(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
                   Al Presidente della Repubblica
   Il consiglio comunale di Gioia del Colle (Bari),  rinnovato  nelle
consultazioni  elettorali  del  12  maggio 1991, presenta fenomeni di
infiltrazione della criminalita' organizzata.
   Invero, il prefetto di Bari, con  rapporto  del  23  luglio  1993,
integrato  con  relazione  del  30  agosto  1993,  ha evidenziato che
risultano   collegamenti,   diretti   ed   indiretti,    di    alcuni
amministratori   con   la   criminalita'   organizzata   locale,  che
compromettono  l'imparzialita'  degli  organi  elettivi  ed  il  buon
andamento dell'amministrazione comunale di Gioia del Colle.
   In  particolare,  indagini  condotte  dai  competenti organi hanno
rilevato la presenza di una preoccupante infiltrazione della malavita
nel tessuto sociale della zona e un progressivo  inserimento  di  una
componente  criminale  nella  vita  politica  ed  amministrativa  del
comune.
   Il verificarsi, a partire dal 1991, di vari episodi  delittuosi  a
carattere   tipicamente   intimidatorio,   consistenti  in  attentati
dinamitardi ed incendiari compiuti  ai  danni  di  amministratori  in
carica,  evidenzia un clima di imbarbarimento della vita politica del
comune,  finalizzato  ad  alterare  il  meccanismo  della  libera   e
democratica gestione della cosa pubblica.
   Tra   gli   altri,   si   segnalano  l'aggressione  e  l'attentato
dinamitardo subito dall'attuale sindaco e l'incendio dell'autovettura
del vice comandante dei vigili urbani, nonche' il danneggiamento,  in
data  23  marzo  1993,  di  un tendone di proprieta' di Longo Angelo,
attuale assessore e gia' presidente della cantina sociale, per la cui
gestione personalistica e fallimentare il predetto e' stato  rinviato
a  giudizio  dalla  procura  della  Repubblica presso il tribunale di
Bari, per aver falsificato bilanci e distratto fondi per  fini  extra
sociali.
   Con  tali sistemi la criminalita' organizzata ha creato connivenze
e collusione con gli amministratori locali per piegarne le scelte  di
gestione a fini contrastanti con gli interessi pubblici.
   Inequivocabile   elemento   di  contiguita'  con  la  criminalita'
organizzata e' la vicenda relativa alla costituzione ed espansione di
una societa' di fatto facente capo  al  noto  pluripregiudicato  Vito
Stasolla,  operante nel settore dei servizi che si e' aggiudicata, in
piu' occasioni, con procedure illegittime,  appalti  del  comune  per
lavori  presso  la  villa  comunale  e  che  ha  ottenuto altresi' la
concessione di un chiosco  di  ristorazione  nei  pressi  del  locale
ospedale.
   Il  titolare della predetta societa', avente alle dipendenze altri
malavitosi, ex detenuti del luogo, si e' reso responsabile unitamente
ad un altro pregiudicato della citata aggressione commessa  ai  danni
dell'attuale sindaco.
   Con  lo  strumento dell'assegnazione degli appalti ai pregiudicati
gli amministratori perseguono  la  finalita'  di  controllarli  e  di
renderli   manovrabili   per   i   propri   interessi.   Detto  scopo
sottenderebbe alla costituzione della ditta "General Service  S.r.l."
rappresentata  da  Angelo  Lippolis,  che da indagini ancora in corso
risulterebbe sorta per volere di alcuni  amministratori  al  fine  di
gestire  numerosi  appalti pubblici in vari settori quali l'ecologia,
l'igiene ambientale, l'impiantistica, le ristrutturazioni ed altresi'
per  controllare la malavita locale, con la possibilita' di investire
capitali provenienti da attivita' illecite.  Risulta  che  il  citato
Angelo   Lippolis   intrattiene   stretti   rapporti   con   elementi
appartenenti alla criminalita' organizzata, in quanto lo  stesso,  in
piu'   circostanze,   ha  fatto  lavorare  presso  la  propria  ditta
pregiudicati del luogo.
   La citata "General Service  S.r.l."  ha  ottenuto  dal  comune  un
appalto  per  lavori  di rifacimento della segnaletica stradale ed un
altro per la potatura degli alberi, concessi a trattativa privata  in
quanto  considerati  lavori urgenti, nonche' il subappalto per lavori
di ristrutturazione del macello comunale, il  cui  appalto  e'  stato
aggiudicato ad una ditta della provincia di Catania.
   Evidente  segnale  della contiguita' tra gli ambienti malavitosi e
l'amministrazione  di  Gioia  del  Colle   e'   l'assidua   presenza,
all'interno  della  casa  comunale, di appartenenti alla criminalita'
locale ed a quella di comuni limitrofi, in particolare  in  occasione
di importanti sedute del consiglio comunale.
   La    contiguita'    fra   amministratori   locali   ed   ambienti
delinquenziali  trova  ulteriore  conferma  nel  fatto   che   alcuni
appartamenti   di   proprieta'   comunale,   per   altro  piu'  volte
ristrutturati a spese dell'amministrazione, sono, da  tempo  occupati
da pregiudicati del luogo.
   La   credibilita'   e  la  fiducia  della  comunita'  nell'attuale
amministrazione e'  stata  ulteriormente  compromessa  dall'avvio  di
numerose   indagini  di  polizia  giudiziaria  che  vedono  coinvolti
esponenti di rilievo della citata amministrazione o persone  ad  essi
collegate,   per   reiterate   violazioni   di   legge  connesse,  in
particolare,  all'espletamento  di  gare  d'appalto,  all'illegittimo
rilascio  di  concessioni edilizie, alla sottrazione di considerevoli
somme  di  danaro,  costituenti  proventi   contravvenzionali,   alla
gestione  fallimentare  della  cantina  sociale  ed  alla riscontrata
presenza di ingenti spese fuori bilancio.
   La presenza di organizzazioni criminali nel territorio del  comune
di  Gioia  del  Colle  ha  ingenerato grave allarme nella popolazione
anche  a  seguito  dei  gravi  attentati  dinamitardi  compiuti   nei
confronti  della  locale compagnia dei carabinieri; in particolare in
data 29 maggio  1993  un  incendio  di  presunta  origine  dolosa  ha
distrutto  l'autoparco della predetta compagnia e successivamente, in
data 20 agosto, e'  stato  teso  un  agguato  di  stampo  mafioso  al
capitano,   autore  di  molte  indagini  giudiziarie  e  di  rapporti
riservati  sulle  attivita'   degli   amministratori   e   sui   loro
collegamenti  con  pregiudicati locali, profondo ed acuto conoscitore
della realta' del luogo.
   Anche  la  burocrazia  comunale  risulta  caratterizzata  da   una
conduzione  clientelare ed affaristica, che concorre ad alimentare lo
sconcertante intreccio  politica-malaffare-criminalita'  organizzata,
che  trova  conferma  nei numerosi rapporti dei competenti organi, in
cui sono  implicati  in  una  singolare  commistione  amministratori,
delinquenti,  imprenditori  ed  impiegati come componenti di un unico
sistema criminale  il  cui  obiettivo  e'  quello  di  utilizzare  la
pubblica amministrazione per il proprio esclusivo tornaconto.
   Il  clima  di  grave  condizionamento  e  degrado  in cui versa il
consiglio comunale di Gioia del Colle, la cui  libera  determinazione
risulta   contigua   agli   interessi   delle  locali  organizzazioni
criminali, la palese inosservanza del principio  di  legalita'  nella
gestione  dell'ente  e l'uso distorto della cosa pubblica, utilizzata
per il perseguimento di fini estranei al  pubblico  interesse,  hanno
minato ogni principio di salvaguardia della sicurezza pubblica e, nel
compromettere  le  legittime  aspettative della popolazione ad essere
garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, hanno  ingenerato
diffusa  sfiducia  nella  legge  e  nelle  istituzioni  da  parte dei
cittadini.
   Da quanto sopra esposto, emerge l'esigenza  dell'intervento  dello
Stato     mediante     provvedimenti     incisivi     in    direzione
dell'amministrazione di Gioia del Colle, caratterizzata  da  costanti
collegamenti, diretti ed indiretti, tra amministratori e criminalita'
organizzata,  che condizionano la libera determinazione degli stessi,
inficiano il  buon  andamento  dell'amministrazione  ed  il  regolare
funzionamento dei servizi alla medesima affidati.
   Il  prefetto  di Bari, ai sensi dell'art. 1, comma 2, del decreto-
legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito,  con  modificazioni,  dalla
legge  22  luglio  1991,  n.  221,  ha  dato  avvio alla procedura di
scioglimento del consiglio comunale di Gioia del Colle, con la citata
relazione,  disponendone,  nel   contempo,   con   provvedimento   n.
4241/13.1/GAB, del 15 luglio 1993, la sospensione, con la conseguente
nomina di una commissione per la gestione del comune.
   Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate
nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano lo
scioglimento  del  consiglio  comunale  di Gioia del Colle (Bari), si
formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore.
    Roma, 6 settembre 1993
                                    Il Ministro dell'interno: MANCINO