(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
  1. Premessa, obiettivi ed ambiti di applicazione 
 
  1.1. I significativi cambiamenti registrati in questi anni in  tema
di assistenza sanitaria  ed  in  particolare  in  quella  ospedaliera
richiedono  un  sostanziale  ammodernamento  del  Servizio  sanitario
nazionale (SSN),  partendo  da  alcune  tematiche  prioritarie,  come
l'implementazione del governo clinico e la sicurezza delle  cure,  la
ricerca  e  l'innovazione,  nonche'  gli   impegni   che   discendono
dall'appartenenza   alla   comunita'   europea,   anche   a   seguito
dell'adozione   della   Direttiva    EU/24/2011    sulla    mobilita'
transfrontaliera  e  la  necessaria   riorganizzazione   della   rete
ospedaliera  in  base  a  standard   di   dotazione   strutturale   e
tecnologica,  bacino  di  utenza,  complessita'   delle   prestazioni
erogate. 
  Tutte  le  strutture  sanitarie  che  concorrono  a  garantire  gli
obiettivi assistenziali debbono operare secondo  il  principio  della
efficacia, qualita' e sicurezza delle  cure,  dell'efficienza,  della
centralita'  del  paziente  e  dell'umanizzazione  delle  cure,   nel
rispetto della dignita' della persona. Il riequilibrio dei ruoli  tra
ospedale e territorio  e  una  piu'  adeguata  attenzione  alle  cure
graduate costituiscono oggi gli obiettivi di politica sanitaria verso
cui i sistemi sanitari piu' avanzati si  sono  indirizzati  per  dare
risposte concrete a nuovi bisogni di salute determinati dagli effetti
delle tre transizioni - epidemiologica, demografica e sociale  -  che
hanno modificato il quadro di riferimento negli  ultimi  decenni.  Un
tale  cambiamento   strutturale   e   organizzativo   determina   una
inevitabile   ridistribuzione   delle   risorse   che   puo'   essere
oggettivamente ed equamente effettuata attraverso la valutazione  dei
volumi e della strategicita' delle prestazioni, delle  performance  e
degli esiti clinici. 
 
  1.2. In tal senso l'art.15, comma 13, lettera c) del d.l.  95/2012,
convertito, con modificazioni, dalla legge 135/2012  ha  previsto  la
definizione degli standard qualitativi,  strutturali,  tecnologici  e
quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, al fine di  rendere
la rete ospedaliera in grado di rispondere  in  maniera  adeguata  ai
nuovi bisogni e alle nuove modalita' del loro estrinsecarsi. 
  In questa logica, per promuovere la  qualita'  dell'assistenza,  la
sicurezza delle cure, l'uso appropriato delle risorse,  implementando
forme alternative al  ricovero,  quando  le  stesse  rispondano  piu'
efficacemente  ai  bisogni  di  una  popolazione  anziana   e/o   non
autosufficiente, gli obiettivi di razionalizzazione devono riguardare
prioritariamente quei servizi e quelle prestazioni  che  maggiormente
incidono sulla qualita' dell'assistenza sia in termini  di  efficacia
che di efficienza. La conseguente riduzione del tasso di  occupazione
dei posti letto, della durata della degenza media  ed  del  tasso  di
ospedalizzazione,  consentira'   che   gli   attesi   incrementi   di
produttivita' si possano  tradurre  in  un  netto  miglioramento  del
S.S.N. nel suo complesso, nel rispetto delle risorse programmate. 
  Il raggiungimento  di  tali  obiettivi  richiede  di  costruire  un
sistema  basato,  da  un  lato,  sull'integrazione  tra   i   servizi
ospedalieri, dall'altro, con l'integrazione  della  rete  ospedaliera
con la rete  dei  servizi  territoriali;  l'obiettivo  e'  quello  di
rendere  piu'  specifica  la  missione  assistenziale  affidata  agli
ospedali in modo da consentire a tutte le componenti di  svolgere  il
proprio specifico e definito ruolo di "presa in carico", garantendo i
richiesti livelli di qualita' degli interventi  e  rapportandosi  con
maggiore specificita' ai contesti sociali in cui la rete dell'offerta
e' inserita. 
  In una visione integrata dell'assistenza sanitaria, l'ospedale deve
assolvere ad una funzione specifica di gestione  delle  problematiche
assistenziali  dei  soggetti  affetti  da  una  patologia  (medica  o
chirurgica)  ad  insorgenza  acuta  e  con  rilevante  compromissione
funzionale,  ovvero  di  gestione  di  attivita'  programmabili   che
richiedono  un  contesto   tecnologicamente   ed   organizzativamente
articolato e complesso, capace di affrontare,  in  maniera  adeguata,
peculiari  esigenze  sanitarie  sia   acute   che   post-   acute   e
riabilitative. In ogni caso,  l'ospedale  assicura  la  gestione  del
percorso diagnostico terapeutico (PDT) del problema clinico di cui si
fa carico, sia all'interno del presidio che  all'interno  della  rete
ospedaliera,  affinche'  possa  essere  assicurata,  anche  in   fase
successiva alla prima accettazione, l'allocazione dei pazienti presso
i presidi che dispongano di un livello organizzativo coerente con  la
complessita' assistenziale del caso da trattare. Tale logica di  rete
deve  includere  l'individuazione  di  poli  d'eccellenza  a  livello
nazionale e deve essere considerata in una visione solidaristica  tra
regioni per la soddisfazione dei  casi  di  particolare  complessita'
(come gia' avviene in campo trapiantologico). La  rete  assistenziale
ospedaliera  deve  essere  formalmente  definita  e  resa   nota   ai
cittadini. 
  La gestione dei posti letto deve avvenire pertanto con  la  massima
flessibilita',  al  fine  di  assicurare   la   maggior   dinamicita'
organizzativa rispetto alla  domanda  appropriata  di  ricovero,  con
specifica rilevanza per le necessita' provenienti dal pronto soccorso
aventi  le  caratteristiche   dell'urgenza   e   dell'emergenza.   E'
raccomandata anche l'informatizzazione delle disponibilita' dei posti
letto per aree geografiche. 
  L'ospedale integra  la  propria  funzione  con  gli  altri  servizi
territoriali attraverso l'adozione ordinaria di linee  guida  per  la
gestione integrata dei PDT per le  patologie  complesse  ed  a  lungo
termine(in particolare quelle oncologiche  e  cardiovascolari)  e  di
Protocolli di Dimissione  protetta  per  i  pazienti  che  richiedono
continuita' di cura in fase post acuta (in particolare per i pazienti
con lesioni traumatiche e neurologiche). 
  Le regioni  avviano  programmi  di  telemedicina  per  la  gestione
integrata tra ospedale e territorio di alcune condizioni cliniche ove
cio'  sia  appropriato,  tra  le  quali  lo  scompenso  cardiaco,  le
broncopneumopatie croniche, il diabete. 
 
  1.3  Il  presente  documento,   fermi   restando   i   criteri   di
accreditamento gia' fissati dalle singole regioni in riferimento alle
singole  strutture  pubbliche  e  private,  nonche'  quanto  previsto
dall'Intesa Stato-regioni del 20 dicembre 2012 recante: "Disciplinare
sulla revisione della  normativa  dell'Accreditamento"  e  successive
disposizioni,  definisce  le  condizioni  necessarie  per   garantire
livelli di assistenza ospedaliera omogenei  su  tutto  il  territorio
nazionale, in termini di  adeguatezza  delle  strutture,  di  risorse
umane impiegate in  rapporto  al  numero  di  pazienti  trattati,  al
livello di complessita' clinico - assistenziale  della  struttura  ed
alla sua interazione sinergica nell'ambito della  rete  assistenziale
territoriale,  fissando  gli   standard   qualitativi,   strutturali,
tecnologici e  quantitativi  relativi  all'assistenza  ospedaliera  e
promuovendo   l'ampliamento   degli    ambiti    dell'appropriatezza,
efficacia, efficienza,  umanizzazione,  sicurezza  e  qualita'  delle
cure. 
  In materia di qualita'  e  sicurezza  strutturale  si  applicano  i
contenuti degli atti  normativi  e  delle  linee  guida  nazionali  e
regionali vigenti in materia di qualita' e sicurezza delle strutture. 
  Per quanto attiene alle strutture sanitarie pubbliche si richiamano
gli standard sulle unita' operative semplici e  complesse,  approvati
nella seduta del 26 marzo 2012 dal Comitato  ex  art.  9  dell'Intesa
Stato regioni del 23 marzo 2005, ai sensi dell'articolo 12, comma  1,
lettera b) del patto per la salute 2010-2012. 
 
  1.4 Per promuovere un uso appropriato  dell'ospedale,  ai  fini  di
migliorare la qualita' dell'assistenza offrendo al paziente la giusta
intensita' di cura per  le  sue  condizioni  cliniche,  nel  contesto
assistenziale piu' rispondente ai suoi bisogni, e' indispensabile che
le regioni, nel recepire  i  contenuti  del  presente  provvedimento,
adottino anche un atto di  indirizzo  per  le  aziende  ed  enti  del
Servizio  sanitario  regionale  nonche'  per  le  strutture   privare
accreditate,  relativo  a  specifici  criteri  per  l'ammissione   ai
trattamenti  ospedalieri  sia  di  elezione  che  in  condizioni   di
emergenza-urgenza. 
  I criteri dovranno essere definiti con Intesa sancita  in  sede  di
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le  regioni  e  le
province autonome di Trento e di Bolzano, tenuto conto di linee guida
elaborate da un tavolo tecnico che verra' istituito  entro  tre  mesi
dalla data di entrata  in  vigore  del  presente  decreto  presso  il
Ministero della salute,  composto  da  rappresentanti  del  Ministero
stesso, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.nas),
regioni e province autonome. 
  Le linee guida dovranno fornire indicazioni, in modo che i  criteri
di ammissione ai trattamenti ospedalieri siano: 
a)  finalizzati  a  valutare  e  selezionare  i  pazienti   ai   fini
dell'ammissione sotto il profilo di : 
     -severita' della condizione clinica/evento morboso/trauma che ha
portato il paziente in ospedale 
     -intensita'/complessita' dell'assistenza necessaria. 
 
b) specificamente definiti per l'ammissione in: 
     -ricovero ordinario in strutture/UO ospedaliere per acuti 
     -ricoveri diurni in strutture/UO ospedaliere per acuti 
     -ricoveri ordinari in strutture/UO ospedaliere per lungodegenza 
     -ricoveri   ordinari    in    strutture/UO    ospedaliere    per
riabilitazione 
     -ricoveri diurni in strutture/UO ospedaliere per riabilitazione 
     -osservazione breve 
 
  1.5  Le  regioni  nell'adottare  la  riorganizzazione  della   rete
ospedaliera nel  rispetto  della  dotazione  di  posti  letto  (p.l.)
previsti dalla citata legge 135/2012, assumono  come  riferimento  un
tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il  25
per cento riferito a ricoveri diurni.  In  tal  senso,  ai  fini  del
corretto  calcolo   del   tasso   di   ospedalizzazione,   per   ogni
trasferimento del paziente ad altro tipo di  attivita'  o  regime  di
ricovero, si  richiamano  le  indicazioni  gia'  operanti  a  livello
nazionale in materia di compilazione di distinte schede di dimissione
ospedaliera nel passaggio da  un'attivita'/  regime  di  ricovero  ad
altro, ad es. da ricovero ordinario a ricovero diurno o  da  ricovero
per acuti a  ricovero  in  recupero  e  riabilitazione  funzionale  o
lungodegenza. 
 
  2. Classificazione delle strutture ospedaliere 
 
  2.1. La programmazione regionale provvede  alla  definizione  delle
rete dei posti letto ospedalieri per acuti,  attribuendo  ai  presidi
ospedalieri pubblici e privati accreditati le relative funzioni entro
il limite di 3 posti letto  per  mille  abitanti,  calcolati  con  le
modalita' di cui all'articolo 1, comma 3 del presente decreto  ed  in
base alla classificazione di cui ai successivi punti 2.2 e  seguenti,
declinata secondo l'organizzazione per complessita' e  intensita'  di
cura. 
  L'organizzazione secondo livelli gerarchici di  complessita'  delle
strutture ospedaliere che erogano prestazioni in regime  di  ricovero
ospedaliero a ciclo continuativo  e  diurno  per  acuti,  tramite  un
modello in rete organizzato in base alle  specificita'  di  contesto,
concorre  a  rispondere  in  maniera   appropriata   agli   obiettivi
individuati  nel  precedente  paragrafo.  Le  strutture  ospedaliere,
comprese quelle in cui non tutte le specialita' previste nei  presidi
sono  dotate  di  posti  letto  dedicati,  prevedono  tre  livelli  a
complessita' crescente. 
 
  2.2 I presidi ospedalieri di base, con bacino  di  utenza  compreso
tra 80.000 e 150.000 abitanti, salvo quanto previsto  dal  successivo
punto 9.2.2, sono strutture dotate di sede di Pronto Soccorso con  la
presenza di un numero limitato di  specialita'  ad  ampia  diffusione
territoriale:  Medicina  interna,  Chirurgia   generale,   Ortopedia,
Anestesia e servizi di supporto in rete  di  guardia  attiva  e/o  in
regime di pronta disponibilita' sulle 24 ore  (h.24)  di  Radiologia,
Laboratorio, Emoteca. Devono essere  dotati,  inoltre,  di  letti  di
"Osservazione Breve Intensiva". 
 
  2.3 I presidi ospedalieri  di  I  livello,  con  bacino  di  utenza
compreso tra 150.000 e  300.000  abitanti,  sono  strutture  sede  di
Dipartimento di Emergenza Accettazione (DEA)  di  I  livello,  dotate
delle seguenti specialita':  Medicina  Interna,  Chirurgia  Generale,
Anestesia e Rianimazione, Ortopedia  e  Traumatologia,  Ostetricia  e
Ginecologia  (se  prevista  per  numero  di  parti/anno),  Pediatria,
Cardiologia con Unita' di Terapia Intensiva Cardiologica  (U.T.I.C.),
Neurologia, Psichiatria, Oncologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria,
Urologia, con servizio medico di guardia attiva e/o di  reperibilita'
oppure in rete per le  patologie  che  la  prevedono.  Devono  essere
presenti o disponibili in rete h. 24 i Servizi di  Radiologia  almeno
con  Tomografia  assiale  computerizzata   (T.A.C.)   ed   Ecografia,
Laboratorio, Servizio Immunotrasfusionale. Per le patologie complesse
(quali i traumi, quelle cardiovascolari,  lo  stroke)  devono  essere
previste forme di consultazione, di trasferimento  delle  immagini  e
protocolli concordati di trasferimento dei pazienti presso  i  Centri
di  II  livello.  Devono  essere  dotati,  inoltre,   di   letti   di
"Osservazione Breve Intensiva" e di letti per la Terapia Subintensiva
(anche a carattere multidisciplinare). 
 
  2.4 I presidi ospedalieri di  II  livello,  con  bacino  di  utenza
compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, sono strutture  dotate  di
DEA di II livello. Tali  presidi  sono  istituzionalmente  riferibili
alle Aziende ospedaliere, alle Aziende ospedaliero  universitarie,  a
taluni Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS)  e
a Presidi di grandi dimensioni della Azienda sanitaria locale  (ASL).
Tali  presidi  sono  dotati  di  tutte  le  strutture  previste   per
l'Ospedale di I Livello, nonche'  di  strutture  che  attengono  alle
discipline piu' complesse non previste nell'Ospedale  di  I  Livello,
quali a titolo indicativo, nel rispetto del criterio  prevalente  dei
bacini di utenza di cui  al  successivo  punto  3.:  Cardiologia  con
emodinamica interventistica h. 24, Neurochirurgia, Cardiochirurgia  e
Rianimazione   cardiochirurgica,   Chirurgia   Vascolare,   Chirurgia
Toracica, Chirurgia Maxillo-facciale, Chirurgia plastica,  Endoscopia
digestiva  ad  elevata  complessita',  Broncoscopia  interventistica,
Radiologia  interventistica,  Rianimazione  pediatrica  e  neonatale,
Medicina Nucleare e altre eventuali discipline di  alta  specialita';
devono essere presenti h.24 i Servizi di Radiologia con almeno T.A.C.
ed   Ecografia   (con   presenza   medica),   Laboratorio,   Servizio
Immunotrasfusionale.  Nelle  regioni  con  popolazione  inferiore  ai
600.000 abitanti, con uno scostamento  del  6%,  l'attivazione  o  la
conferma dei presidi ospedalieri di II livello  e'  subordinata  alla
stipula di un accordo di programmazione integrata interregionale  con
le regioni confinanti in modo da garantire  il  rispetto  del  valore
soglia  del  bacino  di   utenza   sopra   indicato.   Tale   accordo
interregionale va stipulato entro tre mesi dalla data di  entrata  in
vigore del presente decreto. 
 
  2.5 Il provvedimento regionale  generale  di  cui  all'articolo  1,
comma 2, del presente decreto, stabilisce  che,  fermo  restando  che
l'attivita' assistenziale esercitata per conto del Servizio sanitario
nazionale  viene  annualmente  programmata  dalla  regione   con   la
fissazione dei volumi di attivita' ed i tetti  di  remunerazione  per
prestazioni  e  funzioni  da   indicarsi   negli   appositi   accordi
contrattuali  annuali,  le   strutture   ospedaliere   private   sono
accreditate, in base alla programmazione regionale,  considerando  la
presenza delle specialita' previste per i tre livelli a  complessita'
crescente di cui ai punti 2.2, 2.3 e 2.4, e puo' prevedere, altresi',
strutture con compiti complementari  e  di  integrazione  all'interno
della rete ospedaliera, stabilendo altresi' che,  a  partire  dal  1°
gennaio  2015,  entri  in  vigore  e  sia  operativa  una  soglia  di
accreditabilita' e di sottoscrivibilita' degli  accordi  contrattuali
annuali, non inferiore a 60  p.l.  per  acuti,  ad  esclusione  delle
strutture  monospecialistiche  per  le  quali  e'  fatta   salva   la
valutazione regionale dei singoli contesti secondo  le  modalita'  di
cui all'ultimo periodo del presente  punto.  Al  fine  di  realizzare
l'efficientamento  della   rete   ospedaliera,   per   le   strutture
accreditate gia' esistenti alla data del 1°  gennaio  2014,  che  non
raggiungono la soglia dei 60 posti accreditati per  acuti,  anche  se
dislocate in siti diversi  all'interno  della  stessa  regione,  sono
favoriti i processi di riconversione e/o  di  fusione  attraverso  la
costituzione   di   un   unico    soggetto    giuridico    ai    fini
dell'accreditamento da realizzarsi entro il 30 settembre 2016 in modo
da consentirne la piena operativita' dal 1° gennaio 2017.  In  questi
casi,  con  riferimento  al  nuovo   soggetto   giuridico   ai   fini
dell'accreditamento, la soglia dei p.l. complessivi non  puo'  essere
inferiore a 80 p.l. per acuti e le preesistenti  strutture  sanitarie
che lo compongono devono assicurare attivita' affini e complementari.
Di norma, il  processo  di  fusione  delle  suddette  strutture  deve
privilegiare  l'aggregazione  delle   stesse   in   unica   sede   e,
preliminarmente,   ciascuna   struttura   oggetto   di   aggregazione
finalizzata alla costituzione del  nuovo  soggetto  accreditato  deve
possedere  una  dotazione  di  p.l.  autorizzati  e  accreditati  non
inferiore a 40 posti letto  per  acuti.  Gli  eventuali  processi  di
rimodulazione delle specialita' delle strutture accreditate  verranno
effettuati  in  base  alle  esigenze  di  programmazione   regionale.
Conseguentemente, dal 1° luglio 2015 non possono essere  sottoscritti
contratti con strutture accreditate con meno di 40  posti  letto  per
acuti. Dal 1° gennaio 2017 non possono essere sottoscritti  contratti
con le strutture accreditate con posti letto ricompresi tra 40  e  60
posti  letto  per  acuti  che  non  sono  state   interessate   dalle
aggregazioni di cui al precedente periodo. Con  specifica  Intesa  in
Conferenza Stato-regioni, da sottoscriversi entro tre mesi dalla data
di entrata in vigore  del  presente  decreto,  sono  individuati  gli
elenchi relativi alle strutture monospecialistiche e  alle  strutture
dotate di discipline complementari, ivi  ricomprendendo  le  relative
soglie di accreditabilita' e  di  sottoscrivibilita'  dei  contratti,
nonche' sono definite le attivita' affini  e  complementari  relative
all'assistenza sanitaria ospedaliera per acuti. 
 
  2.6 La programmazione regionale provvede ad attribuire  ai  presidi
ospedalieri pubblici e privati accreditati, anche  monospecialistici,
funzioni di lungodegenza e riabilitazione, entro  il  limite  di  0,7
posti letto per mille abitanti, calcolati con  le  modalita'  di  cui
all'articolo 1, comma 3 del presente decreto, di cui almeno  0,2  per
la lungodegenza. Le funzioni della  riabilitazione  ospedaliera  sono
quelle indicate dal documento  recante  Piano  di  indirizzo  per  la
Riabilitazione, allegato all'Accordo  sancito  il  10  febbraio  2011
dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e
le province autonome di Trento e di Bolzano,  comprensivi  dei  posti
letto di neuro riabilitazione entro un limite di 0,02 p.l. per  mille
abitanti. 
 
  2.7  I  processi  di  riconversione  al  trattamento  dei  pazienti
post-acuti delle strutture per acuti  da  disattivare  ai  sensi  del
punto 2.5, sono attuati  nel  rispetto  dello  standard  fissato  dal
presente provvedimento per la lungodegenza e la riabilitazione. 
 
  3 Standard minimi e massimi di strutture per singola disciplina 
 
  3.1  Gli  standard   fissati   definiti   nella   Legge   135/2012,
relativamente ai posti/letto  (3.7/1000  abitanti)  ed  al  tasso  di
ospedalizzazione (160/1000 abitanti), sono conseguibili, intervenendo
concretamente sull'indice di occupazione  del  posto/letto  che  deve
attestarsi su valori del 90% tendenziale  e  sulla  durata  media  di
degenza,  per  i  ricoveri  ordinari,  che  deve   essere   inferiore
mediamente a 7 giorni. 
  Pertanto, sulla base del tasso di ospedalizzazione atteso (160/1000
abitanti) di ricoveri appropriati, facendo riferimento  alle  regioni
con migliore performance sui tassi di ospedalizzazione,  suddividendo
per singola disciplina il tasso complessivo, si  sono  individuati  i
tassi di ospedalizzazione attesi per disciplina o specialita' clinica
ed i relativi bacini di utenza. Per i servizi senza posti letto si fa
riferimento a volumi  di  prestazione  attesi  in  appropriatezza  ed
efficienza dimensionale. 
  L'individuazione delle strutture  di  degenza  e  dei  servizi  che
costituiranno la rete assistenziale ospedaliera pertanto deve  essere
effettuata in rapporto ai bacini di utenza, come di seguito indicati,
laddove le regioni non dimostrino di avere gia' strutturato una rete,
con caratteristiche di efficacia e appropriatezza, con un  numero  di
strutture inferiore allo standard previsto. 
 
    

=====================================================================
|   Disciplina o Specialita'    | Bacino di Utenza per dimensionare |
|           clinica             | strutture rete pubblica e privata |
|                               |      (milioni di abitanti)        |
|                               |                                   |
|Descrizione                    | Strutture di    |  Servizi senza  |
|                               |    degenza      |   posti letto   |
+                               +--------+--------+--------+--------+
|                               |Bacino  |Bacino  |Bacino  |Bacino  |
|                               |max     |min     |max     |min     |
+===============================+========+========+========+========+
|Allergologia                   |        |        |2       |1       |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Anatomia e istologia patologica|        |        |0,3     |0,15    |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Cardiochirurgia infantile      |6       |4       |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Cardiochirurgia                |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Cardiologia                    |0,3     |0,15    |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Emodinamica (come unita'       |        |        |        |        |
|semplice nell'ambito della     |        |        |        |        |
|Cardiologia)                   |        |        |0,6     |0,3     |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Chirurgia generale             |0,2     |0,1     |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Chirurgia maxillo-facciale     |2       |1       |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Chirurgia pediatrica           |2,5     |1,5     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Chirurgia plastica             |2       |1       |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Chirurgia toracica             |1,5     |0,8     |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Chirurgia vascolare            |0,8     |0,4     |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Ematologia                     |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Malattie endocrine, nutrizione |        |        |        |        |
|e ricamb.                      |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Immunologia e centro trapianti |        |        |4       |2       |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Geriatria                      |0,8     |0,4     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Malattie infettive e tropicali |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Medicina del lavoro            |2       |1       |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Medicina generale              |0,15    |0,08    |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Nefrologia                     |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Neurochirurgia                 |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Neurologia                     |0,3     |0,15    |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Neuropsichiatria infantile     |4       |2       |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Oculistica                     |0,3     |0,15    |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Odontoiatria e stomatologia    |0,8     |0,4     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Ortopedia e traumatologia      |0,2     |0,1     |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Ostetricia e ginecologia       |0,3     |0,15    |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Otorinolaringoiatria           |0,3     |0,15    |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Pediatria                      |0,3     |0,15    |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Psichiatria                    |0,3     |0,15    |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Tossicologia                   |        |        |6       |4       |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Urologia                       |0,3     |0,15    |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Grandi ustionati               |6       |4       |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Nefrologia (abilitato al       |        |        |        |        |
|trapianto rene)                |4       |2       |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Terapia intensiva              |0,3     |0,15    |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Unita' coronarica nell'ambito  |        |        |        |        |
|della Cardiologia              |0,3     |0,15    |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Medicina e chirurgia           |        |        |        |        |
|d'accettazione e d'urgenza     |0,3     |0,15    |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Dermatologia                   |1,2     |0,6     |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Emodialisi                     |        |        | 0,6    |0,3     |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Terapia del dolore             |4       |2,5     |0,5     |0,3     |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Farmacologia clinica           |        |        |n/a     |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Recupero e riabilitazione      |        |        |        |        |
|funzionale*                    |        |        |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Fisiopatologia della           |        |        |        |        |
|riproduzione umana nell'ambito |        |        |        |        |
|della Ginecologia/Ostetricia   |4       |2       |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Gastroenterologia              |0,8     |0,4     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Lungodegenti                   |0,15    |0,08    |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Medicina nucleare**            | 4      |2       |1,2     |0,6     |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Neonatologia                   |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Oncologia                      |0,6     |0,3     |0,3     |0,15    |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Oncoematologia pediatrica      |4       |2       |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Oncoematologia (vedere         |        |        |        |        |
|Ematologia)                    |0       |        |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Pneumologia                    |0,8     |0,4     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Radiologia                     |        |        |0,3     |0,15    |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Radioterapia (vedere           |        |        |        |        |
|radioterapia oncologica)       |        |        |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Reumatologia                   |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Terapia intensiva neonatale    |1,2     |0,6     |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Radioterapia oncologica        |        |        |1,2     |0,6     |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Neuroriabilitazione            |1,2     |0,6     |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Neurochirurgia pediatrica      |6       |4       |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Nefrologia pediatrica          |6       |4       |        |        |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Urologia pediatrica            |6       |4       |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Anestesia e rianimazione       |        |        |        |        |
|(vedere terapia intensiva)     |        |        |        |        |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Farmacia ospedaliera           |        |        |0,3     |0,15    |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Laboratorio d'analisi          |        |        |0,3     |0,15    |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Microbiologia e virologia      |        |        |1,2     |0,6     |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Fisica sanitaria               |        |        |1,2     |0,6     |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Servizio trasfusionale***      |        |        |0,3     |0,15    |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Neuroradiologia                |        |        |2       |1       |
|-------------------------------|--------|--------|--------|--------|
|Genetica medica                |        |        |4       |2       |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Dietetica / dietologia         |        |        |1,2     |0,6     |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+
|Direzione sanitaria di presidio|        |        |0,3     |0,15    |
+-------------------------------+--------+--------+--------+--------+

    
  *: le soglie minima e massima verranno definite  con  un  documento
elaborato da apposito tavolo Ministero/regioni 
  **: Vanno previsti p.l protetti in base al d.Lgs. 187/2000 
  ***: i bacini di utenza devono essere coerenti  con  le  previsioni
dell'Accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010 e del 25 luglio 2012,
con riferimento alle attivita' di preparazione  e  trattamento  degli
emocomponenti. 
  Nota: Alcune specialita' cliniche possono essere  gestite  con  una
unica struttura organizzativa (a  titolo  di  esempio,  nefrologia  e
dialisi). Per alcune specialita' (ad  esempio  geriatria  e  medicina
generale, neuropsichiatria  infantile  pediatria  e  psichiatria)  le
regioni potranno rimodulare i posti letto, sulla base  della  domanda
di salute, fermo restando il numero complessivo dei posti letto. 
  La tabella rappresenta  un  documento  unico  in  cui  si  trattano
l'organizzazione e il dimensionamento delle tre reti  principali  del
sistema sanitario: Emergenza-urgenza, Ospedaliera e Territoriale. 
  Nell'ambito  della  rete  ospedaliera  e'   stata   articolato   il
dimensionamento delle diverse discipline in dipendenza del bacino  di
utenza. Il  bacino  di  utenza  della  singola  disciplina  e'  stato
calcolato sulla  base  delle  patologie  normalmente  trattate  dalla
disciplina, della frequenza delle patologie nella popolazione e della
numerosita' minima di casi per motivare un reparto ospedaliero con un
Direttore  di  struttura  complessa.  Un  altro  parametro  preso  in
considerazione e' la necessita' di  una  corretta  articolazione  dei
presidi ospedalieri nella rete di Emergenza-urgenza,  in  particolare
per i Dipartimenti di Emergenza-urgenza (DEA) di primo e  di  secondo
livello che formano la "dorsale" di questa rete. 
  Il percorso per l'applicazione della tabella di  cui  sopra  e'  il
seguente: 
 
     1. identificazione del fabbisogno di prestazioni ospedaliere  di
acuzie e lungodegenza e riabilitazione post-acuzie applicando criteri
di appropriatezza sui  ricoveri  effettivamente  erogati  e  con  una
eventuale correzione per la mobilita' in considerazione dei volumi di
attivita'   dell'Emergenza-urgenza,   in   ambito    Ospedaliero    e
Territoriale, fermo restando  le  attivita'  di  ricovero  di  alcune
regioni virtuose; 
     2. calcolo del numero corrispondente di posti letto normalizzati
(pubblico e privato) presupponendo un utilizzo efficiente di  ciascun
posto letto (tipicamente un utilizzo  medio  tra  l'  80%  e  il  90%
durante l'anno); il calcolo e' effettuato per  una  sua  applicazione
sia per l'intera regione sia per le aree omogenee della regione ed e'
articolato anche per singola specialita'; 
     3. disegno della rete ospedaliera (pubblica e privata), partendo
dai presidi e dalle specialita' necessarie a  garantire  la  rete  di
Emergenza-urgenza  e  definendo  il  bacino  di  utenza  di  ciascuna
specialita', il fabbisogno di  prestazioni  ospedaliere  e  di  posti
letto normalizzati relativi nonche' le strutture pubbliche e  private
esistenti; 
     4. la regione, nel definire il modello organizzativo dei singoli
presidi,  provvedera'  ad  assicurare   modalita'   di   integrazione
aziendale e interaziendale tra le varie discipline secondo il modello
dipartimentale e quello per intensita' di cure. 
 
  L'applicazione  del  percorso  sopra  definito  prevede   dati   in
riduzione rispetto ai parametri relativi ai posti letto esistenti  al
momento (4,0  p.l.  per  mille  abitanti  di  cui  0,7  p.l.  per  le
discipline di lungodegenza e riabilitazione post-acuzie) per  rendere
i medesimi dati coerenti con la riduzione al 3,7.  La  riduzione  del
fabbisogno di posti letto deriva sia dal percorso  di  appropriatezza
che prevede una conversione di ricoveri ordinari in  day  hospital  e
prestazioni territoriali e la conversione di ricoveri in day hospital
in  prestazioni  territoriali,  sia  dal  calcolo  dei  posti   letti
normalizzati nel caso di scarso utilizzo dei posti  letti  esistenti.
Il numero di strutture  complesse  ospedaliere  risultanti  e'  anche
perfettamente compatibile  con  l'orientamento  del  Ministero  della
salute (17,5 p.l. per Struttura Complessa previsto dal Comitato  LEA)
ed e' riferibile ad ogni singola disciplina. 
  Inoltre, l'introduzione di  soglie  di  volume  minime  comportera'
un'ulteriore  riduzione  di  posti  letto,  in  particolare  per   le
strutture complesse delle discipline chirurgiche, che  nelle  regioni
in piano di rientro si aggira sul 25% mentre nelle  restanti  regioni
e' di circa il 10%. Per l'area medica  la  riduzione  e'  minore,  ma
comunque significativa per la rete Cardiologica. 
  Per quanto  concerne  le  strutture  complesse  senza  posti  letto
(laboratorio  analisi,  radiologia,   anatomia   patologica,   centro
trasfusionale, direzione sanitaria, farmacia ospedaliera, ecc.) si e'
identificato, sulla base  delle  prestazioni  attese,  nonche'  della
necessita' della presenza di tali discipline nei Dea di I livello, un
bacino di utenza tra 150.000/300.000 abitanti. 
  La variabilita' dei bacini di  utenza  tiene  conto  dei  tempi  di
percorrenza dei cittadini, calcolata  anche  con  la  metodologia  di
analisi e di rappresentazione  grafica  (c.d.  georeferenziazione)  e
quindi, le regioni dovranno utilizzare i bacini minimi in presenza di
territori a  bassa  densita'  abitativa  e  quelli  massimi  in  caso
opposto. 
 
  3.2 I parametri sopra indicati tengono conto della necessita',  per
l'alta specialita', di offrire una  buona  qualita'  di  prestazioni,
attraverso una concentrazione in un numero limitato di presidi con un
ampio bacino d'utenza per ciascuna struttura organizzativa. Esempi di
queste discipline sono i grandi ustionati, la cardiochirurgia, alcune
specifiche  attivita'  di  analisi  e  di  preparazione  del  sistema
trasfusionale.  Normalmente  esse  trovano  posto  in  una   o   piu'
strutture, oppure possono essere dislocate nell'ottica di un'area  di
utenza maggiore della regione ed essere oggetto di contrattazione tra
regioni confinanti, da definirsi secondo le indicazioni contenute nel
nuovo patto per la salute 2014 - 2016. Altre discipline sono di media
diffusione e sono presenti presso una o piu' strutture nell'ambito di
ciascuna  area  geografica.  Le  discipline  ad  alta  ed   altissima
diffusione sono quelle  che  rappresentano  l'offerta  base  di  ogni
presidio ospedaliero pubblico. 
  Nella determinazione del numero di posti letto per  disciplina,  la
programmazione regionale puo' seguire il seguente percorso: 
 
     1. identificare, partendo dai ricoveri appropriati per  ciascuna
disciplina,  il  tasso  di   ospedalizzazione   che,   prendendo   in
considerazione la  composizione  della  popolazione  e  la  mobilita'
attiva/passiva  "strutturale",  porta  complessivamente  ad  un  dato
compatibile con l'obiettivo nazionale. Il tasso  di  ospedalizzazione
include ricoveri ordinari e day hospital, ma non il nido; 
     2.  individuare,  per  ciascuna  disciplina,  la  degenza  media
relativa per ricoveri ordinari e ricoveri diurni; 
     3. determinare il tasso di occupazione  standard  da  utilizzare
nel calcolo; 
     4.  calcolare,  sulla  base  dei  punti  precedenti,  il  numero
regionale totale di posti letto; 
     5. determinare, sulla base  dei  ricoveri  appropriati  e  della
programmazione  regionale,  la  quota  dei  ricoveri  fornita   dagli
erogatori pubblici; 
     6. calcolare il numero di posti  letto  atteso  nelle  strutture
pubbliche e nelle strutture private. 
 
  Nelle regioni con popolazione inferiore ai valori soglia del bacino
di utenza per specifica disciplina sopra indicati, l'attivazione o la
conferma,  nei  propri  presidi  ospedalieri   pubblici   o   privati
accreditati, di strutture operative  della  specifica  disciplina  e'
subordinata alla stipula di un accordo  di  programmazione  integrata
interregionale con le regioni confinanti  in  modo  da  garantire  il
rispetto del valore soglia del relativo bacino di utenza, secondo  le
indicazioni contenute nel nuovo patto per la salute 2014 - 2016. 
 
  4. Volumi ed esiti 
 
  4.1.  La  necessita'  di  garantire  l'erogazione  delle  cure   in
condizioni  di  appropriatezza,  efficacia,  efficienza,  qualita'  e
sicurezza   in   un   contesto   di   risorse   limitate,    comporta
necessariamente una riconversione di servizi, strutture ed  ospedali,
per  far  fronte  ai   mutati   bisogni   sociali,   demografici   ed
epidemiologici, in coerenza con quanto previsto dalla Legge 135/2012,
in materia di reti ospedaliere. In tal senso,  elementi  determinanti
sono rappresentati dai volumi di attivita' e dalla valutazione  degli
esiti. 
  L'unita' di riferimento per valutare opzioni  di  razionalizzazione
della rete ospedaliera  e'  rappresentata  dai  volumi  di  attivita'
specifici      per       processi       assistenziali       (percorsi
diagnostico-terapeutici) e  l'appropriatezza  dei  ricoveri  e  delle
prestazioni, a cui deve fare seguito  un  coerente  numero  di  posti
letto, nel contesto di un efficace sistema di governo dell'offerta. 
 
  4.2 Per numerose  attivita'  ospedaliere  sono  disponibili  prove,
documentate   dalla   revisione   sistematica    della    letteratura
scientifica, di associazione tra volumi di attivita' e migliori esiti
delle cure (ad esempio mortalita' a 30 giorni, complicanze  od  altri
esiti), ed in particolare per: 
 
a) Chirurgia del Cancro Esofago, Fegato, Mammella, Pancreas, Stomaco,
Cistifellea, Colon, Polmone, Prostata, Rene e Vescica 
b) Procedure   chirurgiche:    Colecistectomia;    Aneurisma    aorta
   addominale, Angioplastica coronarica,  By  pass  aorto-coronarico,
   Endoarterectomia carotidea,  Rivascolarizzazione  arti  inferiori,
   Artoplastica ginocchio e anca, frattura femore 
c) Processi e  percorsi  diagnostico-terapeutici:  Terapia  intensiva
neonatale (TIN) e Maternita'; Infarto del miocardio 
 
  4.3 Per queste e per altre attivita' cliniche, procedure e percorsi
diagnostico terapeutici,  la  revisione  sistematica  continua  della
letteratura scientifica consentira'  di  identificare  ed  aggiornare
continuamente le conoscenze disponibili sulla associazione tra volumi
di attivita' e qualita' delle cure. L'Agenzia nazionale per i servizi
sanitari regionali (Age.nas), avvalendosi  di  specifiche  competenze
scientifiche,  ha  la  funzione  di   aggiornare   costantemente   le
conoscenze disponibili sul rapporto tra volumi di attivita' ed  esiti
delle cure. 
 
  4.4 Per le attivita' cliniche di cui alle lettere a) e b) del punto
4.2,  le  unita'  di  riferimento  dei  volumi  di   attivita'   sono
attualmente  le  unita'  operative  complesse   e,   quando   saranno
disponibili i dati  della  Scheda  di  dimissione  ospedaliera  (SDO)
opportunamente modificata, i singoli operatori. Per le  attivita'  di
cui alla lettera c) dello stesso punto, le unita' di riferimento sono
gli istituti di cura ospedalieri. 
 
  4.5 Per numerosi  percorsi  diagnostico-terapeutici,  procedure  ed
attivita' cliniche, sono  misurabili  sistematicamente  gli  esiti  e
possono essere identificati valori di rischio di esito, al  di  sotto
(per gli esiti positivi) o al di sopra (per gli esiti  negativi)  dei
quali, alle strutture (Unita' operative complesse-UOC o ospedali, ove
applicabile)  non  possono  essere  riconosciuti   i   requisiti   di
accreditamento specifici. Per le attivita' ospedaliere per  le  quali
e'  definita   l'associazione   volumi-esiti,   ma   la   letteratura
scientifica non consente di identificare in modo  univoco  soglie  di
volume al  di  sotto  delle  quali  non  possono  aversi  sufficienti
garanzie di efficacia e sicurezza, le soglie minime  possono  essere,
tuttavia, scelte sulla  base  di  criteri  di  costo-efficacia  e  in
rapporto con i fabbisogni specifici. 
  Il rapporto osservato tra volumi di attivita', esiti delle  cure  e
numerosita' specifica di strutture per ciascun  valore  del  rapporto
tra volumi ed esiti, consente di effettuare  valutazioni  di  impatto
per la scelta di soglie di volume e soglie di esiti. 
 
  4.6 Sia per volumi che per esiti, le soglie minime identificabili a
livello  nazionale  sulla  base  di  evidenze  scientifiche,  possono
consentire di definire criteri non discrezionali per la riconversione
della rete ospedaliera ed eventuali valutazioni per l'accreditamento.
Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente  decreto,
verranno definiti i valori soglia per volumi di attivita'  specifici,
correlati agli esiti migliori, e soglie per rischi di  esito.  A  tal
fine si prevede di  istituire,  presso  Age.nas,  un  tavolo  tecnico
composto da  rappresentanti  del  Ministero  della  salute,  Age.nas,
regioni e  province  autonome,  che  provvedera'  anche  a  formulare
proposte per l'aggiornamento periodico delle soglie di  volume  e  di
esito  sulla  base  delle  conoscenze  scientifiche  disponibili,  da
recepire come integrazione del presente decreto. 
  Le soglie identificate si applicano a tutti i soggetti  pubblici  e
privati accreditati. Nelle more di tali  definizioni  anche  di  tipo
qualitativo,  tenuto   conto   altresi'   degli   aspetti   correlati
all'efficienza nell'utilizzo delle strutture, si  definiscono  valide
le seguenti soglie minime di volume di attivita': 
 
    

+-------------------------------+-----------------------------------+
|                               |150 primi interventi annui su casi |
|Interventi chirurgici per Ca   |di tumore della mammella incidenti |
|mammella                       |per Struttura complessa            |
+-------------------------------+-----------------------------------+
|                               |100 interventi annui per Struttura |
|Colecistectomia laparoscopica  |complessa                          |
+-------------------------------+-----------------------------------+
|Intervento chirurgico per      |75 interventi annui per Struttura  |
|frattura di femore             |complessa                          |
+-------------------------------+-----------------------------------+
|                               |100 casi annui di infarti          |
|                               |miocardici in fase acuta di primo  |
|Infarto miocardico acuto       |ricovero per ospedale              |
+-------------------------------+-----------------------------------+
|                               |200 interventi/anno di By pass     |
|                               |aorto-coronarico isolato per       |
|By pass aorto-coronarico       |Struttura complessa                |
+-------------------------------+-----------------------------------+
|                               |250 procedure/anno di cui almeno il|
|                               |30% angioplastiche primarie in     |
|                               |infarto del miocardio con          |
|Angioplastica coronarica       |sopra-slivellamento del tratto ST  |
|percutanea                     |(IMA-STEMI)                        |
+-------------------------------+-----------------------------------+
|                               |si applicano le soglie di volume di|
                               |attivita' di cui all'Accordo Stato  |
|Maternita'                     |Regioni 16 dicembre 2010           |
+-------------------------------+-----------------------------------+


    
 
e le seguenti soglie di rischio di esito: 
 
    

+---------------------------------------+-----------------+
|Proporzione di colecistectomia         |                 |
|laparoscopica con degenza              |                 |
|post-operatoria inferiore a tre giorni |minimo 70%       |
+---------------------------------------+-----------------+
|Proporzione di interventi chirurgici   |                 |
|entro 48h su persone con fratture del  |                 |
|femore di eta' >=65 anni               |minimo 60%       |
+---------------------------------------+-----------------+
|Proporzione di tagli cesarei primari in|                 |
|maternita' di I livello o comunque con |                 |
|< 1000 parti                           |massimo 15%      |
+---------------------------------------+-----------------+
|Proporzione di tagli cesarei primari in|                 |
|maternita' di II livello o comunque con|                 |
|> 1000 parti                           |massimo 25%      |
+---------------------------------------+-----------------+
|Proporzione di angioplastica coronarica|                 |
|percutanea entro 90 min dall'accesso in|                 |
|pazienti con infarto miocardico STEMI  |                 |
|in fase acuta                          |minimo 60%       |
+---------------------------------------+-----------------+
|Intervento di By pass aorto-coronarico |                 |
|isolato, mortalita' aggiustata per     |                 |
|gravita a 30 giorni                    | massimo 4%;     |
+---------------------------------------+-----------------+
|Intervento di valvuloplastica o        |                 |
|sostituzione di valvola isolata (ad    |                 |
|esclusione delle protesi valvolari     |                 |
|transfemorali e transapicali-TAVI),    |                 |
|mortalita' aggiustata per gravita' a 30|                 |
|giorni                                 |massimo 4%       |
+---------------------------------------+-----------------+


    
 
  4.7 Entro sei mesi dalla data di entrata  in  vigore  del  presente
decreto, nella attuazione  delle  procedure  di  riconversione  e  di
accreditamento della rete ospedaliera in applicazione dei criteri  di
cui sopra, le regioni e le province autonome dovranno: 
 
     -  identificare,  in  relazione  alle  risorse  disponibili,  le
strutture (Ospedali ed Unita' Operative in relazione  allo  specifico
requisito)   che   possono   svolgere   le   funzioni   assistenziali
identificate, per garantire le soglie di volume e di esito stabilite; 
     - definire modalita' e tempi di attuazione degli  interventi  di
riconversione; 
     -  identificare  strutture  (Ospedali  ed  Unita'  Operative  in
relazione allo specifico requisito) per le quali, in  relazione  alle
risorse disponibili, non sono determinabili condizioni ed  interventi
che consentano il rispetto dei requisiti di volume ed esito  rispetto
al volume complessivo e di attivita'  e  per  le  quali  pertanto  si
determinano le condizioni per la disattivazione; 
     -  adottare  procedure  di  controllo   e   audit   clinici   ed
organizzativi per prevenire i fenomeni  opportunistici  di  selezione
dei pazienti e/o di inappropriatezza, prevedendo le  relative  misure
sanzionatorie; 
     - adottare misure per regolare l'ingresso nel sistema  di  nuove
strutture erogatrici, in particolare per quanto riguarda i tempi  per
la verifica dei requisiti di volume e di esito. 
 
  Le misure e le stime di riferimento e di verifica per i  volumi  di
attivita' e gli esiti sono quelle prodotte  dal  Programma  nazionale
esiti (PNE) di Age.nas ai sensi del comma 25  bis  dell'art.15  della
legge 135/2012. 
 
  5. Standard generali di qualita' 
 
  5.1 I requisiti di  autorizzazione  e  di  accreditamento  definiti
dalle regioni in attuazione del DPR  14.01.1997  e  delle  successive
disposizioni regionali in materia, nonche'  in  attuazione  a  quanto
previsto dall'Intesa Stato-regioni  del  20  dicembre  2012  recante:
"Disciplinare sulla revisione della normativa dell'Accreditamento"  e
successive disposizioni, sono applicati ed  eventualmente  integrati,
per le finalita' del  presente  provvedimento,  tenendo  conto  delle
indicazioni che seguono. 
 
  5.2 E' necessario promuovere  ed  attivare  standard  organizzativi
secondo il modello di governo clinico (Clinical Governance), per dare
attuazione al cambiamento complessivo del sistema sanitario e fornire
strumenti per lo sviluppo delle capacita' organizzative necessarie  a
erogare  un  servizio  di  assistenza   di   qualita',   sostenibile,
responsabile,  centrato  sui  bisogni  della  persona.  Le  strutture
ospedaliere applicano le  dimensioni  del  governo  clinico,  secondo
linee di indirizzo e profili organizzativi. Tali linee di  indirizzo,
adottate  con   Intesa   in   sede   di   Conferenza   Stato-regioni,
verranno-elaborate, entro sei mesi dalla data di  entrata  in  vigore
del presente decreto,  da  un  tavolo  tecnico  istituito  presso  il
Ministro della salute, composto da rappresentanti del Ministero della
salute, Age.nas, regioni e province autonome; le linee  di  indirizzo
dovranno  comprendere  almeno  gli  ambiti  di  seguito  specificati,
ordinati per livelli organizzativi  e  assicurando  un  programma  di
valutazione sistematico. 
 
  5.3. Standard per i presidi ospedalieri di base e di I Livello 
  Lo standard e' costituito dalla documentata e formalizzata presenza
di sistemi o attivita' di: 
 
  Gestione del rischio clinico 
     - Sistema di segnalazione degli eventi avversi 
     - Identificazione del paziente, lista  di  controllo  operatoria
(c.d. Checklist operatoria) e Scheda unica di terapia 
     -  Sistemi  di   raccolta   dati   sulle   infezioni   correlate
all'assistenza, sorveglianza microbiologica, adozione delle procedure
che  garantiscono  l'adeguatezza  e  l'efficienza  dell'attivita'  di
sanificazione  disinfezione  e  sterilizzazione,  protocolli  per  la
profilassi antibiotica e procedura per il lavaggio delle mani 
     - Programmi di formazione specifica. 
 
  Medicina basata  sulle  evidenze  e  Valutazione  delle  tecnologie
Sanitarie 
     - Implementazione di linee guida  e  definizione  di  protocolli
diagnostico-terapeutici specifici 
     - Acquisizione  delle  valutazioni  delle  tecnologie  sanitarie
prodotte a livello nazionale ed internazionale 
     -  Partecipazione  a  reti  di  valutazione   delle   tecnologie
sanitarie, facenti capo alla  rete  nazionale  di  valutazione  delle
tecnologie sanitarie, coordinata dalla Age.nas. 
 
  Valutazione e miglioramento continuo delle attivita' cliniche 
     - Misurazione della performance clinica e degli esiti 
     - Audit Clinico 
     -  Valutazione  della  qualita'  percepita  dell'assistenza  dai
cittadini/pazienti 
 
  Documentazione    sanitaria,    Comunicazione,    informazione    e
partecipazione del cittadino/paziente 
     -   Integrazione   dei   sistemi   informativi   relativi   alla
trasmissione  di  informazioni  sia  di  carattere   gestionale   che
sanitario 
     - Disponibilita' delle informazioni da rendere ai cittadini  via
web o con altri metodi di comunicazione 
     -  Procedure  di   comunicazione   con   i   pazienti   per   il
coinvolgimento attivo nel processo di cura 
 
  Formazione continua del personale 
     - Rilevazione e valutazione sistematica dei  bisogni  formativi,
con  particolare  attenzione   alla   introduzione   di   innovazioni
tecnologiche  ed  organizzative  nonche'  all'inserimento  di   nuovo
personale 
     - Valutazione dell'efficacia dei programmi formativi attuati 
 
  5.4. Standard per le strutture di II Livello 
  Le strutture di II livello, oltre a garantire quanto  previsto  per
le strutture di I livello, svolgono ruolo di promozione e sviluppo di
metodi, strumenti e programmi da diffondere e rendere disponibili  ad
altre strutture di I/II livello in ambito regionale e nazionale. 
  Gli standard individuati devono essere periodicamente aggiornati in
base alle conoscenze e alle evidenze scientifiche che  si  renderanno
disponibili. 
 
  6. Standard organizzativi, strutturali e tecnologici generali 
 
  6.1 I requisiti di  autorizzazione  e  di  accreditamento  definiti
dalle regioni in attuazione del DPR  14.01.1997  e  delle  successive
disposizioni regionali in materia  sono  applicati  ed  eventualmente
integrati, per le finalita' del presente  provvedimento,  nonche'  in
attuazione  a  quanto  previsto  dall'Intesa  Stato-regioni  del   20
dicembre 2012 recante: "Disciplinare sulla revisione della  normativa
dell'Accreditamento" e successive disposizioni, tenendo  conto  delle
indicazioni che seguono. 
 
  6.2 Nei presidi ospedalieri il rapporto percentuale tra  il  numero
del personale  del  ruolo  amministrativo  e  il  numero  totale  del
personale non puo' superare il valore del 7 per cento. 
 
  6.3 Ogni struttura, tenendo anche conto  del  suo  interfacciamento
con la componente impiantistica e con le attrezzature,  ha  l'obbligo
del rispetto, assicurato con controlli periodici, dei contenuti degli
atti normativi e delle linee guida nazionali e regionali  vigenti  in
materia di qualita' e sicurezza delle strutture con riferimento a: 
 
     - protezione antisismica; 
     - antincendio; 
     - radioprotezione 
     - sicurezza per i pazienti, degli operatori e soggetti  ad  essi
equiparati; 
     - rispetto della privacy sia per gli aspetti amministrativi  che
sanitari; 
     - monitoraggio periodico dello stato di efficienza  e  sicurezza
delle attrezzature biomedicali; 
     - graduale sostenibilita' energetico-ambientale  in  termini  di
riduzione dei consumi energetici; 
     - smaltimento dei rifiuti; 
     - controlli periodici per gli  ambienti  che  ospitano  aree  di
emergenza,  sale  operatorie,  rianimazione  e  terapie  intensive  e
medicina nucleare; 
     - monitoraggio periodico dello stato di efficienza  e  sicurezza
degli impianti tecnici e delle attrezzature biomedicali; 
     - controllo periodico della  rispondenza  delle  opere  edilizie
alle normative vigenti. 
 
  6.4 Va promossa una completa informatizzazione  delle  procedure  e
dei servizi, compresa la gestione dei  rapporti  con  il  pazienti  e
prestatori  di  assistenza  (c.d.   caregiver)   informali   per   il
monitoraggio e consulenza on-line. 
 
  7. Standard specifici per l'alta specialita' 
 
  Per le strutture che erogano  prestazioni  in  regime  di  ricovero
ospedaliero per acuti per le attivita' assistenziali contemplate  nel
decreto ministeriale 29 gennaio 1992,  si  fa  riferimento  a  quanto
indicato  nell'Allegato  C  dello   stesso   decreto,   ovvero   alle
intervenute disposizioni nazionali o regionali in materia, nelle more
della definizione  di  standard  specifici  da  parte  di  un  tavolo
tecnico, da costituire presso il Ministro della salute,  composto  da
rappresentanti  del  Ministero  della  salute,  Age.nas,  regioni   e
province  autonome,  con  il  compito  di  elaborare   un   documento
contenente  una  proposta  di  aggiornamento  del  predetto   decreto
ministeriale, entro dodici mesi dalla data di entrata in  vigore  del
presente decreto. 
 
  8. Reti ospedaliere 
 
  8.1. Aspetti generali 
 
  8.1.1. All'interno del disegno globale della  rete  ospedaliera  e'
necessaria l'articolazione delle reti  per  patologia  che  integrano
l'attivita' ospedaliera  per  acuti  e  post  acuti  con  l'attivita'
territoriale: 
 
     - rete infarto 
     - rete ictus 
     - rete traumatologica 
     - rete neonatologica e punti nascita 
     - rete medicine specialistiche 
     - rete oncologica 
     - rete pediatrica 
     - rete trapiantologica 
     - rete terapia del dolore 
     - rete malattie rare 
 
     Per la definizione delle reti sopra elencate le regioni adottano
specifiche disposizioni tenendo conto delle linee guida organizzative
e delle raccomandazioni gia' contenute negli appositi Accordi sanciti
in  sede  di  Conferenza  Stato-regioni  sulle  rispettive   materie.
Relativamente alle reti  sopra  elencate,  per  le  quali  non  siano
disponibili linee guida e raccomandazioni, e' istituito uno specifico
tavolo  tecnico  presso  Age.nas  composto  da   rappresentanti   del
Ministero della salute, di Age.nas, regioni e province autonome,  con
il compito di definire entro un anno dalla data di  approvazione  del
presente decreto le relative linee guida e  raccomandazioni,  nonche'
di aggiornare quelle gia' esistenti, da sancire  tramite  Accordi  in
sede di Conferenza Stato-regioni. 
  Le  regioni  considerano,  altresi',  le  indicazioni   provenienti
dall'Unione europea finalizzate a sollecitare specifici  percorsi  di
integrazione terapeutico-assistenziali quali ad es.  quelli  relativi
alla presa in carico  multidisciplinare  delle  pazienti  affette  da
neoplasia mammaria attraverso le  unita'  mammarie  interdisciplinari
(breast unit), nonche' di quelle di cui  al  documento  di  indirizzo
nazionale avente ad oggetto la definizione  di  specifiche  modalita'
organizzative ed assistenziali della rete dei  centri  di  senologia,
elaborato  dal  gruppo  di  lavoro  composto  da  rappresentanti  del
Ministero della salute,  regioni  e  province  autonome,  esperti  di
Age.nas e di societa' scientifiche. Nell'ambito  dell'implementazione
delle reti oncologiche,  le  regioni  considerano  la  necessita'  di
migliorare la qualita' della vita delle  persone  malate  di  cancro,
assicurando loro cure riabilitative e cure palliative anche in ambito
pediatrico.  In  coerenza  con  gli  atti  di  indirizzo  dell'Unione
europea, presso i centri di oncologia deve essere assicurato adeguato
sostegno psicologico ai pazienti e ai  loro  familiari,  individuando
specifici  percorsi  di   accompagnamento   a   cura   di   personale
specializzato. 
  Nel presente documento  vengono  fornite  direttamente  indicazioni
solo per le reti tempo-dipendenti. 
 
  8.2 Indicazioni per le reti ospedaliere per le patologie  complesse
tempo-dipendenti 
  Sulla base dell'impatto sanitario della patologie tempo-dipendenti,
in questa prima fase, si fa riferimento alla rete  per  le  emergenze
cardiologiche, alla rete per il trauma ed identificati  gli  standard
dei Centri per il trattamento di pazienti con politrauma,  alla  rete
per l'ictus. 
 
  8.2.1 Rete per le emergenze cardiologiche 
  I documenti di consenso delle Societa' scientifiche e  la  Societa'
Europea di Cardiologia sottolineano come, per  la  gestione  ottimale
del paziente con infarto miocardico acuto (IMA),  sia  necessario  un
modello organizzativo coordinato di assistenza territoriale in  rete.
La rete per l'infarto miocardico acuto (IMA)  rappresenta,  pertanto,
l'attuale  standard  di  cura  per  l'infarto   del   miocardio   con
sopra-slivellamento del tratto ST (STEMI). 
  La rete  rappresenta  il  sistema  organizzativo  per  la  gestione
dell'emergenza  IMA,  che  integra  i  sistemi   di   intervento   di
emergenza-urgenza  con  il  territorio  e  con  ospedali  a   diversa
complessita' assistenziale, la cui interconnessione e' assicurata  da
un adeguato sistema di trasporto. 
  La rete ha lo scopo di garantire a tutti i pazienti con STEMI  pari
opportunita' di accesso  alle  procedure  salvavita  di  riperfusione
coronarica, adottando strategie diagnostico-terapeutiche condivise  e
modulate, da un lato sul profilo di rischio del paziente e dall'altro
sulle risorse strutturali e logistiche disponibili. 
  Le principali finalita' sono: 
 
     - ottenere il numero  piu'  elevato  possibile  di  riperfusioni
coronariche   nell'IMA   attraverso   l'utilizzo   di   angioplastica
coronarica o trombolisi; 
     -  assicurare  al  paziente  il  sistema  di  riperfusione  piu'
efficace, disponibile su tutto il territorio regionale; 
     - assicurare il trattamento interventistico con angioplastica al
maggior numero  di  pazienti,  in  particolare  a  quelli  con  shock
cardiogeno  ed   a   piu'   alto   rischio   ed   ai   pazienti   con
controindicazioni alla trombolisi; 
     - ottimizzare i percorsi  diagnostico-terapeutici  dei  pazienti
con IMA attraverso una diagnosi precoce  e  l'utilizzo  ottimale  dei
sistemi  di  teletrasmissione  elettrocardiografica  a  distanza,  in
primis, da parte del 118; 
     - migliorare la prognosi dei pazienti con IMA; 
     - razionalizzare l'impiego delle risorse. 
 
  Il  modello  organizzativo  adottato  e'  quello  di  una  rete  di
intervento territoriale imperniato sul Servizio di Emergenza del  118
cui si affianca una rete inter-ospedaliera coordinata,  di  tipo  hub
and spoke, con adeguamento agli standard previsti, ovvero una  unita'
di emodinamica per un bacino di utenza di 300.000 - 600.000  abitanti
(vedi tabella delle strutture complesse, capitolo 3). 
  Questo modello e' gia' consolidato in numerose realta' italiane  ed
e' suggerito dal documento di consenso  delle  Societa'  scientifiche
italiane di Cardiologia. Si tratta di  una  rete  di  intervento  che
parte dal territorio e si coniuga efficacemente con un'organizzazione
inter-ospedaliera, applicando  protocolli  diagnostico-terapeutici  e
percorsi  differenziati  (diretti,   intra-   ed   inter-ospedalieri)
concordati,   utilizzando   servizi   ed   ospedali   con    funzioni
differenziate per livelli di competenza e di risorse  e  valorizzando
l'importanza e la "pari dignita'" di ogni ruolo e di ogni intervento. 
 
  8.2.2 Rete per il Trauma 
  Al fine di ridurre i decessi evitabili e'  necessario  attivare  un
Sistema integrato per l'assistenza al trauma  (SIAT),  costituito  da
una rete di strutture ospedaliere tra loro funzionalmente connesse  e
classificate,  sulla  base   delle   risorse   e   delle   competenze
disponibili, in: Presidi di pronto soccorso per traumi (PST),  Centri
traumi di zona (CTZ), Centri traumi di alta  specializzazione  (CTS).
Tale classificazione si basa sul modello di rete integrata  "hub  and
spoke", che prevede la concentrazione della casistica piu'  complessa
in un numero limitato di centri (hub),  fortemente  integrati  con  i
centri periferici (spoke). 
  Sono  integrati,  inoltre,  con  centri   che   svolgono   funzioni
particolarmente specifiche, concentrate in un unico Centro  regionale
o in centri sovra-regionali: Centro Grandi Ustionati, Unita'  Spinali
Unipolari e Riabilitazione del Cranioleso, Camera Iperbarica,  Centro
per il Trattamento delle Amputazioni  traumatiche  e  Microchirurgia,
Centro Antiveleni. 
 
  8.2.2.1 Presidio di Pronto soccorso per traumi (PST): si colloca in
un ospedale con pronto soccorso generale e garantisce,  prima  di  un
eventuale trasferimento ad una struttura  di  livello  superiore,  il
trattamento  immediato,   anche   chirurgico,   delle   lesioni   con
instabilita' cardio-respiratoria. 
 
  8.2.2.2 Centro traumi di zona (CTZ): si colloca  in  una  struttura
sede di DEA (I o II livello) e garantisce h.24,  il  trattamento,  in
modo definitivo, di tutte le lesioni tranne quelle connesse con tutte
o alcune alte specialita'. Deve essere dotato dei seguenti standard: 
 
     - Personale addestrato alla gestione del trauma 
     - Area attrezzata di accettazione per il  trauma  (shock  room),
comprendente   almeno   due   postazioni   per   la   stabilizzazione
respiratoria  e  circolatoria  e  per  le  procedure  chirurgiche  di
emergenza di controllo della via aerea, dello  pneumotorace  e  delle
emorragie 
     - Chirurgia generale 
     - Anestesia e Rianimazione 
     - Medicina d'urgenza 
     - Ortopedia 
     - Radiologia dotata di sistemi di trasmissione a distanza  delle
immagini per  consentire  le  attivita'  di  teleconsulenza  previste
nell'ambito del SIAT 
     - Laboratorio d'urgenza e Centro trasfusionale 
     - Due sale operatorie contigue multifunzionali,  per  interventi
di Chirurgia generale d'urgenza,  Chirurgia  ortopedica  e  eventuali
interventi connessi con il trattamento del traumatizzato 
 
  8.2.2.3 Centro Traumi di Alta Specializzazione (CTS): ha un  bacino
di utenza ottimale di 2.000.000-4.000.000 di abitanti e, laddove  non
si raggiunga, devono essere realizzate aggregazioni  che  coinvolgono
piu' Regioni. Deve registrare un volume di attivita'  per  trauma  di
almeno 400-500 casi/anno e una quota di traumi gravi superiore al 60%
dell'intera casistica trattata. 
  Afferisce anche funzionalmente ad una struttura sede di DEA  di  II
livello con Team del Dipartimento di Emergenza-urgenza dedicato  alla
gestione del trauma maggiore, in grado  di  accogliere  pazienti  con
problematiche polidistrettuali o che necessitino di alte specialita',
qualora non presenti presso gli altri Ospedali della rete (CTZ, PST). 
  Identifica e tratta sulle 24 ore,  in  modo  definitivo,  qualsiasi
tipo di  lesione  mono  o  poli-distrettuale  e  garantisce  le  cure
intensive   necessarie,   salvo   alcune   funzioni   particolarmente
specifiche, svolte in centri regionali/sovra regionali (Centro Grandi
Ustionati, Unita' Spinale Unipolare e Riabilitazione del  Cranioleso,
Camera  Iperbarica,  Trattamento  delle  Amputazioni  traumatiche   e
Microchirurgia, Centro Antiveleni). 
  Deve essere dotato dei seguenti standard: 
 
     - Sala di emergenza con possibilita' in loco di  stabilizzazione
ed esami radiologici ed ecografici 
     - T.A.C., angiografia interventistica nelle immediate adiacenze 
     - Sale operatorie h.24 
     - Attivazione sulle 24 ore  della  Chirurgia  di  controllo  del
danno, c.d. Damage Control Surgery Medicina d'Urgenza 
     - Chirurgia Generale e d'Urgenza 
     - Anestesia-Rianimazione 
     -  Rianimazione  pediatrica,  laddove  prevista   l'accettazione
pediatrica 
     - Ortopedia 
     - Neurochirurgia 
     - Radiologia con possibilita' interventistica 
     - Laboratorio e Centro trasfusionale 
 
  Inoltre devono essere presenti specialita'  quali  cardiochirurgia,
chirurgia maxillo-facciale, chirurgia plastica e previste (anche  con
accordi interaziendali)  le  funzioni  di:  urologia,  neurologia  ed
elettrofisiologia, chirurgia vascolare, Chirurgia toracica, Chirurgia
pediatrica,   chirurgia   vertebrale,    endoscopia    digestiva    e
broncoscopia, cardiologia, nefrologia e dialisi, diabetologia. 
 
  8.2.3 Rete per l'ictus 
  Per garantire il miglior approccio alle problematiche dell'ictus  e
pervenire ad  una  presa  in  carico  complessiva  del  paziente,  si
individua un percorso che prevede 3 fasi: 
 
     -fase pre-ospedaliera 
     -fase ospedaliera 
     -fase post-ospedaliera 
 
  Vengono in  questo  decreto  definiti  gli  standard  delle  Unita'
ospedaliere per il trattamento dei pazienti con ictus (Stroke unit) e
le strutture dedicate alla gestione dei pazienti con ictus  cerebrale
acuto, prevedendo 2 livelli. 
 
  8.2.3.1 Unita' ospedaliere per  il  trattamento  dei  pazienti  con
ictus, c.d. Stroke Unit (SU) di I livello o area stroke 
  Sono   necessarie   per   rispondere   diffusamente,   a    livello
territoriale, al fabbisogno di ricovero e cura  della  maggior  parte
dei pazienti con ictus cerebrale. Si caratterizzano per la  presenza,
in area di degenza specializzata per pazienti con ictus, dei seguenti
standard: 
 
     -  Competenze  multidisciplinari  incluse   o   presenti   nella
struttura 
     - Un neurologo dedicato e Personale infermieristico dedicato 
     - Almeno un posto letto con monitoraggio continuo 
     -  Riabilitazione  precoce  (fisioterapia,  logopedia,   terapia
occupazionale) 
     - Terapia fibrinolitica endovenosa 
     - Pronta disponibilita' neurochirurgica (anche in altra sede con
supporto tecnologico telediagnostico) 
     -  Disponibilita'  h.24  di   Tomografia   computerizzata   (TC)
cerebrale e/o angio-TC con  apparecchio  volumetrico  multistrato  ad
almeno 16 strati e/o Risonanza  magnetica  (RM)  encefalo,  Risonanza
magnetica con immagini pesate in diffusione (RM DWI), angio-RM 
     -  Diagnostica  neurosonologica   epiaortica   e   intracranica,
ecodoppler dei tronchi sovra-aortici (TSA) ed ecocardiografia 
     - Collegamento operativo con le Stroke Unit di  II  livello  per
invio immagini e  consultazione  collegamento  operativo  (protocolli
condivisi di valutazione del danno e della disabilita', di indicatori
di processo riabilitativo e di esito) con il territorio e con  una  o
piu' strutture riabilitative. 
 
  8.2.3.2 Unita' ospedaliere per  il  trattamento  dei  pazienti  con
ictus, c.d Stroke Unit di II livello 
  La Stroke Unit di II livello deve trattare almeno 500 casi/anno  di
ictus e, oltre a quanto previsto per le Stroke  Unit  di  I  livello,
deve garantire i seguenti standard: 
 
     - Personale dedicato h.24 
     - Neuroradiologia h.24  con  TC  volumetrica  multistrato  a  64
strati, con programmi di ricostruzione angiografica  e  perfusionale.
Apparecchio da 1,5 Tesla  per  Risonanza  magnetica  (RM),  Risonanza
magnetica con immagini  pesate  in  diffusione  (RM  DWI),  Risonanza
magnetica con immagini pesate in perfusione (RM-PWI) e  angio-RM  con
pacchetto a rapida effettuazione 
     -  Interventistica  endovascolare  con  camera  con   angiografo
digitale con arco a C e con Flat Panel h.24 
     - Neurochirurgia h.24 
     - Chirurgia vascolare h.24 
     - Angiografia cerebrale 
     - Fibrinolisi intra-arteriosa (urgenza), trombectomia  meccanica
(urgenza), stent extra- e intracranico, 
     -  Embolizzazione  di  malformazioni  artero-venose,  aneurismi,
endoarteriectomia (urgenza) 
     - Craniotomia decompressiva 
     - Clipping degli aneurismi 
 
  9. Rete dell'emergenza urgenza 
  Il sistema dell'emergenza  urgenza  opera  attraverso  le  centrali
Operative  118,  la  rete  territoriale  di  soccorso   e   la   rete
ospedaliera. 
 
  9.1 Centrali Operative (CO) 118 e rete territoriale di soccorso. 
 
  9.1.1 Centrale operativa 
  La  CO  effettua  la  valutazione   del   grado   di   complessita'
dell'intervento  necessario,  definendo  il   grado   di   criticita'
dell'evento e, conseguentemente,  attiva  l'intervento  piu'  idoneo,
utilizzando i codici colore gravita'. 
  Le centrali  operative  gestiscono,  con  procedure  condivise,  le
postazioni di elisoccorso, le ambulanze medicalizzate con  medico  ed
infermiere a bordo, le automediche (i  mezzi  avanzati  di  base  con
infermiere e medico, le ambulanze di base con personale  soccorritore
certificato), in  forma  continuativa  o  estemporanea  e  tutti  gli
eventuali altri mezzi medicalizzati e non, che in forma  continuativa
o estemporanea intervengono nel soccorso sanitario. Tra  i  mezzi  di
soccorso l'eliambulanza, che rappresenta un mezzo integrativo  e  non
alternativo delle altre forme  di  soccorso,  deve  essere  usata  in
quelle situazioni tempo-dipendenti o legate a particolari  condizioni
assistenziali  o  a  realta'  territoriali  disagiate  (isole,   zone
montane). 
  Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono
a ridefinire la distribuzione dei mezzi  di  soccorso,  nel  rispetto
degli standard che verranno indicati, per le tipologie dei mezzi  non
ancora identificati nel presente documento,  in  sede  di  Conferenza
Stato-regioni e secondo criteri di  densita'  abitativa,  distanze  e
caratteristiche  territoriali,  entro  sei   mesi   dalla   data   di
approvazione del presente decreto. 
  Sulla base dell'esperienza  organizzativa  e  gestionale  maturata,
nonche' degli investimenti informatici, nelle tecnologie di  supporto
con importanti contributi di modernita'  ed  efficienza,  si  ritiene
percorribile una revisione organizzativa  che  preveda  una  centrale
operativa con un bacino di riferimento orientativamente non inferiore
a 0,6  milioni  ed  oltre  di  abitanti  o  almeno  una  per  regione
/provincia autonoma. 
  La regione stabilisce quali Centrali operative mantengono  funzioni
operative sovrazonali per l'elisoccorso, trasporto organi, farmaci ed
equipe sanitarie, considerando la organizzazione comune  con  regioni
viciniori per funzioni a basso volume di attivita'. 
  La configurazione dei dati raccolti deve necessariamente  adeguarsi
al percorso ministeriale EMUR, che permette anche la  gestione  unica
della banca dati 118 a livello regionale. 
  Alle regioni che hanno un bacino di popolazione inferiore a  quello
minimo  indicato  nel  presente  punto  e'  fortemente   raccomandata
l'aggregazione funzionale con una delle  regioni  confinanti  tramite
apposite convenzioni. 
 
  9.1.2 Rete territoriale di soccorso 
  Il nuovo modello organizzativo dell'assistenza,  caratterizzato  da
un potenziamento delle attivita' sul territorio e dalla realizzazione
di una rete  ospedaliera  dedicata  alle  patologie  complesse,  deve
prevedere la presenza di  uno  sviluppo  del  servizio  di  emergenza
territoriale tecnologicamente avanzato, in  grado  di  affrontare  le
emergenze e di condividere le procedure con l'attivita' del distretto
e con  la  rete  ospedaliera  garantendo,  in  tal  modo,  una  reale
continuita' dell'assistenza nell'interesse della  popolazione,  anche
attraverso la gestione tempestiva dei trasferimenti secondari urgenti
in carico al 118 e la trasmissione di immagini e dati. 
 
  9.1.3 Le postazioni territoriali 
  La definizione del fabbisogno di mezzi  di  soccorso  avanzati  sul
territorio regionale viene individuata utilizzando un criterio che si
basa sulla attribuzione di un mezzo di soccorso avanzato ogni  60.000
abitanti con la copertura di un territorio non superiore a 350  Kmq.,
applicando  un  necessario  correttivo  specifico  per  la  copertura
ottimale nelle  zone  di  particolare  difficolta'  di  accesso,  per
garantire   l'adeguata    funzionalita'    dei    percorsi    clinico
assistenziali. 
  Nel calcolo delle postazioni territoriali occorre tener conto della
peculiare  risposta  organizzativa  del  118  scelta,  ad   es.   con
l'affidare o  meno  al  118  la  totalita'  dei  trasporti  non  solo
secondari urgenti ma anche dei trasporti ordinari, in alcune  Regioni
attualmente a carico dei presidi ospedalieri ed in altre a carico del
servizio 118. 
  Nel caso in cui i trasporti secondari programmati vengano  affidati
al 118, la gestione degli stessi deve essere  assolutamente  separata
dalla gestione dei servizi di soccorso sanitario urgente. 
  Pertanto, nel calcolo del totale di mezzi di soccorso riorganizzati
vanno  considerati  i  trasporti  primari  e  secondari  urgenti,  in
particolare  per  l'implementazione  delle   reti   delle   patologie
complesse tempo-dipendenti, nonche' i trasporti ordinari. 
 
  9.1.4  Elisoccorso  sanitario  ed  elisuperfici  a  servizio  delle
strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. 
  L'analisi  condotta  sul  numero  degli  interventi   di   soccorso
effettuati nelle regioni e nelle provincie autonome di  Trento  e  di
Bolzano in particolare sugli eventi con codice di gravita'  giallo  e
rosso, permette di calcolare l'adeguato fabbisogno di basi  operative
di elisoccorso. Alla luce dei dati di attivita'  del  servizio  negli
ultimi  cinque  anni,  nonche'  dei   dati   relativi   al   servizio
territoriale con mezzi a terra, si propone un servizio di elisoccorso
regionale, integrato con il sistema di soccorso a terra, che impieghi
un numero di mezzi diurno pari a uno  per  una  previsione  media  di
interventi compresa tra 400 e 600 anno per  ogni  base  operativa  in
relazione, motivata, alla numerosita'  dei  mezzi  a  terra  ed  alla
definizione della rete ospedaliera. 
  Per i  mezzi  notturni,  si  propone  un  servizio  di  elisoccorso
integrato con il sistema di soccorso a terra tramite adeguata rete di
elisuperfici notturne a servizio  delle  destinazioni  sanitarie,  ed
elisuperfici a servizio di comunita' isolate o  aree  disagiate,  che
impieghi un numero di mezzi notturni pari a uno  per  una  previsione
media di interventi compresa  tra  350  e  550  anno  per  ogni  base
operativa in relazione, motivata, alla numerosita' dei mezzi a terra,
alla definizione della rete ospedaliera ed alla rete di  elisuperfici
notturne. 
  Le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano  potranno
definire riduzioni dei parametri sopra descritti  in  relazione  alla
necessita' di erogare il servizio  per  situazioni  peculiari,  quali
l'assistenza  alle  isole  minori  o  a   comunita'   isolate,   dove
l'integrazione con il soccorso  ordinario  presenti  difficolta'  non
altrimenti  superabili   anche   esperite   le   possibili   sinergie
interregionali. 
  Data la peculiarita' del  servizio  e  dei  mezzi  sono  fortemente
auspicate sinergie di intervento a copertura delle  aree  di  confine
tra le diverse regioni. In caso di particolari emergenze  o  comunque
quando se ne ravvisino necessita'  organizzative  in  relazione  alla
rete di emergenza, dovra' essere  possibile  la  gestione  flessibile
delle basi operative con trasferimenti temporanei o definitivi  delle
stesse negli ambiti regionali. 
  La complessita' degli adempimenti richiesti dalla vigente normativa
aeronautica richiede che le regioni e provincie autonome di Trento  e
di Bolzano individuino, anche a fini di ottimizzazione del  servizio,
un  piano  complessivo  di  interventi  che  possa  trovare  graduale
applicazione nel tempo, relativamente ad una rete integrata  di  siti
collegati  all'attivita'  di  elisoccorso,  individuati   a   diversi
livelli.  In  adesione  a  quanto  gia'  previsto  nelle  JAR-OPS   3
(normativa  internazionale  di  riferimento),  anche   la   normativa
italiana recepisce in proposito la seguente distinzione: 
  Basi operative Servizio Medico in  Elicottero  di  Emergenza  (c.d.
HEMS); 
 
     1) Destinazioni sanitarie; 
     2) Elisuperfici a servizio di strutture sanitarie; 
     3) Elisuperfici a servizio di comunita' isolate; 
     4) Siti per il Servizio Medico in Elicottero di Emergenza  (c.d.
HEMS). 
 
  Alle regioni per le quali si preveda un numero di interventi  annui
inferiori a quelli minimi indicati nel presente punto  e'  fortemente
raccomandata  l'aggregazione  funzionale  con   una   delle   regioni
confinanti tramite apposite convenzioni. 
 
  9.1.5 Punti di Primo Intervento (PPI) 
  Esclusivamente a seguito della riconversione dell'attivita'  di  un
ospedale per acuti in un ospedale per la post-acuzie  oppure  in  una
struttura territoriale, potrebbe rendersi necessario  prevedere,  per
un  periodo  di  tempo  limitato,  il  mantenimento  nella  localita'
interessata di un Punto di Primo Intervento, operativo nelle  12  ore
diurne e presidiato dal sistema 118 nelle ore notturne.  Qualora  gli
accessi superino le 6.000 unita' anno la  responsabilita'  clinica  e
organizzativa ricade sul DEA. di riferimento, che potra' avvalersi di
risorse  specialistiche,  con  adeguata  formazione,  presenti  nella
struttura. 
  La funzione dei Punti di Primo Intervento e' la  trasformazione  in
postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito,
implementando l'attivita'  territoriale  al  fine  di  trasferire  al
sistema dell'assistenza primaria le patologie a bassa gravita' e  che
non  richiedono  trattamento  ospedaliero   secondo   protocolli   di
appropriatezza condivisi tra 118, DEA, hub o spoke di  riferimento  e
Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione  di  urgenza
da quella dell'assistenza primaria. Nei punti di primo intervento non
e' prevista l'osservazione breve del paziente. 
  Punti di Primo Intervento con casistica inferiore ai 6.000 passaggi
annui sono direttamente affidati al 118 come postazione territoriale. 
  Possono essere organizzati Punti  di  Primo  Intervento  anche  per
esigenze temporanee ed  in  occasione  di  manifestazioni  di  massa,
gestiti funzionalmente e organizzativamente dal sistema 118. 
  Nella fase di transizione  verso  la  gestione  del  118,  la  loro
funzione per le urgenze si limita unicamente ad ambienti e  dotazioni
tecnologiche atte al trattamento delle urgenze minori e ad una  prima
stabilizzazione  del  paziente  ad  alta  complessita',  al  fine  di
consentirne il trasporto nel pronto soccorso piu' appropriato. 
 
  9.2 Rete ospedaliera dell'emergenza 
  La rete ospedaliera dell'emergenza e' costituita  da  strutture  di
diversa complessita' assistenziale  che  si  relazionano  secondo  il
modello hub and spoke integrato dalle strutture sotto indicate.  Tali
strutture sono in grado di rispondere  alle  necessita'  d'intervento
secondo  livelli  di  capacita'   crescenti   in   base   alla   loro
complessita', alle competenze  del  personale  nonche'  alle  risorse
disponibili. 
  La rete si articola su quattro livelli di operativita': 
 
  9.2.1 Ospedale sede di Pronto Soccorso 
  E' la struttura organizzativa ospedaliera deputata ad effettuare in
emergenza-urgenza stabilizzazione  clinica,  procedure  diagnostiche,
trattamenti terapeutici, ricovero oppure trasferimento urgente al DEA
di livello superiore di cura, in continuita' di  assistenza,  secondo
protocolli concordati per patologia (es. reti assistenziali  ad  alta
complessita'). Devono  essere  presenti  le  discipline  di  Medicina
interna,  Chirurgia  generale,  Anestesia,  Ortopedia  e  Servizi  di
supporto  in  rete  di  guardia  attiva  e/o  in  regime  di   pronta
disponibilita' H/24 di Radiologia, Laboratorio,  Emoteca,  coordinati
come previsto al capitolo 2. 
  La funzione di pronto soccorso e' prevista per: 
 
     - un bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti 
     -  un  tempo  di  percorrenza  maggiore  di  un'ora  dal  centro
dell'abitato al DEA di riferimento 
     - un numero di accessi  annuo  appropriati  superiore  a  20.000
unita' 
 
  Deve  essere  dotato  di  letti  di  Osservazione  Breve  Intensiva
(O.B.I.) proporzionali  al  bacino  di  utenza  e  alla  media  degli
accessi. 
  Puo'  essere  prevista  la  funzione  di  Pronto   soccorso,   come
descritta, in presidi ospedalieri di aree  disagiate  (zone  montane,
isole) anche con un numero di abitanti di  riferimento  inferiore  ad
80.000. 
 
  9.2.2 Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate 
  Le regioni e le provincie autonome di Trento e di  Bolzano  possono
prevedere  presidi  ospedalieri  di  base  per  zone  particolarmente
disagiate, distanti piu' di 90 minuti  dai  centri  hub  o  spoke  di
riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i
tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. I tempi  devono
essere definiti sulla base di oggettive tecniche di misurazione o  di
formale documentazione tecnica disponibile. Per centri hub and  spoke
si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi
interregionali da sottoscriversi secondo le indicazioni contenute nel
nuovo patto per la salute 2014-2016. 
  Tali situazioni esistono in  molte  regioni  italiane  per  presidi
situati in  aree  considerate  geograficamente  e  meteorologicamente
ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano  con
collegamenti di rete viaria complessi e conseguente  dilatazione  dei
tempi, oppure in ambiente insulare. 
  Nella definizione di tali  aree  deve  essere  tenuto  conto  della
presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate. 
  In tali presidi ospedalieri  occorre  garantire  una  attivita'  di
pronto soccorso  con  la  conseguente  disponibilita'  dei  necessari
servizi di supporto, attivita' di medicina  interna  e  di  chirurgia
generale ridotta. Essi sono strutture a basso  volume  di  attivita',
con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero
di casi insufficiente per garantire la sicurezza  delle  prestazioni,
il mantenimento delle competenze  professionali  e  gli  investimenti
richiesti da una sanita' moderna. 
  Tali strutture devono essere integrate nella  rete  ospedaliera  di
area disagiata e devono essere dotate indicativamente di: 
 
     - un reparto di 20 posti  letto  di  medicina  generale  con  un
proprio organico di medici e infermieri; 
     - una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in  Day
surgery o eventualmente  in  Week  Surgery  con  la  possibilita'  di
appoggio  nei  letti  di  medicina  (obiettivo  massimo  di  70%   di
occupazione  dei  posti  letto  per  avere  disponibilita'  dei  casi
imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la
copertura in pronta disponibilita', per il restante orario, da  parte
dell'equipe chirurgica  garantisce  un  supporto  specifico  in  casi
risolvibili in loco; 
     - un pronto soccorso presidiato da un organico  medico  dedicato
all'Emergenza-Urgenza, inquadrato nella  disciplina  specifica  cosi'
come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia  d'Accettazione
e d'Urgenza) e, da un punto di vista  organizzativo,  integrata  alla
struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio
e l'aggiornamento relativo. 
 
  E' organizzata in particolare la possibilita' di eseguire  indagini
radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro
hub  o  spoke  piu'  vicino,  indagini  laboratoristiche  in   pronto
soccorso. E' predisposto un protocollo  che  disciplini  i  trasporti
secondari dall'Ospedale di zona particolarmente disagiata  al  centro
spoke o hub. E' prevista la presenza di  una  emoteca.  Il  personale
deve essere assicurato a rotazione dall'ospedale  hub  o  spoke  piu'
vicino. 
 
  9.2.3 Ospedale sede di D.E.A. di I Livello (spoke) 
  La struttura ospedaliera sede di DEA di I  livello  (spoke)  esegue
tutti gli interventi previsti per l'ospedale sede di Pronto  soccorso
e svolge funzioni di accettazione in emergenza urgenza per  patologie
di maggiore  complessita',  di  osservazione  breve  intensiva  e  di
medicina di urgenza e, ove necessario, trasferisce in continuita'  di
assistenza, al DEA di II Livello  (hub),  superiore  per  livello  di
cura. 
  La struttura sede di DEA di I Livello serve  un  bacino  di  utenza
compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti  con  un  numero  di  accessi
annui appropriati superiore a  45.000  e  deve  essere  dotato  delle
strutture di cui al capitolo 2, punto 2.3. 
 
  9.2.4 Ospedale D.E.A. di II Livello (hub) 
  La struttura ospedaliera sede di DEA di II livello esegue tutti gli
interventi previsti nell'ospedale sede di DEA di I livello ed e' sede
di discipline di riferimento per le reti delle  patologie  complesse;
effettua oltre agli interventi previsti per il DEA di I  livello,  le
funzioni di accettazione in emergenza-  urgenza  per  il  trattamento
delle patologie acute ad elevata  complessita',  in  particolare  per
quanto attiene alle alte specialita' o  alle  specialita'  che  fanno
riferimento a centri regionali o  sovra  regionali  (Centro  ustioni,
Centro trapianti, Unita' spinali, Cardiochirurgia, Neurochirurgia). 
  La struttura sede di DEA di II Livello serve un  bacino  di  utenza
compreso tra 600.000 e 1.200.000  abitanti,  con  numero  di  accessi
annui appropriati superiore a  70.000  e  deve  essere  dotato  delle
strutture di cui al capitolo  2,  punto  2.4.  E'  inoltre  prevista,
qualora i volumi di attivita' consentano di garantire  le  competenze
richieste,  una  struttura  complessa  di  Chirurgia  d'Urgenza,  che
assolva a compiti di trattamento specialistico di patologie urgenti. 
  La rete di teleconsulto rappresenta un  utile  supporto  alle  reti
specialistiche  di  emergenza,  in  quanto,  essendo  connessa   alle
Centrali Operative 118, permette flussi informativi e  trasporto  dei
dati tecnici fra tutti i Centri collegati,  con  la  possibilita'  di
anticipare informazioni sui pazienti in arrivo in Ospedale e ricevere
dati sulla disponibilita' dei posti letto. Al  fine  di  un  utilizzo
ottimale della rete di trasmissione di immagini e dati e'  necessario
garantire la presenza sulle 24 ore, negli hub di personale  sanitario
formato, con specifica programmazione regionale, alla gestione  delle
richieste di consulenza. 
 
  9.2.5 Rapporti con il Servizio di Continuita' Assistenziale 
  La  razionalizzazione   deve   opportunamente   interessare   anche
l'organizzazione del Servizio di Continuita' Assistenziale. 
  Dovranno   essere   messe   a   disposizione   della    continuita'
assistenziale le dotazioni tecnologiche delle  centrali  operative  e
l'integrazione con i medici di medicina generale,  con  indiscutibili
benefici in termini di ottimizzazione degli interventi,  monitoraggio
delle attivita' e riduzione dei tempi di  attesa  dell'utenza.  Altri
elementi  di  razionalizzazione  provengono  da  una  piu'   corretta
distribuzione  delle  postazioni  di  Continuita'  Assistenziale  che
dovra'   essere   definita   a   livello   regionale   con   adeguato
dimensionamento in rapporto all'attivita' attesa e alla distribuzione
territoriale. 
  Ulteriori indicazioni di programmazione potranno essere fornite dal
sistema di acquisizione dei dati, previsto dal D.M. 17 dicembre  2008
"Istituzione  del  sistema  informativo  per  il  monitoraggio  delle
prestazioni  erogate   nell'ambito   dell'assistenza   sanitaria   in
emergenza-urgenza". 
  Il servizio di continuita' assistenziale  viene  organizzato  anche
tenendo conto di quanto previsto dall'art.  1  del  decreto-legge  13
settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge  8
novembre 2012, n. 189. 
 
  10. Continuita' ospedale-territorio 
  La riorganizzazione della rete ospedaliera cui  e'  finalizzato  il
presente provvedimento sara' insufficiente rispetto  all'esigenza  di
garantire  una  copertura  piena  dei   bisogni   assistenziali   che
richiedono  un  trattamento  ospedaliero,  se,  in  una   logica   di
continuita'  assistenziale,  non  viene  affrontato   il   tema   del
potenziamento delle strutture territoriali,  la  cui  carenza,  o  la
mancata organizzazione in rete, ha forti ripercussioni  sull'utilizzo
appropriato dell'ospedale. L'integrazione/interazione funzionale  tra
le strutture territoriali e le strutture ospedaliere, riveste infatti
un ruolo centrale nel regolamentare i flussi sia in  entrata  che  in
uscita dall'ospedale. Relativamente ai primi, e' evidente il ruolo di
filtro che le strutture territoriali svolgono  nel  contenimento  dei
ricoveri ospedalieri inappropriati; per quanto riguarda i  flussi  in
uscita assumono primaria importanza meccanismi organizzativi quali le
dimissioni protette o l'utilizzo delle stesse strutture  sanitarie  a
valenza territoriale, in grado di assicurare l'opportuna  continuita'
di assistenza. Al riguardo va promosso il collegamento  dell'ospedale
ad una centrale della continuita' o altra strutture equivalente posta
sul territorio di riferimento per la dimissione protetta e  la  presa
in carico post ricovero, nonche'  la  promozione  della  medicina  di
iniziativa e della Farmacia dei servizi, quale modello  assistenziale
orientato  alla  promozione  attiva  della  salute,   anche   tramite
l'educazione della popolazione ai corretti  stili  di  vita,  nonche'
alla assunzione del bisogno  di  salute  prima  dell'insorgere  della
malattia o prima che essa si manifesti o si  aggravi,  anche  tramite
una gestione attiva della cronicita', cosi' come previsto  dal  nuovo
patto per la salute 2014-2016. In attuazione della legge n.38/2010  e
per il completamento della legge n. 39/1999, al fine di assicurare lo
sviluppo dell'assistenza  domiciliare  palliativa  specialistica,  le
Regioni completano l'attivazione degli hospice, di cui alla lett.  c)
dell'art. 2, comma 1, legge 15 marzo 2010, n.  38  e  assicurano  sul
territorio l'accesso alle cure palliative domiciliari specialistiche. 
  Le iniziative di continuita' ospedale territorio possono, pertanto,
identificarsi nei programmi di dimissione protetta e/o assistita,  in
particolare per i pazienti che richiedono continuita' di cura in fase
post acuta, nelle disponibilita' di strutture  intermedie  con  varie
funzioni, nei servizi  di  gestione  della  fase  acuta  a  domicilio
mediante gruppi multidisciplinari, nei programmi di  ospedalizzazione
domiciliare  per  particolari  ambiti  patologici,  nei   centri   di
comunita'/poliambulatori, nelle strutture di ricovero nel  territorio
gestite dai Medici di Medicina Generale (MMG). 
  Per  struttura  Intermedia,  omnicomprensiva   della   qualsivoglia
tipologia o "provenienza" del  paziente,  si  intende  una  struttura
sanitaria  a   valenza   territoriale,   anche   basata   su   moduli
diversificati, di ricovero e di assistenza idonea ad ospitare: 
 
     - pazienti in dimissione da reparti per  acuti  degli  ospedali,
per i quali e' necessario: 
 • consolidare le condizioni fisiche 
 • continuare il processo di recupero funzionale 
 • accompagnare il paziente  con  fragilita'  individuale  o  sociale
nella prima fase del post-ricovero 
     - pazienti  provenienti  dal  territorio  per  i  quali  il  MMG
richieda un  ambiente  protetto  per  attuare/proseguire  le  proprie
terapie al fine di evitare  o  preparare  il  ricovero  in  struttura
ospedaliera 
 
  Per  lo  sviluppo  di  questi  percorsi  e'   necessario   favorire
l'implementazione di forme di lavoro multidisciplinare, attraverso la
predisposizione di specifici strumenti (quali i sistemi informativi),
l'organizzazione di gruppi di lavoro o l'attivazione di progetti  per
consolidare il circuito locale di relazione tra professionisti. 
  Le regioni, al fine di agevolare il processo di ridefinizione della
rete  ospedaliera  devono  procedere  contestualmente  al   riassetto
dell'assistenza primaria, dell'assistenza  domiciliare  e  di  quella
residenziale, in coerenza con  quanto  previsto  dal  vigente  quadro
normativo in materia di livelli essenziali di assistenza  e  con  gli
obiettivi economico finanziari  nazionali  fissati  per  il  Servizio
sanitario nazionale. 
  In  questa  sede  ci  si  limita   a   fornire   indicazioni   solo
relativamente alle strutture intermedie che possono essere di diretta
interfaccia tra l'assistenza territoriale e  quella  ospedaliera  con
particolare riferimento ai cosiddetti Ospedali di Comunita'. 
 
  10.1 Ospedale di comunita' 
  E' una struttura con un numero  limitato  di  posti  letto  (15-20)
gestito da personale infermieristico, in cui l'assistenza  medica  e'
assicurata dai medici di medicina generale o dai pediatri  di  libera
scelta o da altri medici dipendenti o convenzionati con  il  SSN;  la
responsabilita'  igienico-organizzativa  e  gestionale  fa  capo   al
distretto che assicura anche le necessarie consulenze specialistiche. 
  Prende in carico pazienti che necessitano: 
 
     -di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio  ma
che necessitano di  ricovero  in  queste  strutture  in  mancanza  di
idoneita' del domicilio (strutturale e familiare) 
     -di sorveglianza infermieristica continuativa 
 
  La degenza media prevedibile e' di 15/20 giorni. 
  L'accesso  potra'  avvenire  dal  domicilio   o   dalle   strutture
residenziali su  proposta  del  medico  di  famiglia  titolare  della
scelta, dai reparti ospedalieri o direttamente dal pronto soccorso. 
  L'assistenza  sara'  garantita   sulle   24   ore   dal   personale
infermieristico ed addetto all'assistenza,  dai  medici  di  medicina
generale, dai pediatri di libera scelta e dai medici  di  continuita'
assistenziale. 
  La  sede  fisica   dell'ospedale   di   comunita'   potra'   essere
opportunamente allocata presso presidi ospedalieri  riconvertiti  e/o
presso strutture residenziali. 
 
 
                              APPENDICI 
 
 
                             Appendice 1 
 
  DEFINIZIONE DEI POSTI LETTO ORDINARI OSPEDALIERI - CRITERI 
 
  Posto letto ordinario: Posto letto per ricovero H24 
  Posto letto autorizzato: posto letto  fisico  previsto  negli  atti
autorizzativi; si distinguono in: 
 
     - fisicamente disponibile 
     - fisicamente indisponibile, per ragioni strutturali  temporanee
quali manutenzione, ristrutturazione, o altre contingenze. 
 
  Posto letto fisicamente disponibile: 
 
     -organizzativamente disponibili: occupabili in qualsiasi momento
per pazienti urgenti o elettivi (esistenti ed utilizzabili) 
     -organizzativamente indisponibili, per ragioni contingenti quali
insufficienza di personale, procedure di disinfezione 
 
  Posti letto organizzativamente disponibili: 
 
     -posto letto libero 
     -posto letto occupato 
 
 
                             Appendice 2 
 
  Chirurgia ambulatoriale 
  I trattamenti chirurgici, che l'evoluzione delle procedure tecniche
e  delle  tecnologie  ha  reso   possibile   effettuare   in   ambito
ambulatoriale in alternativa al ricovero ordinario o  diurno  in  day
surgery, hanno una crescente rilevanza sotto il  profilo  terapeutico
assistenziale ed organizzativo.  Contestualmente  sono  cresciute  le
connesse esigenze di garantire per questa  tipologia  di  trattamenti
uniformi ed omogenei  criteri  di  sicurezza  e  qualita',  in  campo
nazionale.  Con  le  presente  appendice  si  forniscono   specifiche
indicazioni. 
  Con il termine chirurgia ambulatoriale si intende  la  possibilita'
clinica, organizzativa ed  amministrativa  di  effettuare  interventi
chirurgici od anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche  invasive
e semi-invasive  praticabili  senza  ricovero  in  anestesia  topica,
locale, loco-regionale e/o analgesia, (fino al II grado  della  scala
di sedazione)  su  pazienti  accuratamente  selezionati  comprese  le
prestazioni di chirurgia odontoiatrica in anestesia loco-regionale  e
tronculare  effettuabili  negli  ambulatori/studi  odontoiatrici,  in
quanto comportanti trascurabile probabilita' di complicanze. 
  Per la selezione pre-operatoria dei pazienti, si propone l'utilizzo
della classificazione della American Society  of  Anesthesiology  che
consente di definire le categorie  dei  pazienti  in  funzione  della
presenza o meno di alterazioni organiche o funzionali. Si individuano
i pazienti afferenti alle  classi  ASA  1  e  ASA  2  come  possibili
candidati  alle  prestazioni  di  chirurgia  ambulatoriale   e   alle
prestazioni effettuabili nei presidi extraospedalieri di day surgery. 
  Le regioni classificano le strutture  che  erogano  prestazioni  di
chirurgia ambulatoriale in base a: 
 
     - complessita' tecnica/invasivita' delle prestazioni, 
     - tecniche e grado di anestesia e sedazione praticabili, 
     - possibili insorgenze di complicanze cliniche nel paziente, 
     -  gradiente  di   sicurezza   igienico   ambientale   dell'area
operatoria 
 
  e definiscono in tal senso classi diverse di standard  strutturali,
tecnologici-impiantistici, qualitativi e di sicurezza e quantitativi. 
 
  Standard strutturali 
  Le regioni definiscono le caratteristiche generali degli edifici  e
dei locali sede dell'ambulatorio ed i loro rapporti con attivita' non
sanitarie prevedendo che  le  strutture  di  chirurgia  ambulatoriale
complessa siano ubicate al piano terra o comunque dotati di ascensori
atti al trasporto di pazienti in lettiga. 
  Le regioni  disciplinano  espressamente,  differenziandoli  per  la
complessita' della struttura, tra l'altro, gli standard relativi: 
     -ai locali e spazi per l'attivita' sanitaria e per le  attivita'
ad essa correlate (attivita' amministrative, attesa pazienti, servizi
igienici, stoccaggio farmaci e materiali). 
  Devono essere disciplinati, differenziandoli  per  la  complessita'
della struttura, espressamente gli standard relativi: 
 
     -  alla  zona  di  spogliatoio  e  preparazione  del   personale
sanitario; 
     - alla zona spogliatoio e preparazione paziente; 
     - al locale chirurgico; 
     -  allo  spazio  di  sosta  per  i  pazienti  che  hanno  subito
l'intervento; 
     - al deposito materiali sterili e dello strumentario chirurgico; 
     - al locale per visite e medicazioni; 
     - allo spazio per la  disinfezione  e  la  sterilizzazione  (pur
mantenendo la possibilita', in alternativa, di avvalersi  di  servizi
di sterilizzazione esterni); 
     - al pavimento e alle superfici in generale. 
 
  Standard organizzativi 
  Le regioni definiscono adeguati standard organizzativi  comprensivi
dei riferimenti alle figure professionali  ed  alla  numerosita'  del
personale addetto, nel rispetto, per quanto  attiene  alle  strutture
pubbliche, degli obiettivi di contenimento dei relativi costi fissati
dalla normativa vigente in materia di personale del SSN. 
 
  Standard tecnologici-impiantistici 
  Le regioni definiscono, differenziandoli per la complessita'  della
struttura, gli standard  relativi  alle  caratteristiche  termiche  e
igrometriche,   illuminotecniche   e   impiantistiche,   nonche'   le
caratteriste tecniche delle attrezzature e degli arredi  dei  singoli
locali o spazi in funzione dell'attivita' svolta. 
  Le Regioni definiscono differenziandolo per la  complessita'  della
struttura,  il  contenuto  minimo  del  carrello  per   la   gestione
dell'emergenza, comprendente attrezzature e farmaci essenziali per la
rianimazione cardiaca e  polmonare  di  base  (inclusi  aspiratore  e
attrezzature per la ventilazione)  e  di  frigorifero  a  temperatura
controllata per la conservazione di materiali e farmaci. 
  La dotazione tecnologica,  in  relazione  alla  complessita'  degli
interventi  e  alla   casistica   trattata,   deve   comprendere   il
defibrillatore semiautomatico. 
 
  Standard qualitativi e di sicurezza 
  Ai  fini  della  sicurezza  del  paziente   e   della   continuita'
assistenziale le  regioni  definiscono,  tra  l'altro,  il  contenuto
minimo delle indicazioni che dovranno essere riportate: 
 
     - nella scheda clinica  che  deve  essere  redatta  per  ciascun
paziente; 
     - nel registro ambulatoriale dove deve essere  registrata  tutta
l'attivita' sanitaria erogata dalla struttura; 
     - nella  relazione  finale,  comprese  le  informazioni  per  la
gestione delle complicanze. 
 
  I provvedimenti regionali, tra l'altro, prevedono: 
 
     - l'adozione di procedure per la  selezione  del  paziente,  per
l'informazione sulle modalita' e  il  decorso  dell'intervento  e  il
consenso informato, per la richiesta dei necessari accertamenti,  per
la  preparazione  all'intervento  e  per  l'immediato  periodo   post
operatorio; 
     - la sorveglianza continua del paziente ed il  monitoraggio  dei
parametri vitali adeguato alle  procedure  cui  viene  sottoposto  il
paziente e per tutta la durata della prestazione,  compresa  la  fase
preoperatoria e postoperatoria, nonche' delle  possibili  complicanze
cliniche (anestesiologiche ed operatorie) dei pazienti; 
     - la compilazione e la conservazione del registro  operatorio  e
della documentazione clinica, compresa copia della relazione  di  cui
al punto precedente, secondo i tempi stabiliti per  le  attivita'  di
ricovero ordinario; 
     - un sistema atto ad assicurare la reperibilita' dei sanitari 24
ore su 24, definendo le modalita' secondo le quali e'  organizzata  e
le procedure attraverso cui sono rese note al paziente  le  modalita'
per attivare il servizio di pronta disponibilita'; 
     -  la  continuita'  assistenziale  con  il  medico  di  medicina
generale ed il pediatra di libera scelta, anche tramite una relazione
scritta che  indichi  i  nominativi  degli  operatori,  la  procedura
eseguita,  l'ora  dell'inizio  e  della  fine  della  procedura,   le
eventuali tecniche  sedative  del  dolore  o  il  tipo  di  anestesia
praticata e i consigli terapeutici proposti; 
     - la prima gestione in  loco  delle  complicanze.  Nel  caso  di
complicanze  non  gestibili  in  loco,   o   di   impossibilita'   al
trasferimento  del  paziente  al  proprio  domicilio,  le   strutture
garantiscono il trasporto del paziente ad una  struttura  ospedaliera
di riferimento, con possibilita' di ricovero, situato ad una distanza
percorribile  in  un  tempo  che  consenta   il   trattamento   delle
complicanze. A tal fine e' stato adottato, precedentemente all'inizio
dell'attivita' chirurgica dell'ambulatorio/struttura,  un  protocollo
formalizzato  per  il  raccordo  con  la  struttura  ospedaliera   di
riferimento. 
     - la gestione delle emergenze cliniche  nell'ambito  della  rete
dell'emergenza-urgenza. In ogni caso, per fronteggiare in loco  e  in
modo efficace la prima fase di eventuali emergenze, la struttura deve
avvalersi di professionisti  adeguatamente  formati  e  possedere  le
necessarie dotazioni strumentali. 
 
  Per  ogni  attivita'  clinica  svolta,  e'  individuato  un  medico
responsabile. 
  Al responsabile dell'attivita' igienico-sanitaria  dell'ambulatorio
chirurgico  compete,  tra  l'altro,  la  tenuta  del  registro  delle
attivita' svolte nella struttura e dei provvedimenti adottati per  il
rispetto delle  norme  igienico-sanitarie,  nonche'  la  trasmissione
semestrale alla ASL di riferimento di  una  relazione  in  cui  siano
riportati i risultati dei controlli effettuati. 
  I  trasferimenti  per  complicanze  ed  emergenze   devono   essere
trasmessi alla ASL di riferimento con l'indicazione  del  motivo  del
ricovero e della struttura dove e' avvenuto. 
  Le regioni prevedono l'adozione  da  parte  delle  strutture  degli
strumenti per  la  gestione  del  rischio  clinico.  Lo  standard  e'
costituito dalla documentata e formalizzata  presenza  di  sistemi  o
attivita' di Gestione del rischio clinico. 
  Le  regioni,  qualora  si  intenda  ricomprendere  nella  chirurgia
ambulatoriale anche interventi  chirurgici  effettuati  in  anestesia
generale  limitatamente  alle  sole  ipotesi  di  recupero  da  parte
dell'utente dell'autonomia motoria e della piena vigilanza  entro  le
due ore successive alla conclusione dell'intervento e non  implicanti
assistenza  continuativa   post-intervento,   definiranno   ulteriori
standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi tenendo
conto della maggiore complessita' della  prestazione  erogata  e  del
maggior rischio per utenti ed operatori. 
  In particolare per il  locale  chirurgico  le  caratteristiche,  le
relative dotazioni impiantistiche e di sicurezza, attinenti: 
 
     - alla temperatura e all'umidita'; 
     - ai ricambi e al filtraggio dell'aria; 
     - agli impianti  di  gas  medicali  e  di  aspirazione  dei  gas
anestetici; 
     - alle stazioni di riduzione della pressione; 
     -  all'impianto  allarmi  di  sicurezza,  in  particolare,   con
riferimento alla segnalazione esaurimento gas medicali; 
     - ai controlli periodici e al monitoraggio ambientale. 
 
  dovranno essere definite dalle regioni tenuto conto della qualifica
prestazionale della sala  operatoria  assumendo  come  riferimento  i
corrispondenti locali chirurgici dove si  effettuano  prestazioni  di
day surgery. 
  Le regioni disciplinano ulteriori aspetti relativi alla qualita'  e
alla sicurezza non trattati nel presente documento.