(Allegato)
                               PREMESSA 
  Le regioni, nell'elaborare e predisporre i piani di cui all'art. 1-
ter del decreto-legge n. 361, convertito,  con  modificazioni,  nella
legge 29 ottobre 1987, n. 441, per lo smaltimento dei rifiuti  solidi
urbani, relativi alla realizzazione di  nuovi  impianti,  favoriscono
soluzioni di smaltimento che consentano il riutilizzo, il riciclaggio
e l'incenerimento con recupero di  energia  e  che  siano  rispettosi
dell'ambiente. E' essenziale che il piano regionale individui  ambiti
territoriali ottimali da servire con idonei impianti  da  gestire  in
modo adeguato. A  tal  fine  le  regioni  si  baseranno  sui  criteri
appresso indicati. 
                           CRITERI GENERALI 
  Le regioni provvedono all'elaborazione e alla  predisposizione  dei
piani per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, in conformita' ai
seguenti criteri: 
   1) Individuazione e programmazione di tutti gli interventi atti  a
costituire un sistema  organico,  territorialmente  e  funzionalmente
integrato,  di  raccolta,  trasporto,  recupero  e  smaltimento   dei
rifiuti. 
   2) Riduzione e semplificazione dei flussi dei rifiuti  da  inviare
ad impianti di smaltimento, con particolare enfasi per  le  soluzioni
che favoriscano la raccolta differenziata. 
   3) Adozione di  scelte  di  localizzazione  degli  impianti  e  di
tecnologie  impiantistiche  efficienti,  flessibili,   collaudate   e
rispettose dell'ambiente, e,  in  particolare  nella  prima  fase  di
attuazione del piano, di rapido approntamento e realizzazione. 
   4) Realizzazione di impianti finalizzati al recupero di  materiali
e di energia dai rifiuti e predisposizione di interventi,  diretti  e
indiretti,  per   incentivare   l'utilizzazione   dei   materiali   e
dell'energia recuperati. 
   5) Adozione di soluzioni di smaltimento realizzabili  per  blocchi
funzionali. 
   6) Individuazione di soluzioni che, oltre ad essere  efficienti  e
compatibili  con  l'ambiente,  siano  anche  convenienti  sul   piano
dell'investimento  e  della  gestione.  Viene   quindi   raccomandata
l'individuazione delle scale impiantistiche  piu'  appropriate  e  il
recupero delle preesistenze di dimostrata validita'. 
   7) Analisi della compatibilita' ambientale degli impianti. 
                        ACQUISIZIONE DEI DATI 
  L'elaborazione del piano per lo smaltimento dei rifiuti urbani deve
essere preceduto da un'indagine conoscitiva e  di  raccolta  di  dati
essenziali. Le regioni che  alla  data  dell'entrata  in  vigore  del
presente decreto avessero gia' approvato definitivamente il piano  di
smaltimento dei rifiuti, provvedono ad integrarlo. 
1) Quantita' e qualita' dei rifiuti prodotti. 
  Le  quantita'  dei  rifiuti   prodotti   verranno   accertate   per
acquisizione di tutti i dati disponibili o per estrapolazione  di  un
congruo  numero  di  dati  rappresentativi,   esistenti   presso   le
amministrazioni comunali, i consorzi, le municipalizzate e gli enti e
le imprese concessionarie preposte  alla  raccolta,  al  trasporto  e
smaltimento dei rifiuti stessi.  Le  qualita'  dei  rifiuti  prodotti
possono essere definite con  metodo  analogico,  sia  sulla  base  di
analisi  esistenti  effettuate  in  ambito  regionale   nel   periodo
1980-1987 che sulla base delle analisi,  aggiornate,  effettuate  dal
CNR nell'ambito del progetto finalizzato "Energetica". 
  Il piano di basera' sui  seguenti  dati  da  raccogliersi  a  scala
comunale: 
    a) quantita' di rifiuti prodotti  con  disaggregazione  dei  dati
relativi a rifiuti speciali assimilabili agli urbani, rifiuti  urbani
pericolosi e fanghi di depurazione da insediamenti civili. 
  Per ognuna di queste categorie, e' opportuno conoscere le quantita'
attuali annue e quelle del mese di punta, nonche', ove possibile,  le
proiezioni relative ai prossimi dieci anni; 
    b) entita' della popolazione residente e fluttuante; 
    c) ove possibile, composizione dei rifiuti solidi urbani espressa
in  percentuale  sul  peso  secondo  le  voci  merceologiche   e   le
caratteristiche chimico-fisiche espresse di seguito: 
    contenuto di materie  organiche  varie,  cellulosa,  sottovaglio,
plastica, materiali inerti, metalli; 
    umidita'; 
    potere calorifico inferiore; 
    rapporto carbonio/azoto. 
2) Sistemi di smaltimento esistenti. 
  Ai fini dell'elaborazione  del  piano  e'  opportuno  acquisire  le
seguenti informazioni: 
    a) sistemi utilizzati per le attivita' di conferimento e raccolta
dei rifiuti solidi urbani con attenzione oltre che ai mezzi  ed  alle
attrezzature,   anche   alle   modalita'   di   gestione    (diretta,
municipalizzata o concessione); 
    b) quantitativi dei rifiuti raccolti; 
    c) per ciascun impianto di smaltimento: 
    localizzazione dell'impianto; 
    bacino servito dall'impianto (ad es. comune e consorzio); 
    caratteristiche tecniche e potenzialita' di ampliamento; 
    attrezzature ed infrastrutture  (da  intendersi  quali  strutture
funzionali e pertinenti alla gestione diretta dello stesso impianto); 
    programmazione  e  modalita'  degli  interventi  di  manutenzione
ordinaria e straordinaria effettuati; 
    estremi autorizzativi; 
    epoca di costruzione; 
    proprieta' e tipo di gestione; 
    organico   del   personale    addetto    all'impianto    (profilo
professionale,  numero  turni,  formazione  ed  aggiornamento   degli
addetti, ecc.); 
    quantitativi dei rifiuti smaltiti o recuperati (giornalieri e  di
punta); 
    tipologie dei rifiuti smaltiti o recuperati; 
    caratteristiche del contesto ambientale e territoriale  influenti
sulla specifica attivita'; 
    effetti sull'ambiente dell'attivita' di smaltimento; 
    situazione dell'adeguamento delle normative regionali e nazionali
anti-inquinamento; 
    modifiche in corso d'opera o a livello di  progetto,  finalizzate
al miglioramento qualitativo, inteso quale adeguamento alla normativa
vigente, al potenziamento, inteso quale ampliamento delle  capacita',
nonche' al recupero energetico; 
    fonti di finanziamento utilizzate per la  costruzione  e  per  la
gestione dell'impianto. 
  Inoltre, quando del caso, e' opportuno acquisire anche  i  seguenti
dati: 
    livello di rendimento,  inteso  come  ore  di  funzionamento  sul
totale delle ore disponibili; 
    efficienza, intesa come  grado  di  smaltimento  ottenuto  ovvero
percentuale di rifiuti distrutti e/o trasformati sul totale; 
    recupero di energia e materiale. 
3) Raccolta differenziata. 
  Sono da definirsi tipologie e quantitativi dei materiali recuperati
attraverso il conferimento differenziato, le tecniche di conferimento
e raccolta, le modalita' di attuazione e gestione del  sistema  e  le
condizioni attuali del mercato dei prodotti  di  recupero,  anche  in
rapporto alle possibilita' di ampliamento. 
  Sono da individuare, altresi', le iniziative di carattere educativo
e motivazionale assunte per la sensibilizzazione ed il coinvolgimento
dei cittadini  rispetto  alla  minor  produzione  di  rifiuti  ed  al
conferimento differenziato degli stessi. 
               ELABORAZIONE E PREDISPOSIZIONE DEL PIANO 
  L'elaborazione  e  la  predisposizione  del  piano   regionale   di
smaltimento dei rifiuti solidi urbani deve prevedere: 
   1) individuazione dei bacini di utenza e di smaltimento; 
   2) definizione dei  sistemi  di  conferimento,  raccolta  e  delle
caratteristiche degli impianti; 
   3) caratteristiche territoriali  delle  zone  individuate  per  la
localizzazione degli impianti; 
   4) valutazione degli oneri finanziari connessi e  priorita'  degli
interventi. 
1) Individuazione dei bacini di utenza per la raccolta, il trasporto 
   e lo smaltimento dei rifiuti. 
  I piani individuano bacini di utenza e  di  smaltimento  di  natura
omogenea tali da ottimizzare i costi di conferimento  e  smaltimento.
Detti bacini sono determinati con adeguata procedura. Tra le  diverse
possibili alternative sono privilegiate le soluzioni che  ottimizzino
i costi globali, i benefici generali e l'impatto ambientale. 
  Per ogni bacino di utenza i piani forniscono l'indicazione dei 
comuni che ne fanno parte, dei quantitativi di rifiuti da trattare e 
delle relative tipologie delle soluzioni ipotizzate per lo 
smaltimento, degli impianti e delle relative localizzazioni nonche' 
dei costi previsti e della loro compatibilita' ambientale. 
  I bacini di utenza  vengono  definiti  nel  rispetto  dei  seguenti
criteri: 
   criterio dell'omogeneita' territoriale, che risponde alle esigenze
delle   caratteristiche   fisiche,   viarie,   socio-economiche   del
territorio; 
   criterio  storico,  che  consiste  nel  rispettare,   per   quanto
possibile, le aggregazioni  esistenti  di  comuni,  finalizzate  alla
costruzione,  gestione  o  all'utilizzo  di  impianti  esistenti,  in
costruzione, o in progettazione; 
   criterio del massimo potenziamento dell'esistente, previa verifica
del rapporto costi/benefici che questa soluzione comporta; 
   criterio dello smaltimento integrato, in rapporto alle  necessita'
imposte dalla soluzione dei problemi connessi con altre tipologie  di
rifiuti presenti sul territorio e compatibili con  gli  impianti  per
rifiuti solidi urbani; 
   criterio della minimizzazione dei costi globali da  verificare  in
rapporto alle localizzazioni degli impianti e alle soluzioni definite
secondo i criteri precedentemente esposti. 
  Possono  essere  previsti  sub-bacini  gravitanti  su  stazioni  di
trasferimento  e  centri  di  stoccaggio  temporaneo  dei   materiali
recuperati,  al  fine  di  razionalizzare  i  percorsi,  i  tempi  di
percorrenza e i costi di trasporto dei  rifiuti  e  dei  prodotti  di
recupero  dai  centri  produttori  agli   impianti   di   trattamento
individuati. 
2) Definizione dei sistemi di conferimento, raccolta e delle 
   caratteristiche degli impianti di smaltimento. 
   a) Nella redazione del piano sono da  prevedersi  sistemi  per  il
recupero di materiali e/oz energia dalle attivita' di smaltimento. 
   b) A tal fine i  piani  prevedono  la  raccolta  differenziata  di
particolari materiali (quali, ad es.,  le  plastiche  cloro-derivate,
specialmente nelle tipologie dei rifiuti speciali  assimilabili  agli
urbani, nel caso  in  cui  tali  plastiche  rappresentino  una  quota
importante del totale) in rapporto alla qualita'  dei  rifiuti,  alla
dimensione dei bacini di produzione, al mercato e ai  benefici  sulle
attivita' per lo smaltimento dei rifiuti. In ogni caso viene prevista
la raccolta differenziata di rifiuti urbani pericolosi. 
   c)  Le  dimensioni  degli  impianti  di  smaltimento  -  ai   fini
dell'ottimizzazione e dell'efficienza e dei costi - sono definite: 
   in relazione alle previsioni relative alle  quantita'  di  rifiuti
prodotti nei singoli bacini, al netto dei  quantitativi  smaltiti  in
impianti  esistenti  e  di  quelli  recuperabili  mediante   raccolta
differenziata; 
   nel rispetto  delle  potenzialita'  applicative  piu'  idonee,  in
rapporto alle diverse tecnologie. 
   d) Le  tipologie  degli  impianti  sono  determinate  in  base  ai
suesposti criteri; vengono in particolare favorite le  soluzioni  che
consentono il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio dei materiali
ed il recupero di energia. 
   e) La localizzazione degli impianti viene determinata in  rapporto
alle aggregazioni definite mediante la individuazione  di  bacini  di
utenza. In particolare viene applicato il criterio  dell'integrazione
tra  gli   impianti   esistenti,   coerentemente   con   i   principi
dell'economicita' e dell'efficienza. 
3) Caratteristiche territoriali delle zone individuate per la 
   localizzazione degli impianti. 
  E' necessario che ogni  zona  prevista  dal  piano  quale  sede  di
impianto venga inquadrata territorialmente per  l'estensione  radiale
di almeno 2 kmq, in rapporto all'esistenza di: 
   aree sottoposte a vincoli idrogeologici; 
   aree sottoposte a vincoli paesistici; 
   aree sottoposte a vincoli urbanistici; 
   aree sottoposte a vincoli archeologici; 
   aree sottoposte a vincoli sismici di 1a categoria; 
   parchi e riserve naturali esistenti od in programmazione; 
   aree degradate da presenze di cave abbandonate; 
   aree degradate dalla presenza di discariche non autorizzate; 
   perimetrazione dei centri abitati includendo le zone  di  sviluppo
previste nei piani regolatori o programmi di fabbricazione adottati; 
   aree soggette ad esondazione e fasce litoranee; 
   aree geologicamente instabili e comunque tali  da  non  consentire
l'installazione di stoccaggi definitivi a  norma  del  comma  b)  del
punto 4.2.2 della delibera del 27 luglio 1984; 
   aree ad elevato rischio di crisi ambientale ai sensi  dell'art.  7
della legge 8 luglio 1986, n. 349. 
4) Valutazione dei fabbisogni finanziari connessi e priorita' degli 
   interventi. 
  In relazione agli interventi previsti dal  piano  saranno  definiti
gli oneri connessi oltre che alla realizzazione delle attrezzature ed
infrastrutture asservite all'impianto, anche quelli relativi a: 
   impianti di trattamento; 
   impianti di stoccaggio definitivo; 
   impianti di smistamento di rifiuti (stazioni  di  trasferimento  -
centri di stoccaggio dei materiali di recupero). 
  Verranno altresi' valutati: 
   costi di investimento; 
   costi di esercizio; 
   ricavi da recupero di materiali e di energia. 
  Fra tutti gli interventi prospettati nel piano sono  individuati  e
definiti  quelli  ritenuti  prioritari  in  quanto  relativi  a  zone
caratterizzate da maggiore emergenza ambientale. 
                    ELABORATI COSTITUENTI IL PIANO 
  Il  piano  consiste  di   una   relazione   generale   nonche'   di
documentazione allegata. 
  1)  La  relazione  generale  include  i  dati  e  le   elaborazioni
dettagliati nel presente decreto. 
  2) La documentazione allegata consiste di: 
   Carta tematica regionale, elaborata su cartografia preferibilmente
in  scala  1:100.000,  con  rappresentazione  delle   caratteristiche
territoriali di cui al precedente paragrafo 3, utilizzando simbologie
rappresentative   che   consentano   la   immediata   lettura   delle
sovrapposizioni esistenti. 
   Carta tematica, elaborata su cartografia preferibilmente in  scala
1:100.000, con le seguenti informazioni: 
    localizzazione degli impianti esistenti e del relativo bacino  di
utenza; 
    rappresentazione delle densita' abitative; 
    rappresentazione della idrografia superficiale; 
    rappresentazione della viabilita' esistente. 
   Eventuale carta regionale,  preferibilmente  in  scala  1:100.000,
geo-litologica e dell'idrografia sotterranea. 
   Grafico, preferibilmente in scala 1:100.000, indicante il piano di
smaltimento con  la  suddivisione  in  bacini  riportando  i  diversi
impianti e attrezzature previste. 
   Grafici dei diversi bacini, preferibilmente  in  scala  1:100.000,
con indicati gli impianti e le attrezzature previste, la rete  viaria
di supporto, le aree comunque vincolate presenti. 
        ANALISI DELLA COMPATIBILITA' AMBIENTALE DEGLI IMPIANTI 
  I progetti dei nuovi impianti devono  essere  accompagnati  da  una
relazione che contiene i seguenti elementi: 
    a) l'indicazione della localizzazione  riferita  alla  potenziale
incidenza spaziale e  territoriale  dell'intervento,  alla  incidenza
sulle risorse naturali, alla  corrispondenza  ai  piani  urbanistici,
paesistici,  territoriali  e  di  settore,  agli  eventuali   vincoli
paesaggistici, archeologici, damaniali ed  idrogeologici,  supportata
da adeguata cartografia; 
    b) la  descrizione  delle  caratteristiche  fisiche  delle  opere
principali e di quelle accessorie proposte; 
    c) la descrizione delle principali caratteristiche di processo  e
dei materiali di trasformazione  impiegati  (tipo  e  quantita')  ivi
comprese acqua ed energia; 
    d) la descrizione delle componenti  dell'ambiente  potenzialmente
soggette a subire effetti del  progetto  con  riferimento  ad  acqua,
aria, suolo e sottosuolo, rumore, flora e fauna, paesaggio, benessere
e salute umana ed agli aspetti  socio-economici,  sia  riferite  alla
fase di cantiere che di esercizio compresi gli effetti derivanti  dal
trasporto dei  rifiuti  agli  impianti  e  delle  eventuali  relative
necessita' di adeguamento dei tracciati; 
    e)  la  descrizione  delle  principali  alternative  per   quanto
riguarda l'ubicazione e la concezione dell'opera proposta  che  siano
state prese in esame; 
    f)  la  specificazione  dei  rifiuti  liquidi   rapportata   alle
prescrizioni della normativa vigente in materia; 
    g) la specificazione dei rifiuti  e/o  materiali  di  processo  e
delle relative modalita' di smaltimento  o  utilizzazione  rapportata
alle prescrizioni della normativa vigente in materia; 
    h) la specificazione delle emissioni  inquinanti  nell'atmosfera,
rapportata alla normativa vigente in materia; 
    i)   la   specificazione   delle   emissioni   sonore    prodotte
dall'intervento  previa  applicazione  degli  accorgimenti  e   delle
tecniche disponibili; 
    l) la descrizione dei dispositivi di prevenzione, eliminazione  e
recupero delle alterazioni all'ambiente con riferimento  alla  scelte
progettuali, alle  migliori  tecniche  disponibili  ed  agli  aspetti
tecnico-economici, compresi i sistemi  di  allarme  e  di  intervento
interni ed esterni all'impianto; 
    m) i piani di prevenzione dei danni, compresi eventuali piani  di
emergenza, con riferimento alle fasi di costruzione e gestione; 
    n)  la  descrizione  degli  effetti  previsti  sulle   componenti
dell'ambiente di cui alla precedente lettera d); 
    o) i piani di monitoraggio ambientale secondo  le  specificazioni
derivanti dalla  normativa  vigente  o  da  particolari  esigenze  in
relazione alle singole opere. 
  Le regioni, ai fini dell'istruttoria ed  approvazione  dei  singoli
progetti dovranno, nell'ambito spaziale  e  territoriale  interessato
dai progetti, verificarne la rispondenza ai limiti, agli standards ed
alle specifiche tecniche  previste  dalla  normativa  ed  individuare
l'impatto complessivo del progetto sull'ambiente anche in  ordine  ai
livelli di qualita' finali,  raffrontando  la  situazione  precedente
all'intervento  con  la  previsione   di   quella   successiva   alla
realizzazione del progetto.