(Allegato)
                                                             Allegato 
 
Disciplinare di  produzione  della  indicazione  geografica  protetta
                            «Finocchiona» 
 
                               Art. 1. 
 
                          Nome del prodotto 
 
    L'Indicazione geografica protetta «Finocchiona» e'  riservata  al
prodotto di salumeria che risponde alle  condizioni  e  ai  requisiti
stabiliti nel presente disciplinare di produzione. 
 
                               Art. 2. 
 
                      Descrizione del prodotto 
 
2.1. Caratteristiche del prodotto. 
    La  «Finocchiona»  I.G.P.  e'  un  salume  tipico  caratterizzato
dall'aroma di finocchio, utilizzato in semi e/o fiori nell'impasto, e
dalla  consistenza  morbida  della  fetta  che   talvolta   tende   a
sbriciolarsi. La pezzatura varia da formati piccoli da 0,5 Kg di peso
all'insacco a formati piu' grandi fino ad un massimo di 25 kg di peso
all'insacco. 
    La «Finocchiona» I.G.P. all'atto dell'immissione al consumo  deve
avere le seguenti caratteristiche: 
      2.1.1. aspetto esterno: l'insaccato e' di  forma  cilindrica  e
sulla superficie esterna  presenta  una  caratteristica  fioritura  o
impiumatura dovuta alle muffe che si sviluppano durante  la  fase  di
stagionatura; 
      2.1.2.  aspetto  al  taglio:  la  fetta   deve   risultare   da
consistente a morbida che talvolta tende  a  sbriciolarsi.  La  fetta
presenta un impasto con particelle di grasso distribuite in  modo  da
avvolgere le frazioni muscolari lasciando il prodotto  morbido  anche
dopo lunghi tempi di stagionatura. Il grasso e  il  magro,  di  grana
medio grossa, non presentano confini ben definiti.  La  fetta  appare
con  colori  che  vanno  dal  rosso  carne  delle  parti   magre   al
bianco/bianco-rosato delle parti grasse, con  possibile  evidenza  di
semi e/o fiori di finocchio; 
      2.1.3. caratteristiche chimiche: 
        proteine totali: non inferiori al 20%; 
        grassi totali: non superiori al 35%; 
        pH: compreso tra 5 e 6; 
        attivita' dell'acqua (aw ): minore o uguale a 0,945; 
        sale: non superiore al 6%. 
      2.1.4. Caratteristiche organolettiche: 
        profumo: odore gradevole e  caratteristico  dovuto  all'aroma
marcato del finocchio e leggero dell'aglio; 
        sapore: fresco e appetitoso, mai acido. 
2.2 Materia prima. 
    La materia prima da destinare alla produzione della «Finocchiona»
I.G.P. consiste in  carni  fresche  ottenute  da  carcasse  di  suino
pesante, come  tali  classificate  nell'ambito  della  corrispondente
categoria di peso ai sensi del reg. (CEE) n. 3220/84, della decisione
della Commissione  2001/468/CE  dell'8  giugno  2011  e  del  decreto
ministeriale dell'11 luglio 2002, cosi' come applicati  agli  effetti
dell'art. 27 della legge 4 giungo 2010, n. 96; il  suino  pesante  e'
infatti caratteristico dell'Italia centro settentrionale  e  presenta
una genetica opportunamente affinata, viene  allevato  per  almeno  9
mesi, in modo tale da raggiungere pesi elevati e  carni  idonee  alla
produzione della «Finocchiona» I.G.P. Ai fini previsti  dal  presente
disciplinare, possono essere utilizzati: 
      a) suini  delle  razze  tradizionali  Large  White  Italiana  e
Landrace  Italiana,  cosi'  come  migliorate  dal  Libro  Genealogico
Italiano, o figli di verri delle stesse razze; 
      b) suini figli di verri di razza  Duroc  Italiana,  cosi'  come
migliorata dal Libro Genealogico Italiano; 
      c) suini figli di verri di altre razze ovvero di  verri  ibridi
purche' provengano da schemi di  selezione  o  incrocio  attuati  con
finalita' non incompatibili con quelle del Libro Genealogico Italiano
per la produzione del suino pesante. 
    Non sono in ogni caso ammessi: 
      a) suini portatori di  caratteri  antitetici,  con  particolare
riferimento al  gene  responsabile  della  sensibilita'  agli  stress
(PSS); 
      b) tipi genetici ed animali comunque ritenuti non  conformi  ai
fini del presente disciplinare; 
      c) animali in purezza delle razze  Landrace  Belga,  Hampshire,
Pietrain, Duroc e Spotted Poland. 
    Ai sensi del presente disciplinare le  tecniche  di  allevamento,
gli alimenti consentiti, le loro quantita' e modalita' d'impiego sono
finalizzate ad ottenere un suino pesante, obiettivo che  deve  essere
perseguito nel tempo attraverso moderati accrescimenti giornalieri ed
un'alimentazione conforme alla disciplina generale in vigore. 
    Gli alimenti ammessi nella prima fase (fino ad 80 chilogrammi  di
peso vivo) sono, in idonea concentrazione, tutti quelli  utilizzabili
nella seconda fase, nonche', con il vincolo che la sostanza secca  da
cereali non  sia  inferiore  al  45%  di  quella  totale:  farina  di
estrazione di soia (fino ad un massimo del 20% della  sostanza  secca
della razione); silomais (fino al  10%  della  sostanza  secca  della
razione); semola glutinata di mais e/o corn gluten feed (fino  al  5%
della sostanza secca della razione); carrube denocciolate, distillers
(fino al 3% della sostanza secca della razione); lipidi con punto  di
fusione superiore a 36°C (fino  al  2%  della  sostanza  secca  della
razione); farina di pesce, lisati proteici (fino al 1% della sostanza
secca della razione); latticello(*) fino a un massimo di 6 litri  per
capo al giorno. Gli alimenti ammessi nella seconda fase di  ingrasso,
con il vincolo che la sostanza secca da cereali non sia inferiore  al
55% di quella totale, sono: mais e pastone di granella e/o pannocchia
(fino al 55% della sostanza secca della razione); sorgo,  orzo  (fino
al 40% della sostanza  secca  della  razione);  frumento,  triticale,
avena e cereali minori  (fino  al  25%  della  sostanza  secca  della
razione); cruscami e altri prodotti della  lavorazione  del  frumento
(fino al 20% della sostanza secca della razione); patata disidratata,
polpe di bietola surpressate ed insilate,  farina  di  estrazione  di
soja (fino al 15% della sostanza  secca  della  razione);  farina  di
girasole (fino al 8% della sostanza secca  della  razione);  manioca,
melasso(**), farina di estrazione di cocco, farina di  estrazione  di
germe di mais, pisello e/o altri semi di leguminose (fino al 5% della
sostanza secca della razione); polpe secche esauste di bietola  (fino
al 4% della sostanza secca della razione); farina di sesamo (fino  al
3% della sostanza secca della razione); expeller di lino, marco  mele
e pere, buccette d'uva o di  pomodori  quali  veicoli  d'integratori,
farina disidratata di medica, lievito di birra e/o di torula,  lipidi
con punto di fusione superiore a 40 gradi centigradi  (fino  al  2  %
della sostanza secca della razione); siero (*) di latte  fino  ad  un
apporto massimo di 15 l capo/giorno; latticello(*) fino ad un apporto
massimo di 250gr capo/giorno di sostanza secca. 
    E' consentita una presenza massima di acido linoleico pari al  2%
della sostanza secca della dieta. 
    Sono ammesse tolleranze massime del 10%. 
    (*) Siero e latticello insieme non devono  superare  i  15  litri
capo/giorno. 
    (**) Se associato a borlande il contenuto totale  di  azoto  deve
essere inferiore al 2%. 
    Patata disidratata e manioca insieme non devono superare  il  15%
della sostanza secca della razione. 
    Per «latticello» si intende il  sottoprodotto  della  lavorazione
del burro e per siero di latte il sottoprodotto di cagliate. 
    I  suini,  in  ottimo  stato   sanitario,   sono   inviati   alla
macellazione non prima che sia trascorso il nono mese e non  dopo  il
quindicesimo mese dalla nascita. Ai fini del  presente  disciplinare,
dalla macellazione e' escluso l'impiego di verri e  scrofe.  Inoltre,
e'  vietato  l'impiego  di  carcasse  non  ben   dissanguate   ovvero
caratterizzate dalla presenza di miopatie conclamate (PSE e DFD) o di
postumi evidenti di processi flogistici e traumatici. 
    Il peso medio della singola  partita  (peso  vivo)  inviata  alla
macellazione deve corrispondere a Kg 160, piu' o meno 10%. 
    Per la produzione della «Finocchiona» IGP possono essere  inoltre
utilizzate le carni fresche ottenute dalle carcasse di suini di razza
Cinta Senese, iscritti al libro genealogico del  corrispondente  tipo
genetico, allevati e macellati nel territorio ed  alimentati  secondo
tradizione. 
 
                               Art. 3. 
 
                         Zona di produzione 
 
    La  zona  di  produzione  della  «Finocchiona»  I.G.P.  comprende
l'intero territorio continentale della Toscana, escludendo le  isole,
che rappresenta la zona  in  cui  si  e'  consolidata  nel  tempo  la
produzione di questo salume tipico. In tale area delimitata si dovra'
svolgere  l'intero  ciclo  di  lavorazione   e   le   operazioni   di
affettamento e conseguente confezionamento, come disposto ed indicato
nel successivo art. 5. 
 
                               Art. 4. 
 
                        Origine del prodotto 
 
    Ogni  fase  del  processo  produttivo  deve  essere   monitorata,
documentando per ognuna gli input e gli output.  In  questo  modo,  e
attraverso l'iscrizione in appositi elenchi,  gestiti  dall'organismo
di controllo, degli allevatori, dei macellatori, dei sezionatori, dei
produttori, degli stagionatori e dei confezionatori/porzionatori,  e'
garantita la tracciabilita' e la rintracciabilita' (da valle a  monte
della filiera di produzione) del prodotto. Tutte le persone,  fisiche
o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate  al
controllo  da  parte  dell'organismo  di  controllo,  secondo  quanto
disposto dal disciplinare di  produzione  e  dal  relativo  piano  di
controllo. 
 
                               Art. 5. 
 
                        Metodo di produzione 
 
5.1. Metodo di preparazione. 
    Per  la  produzione  della  «Finocchiona»   I.G.P.   si   possono
utilizzare  esclusivamente  i  seguenti  tagli:  spalla  disossata  e
sgrassata, rifilature di prosciutto, traculo, gole  senza  ghiandole,
magro di pancetta e di gola, carne di coppa, pancetta e pancettone. I
suddetti tagli non devono aver subito alcun processo di congelamento. 
    Gli ingredienti che devono essere obbligatoriamente aggiunti, per
100 Kg di impasto da insaccare, sono: 
      sale: compreso tra 2,5 e 3,5 Kg; 
      pepe macinato: compreso tra 50 e 100 grammi; 
      pepe in grani e/o spezzato e/o sgranato: compreso tra 150 e 400
grammi; 
      aglio e/o aglio disidratato in dose  equivalente,  aggiunti  in
modo tale che la quantita' complessiva sia comunque compresa tra 50 e
100 grammi; 
      semi di finocchio e/o fiori di finocchio in  dose  equivalente,
aggiunti in modo tale  che  la  quantita'  complessiva  sia  comunque
compresa tra 200 e 500 grammi. 
    Per la  preparazione  e'  consentito  anche  l'uso  dei  seguenti
additivi e ingredienti: 
      Nitriti (E 250); 
      Nitrati (E 251 e E 252); 
      L ascorbico (E 300); 
      Sodio L ascorbato (E 301): massimo 150 grammi  per  100  kg  di
impasto da insaccare; 
      destrosio e/o saccarosio e/o fruttosio e/o lattosio: massimo Kg
1 per 100 kg di impasto da insaccare; 
      vino: massimo 1 litro per 100 kg di impasto da insaccare. 
    Possono, inoltre, essere aggiunti preparati di colture microbiche
di avviamento alla fermentazione (Starter microbici). 
5.2. Metodo di elaborazione. 
    I tagli di carne sono mondati, secondo tecnica locale, asportando
le parti connettivali di maggior dimensioni  ed  il  tessuto  adiposo
molle. Le carni  suine  adeguatamente  preparate  vengono  ridotte  a
pezzetti e passate al  tritacarne  utilizzando  stampi  con  fori  di
diametro compreso tra 4,5 e 8 mm. 
    Dopo la macinatura si passa all'impastatura al fine di  avere  un
impasto in cui la carne macinata ed i vari ingredienti,  che  vengono
aggiunti ad essa, siano ben amalgamati tra di loro. 
    Successivamente l'impasto viene insaccato in budello, naturale  o
collato. Segue la legatura con spago o, in  alternativa  allo  spago,
utilizzando  rete  preconfezionata  o  rete   ordita   sull'insaccato
realizzate con materiali naturali. Per la chiusura  del  budello  non
sono ammesse clips o altri sistemi di chiusura metallici o  plastici,
a meno che il prodotto non sia destinato ad altre  lavorazioni  prima
della vendita, come tranciatura o affettamento,  in  questi  casi  la
chiusura deve essere rimossa.  Esclusivamente  per  la  «Finocchiona»
I.G.P. di peso all'insacco superiore a 6  Kg  e  fino  a  25  kg,  e'
consentito l'utilizzo sia di budelli che di reti sintetiche,  sia  la
chiusura con clips o altri sistemi di chiusura metallici o plastici. 
    La pezzatura della Finocchiona,  espressa  in  peso  di  prodotto
all'insacco, non deve essere inferiore a 0,5 Kg. 
5.3 Asciugamento. 
    Dopo l'insacco la Finocchiona e' sottoposta all'asciugamento  che
e'  il  periodo  durante  il  quale  si   ha   la   piu'   accentuata
disidratazione. Per conseguire tale risultato  la  Finocchiona  viene
tenuta in ambienti aventi una temperatura compresa tra 12° e 25°C. 
5.4. Stagionatura. 
    Conclusa  la  fase  di  asciugamento  ha  inizio   la   fase   di
stagionatura che viene fatta con temperature comprese tra gli 11° e i
18°C ed una umidita' relativa tra il 65 e il 90%. 
    La durata del periodo di  asciugatura  e  stagionatura  non  deve
essere  inferiore  a  quanto  indicato  nella  tabella   di   seguito
riportata. 
 
         ===================================================
         |                       |     Tempo totale di     |
         |                       |    asciugamento e di    |
         |   Peso all'insacco    |      stagionatura       |
         +=======================+=========================+
         |Compreso tra 0,5 e 1 Kg|non inferiore a 15 giorni|
         +-----------------------+-------------------------+
         |Compreso tra 1 e 6 Kg  |non inferiore a 21 giorni|
         +-----------------------+-------------------------+
         |Compreso tra 6 e 25 Kg |non inferiore a 45 giorni|
         +-----------------------+-------------------------+
 
    La «Finocchiona» I.G.P. puo'  essere  immessa  al  consumo  sfusa
oppure confezionata. 
    Per l'immissione al consumo del prodotto affettato in confezioni,
le operazioni di affettamento e  conseguente  confezionamento,  anche
sottovuoto o in atmosfera protettiva, devono avvenire  esclusivamente
nella zona di produzione indicata all'art. 3 sotto la vigilanza della
struttura di controllo autorizzata al fine di garantire  la  qualita'
del prodotto  ed  in  particolare  per  evitare  l'alterazione  delle
caratteristiche riportate nell'art. 2. 
    Infatti, per sua natura il prodotto presenta  una  mescolanza  di
particelle di carne magra e di grasso, finemente tritate, tali che la
fetta risulta particolarmente delicata  sia  alla  manipolazione  che
all'affettamento. La preparazione  del  prodotto  per  l'affettamento
prevede, inoltre, l'eliminazione del budello con diretta  esposizione
della parte edibile all'ambiente esterno; l'esposizione a  condizioni
ambientali  non  controllate  per  periodi  non   noti,   altera   le
caratteristiche del prodotto dando  origine  a  fenomeni  ossidativi,
alterazioni  del  colore,   eccessiva   perdita   di   umidita'   con
peggioramento della particolare consistenza della fetta (che tende  a
sbriciolarsi)  e   della   spiccata   componente   aromatica   dovuta
all'utilizzo del finocchio, caratteristiche che hanno reso famosa  la
Finocchiona ai consumatori. Pertanto per garantire  e  preservare  il
mantenimento  delle  caratteristiche  originali  del   prodotto,   e'
necessario che l'affettamento ed il confezionamento siano eseguiti da
personale che abbia specifica conoscenza del prodotto,  riducendo  il
piu' possibile il tempo di permanenza del  prodotto  a  contatto  con
l'aria.  Inoltre  la   possibilita'   che   il   prodotto   destinato
all'affettamento venga conservato per periodi non noti in  condizioni
ambientali differenti da quelle previste dal  disciplinare,  potrebbe
indurre il radicamento di  caratteristiche  contrastanti  rispetto  a
quelle per le quali il prodotto e' conosciuto, quali l'irrancidimento
(colorazione  gialla  del  grasso,  odore  e  sapore  acre,  amaro  e
piccante), l'essicamento (consistenza secca con budello che  tende  a
staccarsi dal resto),  la  formazione  di  muffe  anomale  (eccessive
colonie  di  muffe  che  ricoprono  l'involucro),  il   rigonfiamento
(impasto decomposto, instaurarsi di processi putrefattivi)  o  ancora
l'imbrunimento   (colorazione   anomala   da   rosso-scuro   fino   a
rosso-brunastro dell'impasto), tali da generare  sapori,  profumi  ed
una  consistenza  della  fetta  differenti  da  quelli   storicamente
apprezzati dal consumatore ovvero l'aroma  marcato  del  finocchio  e
leggero  dell'aglio  ed  una  consistenza  morbida  della  fetta  che
talvolta tende a sbriciolarsi.  
 
                               Art. 6. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    La Finocchiona  gode  di  una  reputazione  ormai  consolidata  e
dimostrata dai numerosi documenti che riportano riferimenti  a  vario
titolo del prodotto fin dal Quattrocento. 
    L'Ottocento e il  Novecento,  poi,  sono  secoli  particolarmente
ricchi di testimonianze storiche  sull'uso  consolidato  del  termine
«Finocchiona»: nel 1875, Rigutini e  Fanfani,  nel  loro  Vocabolario
della lingua parlata, facevano specifico riferimento alla Finocchiona
come,  Pirro  Giacchi,  nel  suo  dizionario  edito  nel  1878;   nel
Vocabolario degli  Accademici  della  Crusca,  edizione  1889,  viene
evidenziato il legame della Finocchiona con  il  territorio  Toscano.
Nel Dizionario Enciclopedico Italiano del 1956 viene sottolineato che
la Finocchiona e' un tipico salume  toscano.  Anche  il  prof.  Italo
Ghinelli, per molti anni veterinario provinciale di  Parma,  nel  suo
testo  pubblicato  nel  1977,  parla   dell'origine   toscana   della
Finocchiona. Il «Dizionario Motta della Lingua  Italiana»  (1978),  a
cura del prof. Bazzarelli, definisce la  Finocchiona  «tipico  salume
toscano\ ... aromatizzato con semi di finocchio». Nella pubblicazione
«Atlante dei Prodotti  Tipici:  I  Salumi»  dell'INSOR  (2002)  viene
dedicata una  scheda  alla  Finocchiona;  nella  pubblicazione  «Alla
ricerca del pane perduto» (1989) si  parla  di  questo  straordinario
salume. 
    La Finocchiona viene  realizzata  secondo  metodi  consolidati  e
storici e deve le sue caratteristiche ad una  serie  di  collegamenti
con l'ambiente inteso in senso lato e comprensivo dei fattori  umani,
della secolare metodologia di preparazione e del loro interagire.  La
Finocchiona si caratterizza per l'inconfondibile e marcato aroma  del
finocchio utilizzato in semi e/o fiori nell'impasto (da qui  il  nome
«Finocchiona») e per la locale e sapiente lavorazione che  conferisce
alla fetta una particolare  morbidezza,  che  tende  a  sbriciolarsi.
L'originale scelta degli ingredienti, primo fra tutti  il  finocchio,
che caratterizza tante ricette della cucina regionale e che fa  parte
della flora endemica del territorio di produzione  (spesso  presente,
dalla costa fino alle zone sub-montane, ai piedi dei muretti a  secco
e ai piedi delle «stradelle» di campagna), unitamente  alla  indubbia
vocazione salumiera dell'area, alla specificita' del know-how  dovuta
a personale qualificato dotato di manualita' ed  artigianalita',  che
sa come scegliere e mondare i tagli migliori,  verificare  il  giusto
grado di omogeneizzazione  tra  grasso  e  magro,  capire  quando  la
Finocchiona e' della giusta consistenza e morbidezza,  contribuiscono
alla creazione di  un  prodotto  unico  e  non  comparabile,  la  cui
reputazione e' ormai assodata. 
    Anche l'utilizzo, nel metodo storico  di  elaborazione,  di  vino
nell'impasto, evidenzia il forte legame con  il  territorio  dove  il
vino  e'  da  sempre  una  delle  principali  produzioni  in  termini
quantitativi e qualitativi e che, come la  Finocchiona,  caratterizza
il territorio di produzione. 
    La presenza, inoltre, nell'ambiente toscano della  produzione  di
carni pregiate  di  razza  Cinta  Senese,  ha  permesso  una  diffusa
presenza  delle  imprese   trasformatrici   in   tutta   la   regione
caratterizzando  ulteriormente  il  prodotto   e   consolidando   nei
consumatori la reputazione ed il  legame  della  Finocchiona  con  la
Toscana. 
    Un'altra  conferma  del  legame  con  il   territorio   e   della
reputazione   della   Finocchiona   e'   testimoniata   anche   dalla
gastronomia, che la inserisce sempre nel tipico piatto di  «affettati
toscani» perche', il particolare impasto e la presenza del finocchio,
conferiscono una consistenza ed un aroma tali da renderla  una  delle
piu'  caratteristiche  e  rappresentative  proposte  della  salumeria
toscana che ha varcato anche i  confini  nazionali  con  presenza  in
molti paesi del Centro Europa ed anche in paesi  al  di  fuori  della
Comunita' europea. 
    Dal  punto  di  vista  economico  e  sociale,  esiste  un   forte
radicamento della produzione di Finocchiona in  Toscana,  manifestato
dalla presenza di numerosi operatori che da  molte  generazioni,  nel
solco  dei  metodi  di  lavorazione  artigianali   usati   dai   loro
progenitori e forti  dell'esperienza  da  loro  acquisita,  producono
questo prodotto tipico, prestando particolare cura nella scelta delle
carni, nella loro lavorazione e nella stagionatura a conferma  di  un
legame che unisce la produzione della Finocchiona dalle  sue  origini
fino ad oggi. La  Finocchiona  e'  tra  i  salumi  piu'  diffusi  nel
territorio di produzione ed e' regolarmente  quotata  nei  bollettini
settimanali dei prodotti della  salumeria  pubblicati  da  autorevole
rivista specializzata e diffusa a livello nazionale. 
 
                               Art. 7. 
 
                              Controlli 
 
    I controlli sulla conformita' del prodotto al  disciplinare  sono
svolti,  da  una  struttura  di  controllo,  conformemente  a  quanto
previsto dagli articoli 10 e 11 del reg. CE  510/06.  Tale  struttura
designata e' l'Organismo di Controllo  I.N.E.Q.  (Istituto  Nord  Est
Qualita'), via Rodeano n. 71, 33038 San Daniele del Friuli (UD), tel.
0432/940349, fax 0432/943357, e-mail: info@ineq.it 
 
                               Art. 8. 
 
                    Designazione e presentazione 
 
    La menzione «Finocchiona» che e' intraducibile, deve essere fatta
in caratteri chiari, indelebili, con colorimetria di ampio  contrasto
rispetto all'etichetta tale da essere nettamente distinguibile  e  di
dimensioni maggiori di ogni altra scritta che compare in etichetta  e
comunque non inferiori a 3 mm, ed essere immediatamente seguita dalla
menzione «Indicazione geografica protetta» o dalla sigla «I.G.P.» 
    In etichetta, inoltre, deve essere  sempre  presente  il  simbolo
grafico comunitario della «I.G.P.». Le menzioni  che  possono  essere
utilizzate insieme al simbolo grafico  devono  essere  conformi  alle
prescrizioni del regolamento (CE) n. 628/2008. 
    Il riferimento in etichetta  all'uso  di  carne  di  razza  Cinta
Senese e' consentito solo se la  materia  prima  utilizzata  proviene
esclusivamente da suini della suddetta razza  conformi  ai  requisiti
indicati al punto 2.2 del presente disciplinare. 
    In etichetta e'  inoltre  consentito  l'uso  di  indicazioni  che
facciano  riferimento  ad  aziende,  nomi,  ragioni  sociali,  marchi
privati, consorzi, purche' non abbiano significato  laudativo  e  non
siano  tali  da  trarre  in  inganno   l'acquirente/consumatore.   Il
riferimento al nome di aziende suinicole dai cui derivano le carni e'
consentito solo nel caso in cui la materia prima provenga interamente
dai suddetti allevamenti. La «Finocchiona»  puo'  essere  immessa  al
consumo sfusa oppure confezionata. Il  confezionamento  del  prodotto
intero, in tranci o affettato, puo'  essere  fatto  sottovuoto  o  in
atmosfera  protettiva.  Le  operazioni  di  affettamento  e  relativo
confezionamento del prodotto  devono  avvenire  esclusivamente  nella
zona di produzione indicata nell'art. 3. 
    Al fine di garantire la rintracciabilita' del prodotto affettato,
ciascuna  confezione  dovra'  essere  identificata  in  modo  univoco
attraverso  il  ricorso  ad  una  numerazione  progressiva   la   cui
attribuzione avverra' secondo le indicazioni  fornite  dall'organismo
di controllo di cui all'art. 7 del presente disciplinare.