(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il comune di Mattinata (Foggia), i cui organi elettivi sono stati
rinnovati nelle consultazioni  amministrative  del  25  maggio  2014,
presenta  forme  d'ingerenza  della  criminalita'   organizzata   che
compromettono   la   libera    determinazione    e    l'imparzialita'
dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed  il  funzionamento
dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    Alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto  nei
confronti dell'ente, il Prefetto di Foggia, con decreto del 16 maggio
2017, successivamente prorogato,  ha  disposto  l'accesso  presso  il
comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto  2000,  n.  267,
per gli accertamenti di rito. 
    Al termine delle indagini effettuate, la  commissione  incaricata
dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle
quali il Prefetto, sentito nella  seduta  del  21  dicembre  2017  il
Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato
con  la  partecipazione  del   Procuratore   Capo   della   Direzione
Distrettuale Antimafia di Bari e del Procuratore della Repubblica  di
Foggia, ha trasmesso l'allegata relazione in data 28  dicembre  2017,
che costituisce parte integrante della presente proposta, in  cui  si
da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi
su collegamenti diretti  e  indiretti  degli  amministratori  con  la
criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli  stessi,
riscontrando,   pertanto,   i   presupposti   per   l'adozione    del
provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143. 
    I lavori svolti dall'Organo ispettivo hanno  preso  in  esame  la
cornice criminale ed il quadro  ambientale,  nonche'  il  complessivo
andamento gestionale dell'istituzione locale con particolare riguardo
ai rapporti  tra  gli  amministratori  e  le  consorterie  criminali,
evidenziando  come  l'uso  distorto  della  cosa  pubblica   si   sia
concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati  direttamente
o indirettamente ad ambienti malavitosi. 
    Il comune di Mattinata - centro turistico situato all'interno del
parco nazionale del Gargano  -  insiste  in  un  ambito  territoriale
caratterizzato dalla pervasiva ingerenza di  agguerrite  associazioni
criminali, spesso in conflitto tra loro,  strutturate  essenzialmente
su base familiare ed operanti in stretta sinergia con altri  sodalizi
radicati nelle aree limitrofe. 
    La criminalita' garganica - connotata  da  un  rigido  codice  di
condotta interno e dalla propensione ad imporsi facendo uso di metodi
particolarmente cruenti -  ha  nel  tempo  consolidato  un  capillare
controllo del tessuto economico e sociale, anche  a  seguito  di  una
lunga scia di efferati fatti di sangue e di episodi  di  c.d.  lupara
bianca, di cui recentemente si e'  registrata  una  recrudescenza  in
concomitanza  con  il  riaccendersi  della  conflittualita'  tra   le
consorterie locali per il dominio del territorio. 
    In  tale  contesto,  viene  evidenziata  la  continuita'  che  ha
caratterizzato la conduzione dell'ente negli ultimi anni, atteso  che
ben  quattro  membri  dell'attuale  consiglio  comunale,  nonche'  il
sindaco ed il  vicesindaco  hanno  fatto  parte  dell'amministrazione
eletta nel 2010. 
    Inoltre,  diversi  esponenti  della  compagine   di   governo   e
dell'apparato  burocratico  del  comune  -  alcuni  dei   quali   con
pregiudizi  di  natura  penale  -  annoverano  frequentazioni  ovvero
relazioni di parentela o di affinita' con  persone  controindicate  o
con elementi delle famiglie malavitose localmente egemoni. 
    Sono stati presi in considerazione anche  gli  atti  intimidatori
compiuti  nei  confronti  del  responsabile   del   settore   polizia
municipale, il  quale  ha  piu'  volte  denunciato  di  avere  subito
danneggiamenti  alla  propria  autovettura.  Sottolinea  peraltro  il
prefetto che il predetto responsabile ha omesso di sporgere  denuncia
contro un tentativo di incendio verificatosi ad agosto 2016 sempre ai
danni dell'autovettura di sua proprieta'. 
    La  Commissione  di  indagine  ha  quindi  esaminato  l'attivita'
gestionale dell'ente  con  specifico  riferimento  al  settore  degli
affidamenti di lavori e servizi pubblici tradizionalmente esposto  al
rischio di infiltrazioni da parte della criminalita' organizzata. 
    Sotto questo profilo,  assumono  valore  emblematico  le  vicende
relative all'affidamento delle opere di realizzazione di un  impianto
sportivo aggiudicate a gennaio  2014,  ai  sensi  dell'art.  143  del
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163  allora  vigente,  ad  una
societa' il cui socio ed amministratore unico ed il cui  responsabile
tecnico sono stretti parenti di un noto capoclan. 
    In particolare, le opere in  argomento  -  che  avrebbero  dovuto
essere terminate entro il primo settembre 2016 -  ad  oggi  non  sono
state consegnate all'amministrazione  comunale,  risultando  pertanto
prive  di  certificazione  di  agibilita'.   Nondimeno,   gli   esiti
dell'accesso hanno messo in luce che  l'impresa  affidataria,  previa
corresponsione di un corrispettivo, concede sistematicamente  in  uso
l'impianto sportivo ai privati che ne facciano richiesta. 
    E'  altresi'  emerso  che  il  comune  non  ha   esperito   alcun
accertamento antimafia con riferimento alla  societa'  concessionaria
la quale, in violazione delle previsioni contenute nel  contratto  di
appalto, non ha attivato le prescritte coperture assicurative  e  non
ha dato comunicazione all'ente dell'elenco dei propri dipendenti. 
    Viene parimenti stigmatizzata la circostanza che la durata  della
concessione per la gestione dell'impianto sportivo, che nel bando  di
gara era stata fissata in trent'anni, e' stata elevata a quarant'anni
in sede di aggiudicazione definitiva in contrasto con le disposizioni
dettate dal richiamato art. 143 del decreto legislativo  n.  163  del
2006. 
    Ulteriori  anomalie  sintomatiche  di  uno  sviamento  dell'agire
amministrativo a vantaggio  di  ambienti  controindicati  sono  state
riscontrate in  relazione  alla  gara  informale  mediante  procedura
negoziata per l'affidamento - limitatamente al periodo maggio-ottobre
2016 - del servizio di gestione delle aree di sosta  e  parcheggio  a
pagamento senza custodia nel centro urbano, avviata a marzo  2016  di
quell'anno. Ed invero, con determina del successivo mese di maggio il
servizio e' stato aggiudicato ad  un'impresa  il  cui  amministratore
unico,  oltre  ad  avere  pregiudizi  di  natura   penale,   annovera
frequentazioni con pregiudicati locali.  Inoltre,  taluni  dipendenti
della ditta affidataria - che e' stata l'unica partecipante alla gara
- sono risultati vicini a personaggi di notevole  spessore  criminale
ed hanno tratto vantaggio  dall'organizzazione  del  lavoro  adottata
dalla ditta medesima. 
    Le verifiche poste in essere hanno  inoltre  fatto  emergere  che
l'impresa aggiudicataria non ha mai versato il corrispettivo pattuito
per la concessione del  servizio  e  nondimeno  solo  successivamente
all'insediamento dell'Organo ispettivo - precisamente a maggio 2017 -
il comune ha dato impulso alla procedura finalizzata alla  escussione
della garanzia fideiussoria rilasciata dalla stessa impresa. 
    Sempre con riferimento al settore degli affidamenti di  lavori  e
servizi comunali, il Prefetto  fa  menzione  di  un  procedimento  ad
evidenza pubblica avviato con delibera di giunta di maggio  2016  per
la concessione annuale del servizio di gestione di un'area  destinata
a parcheggio pubblico, sita in una  localita'  ad  elevata  vocazione
turistica. Anche in questo caso alla procedura  ha  preso  parte  una
sola ditta, gia' concessionaria del servizio nei due anni precedenti,
il cui titolare e' ritenuto contiguo ad un potente gruppo criminale. 
    Al  riguardo,  la  Commissione  di  indagine  ha  rilevato  gravi
anomalie ed irregolarita'. In particolare, la ditta affidataria - che
ha ottenuto la concessione a seguito di  un  rialzo  irrisorio  -  da
ottobre 2015 risulta cancellata dall'elenco  delle  imprese  iscritte
alla Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura e  si
e' quindi aggiudicata il servizio in violazione  della  clausola  del
bando che riservava la partecipazione alla procedura alle sole  ditte
iscritte nel predetto elenco. Inoltre, relativamente al parcheggio di
alcune categorie di veicoli, negli atti di gara e' stata indicata una
tariffa giornaliera piu' elevata rispetto  a  quella  originariamente
prevista nella citata delibera di giunta di avvio  del  procedimento,
con conseguente vantaggio economico per l'impresa aggiudicataria,  la
quale non ha mai presentato la polizza assicurativa contro i danni  a
persone  o  cose  richiesta  dal  bando  ne'   altra   documentazione
prescritta a pena di revoca della concessione. 
    Per l'espletamento del servizio, la stessa impresa,  in  aggiunta
all'area destinata a parcheggio, ha di fatto impiegato il terreno  di
gioco di un campo sportivo limitrofo, utilizzandolo per la  sosta  di
un numero di veicoli ben superiore a quello  indicato  nel  bando  di
gara. Evidenzia altresi' il Prefetto che,  pur  in  mancanza  di  una
nuova procedura ad evidenza pubblica,  il  titolare  della  ditta  ha
continuato a gestire il  parcheggio  in  questione  anche  nel  2017,
unitamente al familiare di un esponente apicale del gruppo  criminale
sopra menzionato assassinato nel 2007. E' significativo  che  solo  a
luglio  dello  scorso  anno  -   ad   accesso   gia'   in   corso   -
l'amministrazione comunale ha proceduto ad un sopralluogo, a  seguito
del quale il titolare della ditta concessionaria e' stato  sanzionato
ai sensi dell'art. 7, comma 15-bis, del decreto legislativo 30 aprile
1992, n. 285. 
    Viene quindi segnalato che un  chiosco  bar  collocato  nell'area
verde della villa municipale e' gestito da una societa'  titolare  di
una concessione all'occupazione  di  suolo  pubblico  rilasciata  nel
1995, il cui amministratore unico  e'  un  consigliere  comunale  del
quale e'  stata  documentata  la  vicinanza  ad  un  personaggio  con
pregiudizi penali  legato  alle  consorterie  locali.  Sottolinea  in
proposito la Commissione di indagine che con  determina  dirigenziale
di giugno 2017 la societa' in parola e' stata autorizzata ad occupare
una porzione aggiuntiva di  suolo  pubblico  per  l'installazione  di
servizi igienici, del tipo precario  ed  amovibile,  a  supporto  del
predetto chiosco bar. Nondimeno,  nonostante  tale  incremento  della
superficie oggetto di occupazione, il canone concessorio  e'  rimasto
invariato. 
    Irregolarita'  altrettanto  gravi  e  significative  sono   state
rilevate con riferimento all'attivita' svolta da un'altra societa'  -
parimenti concessionaria di un chiosco  bar  sito  in  un  tratto  di
arenile  di  proprieta'  comunale  -   di   fatto   gestita   da   un
pluripregiudicato  contiguo  ad  uno  dei  sodalizi  territorialmente
egemoni, il quale figura tra i  dipendenti  della  societa'  medesima
formalmente amministrata da un  suo  stretto  parente.  Segnatamente,
come e' dato evincere dagli accertamenti  posti  in  essere  in  sede
ispettiva, nella stagione estiva dello scorso anno la societa' -  che
e' solita noleggiare attrezzature  da  spiaggia  agli  avventori  del
chiosco in assenza della prescritta autorizzazione -  ha  organizzato
eventi in difformita' dal titolo concessorio rilasciato dal comune. 
    Riferisce poi il Prefetto che  ad  ottobre  2017,  a  seguito  di
un'attivita' di vigilanza  ambientale  sul  territorio  comunale,  le
Forze dell'ordine hanno verificato l'esistenza di un piazzale adibito
a parcheggio e di altri manufatti realizzati in difetto dei necessari
titoli abilitativi su un terreno posto all'interno dell'area protetta
del Gargano, in cui  si  trovavano  in  sosta,  tra  gli  altri,  tre
compattatori in uso alla ditta affidataria del servizio di raccolta e
trasporto dei rifiuti solidi  urbani  di  Mattinata.  Nell'occasione,
sono stati denunciati per abusivismo  edilizio  il  proprietario  del
terreno  ed  il  rappresentante  legale  dell'impresa  che  aveva  in
gestione il parcheggio, rispettivamente legati da stretti vincoli  di
parentela e  di  affinita'  ad  un  pluripregiudicato  contiguo  alla
criminalita'  garganica,   dipendente   dell'impresa   medesima.   Al
riguardo, viene  sottolineato  che  l'amministrazione  comunale,  pur
avendo ricevuto una segnalazione certificata di inizio  attivita'  ed
una  comunicazione  di  inizio  lavori  in  ordine  ai  manufatti  in
argomento, e' rimasta sostanzialmente inerte, omettendo di svolgere i
dovuti  controlli  e  di   adottare   i   conseguenti   provvedimenti
sanzionatori. E' altresi' emerso che negli  anni  2015  e  2016  alla
menzionata impresa che  gestiva  il  parcheggio  abusivo  sono  stati
assegnati in via diretta diversi lavori comunali in settori, quali la
cura del verde pubblico, non compresi  nella  ragione  sociale  della
stessa. 
    Tra le ditte destinatarie  di  affidamenti  diretti  nel  settore
della cura del verde pubblico nel periodo 2014 -2016  figurano  altre
societa' che annoverano tra  i  propri  dipendenti  o  amministratori
taluni  soggetti  vicini  ad  ambienti  malavitosi  per  rapporti  di
parentela, affinita' o frequentazione. Nello specifico, le risultanze
dell'accesso hanno messo in luce che una delle imprese affidatarie ha
sede presso l'indirizzo di residenza del sopra citato personaggio con
pregiudizi penali legato alle consorterie locali, il quale  nel  2012
ha ricoperto la carica di presidente del consiglio di amministrazione
dell'impresa medesima. 
    In quel territorio assume rilevanza  sintomatica  la  circostanza
che il comune - pur avendo sottoscritto a marzo 2017 un protocollo di
intesa finalizzato ad ampliare l'ambito di applicazione delle  misure
di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 - ha omesso di
svolgere  accertamenti  antimafia  con   riferimento   alle   imprese
esercenti   attivita'   particolarmente   esposte   al   rischio   di
infiltrazioni  della   criminalita'   organizzata   quali   strutture
alberghiere,  locali  di  pubblico  intrattenimento  e   stabilimenti
balneari. 
    Inoltre,  su  circa  sessanta  ditte  iscritte  nell'elenco   dei
fornitori dell'ente, soltanto  tre  sono  risultate  in  possesso  di
certificazione antimafia e nessuna di quelle operanti nel settore del
movimento terra e' iscritta nell'elenco dei fornitori, prestatori  ed
esecutori non soggetti a tentativi  di  infiltrazione  mafiosa  (c.d.
white list) gestito dalla Prefettura di Foggia. 
    Il Prefetto e la Commissione di indagine rilevano altresi' che  a
maggio 2014 la giunta - in violazione della normativa di  settore  ed
attingendo ad una pregressa graduatoria a tempo determinato approvata
con determina dirigenziale di luglio 2013 - ha disposto  l'assunzione
in qualita' di  agenti  di  polizia  municipale,  limitatamente  alla
successiva  stagione   estiva,   di   un   parente   del   menzionato
pluripregiudicato contiguo alla criminalita' garganica e del  coniuge
di un soggetto di  cui  sono  state  documentate  frequentazioni  con
elementi delle consorterie locali. Nello specifico, l'amministrazione
comunale ha proceduto  all'assunzione  delle  medesime  persone  gia'
reclutate  a   seguito   della   richiamata   determina   del   2013,
confermandole anche per la stagione estiva del 2015. 
    Altra vicenda  emblematica  e'  quella  relativa  a  due  circoli
privati titolari di autorizzazioni alla somministrazione di  alimenti
e  bevande  ed  all'installazione  di  apparecchi  da  gioco  lecito,
notoriamente frequentati  da  soggetti  controindicati,  tra  cui  il
capoclan di cui si e' detto. In  proposito,  viene  segnalato  che  a
settembre  2017  un  dipendente   comunale   e'   stato   controllato
all'interno di uno dei  circoli  in  parola  e  che  al  momento  del
rilascio delle predette autorizzazioni l'amministrazione comunale  ha
omesso di effettuare la comunicazione di cui all'art.  19,  comma  4,
del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977,  n.  616,
provvedendo  alla  revoca  delle  stesse  a  seguito  della  motivata
richiesta in tal senso da parte del Prefetto. 
    L'Organo ispettivo  evidenzia  infine  che  tra  i  fondatori  di
un'associazione costituita nel  2016  e  beneficiaria  di  contributi
comunali figurano uno stretto familiare del sopra indicato  capoclan,
un assessore ed il summenzionato consigliere comunale, del  quale  e'
stata documentata la vicinanza al piu' volte citato  personaggio  con
pregiudizi penali legato alle consorterie locali. 
    Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente
riferite nella relazione del Prefetto, hanno rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione comunale di  Mattinata  volti  a
perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato
lo svilimento e la perdita di credibilita'  dell'istituzione  locale,
nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo
necessario l'intervento dello Stato per  assicurare  la  riconduzione
dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del  consiglio  comunale  di  Mattinata
(Foggia), ai sensi dell'art. 143 del decreto  legislativo  18  agosto
2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
    Roma, 15 marzo 2018 
 
                                    Il Ministro dell'interno: Minniti