(Allegato)
                                                             Allegato 
 
               PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA 
 
       Missione 2 «Transizione ecologica e rivoluzione verde» 
     Componente 4 «Tutela del territorio e della risorsa idrica» 
Linea di intervento 3  «Salvaguardare  la  qualita'  dell'aria  e  la
 biodiversita' del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, 
                   del suolo e delle aree marine» 
 
      Investimento 3.2 - Digitalizzazione dei parchi nazionali 
 e delle aree marine protette - Sub-Investimento 3.2a Conservazione 
   della natura - monitoraggio delle pressioni e minacce su specie 
                  e habitat e cambiamento climatico 
 
Direttiva agli enti parco nazionali e agli enti  gestori  delle  aree
                           marine protette 
 
Premessa. 
    La misura M2C4 - Investimento 3.2  «Digitalizzazione  dei  parchi
nazionali e delle aree marine protette», con  una  dotazione  di  100
milioni  di  euro,  mira  a  stabilire  procedure  standardizzate   e
digitalizzate  per  la  modernizzazione,  l'efficienza  e  l'efficace
funzionamento delle aree protette nelle loro varie dimensioni,  quali
la conservazione  della  natura,  la  semplificazione  amministrativa
delle procedure e i servizi per i visitatori dei parchi  nazionali  e
delle  aree  marine  protette  attraverso  la  realizzazione  di  tre
sub-investimenti relativi a tre assi principali: 
      a) «Conservazione della natura - monitoraggio delle pressioni e
minacce su specie e habitat e cambiamento climatico», 
      b) «Servizi digitali ai visitatori dei parchi nazionali e delle
aree marine protette» 
      c) «Digitalizzazione e semplificazione delle  procedure  per  i
servizi forniti dai parchi nazionali e delle aree marine protette». 
    Con decreto ministeriale n. 127 del  22  marzo  2022,  pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 28 giugno 2022
n.  149,  e'  stata  approvata  la  direttiva   avente   ad   oggetto
l'attuazione della Misura M2C4 - investimento 3.2 -  Digitalizzazione
dei parchi  nazionali  e  delle  aree  marine  protette  e  volta  al
conseguimento  della  Milestone  M2C4-5  «Entrata  in  vigore   della
semplificazione amministrativa e sviluppo dei servizi digitali per  i
visitatori dei parchi nazionali e delle aree marine protette». 
    In particolare la suddetta direttiva ha  stabilito  il  piano  di
attivita', con le  tempistiche  e  le  modalita'  attuative,  per  lo
sviluppo dei servizi digitali riferiti ai due sub-investimenti 3.2 b)
«Servizi digitali ai visitatori dei parchi  nazionali  e  delle  aree
marine protette» e 3.2 c) «Digitalizzazione e  semplificazione  delle
procedure per i servizi forniti dai parchi  nazionali  e  dalle  aree
marine protette». 
    Con riferimento al sub-investimento 3.2 a)  «Conservazione  della
natura - monitoraggio delle pressioni e minacce su specie e habitat e
cambiamento climatico» la direttiva ha previsto che «il  piano  degli
interventi cosi'  definito  sara'  oggetto  di  successiva  specifica
direttiva da adottarsi  entro  il  T3  2022  che  ne  dettagliera'  i
soggetti  realizzatori,  le  modalita'  di  attuazione,  le  previste
tempistiche ed i  sistemi  di  monitoraggio  per  verificare  la  sua
realizzazione». 
    La direttiva ha inoltre riportato lo svolgimento di una serie  di
incontri effettuati con gli enti gestori delle aree  protette,  volti
ad individuare le specificita' e le necessita' dei parchi nazionali e
delle aree marine  protette  al  fine  di  determinare  i  fabbisogni
necessari per un miglioramento delle conoscenze  sulla  biodiversita'
attraverso il potenziamento delle strumentazioni tecnologiche per  il
monitoraggio, con apparecchiature digitali all'avanguardia. 
    Le suddette apparecchiature, e i servizi ad esse associati,  sono
forniti alle aree protette per lo svolgimento dei  monitoraggi  delle
pressioni su habitat e specie di interesse prioritario. 
    Al  fine  di  dare  attuazione   al   sub-investimento   3.2   a)
«Conservazione della natura - monitoraggio delle pressioni e  minacce
su specie e habitat e cambiamento climatico» della M2C4,  si  ritiene
di predisporre un apposito piano di monitoraggio destinato alle  aree
protette, che prevede una componente costituita  dalla  fornitura  di
apparecchiature strumentali specifiche per  ogni  parco  nazionale  e
ogni  area  marina  protetta,  ed   una   componente   di   attivita'
scientifiche e verifiche in campo. 
3.2 a) «Conservazione della natura - monitoraggio delle  pressioni  e
  minacce su specie e habitat e cambiamento climatico» 
1. Sfide e obiettivi 
    Specie e habitat rappresentano  un  patrimonio  inestimabile  che
rischia sempre di piu' di andare perduto a  causa  degli  impatti  di
numerose  tipologie  di  pressioni  e  a  causa  degli  effetti   dei
cambiamenti climatici. Tali minacce agiscono  attraverso  interazioni
complesse, di cui e' difficile valutarne  appieno  la  portata.  Esse
sono in grado di modificare la struttura  e  le  funzioni  ecologiche
degli  habitat,  cambiando  la  composizione  delle  comunita'  e  di
conseguenza le reti trofiche. Inoltre, possono  influenzare  sia  gli
elementi fisici dei sistemi, sia le relazioni tra le specie e la loro
capacita' di sopravvivenza, in particolare per le specie migratorie. 
    Oltre ad  intraprendere  adeguate  misure  di  tutela,  un'azione
fondamentale per  la  salvaguardia  e  la  protezione  delle  risorse
ambientali  e'  il  «monitoraggio»,  ovvero  il  rilevamento   e   la
valutazione periodica e ripetibile  di  un  insieme  di  dati  chiave
(indicatori)    che    permettono    di    effettuare     valutazioni
scientificamente coerenti in  grado  di  fornire  informazioni  sulle
variazioni rispetto allo stato ritenuto soddisfacente, di misurare il
successo delle azioni di gestione e conservazione e di  rilevare  gli
effetti di perturbazioni e disturbi. 
    I parchi nazionali e le aree marine protette  svolgono  da  anni,
costantemente, un importante lavoro di monitoraggio che ha consentito
di disporre complessivamente di una significativa base di  conoscenze
sulla biodiversita', sia con iniziative avviate in modo autonomo, sia
anche, dal 2012, con le direttive ministeriali per l'indirizzo  delle
attivita'  dirette  alla  conservazione   della   biodiversita'   che
individuano per i parchi nazionali, azioni di monitoraggio sistemiche
per  ambiti  biogeografici  e  per  le  aree   marine   protette   la
realizzazione di un modello sperimentale di rendiconto  naturalistico
a partire dai dati di monitoraggio acquisiti. 
    Tali attivita' presentano pero' caratteristiche di  eterogeneita'
di disponibilita' e di dettaglio dei dati anche a causa di sistemi  e
modalita' di  rilevamento  differenti,  applicati  a  volte  in  modo
intermittente,  che  non  permettono  di  disporre  di   informazioni
uniformi e integrabili, a medio-lungo termine, in  particolare  sulle
specie  e  gli  habitat  caratterizzati   da   maggiori   criticita',
importanti  perche'  in  grado  di  assicurare  la   valutazione   di
cambiamenti e tendenze in maniera tempestiva 
    Emerge quindi la necessita' di  un  maggior  coordinamento  nelle
azioni di monitoraggio per permettere di strutturare ed  attivare  un
sistema nazionale, basato su metodi di raccolta dati consistenti e su
disegni statistici robusti, che permettano il passaggio  ad  approcci
quantitativi e oggettivi. 
    L'obiettivo posto e' percio' quello di migliorare e  ampliare  le
conoscenze sulla biodiversita' e sui  servizi  ecosistemici  da  essa
forniti,   attraverso   il   potenziamento    delle    strumentazioni
tecnologiche,  con  apparecchiature  digitali   all'avanguardia,   da
mettere a disposizione  delle  aree  protette  per  lo  studio  e  il
monitoraggio dello stato di salute di  specie  ed  habitat,  e  delle
pressioni e delle minacce su di essi  esercitati,  cosi'  come  degli
effetti dei cambiamenti climatici. 
2. Struttura del piano di monitoraggio 
    Il piano di monitoraggio prevede lo studio dello stato di  salute
di specie ed  habitat  mediante  la  raccolta  di  dati  anche  sulle
pressioni e sulle minacce su di essi esercitati, e sugli effetti  dei
cambiamenti climatici, basato su metodi di raccolta e di elaborazione
dati coordinati a livello nazionale e  coerenti  con  quelli  forniti
dalle attivita' di monitoraggio previste per l'implementazione  della
direttiva habitat (92/43/CEE), della direttiva uccelli (79/409/CEE) e
della direttiva quadro per la strategia marina - MSFD (2008/56/CE). 
    Il piano integra e rafforza  quindi  le  ordinarie  attivita'  di
monitoraggio di  cui  sono  titolari  gli  enti  gestori  delle  aree
protette nazionali, a partire da  quelle  attuate  con  le  direttive
ministeriali   per   la   conservazione   della   biodiversita'.   In
particolare, il piano e' composto da una  componente  riguardante  la
fornitura di apparecchiature strumentali specifiche  per  ogni  parco
nazionale e ogni area marina protetta,  ed  una  componente  relativa
alle attivita' scientifiche di raccolta dati e verifiche in campo. 
    La strumentazione e i servizi  ad  essa  associati,  pur  essendo
comuni a tutte le aree protette, tengono conto delle  caratteristiche
di ciascuna area,  sulla  base  dei  fabbisogni  emersi  in  fase  di
progettazione dell'intervento. 
    Il  piano  di  monitoraggio  prevede  un   cronoprogramma   delle
attivita', coerente con milestone e target del PNRR, come previsto al
successivo punto 4. 
    Il piano  di  monitoraggio  e'  sviluppato  dal  Ministero  della
transizione  ecologica,   con   il   supporto   tecnico   scientifico
dell'Istituto superiore per la protezione  e  la  ricerca  ambientale
(ISPRA),  sulla  base  di  un  accordo  di  collaborazione  ai  sensi
dell'art. 15 della legge n. 241/1990, come previsto al punto 2.4. 
2.1 I sistemi di monitoraggio per i parchi nazionali 
    Con riferimento ai parchi nazionali, le specifiche  attivita'  di
monitoraggio sono suddivise nei seguenti tre gruppi principali: 
      aspetti ambientali: monitoraggio rivolto alle  specie  ed  agli
habitat  presenti  nel  territorio  dei  parchi  nazionali  e   delle
principali pressioni e  minacce  connesse  ai  cambiamenti  climatici
agenti su di essi; 
      sorveglianza e controllo: monitoraggio delle attivita' illecite
che danneggiano e/o arrecano disturbo alle specie ed habitat  oggetto
di protezione all'interno dei parchi nazionali; 
      fruizione:  monitoraggio  delle  attivita'  antropiche  che  si
svolgono nei parchi al fine di disporre delle informazioni utili alla
gestione delle pressioni sulle specie e sugli habitat. 
    Il piano e' articolato secondo le seguenti fasi: 
      raccolta dati locale anche attraverso l'uso  di  strumentazioni
automatiche per acquisizione e trasmissione; 
      archiviazione dati su server locali; 
      archiviazione e condivisione  dei  dati  validati  secondo  gli
standard nazionali del Network nazionale della biodiversita' (NNB)  e
lo standard europeo INSPIRE su  server/cloud  centralizzati  messi  a
disposizione tramite l'infrastruttura  del  Network  nazionale  della
biodiversita' (NNB) pertinenti  a  regioni  biogeografiche/territorio
italiano; 
      elaborazione  software  dei  dati  (basata  su   algoritmi   di
intelligenza artificiale dello stato dell'arte) volta  all'estrazione
di parametri omogenei e confrontabili utili alla stima dello di stato
di  salute  di  habitat,  di  misure  di  biodiversita',  di  modelli
descrittivi e previsionali di scenari  di  cambiamento  ambientale  e
climatico. 
    A  titolo  esemplificativo  e  non  esaustivo,   le   metodologie
selezionate per le attivita' di monitoraggio  comprendono  l'utilizzo
di: 
      remote  sensing  sulla  base   delle   informazioni   messe   a
disposizione da immagini satellitari e aeree; 
      proximal sensing, sia per la rilevazione dei processi biofisici
dei sistemi ecologici direttamente in  campo  sia  a  supporto  delle
attivita'  in  situ  per   la   calibrazione   delle   procedure   di
classificazione; 
      sensori GPS e wireless per la  registrazione  da  remoto  degli
spostamenti,  dell'attivita'  e  delle  interazioni  tra  specie,  ed
eventualmente dello status sanitario e delle condizioni  fisiologiche
degli animali; 
    rete di  sensori  fissi  a  terra  (centraline  di  monitoraggio,
registratori  audio,  fototrappole,  etc)  anche  associati  a  sonde
multiparametriche  ed  eventuale  trasferimento  diretto   dei   dati
rilevati (telemetria); 
      rete di centraline per la misurazione dello stress dei  sistemi
ambientali (stazioni di rilevamento degli inquinanti degli ecosistemi
acquatici,  delle   caratteristiche   atmosferiche,   dei   parametri
ambientali, stazioni antincendio) ed eventuale  trasmissione  diretta
dei dati a centri di analisi in situ  o  trasmissione  diretta  delle
informazioni a cloud sviluppati su scala vasta; 
      e-DNA   (acqua,   aria,   suolo);   de-novo   sequencing    and
re-sequencing; 
      app per la raccolta dati omogenei  e  uniformi  e  trasmissione
diretta ad un server/cloud centrale. 
    La definizione delle tipologie di monitoraggio e'  concordata  in
collaborazione con ciascun parco nazionale sulla base  alle  esigenze
espresse in fase di progettazione. 
2.2 I sistemi di monitoraggio per le aree marine protette 
    Con riferimento  alle  aree  marine  protette,  le  attivita'  di
monitoraggio  sono  sviluppate  secondo  le  seguenti  tre  tipologie
principali: 
      aspetti ambientali: monitoraggio rivolto alle  specie  ed  agli
habitat presenti nell'area marina protetta; 
      sorveglianza e controllo: monitoraggio delle attivita' illecite
che danneggiano e/o arrecano disturbo alle specie ed habitat  oggetto
di protezione all'interno dell'area marina protetta; 
      fruizione:  monitoraggio  delle  attivita'  antropiche  che  si
svolgono  nell'area  marina  protetta  al  fine  di  disporre   delle
informazioni utili alla gestione delle pressioni sulle specie e sugli
habitat. 
    Le fasi previste dal piano riguardano: 
      raccolta  dati  in  situ  attraverso  l'uso  di  strumentazioni
automatiche per la raccolta e trasmissione dei dati da remoto; 
      archiviazione dati su server locali; 
      condivisione secondo gli standard nazionali  Network  nazionale
della biodiversita' (NNB) e lo  standard  europeo  INSPIRE  del  dato
elaborato e validato su server/cloud centrali  messi  a  disposizione
tramite l'infrastruttura del Network  nazionale  della  biodiversita'
(NNB) che coprono un'area  vasta  (regioni  biogeografiche/territorio
italiano); 
      utilizzo  di  software  basati  su  meccanismi   operativi   di
diversa/graduale complessita' per la pulitura e  l'analisi  dei  dati
mediata dall'intelligenza  artificiale  per  rendere  piu'  veloci  e
omogenee le operazioni e confrontabili le misure di biodiversita' e i
modelli descrittivi  e  previsionali  negli  scenari  di  cambiamento
ambientale e climatico in atto. 
    A  titolo  esemplificativo  e  non  esaustivo,   le   metodologie
selezionate per le attivita' di monitoraggio sono le seguenti: 
      remote  sensing  per  applicazioni  marine  sulla  base   delle
informazioni satellitari e aeree; 
      proximal sensors per la rilevazione dei processi biofisici  dei
sistemi ecologici; 
      sistemi RADAR, posizionati a terra, per monitorare la  presenza
di imbarcazioni nelle aree  marine  protette;  questa  strumentazione
puo' anche essere utile ai fini della sorveglianza; 
      robot marini di superficie (ASV) e subacquei (AUV ibridi); 
      rete di sensori in mare; 
      rete di centraline per la misurazione dello stress dei  sistemi
ambientali (stazioni di rilevamento degli inquinanti,  dei  parametri
ambientali marini) e trasmissione dei dati a  centri  di  analisi  in
situ o remoti (creati per analisi su vasta scala). 
    La definizione delle tipologie di monitoraggio e'  concordata  in
collaborazione con ciascuna area  marina  protetta  sulla  base  alle
esigenze espresse in fase di progettazione. 
2.3 Le modalita' di attuazione del piano di monitoraggio 
    La strumentazione e i servizi ad essa associati sono  acquistati,
nel rispetto della normativa nazionale  ed  europea  in  vigore,  dal
Ministero della transizione ecologica, anche a mezzo  di  accordi  di
programma e/o atti convenzionali, e forniti  ai  parchi  nazionali  e
alle aree marine protette sulla base  dei  fabbisogni  individuati  a
livello territoriale. 
    I parchi nazionali e le aree marine  protette  sono  responsabili
della corretta gestione e manutenzione della strumentazione. 
    Il Ministero della transizione ecologica, nell'ambito dei termini
di durata dell'investimento e comunque entro dicembre  2026,  con  il
supporto dell'Istituto superiore  per  la  protezione  e  la  ricerca
ambientale (ISPRA), assicura un'adeguata formazione  e  addestramento
del personale dei parchi  nazionali  e  delle  aree  marine  protette
sull'uso delle tecnologie messe a disposizione. 
2.4 I soggetti realizzatori 
    Il Ministero della transizione ecologica, con successivo  decreto
direttoriale,  potra'  eventualmente  identificare  soggetti  di  cui
avvalersi sia per il supporto tecnico scientifico per la  definizione
del piano di monitoraggio di cui al punto 2 e  per  le  attivita'  di
coordinamento scientifico a supporto della  sua  attuazione  sia  per
avviare le procedure  di  acquisizione  della  strumentazione  e  dei
servizi ad essa associati, di  cui  al  punto  2.3,  ai  sensi  della
normativa vigente. 
3. Indicatori 
    Al fine di  verificare  il  raggiungimento  degli  obiettivi  del
Sub-Investimento oggetto della presente direttiva, e' predisposto  un
sistema di raccolta di dati sui  seguenti  indicatori,  distinta  per
ciascun Parco nazionale ed area marina protetta: 
      superficie di area protetta oggetto del monitoraggio avanzato; 
      percentuale di aree protette nazionali coinvolte nel  piano  di
monitoraggio. 
4. Tempi di attuazione 
    La predisposizione e la stipula degli accordi  di  programma  e/o
atti convenzionali con i soggetti realizzatori di cui al punto 2.4 e'
prevista entro il T2 2023. 
    La predisposizione e  l'avvio  delle  procedure  di  acquisizione
della fornitura e dei servizi ad essa associati e' prevista entro  il
T4 2023. 
    L'avvio delle attivita' di monitoraggio e' previsto entro  il  T1
2024. 
5. Aspetti trasversali 
5.1  «Do  No  Significant  Harm»  (DNSH)   -   Non   arrecare   danno
  significativo agli obiettivi ambientali 
    Il dispositivo per la ripresa e  la  resilienza  (regolamento  UE
241/2021) stabilisce che tutte le misure dei Piani nazionali  per  la
ripresa e resilienza (PNRR) debbano soddisfare il principio  di  «non
arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali». Tale vincolo
si traduce in una valutazione  di  conformita'  degli  interventi  al
principio del «Do No Significant Harm»  (DNSH),  con  riferimento  al
sistema  di  tassonomia  delle  attivita'   ecosostenibili   indicato
all'art. 17 del regolamento (UE) 2020/852. 
    Il  principio  DNSH,  declinato  sui  sei  obiettivi   ambientali
definiti  nell'ambito  del  sistema  di  tassonomia  delle  attivita'
ecosostenibili, ha lo scopo di valutare se una misura  possa  o  meno
arrecare  un  danno   ai   sei   obiettivi   ambientali   individuati
nell'accordo di Parigi (Green Deal europeo). 
    In  particolare,   un'attivita'   economica   arreca   un   danno
significativo: 
      alla  mitigazione  dei  cambiamenti  climatici,  se   porta   a
significative emissioni di gas serra (GHG); 
      all'adattamento  ai  cambiamenti  climatici,  se  determina  un
maggiore impatto negativo del clima attuale e futuro,  sull'attivita'
stessa o sulle persone, sulla natura o sui beni; 
      all'uso sostenibile o alla protezione delle risorse  idriche  e
marine,  se  e'  dannosa  per  il  buono  stato  dei   corpi   idrici
(superficiali,  sotterranei  o   marini)   determinandone   il   loro
deterioramento qualitativo o la riduzione del potenziale ecologico; 
      all'economia circolare, inclusa la prevenzione,  il  riutilizzo
ed il riciclaggio dei rifiuti, se porta a significative  inefficienze
nell'utilizzo di materiali  recuperati  o  riciclati,  ad  incrementi
nell'uso diretto o  indiretto  di  risorse  naturali,  all'incremento
significativo  di  rifiuti,  al  loro  incenerimento  o  smaltimento,
causando danni ambientali significativi a lungo termine; 
      alla prevenzione e riduzione dell'inquinamento, se determina un
aumento delle emissioni di inquinanti  nell'aria,  nell'acqua  o  nel
suolo; 
      alla protezione  e  al  ripristino  di  biodiversita'  e  degli
ecosistemi, se e' dannosa per le buone condizioni e resilienza  degli
ecosistemi o per lo stato di  conservazione  degli  habitat  e  delle
specie, comprese quelle di interesse per l'Unione europea. 
    La conformita' con il principio del DNSH e' stata illustrata  per
l'investimento «Digitalizzazione dei parchi nazionali  e  delle  aree
marine protette» gia' in sede di predisposizione del PNRR, tramite le
schede  di  auto-valutazione  standardizzate  (Orientamenti   tecnici
sull'applicazione del principio «non arrecare un danno significativo»
a  norma  del  regolamento  sul  dispositivo  per  la  ripresa  e  la
resilienza). 
    In particolare, al Sub-Investimento 3.2 a)  «Conservazione  della
natura - monitoraggio delle pressioni e minacce su specie e habitat e
cambiamento climatico» e' stato associato a un  rischio  limitato  di
danno ambientale. Pertanto, si applicano i requisiti  minimi  per  il
rispetto del principio DNSH (cd. Regime 2), cosi' come previsto dalla
«Guida operativa per il rispetto del principio di non arrecare  danno
significativo all'ambiente», di cui alla circolare n. 32  MEF  RGS  -
prot. 309464 del 30 dicembre 2021 e suoi successivi aggiornamenti. 
    Il Ministero della transizione ecologica assicura il rispetto dei
suddetti requisiti minimi fino al completamento  della  realizzazione
degli interventi e, a tal fine,  esplicita  gli  elementi  essenziali
necessari nei decreti di finanziamento e  negli  specifici  documenti
tecnici di gara. 
    Gli enti parco nazionali e le aree marine protette sono  altresi'
tenuti a rispettare il principio del DNSH (Do  No  Significant  Harm)
ossia non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali. 
5.2 Quota SUD 
    Per il Sub-Investimento 3.2  a)  «Conservazione  della  natura  -
monitoraggio  delle  pressioni  e  minacce  su  specie  e  habitat  e
cambiamento climatico» di cui alla presente direttiva, non si prevede
un vincolo di destinazione delle risorse per il  sud,  in  quanto  si
stratta di investimenti a favore  di  tutto  il  sistema  delle  aree
protette nazionali. 
    Il piano di monitoraggio per lo studio delle  pressioni  e  delle
minacce e degli effetti dei cambiamenti climatici su specie e habitat
ha  carattere  unitario  e  nazionale,  secondo   un   obiettivo   di
coordinamento e di omogeneizzazione  dei  metodi  di  raccolta  e  di
elaborazione  dati  su  tutto  il  territorio  delle  aree   protette
nazionali. 
    Data la caratteristica territoriale di suddette aree protette, e'
tuttavia garantita la prevalenza  di  superficie  beneficiaria  dalla
misura per le aree del sud. 
5.3 Principio «Pari opportunita'» 
    Non applicabile 
5.4 Notifica UE aiuti di Stato 
    Non applicabile