(Annesso-art. 9)
 
                               Art. 9. 
 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
A) Informazioni sulla zona geografica. 
    1) Fattori naturali rilevanti per il legame. 
    La zona geografica delimitata copre  un  area  di  circa  900  km
quadri e ricade  nella  parte  Centro  Settentrionale  della  regione
Sicilia, a sud-ovest della catena montuosa delle Madonie,  a  cavallo
delle tre provincie di Palermo, Caltanissetta ed Agrigento. 
    La distribuzione dei litotipi della zona e' la seguente:  il  20%
di tutta la zona e' occupato da emersioni arenacee  e  calcarenitiche
che imprimono una morfologia in qualche modo aspra e  movimentata  al
paesaggio, mentre il restante 80% e' occupato da argille  sabbiose  e
sabbie argillose che imprimono al paesaggio una morfologia  collinare
generalmente piu' dolce, a meno di qualche  spuntone  meno  sensibile
alla degradazione meteorica. 
    L'altitudine media della zona e' di circa 600  m.  s.l.m.  e  con
un'altitudine dei terreni coltivati a vite che va  dai  300  sino  ad
arrivare ai 900 e, in qualche caso, ai 1.000 m. s.l.m. 
    L'esposizione e' orientata generalmente verso sud-ovest. 
    Il  clima  e'  temperato  mediterraneo  e,   piu'   precisamente,
temperato caldo con prolungamento della stagione  estiva  ed  inverno
mite, la temperatura massima media estiva supera i  31°  gradi  e  la
minima media invernale non scende al di sotto dei 4 °C.  L'escursione
termica media annua e' di  9,6  °C,  con  il  valore  piu'  basso  in
dicembre con una escursione media di 6.5 °C e  con  il  valore  medio
piu' alto in luglio con 12,9 °C. 
    Le precipitazioni medie annue sono di 632 ml,  con  valore  medio
massimo nel mese di dicembre (101 mm) e minimo nel mese di luglio  (5
mm); il numero di giorni piovosi oscilla da uno nei mesi di luglio ed
agosto ad 11 nei mesi di dicembre e gennaio. Dal regime pluviometrico
risulta che le piogge  superano  la  media  annuale  nel  periodo  da
settembre ad aprile con il massimo a dicembre ed il minimo a luglio. 
    2) Fattori umani rilevanti per il legame. 
    Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio
di produzione, che per consolidata tradizione  hanno  contribuito  ad
ottenere i vini a doc «Contea di Sclafani»  o  «Valledolmo-Contea  di
Sclafani». 
    La denominazione «Contea di  Sclafani»  o  «Valledolmo-Contea  di
Sclafani» e' un nome storico-geografico; la Contea di Sclafani era un
antico  stato  feudale  siciliano,  sorto  durante  il  dominio   dei
Normanni; nel  1330,  sotto  il  dominio  di  Giovanni  Sclafani,  il
possedimento ricevette il titolo di Contea e lo  mantenne  per  quasi
500 anni, fino al 1813, quando fu abolito il feudalesimo. 
    Della Contea di Sclafani, facevano parte numerosi  feudi  che  si
estendevano in quelli che  oggi  sono  gli  ambiti  territoriali  dei
comuni compresi nella zona geografica di produzione. 
    La prima testimonianza di presenza di  vigneti  risale  all'epoca
del domino aragonese  in  Sicilia,  nell'ultimo  decennio  del  1300,
allorquando Antonio Ventimiglia, conte di Collesano, chiedeva  al  re
Martino nel 1391, la conferma della gabella regia sul vino di Bilici,
testimoniando l'alta redditivita' della coltura viticola in una  zona
adiacente al feudo di Regaliali appartenente alla Contea di Sclafani. 
    Nel feudo di Valle dell'Olmo, intorno  al  1570,  la  viticoltura
fiori' ad opera del conte Giuseppe Cutelli il quale  diede  lotti  di
terreno in enfiteusi con l'obbligo di  impiantare  vigneto,  fornendo
anche 
    le  barbatelle;  in  questo  modo  in  poco  tempo   s'incremento
notevolmente la produzione di vino del luogo. 
    Molti vigneti  furono  piantati  nelle  vicinanze  del  paese  di
Valledolmo e lo storico L. Tirrito ci dice che a meta' dell'ottocento
vi erano nell'agro di Valledolmo 535 ettari di vigneto dai  quali  si
produceva un vino venduto nei paesi limitrofi. 
    Nel 1828 Nicolo' Cacciatore, descrivendo Sclafani, scriveva:  «il
suolo e' feracissimo: vi prosperano a meraviglia le viti, gli olivi e
i gelsi, ecc.». 
    Dai «Catasti di Sicilia» di Vincenzo Mortillaro si  apprende  che
tra il 1838 ed il 1840 in quella che fino a  25  anni  prima  era  la
Contea di Sclafani, vi erano  piu'  di  ottocento  salme  di  vigneto
corrispondente a circa 1.800 ettari. 
    Nel corso dei secoli dunque la viticoltura ha mantenuto un  ruolo
di coltura molto importante per il territorio, fino  ad  arrivare  ad
oggi. La storia recente e' caratterizzata da una evoluzione  positiva
della denominazione, con l'impianto di nuovi vigneti, la  nascita  di
nuove  aziende,  la  professionalita'  degli  operatori   che   hanno
contribuito ad accrescer il livello qualitativo e la rinomanza  della
DOC «Contea di Sclafani»  o  «Valledolmo-Contea  di  Sclafani»,  come
testimoniano i riconoscimenti in campo  nazionale  ed  internazionale
dei vini a DOC Contea di Sclafani prodotti dalle aziende  della  zona
geografica di riferimento. 
    E' stato riconosciuto come DOC nel 1996 con decreto  ministeriale
del 21 agosto 1996 poi modificato con  decreto  ministeriale  del  23
settembre 1996. 
    L'incidenza dei fattori umani, nel  corso  della  storia,  e'  in
particolare riferita alla puntuale definizione dei  seguenti  aspetti
tecnico produttivi, che costituiscono parte  integrante  del  vigente
disciplinare di produzione: 
    base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla  produzione
dei  vini  in  questione,  sono  quelli  tradizionalmente   coltivati
nell'area geografica considerata; 
    le forme di allevamento,  i  sesti  d'impianto  e  i  sistemi  di
potatura che, anche per i nuovi impianti, sono quelli tradizionali  e
tali  da  perseguire  la  migliore  e  razionale  disposizione  sulla
superficie  delle  viti,  sia  per   agevolare   l'esecuzione   delle
operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione  della
chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare  ben
esposta e di contenere le rese di produzione di vino entro  i  limiti
fissati dal disciplinare; 
    le pratiche  relative  all'elaborazione  dei  vini,  sono  quelle
tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione  in  bianco
ed  in  rosso  dei  vini   tranquilli,   quest'ultime   adeguatamente
differenziate per la  tipologia  di  base  e  la  tipologia  riserva,
riferita quest'ultima a vini maggiormente strutturati, la cui uva  di
partenza presenta un titolo alcolometrico minimo naturale maggiore  e
la  cui  elaborazione  comporta  un  periodo  di  invecchiamento  non
inferiore ai due anni per i rossi e uno per  i  bianchi.  Cosi'  come
tradizionali sono le pratiche relative all'appassimento delle uve  ed
alla vinificazione ed affinamento della tipologia vendemmia tardiva. 
B) informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche  del  prodotto
  essenzialmente   o   esclusivamente    attribuibili    all'ambiente
  geografico. 
    I vini di cui al presente disciplinare presentano, dal  punto  di
vista analitico ed organolettico, caratteristiche  molto  evidenti  e
peculiari,  descritte  all'art.  6,  che  ne  permettono  una  chiara
individuazione e tipicizzazione legata all'ambiente geografico. 
    In  particolare   tutti   i   vini   presentano   caratteristiche
chimico-fisiche equilibrate che  contribuiscono  al  loro  equilibrio
gustativo; in tutte le  tipologie  si  riscontrano  aromi  gradevoli,
armonici, caratteristici ed eleganti, con  eventuali  note  fruttate,
floreali e vegetali tipici dei vitigni di partenza. 
C) descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui  alla
  lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
    L'orografia collinare dell'areale di produzione  e  l'esposizione
prevalente  dei  vigneti,  orientati  a   sud-ovest,   concorrono   a
determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso  e  con  un
suolo naturalmente sgrondante  dalle  acque  reflue,  particolarmente
vocato alla coltivazione della  vite.  Da  tale  area  sono  peraltro
esclusi i terreni ubicati a quote troppo basse (al di sotto  dei  300
m. s.l.m.) non adatti ad una viticoltura di qualita'. 
    La presenza pressocche' costante dei venti fa si' che si eviti la
formazione di nicchie umide all'interno della vegetazione  sfavorendo
di conseguenza  l'insorgere  di  infezioni  crittogamiche,  limitando
l'intervento dei trattamenti antiparassitari a garanzia della sanita'
delle produzioni. 
    Anche la tessitura e  la  struttura  chimico-fisica  dei  terreni
interagiscono in maniera determinante  con  la  coltura  della  vite,
contribuendo all'ottenimento delle peculiari  caratteristiche  fisico
chimiche ed organolettiche dei vini  della  «Contea  di  Sclafani»  o
«Valledolmo-Contea di Sclafani». 
    In particolare l'altitudine media della zona che e' di circa  600
m.  slm;  la  generale  distribuzione  di  terreni  o  a   prevalente
composizione argillosa in cui e' presente la componente sabbiosa o  a
prevalente composizione sabbiosa in cui  e'  presente  la  componente
argillosa, fa si' che nella zona di produzione non vi  siano  terreni
ne' troppo umidi ne' troppo acidi o troppo  alcalini,  fattori  tutti
che influenzano la quantita' e soprattutto la qualita'  del  prodotto
vite. 
    Anche il clima dell'areale di produzione,  caratterizzato  da  un
elevato valore medio annuo  di  escursione  termica,  particolarmente
accentuata nei mesi estivi, la temperatura costantemente al di  sopra
dello   zero   termico   anche   nel   periodo   invernale;   periodi
caldo-asciutti per almeno  5  mesi  all'anno  (maggio-settembre)  con
concentrazione di quasi il 59% del totale delle precipitazioni  annue
da ottobre a gennaio e dell'85,5% da ottobre ad  aprile,  sono  tutte
caratteristiche che si confanno ad una viticoltura di qualita'. 
    Le suddette caratteristiche ambientali (pedologiche e climatiche)
favorevoli  permettono  una  viticoltura  in  asciutto  con   qualche
irrigazione di soccorso in annate particolarmente siccitose. 
    La raccolta delle uve viene effettuata dalla  meta'  settembre  a
tutto il mese di ottobre.  In  questa  zona  le  uve  raggiungono  un
perfetto equilibrio tra acidita',  ph  e  zuccheri  con  circa  venti
giorni di ritardo rispetto alle altre zone  viticole  della  Sicilia.
Questo ritardo di maturazione, oltre a tipicizzare il prodotto finale
permette  di  ottenere  alla  raccolta  uve   con   una   maturazione
equilibrata al riparo dai caldi  estivi,  con  dei  valori  analitici
equilibrati cioe' con una buona acidita' e senza eccesso di zuccheri. 
    La  millenaria  storia   vitivinicola   di   questo   territorio,
dall'epoca aragonese (fine 1300) fino ai giorni nostri, attestata  da
numerosi documenti, e' la generale e fondamentale prova della stretta
connessione ed  interazione  esistente  tra  i  fattori  umani  e  la
qualita' e le peculiari caratteristiche dei vini della DOC «Contea di
Sclafani»  o  «Valledolmo-Contea   di   Sclafani».   Ovvero   e'   la
testimonianza  di  come  l'intervento   dell'uomo   nel   particolare
territorio abbia, nel corso dei secoli,  tramandato  le  tradizionali
tecniche  di  coltivazione  della  vite  ed  enologiche,   le   quali
nell'epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate,
grazie all'indiscusso progresso scientifico e  tecnologico,  fino  ad
ottenere i rinomati vini «Contea di Sclafani» o «Valledolmo-Contea di
Sclafani», le cui peculiari caratteristiche sono descritte all'art. 6
del disciplinare.