(Allegato A-art. 9)
                               Art. 9. 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
A) Informazione sulla zona geografica 
 
1) Fattori naturali rilevanti per il legame 
    La zona geografica delimitata ricade nella parte ovest  sud-ovest
della Regione Basilicata, su  una  superficie  abbastanza  ampia  che
interessa tutta la Provincia di Matera e comprende un  territorio  di
media collina e fascia litorale costiera. 
    Partendo dalla linea di costa e procedendo  verso  le  aree  piu'
interne, il territorio della «collina materana» puo' essere, a grandi
linee e dal punto di vista geo-pedologico,  suddiviso  in  3  diversi
ambienti:  ambiente  della  pianura  costiera   rappresentato   dalle
superfici geologicamente piu' giovani,  con  morfologie  pianeggianti
e/o sub-pianeggianti e un substrato litologico molto vario, dai suoli
con caratteristiche  vertiche  a  suoli  idromorfi  (Inceptisuoli  ed
Entisuoli); Ambiente dei terrazzi marini  al  di  sopra  della  piana
costiera si dipartono diversi ordini di  terrazzi  d'origine  marina,
che   si   collegano   con   i    sovrastanti    rilievi    collinari
plio-pleistocenici,  anche  queste  formazioni  geologiche   sono   a
morfologia  pianeggiante  e/o  sub-pianeggiante,  con   un   ambiente
pedologico caratterizzato dalla  presenza  di  suoli  molto  evoluti,
profondi, ben drenati o moderatamente ben drenati  con  colore  della
matrice rosso intenso (che deriva  dall'alto  contenuto  di  ferro  e
dall'intensa alterazione  dei  ciottoli);  ambienti  delle  superfici
della Fossa bradanica rappresentano  la  gran  parte  del  territorio
collinare materano, sviluppandosi da nord (Irsina) a sud  (Pisticci),
ad est (Matera, esclusa l'area  dell'abitato  e  quella  sud-est)  ed
infine ad ovest (Stigliano), caratterizzati da superfici a morfologia
variabile   da   sub-pianeggiante   ad   ondulata,   con    litologie
sabbioso-conglomeratiche: i suoli costituiti da sedimenti  grossolani
o da  sabbie,  presentano  tessiture  variabili  dalla  moderatamente
grossolana in superficie alla sabbiosa  in  profondita'.  Sono  molto
calcarei e hanno permeabilita' elevata. 
    Il clima dell'area e' tipicamente mediterraneo,  in  particolare,
la fascia Jonico-Metapontina e la fascia  nord-orientale  (Valle  del
Bradano),  che  comprendono  quasi  completamente  i   comuni   della
provincia di Matera, rappresentano le zone piu' calde  della  Regione
Basilicata con temperature medie che vanno da un minimo di 5,7°C  (II
decade di gennaio) ad un massimo di 25,3°C (III decade di luglio). Il
mese piu' freddo e' gennaio, mentre  il  piu'  caldo  e'  luglio.  La
siccita' estiva e' marcata (piogge inferiori anche ai 100  mm)  e  la
temperatura media del mese piu' caldo supera i 23°C. 
    La precipitazione media annua e' di  circa  580  mm,  con  alcune
differenze tra la zona costiera e quella interna. 
    Infatti, nella zona costiera la precipitazione media annua e'  di
circa 500 mm, con una precipitazione nel semestre aprile-settembre di
circa 190 mm; nella zona piu' interna la precipitazione  media  annua
e' di circa 670 mm, mentre nel semestre aprile-settembre e' di  circa
250 mm. Generalmente il mese piu'  piovoso  e'  novembre  (79,2  mm),
mentre il meno piovoso e' luglio (18,6 mm). 
 
2) Fattori umani rilevanti per il legame 
    Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio
di produzione, che per consolidata tradizione  hanno  contribuito  ad
ottenere il vino «Matera». 
    La  coltivazione  della  vite  nell'area  e'   molto   antica   e
testimoniata da una serie  di  reperti  archeologici  evidenziano  la
diffusione  della  coltivazione  della   vite   e   il   livello   di
specializzazione raggiunto dalle popolazioni locali nella  produzione
del vino.  La  capacita'  di  produrre  uve  di  ottima  qualita'  e'
profondamente legata ad una tecnica colturale, affinatasi  nel  corso
degli anni, che ha consentito di adeguare la scelta  varietale  e  le
operazioni  di  campagna  e  di  cantina  ai  macroambienti  presenti
nell'area. 
    L'incidenza dei fattori umani, nel  corso  della  storia,  e'  in
particolare riferita alla puntuale definizione dei  seguenti  aspetti
tecnico produttivi che costituiscono  parte  integrante  del  vigente
disciplinare di produzione: 
      -  base  ampelografica  dei  vigneti:  i  vitigni  idonei  alla
produzione  del  vino  in  questione  sono  quelli   tradizionalmente
coltivati nell'area di  produzione  con  prevalenza  di  Primitivo  e
Sangiovese tra le varieta' a bacca nera e Greco e Malvasia bianca  di
Basilicata tra quelli a bacca bianca; 
      - le forme di allevamento, i sesti d'impianto e  i  sistemi  di
potatura che, anche per i nuovi impianti, sono quelli tradizionali  e
tali  da  perseguire  la  migliore  e  razionale  disposizione  sulla
superficie  delle  viti,  sia  per   agevolare   l'esecuzione   delle
operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione  della
chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare  ben
esposta e di contenere le rese di produzione di vino entro  i  limiti
fissati dal disciplinare (10 t./ha).  Il  bisogno  di  contenere  una
produzione media per ceppo, comporta un limite minimo di 3.300 piante
per ettaro per i nuovi impianti; 
      - le pratiche relative all'elaborazione dei  vini  sono  quelle
tradizionalmente consolidate in zona. 
 
B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche  del  prodotto
  essenzialmente   o   esclusivamente    attribuibili    all'ambiente
  geografico. 
 
    La DOC «Matera» e' riferita alle tipologie di cui all'art. 1  che
dal  punto   di   vista   analitico   ed   organolettico   presentano
caratteristiche molto evidenti e peculiari, descritte all'art. 6  del
disciplinare,  che  ne  permettono  una   chiara   individuazione   e
tipicizzazione legata all'ambiente geografico. 
    In particolare tutti i vini presentano una buona  acidita'  e  un
colore rosso rubino  nelle  tipologie  rosse,  colore  cerasuolo  nei
rosati e giallo paglierino nei bianchi. 
    I vini passiti e gli spumanti  presentano  colori  caratteristici
delle  tipologie  e  del  periodo  di  invecchiamento  a   cui   sono
sottoposti. 
    In  tutte  le  tipologie  si  riscontrano  aromi  prevalentemente
fruttati (bacche e drupe), ma anche floreali tipici dei vitigni. 
    Al sapore i vini presentano un'acidita' normale  ma  soprattutto,
un'ottima struttura che contribuisce al loro equilibrio  gustativo  e
ad evidenziare una buona longevita' del prodotto. 
 
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui  alla
  lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
 
    In un territorio con caratteristiche orografiche cosi' diverse la
viticoltura di qualita' e' legata alla scelta di  ambienti  luminosi,
aerati e con naturale fertilita'  del  suolo  particolarmente  vocati
alla coltivazione della vite. 
    L'esposizione dei vigneti,  prevalentemente  a  sud  sud-est,  le
tecniche colturali adottate  contribuiscono  all'ottenimento  di  uve
sane, con un'ottima maturazione  e  piena  espressione  di  tutte  le
caratteristiche varietali. 
    Ancora  oggi  sono  presenti  nell'area  vigneti  con  forma   di
allevamento ad «alberello», modello di origine greca, che  meglio  di
altri si adatta ai climi caldi e siccitosi del sud della  Basilicata;
tuttavia la forma di allevamento prevalente e' la spalliera,  «guyot»
e «cordone speronato». L'irrigazione nella  viticoltura  materana  e'
soprattutto «di soccorso» e prevalente nei primi anni di  vegetazione
della pianta al fine di assicurare condizioni imprescindibili per  lo
sviluppo e la futura produttivita'. Anche la tessitura e la struttura
chimico-fisica dei terreni interagiscono in maniera determinante  con
la coltura della vite, contribuendo all'ottenimento  delle  peculiari
caratteristiche fisico chimiche ed organolettiche dei vini della  DOC
«Matera». 
    La millenaria storia vitivinicola  legata  a  questo  territorio,
dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata  da
numerosi  documenti,  e'  la   fondamentale   prova   della   stretta
connessione ed  interazione  esistente  tra  i  fattori  umani  e  la
qualita' e le peculiari caratteristiche del vino «Matera». 
    Ovvero e' la testimonianza di  come  l'intervento  dell'uomo  nel
particolare territorio abbia, nel corso  dei  secoli,  tramandato  le
tradizionali tecniche di coltivazione della vite  ed  enologiche,  le
quali nell'epoca moderna e contemporanea  sono  state  migliorate  ed
affinate, grazie all'indiscusso progresso scientifico e  tecnologico,
fino ad ottenere gli attuali rinomati vini. 
    In  particolare  la  presenza  della  viticoltura  nell'area   e'
attestata  fin  dall'eta'  del  bronzo  da  una  serie   di   piccoli
insediamenti, tra il Basento e  il  Sinni,  le  cui  necropoli  hanno
rivelato la presenza di personaggi con ricchissimi  corredi  funerari
che gia' attestano la coltivazione della vite. 
    Le figurazioni presenti su vasellame rinvenuto nell'area mostrano
la caratteristica forma di coltivazione utilizzata nel periodo  della
Magna Grecia, l'alberello con speroni corti. 
    Documento ancora piu' importante, che testimonia la  presenza  di
una viticoltura evoluta nell'area,  e'  costituito  dalle  Tavole  di
Heraclea, risalenti  al  VII  sec.  a.C  e  conservate  al  museo  di
Metaponto, che rappresentano la prima  mappa  catastale  che  riporta
fedelmente la disposizione dei campi coltivati a vite nelle terre  di
pertinenza del tempio di Atena ad Eraclea (Policoro). 
    Risalgono al 1200 i primi  documenti  relativi  alla  vendita  di
vigne; nel corso dei secoli successivi  i  poderi  coltivati  a  vite
diventano base dell'imposizione censuaria. 
    Nel 1677 il territorio di Montescaglioso, situato tra la marina e
la montagna, produceva buonissima qualita' di vini bianchi e rossi, i
migliori di tutta la provincia tanto  da  essere  venduti  ai  vicini
paesi della Puglia. Del resto l'economia della citta' ruotava attorno
al monastero benedettino di S. Michele ed i monaci da sempre  avevano
imparato a separare nelle cantine del monastero il vino da  consumare
da quello da vendere. 
    Nel 1887 si tiene la prima mostra  enologica  lucana,  in  quella
occasione l'archeologo materano Domenico  Ridola,  esperto  anche  di
enologia, fu premiato con menzione onorevole per un vino color  rosso
ciliegia, odore fragrante, con sapore squisito da dessert con  15,60%
di alcool, chiamato San Bardo. Il vino, di  cui  si  conserva  ancora
l'etichetta datata 1885 nel Museo Archeologico Nazionale  di  Matera,
era prodotto con uve del vitigno Primitivo. 
    In quel periodo Matera con i suoi 2000 ettari di suolo  coltivato
a vigna e con un prodotto di circa 50.000 ettolitri di vino  all'anno
su una popolazione di 15.593 abitanti  (documentata  nel  1881),  era
ancora il maggior produttore di vino della Basilicata. 
    Una parte rilevante dell'economia vinicola  dell'area  e'  legata
alla produzione degli spumanti, questi prodotti  hanno  rappresentato
una forma di specializzazione produttiva dell'area che ha permesso di
far conseguire agli operatori del posto rilevante notorieta'. 
    I produttori di vini della provincia di Matera commercializzavano
fuori regione grandi quantita' di vino spumante destinato a banchetti
nuziali, feste patronali e festivita' religiose. 
    Le prime produzioni di vino spumante  risalgono  agli  inizi  del
1900 ma intorno agli  anni  1950-1960  che  si  raggiunge  il  picco,
infatti alcune aziende ancor oggi in attivita'  si  specializzano  in
tale settore. Tale fenomeno si spiega con una notevole richiesta  del
mercato, segno di apprezzamento  del  prodotto,  che  determinava  un
prezzo medio di vendita superiore di  tre  quattro  volte  al  prezzo
medio di mercato del vino fermo. 
    Le tecniche tradizionali di produzione di  questo  vino  spumante
prevedevano una rifermentazione in bottiglia  con  la  produzione  di
vino che presentava una pressione interna da 3 a 6  bar,  un  residuo
zuccherino da 20 a 60  grammi  per  litro;  non  venivano  effettuati
sboccatura e illimpidimento della bottiglia, di  norma  la  tappatura
era effettuata in sughero con gabbiette metalliche oppure con spago. 
    L'elevata qualita' degli spumanti e' dovuta all'ottimo  grado  di
maturazione delle uve, che portava all'ottenimento di produzioni  con
grado zuccherino talmente elevato da  non  riuscire  a  svolgersi  in
alcol durante la prima fermentazione alcolica,  questo  fenomeno  era
responsabile della rifermentazione in bottiglia. Nel corso degli anni
le tecniche si sono affinate ed  hanno  consentito  di  ottenere  dei
prodotti caratterizzati da grande  finezza  che  hanno  incontrato  i
gusti del consumatore. 
    Nella  produzione  dei  vini  spumanti   DOC   «Matera»   vengono
utilizzati le varieta': Malvasia bianca di Basilicata e Primitivo. 
    Sia la Malvasia che il Primitivo nell'area della collina materana
l'habitat  di  elezione,  infatti  i  due  vitigni  risultano  essere
complementari, la coltivazione della Malvasia si realizza in  aree  a
quota maggiore con clima piu' fresco dove  prevalgono  suoli  bianchi
derivati da marne, marne argillose e calcareniti, nelle aree a  quota
inferiore caratterizzate da suoli  bruni  prevale  la  produzione  di
spumanti a base di Primitivo; in ogni caso si  riscontrano  nell'area
di produzione condizioni pedoclimatiche ideali e tecniche  produttive
consolidate che nel corso degli anni hanno  rappresentato  i  fattori
caratterizzanti la qualita' di queste produzioni.