita'; 
    i beni dell'attivita' di assistenza sanitaria. 
e. Crediti 
  I crediti rappresentano il diritto ad esigere ad una data  scadenza
determinati ammontari. Nel caso di contributi, essi  potranno  essere
considerati crediti solo a fronte di una comunicazione  ufficiale  da
parte dell'ente finanziatore in merito all'assegnazione definitiva  a
favore dell'ateneo o, nel caso di amministrazioni pubbliche,  atto  o
provvedimento ufficiale. 
  Appare particolarmente rilevante identificare, per ciascun  credito
l'origine, la natura del debitore, la data di  presumibile  realizzo.
Nello specifico e' opportuno indicare separatamente  i  crediti  gia'
maturati   verso   studenti,   i   crediti   verso    il    Ministero
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca ed altri soggetti. 
  I crediti vanno  esposti  in  bilancio  al  valore  di  presumibile
realizzazione. 
  In particolar modo, si deve porre attenzione a: 
    contributi da Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della
ricerca, o  altri  contributi  a  fondo  perduto  assegnati  da  enti
pubblici e privati: vanno registrati come  crediti  esclusivamente  a
fronte di atto o provvedimento ufficiale.; 
    crediti verso studenti per tasse e contributi: per crediti  verso
studenti per corsi di studio si intendono i pagamenti dovuti da parte
degli studenti per le tasse universitarie. 
  Il valore nominale dei crediti in bilancio deve essere rettificato,
tramite un fondo di  svalutazione  appositamente  stanziato,  per  le
perdite  per  inesigibilita'  che  possono   ragionevolmente   essere
previste e  che  sono  inerenti  ai  saldi  dei  crediti  esposti  in
bilancio. Detto fondo deve, altresi', essere sufficiente per coprire,
nel  rispetto  del  principio  di  competenza,  sia  le  perdite  per
situazioni di inesigibilita' gia' manifestatasi, sia quelle temute  o
latenti. 
f. Disponibilita' liquide 
  Per disponibilita' liquide si fa riferimento  ai  depositi  bancari
anche nel sistema di  Tesoreria  Unica,  ai  depositi  postali,  agli
assegni, al denaro e ai valori bollati. Tali poste sono  valutate  al
valore nominale. 
  Le poste in valuta  sono  valutate  al  tasso  di  cambio  di  fine
esercizio. 
g. Ratei e Risconti 
  Nella  voce  ratei  e  risconti  attivi  devono   essere   iscritti
rispettivamente i proventi di competenza dell'esercizio esigibili  in
esercizi  successivi,  e  i  costi  sostenuti   entro   la   chiusura
dell'esercizio, ma di competenza di esercizi successivi.  Nella  voce
ratei e risconti passivi devono  essere  iscritti  rispettivamente  i
costi di competenza dell'esercizio esigibili in esercizi successivi e
i  proventi  percepiti  entro  la  chiusura  dell'esercizio,  ma   di
competenza di esercizi successivi. Possono essere  iscritte  in  tali
voci soltanto quote  di  costi  e  proventi,  comuni  a  due  o  piu'
esercizi, l'entita' dei quali varia in ragione del tempo. 
  I ratei ed  i  risconti  trovano  applicazione  negli  atenei,  tra
l'altro, nella valutazione per competenza dei proventi  su  commessa,
per la gestione dei contributi in  conto  capitale,  nell'imputazione
della quota di  competenza  della  contribuzione  studentesca,  nella
gestione dei proventi per il finanziamento di  borse  e  i  contratti
pluriennali (ad esempio, borse  di  dottorato,  assegni  di  ricerca,
ecc). 
  I ratei e i risconti devono essere valutati  secondo  il  principio
della competenza economica. 
  Nella valorizzazione dei ratei attivi o dei  risconti  passivi  nel
contesto universitario assume particolare rilievo la  competenza  dei
proventi relativi ai progetti e alle ricerche in corso  finanziate  o
co-finanziate da soggetti terzi. Tali  progetti  o  ricerche  possono
essere pluriennali o annuali a  seconda  degli  accordi  assunti  con
l'ente finanziatore e al tipo di attivita' che si sta realizzando. 
  Per le commesse annuali la valutazione avviene  al  costo,  per  le
commesse pluriennali la valutazione, a scelta dell'ateneo, avviene al
costo o in base allo stato avanzamento lavori. Nella Nota Integrativa
sono fornite indicazioni sul metodo utilizzato. Nel caso di  commesse
pluriennali   la   scelta   deve   essere   univoca   per   tutti   i
progetti/ricerche dell'ateneo. 
  I proventi relativi ai progetti sono registrati come ricavi  e  non
come anticipi. Nel caso in cui nell'anno  i  costi  registrati  siano
maggiori dei proventi, e' quindi necessario valorizzare i proventi di
competenza e iscrivere il rateo attivo a Stato Patrimoniale, nel caso
opposto, quando i proventi sono maggiori  dei  costi,  e'  necessario
rinviare parte dei primi agli esercizi successivi  con  lo  strumento
contabile del risconto passivo. 
h. Il Patrimonio Netto 
  Il Patrimonio Netto degli atenei si articola in: 
    fondo di dotazione: vincolato o non vincolato in  funzione  delle
indicazioni statutarie; 
    patrimonio vincolato: composto da fondi, riserve e contributi  in
conto capitale vincolati per scelte operate da terzi donatori; 
    patrimonio  non  vincolato:  riserve  derivanti   dai   risultati
gestionali  realizzati,  e  pertanto  si   compone:   dei   risultati
gestionali  relativi  all'esercizio  e  degli  esercizi   precedenti,
nonche' delle riserve statutarie. 
i. Fondi per rischi ed oneri 
  I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti  destinati
a coprire perdite o rischi aventi le seguenti caratteristiche: natura
determinata,  esistenza  certa  o  probabile,  ammontare  o  data  di
sopravvenienza indeterminati alla chiusura dell'esercizio. 
  I fondi non possono essere  utilizzati  per  rettificare  i  valori
dell'attivo oppure per  attuare  politiche  di  bilancio  tramite  la
costituzione di  fondi  rischi  ed  oneri  privi  di  giustificazione
economica. 
  Non  sono  dettati  criteri  di  valutazione  specifici   per   gli
accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri. Nella valutazione  degli
stessi occorre tenere presente i principi generali del  bilancio,  in
particolare i postulati della competenza economica e della prudenza. 
  2. Le voci di Conto Economico ed i relativi principi di valutazione
sono: 
a. Proventi per la didattica 
  I proventi per la didattica si iscrivono a Conto Economico in  base
al principio di competenza economica, riscontando  la  quota  non  di
competenza. 
b. Contributi 
  I contributi si distinguono tra contributi in conto esercizio e  in
conto capitale. 
  Per contributi in conto esercizio si intendono le somme disposte da
terzi per sostenere  il  funzionamento  dell'ateneo  o  comunque  per
realizzare attivita' non classificabili tra gli investimenti. 
  I contributi in conto esercizio certi ed  esigibili  devono  essere
iscritti come voci di proventi nel Conto Economico. 
  Per contributi in conto capitale si intendono le  somme  erogate  a
fondo perduto dallo Stato o da altri enti, pubblici o privati, per la
realizzazione di opere e per l'acquisizione di beni durevoli; per cui
l'ateneo non ha facolta'  di  distogliere  tali  contributi  dall'uso
previsto dalle leggi o dalle disposizioni in  base  alle  quali  sono
stati erogati. 
  Per la contabilizzazione  dei  contributi  in  conto  capitale  gli
atenei, iscrivono i contributi in conto capitale nel Conto Economico,
in base alla vita utile  del  cespite,  imputando  fra  i  ricavi  il
contributo e riscontandone quota ogni anno fino alla conclusione  del
periodo di ammortamento e contemporaneamente ammortizzano il  cespite
capitalizzato per il suo intero valore. 
c. Le operazioni e partite in moneta estera 
  I  costi  e  gli  oneri  relativi  a  operazioni  in  valuta   sono
determinati al cambio corrente alla  data  nella  quale  la  relativa
operazione e' avvenuta  (ordine/entrata  merce).  Eventuali  utili  e
perdite su cambi che dovessero manifestarsi al momento del  pagamento
vanno iscritte nelle apposite voci di Conto Economico  nella  sezione
dei Proventi e degli Oneri Finanziari (Perdite su cambi  o  Utili  su
cambi), non vanno pertanto in rettifica degli importi originari e nel
caso  delle  immobilizzazioni  non  vanno  considerati  quali   oneri
accessori all'acquisizione del bene. 
  Al termine di ogni esercizio,  nel  rispetto  del  principio  della
competenza economica, e' necessario  valutare  e  iscrivere  a  Conto
Economico eventuali perdite/utili su cambi di tutte le operazioni  in
valuta estera aperte; l'eventuale utile netto deve essere accantonato
in apposita riserva non utilizzabile fino all'effettivo realizzo.