Allegato Al Presidente della Repubblica Il Comune di San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, presenta forme d'ingerenza della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica. Alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'ente, il prefetto di Vibo Valentia, con decreto del 26 luglio 2017, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito. Al termine delle indagini effettuate, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle quali il prefetto, sentito nella seduta del 6 marzo 2018 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione dei rappresentanti del Procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro e del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, ha trasmesso l'allegata relazione in pari data, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143. I lavori svolti dall'organo ispettivo hanno preso in esame la cornice criminale ed il quadro ambientale nonche' il complessivo andamento gestionale dell'istituzione locale con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie criminali, evidenziando come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. Il Comune di San Gregorio d'Ippona - il cui consiglio comunale era stato gia' sciolto per infiltrazioni della criminalita' organizzata con decreto del Presidente della Repubblica del 24 aprile 2007 - e' un piccolo centro limitrofo al capoluogo di provincia con una popolazione di circa 2.424 abitanti e con un'economia a vocazione prevalentemente agricola e terziaria, mentre le sole attivita' di carattere imprenditoriale riguardano il settore edilizio e quello della gestione dei rifiuti. Su quel territorio e' stata giudizialmente accertata la pervasiva ingerenza di una potente 'ndrina con ramificazioni anche in altre parti della penisola, la quale ha assunto una posizione dominante tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 dello scorso secolo, a seguito di una violenta faida che l'ha vista contrapposta ad altre consorterie del vibonese. La persistente vitalita' della 'ndrina in questione - che opera in stretta sinergia con il gruppo malavitoso posto al vertice della locale geografia criminale - risulta attestata dagli esiti di una recente operazione di polizia giudiziaria sfociata, a gennaio 2017, nell'emissione di numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti, tra gli altri, di un esponente apicale della 'ndrina medesima, in relazione al reato di traffico transnazionale di stupefacenti aggravato dalle modalita' mafiose. In tale contesto, il prefetto evidenzia la continuita' che ha caratterizzato la conduzione dell'ente negli ultimi anni, atteso che il sindaco - al suo secondo mandato consecutivo - ed altri sei componenti la compagine di governo eletta nel 2014 hanno fatto parte della pregressa consiliatura. Sotto tale profilo, assume altresi' rilievo la circostanza che il primo cittadino e tre consiglieri comunali annoverano vincoli familiari con esponenti dell'amministrazione destinataria nel 2007 del citato provvedimento dissolutorio adottato ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000. Viene poi stigmatizzata la fitta rete di rapporti di parentela e di affinita' che legano diversi membri degli organi elettivi e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi penali - a persone controindicate ovvero ad elementi dei sodalizi territorialmente egemoni. Rapporti di natura analoga sono stati riscontrati nei confronti di alcuni professionisti assegnatari di incarichi comunali, tra i quali un soggetto condannato per un omicidio commesso nel 1979 nell'ambito della faida allora in atto tra due sodalizi rivali. Gli accertamenti esperiti in sede ispettiva hanno inoltre messo in luce che il primo cittadino risulta cointestatario di un immobile sito nel territorio comunale, utilizzato come propria abitazione principale da un personaggio di vertice della sopra menzionata 'ndrina. Piu' nel dettaglio, a seguito di un'articolata attivita' di indagine condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Roma, e' emerso che agli inizi degli anni '80 il predetto immobile, in assenza di un formale atto di compravendita, e' stato di fatto ceduto dall'allora proprietario - stretto congiunto del sindaco - ad un soggetto a sua volta stretto parente del citato personaggio di vertice che ne ha poi assunto la piena disponibilita'. Al riguardo, riveste carattere sintomatico il fatto che il sindaco, diventato comproprietario dell'immobile fin dal 1990 per successione ereditaria, non si e' mai concretamente attivato per far cessare la descritta situazione di sostanziale intestazione fittizia del cespite ed il conseguente pregiudizievole collegamento con una figura apicale della locale criminalita' organizzata. Con riferimento all'attivita' gestionale dell'ente, particolare attenzione e' stata dedicata al settore contrattuale, tradizionalmente esposto al rischio di indebiti condizionamenti da parte delle associazioni malavitose. In proposito, risulta emblematica la vicenda concernente i lavori di realizzazione di un impianto sportivo aggiudicati con il criterio del prezzo piu' basso a seguito di una gara di appalto a procedura aperta indetta con determinazione del responsabile dell'area tecnica a settembre 2015. La commissione di indagine rimarca le anomalie e le illegittimita' che hanno contrassegnato la procedura in questione, in particolare la circostanza che l'amministrazione comunale - dopo avere risolto il rapporto negoziale con la societa' aggiudicataria per grave inadempimento - con contratto stipulato a novembre 2016 ha provveduto ad affidare i lavori in argomento all'impresa classificatasi terza nella graduatoria scaturita dalla gara di appalto, senza avere preventivamente interpellato la ditta classificatasi seconda, in violazione dell'art. 140, comma 1, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 allora vigente. In relazione a tale vicenda, vengono stigmatizzati i rapporti di parentela che legano uno dei soci della summenzionata impresa al vicesindaco ed al citato responsabile dell'area tecnica. Il prefetto segnala inoltre i collegamenti emersi tra l'impresa in parola ed un'altra ditta - nella cui compagine societaria figurava, fino a settembre dello scorso anno, anche un consigliere comunale - destinataria a marzo 2016 di un provvedimento di diniego nell'elenco dei fornitori, prestatori ed esecutori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (c.d. white list) nonche' di un'interdittiva antimafia, la cui legittimita' ha trovato conferma in sede giurisdizionale. Con specifico riferimento agli affidamenti diretti di lavori, servizi e forniture, sono state riscontrate gravi e reiterate irregolarita' quali l'omesso espletamento di ricerche di mercato ed il mancato ricorso sia al mercato elettronico della pubblica amministrazione sia a procedure comparative in ordine alla convenienza economica dei corrispettivi richiesti dalle imprese affidatarie. Da tale modus operandi hanno tratto vantaggio anche ditte vicine ad ambienti malavitosi in considerazione dei vincoli di parentela o di affinita' dei loro titolari ed un'impresa destinataria a settembre 2013 di un'informativa interdittiva. Al riguardo, l'organo ispettivo evidenzia che l'amministrazione comunale ha omesso di svolgere accertamenti antimafia in contrasto con le cautele che sarebbe necessario adottare a tutela della legalita' in un ambito territoriale in cui e' consolidata la presenza di sodalizi criminali. Ancora, in ordine al settore dei rifiuti solidi urbani le risultanze dell'accesso hanno attestato che nei mesi di settembre e novembre 2017 il servizio di raccolta differenziata e' stato espletato - anziche' dalla societa' affidataria del servizio con i propri mezzi - per il tramite di veicoli di proprieta' di un consigliere comunale successivamente dimissionario, parente di un esponente della 'ndrangheta locale e titolare di una ditta individuale destinataria, a dicembre di quell'anno, di un provvedimento di diniego nella c.d. white list nonche', a gennaio 2018, di un'informativa interdittiva. Riferisce poi il prefetto che, pur in presenza di diffusi fenomeni di abusivismo edilizio, l'amministrazione comunale e' rimasta sostanzialmente inerte, omettendo di svolgere le dovute azioni di controllo e contrasto. Piu' nel dettaglio, e' stato acclarato che dal 2014 al 2017 l'attivita' finalizzata all'accertamento dei fenomeni in questione e' stata svolta quasi totalmente su iniziativa delle locali forze dell'ordine, facendo emergere l'esistenza di manufatti realizzati in assenza dei prescritti titoli abilitativi riconducibili a persone vicine a figure di primo piano delle consorterie radicate nel territorio. Criticita' sono state infine rilevate nella gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata tra cui, segnatamente, un immobile trasferito al patrimonio indisponibile dell'ente fin da luglio 2015 e ad oggi in totale stato di abbandono. Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia) volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di San Gregorio d'Ippona (Vibo Valentia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 7 maggio 2018 Il Ministro dell'interno: Minniti