(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
         DETERMINAZIONE DELLE IMPURITA' SOLIDE (FILTH-TEST)
          NEGLI SFARINATI E NEI PRODOTTI DI TRASFORMAZIONE
   1. Scopo e campo di applicazione
   La  presente  norma specifica una metodica di determinazione delle
impurita' solide nelle farine e nelle semole di cereali  e  nei  loro
prodotti di trasformazione.
   2. Definizione
   Sono  definite  impurita'  solide  le impurita' di origine animale
(uova, larve, ninfe o adulti di insetti e  loro  frammenti,  acari  e
loro  frammenti,  peli  di roditori e loro frammenti, peli di ovini e
loro frammenti, peli umani e loro  frammenti),  di  origine  vegetale
(peli e fibre vegetali e loro frammenti), di origine sintetica (fibre
sintetiche  e  loro  frammenti,  frammenti  di plastica) separate dai
prodotti nelle condizioni specificate nella presente norma.
   3. Principio
   Il   campione   e'   sottoposto   a   digestione   acetico-nitrica
all'ebollizione,  le impurita' presenti sono separate per flottazione
con alcool e benzina in beuta Wildman e raccolte su carta  da  filtro
mediante filtrazione sotto vuoto con imbuto Buchner.
   Il  materiale  sul  filtro  viene osservato al microscopio a basso
ingrandimento e, se  necessario,  le  impurita'  vengono  raccolte  e
montate  su  vetrino  con  il  liquido di Faure per l'osservazione al
microscopio composto.
   4. Reattivi
   Tutti i reattivi devono essere di  qualita'  analitica  e  l'acqua
deve essere distillata o deionizzata o di purezza equivalente.
   4.1. Acido acetico diluito al 30%;
   4.2. Acido nitrico 65% (d20 = 1,4);
   4.3. Alcool isoamilico;
   4.4. Alcool etilico al 60%;
   4.5.  Benzina  purificata  o  etere  di  petrolio  (intervallo  di
ebollizione 60-80C);
    4.6. Liquido di Faure, della seguente composizione:
      idrato di cloralio 100 g;
      acqua distillata 150 g;
      glicerina 40 g;
      gomma arabica 60 g.
Filtrare prima dell'uso con una tela da filtro a maglie  di  apertura
10-11,(micro)m  al  massimo,  resistente  agli  acidi  ed ai solventi
(nailon o polietilene);
   4.7. Blu di metilene (g 0,5 in ml 500 di alcool etilico al 50%).
   5. Apparecchiatura
   Materiale di laboratorio di uso corrente:
   5.1. Cappa aspirante;
   5.2. Cristallizzatore o bacinella, capacita 5  litri,  di  altezza
leggermente inferiore al collo della beuta (5.4);
   5.3. Ancoretta magnetica;
   5.4. Beuta da 1 litro a collo smerigliato;
   5.5. Imbuto in vetro per polveri, diametro 10 cm;
   5.6. Refrigerante ad aria, altezza 1 m;
   5.7. Beuta Wildman da 1 litro;
   5.8. Imbuto Buchner, diametro 10 cm, montato su beuta da vuoto;
   5.9.  Dischi  di  carta  da  filtro  quadrettata,  diametro 10 cm.
Qualora  non  si  disponga  di  dischi  qua,  rettati,  e'  opportuno
tracciare  sulla carta, con matita a mina dura, un reticolo con linee
distanti circa  15  mm,  al  fine  di  facilitare  l'osservazione  al
microscopio;
   5.10. Cilindri graduati da 500 ml a 50 ml;
   5.1 1. Pipetta graduata da 10 ml;
   5.12. Bilancia con precisione di 0,1 g;
   5.13. Spatola a manico lungo;
   5.14.   Microscopio   ottico   o   microscopio  stereoscopico  con
ingrandimenti vicini ai 25x e 50x;
   5.15. Microscopio composto, con ingrandimenti 100x, 600x;
   5.16. Capsula Petri di 120 mm di diametro;
   5.17. Ago fine, in acciaio, montato su manico porta ago;
   5. 18. Pinzetta in acciaio;
   5.19. Agitatore magnetico, riscaldante;
   5.20. Pompa da vuoto,  che  permetta  di  ottenere  una  pressione
residuale inferiore a 10 mbar;
   5.21.  Film  di  protezione  estensibile, paraffinato o in materia
plastica;
   5.22. Zavorra per vetreria.
   6. Campionamento
   Preparate un campione di laboratorio, del peso minimo  di  600  g,
secondo le norme,
   vigenti  per  i  prodotti  in questione. I campioni di laboratorio
vanno  conservati  a  temperatura   non   superiore   ai   10C.   Le
apparecchiature usate per la campionatura devono essere accuratamente
pulite  dopo  ogni operazione, ad esempio con aria compressa filtrata
ed evitando l'uso di materiali tessili.
7. Procedimento
   Le manipolazioni devono essere effettuate in un locale pulito,  al
riparo dalle correnti d'aria, o meglio sotto una cappa non ventilata.
Dopo  l'utilizzazione  il  materiale  deve  essere  lavato  con acqua
filtrata e, dopo asciugatura, ricoperto con un film di protezione.
   7.1. Prelievo del campione per analisi.
Omogeneizzare  il  campione  per  laboratorio  all'interno  del   suo
contenitore  con;  l'aiuto  della  spatola  (5.13);  pesare  50  g di
campione prelevandolo in piu' punti e introdurli  nella  beuta  (5.4)
mediante  l'imbuto  (5.5).  Effettuare  due  determinazioni  per ogni
campione di laboratorio.
   7.2. Idrolisi acetico-nitrica.
Deporre un'ancoretta  magnetica  nella  beuta  insieme  al  campione.
Aggiungere,  sotto  cappa  aspirante  (5.1),  300 ml di acido acetico
(4.1), 15 ml di acido nitrico (4.2) e 3-4  ml  di  alcool  isoamilico
(4.3)  come  antischiuma. Innestare il refrigerante (5.6) sulla beuta
per  evitare  la  dispersione  dei  vapori,   mettere   in   funzione
l'agitatore   e   la   piastra   riscaldante   portando  gradatamente
all'ebollizione. Lasciar, bollire per 5-10 minuti, fino  ad  idrolisi
completa  del  campione;  nel  caso  di  prodotti  contenenti crusca,
prolungare l'ebollizione fino a 15 minuti. Ricoprire la beuta con  il
film  di  protezione  (5.21),  introdurla, appesantita con la zavorra
(5.22),   nel   cristallizzatore   (5.2),   raffreddandola   con  una
circolazione di acqua fredda fino a temperatura ambiente.
    7.3. Separazione delle impurita'
   Trasferire la soluzione nella beuta  Wildman  (5.7)  e  sciacquare
ripetutamente  con  alcool  (4.4)  la  beuta  in  cui  e' avvenuta la
digestione, al fine di rimuovere le I impurita' eventualmente rimaste
aderenti alle pareti; trasferire i lavaggi nella  beuta      Wildman.
Aggiungere  ancora nella beuta Wildman alcool al 60% fino a un volume
di circa 700 ml, poi 30-40 ml di benzina (4.5) e di nuovo  alcool  al
60%  fino  a  raggiungere  i  213  del  collo  della  beuta.  Agitare
vigorosamente e lasciar riposare  per  5  minuti;  agitare  di  nuovo
leggermente, ad intervalli di 1 minuto, per favorire  la flottazione,
nel  collo della beuta, della benzina e delle impurita' presenti, che
vengono trascinate in superficie.
   7.4. Filtrazione Mediante il tappo di gomma intrappolare nel collo
della beuta Wildman lo strato    di benzina che contiene  la  maggior
parte delle impurita' presenti e versarlo  nell'imbuto Buchner (5.8),
nel  quale  mediante  la pinzetta (5.18), e' stato posto un  disco di
carta da filtro (5.9) bagnato con acqua distillata, e  fatto  aderire
al  fondo    mediante  aspirazione.  Per facilitare l'osservazione di
acari eventualmente presenti,    mentre il  flottato  viene  filtrato
nell'imbuto  Buchner  si  possono  versare  nello stesso imbuto 10 ml
della soluzione di blu di metilene  (4.7),  lavando  subito  dopo  il
filtro  con  10-20 ml di alcool etilico al 60% (4.4), versati con una
spruzzetta, per ridurre l'intensita' della colorazione blu.
Aggiungere nuovamente benzina alla soluzione  contenuta  nella  beuta
Wildman,  agitare, lasciar riposare ancora per 5 minuti, intrappolare
e filtrare lo strato superiore  nello  stesso  imbuto,  sempre  sotto
aspirazione.
   Anche  in  questa  fase,  allo  scopo di facilitare l'osservazione
degli acari, si puo' ripetere il trattamento con 10 ml  di  soluzione
di blu di metilene, seguito dal, lavaggio con alcool etilico (4.4).
   Ripetere  una  terza volta, con le stesse modalita', le operazioni
di flottazione e di filtrazione.
   Nel caso di prodotti contenenti crusca, e' opportuno effettuare la
filtrazione distribuendo il flottato  su  piu'  dischi  di  carta  da
filtro, per avere una migliore lettura al microscopio stereoscopico.
   Asciugare  sottovuoto la carta da filtro, estrarla dall'imbuto con
l'aiuto della pinzetta (5.1 8) e deporla in  una  capsula  Petri  (5.
16).
   7.5. Esame microscopico
   Esaminare  la carta da filtro al microscopio stereoscopico (5.14),
procedendo  all'identificazione  ed  al  censimento  delle  impurita'
presenti,  striscia per striscia. L'operatore deve essere in grado di
riconoscere le parti di insetti o di acari  dispersi  sul  filtro  in
mezzo  ai  frammenti  di  pericarpo  contenuti,  in maggiore o minore
quantita', nel campione. La prima osservazione va  fatta  a  25x-50x,
eventualmente  a 75x-80x per le particelle di dubbia identificazione.
L'identificazione dei frammenti puo' essere facilitata saggiando  con
un  ago  (5.17) le differenti materie organiche e sistemandole su una
zona pulita del filtro, per meglio confrontarle. Ove le dimensioni  o
le  caratteristiche  delle  impurita'  non  consentano ancora il loro
riconoscimento, approntare  dei  preparati  microscopici  montando  i
frammenti   su  un  vetrino  con  il  liquido  di  Faure  (4.6),  per
l'osservazione   al   microscopio   composto  (5.15),  a  piu'  forti
ingrandimenti  (100x,  600x).  E'  possibile  in   questo   modo   il
riconoscimento  di  impurezze  come  peli  di  vertebrati, barbule di
uccelli, ecc.. Contare i frammenti identificati per ogni categoria di
impurita' prevista dal, certificato d'analisi. Le impurita'  che  non
sono   di  origine  animale  non  vengono  contate  ma  indicate  nel
certificato d'analisi con  un  commento  dettagliato  (esempio:  fili
colorati di materiale sintetico, pezzi metallici, particella minerale
ecc.).
   8. Espressione dei risultati
   Per  ogni  filtro,  annotare  il numero delle impurita' di origine
animale per i seguenti tipi:
     peli di roditori o loro frammenti;
     insetti interi (larve, ninfe o adulti);
     frammenti di insetti (ivi comprese le  squame  di  Lepidotteri),
uova di insetti, acari interi e loro frammenti.
   Specificare  separatamente  nelle  osservazioni, se necessario, la
ripartizione delle impurita'  animali dell'ultima categoria secondo i
tipi seguenti:
      frammenti di insetti;
      uova di insetti;
      squame di Lepidotteri;
      acari interi;
      frammenti di acari.
   Se le condizioni di ripetibilita' sono soddisfatte (9),  esprimere
separatamente i risultati dei due prelievi del campione.
   In  caso  contrario,  effettuare  due  nuove  determinazioni  dopo
omogeneizzazione del
   campione di laboratorio.
   Nel caso invece si siano trovati almeno un pelo di roditore  o  un
frammento di pelo in uno
   dei   due   prelievi   del   campione,  effettuare  quattro  nuove
determinazioni.
   Esprimere separatamente i risultati per le sei determinazioni.
   9. Ripetibilita'
   La differenza tra i risultati  di  due  determinazioni  effettuate
simultaneamente  o  in rapida successione dallo stesso operatore, non
deve essere superiore a 10 frammenti.
   10. Certificato di analisi
   Nel certificato di  analisi  devono  essere  riportate  almeno  le
caratteristiche  delle  impurita'  solide  indicate  nell'allegato A.
Devono, inoltre, essere menzionati tutti  i  dettagli  operativi  non
previsti nella presente norma o facoltativi e gli eventuali incidenti
che possono aver influito sui risultati.
IDENTIFICAZIONE  DI  SOSTANZE  DI  ORIGINE  BIOLOGICA  E  DI SOSTANZE
ESTRANEE MINERALI NEGLI SFARINATI DI CEREALI
   1. Scopo e campo di applicazione
   Con  la  seguente  metodologia  si  fornisce  la  tecnica  per  il
rilevamento  e  l'identificazione  di  sostanze  estranee  di origine
biologica e/o minerali negli sfarinati di cereali.
    2. Principio
   Lo  sfarinato  viene  trattato  con  percloroetilene,  al  fine di
separare la fase organica dall'eventuale fase inorganica. Le due fasi
vengono essiccate e la parte organica  suddivisa  in  piu'  frazioni,
granulometriche.    Ciascuna  delle  due fasi viene quindi sottoposta
alle opportune metodologie di analisi
    microscopica e/o microchimica.
    3. Reattivi
    3.1. Percloroetilene (d = 1,62);
    3.2. Soluzione di Lugol: 1 g J + 2 g KJ + 100 ml H2O;
    3.3. Soluzione di Cloroioduro di zinco: 50 g ZnCl2 + 16   KJ +  3
g J + 17 ml H2O.
    Conservare in bottiglia scura;
    3.4.  Soluzione  di Cloralio idrato: 25 g di cloralio idrato + 25
ml di glicerina + 25 ml H2O;
   3.5. Olio da immersione n = 1,6;
    3.6. Soluzione di Argento nitrato 10% p/v;
   3.7. Reattivo di Vogl: 95 ml di alcool a 70 + 5 ml  di  HCI  conc.
(37%);
    3.8. Blu di metilene 0,2% p/v in H2O;
   3.9. Eosina A 0,1% plv in H2O;
   3. 10. Alcool metilico;
   3.1 1. Acido cloridrico 1:1 50 ml H2O + 50 ml HCI conc. (37%);
    3.12.   Soluzione  di  Molibdato  ammonico:  sciogliere  5  g  di
molibdato ammonico in 100
   ml H2O fredda, versare con cautela in 35 ml di HNO3 conc. (65%);
   3.1 3. Brucina;
   3.14. Acido solforico concentrato;
   3. 15. Soluzione di Fenolo al 3% p/v;
   3. 16. Soluzione di Unna: reattivo A - soluzione stock  I:  50  ml
H2O  + 25 ml alcool assoluto + 10 ml glicerina + 2,5 ml acido acetico
+ 0,5 g orceina + 0,5 g blu  anilina;  soluzione  stock  II:  100  ml
alcool 80 + I g eosina A;
reattivo B: safranina 1%; reattivo C: bicromato di potassio 0,5%;
   3.17. Carbonato di sodio soluzione al 20% p/v in Na2CO3 anidro;
   3.18. Xilolo;
    3.19. Floroglucina 2% p/v in alcool etilico 95%;
    3.20. Glicerina; ;
    3.21. Acqua glicerinata: 50 ml glicerina + 50 ml H2O;
    3.22. Acido lattico.
    4. Apparecchiature
    4.1.  Microscopio  stereoscopico  con ingrandimento da 10x a 50x;
4.2. Microscopio composto:
   oculari 10x;
    obiettivi 10x, 25x, 40x, 60x, lOOx (quest'ultimo a immersione);
    oculare micrometrico;
   dispositivo per polarizzazione della luce;
    4.3. Bilancia analitica, sensibilita' 1 mg;
    4.4. Vetrini portaoggetti: mm 75x25;
   4.5. Vetrini coprioggetti: mm 50x24;
   4.6. Setacci a maglie quadrate con luce netta di 1,4, 1,  0,50  mm
per maglia e raccoglitore (per sfarinati grossolani);
   4.7.  Setacci a maglie quadrate con luce netta di 0,50, 0,25, 0,10
mm e raccoglitore (per farine fini);
    4.8. Cappa di aspirazione;
    4.9. Imbuti separatori da 500 ml;
   4.10. Imbuti da 250 ml;
   4.11. Becker da 250 ml;
   4.12. - Dischi per evaporazione, 0 cm 10;
   4.13. Capsule Petri, 0 cm 9;
   4.14. Bacchette di vetro;
   4.15. Filtri di carta rapida a pieghe, 0 cm 25;
   4.16. Pinze e aghi per microscopia;
   4.17. Spatole;
   4.18. Cilindri;
   4.19. Boccette di vetro scuro da 50 a 100 ml con contagocce;
   4.20. Bisturi;
   4.21. Vaschette a celle rettangolari per saggi colorimetrici;
   4.22. Vaschette per colorazione;
   4.23.  Collezione  di:  semi  interi di cereali (frumento tenero e
duro, orzo, avena, segale, ' mais, sorgo, riso, grano saraceno); loro
sfarinati, anche integrali, puri o in miscela; rizomi, tuberi, legumi
e loro farine  (manioca,  batata,  patata,  piselli,  fagioli);  semi
d'erbe infestanti dei cereali (Lolium temulentum, Melampyrum arvense,
Adonis  aestivalis,  Latyrus  aphaca,  Datura  stramonium, Agrostemma
githago, sclerozi di Claviceps purpurea);
   4.24. Collezione di vetrini standard di  riferimento  di  amidi  e
delle  strutture  istologiche  diagnostiche  dei cereali puri e delle
varie sostanze estranee indicate;
   4.25. Bunsen.
    5. Procedimento i
    5.1.  Porre  10  g  di  un  campione  rappresentativo  in  imbuto
separatore  da  500 ml (4.9) e, lavorando sotto cappa, aggiungere 200
ml di percloroetilene (3.1); agitare e  lasciare  in  riposo  per  10
minuti;  la  parte  inorganica  precipita  sul fondo, mentre la parte
organica affiora in superficie. Estrarre il sedimento  raccogliendolo
su  disco per evaporazione (4.12), lasciare   essiccare a temperatura
ambiente e porlo, quindi, in capsula Petri (4.13).  Filtrare su carta
rapida  (4.15)  la  restante  fase  organica   rimasta   nell'imbuto,
separatore  (4  9) e fare essiccare a temperatura ambiente. Pesare le
due  fasi  e  determinare  la  percentuale  di  sostanze  inorganiche
eventualmente  presenti.  Setacciare  la parte organica con i setacci
4.6. e  4.7.,  secondo  la  granulometria  del  prodotto,  pesare  le
frazioni  I,  II,  III  e IV, cosi' ottenute, ai fini di un'eventuale
determinazione quantitativa e  porle  in  altrettante  capsule  Petri
(4.13).
   5.2. Esame del materiale
   5.2.1. Esame delle frazioni piu' grossolane
   Disporre  separatamente in strato sottile e uniforme, direttamente
nelle rispettive capsule  Petri  (4.13),  le  frazioni  I,  II,  III,
ottenute in 5.1. ed osservare allo stereomicroscol le caratteristiche
fisiche  dei  frammenti  quali  aspetto, forma, colore, superficie di
frattura dei tegumenti o della mandorla farinosa.
   Esaminare il materiale cominciando dalla frazione che presenta  le
particelle di maggiori dimensioni e proseguendo via via con le altre,
aumentando opportunamente gli ingrandimenti.
   Iniziare  da  un  margine  esterno  della capsula verso il centro,
proseguire verso il margine opposto  e  continuare  con  osservazioni
incrociate finche' tutta la frazione sia stata esaminata.
   Procedere  all'identificazione  dei  frammenti facendo riferimento
alla collezione degli sfarinati (4.23).
   5.2.2. Esame della frazione piu' fine
   Porre un'aliquota (0,01 g - 0,1 g) della frazione IV  ottenuta  in
5.1  sul  vetrino  portaoggetti  (4.4),  aggiungere  alcune gocce del
reattivo indicato, miscelare con un ago da microscopia, fare  aderire
il  bordo piu' lungo del coprioggetto (4.5) al liquido, ad evitare la
formazione  di  bolle  d'aria  e  coprire  esercitando  un  movimento
rotatorio  con  leggera  pressione.  Iniziare le osservazioni a basso
ingrandimento per ottenere  una  prima  visione  d'insieme  (1OOx)  e
aumentare gradualmente per esaminare i dettagli (almeno 400x).
Effettuare l'osservazione del preparato, al microscopio composto, nel
modo  seguente:  iniziare  dal margine superiore sinistro del vetrino
coprioggetto, fare scorrere il  vetrino  osservando  ogni  campo  del
microscopio,  fino  a  raggiungere  il  margine  superiore destro del
coprioggetto; scendere di un campo lungo il  margine  destro  e  fare
scorrere  il  vetrino  da destra a sinistra fino al margine sinistro;
scendere di un campo e continuare con tale      procedimento  finche'
tutta l'area del coprioggetto sia stata esaminata, o finche' si siano
rintracciate le strutture ricercate. In relazione al tipo di reattivo
utilizzato si possono effettuare le seguenti osservazioni:
     soluzione  di  Lugol  (3.2): colorazione dei granuli di amido in
blu, di cellule aleuroniche e sostanze proteiche in giallo-bruno;
     olio  da  immersione   (3.5)   o   acqua   glicerinata   (3.21):
identificazione  dei  granuli  di amido attraverso l'osservazione, in
campo  chiaro,  di  morfologia,  dimensioni,  aggregazione,  forma  e
posizione dell'ilo, striature e, in campo scuro con luce polarizzata,
della  forma  della  "croce  nera", caratteristica in particolare per
talune specie;
     cloroioduro di zinco (3.3): colorazione di aleurone  e  sostanze
proteiche  in  giallo-bruno, delle pareti cellulari in azzurro, degli
amidi in blu; nessuna colorazione dei peli vegetali;
     cloralio idrato (3.4): chiarificazione  di  tutte  le  strutture
istologiche, ' quando si presentano spesse;
     floroglucina  (3.19)  +  acido cloridrico (3.11): colorazione in
rosso  delle  strutture  cellulari   lignificate.   Identificare   le
strutture  riscontrate facendo riferimento alla collezione di vetrini
standard (4.24).
   5.2.3. Identificazione di sostanze  minerali  Porre  aliquote  del
materiale inorganico ottenuto in 5.1 su vetrino portaoggetti (4.4) in
strato  sottile  e uniforme, lasciarvi cadere sopra (senza mescolare)
1-2 gocce  del  reattivo  indicato  e  osservare  immediatamente  con
ingrandimento  1Ox-15x.  In relazione al tipo di reattivo e ai gruppi
anionici presenti nelle particelle del materiale in esame, si possono
. verificare le seguenti reazioni:
     Nitrato d'argento (3.6) - formazione di:  cristallini  aghiformi
di colore giallo = fosfati mono e     bibasici
    formazione di: cristalli lanceolati incolori = solfati
     forrnazione di: precipitato amorfo bianco gessoso = cloruri
     dissoluzione senza reazione = nitrati
     nessuna reazione = carbonati, sabbia
     Molibdato  ammonico  (3.12)  -  formazione  lenta di cristallini
aghiformi di colore giallo = fosfati tribasici
     Brucina  (3.13)  (una punta di microspatola) + I goccia di H2SO4
conc. (3.14): formazione di precipitato rosso intenso = conferrna per
nitrati
 Acido cloridrico (3.11)
     effervescenza forte = carbonati
     nessuna reazione = sabbia
    6. Ricerche speciali
   6.1. Differenziazione di specie di amidi simili
   6.1.1. Frumento e segale
   Poiche' taluni granuli dell'amido di segale sono simili, per forma
e dimensioni, a quelli di  amido  di  frumento,  scopo  del  presente
metodo  e' ottenere indicazioni sicure, anche di ordine quantitativo,
per la loro differenziazione in miscele.
   Operare come descritto in 5.1 e sospendere la  frazione  IV  nella
soluzione di fenolo (3.15) per 24 ore.
   Porre  una  goccia  della  sospensione  su  un  vetrino e lasciare
essiccare a temperatura ambiente.
   Immergere il vetrino in soluzione di Unna (3.16) reattivo A per 10
minuti,
   lavare e immergere in reattivo B per 15 minuti.
   Lavare ed immergere in reattivo C per 30 minuti, lavare con acqua,
con alcool (3.10) e con xilolo (3.18) e infine montare in  glicerina;
osservando  al microscopio composto con obiettivo 25x-40x, l'amido di
frumento risulta colorato in rosa, quello di segale in giallo-bruno.
   6. 1.2. Frumento e riso
   Poiche' taluni granuli dell'amido di  frumento  sono  simili,  per
forma  e  dimensioni  a quelli dell'amido di riso, scopo del presente
metodo e di escludere o confermare la presenza di riso in  farine  di
frumento.
   Operare  come  descritto  in  5.1 e porre la frazione IV in becher
(4.11) da 250 ml con 150 ml di H2O distillata.
   Agitare e lasciare a riposo;  travasare  per  decantazione  in  un
secondo  becker  (4.11)  e,  dopo  nuovo  riposo, in un terzo becker.
Prelevare da quest'ultimo due gocce del liquido torbido  e  porle  ad
essiccare  all'aria  su  un  vetrino,  quindi fissarle con 3 gocce di
alcool metilico (3.10).
   Dopo 5 minuti farvi cadere sopra 2 gocce di una  miscela  1:1  dei
reattivi  (3.8)  +  (3.9), lasciare in riposo per 5 minuti e togliere
l'eccesso di colore lavando con acqua.
   Osservando  al  microscopio  composto  con  obiettivo  40x-60x,  i
granuli  di  frumento  risultano  incolori  e  debolmente colorati in
azzurro, i granuli di amido del  riso  presentano  netta  colorazione
azzurro-verde.
   6.2.  Ricerca  e  identificazione di frammenti di sostanze nocive,
infestanti dei cereali in campo
 6.2.1. Distribuire uniformemente 1-2 g della frazione IV ottenuta in
5.1 sul fondo di una capsula Petri (4.13), umettare con  il  reattivo
di Vogl (3.7),
    scaldare  la  capsula  a blanda temperatura fino allo sviluppo di
vapori.
    Posare la  capsula  su  un  foglio  bianco  e  dopo  5-10  minuti
osservare  il materiale: la comparsa di aloni o punti colorati rivela
la presenza delle seguenti specie:
      Lolium  temulentum  (Loglio):  aloni o punti colorati in rosso-
arancio
      Melarnpyrum arvenze (Melarnpiro): aloni o punti  colorati  blu-
verdastri '
      Adonis  aestivalis  (Adonide):  aloni  o  punti colorati verde-
giallastro
      Latyrus aphaca (Latiro): aloni o punti colorati rosso ciliegia
      Datura   stramonium   (strarnonio)   e    Agrostemma    githago
(Gittaione):
    punti marrone, rossicci o nerastri
    Porre  1.2  g  di  materiale in vaschetta per saggi colorimetrici
(4.21),
    riempire la depressione con il reattivo 3.17.
    Dopo 30-40 secondi si sviluppa un colore rosso viola intorno alle
particelle di Claviceps purpurea (Segale cornuta).
   6.2.2. Prelevare i frammenti situati nelle zone colorate, porli su
un vetrino, portaoggetti (4.4) con 2-3  gocce  di  glicerina  (3.20),
coprire  con  coprioggetto (4.5) e osservarli al microscopio composto
con obiettivo 25x o 40x.
   Se i frammenti non sono sufficientemente  trasparenti,  prelevarne
altri, porli su un vetrino e operare come segue:
   aggiungere  I goccia di acido lattico (3.22), riscaldare su fiamma
fino a sviluppo di vapori, lasciare raffreddare, aggiungere I  goccia
di  glicerina  (3.20) e osservare al microscopio; oppure aggiungere 2
gocce di cloralio idrato (3.4), coprire e osservare.
   Identificare le strutture  riscontrate  facendo  riferimento  alla
collezione (4.24).
   7. Riferimenti hibliograf ci Huss W., 1976, Microscopy and quality
control in the manufacture of animal feeds.
    Roche, Basel.
   Manual  of  Microscopio Analysis of Feeding Stuffs, 2nd ed., 1978.
American Ass. of o'  Feed  Microscopists.  Villavecchia  -  Eigemann,
1982-83,   Nuovo  dizionario  di  merceologia  e  chimica  applicata.
Hoepli, Milano. R.I. Ministero delle risorse agricole,  alimentari  e
forestali.  D.M.  13  aprile 1994 "Metodi di analisi per il controllo
ufficiale degli alimenti per animali. Supplemento n. 11".