(Allegato-art. 5)
 
                               Art. 5. 
 
 
                      Legame con il territorio 
 
  5.1 Specificita' della zona geografica 
    L'intera  zona  geografica  della  provincia  di  Ferrara  e'  in
grandissima parte un'area sottratta alle acque attraverso  un'intensa
attivita' di bonifica avviata  nel  1471  dal  Duca  Borso  d'Este  e
proseguita  fino  al  secolo  scorso.  Il  territorio  recuperato  e'
considerato un vero e  proprio  distretto  cerealicolo,  sia  per  la
coltivazione molto diffusa  del  frumento  sia  per  la  presenza  di
numerose aziende  di  produzione  di  farinacei.  Un  altro  prodotto
tradizionalmente coltivato e diffuso nelle campagne ferraresi  e'  la
zucca  "violina",  celebrata  in  sagre  paesane  (fra  le  quali  si
annoverano quella di Pontelangorino dal 1995 e  quella  di  Ostellato
dal 1998) e sulla cui produzione si e'  innestata  una  significativa
attivita' di trasformazione.  La  produzione  di  pasta  speciale  si
svolge nel territorio secondo  la  tradizione,  evidenziando  un'alta
specializzazione    e    artigianalita'    essenzialmente     fondate
sull'abilita'  manuale  e  inevitabilmente  legate  a  risorse  umane
difficilmente reperibili in altri contesti territoriali. 
  5.2 Specificita' del prodotto 
    I "Cappellacci di zucca ferraresi" hanno acquisito nel tempo  una
grande reputazione, non solo per la  originalita'  della  forma,  che
riproduce un antico cappello di paglia dei contadini  della  campagna
ferrarese,   quanto   soprattutto   per    le    spiccate    qualita'
organolettiche. Particolarmente apprezzato dai buongustai e'  infatti
nel ripieno il contrasto fra la componente  salata  del  formaggio  e
quella dolce derivante dall'uso della zucca utilizzata, la "violina",
la cui polpa presenta inoltre la  prerogativa  di  essere  povera  di
filamenti e di buona conservabilita'. 
  5.3 Legame causale fra la  zona  geografica  e  la  qualita'  o  le
caratteristiche del prodotto 
    Il legame dei "Cappellacci di zucca ferraresi" con il  territorio
si  riscontra  anzitutto  nell'uso,  tra  gli  ingredienti,  dei  due
elementi base dell'agricoltura del territorio: la zucca e la farina. 
    L'uso nel ripieno della zucca rispecchia una coltivazione  tipica
delle campagne ferraresi fin dal 1570. Vanto della produzione  e'  la
cultivar  "violina"  (denominata  in  dialetto  "viulina"),  le   cui
caratteristiche, ricordate al punto  5.2,  ne  favoriscono  l'impiego
culinario.  Anche  la  farina  e'  un  ingrediente   che   rispecchia
l'esistenza di una relazione con un territorio conosciuto come vero e
proprio 'distretto' cerealicolo. 
    Ai  due  fattori  precedentemente  indicati  si  deve  aggiungere
l'abilita' manuale degli  operatori,  consolidatasi  nel  territorio.
Essa e' particolarmente evidente nelle fasi della  lavorazione  della
zucca e della realizzazione del prodotto  (collocazione  del  ripieno
sul  quadrato  di  pasta  e  successiva  lavorazione).  Competenza  e
professionalita' vengono acquisite sul campo e vengono tramandate  da
piu'  generazioni,  basandosi  soprattutto  sull'osservazione   delle
modalita' operative dei pastai piu' esperti. 
    Le origini dei "Cappellacci di zucca ferraresi" nel territorio di
Ferrara, secondo  gli  storici,  risalgono  al  Rinascimento  e  sono
riportate nel ricettario "Dello Scalco" di Giovan Battista  Rossetti,
scalco del duca Alfonso II d'Este di Ferrara (1584). Gli  ingredienti
dei cappellacci sono gli stessi della ricetta attuale  se  non  fosse
per l'aggiunta di alcune spezie, come lo zenzero  ed  il  pepe,  oggi
cadute in disuso ma all'epoca particolarmente diffuse. I "Cappellacci
di zucca ferraresi" riflettono inoltre  una  tecnica  di  lavorazione
della pasta all'uovo (o sfoglia) che  ha  una  tradizione  ugualmente
antica, essendo descritta fin dal  1549,  nel  ricettario  "Banchetti
composizione di vivande e  apparecchio  generale"  di  Cristoforo  da
Messisbugo (scalco presso i Duchi d'Este). E' quindi significativo il
fatto che questo prodotto, nonostante il ripieno "povero"  di  zucca,
fosse considerato una preparazione di lusso e di prestigio,  in  ogni
caso degna di essere servita nelle occasioni ufficiali. 
    La rinomanza  del  prodotto,  oltre  che  alle  sue  riguardevoli
origini rinascimentali, rimane  fondamentalmente  legata  anche  alle
abitudini  alimentari  ferraresi,  da   sempre   considerati   grandi
mangiatori di zucca. Una  testimonianza  di  cio'  e'  fornita  dallo
storico locale Giuseppe Longhi, nel suo fondamentale testo "Le donne,
i cavalier, l'armi, gli amori e ..... la Cucina ferrarese". L'autore,
a proposito degli stili di vita nelle campagne fino  ai  primi  degli
anni Ottanta del secolo  scorso,  scrive:  "nelle  famiglie  che  non
potevano  permettersi  troppi  lussi  un  piatto,  che  spandeva   un
penetrante profumo ricco nella sua poverta', erano  le  frittelle  di
fiori di zucca. [...]. Questa  larga  utilizzazione  della  zucca  e'
andata in disuso ma sono rimasti i cappellacci. I cappellacci, con il
batu' di zucca e formaggio". 
    Un altro importante riferimento del  prodotto  al  territorio  di
origine e' nella forma, che richiama quella dei cappelli  di  paglia,
in dialetto "caplaz", diffusi fino alla meta' del secolo scorso tra i
contadini  ferraresi.  I  "Cappellacci  di  zucca   ferraresi"   sono
largamente conosciuti con questo nome nel  linguaggio  comune  e  nel
commercio. Ne consolida la fama di prodotto tipico ferrarese il  loro
abituale e documentato inserimento lungo tutto il secolo  scorso  nei
pranzi delle grandi occasioni (nelle festivita' come nelle  colazioni
ufficiali che vedono la partecipazione di ospiti di  prestigio,  come
ad es. la visita a Ferrara del Capo dello Stato italiano nel 1988). 
    Il legame culturale tra i "Cappellacci di zucca ferraresi"  e  il
suo territorio e' dimostrato anche dalle numerose manifestazioni  che
da piu' anni sono dedicate al prodotto. Tra queste  si  segnalano  la
"Sagra dal Caplaz" che si tiene a Coronella frazione  del  Comune  di
Poggio Renatico (FE) dal 1989 e la  "Sagra  della  zucca  e  del  suo
cappellaccio"  che  si  svolge  nella  localita'  di  San  Carlo   di
Sant'Agostino (FE) dal 2001, entrambe nell'ultima decade del mese  di
agosto. Queste rappresentano anche le piu' importanti  occasioni  per
celebrare e degustare il prodotto. 
    Il nome del prodotto ricorre fin dall'800 nei classici  libri  di
cucina ferraresi (Cucina pratica ferrarese, 1896; Longhi, 1984;  Iori
Galluzzi Iannotta, 1987), nelle guide gastronomiche locali  (Ferrara,
terra acqua e sapori, 2009) e in quelle nazionali (a  partire  da  Il
Boccafina, 1967), oltre che nei menu dei ristoranti.