(Allegato A)
                                                           Allegato A 
 
                           SCHEDA TECNICA 
                       INDICAZIONE GEOGRAFICA 
             «DISTILLATO DI MELE TRENTINO» O «DISTILLATO 
                        DI MELE DEL TRENTINO» 
 
    1.  Denominazione  della  bevanda   spiritosa   con   indicazione
geografica: "Distillato di mele trentino" o "Distillato di  mele  del
Trentino" 
    Categoria della bevanda  spiritosa  con  indicazione  geografica:
Acquavite di Frutta 
    La denominazione "Distillato di mele trentino" o  "Distillato  di
mele del Trentino" e' esclusivamente riservata all'acquavite di  mele
ottenuta da mele prodotte e  lavorate  nella  Provincia  Autonoma  di
Trento,  distillata  ed  imbottigliata  in   impianti   ubicati   sul
territorio della Provincia Autonoma di Trento. 
    2. Descrizione della bevanda spiritosa: 
      a) Caratteristiche fisiche, chimiche e/o  organolettiche  della
categoria 
        e' ottenuta esclusivamente mediante fermentazione alcolica  e
distillazione di mele (Malus communis); 
        la distillazione e' effettuata a meno di 86% vol.; 
        e' autorizzata  la  ridistillazione  alla  stessa  gradazione
alcolica; 
        ha un tenore di sostanze volatili pari o superiore a 200 g/hl
di alcole a 100% vol. e un tenore massimo di metanolo di 1200 g/hl di
alcole a 100 % vol.; 
        non deve  essere  aggiunto  alcole  etilico,  diluito  o  non
diluito; 
        non e' aromatizzata. 
      b) Caratteristiche specifiche della bevanda spiritosa  rispetto
alla categoria cui appartiene 
        tenore di sostanze volatili diverse dagli  alcoli  etilico  e
metilico non inferiore a 200 g/hl  di  alcole  a  100  per  cento  in
volume; 
        il titolo alcolometrico volumico minimo e' di 40 % vol. 
      c) Zona geografica interessata 
        L'intero territorio della Provincia Autonoma di Trento. 
      d) Metodo di produzione della bevanda spiritosa 
      La  frutta  fresca  o  adeguatamente  conservata  deve   essere
lavorata in maniera da preservarne le caratteristiche organolettiche.
La fermentazione deve avvenire seguendo modalita' tali da evitare  la
degradazione delle proprieta'  organolettiche.  Le  puree  fermentate
devono   essere   condizionate   in   maniera   da   preservare    le
caratteristiche aromatiche derivanti  dalla  materia  prima  e  dalle
operazioni di ottenimento della stessa. 
      Il "Distillato di mele trentino"  o  "Distillato  di  mele  del
Trentino" e' ottenuto per distillazione della  purea  fermentata  con
impianto discontinuo, anche dopo l'aggiunta di acqua nell'alambicco e
puo' essere altresi' ottenuto mediante processo di  distillazione  in
continuo.   La   distillazione   delle   puree   fermentate   e    la
ridistillazione delle flemme  con  impianto  discontinuo  o  continuo
devono essere effettuate a meno di 86 per cento in  volume  cosicche'
il prodotto della distillazione abbia un aroma e un gusto provenienti
dalle materie prime distillate. Entro tale limite  e'  consentita  la
ridistillazione  del  prodotto  ottenuto.  Nella   preparazione   del
"Distillato di mele trentino" o "Distillato di mele del Trentino"  e'
consentita l'aggiunta del frutto intero o parti di esso e  l'aggiunta
di zuccheri, nel limite massimo di 20 grammi per litro,  espresso  in
zucchero invertito. Il "Distillato di mele trentino" o "Distillato di
mele del Trentino" puo' essere sottoposto ad invecchiamento in botti,
tini ed altri recipienti di legno in regime di sorveglianza  fiscale,
in impianti  ubicati  nel  territorio  della  Provincia  Autonoma  di
Trento. 
      e) Elementi che dimostrano il legame con l'ambiente  geografico
o con l'origine geografica 
      La produzione dell'Acquavite "Distillato di  mele  trentino"  o
"Distillato di mele del Trentino", cosi' come documentato in numerose
testimonianze  storiche,  e'  per  tradizione   effettuata   mediante
distillazione  diretta  delle   puree   fermentate   ed   e'   legata
strettamente al territorio di origine. 
      I sistemi di distillazione adottati, in  particolare  la  larga
diffusione di impianti discontinui a bagnomaria con caldaia e colonna
di distillazione separate, consentono la rettifica  delle  flemme  in
discontinuo. Tale tipologia d'impianti e la conduzione  degli  stessi
permette  di  mantenere  nel  prodotto   le   molteplici   componenti
aromatiche che conferiscono le tipiche caratteristiche organolettiche
al "Distillato di mele trentino" o "Distillato di mele del Trentino".
L'origine   delle   materie   prime   risulta   dai   documenti    di
accompagnamento e dai registri dei distillatori. 
      La produzione delle acquaviti di frutta, cosi' come documentato
in  numerose  testimonianze  storiche,  ha  in  Trentino  una   lunga
tradizione (si veda "Acquavite e Grappa nell'uso e  nel  costume  del
Trentino - Museo degli usi e costumi della gente trentina" di Umberto
Raffaelli, 1976; "Le grappe  del  Trentino"  di  Menapace,  Margheri,
Avancini,  Versini,  Morelli,  Betti,  Tonon,  Cocchi,  Raffaelli   -
Manfrini Editori, 1979; "Atlante dei prodotti  tradizionali  trentini
(grappa  giovane  trentina,  distillati  di  frutta,   acquavite   di
genziana)" di Bazzanella, Gilli - Provincia Autonoma di Trento, 2004;
"La grappa e i distillati in Trentino" di Bandini, Rizzi, Zanotelli -
CCIAA di Trento, 2008). La distillazione in  Trentino  ha  un'origine
assai antica e rivestiva un'importanza  tale  da  essere  oggetto  di
proclami e  regolamenti  da  parte  della  pubblica  autorita',  come
testimoniato, ad esempio, il "Proclama in materia de  vini,  vernazze
et aquevite forastieri", del 7 agosto 1697,  emanato  dal  Magistrato
Consolare di Trento al fine di  combattere  il  contrabbando,  o  dal
Regolamento del 1757 relativo alle disposizioni che  dovevano  essere
osservate nelle Magnifiche Comunita' del Vicariato di Cembra. Al pari
della distillazione della vinaccia da cui si ottiene  la  grappa,  in
Trentino l'arte del distillare i frutti  si  perde  nella  notte  dei
tempi. Questo avveniva in particolare per quei frutti (mele  e  pere)
dai quali si otteneva il sidro, che sostituiva il  vino  nelle  valli
dove non si coltivava la vite. Per quanto riguarda invece l'abitudine
di distillare i frutti a nocciolo e a bacca,  essa  e'  una  pratica,
relativamente piu' recente,  che  risale  ad  oltre  due  secoli  fa.
Anticamente si distillavano  prevalentemente  i  frutti  selvatici  o
semiselvatici, fra cui soprattutto la marasca e la prugna. Nel  testo
di Umberto Raffaelli "Acquavite e Grappa nell'uso e nel  costume  del
Trentino" vi sono  citazioni  storiche  di  documenti  conservati  in
archivi trentini riferiti ai secoli XVIII e XIX che  richiamano  "...
acqavita di birra, d'Anziana, di grano e di frutti  ..."  ed  inoltre
sono  riportati  gli   esercizi   trentini   per   la   distillazione
dell'acquavite nel periodo di produzione  1879-80  con  citazione  di
distillazione di frutta a nocciolo  in  Trentino.  Dal  secondo  dopo
guerra in poi, l'abbondanza di materia prima coltivata  ed  il  nuovo
metodo di distillazione 'Tullio Zadra' hanno fatto si' che la pratica
di distillazione della frutta potesse decollare  con  una  produzione
tipica di altissima qualita'. 
      f)  Condizioni  da  rispettare   in   forza   di   disposizioni
comunitarie e/o nazionali e/o regionali 
      Decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109. 
      g) Nome e indirizzo del richiedente 
      Provincia Autonoma di Trento, via Trener n. 3, 38121, Trento.