(Allegato 4)
 
                                                           ALLEGATO 4 
                                            (punti 14.9, 16.3 e 16.5) 
 
                          IMPIANTI EOLICI: 
 
                ELEMENTI PER IL CORRETTO INSERIMENTO 
 
                   NEL PAESAGGIO E SUL TERRITORIO 
 
                               INDICE 
 
1. PREMESSA........................................................ 
2. CAMPO DI APPLICAZIONE........................................... 
3. IMPATTO VISIVO ED IMPATTO SUL PATRIMONIO 
   CULTURALE E PAESAGGISTICO....................................... 
3.1 Analisi dell'inserimento nel paesaggio......................... 
3.2. Misure di mitigazione......................................... 
4. IMPATTO SU FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI........................... 
4.1. Analisi dell'impatto su vegetazione e flora................... 
4.2. Analisi dell'impatto sulla fauna.............................. 
4.3. Analisi dell'impatto sugli ecosistemi......................... 
5. GEOMORFOLOGIA E TERRITORIO...................................... 
5.1. Analisi delle interazioni geomorfologiche..................... 
5.2 Analisi della fase di cantiere................................. 
5.3. Misure di mitigazione......................................... 
6. INTERFERENZE SONORE ED ELETTROMAGNETICHE........................ 
6.1. Analisi delle sorgenti sonore................................. 
6.2. Analisi delle interferenze elettromagnetiche 
     ed interferenze sulle telecomunicazioni....................... 
6.3. Misure di mitigazione......................................... 
7. INCIDENTI....................................................... 
7.1. Analisi dei possibili incidenti............................... 
7.2. Misure di mitigazione......................................... 
8. IMPATTI SPECIFICI, NEL CASO DI PARTICOLARI UBICAZIONI........... 
9. TERMINE DELLA VITA UTILE DELL'IMPIANTO E DISMISSIONE............ 
 
1. PREMESSA 
Gli  impianti  eolici,  come  gli  impianti   alimentati   da   fonti
rinnovabili,  garantiscono  un  significativo   contributo   per   il
raggiungimento degli obiettivi e degli impegni nazionali,  comunitari
e  internazionali  in  materia  di  energia  ed  ambiente.   Inoltre,
l'installazione di tali impianti favorisce l'utilizzo di risorse  del
territorio, promuovendo la crescita  economica  e  contribuendo  alla
creazione di posti di lavoro, dando impulso allo  sviluppo,  anche  a
livello locale, del potenziale di innovazione mediante la  promozione
di progetti di ricerca e sviluppo. 
Nei punti successivi  vengono  evidenziate  modalita'  dei  possibili
impatti ambientali e paesaggistici e vengono indicati alcuni  criteri
di inserimento e misure di mitigazione di cui  tener  conto,  sia  in
fase di progettazione che in fase di  valutazione  di  compatibilita'
dei progetti presentati, fermo restando che la  sostenibilita'  degli
impianti dipende da diversi fattori e che luoghi, potenze e tipologie
differenti  possono  presentare  criticita'  sensibilmente   diverse.
Qualora  determinate  misure  di  mitigazione  dovessero   porsi   in
conflitto (per esempio:  colorazione  delle  pale  per  questioni  di
sicurezza del volo  aereo  ed  esigenze  di  colorazioni  neutre  per
mitigazione  dell'impatto  visivo),  l'operatore  valutera'  in  sede
progettuale  quale  delle   misure   prescegliere,   salvo   che   le
amministrazioni  competenti   non   indichino   diverse   misure   di
mitigazione a seguito della valutazione degli interessi prevalenti. 
 
2. CAMPO DI APPLICAZIONE 
Il presente allegato si  applica  agli  impianti  eolici  industriali
soggetti all'autorizzazione unica di cui all'articolo 12 del  decreto
legislativo 29 dicembre  2003,  n.  387,  nel  rispetto  delle  norme
vigenti in materia di tutela dell'ambiente e del paesaggio 
 
3. IMPATTO VISIVO ED IMPATTO SUI BENI CULTURALI E SUL PAESAGGISTICO 
L'impatto visivo e' uno degli impatti considerati piu' rilevanti  fra
quelli  derivanti  dalla  realizzazione  di  un  campo  eolico.   Gli
aerogeneratori  sono  infatti   visibili   in   qualisiasi   contesto
territoriale,   con   modalita'   differenti   in   relazione    alle
caratteristiche  degli  impianti  ed  alla  loro  disposizione,  alla
orografia, alla densita' abitativa ed alle condizioni atmosferiche. 
L'alterazione  visiva  di  un  impianto   eolico   e'   dovuta   agli
aerogeneratori (pali, navicelle,  rotori,  eliche),  alle  cabine  di
trasformazione,    alle    strade    appositamente    realizzate    e
all'elettrodotto di connessione  con  la  RTN,  sia  esso  aereo  che
interrato, metodologia quest'ultima che comporta potenziali  impatti,
per buona parte temporanei, per gli scavi e la movimentazione terre. 
L'analisi degli impatti deve essere riferita all'insieme delle  opere
previste per la funzionalita' dell'impianto, considerando  che  buona
parte  degli  impatti   dipende   anche   dall'ubicazione   e   dalla
disposizione delle macchine. 
Per   quanto   riguarda   la   localizzazione   dei   parchi   eolici
caratterizzati da un  notevole  impegno  territoriale,  l'inevitabile
modificazione  della  configurazione  fisica  dei  luoghi   e   della
percezione   dei   valori   ad   essa   associati,    tenuto    conto
dell'inefficacia di misure volte al mascheramento,  la  scelta  della
localizzazione  e  la  configurazione  progettuale,  ove   possibile,
dovrebbero essere volte, in via  prioritaria,  al  recupero  di  aree
degradate laddove compatibile con la risorsa eolica e alla  creazione
di nuovi valori coerenti con il  contesto  paesaggistico.  L'impianto
eolico dovrebbe diventare una  caratteristica  stessa  del  paesaggio
,contribuendo al riconoscimento delle sue specificita' attraverso  un
rapporto coerente con il contesto. In questo senso l'impianto  eolico
determinera' il progetto di un nuovo paesaggio. 
Di seguito vengono da un lato forniti criteri e indicazioni  per  una
corretta  analisi  finalizzata  all'inserimento  nel   paesaggio,   e
contestualmente vengono indicate possibili misure per la  mitigazione
dell'impatto paesaggistico. 
Le indicazioni sono riferite in particolare ai campi  eolici  e  agli
aerogeneratori in quanto costituiscono gli elementi di piu'  incisiva
intrusivita'. 
3.1 Analisi dell'inserimento nel paesaggio 
Un'analisi del paesaggio mirata alla  valutazione  del  rapporto  fra
l'impianto e la preesistenza dei luoghi costituisce elemento fondante
per l'attivazione di buone  pratiche  di  progettazione,  presupposto
indispensabile per l'ottimizzazione delle scelte operate. 
Le indicazioni metodologiche generali, riportate in corsivo,  fornite
dall'allegato tecnico del D.P.C.M. 12 dicembre 2005 per la  redazione
della  Relazione  Paesaggistica,  obbligatorie  nei   casi   previsti
dall'art. 146 del D.lgs  42/2004,  costituiscono  comunque  un  utile
riferimento  per  una  puntuale  analisi  di  qualsiasi  contesto   e
paesaggio, alla luce  dei  principi  della  Convenzione  Europea  del
Paesaggio. 
Pertanto  le  analisi  del  territorio  dovranno  essere   effettuate
attraverso una attenta  e  puntuale  ricognizione  e  indagine  degli
elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio, effettuata alle
diverse scale  di  studio  (vasta,  intermedia  e  di  dettaglio)  in
relazione  al  territorio  interessato  alle  opere  e  al  tipo   di
installazione  prevista,  fatta   salva   comunque   la   necessita',
successiva al rilascio dell'autorizzazione, della scala di  dettaglio
ai fini delle verifiche di ottemperanza.. 
Le  analisi  debbono  non  solo  definire   l'area   di   visibilita'
dell'impianto, ma anche il modo in  cui  l'impianto  viene  percepito
all'interno del bacino visivo. 
Le analisi visive debbono inoltre tener in  opportuna  considerazione
gli effetti cumulativi derivanti dalla compresenza di piu'  impianti.
Tali effetti possono derivare  dalla  co-visibilita',  dagli  effetti
sequenziali o dalla reiterazione. 
Si sottolinea l'importanza fondamentale, quale fonte  di  conoscenza,
del sopralluogo che consente il rilievo,  geometrico  e  fotografico,
dello stato dei luoghi nei propri aspetti  dimensionali,  materici  e
d'uso e che permette l'immediato riscontro delle conoscenze acquisite
a tavolino. 
Il sopralluogo rappresenta la prima  modalita'  di  rapporto  con  le
caratteristiche proprie dei luoghi oggetto di progetto. 
Le scale di analisi dovranno essere riferite a  cartografie  omogenee
che costituiranno il supporto cartografico di base su  cui  riportare
gli esiti delle ricognizioni  ed  indagini  e  quindi  delle  analisi
effettuate, indicando in ogni elaborato la nuova realizzazione. 
Lo stesso per quanto  riguarda  l'indicazione  dei  punti  di  presa,
scelti come di seguito indicato, utilizzati per  una  appropriata  ed
esaustiva documentazione fotografica dei luoghi cosi'  come  essi  si
presentano  ante  operam  e  delle  simulazioni  di  come   essi   si
presenteranno post operam. Si raccomanda l'utlizzo degli stessi punti
di presa delle immagini in cui saranno effettuate le simulazioni  per
una reale valutazione degli  effetti  sul  paesaggio  prodotti  dalle
trasformazioni previste. 
Tutto cio' premesso l'analisi dell'inserimento nel  paesaggio  dovra'
quantomeno prevedere: 
- analisi dei livelli di tutela 
Andranno evidenziati i  diversi  livelli  "...operanti  nel  contesto
paesaggistico e nell'area di intervento considerata, rilevabili dagli
strumenti di pianificazione paesaggistico, urbanistica e territoriale
e da ogni fonte normativa, regolamentare e provvedimentale;" fornendo
"indicazione della presenza di beni culturali tutelati ai sensi della
Parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio"; 
- analisi delle  caratteristiche  del  paesaggio  nelle  sue  diverse
componenti, naturali ed antropiche 
Andranno  messe  in  evidenza   "...   configurazioni   e   caratteri
geomorfologici;  appartenenza  a  sistemi   naturalistici   (biotopi,
riserve,  parchi  naturali,  boschi);  sistemi  insediativi   storici
(centri storici, edifici storici diffusi), paesaggi  agrari  (assetti
colturali tipici, sistemi tipologici rurali quali cascine,  masserie,
baite,  ecc.),  tessiture   territoriali   storiche   (centuriazioni,
viabilita' storica);  appartenenza  a  sistemi  tipologici  di  forte
caratterizzazione locale e sovralocale (sistema delle cascine a corte
chiusa, sistema delle ville, uso  sistematico  della  pietra,  o  del
legno, o del laterizio a  vista,  ambiti  a  cromatismo  prevalente);
appartenenza a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti
o  percorsi  panoramici;  appartenenza  ad  ambiti  a  fine   valenza
simbolica"; 
- analisi dell'evoluzione storica del territorio. 
Andranno, percio', messi in evidenza: "...la tessitura  storica,  sia
vasta che minuta esistente: in particolare, il disegno  paesaggistico
(urbano  e/o  extraurbano),  l'integrita'  di  relazioni,   storiche,
visive,  simboliche  dei  sistemi  di  paesaggio  storico   esistenti
(rurale,  urbano,  religioso,   produttivo,   ecc.),   le   strutture
funzionali essenziali alla vita antropica, naturale e alla produzione
(principali reti di infrastrutturazione); le emergenze significative,
sia storiche, che simboliche"; 
- analisi dell'intervisibilita' dell'impianto nel paesaggio, 
Andra' analizzata, a seconda delle sue caratteristiche  distributive,
di densita' e  di  estensione  attraverso  la  "...  rappresentazione
fotografica dello stato attuale dell'area d'intervento e del contesto
paesaggistico, ripresi da luoghi di normale accessibilita' e da punti
e  percorsi  panoramici,  dai  quali  sia  possibile   cogliere   con
completezza le fisionomie fondamentali del territorio.  Nel  caso  di
interventi collocali in punti  di  particolare  visibilita'  (pendio,
lungo mare, lungo fiume,  ecc.),  andra'  particolarmente  curata  la
conoscenza dei colori, dei materiali  esistenti  e  prevalenti  dalle
zone piu' visibili, documentata con /olografie  e  andranno  studiate
soluzioni adatte al loro inserimento sia nel  contesto  paesaggistico
che nell'area di intervento". 
Facendo riferimento alla  documentazione  prescritta  per  la  citata
Relazione Paesaggistica sono richiesti preferendo dove  possibile  la
planimetria con scala piu' bassa: 
1. planimetria in scala 1: 5.000 o 1: 10.000 o 1: 25.000  o  1:50.000
con indicati i punti da cui e' visibile l'area di intervento; 
2. cartografia in scala 1: 5.000 o 1: 10.000 o 1: 25.000  o  1:50.000
che evidenzi le caratteristiche morfologiche dei luoghi, la tessitura
storica   del   contesto   paesaggistico,   il   rapporto   con    le
infrastrutture, le reti esistenti naturali e artificiali; 
3. planimetria in scala 1: 2.000 o 1: 5.000 o 1:10.000 che riveli nel
dettaglio  la  presenza  degli  elementi  costitutivi  del  paesaggio
nell'area di intervento; 
4. simulazioni di progetto. 
In  particolare  dovra'  essere  curata  "...La  carta  dell'area  di
influenza visiva degli impianti proposti; la conoscenza dei caratteri
paesaggistici dei luoghi secondo le indicazioni del precedente  punto
2. Il progetto dovra' mostrare le localizzazioni proposte all'interno
della cartografia conoscitiva e simulare  l'effetto  paesistico,  sia
dei singoli impianti che dell'insieme  formato  da  gruppi  di  essi,
attraverso la fotografia e lo strumento  del  rendering,  curando  in
particolare la  rappresentazione  dei  luoghi  piu'  sensibili  e  la
rappresentazione delle infrastrutture accessorie all'impianto". 
L'analisi dell'interferenza  visiva  passa  inoltre  per  i  seguenti
punti: 
a) definizione del bacino visivo dell'impianto  eolico,  cioe'  della
porzione di territorio interessato costituito dall'insieme dei  punti
di vista da cui l'impianto e' chiaramente  visibile;.  Gli  elaborati
devono curare in particolare le analisi relative al  suddetto  ambito
evidenziando le modifiche apportate e  mostrando  la  coerenza  delle
soluzioni rispetto ad esso. Tale analisi dovra' essere  riportata  su
un supporto cartografico alla scala opportuna, con indicati  i  punti
utilizzati per la predisposizione  della  documentazione  fotografica
individuando  la  zona  di  influenza  visiva  e  le   relazioni   di
intervisibilita' dell'intervento proposto; 
b)  ricognizione  dei  centri  abitati  e  dei   beni   culturali   e
paesaggistici riconosciuti come tali ai sensi del Decreto legislativo
42/2004, distanti in linea d'aria non  meno  di  50  volte  l'altezza
massima del piu' vicino aerogeneratore, documentando fotograficamente
l'interferenza con le nuove strutture; 
c) descrizione, rispetto ai punti di vista di cui alle lettere  a)  e
b), dell'interferenza visiva dell'impianto consistente in: 
- ingombro (schermo, intrusione, sfondo) dei coni visuali  dai  punti
di vista prioritari; 
-   alterazione   del   valore   panoramico    del    sito    oggetto
dell'installazione. 
Tale descrizione e' accompagnata da una simulazione  delle  modifiche
proposte,  soprattutto  attraverso   lo   strumento   del   rendering
fotografico che illustri la situazione post operam. Il rendering deve
avere, almeno, i seguenti requisiti: 
- essere realizzato su immagini reali ad alta definizione; 
- essere realizzato in riferimento a punti di vista significati; 
- essere realizzato  su  immagini  realizzate  in  piena  visibilita'
(assenza di nuvole, nebbia; etc.); 
- essere realizzato in riferimento a tutti i beni immobili sottoposti
alla disciplina del D lgs 42/2004 per gli effetti di dichiarazione di
notevole interesse e notevole interesse pubblico. 
d) verifica, attraverso sezioni - skyline sul territorio interessato,
del rapporto  tra  l'ingombro  dell'impianto  e  le  altre  emergenze
presenti anche al  fine  di  una  precisa  valutazione  del  tipo  di
interferenza visiva sia dal  basso  che  dall'alto,  con  particolare
attenzione allorche' tale interferenza riguardi le  preesistenze  che
qualificano   e   caratterizzano   il   contesto   paesaggistico   di
appartenenza. 
3.2. Misure di mitigazione 
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione: 
a)  Ove  possibile,  vanno  assecondate  le  geometrie  consuete  del
territorio quali, ad esempio,  una  linea  di  costa  o  un  percorso
esistente  In  tal  modo  non  si  frammentano  e  dividono   disegni
territoriali consolidati; 
b)  Ove  possibile,  deve  essere  considerata  la   singolarita'   e
diversita' di ogni  paesaggio,  evitando  di  interrompere  un'unita'
storica riconosciuta; 
c)  la  viabilita'  di  servizio  non  dovra'   essere   finita   con
pavimentazione   stradale   bituminosa;   ma   dovra'   essere   resa
transitabile esclusivamente con materiali drenanti naturali; 
d) potra' essere previsto l'interramento  dei  cavidotti  a  media  e
bassa tensione, propri dell'impianto e  del  collegamento  alla  rete
elettrica; 
e) si dovra' esaminare l'effetto visivo provocato da un'alta densita'
di aerogeneratori relativi ad un singolo  parco  eolico  o  a  parchi
eolici adiacenti; tale effetto deve essere in particolare esaminato e
attenuato rispetto ai punti di vista o di belvedere,  accessibili  al
pubblico, di cui all'articolo 136; comma 1, lettera  d,  del  Codice,
distanti in linea d'aria non meno di 50 volte l'altezza  massima  del
piu' vicino aerogeneratore; 
f)   utilizzare   soluzioni   cromatiche   neutre   e   di    vernici
antiriflettenti, qualora disponibili; 
g) ove necessarie, le segnalazioni per ragioni di sicurezza del  volo
a bassa quota,  siano  limitate,  alle  macchine  piu'  esposte  (per
esempio quelle terminali del campo eolico o quelle piu' in alto);  se
cio' e' compatibile con le normative in materie di sicurezza; 
h) prevedere l'assenza di cabine di trasformazione a base palo (fatta
eccezione per le cabine di smistamento del parco eolico); utilizzando
tubolari al fine di evitare zone cementate che possono invece  essere
sostituite da prato, erba, etc. ; 
i) preferire  gruppi  omogenei  di  turbine  piuttosto  che  macchine
individuali  disseminate  sul  territorio  perche'  piu'   facilmente
percepibili come un insieme nuovo; 
j) in aree fortemente urbanizzate, puo' essere opportuno prendere  in
considerazione luoghi in cui sono gia' presenti grandi infrastrutture
(linee elettriche, autostrade, insediamenti industriali, ecc.)  quale
idonea ubicazione del nuovo impianto: la frammistione delle  macchine
eoliche ad impianti di altra natura ne limita l'impatto visivo; 
k) la scelta del luogo di ubicazione di un nuovo impianto eolico deve
tener conto  anche  dell'eventuale  preesistenza  di  altri  impianti
eolici sullo stesso territorio. In questo caso va, infatti,  studiato
il rapporto tra macchine vecchie e nuove rispetto  alle  loro  forme,
dimensioni e colori; 
l)  nella  scelta  dell'ubicazione  di   un   impianto   considerare,
compatibilmente con i vincoli di carattere tecnico e  produttivo;  la
distanza da punti panoramici o da luoghi di  alta  frequentazione  da
cui l'impianto puo' essere percepito. Al diminuire di  tale  distanza
e' certamente maggiore l'impatto visivo delle macchine eoliche; 
m)  sarebbe  opportuno  inserire  le  macchine  in  modo  da  evitare
l'effetto di eccessivo affollamento da significativi  punti  visuali;
tale riduzione si  puo'  anche  ottenere  aumentando,  a  parita'  di
potenza complessiva, la potenza unitaria delle macchine e  quindi  la
loro dimensione, riducendone contestualmente il numero. Le dimensioni
e  la  densita',  dunque,  dovranno  essere  commisurate  alla  scala
dimensionale del sito; 
n) una mitigazione dell'impatto sul paesaggio  puo'  essere  ottenuta
con il criterio, di assumere una distanza minima tra le  macchine  di
5-7 diametri sulla direzione prevalente del vento e di  3-5  diametri
sulla direzione perpendicolare a quella prevalente del vento; 
o) la valutazione degli effetti sul paesaggio di un  impianto  eolico
deve considerare le variazioni legate alle  scelte  di  colore  delle
macchine da installare. Sebbene norme  aeronautiche  ed  esigenze  di
mitigazione degli impatti sull'avifauna pongano dei limiti entro  cui
operare, non mancano utili sperimentazioni per un uso del colore  che
contribuisca alla creazione di un progetto di paesaggio; 
p) ove non sussistano  controindicazioni  di  carattere  archeologico
sara' preferibile interrare le linee elettriche di collegamento  alla
RTN e ridurle al minimo numero possibile  dove  siano  presenti  piu'
impianti eolici. La riduzione al minimo di tutte le costruzioni e  le
strutture accessorie favorira' la percezione del  parco  eolico  come
unita'. E' importante, infine, pavimentare le strade di servizio  con
rivestimenti permeabili. 
 
4. IMPATTO SU FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI 
L'impatto degli impianti eolici sulla  vegetazione  e'  riconducibile
unicamente al danneggiamento e/o alla eliminazione diretta di habitat
e specie floristiche. 
Sulla fauna (in particolare avifauna  e  mammiferi  chirotteri)  sono
possibili, invece, impatti  di  tipo  diretto  (ad  es.  dovuti  alla
collisione degli animali con parti dell'impianto) o indiretto (dovuti
ad  es.  alla  modificazione  o  perdita   di   siti   alimentari   e
riproduttivi) 
Agli  impatti  su  flora  e  fauna  possono  inoltre  essere   legate
conseguenze generali sugli ecosistemi. 
Queste tipologie di impatti sono presenti sia in fase di  costruzione
dell'impianto eolico, che nella successiva fase di esercizio. 
Di seguito vengono indicate, dunque, le informazioni  che  dovrebbero
essere inserite nello Studio di Impatto Ambientale, qualora previsto,
al fine di valutare tali impatti. 
4.1. Analisi dell'impatto su vegetazione e flora 
La descrizione dello stato iniziale dei  luoghi  dovra'  generalmente
comprendere: 
- Analisi vegetazionale e floristica sul sito e  sull'area  vasta  ed
individuazione  degli  habitat  delle  specie  di  flora  di   pregio
naturalistico (specie elencate in: normative regionali,  Libro  Rosso
delle  piante  d'Italia,  Liste  rosse  regionali,  IUCN,   Direttive
comunitarie) ; 
Analisi degli impatti 
- Devono essere valutate e minimizzate le modifiche che si verificano
su habitat e vegetazione durante la fase di cantiere (costruzione  di
nuove strade di servizio e delle fondazioni per  gli  aerogeneratori;
interramento della rete elettrica, traffico di veicoli pesanti per il
trasporto di materiali e componenti per la costruzione dell'impianto,
ecc.). 
- Deve essere evitato/minimizzato  il  rischio  di  erosione  causato
dalla  impermeabilizzazione  delle  strade  di   servizio   e   dalla
costruzione dell'impianto. 
4.2. Analisi dell'impatto sulla fauna 
L'analisi  dello  stato  iniziale  dei  luoghi  dovra'   generalmente
comprendere: 
- Analisi faunistica sulle principali specie  presenti  nell'area  di
intervento e nell'area circostante, con particolare riferimento  alle
specie  di  pregio  (IUCN,  Convenzioni   internazionali,   Direttive
comunitarie, Liste rosse regionali e nazionali; normative regionali); 
- Individuazione  cartografica  dei  Siti  Natura  2000,  delle  aree
naturali  protette  e  delle  zone  umide,  di  aree  di   importanza
faunistica  quali  siti  di  riproduzione,  rifugio,  svernamento   e
alimentazione, con particolare riguardo all'individuazione di siti di
nidificazione e di caccia dei rapaci, corridoi di transito utilizzati
dall'avifauna migratoria e dei grossi mammiferi; grotte utilizzate da
popolazioni di chirotteri; l'individuazione deve essere supportata da
effettivi e documentabili  studi  di  settore  reperibili  presso  le
pubbliche amministrazioni, enti di ricerca, universita', ecc. 
- Analisi del flusso aerodinamico perturbato al fine di  valutare  la
possibile interazione con l'avifauna. 
Analisi degli impatti 
- Deve essere effettuata l'analisi degli impatti distintamente  sulle
sulle specie piu' sensibili e su quelle  di  pregio  (in  particolare
sull'avifauna  e  sui  chirotteri);  valutando  i  seguenti  fattori:
modificazione dell'habitat, probabilita' di decessi  per  collisione,
variazione della densita' di popolazione. 
4.3. Analisi dell'impatto sugli ecosistemi 
L'analisi dello  stato  iniziale  dei  luoghi  dovrebbe  generalmente
comprendere: 
- L'individuazione delle principali unita' ecosistemiche presenti nel
territorio interessato dall'intervento. 
- L'analisi qualitativa della struttura degli ecosistemi che metta in
evidenza la  funzione  delle  singole  unita'  ecosistemiche.  Devono
essere descritte le componenti abiotiche e biotiche delle  principali
unita' ecosistemiche, di ciascuna  unita'  ecosistemica,  e  la  loro
dinamica con  particolare  riferimento  alla  relazione  fra  i  vari
popolamenti faunistici e al ruolo svolto dalle catene alimentari. 
Analisi degli impatti 
-  E'  opportuno  valutare   i   possibili   impatti   sulle   unita'
ecosistemiche di particolare rilievo  (boschi,  corsi  d'acqua,  zone
umide, praterie primarie, ecc.). 
4.4. Misure di mitigazione 
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione: 
a) minimizzazione delle modifiche dell'habitat in fase di cantiere  e
di esercizio; 
b) contenimento dei tempi di costruzione; 
c) utilizzo ridotto delle nuove strade realizzate  a  servizio  degli
impianti  (chiusura  al  pubblico   passaggio   ad   esclusione   dei
proprietari)  ed  utilizzo  esclusivamente  per   le   attivita'   di
manutenzione degli stessi; 
d) utilizzo di aerogeneratori con torri tubolari, con bassa velocita'
di rotazione delle pale e privi di tiranti; 
e) ripristino della vegetazione eliminata durante la fase di cantiere
e  restituzione  alle  condizioni  iniziali  delle  aree  interessate
dall'opera non piu' necessarie alla fase di esercizio (piste, aree di
cantiere e di stoccaggio dei materiali). Dove non e'  piu'  possibile
il ripristino, e' necessario avviare un piano di recupero  ambientale
con interventi tesi a favorire la ripresa spontanea della vegetazione
autoctona; 
f) Utilizzo di accorgimenti, nella colorazione delle  pale,  tali  da
aumentare la percezione del rischio da parte dell'avifauna; 
g) Inserimento di eventuali interruttori e trasformatori  all'interno
della cabina; 
h) Interramento o isolamento per  il  trasporto  dell'energia  su  le
linee elettriche a bassa e media tensione, mentre per quelle ad  alta
tensione potranno essere previsti spirali o sfere colorate; 
i) Durante la fase di cantiere dovranno essere  impiegati  tutti  gli
accorgimenti tecnici possibili  per  ridurre  il  piu'  possibile  la
dispersione di polveri nel sito e nelle aree circostanti. 
 
5. GEOMORFOLOGIA E TERRITORIO 
5.1. Analisi delle interazioni geomorfologiche 
Nel caso in cui l'impianto sia progettato in un'area con rete  viaria
scarsa o inesistente, oppure  la  conformazione  orografica  presenti
forti acclivita', devono essere valute e ponderate le diverse opzioni
per la realizzazione  di  nuove  strade  o  l'adeguamento  di  quelle
esistenti al passaggio degli automezzi di trasporto. 
Andra'  valutata  con  attenzione   l'ubicazione   delle   torri   in
prossimita' di aree caratterizzate  da  situazioni  di  dissesto  e/o
rischio idrogeologico perimetrate nei Piani di Assetto  Idrogeologico
(P.A.I.) elaborati dalle competenti  Autorita'  di  Bacino  ai  sensi
della legge 183/1989 e successive modificazioni 
Andranno valutate le modalita' di ubicazione degli impianti  e  delle
opere connesse, in prossimita' di compluvi e torrenti montani  e  nei
pressi di morfostrutture carsiche quali doline e inghiottitoi. 
In ogni caso, le informazioni seguenti andranno generalmente fornite,
con riferimento a un'area sufficientemente grande  da  consentire  un
corretto inquadramento dell'intervento: 
1. localizzazione delle pale o dei tralicci; 
2. la viabilita' esistente; 
3. i tratti di strade esistenti da adeguare; 
4. le strade da realizzare; 
5. il tracciato del collegamento alla rete elettrica nazionale; 
6. la rete elettrica esistente; 
7. le cabine da realizzare. 
Il  progetto  preliminare  o  definitivo  delle  strade  di   accesso
all'impianto deve essere corredato dai profili  altimetrici  e  dalle
sezioni tipo; ove l'acclivita' e' elevata, dovranno essere  elaborate
sezioni  specifiche  da  cui   risulti   possibile   evidenziare   le
modificazioni che saranno apportate in  quella  sede.  Tali  sezioni,
accompagnate  da  una  simulazione   fotografica,   dovranno   essere
riportate nello studio di impatto ambientale. 
Il  progetto  statico,  da  presentare  prima  del  rilascio   finale
dell'autorizzazione, dovra' includere: 
- le caratteristiche costruttive delle fondazioni in  cemento  armato
degli aerogeneratori; 
- le caratteristiche geotecniche del  terreno  secondo  la  relazione
geologica, geotecnica ed idrogeologica ai sensi dell'articolo 27  del
D.P.R. n. 554/99. 
5.2 Analisi della fase di cantiere 
Dovranno essere indicati i percorsi utilizzati per il trasporto delle
componenti  dell'impianto  fino  al  sito  prescelto,   privilegiando
l'utilizzo di  strade  esistenti  ed  evitando  la  realizzazione  di
modifiche ai tracciati, compatibilmente con le varianti necessarie al
passaggio dei mezzi pesanti e trasporti speciali. 
Dovranno essere evidenziate le dimensioni massime delle parti in  cui
potranno essere scomposti i componenti dell'impianto  ed  i  relativi
mezzi di trasporto, tra cui saranno tendenzialmente  da  privilegiare
quelli che consentono un accesso al cantiere con interventi  minimali
alla viabilita' esistente. 
Nel caso sia indispensabile realizzare tratti viari di nuovo impianto
essi andranno accuratamente individuati, preferendo quelle  soluzioni
che  consentano  il  ripristino  dei  luoghi  una  volta   realizzato
l'impianto. 
Dovra' essere predisposto un sistema di canalizzazione delle acque di
dilavamento delle aree di cantiere che  consenta  la  raccolta  delle
acque  di  qualsiasi  origine   (meteoriche   o   provenienti   dalle
lavorazioni) per il successivo convogliamento  al  recettore  finale,
previo eventuale trattamento necessario  ad  assicurare  il  rispetto
della normativa nazionale e regionale vigente. 
E' opportuno prevedere, al termine dei lavori, una fase di ripristino
morfologico e vegetazionale di tutte le aree soggette a movimento  di
terra, ripristino della viabilita' pubblica e privata, utilizzata  ed
eventualmente danneggiata in seguito alle lavorazioni. 
5.3. Misure di mitigazione 
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione: 
a) minima distanza di  ciascun  aerogeneratore  da  unita'  abitative
munite di abitabilita', regolarmente censite e  stabilmente  abitate,
non inferiore ai 200 m; 
b) minima distanza  di  ciascun  aerogeneratore  dai  centri  abitati
individuati dagli strumenti urbanistici vigenti  non  inferiore  a  6
volte l'altezza massima dell'aerogeneratore; 
c) E'  opportuno  realizzare  il  cantiere  per  occupare  la  minima
superficie  di  suolo,  aggiuntiva   rispetto   a   quella   occupata
dall'impianto e che interessi preferibilmente,  ove  possibile,  aree
degradate da recuperare o comunque suoli gia' disturbati e  alterati;
(questa frase e' in netto contrasto con quanto  detto  in  precedenza
sul preferire aerogeneratori con taglie maggiori, infatti a  maggiore
dimensione delle  macchine  corrisponde  necessariamente  un'area  di
antiere maggiore!) 
d)  utilizzo  dei  percorsi  di  accesso  presenti  se   tecnicamente
possibile ed  adeguamento  dei  nuovi  eventualmente  necessari  alle
tipologie esistenti; 
e) contenimento dei tempi di costruzione; 
f) deve essere posta attenzione alla stabilita' dei  pendii  evitando
pendenze in cui si possono innescare fenomeni di erosione.  Nel  caso
di  pendenze  superiori  al  20%  si   dovra'   dimostrare   che   la
realizzazione di impianti eolici non produrra' ulteriori processi  di
erosione e fenomeni di dissesto idrogeologico; 
g) gli sbancamenti e i riporti di  terreno  dovranno  essere  i  piu'
contenuti possibile; 
h) deve essere data preferenza agli elettrodotti di collegamento alla
rete elettrica aerei qualora l'interramento sia insostenibile  da  un
punto di vista ambientale, geologico o archeologico. 
 
6. INTERFERENZE SONORE ED ELETTROMAGNETICHE 
6.1. Analisi delle sorgenti sonore 
Il rumore emesso dagli impianti eolici deriva dalla interazione della
vena fluida con le pale del  rotore  in  movimento  e  dipende  dalla
tecnologia adottata per le pale e dai materiali isolanti  utilizzati.
La distanza piu' opportuna tra i potenziali  corpi  ricettori  ed  il
parco eolico dipende dalla topografia locale,  dal  rumore  di  fondo
esistente, nonche' dalla taglia del progetto da realizzare. Anche  se
studi hanno dimostrato che a  poche  centinaia  di  metri  il  rumore
emesso dalle turbine eoliche e'  sostanzialmente  poco  distinguibile
dal rumore di fondo e che all'aumentare del vento si incrementa anche
il rumore di fondo, mascherando cosi' quello emesso  dalle  macchine,
risulta comunque opportuno effettuare rilevamenti fonometrici al fine
di verificare l'osservanza  dei  limiti  indicati  nel  D.P.C.M.  del
14.11.1997 e  il  rispetto  di  quanto  previsto  dalla  zonizzazione
acustica  comunale  ai  sensi  della  L.   447/95   con   particolare
riferimento ai ricettori sensibili.. 
E'  opportuno  eseguire  i  rilevamenti  prima  della   realizzazione
dell'impianto  per  accertare  il  livello  di  rumore  di  fondo  e,
successivamente, effettuare una previsione dell'alterazione del clima
acustico prodotta dall'impianto, anche al fine di adottare  possibili
misure di  mitigazione  dell'impatto  sonoro,  dirette  o  indirette,
qualora siano  riscontrati  livelli  di  rumorosita'  ambientale  non
compatibili con la zonizzazione acustica  comunale,  con  particolare
riferimento ai ricettori sensibili. 
6.2. Analisi delle  interferenze  elettromagnetiche  ed  interferenze
sulle telecomunicazioni 
L'interferenza elettromagnetica  causata  dagli  impianti  eolici  e'
molto ridotta nei casi in  cui  il  trasporto  dell'energia  prodotta
avviene  tramite  l'utilizzo  di  linee  di  trasmissione  esistenti.
Diverso e' il caso in cui le  linee  elettriche  siano  appositamente
progettate e costruite, per il quale, qualora si trattasse  di  linee
AT, a completamento  dell'eventuale  studio  di  impatto  ambientale,
dovra' essere allegata una relazione tecnica  di  calcolo  del  campo
elettrico  e  del  campo  di  induzione  magnetica   (corredata   dai
rispettivi diagrammi) che metta in luce il rispetto dei limiti  della
Legge 22 febbraio 2001, n. 36 e dei relativi decreti attuativi. 
In relazione al tratto della centrale  in  media  tensione  (MT),  la
relazione dovra' dimostrare il rispetto dei limiti  di  qualita'  del
campo elettrico e del campo  d'induzione  magnetica,  indicati  dalla
normativa in vigore, presso tutte i  punti  potenzialmente  sensibili
lungo il percorso del cavidotto. 
Gli  aerogeneratori  possono  anche  essere  fonte  di   interferenza
elettromagnetica a causa della riflessione e della  diffusione  delle
onde radio che investono la struttura, ovverosia possono influenzare:
le caratteristiche  di  propagazione  delle  telecomunicazioni  (come
qualsiasi ostacolo) e la forma del  segnale  ricevuto  con  eventuale
alterazione  dell'informazione.  Dovra'  quindi  essere  valutata  la
possibile interferenza. 
6.3. Misure di mitigazione 
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione: 
a) Utilizzo di generatori a  bassa  velocita'  e  con  profili  alari
ottimizzati per ridurre l'impatto sonoro; 
b) previsione di una adeguata  distanza  degli  aerogeneratori  dalla
sorgente  del  segnale  di   radioservizio   al   fine   di   rendere
l'interferenza irrilevante; 
c) utilizzo, laddove possibile, di linee di trasmissione esistenti; 
d) far confluire le linee ad Alta Tensione in un  unico  elettrodotto
di collegamento, qualora sia tecnicamente possibile e se la  distanza
del parco eolico dalla rete di trasmissione nazionale lo consenta; 
e) utilizzare; laddove possibile; linee interrate con una profondita'
minima di 1 m; protette e  accessibili  nei  punti  di  giunzione  ed
opportunamente segnalate; 
f) posizionare, dove possibile, il  trasformatore  all'interno  della
torre. 
 
7. INCIDENTI 
7.1. Analisi dei possibili incidenti 
E' opportuno prendere  in  esame  l'idoneita'  delle  caratteristiche
delle macchine, in relazione alle condizioni  meteorologiche  estreme
del sito. In tal senso: 
-   andrebbe   fornita   opportuna   documentazione   attestante   la
certificazione degli aerogeneratori secondo le norme IEC 61400; 
- andrebbe valutata la gittata massima degli elementi rotanti in caso
di rottura accidentale. 
Deve essere assicurata la protezione dell'areogeneratore in  caso  di
incendio  sia  in  fase  di  cantiere  che  di  esercizio  anche  con
l'utilizzo di dispositivi portatili (estintori). 
Andra' assicurato un adeguato trattamento e  smaltimento  degli  olii
derivanti dal funzionamento a regime del parco eolico (D Lgs.  n.  95
del  27  gennaio  1992,  Attuazione  delle  Direttive  75/439/CEE   e
87/101/CEE relative alla eliminazione degli olii usati). 
7.2. Misure di mitigazione 
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione: 
a) La distanza di ogni turbina eolica da  una  strada  provinciale  o
nazionale  deve  essere  superiore  all'altezza  massima   dell'elica
comprensiva del rotore e comunque non inferiore a 150  m  dalla  base
della torre. 
 
8. IMPATTI SPECIFICI, NEL CASO DI PARTICOLARI UBICAZIONI 
Qualora nelle prossimita' del sito oggetto  dell'installazione  siano
presenti  particolari  strutture   quali   aeroporti;   apparati   di
assistenza alla navigazione aerea, ponti radio di interesse pubblico,
devono essere adottate soluzioni  progettuali  atte  a  evitare  ogni
interferenza che arrechi pregiudizio al funzionamento delle strutture
stesse. 
 
9. TERMINE DELLA VITA UTILE DELL'IMPIANTO E DISMISSIONE 
Al termine della vita utile  dell'impianto  si  deve  procedere  alla
dismissione dello stesso e ripristino del sito in condizioni analoghe
allo stato originario (interventi di riforestazione e afforestazione,
etc.).  a  tale  riguardo  il  proponente  fornira'  garanzia   della
effettiva dismissione e del ripristino  del  sito  con  le  modalita'
indicata al paragrafo 5.3, lettera g). 
Oltre a fornire le suddette garanzie per la reale  dismissione  degli
impianti,  il  progetto   di   ripristino   dovra'   documentare   il
soddisfacimento dei seguenti criteri: 
- annegamento della struttura di fondazione in calcestruzzo sotto  il
profilo del suolo per almeno 1 m; 
- rimozione completa  delle  linee  elettriche  e  conferimento  agli
impianti di recupero e trattamento secondo la normativa vigente; 
- obbligo di comunicazione, a tutti i soggetti pubblici interessati. 
Qualora l'impianto risulti non operativo  da  piu'  di  12  mesi,  ad
eccezione di  specifiche  situazioni  determinate  da  interventi  di
manutenzione  ordinaria  o  straordinaria,  il  proprietario   dovra'
provvedere alla sua dismissione  nel  rispetto  di  quanto  stabilito
dall'articolo 12, comma 4, del decreto legislativo n. 387 del 2003.