(Allegato-art. 6)
                               Art. 6. 
                        Legame con l'ambiente 
 
    La coltivazione di castagne e marroni nella zona  di  Castel  del
Rio e nei comuni limitrofi ha svolto nel corso dei  secoli  un  ruolo
decisivo per quanto concerne la definizione degli elementi essenziali
che caratterizzano non solo il paesaggio  ma  anche  l'economia  e  i
rapporti sociali. 
    Nel Medioevo la Massa, l'attuale paese  di  Castel  del  Rio,  si
trasformo' in un centro  commerciale,  mutando  il  proprio  nome  in
Marcatale (cosi' infatti l'abitato viene citato in  alcuni  documenti
imolesi del Quattrocento, ma il toponimo risale certamente al  secolo
precedente) e consolidando nel periodo successivo la propria fama  di
vivace luogo di scambio. Gia' agli inizi dei Seicento Rodrigo Alidosi
(1589-1623), signore di Castel del Rio,  affermava  infatti  che  nel
paese si teneva «ogni settimana il piu' bel mercato di Romagna». 
    A dimostrazione dell'antica e radicata vocazione  del  territorio
per la produzione e il commercio dei marroni si puo'  in  particolare
citare una relazione del 1618 rinvenuta presso l'Archivio di Stato di
Firenze la quale, fra tante ed interessanti  notizie,  cosi'  recita:
«et vi si fa ogni mercoledi' un mercato, al  quale  concorrono  assai
persone di luoghi convicini» (...) «et ancora de marroni de quali  ne
mandano fuori assai et la maggior parte usano seccargli, et mondarli,
et li vendono con molta reputazione, sempre qualche cosa piu' che non
si vende il grano». 
    L'importanza che da secoli la coltura del marrone riveste per  le
popolazioni locali e' dimostrata da numerosi altri documenti, tra cui
l'Editto sopra l'incisione dei  castagni,  conservato  negli  archivi
comunali di Castel del Rio,  redatto  nel  1694  e  sottoscritto  dal
Governatore Antonio Maria Manzoni. Si tratta di un provvedimento che,
annullando e sostituendo uno precedente datato 1584, intende regolare
i tagli nei castagneti e dal cui incipit  («Essendo  che  gran  parte
della rendita che ricavasi dal territorio di Castel del Rio  consiste
nel frutto  delli  castagni»)  si  comprende  quanto  l'attivita'  in
questione anche allora fosse fondamentale in quei luoghi. 
    In seguito  si  avverti'  l'esigenza  di  istituire  nel  periodo
autunnale proprio a Castel del Rio, unico fra  tutti  i  paesi  della
vallata a monte di Imola, un mercato trisettimanale, la cui esistenza
e' documentata fin dai primi decenni dell'Ottocento. 
    La costruzione della Strada Montanara lungo  la  vallata  tra  il
1829 e il 1882 e l'avvento della ferrovia favorirono una  piu'  ampia
diffusione del prodotto in Italia ed all'estero  e  ne  consolidarono
l'importanza per il territorio, che si converti' sempre piu'  a  tale
coltura.  A  questo  proposito,  la   prima   quantificazione   della
superficie destinata a castagneto risale al 1885 quando il sindaco di
Castel del Rio, sollecitato da una richiesta del prefetto di Ravenna,
invio' una relazione sulla produzione agricola locale dalla quale  si
desume che su 3.900 Ha di terreno coltivato il 40%, vale a dire 1.450
Ha, era appunto occupato da castagneto a frutto. 
    Negli anni successivi marroni e castagne continuarono a rivestire
una notevole rilevanza per l'economia dell'area, come  ebbe  modo  di
rilevare lo storico locale Giuseppe Fortunato Cortini il quale a  tal
proposito nel 1932 in un suo scritto osservo' che «la specialita'  di
Castel del Rio sono i  marroni,  molto  quotati  anche  sulle  piazze
estere». 
    Da ultimo, merita di  essere  ricordata  la  rinomata  sagra  del
marrone che si tiene a Castel del Rio dal 1946 ogni mese di  ottobre,
articolata in numerosi appuntamenti tra cui il  tradizionale  mercato
dei marroni, mostre di prodotti, convegni tecnici e conferenze.