(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
                        PROGETTO PRELIMINARE 
          Progetto preliminare del completamento dell'asse 
                         Civitavecchia-Orte. 
                     «S.S. n. 675 Umbro-Laziale. 
              Tratta SS 1 Aurelia - Monte Romano Est». 
 
                            PRESCRIZIONI 
 
Indice 
    1. Prescrizioni 
    1.1. Prescrizioni relative agli aspetti procedurali e gestionali 
    1.2. Prescrizioni relative agli aspetti progettuali 
    1.3. Prescrizioni di carattere ambientale 
    1.4. Piano di Utilizzo delle Terre 
    1.5. Tutela dei Beni Culturali 
    1.6. Prescrizioni relative agli espropri 
    1.7.  Prescrizioni  relative  alle  attivita'  preliminari   alla
cantierizzazione 
    1.8. Prescrizioni relative alle interferenze 
    2. Raccomandazioni 
1. Prescrizioni 
    1.1. Prescrizioni relative agli aspetti procedurali e gestionali 
    1.1.1.  Prescrizioni  relative   agli   aspetti   procedurali   e
gestionali 
    1.1.1.1. Dare mandato all'ente proponente l'intervento, Anas SpA,
di  redigere  il  progetto  definitivo   dell'opera,   recependo   le
prescrizioni  e  raccomandazioni   di   carattere   paesaggistico   e
ambientale dettate nel corso della conferenza di servizi  svolta  con
riferimento al progetto preliminare ed,  inoltre,  di  sviluppare  lo
studio d'incidenza ambientale dell'opera  in  argomento,  comprensivo
della cosiddetta  «valutazione  appropriata»,  compiutamente  redatto
secondo le prescrizioni di legge vigenti, sulla cui  base  effettuare
la valutazione d'incidenza ambientale dell'intervento sul  territorio
interessato. 
    1.1.1.2. Ai sensi di quanto disposto dall'art. 5,  comma  2,  del
decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997,  la  regione
Lazio provveda a verificare lo studio d'incidenza ambientale allegato
al progetto definitivo dell'opera stradale  in  argomento,  anche  al
fine di individuare le eventuali ulteriori misure  di  mitigazione  e
compensazione necessarie  per  la  tutela  e  la  salvaguardia  delle
componenti ambientali e paesaggistiche del territorio interessato. 
    1.1.1.3. La commissione di valutazione di  impatto  ambientale  -
VIA e VAS del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e
del mare esprima, ai sensi e per gli effetti previsti dall'art.  185,
commi 4 e 5, del decreto legislativo  12  aprile  2006,  n.  163,  il
proprio parere sull'ottemperanza del progetto  definitivo  dell'opera
stradale in argomento, alle prescrizioni di carattere paesaggistico e
ambientale sopra richiamate, previa acquisizione  della  verifica  di
cui al punto precedente. 
    1.1.2. Nulla-osta Autorita' competenti 
    1.1.2.1. Prima dell'inizio dei lavori dovranno essere acquisiti i
nullaosta  delle  Autorita'  competenti  nei  riguardi  di  eventuali
vincoli  o  divieti  presenti  nell'area  d'intervento,  nonche'   le
autorizzazioni sanitarie ed idrauliche qualora occorrenti. 
    1.1.3. Rapporti con RL 
    1.1.3.1.  In  caso  di  eventuale  regionalizzazione  di   tratti
stradali dismessi attualmente in esercizio, la competenza delle rampe
degli svincoli, resti a carico dell'attuale soggetto  proponente  e/o
gestore dell'arteria stradale. 
1.2. Prescrizioni relative agli aspetti progettuali 
    1.2.1. Aspetti Geologici e Geotecnici 
    1.2.1.1. La  progettazione  definitiva,  dovra'  contemplare  una
dettagliata valutazione delle caratteristiche meccaniche dei terreni,
attraverso dati di letteratura, studi preesistenti, sondaggi e  prove
di laboratorio ed ulteriori sondaggi geognostici. 
    1.2.1.2.  Constatato  che,  i  terreni   affioranti,   lungo   il
tracciato, si comportano, da un punto di vista geomeccanico, in  modo
differente, e' necessario intervenire  in  modo  molto  diversificato
nelle  scelte  progettuali,  scegliendo  in   maniera   accurata   le
metodologie realizzative per le  fondazioni  delle  opere  principali
(viadotti stradali) e le tipologie degli interventi finalizzati  alla
messa in sicurezza dei versanti. 
    1.2.1.3. In relazione alle opere di  contenimento  da  realizzare
nelle zone di  scavo  e  di  imposta  dei  rilevati  stradali,  siano
eseguite  verifiche  di  stabilita'  dei  versanti,   sulle   sezioni
geologiche inserite nella relazione di integrazione fornita  da  ANAS
nel corso del  processo  di  valutazione  (sezioni  alle  progr.8+00,
8+300,  8+700,  10+000),  al  fine  di  indicare  soluzioni  puntuali
adeguate  sia  a  risolvere  le  problematiche  progettuali   sia   a
determinare la presenza e profondita' di eventuali falde acquifere. 
    1.2.1.4. L'insieme degli studi e delle indagini disponibili hanno
consentito di definire, con sufficiente grado  di  affidabilita',  un
modello  geologico  adeguato  al  livello  progettuale,  e  tale   da
costituire base concettuale per le successive fasi di approfondimento
ai fini del corretto dimensionamento degli interventi progettuali. Le
problematiche geotecniche connesse con le principali  opere  comprese
nella soluzione di  progetto  selezionata,  riguardano  le  opere  di
fondazione di alcuni viadotti e la realizzazione  di  una  importante
galleria  naturale  di  oltre  2000  metri  di  lunghezza   (Galleria
Calistro).  Potenziali   problemi   di   stabilita'   dei   versanti,
riguardanti movimenti delle coltri superficiali di copertura  possono
interferire con le opere nei tratti a mezzacosta. Per  le  fondazioni
dei viadotti, considerate le caratteristiche  medie  dei  terreni  di
imposta, sono state ragionevolmente ipotizzate fondazioni profonde su
pali  di  grande  diametro.  Di  grande  impegno  costruttivo  e'  da
considerare la galleria Calistro  che  interessa  la  Formazione  del
flysch argilloscaglioso appartenente alla serie cretacico-oligocenica
del flysch della Tolfa. [...] In tale ambito  ad  alcune  indicazioni
riportate negli elaborati  progettuali  riguardanti  lo  scavo  ed  i
rivestimenti  della  galleria,  in  mancanza  di  specifici  e   piu'
significativi dati, va unicamente attribuito un valore indicativo  di
carattere metodologico. [...] Pertanto  tali  assunti  devono  essere
opportunamente e specificamente giustificati e sviluppati  nel  corso
della progettazione definitiva. Giusta attenzione e' stata  posta  in
progetto, gia' in questa  fase,  agli  imbocchi  della  galleria  che
meritano sicuramente grande attenzione. 
    1.2.1.5. Le eventuali scarpate, originatesi dalle movimentazioni,
dovranno essere razionalmente conformate  e  rifinite  e  secondo  il
caso, inerbite con idonee essenze vegetali entro  la  prima  stagione
utile evitando fenomeni erosivi e scoscendimento. 
    1.2.1.6. Per tutti gli scavi a cielo  aperto  ed  in  sotterraneo
(gallerie), si realizzino idonee opere  di  sostegno  e  rivestimenti
provvisori, opportunamente armati; sia gli scavi a cielo  aperto  sia
quelli in sotterraneo devono essere progettati ed eseguiti in modo da
prevenire possibili cedimenti, e dotati di  opportuni  drenaggi,  per
abbattere le eventuali pressioni idrostatiche (in  particolare  nelle
formazioni che si presentano con caratteristiche geotecniche scadenti
nelle quali si possono innescare dissesti e cedimenti). 
    1.2.1.7. Preliminarmente alla redazione del progetto definitivo e
conformemente a quanto indicato nelle NdA e nell'Allegato 7 del  PAI,
dovranno essere effettuate indagini, rilievi e sondaggi  di  adeguato
livello, al fine di una piu' definita caratterizzazione tipologica ed
areale  sia  dei  dissesti  riscontrati  in  fase  di   progettazione
preliminare e sia di eventuali altri dissesti riscontrabili nel corso
dei suddetti approfondimenti, onde consentire le necessarie verifiche
di compatibilita' al PAI delle previste opere,  ovvero  definire,  in
tale contesto, le  eventuali  opere  e  modalita'  per  la  rimozione
definitiva del pericolo di frana. 
    1.2.1.8. Siano realizzate, a protezione dei rilevati  stradali  e
degli scavi in trincea, tutte  le  opportune  opere  di  contenimento
necessarie a garantire le condizioni di equilibrio dei versanti,  che
dovranno  essere  opportunamente  dotate  di  efficienti   opere   di
drenaggio idrico. 
    1.2.1.9.  Siano   studiati   attentamente   gli   interventi   di
mitigazione da adottare, in relazione all'assetto geomorfologico,  ed
alle caratteristiche  geologiche  ed  idrogeologiche  della  zona  di
imposta della galleria - Calistro (terreni di natura flyschiodi), per
risolvere i diversi problemi di stabilita' durante l'esecuzione degli
scavi. 
    1.2.1.10. Sulla base delle caratteristiche geomeccaniche, dedotte
dalle  indagini  in  sito,  in  presenza  di  terreni  potenzialmente
«liquefacibili»   e   fortemente   compressibili,   dovranno   essere
determinate le caratteristiche geomeccaniche  ed  idrogeologiche  dei
terreni di fondazione; La conoscenza  di  tali  parametri  risultera'
indispensabile per una adeguata progettazione delle fondazioni  delle
opere stradali e studiare gli eventuali  cedimenti  dei  viadotti  in
progetto. 
    1.2.1.11. Tenuto conto che la tratta dell'infrastruttura prevista
subito a monte  dell'attraversamento  sul  Fiume  Mignon  della  S.S.
Aurelia sara' realizzata in rilevato, nonche'  ricadente  all'interno
dell'area di esondazione del medesimo, si ritiene che  l'opera  possa
essere soggetta a possibili fenomeni di sifonamento generati dai moti
di  filtrazione  sotto  il  rilevato  stesso.  Stante   cio',   sara'
necessario che il proponente predisponga gli  opportuni  accorgimenti
progettuali tesi ad impedire il verificarsi  di  tali  fenomeni  e  a
garantire la stabilita' dell'opera. Al riguardo pertanto si prescrive
che in merito  alle  tratte  dell'infrastruttura  da  realizzarsi  in
rilevato ed in particolare per  quella  subito  a  monte  della  S.S.
Aurelia, si dovra' prevedere la presenza di diaframmi, opportunamente
dimensionati, tesi ad impedire l'innesco  di  eventuali  fenomeni  di
sifonamento sotto  il  rilevato  stesso.  Relativamente  invece  alle
tratte d'infrastruttura da realizzarsi in viadotto e che ricadono  in
aree d'esondazione, si riliene necessario, onde scongiurare possibili
fenomeni di  erosione  localizzata  in  prossimita'  delle  pile  con
conseguenti coinvolgimenti delle opere di fondazione, prevedere degli
interventi di «protezione flessibile» delle pile stesse. 
    1.2.2. Aspetti idrogeologici e idraulici 
    1.2.2.1. Il parere  geomorfologico  ai  sensi  dell'art.  89  del
decreto del Presidente della Repubblica  n.  380/2001  potra'  essere
acquisito  dopo  presentazione  di  progetto  definitivo   da   parte
dell'ANAS spa, e a seguito di parere favorevole dell'ABR. Si rammenta
inoltre  che  il  nulla  osta  del  Vincolo  Idrogeologico  (RDL   n.
3267/1923) di competenza della Regione Lazio potra' essere  acquisito
a valle del parere favorevole sul P.A.I., e dell'art. 89 del  decreto
del Presidente della Repubblica n. 380/2001  e  dopo  la  conseguente
redazione del progetto esecutivo e della scheda  notizie  debitamente
firmata dal geologo progettista. 
    1.2.2.2. Al punto 2.2 «simulazioni post-operam»  della  relazione
idraulica, a pag. 83, e' presa in considerazione  l'ipotesi  «afusv4»
posta a confronto con lo scenario ante operam  «afus»;  al  riguardo,
atteso che  l'adeguamento  del  tracciato  dell'Aurelia  a  tracciato
autostradale e' gia' avvenuto, si  ritiene  opportuno  circostanziare
l'entita' di tale variazione ponendo a confronto un'ipotesi  «sfusV4»
con lo scenario ante operam «sfus». 
    1.2.2.3. Con particolare attenzione ai fenomeni  di  dissesto  ed
alle zone alluvionabili, che secondo la nota n. 160520 del 20  maggio
2016  dell'ABR,  costituiscono  motivo  ostativo  alla  realizzazione
dell'opera, siano acquisiti i necessari approfondimenti necessari per
l'acquisizione del parere di compatibilita'  dell'ABR,  nel  rispetto
delle norme tecniche allegate al Piano assetto idrogeologico (PAI). 
    1.2.2.4. Con riferimento alle griglie ed altri elementi utili  al
drenaggio della sede stradale appare opportuno che, anche solo per le
normali operazione di pulizia e  manutenzione,  tali  elementi  della
rete di raccolta debbano essere carrabili. 
    1.2.2.5.  Dovra'  essere   garantita   la   sicurezza   idraulica
dell'infrastruttura rispetto al livello di piena duecentennale. 
    1.2.2.6. Dovranno essere curate in modo opportuno la  regimazione
ed il drenaggio delle acque di scorrimento superficiale,  soprattutto
per quanto concerne i tratti interessati dalle gallerie  artificiali,
nelle  zone  in  viadotto,  con  nuovi   sbancamenti   stradali   e/o
allargamenti della sede viaria, da rilevati stradali e nelle aree  di
svincolo. 
    1.2.2.7. E' necessario definire l'estensione temporale e spaziale
dei dati utilizzati nelle elaborazioni  ideologiche,  spiegando  come
siano stati  presi  a  riferimento  i  dati  di  una  unica  stazione
(Allumiere) nella procedura di regionalizzazione. 
    1.2.2.8. L'opera interferisce con aste idrografiche  (e  relativi
areali) classificate ai sensi del citato P.A.I.  in  «attenzione  per
pericolo  d'inondazione»  e,  pertanto,  regolamentate   secondo   le
disposizioni di cui all'art. 27 delle suddette NdA. ove  al  comma  4
dello stesso si dispone che: «[...] Nelle aree  di  attenzione  (come
definite all'art. 9 - lettera  b)  ogni  determinazione  relativa  ad
eventuali interventi e' subordinata alla  redazione  di  un  adeguato
studio idraulico rispondente ai requisiti minimi stabiliti dal  Piano
(Allegato 8), sulla  cui  base  l'Autorita'  accerta  il  livello  di
pericolosita',  come  definito  all'art.  7,  sussistente   nell'area
interessata   dall'intervento   ed   aggiorna   conseguentemente   la
perimetrazione  delle  aree  a  pericolo  d'inondazione  secondo   la
procedura di cui all'art 14 [...]». Al riguardo pertanto si prescrive
che in sede di presentazione del progetto definitivo venga  trasmessa
a questa Autorita', riguardo alle  opere  idrauliche  «complementari»
previste sul reticolo minore ossia ai tombini  e  alle  inalveazioni,
una documentazione integrativa che consenta  a  questa  Autorita'  di
verificare la conformita' di tali opere con le NdA del PAI.  Riguardo
alle succitate opere dovranno essere elaborate  le  sezioni  relative
agli scenari «ante - operam» e «post - operam»  con  annessi  profili
longitudinali,  derivanti   da   apposita   modellazione   idraulica,
sufficientemente estesi a monte e a valle della tratta d'intervento e
per tutti i tempi di ritorno  considerati  nel  P.A.I..  Qualora  gli
scenari «post - operam»  dovessero  evidenziare  che  siffatte  opere
idrauliche pregiudichino, a monte o a valle delle stesse, le  attuali
condizioni di deflusso, sara' cura del proponente apportare i  dovuti
accorgimenti progettuali onde ripristinare  tali  condizioni;  Sempre
riguardo alle succitate opere idrauliche, dovra' essere elaborata una
puntuale rappresentazione grafica della quota  del  franco  idraulico
«duecentennale» rispetto alla quota d'intradosso dei predetti tombini
e, per le inalveazioni, rispetto a  quello  dell'impalcato  stradale.
Inoltre e' opportuno che i dati relativi  alle  principali  grandezze
idrauliche: portata, velocita' e quota raggiunta dal livello  idrico,
associate tanto allo scenario «ante -  operam»  che  a  quello  «post
operam», vengano riassunti  in  apposite  tabelle.  Circa  i  franchi
idraulici, valutati rispetto all'intradosso  dei  ponti  e  a  quello
della futura SS 675, necessita che gli stessi  vengano  rappresentati
nei relativi elaborati con riferimento alla piena duecentennale. 
    1.2.2.9.  Nel  corso  della  progettazione  definitiva  lungo  il
tracciato stradale  si  dovra'  accertare  la  presenza  di  pozzi  e
sorgenti utilizzati a scopo idropotabile e nel caso la  progettazione
lo richieda,  si  dovra'  tenere  conto  delle  norme  contenute  nel
decreto-legge  n.  152/1999  (Art.  21)  in  merito  alle   aree   di
salvaguardia. 
    1.2.2.10.  Nella  fase  di   progettazione   definitiva   occorre
verificare  che  le  opere  non  creino  maggiori  complicazioni  per
l'esecuzione dei lavori manutentori di competenza  Consortile  (legge
regionale n. 53/1998) ne' che risultino effetti peggiorativi in  caso
di eventi esondativi. 
    1.2.2.11. Nella progettazione definitiva,  negli  attraversamenti
di corsi d'acqua, sotto  l'intradosso  del  viadotto,  dovra'  essere
previsto un adeguato franco, in relazione agli eventi di piena con un
tempo di ritorno duecentennale (T.R. 200). 
    1.2.2.12. Nella redazione del  progetto  definitivo,  all'interno
della relazione idraulica, dovra' essere data evidenza  del  processo
di dimensionamento e verifica dei tombini idraulici definendo  sia  i
valori di pendenza, sezione,  forma,  scabrezza,  livelli  idrici  di
monte e di valle sia esplicitandone i calcoli. 
    1.2.2.13. Per i tombini sono  da  verificare  il  rispetto  delle
seguenti necessita': 
      a) inserire taglione a monte e valle, verificando la necessita'
di inserire un'opera di dissipazione (se del caso); 
      b) utilizzare adeguate protezioni contro l'usura; 
      c) garantire adeguata protezione contro l'ingresso di materiali
che possano bloccarsi all'interno del tombino. 
    1.2.2.14. Per la progettazione  delle  opere  di  raccolta  delle
acque e di attraversamento dei corsi d'acqua, si dovranno eseguire le
verifiche idrauliche previste dalla normativa vigente. 
    1.2.2.15. Per le vasche di  prima  pioggia  e'  da  adottarsi  lo
schema  «fuori  linea»,  che  prevede  il  dimensionamento   di   uno
scolmatore di portata (manufatto scaricatore) a  monte  della  stessa
vasca. 
    1.2.2.16. Per quanto attiene le indicazione inerenti al  progetto
definitivo, si richiede di riportare il profilo del livello di  piena
duecentennale  sui  profili  longitudinali  e  sulle  sezioni   degli
elaborati  dei  tratti  di  tracciato  che   insistono   nelle   aree
perimetrate dal PAI indicando i franchi idraulici minimi sia rispetto
alle livellette dei rilevati (anche delle varianti della  SP97),  sia
rispetto agli intradossi degli impalcati dei viadotti. 
    1.2.2.17. Per quanto contenuto nella pervenuta documentazione, si
evidenzia il sormonto, ad opera del Fosso del Coppo, del piano viario
della «Variante S.P. 97» previsto in  affiancamento  alla  futura  SS
675. 
    Cio' non rende assentibile, poiche' difforme alle NdA del P.A.I.,
la  realizzazione  di  tale   variante,   a   meno   dell'adeguamento
altimetrico  della  sua  livelletta  stradale  al  fine  di  renderla
compatibile con  i  livelli  attesi  dalla  piena  duecentennale.  Al
riguardo pertanto si prescrive  che  circa  la  «Variante  S.P.  97»,
prevista in affiancamento alla futura  SS  675,  si  dovra'  adeguare
altimetricamente la livelletta della medesima variante, onde renderla
compatibile  con  i  livelli  attesi   dalla   piena   duecentennale,
assicurando un franco minimo di 1,00  metri  rispetto  all'intradosso
del corpo stradale. 
    1.2.2.18. Per quanto riguarda gli attraversamenti idraulici nella
redazione del progetto definitivo si dara' evidenza dell'applicazione
della normativa attinente alla  compatibilita'  idraulica  dei  ponti
(NTC 2008 e Circolare 2 febbraio 2009) [...] Di  norma  il  manufatto
non dovra' interessare con spalle, pile e rilevati il  corso  d'acqua
attivo e, se arginato, i corpi arginali". 
    1.2.2.19. Per quanto riguarda il sistema di drenaggio  del  corpo
stradale, se l'adozione di tempi di ritorno Tt=25-50 anni e' adeguata
per l'individuazione dell'evento di progetto per strade - ad  esempio
- a mezzacosta, per tratti in trincea ci si deve  attenere  a  valori
piu' prudenziali, assumendo Tr= 100-200 anni, in  ragione  dei  danni
che sono  da  attendersi  a  causa  del  superamento  dell'evento  di
progetto. 
    1.2.2.20. Sempre in ordine alle  interferenze  con  le  dinamiche
idrauliche  dell'ambito  interessato  si  raccomanda  che  le   quote
relative a tutti i franchi idraulici  siano  garantite  nel  progetto
definitivo (e non diminuite rispetto a quanto dichiarato nel progetto
preliminare),  ossia  superiori  ad  1,00  metri  per  la  livelletta
stradale e a 1,50 metri per i ponti. 
    1.2.2.21.  Si  prescrive  l'adozione  di  tombini  scatolari  con
altezza minima di 2 m per tutta l'opera. 
    1.2.2.22. Si ricorda che eventuali opere di protezione delle pile
e delle spalle dei ponti realizzate con pietrame, sono da  intendersi
come interventi  mitigatori  che  non  esimono  dalla  necessita'  di
assicurare la stabilita' della struttura nei confronti  dei  fenomeni
erosivi localizzati con un adeguato approfondimento delle fondazioni. 
    1.2.3. Aspetti impiantistici 
    1.2.3.1. Il progetto  degli  impianti  dovra'  essere  sviluppato
nella fase di progetto definitivo, e comunque prima  dell'esperimento
delle procedure di appalto, sia nella definizione  dei  componenti  e
delle relative prestazioni, che per quanto attiene la  valorizzazione
economica delle stesse. 
    1.2.3.2. Il progetto, in relazione alla galleria  Calistro,  deve
essere conforme  ai  requisiti  di  cui  al  decreto  legislativo  n.
264/2006 ed inviato alla Commissione di cui  all'art.  4  del  citalo
decreto.  Inoltre,  essendo  previsti  in  relazione  alla   suddetta
galleria, impianti di protezione attiva e passiva, si deve dare corso
agli adempimenti relativi agli aspetti di competenza dei VV.FF. 
    1.2.3.3.  In  fase   di   progetto   definitivo   dovra'   essere
adeguatamente progettato e  computato  il  sistema  di  alimentazione
degli impianti della galleria Calistro. 
    1.2.3.4. In merito agli impianti previsti in galleria, secondo la
circolare esplicativa DIP.VVF n. 1 del 29 gennaio 2013, dovra' essere
presentata la SCIA al competente comando provinciale dei  VVF,  prima
dell'entrata in esercizio. 
    1.2.4. Aspetti strutturali 
    1.2.4.1. Come normativa di riferimento per la  valutazione  della
sicurezza strutturale delle opere dovranno essere utilizzate le norme
tecniche vigenti al momento della redazione del progetto stesso. 
    1.2.4.2. Le progettazioni e le realizzazioni di  qualsiasi  opera
dovranno essere eseguite  nel  piu'  assoluto  rispetto  delle  norme
tecniche vigenti in materia di costruzioni sismiche (NTC 2008). 
    1.2.5. Cantierizzazione e Organizzazione del Cantiere 
    1.2.5.1. Dovra' essere acquisito parere preventivo del competente
Servizio di Igiene Pubblica dell'ASL Roma F, atteso che  l'acqua  del
fiume Mignon viene emunta per  alimentare  l'acquedotto  gestito  dal
Consorzio Nuovo Mignone destinato al consumo umano in zone del Comune
di Civitavecchia. 
    1.2.5.2. Dovra' essere adottato un sistema di allerta  rapido  di
segnalazione, in caso di sversamenti accidentali che  interessino  il
fiume Mignone e/o le reti acquedottistiche o irrigue, per  l'adozione
di eventuali provvedimenti  contingibili  e  urgenti  a  salvaguardia
della salute pubblica da parte delle  Autorita'  Sanitarie  Locali  e
Gestori Impianti interessati. 
    1.2.5.3.  Dovra'  essere  garantita  la   corretta   gestione   e
manutenzione degli elementi strutturali  adottati  per  la  riduzione
delle interazioni, e  dei  presidi  di  regimazione  delle  acque  di
deflusso superficiale (opere di canalizzazione delle acque dilavanti)
e per la raccolta e trattamento delle acque di piattaforma e in  caso
di sversamenti accidentali. 
    1.2.5.4. Dovra' essere garantita per i lavoratori acqua  potabile
certificata,  conforme  alle  caratteristiche  di  cui   al   decreto
legislativo n. 31/2001. 
    1.2.5.5. Dovranno essere adottate tutte le misure tecniche idonee
a ridurre le emissioni rumorose con particolare riferimento ai tratti
stradali in vicinanza di nuclei abitativi. 
    1.2.5.6. Dovranno essere  adottate  tutte  le  misure  tecnico  -
organizzative per  ridurre/mitigare  la  diffusione  di  polveri  e/o
esalazioni moleste con particolare riferimento ai  lavori  svolti  in
vicinanza di nuclei abitativi. 
    1.2.5.7. Dovranno essere  adottate  tutte  le  misure  tecnico  -
organizzative  per  ridurre/mitigare  la  diffusione  di  rumore  con
particolare riferimento ai  lavori  svolti  in  vicinanza  di  nuclei
abitativi. 
    1.2.5.8. Durante le  fasi  di  lavoro  sia  garantito  il  rapido
deflusso delle portate meteoriche  conferendo  agli  strati  pendenza
trasversale non inferiore al 4%. 
    1.2.5.9. Gli scavi e gli sbancamenti per profondita' superiori  a
1,50 metri dal piano campagna,  siano  seguiti  immediatamente  dalle
opere di  consolidamento  e  di  sostegno  eventualmente  necessarie,
opportunamente drenate a tergo. 
    1.2.5.10. La fase di  realizzazione  delle  opere  dovra'  essere
organizzata garantendo la minima interferenza con gli attuali  flussi
di traffico della viabilita' locale e nazionale. 
    1.2.5.11. Le aree destinate alla manutenzione dei mezzi e/o  allo
stoccaggio  di   olii,   carburati   e   similari   dovranno   essere
adeguatamente protette al fine di evitare,  in  caso  di  sversamenti
accidentali, la contaminazione del suolo e delle acque superficiali e
profonde. 
    1.2.5.12. Le  strade  di  accesso  ai  cantieri  dovranno  essere
segnalate e rese percorribili dai mezzi di soccorso sanitario. 
    1.2.5.13. Lo stoccaggio delle rocce e  materiali  di  scavo  deve
essere effettuato in  modo  da  ridurre/mitigare  la  dispersione  di
polveri, nonche' la contaminazione del suolo e acque superficiali  in
caso di precipitazioni meteoriche. 
    1.2.5.14. Nel caso in cui rocce e materiali  di  scavo  risultino
contaminati da olio, idrocarburi e simili  dovranno  essere  smaltite
nel ciclo dei rifiuti pericolosi. 
    1.2.5.15. Nella costruzione del  rilevato,  dovra'  essere  posta
particolare cura  nella  rimozione  e  all'asportazione  della  terra
vegetale, in modo  che  il  piano  di  imposta  risulti  quanto  piu'
regolare possibile, privo  di  avvallamenti  e  tale  da  evitare  il
ristagno di acque piovane. 
    1.2.5.16. Se presenti  i  wc  chimici  dovranno  essere  svuotati
giornalmente  e   comunque   quando   necessario   ed   adeguatamente
sanificati. 
    1.2.6. Demolizioni 
    1.2.6.1. Dovra' essere valutata la  possibilita'  di  accantonare
delle somme per la  demolizione  del  vecchio  ponte  sull'Aurelia  e
definita con il concedente (MIT) il soggetto  che  dovra'  provvedere
alla demolizione. 
    1.2.7. Documentazione tecnico-economica 
    1.2.7.1. Gli elaborati progettuali, sia  tecnici  che  economici,
devono essere verificati ed eventualmente integrati  e/o  modificati,
nelle pertinenti fasi  progettuali  per  tenere  conto  di  tutte  le
prescrizioni emerse nel corso dell'iter autorizzativo. 
    1.2.7.2. Il computo metrico estimativo deve essere redatto  sulla
base dell'elenco prezzi ANAS ultimo  in  vigore.  Per  i  prezzi  non
ricompresi nel suddetto Elenco prezzi  dovranno  essere  prodotte  le
necessarie analisi  di  prezzo  in  sede  di  progetto  definitivo  e
comunque prima dell'esperimento delle procedure di appalto. 
    1.2.7.3. In sede di progettazione definitiva  e  di  elaborazione
del Disciplinare descrittivo e prestazionale, si  dovra'  predisporre
un documento mirato  ai  materiali  e  prodotti  e  alle  lavorazioni
effettivamente presenti nel progetto da appaltarsi,  con  particolare
attenzione nei confronti di  materiali  e  prodotti  innovativi  e  a
lavorazioni di tipo speciale. Inoltre, si richiama la necessita'  che
tale elaborato  riporti  riferimenti  al  quadro  normativo  vigente,
espungendo rinvii a norme ormai  superate  o  abrogate.  Si  richiama
altresi' la necessita' che tale elaborato  contenga  le  disposizioni
vigenti in merito ad alcuni specifici prodotti, fra i quali a  titolo
esemplificativo,  gli   apparecchi   di   appoggio,   i   dispositivi
antisismici, le barriere di sicurezza, i  tiranti  di  ancoraggio,  i
gabbioni  metallici.  A  proposito  dei  due  ultimi  prodotti  sopra
richiamati si rammenta che gli stessi devono  essere  qualificati  ai
sensi delle Linee guide emanate  recentemente  dal  Servizio  tecnico
centrale. 
    1.2.7.4.  Le  incongruenze  riscontrate  all'interno  del  Quadro
economico del progetto preliminare (ad es. per  le  voci  espropri  e
sicurezza) dovranno essere affrontate  e  risolte  nella  fase  della
progettazione definitiva e comunque prima dell'avvio delle  procedure
di  scelta  del  contraente,  al  fine  di   assicurare   l'effettiva
cantierabilita' dell'intervento. 
    1.2.7.5. Si  rammenta  inoltre  che  il  progetto  dovra'  essere
verificato e  validato  prima  dell'esperimento  delle  procedure  di
affidamento, secondo il quadro normativo ad esso applicabile. 
    1.2.8. Espropri 
    1.2.8.1.   Benche'   il   tracciato    stradale    non    preveda
l'attraversamento di corsi d'acqua d'interesse regionale, considerato
che il  progetto  interferisce  con  aste  fluviali  appartenenti  al
reticolo minore, si invita l'ANAS a verificare in tal senso  le  aste
fluviali  intercettate  e  a  provvedere  in  tal  senso  acquisendo,
dall'Amministrazione competente, la relativa concessione, secondo  le
disposizioni del Regolamento regionale n. 10 del 30 aprile 2014. 
    1.2.9. Progetto infrastruttura 
    1.2.9.1. Con riferimento  ai  dispositivi  di  ritenuta  stradale
della  tratta  Monte  Romano  Est  -  Civitavecchia  si  osserva  che
l'analisi  trasportistica  evidenzia  come  risulti   particolarmente
rilevante la componente di traffico pesante stimando, in relazione al
TGM  una  percentuale  dei  veicoli  pesanti  maggiore  del  15%.  Di
conseguenza  il  tipo   di   traffico   da   considerare,   ai   fini
dell'applicazione delle disposizioni del  DM  21  giugno  2004,  deve
essere di tipo III e non di tipo II come indicato al par.  3.4  della
Relazione tecnica. 
    1.2.9.2. Con riferimento alla gestione futura delle complanari si
ritiene che, con riguardo alle medesime ed alla  realizzazione  dello
svincolo  Aurelia,  debbano  essere   poste   in   essere   opportune
ottimizzazioni, al fine di semplificare alcune manovre,  come  quelle
da Monte Romano a Civitavecchia: in  generale  si  dovranno  studiare
soluzioni che migliorino la  funzionalita'  dell'infrastruttura,  con
particolare riguardo agli svincoli. 
    1.2.9.3. Il tracciato  presenta  un  andamento  plano-altimetrico
caratterizzato da standard geometrici adeguati al tipo di  strada  ed
e' sostanzialmente privo  di  particolari  criticita'  ma  in  alcuni
tratti caratterizzati da ampie ed estese curve  planimetriche  potra'
essere necessario realizzare impegnativi e onerosi allargamenti degli
spazi marginali al fine di  garantire  le  prescritte  condizioni  di
visibilita'.  Nella  successiva  fase  progettuale  dovranno   essere
preliminarmente affrontate in  maniera  risolutiva  le  problematiche
relative alla visibilita' in  curva  e  lungo  le  aree  di  svincolo
individuando i necessari allargamenti di piattaforma stradale. 
    1.2.9.4. Le caratteristiche funzionali e geometriche del presente
progetto preliminare, siano  tali  da  assicurare  la  continuita'  e
coerenza con i precedenti lotti in esercizio ovvero in realizzazione. 
    1.2.9.5. Nella Relazione tecnica si attesta che il  progetto  dei
rami di svincolo e' stato impostato secondo le indicazioni  contenute
nelle «Norme sulle caratteristiche geometriche e  di  traffico  delle
strade urbane» di cui al B.U. CNR 90/1983. In merito si ritiene  che,
essendo vigenti le norme  emanate  con  il  decreto  ministeriale  19
aprile 2006, il progetto debba essere rivisitato e,  ove  necessario,
rielaborato  in  modo  da  garantire  la  piena  conformita'  a  tale
intervenuta normativa. 
    1.2.9.6. Nelle successive fasi progettuali si dovra' garantire la
continuita' della viabilita' locale. 
    1.2.9.7. Qualora per la realizzazione  dello  svincolo  terminale
dell'intervento comportasse la demolizione del cavalcavia o di  opere
di competenza SAT, i lavori di demolizione e ricostruzione saranno  a
carico di Anas. 
    1.2.9.8.  Rispetto  all'andamento   altimetrico,   il   tracciato
presenta un esteso tratto compreso tra i Viadotti Selvarella e  Fonte
del Nasso, in cui la pendenza longitudinale raggiunge il  valore  del
6%, ossia il massimo ammissibile per la tipologia stradale prescelta.
Si  raccomanda,  a  riguardo,  che  nelle   successive   fasi   della
progettazione  siano  attentamente   considerate   le   problematiche
connesse a tale condizione, tra le quali si sottolineano l'incremento
delle distanze di frenatura in discesa e gli effetti di  interferenza
fra  veicoli  pesanti  e  leggeri  in  salita   (con   la   correlata
difficolta', da parte  degli  utenti,  di  riconoscere  correttamente
l'andamento dei veicoli che li precedono, per poter  conseguentemente
impostare  la  velocita'  di  marcia  e  le  manovre  da   compiere).
L'attenzione a tali aspetti potra'  concretizzarsi,  in  particolare,
nell'adozione di opportuni provvedimenti mitigativi tra  i  quali,  a
titolo di  esempio,  l'uso  di  pavimentazioni  ad  alta  aderenza  o
l'installazione di  segnaletica  integrativa  o  speciale,  idonea  a
segnalare all'utenza la singolarita' del tratto stradale indicato. 
    1.2.9.9. Si prescrive, infine, che la segnaletica per la galleria
Calistro sia realizzata conformemente alle  disposizioni  del  Codice
della strada e della direttiva europea 2004/54/CE - allegato III. 
    1.2.9.10. Sia osservato quanto disposto dal decreto  ministeriale
LL.PP. del  4  maggio  1990,  per  eventuali  sottopassi  di  altezza
inferiore a 5 metri. 
    1.2.9.11.  Siano  rispettate  le  disposizioni  contenute   nella
circolare dello Stato maggiore della Difesa  n.  146/394/4422  del  9
agosto 2000, «Opere  costituenti  ostacolo  alla  navigazione  aerea,
segnaletica e rappresentazione cartografica», la quale, ai fini della
sicurezza di voli a bassa quota, impone obblighi gia' con riferimento
ad opere: di tipo verticale con altezza dal piano di campagna  uguale
o superiore a 15 metri (60 metri nei centri abitati); di tipo lineare
con altezza dal piano campagna uguale o superiore a 15 metri; di tipo
lineare costituite da elettrodotti a partire da 60 KV. 
    1.2.9.12. Venga assicurata da ANAS Spa una attenta verifica della
viabilita'  interpoderale,  che  dovra'  evitare  le  conseguenze  di
particelle in posizione interclusa. 
    1.2.9.13.  Nel  corso  del  progetto   definitivo   Anas   dovra'
sviluppare l'inserimento di uno svincolo al km. 5+500 della S.S. 675,
da  denominarsi  «Monte  Romano   Ovest»,   in   corrispondenza   del
sovrappasso con la S.P. 97 Valle del Mignone. La realizzazione  dello
svincolo e' subordinata al reperimento del relativo finanziamento. 
    1.2.10. Sicurezza 
    1.2.10.1. Dovra' essere assicurato in tutte le fasi  dei  lavori,
il rispetto degli adempimenti stabiliti dal decreto legislativo del 9
aprile 2008, n. 81 - Testo unico per la sicurezza - e  ss.mm.  e  ii.
per la  sicurezza  e  la  salute  nei  cantieri,  la  protezione  dei
lavoratori  e  la  scrupolosa  osservanza  delle  norme  tecniche  di
sicurezza previste  dal  relativo  piano  di  sicurezza,  nonche'  il
rispetto  della  legge  regionale  18  settembre  2007,   n.   16   -
Disposizioni  dirette  alla  tutela  del  lavoro,  al   contrasto   e
all'emersione del lavoro non regolare, Art. 4 e 7. 
    1.2.10.2. Prevedere nell'aggiornamento del  documento  contenente
le prime indicazioni per la stesura dei piani di sicurezza, l'obbligo
dell'individuazione dei rischi derivanti da una piena  straordinaria,
prevedendo misure precauzionali quali piste d'accesso  attraverso  le
quali possano avvenire gli sgomberi  o  le  evacuazioni  in  caso  di
esondazione. Cio' anche al  fine  di  consentire  l'esecuzione  degli
interventi nei periodi previsti dal  crono  programma  anche  se  non
ricadenti nei periodi estivi. 
1.3. Prescrizioni di carattere ambientale 
    1.3.1. Tutela habitat 
    1.3.1.1. Ai fini degli approfondimenti nell'ambito  dello  studio
di incidenza ambientale dovranno essere  integrate  e  completate  le
attivita' e le analisi di  monitoraggio  ambientale  gia'  avviate  a
supporto della progettazione preliminare. 
    1.3.1.2.  Deve  essere  effettuata  una  specifica  analisi   che
verifichi la conformita'  del  progetto  definitivo  alle  misure  di
conservazione della ZPS contenute nel DM 17 ottobre 2017 e quelle del
SIC previste dalla DGR n.  162/2016  (anche  sopra  richiamate  nella
sezione «1.3 Regime di tutela dei Siti»). In merito  alle  misure  di
conservazione della ZPS si evidenzia in particolare il divieto di cui
all'art. 5, comma 1 sub n del DM, che preclude  l'apertura  di  nuove
cave anche nei casi in cui la riattivazione di cave  preesistenti  si
configuri amministrativamente come nuova cava, e il  divieto  di  cui
all'art. 5, comma 1 sub s (divieto di conversione ad altri usi  della
superficie a pascolo permanente). 
    1.3.1.3.  In  fase  di  progettazione  definitiva  dovra'  essere
redatto il Piano di monitoraggio ambientale dell'opera  sviluppandolo
anche per le fasi ante, corso e post. 
    1.3.1.4.  In  fase  di  progettazione  definitiva  lo  Studio  di
incidenza ambientale dovra' essere approfondito almeno fino alla fase
2 di «Valutazione  appropriata»,  come  previsto  dalle  linee  guida
comunitarie. 
    1.3.1.5. Nello  Studio  di  incidenza:  si  individuino  in  modo
specifico, in sede di progettazione definitiva, sulla base delle piu'
dettagliate informazioni disponibili sulla  gestione  delle  opere  e
sulla gestione del cantiere in corso  d'opera,  le  incidenze  dovute
alla gestione del cantiere nelle sue varie fasi. 
    1.3.1.6. Si adottino le seguenti  modificazioni  progettuali:  de
localizzazione del cantiere denominato «Cantiere Operativo CO4 Casale
Rosa», localizzato in sede di progetto preliminare nei  pressi  della
colonia di Grillaio in localita' «Spalle e Piane Monte  Riccio-Casale
Rosa». 
    1.3.1.7. Sulla base della valutazione appropriata, devono  essere
individuate  specifiche  misure  di  mitigazione  per  le   incidenze
individuate sulle diverse specie ed habitat e sul reticolo  ecologico
in termini di prevenzione della frammentazione. 
    1.3.1.8. Si adottino le seguenti  modificazioni  progettuali:  in
mancanza di specifiche informazioni  sull'utilizzo  dello  spazio  da
parte della colonia di Grillaio presente nel sito, che  indichino  un
basso  o  nullo  rischio  di   collisione   della   specie   per   il
raggiungimento delle aree di alimentazione nel caso  intercettino  il
tracciato  stradale,  e'  necessaria  l'individuazione  di  soluzioni
progettuali tipo barriere di copertura, per una  lunghezza  adeguata,
che rendano fisicamente impossibile la collisione degli individui  di
questa specie con i mezzi  transitanti  sulla  strada;  tali  ipotesi
dovranno  essere  inserite  nel  progetto  definitivo  e   sottoposte
successivamente alla valutazione  appropriata,  anche  alla  luce  di
ulteriori dati di monitoraggio, in particolare  sugli  aspetti  sopra
segnalati. 
    1.3.2. Compensazioni 
    1.3.2.1. Individuare siti  lontani  dal  tracciato  stradale  nei
quali posare nidi artificiali per tentare di indurre la  costituzione
di altri nuclei di colonie nidificanti. 
    1.3.2.2. Venga predisposto in sede di  progettazione  definitiva,
un progetto dettagliato di ripristino dell'area dell'ansa  morta  del
Mignone, valutando la ricostituzione di medie e  piccole  zone  umide
indirizzate alle componenti  «anfibi  e  invertebrati»,  che  preveda
modalita' e tempi di intervento, ed un piano di gestione  post-operam
che chiarisca  le  modalita'  gestionali  nelle  quali  si  pensa  di
mantenere l'habitat ricostituito nel tempo. 
    1.3.3. Rifiuti pericolosi 
    1.3.3.1.  Eventuali  rifiuti  classificati  pericolosi   dovranno
essere conferiti presso impianti  specializzati  da  parte  di  ditte
autorizzate previa comunicazione e presentazione del piano di  lavoro
per le verifiche delle Autorita' preposte ai controlli. 
1.4. Piano di Utilizzo delle Terre 
    1.4.1. Prescrizioni relative al  Piano  di  utilizzo  ex  decreto
ministeriale 10 agosto 2012, n. 161. 
    1.4.1.1. Il materiale di risulta proveniente  dagli  scavi  delle
scarpate stradali e delle gallerie,  sia  sistemato  stabilmente  sul
posto e/o riutilizzato per il rimodellamento morfologico del  terreno
previsto sopra le gallerie artificiali e il  materiale  eventualmente
in esubero venga messo a dimora in  una  discarica  autorizzata;  nel
caso  sia  necessario  l'utilizzo  di  ulteriore  materiale  per   la
realizzazione  dei  rilevati  e  delle   coperture   delle   gallerie
artificiali, si preveda  l'opportunita'  di  impiegare  il  materiale
proveniente da sbancamenti  e  scavi  di  cantieri  ubicati  in  aree
limitrofe, evitando l'apertura di nuove cave o l'utilizzo  di  quelle
esistenti. 
    1.4.1.2. Per quanto  riguarda  la  ricollocazione  del  materiale
scavato, i termini a grana fine vengono ritenuti parzialmente  idonei
al  riutilizzo  nella  formazione  dei  rilevati   stradali,   previa
selezione e Stabilizzazione con leganti. Tale attuale  ed  importante
aspetto dovra' essere  maggiormente  approfondito  e  definito  nella
successiva fase di progettazione, considerata la  complessita'  della
normativa in merito e la grande incidenza sui costi e  sui  tempi  di
costruzione derivanti da eventuali errate valutazioni. 
1.5. Tutela dei Beni Culturali 
    1.5.1. Beni culturali militari 
    1.5.1.1. Osservare il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.  42
«Codice dei beni culturali e del paesaggio» con specifico riferimento
ai beni culturali di peculiare interesse militare. 
    1.5.2. Tutela Archeologica 
    1.5.2.1. Come gia' rappresentato nella nota  prot.  8087  dell'11
settembre 2015 e nella successiva prot. 11768 del 18  novembre  2015,
il parere favorevole preliminare  della  Soprintendenza  archeologica
del Lazio e dell'Etruria meridionale e'  riferito  esclusivamente  ad
assentire  l'avvio  delle  indagini  di  archeologia  preventiva,  da
effettuarsi nelle aree interessate ai sensi degli articoli 95-96  del
decreto legislativo n. 163/2006  e  s.m.i.;  solo  agli  esiti  delle
predette verifiche preventive, la  Soprintendenza  potra'  esprimersi
compiutamente in relazione alla effettiva compatibilita' delle  opere
di progetto con i resti archeologici eventualmente rinvenuti. 
    1.5.2.2. Realizzare e consegnare alla Soprintendenza una adeguata
documentazione scientifica grafica  e  fotografica  dei  rinvenimenti
antichi. 
    1.5.2.3. La documentazione  scientifica,  grafica  e  fotografica
delle  indagini   archeologiche   dovra'   essere   consegnata   alla
Soprintendenza,  anche  ai  fini  dell'individuazione  di   eventuali
necessarie  soluzioni  di  variante  finalizzate  alla  realizzazione
dell'opera di pubblico interesse. 
    1.5.2.4. La Soprintendenza dovra' essere costantemente  informata
delle attivita' di scavo archeologico in corso. 
    1.5.2.5. La verifica preventiva dell'interesse archeologico,  che
all'epoca della redazione del progetto preliminare era normata  dagli
articoli 95 e  96  del  decreto  legislativo  n.  163/2006,  e'  oggi
disciplinata dall'art. 25 del decreto legislativo n.  50/2016  ed  e'
parte integrante del provvedimento di compatibilita'  ambientale.  In
ogni caso ogni attivita'  futura  dovra'  essere  concordata  con  la
Soprintendenza competente per territorio. 
    1.5.2.6. Le aree  di  tracciato  indicate  nella  cartografia  di
riferimento (Archeologia fase II, carta evidenze archeologiche,  note
da bibliografia e da ricognizione con interferenze con  il  tracciato
selezionato) come interferenti  con  il  tracciato,  dovranno  essere
sottoposte  ad  indagine  archeologica  preventiva,  ai  sensi  degli
articoli  95-96  del  decreto  legislativo  n.  163/2006   successive
modificazioni. 
    1.5.2.7. Le soluzioni tecniche per salvaguardare le strutture  di
interesse  archeologico  rinvenute  lungo  la  vera  e  propria  sede
stradale saranno esaminate di volta in volta dalla Soprintendenza, ed
eventualmente  da  organi  ministeriali  superiori,  in   base   alla
consistenza delle preesistenze e, se  ritenuto  necessario,  dovranno
essere effettuati restauri conservativi in situ. 
    1.5.2.8. Le strutture  antiche  intercettate,  dopo  la  fase  di
documentazione ed i sopralluoghi di rito da parte di nostro personale
tecnico-scientifico,  dovranno  poi  essere  sempre   ricoperte   con
geotessuto filtrante ed  inerte  (terra,  pozzolana,  sabbia),  salvo
diversa indicazione della Soprintendenza. 
    1.5.2.9.  Nel  caso  che  il  lavoro  di  scavo  debba  procedere
contemporaneamente su piu'  fronti,  sara'  necessario  prevedere  la
presenza di un archeologo su ogni cantiere operativo, in modo che non
si verifichi  l'eventualita'  che  un  professionista  debba  operare
contemporaneamente in piu' siti. 
    1.5.2.10. Nel caso di interferenze con i sottoservizi (cavidotti,
tubazioni di qualsiasi natura), si dovra' procedere a  posizionare  i
nuovi tubi a  margine  ed  a  tutela  del  rinvenimento,  secondo  le
indicazioni della Soprintendenza. 
    1.5.2.11.   Ogni   qualvolta   si    intercetteranno    strutture
archeologiche,  sara'  necessario  allargare  lo  scavo,  effettuando
un'indagine archeologica stratigrafica fino alla quota  di  interesse
dell'opera pubblica. 
    1.5.2.12. Per conservare e tutelare  il  patrimonio  archeologico
mobile eventualmente rinvenuto durante i lavori  in  oggetto,  dovra'
essere predisposto un  deposito  per  lo  stivaggio  e  conservazione
temporanea del materiale  archeologico,  unitamente  a  tutto  quanto
necessario  per  la   siglatura,   classificazione,   inventariazione
preliminare, restauro e documentazione mediante disegni e/o foto  dei
reperti mobili provenienti da contesto. 
    1.5.2.13. Per quanto riguarda l'ubicazione delle aree di cantiere
ed alla sistemazione dei siti di deposito, dovra' essere valutata una
possibile alternativa all'area della cava del Pisciarello nel  Comune
di Tarquinia, in  quanto  limitrofa  al  sito  UNESCO  relativo  alla
necropoli etrusca dei Monterozzi. 
    1.5.2.14. Tutti i lavori di scavo  archeologico  saranno  diretti
dalla Soprintendenza e, allo scopo  di  ottimizzare  gli  interventi,
dovra' essere individuato un unico  referente  tecnico  dell'Anas  al
quale la stessa potra' riferirsi. 
    1.5.2.15. Tutti i movimenti di terra dovranno essere  seguiti  da
professionisti archeologi, di cui  ci  si  riserva  di  esaminare  il
curriculum, che, per evitare danni al patrimonio eventualmente celato
nel sottosuolo, cureranno oltre che la sorveglianza di tutti i lavori
di movimento  terra,  anche  la  realizzazione  della  documentazione
scientifica, grafica e fotografica dei lavori svolti. 
    1.5.3. Tutela del Paesaggio 
    1.5.4.  A  seguito  di   attenta   considerazione   ed   adeguata
valutazione delle motivazioni espresse, nel prendere atto  di  quanto
rappresentato dal Comune di Tarquinia, si ritiene che le  motivazioni
addotte siano superabili nella successiva  progettazione  definitiva,
con la realizzazione delle opportune opere di mitigazione ambientale,
che tengano conto della normativa vigente in materia e delle  ragioni
rappresentate dal Comune. 
    1.5.5. Tale  attivita',  da  effettuarsi  nella  successiva  fase
progettuale definitiva,  venga  effettuata  in  condivisione  con  le
amministrazioni competenti ed interessate e con le modalita'  che  il
Ministero delle infrastrutture  e  trasporti,  riterra'  di  inserire
nella propria relazione istruttoria della Conferenza di servizi. 
    1.5.6. Dovranno essere attuate tutte le misure di  mitigazione  e
compensazione indicate nello studio. 
    1.5.7.  Gli  elaborati  riguardanti   le   successive   fasi   di
progettazione   dovranno   essere   corredati   da    una    completa
documentazione fotografica dei luoghi ante operam  e  da  simulazioni
post operam utilizzando gli stessi punti di presa che dovranno essere
riportati  in  una  cartografia   di   riferimento,   dovra'   essere
documentata ogni interferenza con qualsiasi  manufatto  preesistente,
anche se allo stato di rudere. 
    1.5.8.  Gli  imbocchi  in  galleria  dovranno  essere  realizzati
limitando quanto piu' possibile la percezione  visiva  dei  manufatti
strutturali; pertanto si dovra' realizzare una opportuna modellazione
del terreno e una sistemazione  a  verde  utilizzando  specie  locali
piantumate  in  maniera  da  creare   un   effetto   di   naturalita'
vegetazionale. 
    1.5.9. La coloritura delle opere d'arte  dovra'  essere  tale  da
minimizzarne l'intrusivita' nel contesto naturale. 
    1.5.10. L'architettura delle pile e delle opere d'arte in  genere
dovra' essere ridotta all'essenziale evitando soluzioni  formali  che
enfatizzerebbero   l'effetto   intrusivo   dell'opera,   questo    in
considerazione del fatto che  il  paesaggio  in  cui  tale  opera  si
colloca e' costituito da ampi  spazi  di  interesse  naturalistico  e
panoramico,  caratterizzato  da  una  superficie  agricola  coltivata
principalmente a seminativo. 
    1.5.11. Le opere di  mitigazione  paesaggistica  dovranno  essere
tali da non rimarcare  il  segno  costitutivo  del  nuovo  tracciato,
soprattutto nella soluzione a verde studiata per  lo  svincolo  Paina
del Mignone, che al contrario la sistemazione a verde, modellata  sul
disegno  ovoidale  dello  svicolo,  tende  a  rimarcare  la  presenza
dell'opera d'arte, vanificando la funzione di  tali  mitigazioni  che
invece sono studiate per minimizzare l'impatto infrastrutturale anche
con l'uso appropriato delle specie autoctone, tipiche del luogo. 
    1.5.12. Le opere di mitigazione paesaggistica, per le motivazioni
suddette, dovranno essere tali  da  non  rimarcare  ulteriormente  il
segno  costituito  dal  nuovo  tracciato,  ma  piuttosto  saranno   a
minimizzarne la presenza e pertanto  le  specie  utilizzate  dovranno
essere tipiche dei luoghi e piantumate in maniera tale da evitare  la
creazione  di  «cortine»,  prevedendo  irregolarita'  e   dissolvenze
finalizzate a creare un effetto di naturalita'. 
    1.5.13. Le prescrizioni di cui sopra dovranno  essere  ricomprese
in progetto complessivo  di  inserimento  paesaggistico  delle  opere
previste, tenendo conto  anche  del  preesistente  percorso  e  della
sistemazione delle aree impegnate dalla cantierizzazione. 
    1.5.14. Nell'ambito della  stesura  del  progetto  definitivo  si
valuti la possibilita' di trovare  soluzioni  migliorative  nell'area
dove e' previsto lo  svincolo  di  immissione  della  nuova  SS675  e
l'autostrada Tirrenica, studiando un  collegamento  meno  impattante,
soprattutto in riferimento al viadotto Piana del Mignone,  lungo  700
metri, comprese le due rampe di immissione sull'autostrada  medesima,
con una progettazione dell'opera d'arte infrastrutturale che abbia  i
giusti  criteri  ed  indirizzi  tecnico-progettuali  per  la   minore
occupazione  di  suolo  pubblico  possibile  ai  fini  di  un   netto
miglioramento del rapporto tra  l'infrastruttura  stradale  stessa  e
l'ambiente naturale circostante, cercando il piu'  possibile  di  non
configurarsi  come   tracciato   di   ulteriore   frazionamento   del
territorio. 
    1.5.15. Nelle fasi  successive  di  progettazione  dovra'  essere
valutata la possibilita' che  il  tracciato  non  si  configuri  come
ulteriore segno di frazionamento  nel  territorio,  a  tal  fine  per
quanto possibile il sedime dovra' porsi  in  adiacenza  al  tracciato
esistente e,  nelle  parti  in  cui,  per  motivazioni  di  carattere
tecnico,  esso  si  dovra'  discostare  da  questo,  dovranno  essere
riproposti  segni  gia'  presenti  limitando  al  massimo   le   aree
intercluse o inaccessibili. 
    1.5.16. Per quanto attiene gli aspetti paesaggistici: 
    1.5.16.1. In sede di esame definitivo ai sensi dell'art. 166  del
decreto legislativo n. 163/2006, andra' progettata  una  sistemazione
delle  schermature  a  verde  che  tenga  effettivamente  conto   dei
caratteri distintivi del paesaggio in argomento, escludendo soluzioni
basate su  forme  geometriche  estranee  ai  caratteri  naturali  dei
paesaggi attraversati di carattere prettamente agricolo; 
    1.5.16.2. Sempre in sede di esame definitivo il  progetto  andra'
adeguato prevedendo per le opere  in  viadotto  soluzioni  di  minore
impatto visivo, che contengano la diminuzione dei piloni di  sostegno
e un minore spessore dell'impalcato stradale. Inoltre, per tutti  gli
elementi strutturali fuori terra e le opere in ferro per le quali  le
vigenti normative di sicurezza  e  il  codice  stradale  non  dispone
diverse e specifiche prescrizioni, andranno previste delle coloriture
che  consentano  una   migliore   integrazione   con   il   paesaggio
circostante; 
    1.5.16.3. Tali opere andranno concordate  con  il  Ministero  dei
beni e delle attivita' culturali e del  turismo,  Direzione  generale
archeologia, belle arti e paesaggio, e con i competenti uffici  della
Regione Lazio. 
    1.5.17. Per quanto riguarda la galleria Calistro, nelle immediate
vicinanze del Comune di Monte Romano, gli  imbocchi  dovranno  essere
realizzati   limitando   la   percezione   visiva    del    manufatto
infrastrutturale, attraverso una migliore modellazione del terreno  e
una piu' idonea sistemazione a verde. 
1.6. Prescrizioni relative agli espropri 
    1.6.1. Usi Civici 
    1.6.1.1. La Societa'  ANAS  non  potra'  procedere  all'esproprio
delle aree sopra indicate  sino  a  quando  non  sia  intervenuto  il
provvedimento regionale di cui sopra. 
    1.6.1.2. L'Universita' agraria di Monte  Romano  e  l'Universita'
agraria di Tarquinia, ciascuna per la propria competenza, quali  enti
gestori delle  terre  civiche,  dovranno  richiedere  e  ottenere  la
necessaria autorizzazione al mutamento di  destinazione  d'uso  e  la
contestuale sdemanializzazione, di cui al  combinato  disposto  degli
articoli 12 legge n. 1766/1927 e 8-ter legge regionale n. 1/1986. 
1.7.  Prescrizioni   relative   alle   attivita'   preliminari   alla
cantierizzazione 
    1.7.1. Bonifica Ordigni Bellici (BOB) 
    1.7.1.1.  La  Bonifica  Ordigni  Bellici  (BOB)   dovra'   essere
dichiarata esplicitamente come voce di costo all'interno  del  quadro
economico tra le somme a disposizione dell'ente appaltante. 
    1.7.1.2. Venga effettuata una preventiva  opera  di  bonifica  da
ordigni esplosivi residuati bellici, nel rispetto  dell'art.  22  del
decreto legislativo n. 66 del 15 marzo 2010 - modificato dal  decreto
legislativo  n.  20  del  24  febbraio  2012,   ovvero   secondo   le
prescrizioni che saranno emanate, previa  richiesta,  dal  competente
Reparto infrastrutture del Ministero della difesa  Comando  logistico
dell'Esercito SM. Copia del Verbale di constatazione, rilasciato  dal
predetto Reparto dovra' essere  inviato  anche  al  Comando  militare
Esercito competente per territorio. 
1.8. Prescrizioni relative alle interferenze 
    1.8.1. Interferenza con impianti esistenti 
    1.8.1.1. A seguito dell'approvazione del progetto  definitivo  da
parte della Conferenza di servizi ai sensi dell'art. 27, comma 7, del
decreto legislativo n. 50/2016 restano ferme le disposizioni  vigenti
che stabiliscono gli effetti dell'approvazione dei progetti  ai  fini
urbanistici ed espropriativi, sostituendo di fatto  «...  ogni  altra
autorizzazione,  approvazione  e   parere   comunque   denominato...»
consentendo quindi, anche  la  realizzazione  dell'adeguamento  delle
opere interferenti. 
    1.8.1.2. Ai fini di una gestione  in  sicurezza  del  superamento
delle interferenze, nonche' garantire il rispetto  del  programma  di
risoluzione  delle  stesse  attraverso  un   efficace   coordinamento
operativo, si invita l'Anas a verificare l'opportunita' di  stipulare
preventivamente apposita e specifica Convenzione (di  cui  si  allega
testo in bozza) che regoli impegni, rapporti  e  responsabilita'  tra
Snam Rete Gas Spa ed il soggetto  aggiudicatore  o  con  il  soggetto
proponente (ANAS) che preveda, tra l'altro: 
      a) il riconoscimento della  preesistenza  degli  impianti  Snam
Rete Gas Spa interferiti dalla realizzazione  delle  Vostre  opere  e
che, pertanto,  non  si  dara'  luogo,  in  futuro,  a  richieste  di
pagamento a qualsiasi titolo  (cauzioni,  fideiussioni,  canoni,  una
tantum etc); 
      b) qualora - successivamente  alla  realizzazione  delle  opere
interferenti - Snam Rete Gas S.p.A.  ritenga,  in  futuro,  di  dover
modificare o sostituire alcuni tratti della condotta interferita,  e'
sin d'ora autorizzata  ad  effettuare  a  propria  cura  e  spese  le
modifiche  e/o  varianti,  previ  accordi  con  il  soggetto  gestore
dell'opera interferente e senza dover  versare  alcuna  cauzione  e/o
canone; 
      c) qualora in futuro Snam Rete Gas S.p.A.  dovesse  intervenire
sulle  proprie  opere,  a  seguito  di  eventuali   modifiche   delle
infrastrutture interferenti,  gli  interventi  di  adeguamento  delle
opere Snam Rete Gas S.p.A. saranno eseguiti a cura di Snam RG  stessa
ma  a  tutte   spese   del   soggetto   gestore   dell'infrastruttura
interferente; 
      d) dovranno essere riconosciuti a Snam Rete Gas S.p.A. i  costi
effettivamente   sostenuti   e   documentati   per   il   superamento
dell'interferenza. 
    1.8.1.3. Il progetto definitivo, comprensivo di tutti gli aspetti
tecnici, operativi, economici e temporali,  dovra'  essere  trasmesso
agli enti interferenti ai sensi dell'art. 27 del decreto  legislativo
n. 50/2016, affinche' la risoluzione delle proprie  interferenze  sia
inserita nel  progetto  definitivo  da  approvare  in  Conferenza  di
servizi. 
    1.8.1.4. Il progetto in esame interferisce in piu'  punti  con  i
gasdotti in attualita' di esercizio di proprieta' della Snam Rete Gas
S.p.A. In merito alla risoluzione di tali interferenze, gia' valutate
nel corso del progetto preliminare, e'  necessario  che  ANAS,  nella
successiva fase progettuale, ritrasmetta il progetto alla  Snam  Rete
Gas S.p.A. al fine di concordare le modalita' tecniche, economiche  e
temporali necessarie alla risoluzione delle interferenze. 
    1.8.1.5. Il progetto risulta interferente con l'elettrodotto Rete
Srl 132 kV Civitavecchia  FS-Montalto  FS,  come  meglio  evidenziato
nell'allegato. [...] decreto ministeriale del 21 Marzo 1988 (in  S.O.
alla Gazzetta Ufficiale  n.  79  del  5  aprile  1988)  e  successive
modifiche  ed   integrazioni,   recante   norme   tecniche   per   la
progettazione, l'esecuzione  e  l'esercizio  delle  linee  elettriche
aeree esterne, dove si recita che i conduttori  nelle  condizioni  di
massima freccia sia con  catenaria  verticale  che  inclinata  di  30
gradi, non devono avere in alcun  punto  una  distanza,  espressa  in
metri, minore di 8,98 dal piano della strada statale e i  sostegni  e
le relative fondazioni non devono avere alcun punto  fuori  terra  ad
una distanza orizzontale minore di  15,00  metri  dal  confine  della
strada  statale.  Tutto  cio'  premesso,  all'interno  della   fascia
asservita degli elettrodotti e nel  rispetto  della  normativa  sopra
citata, si dettano le sotto elencate prescrizioni: 
      1) non potranno essere messe a dimora piante ad alto fusto. 
      2) I sostegni  dell'illuminazione  pubblica  (Norme  CEI  64-7:
1998-07), nelle condizioni di  massima  freccia,  sia  con  catenaria
verticale che inclinata di 30 gradi, non devono avere in alcun  punto
una distanza inferiore a metri 4,98 dai conduttori. 
    1.8.1.6. Le scelte tecnico-organizzative per l'eliminazione delle
interferenze con impianti  e  reti  gestite  da  altre  Societa'  e/o
Gestori di reti ed impianti con particolare riferimento alla condotta
dell'acquedotto Consorzio Medio Tirreno, Consorzio  Nuovo  Mignone  e
con le condotte della rete irrigua consortile del Consorzio  Bonifica
Maremma Etrusca dovranno  essere  preventivamente  concordate  con  i
rispettivi enti gestori. 
    1.8.1.7. Nei riguardi delle  interferenze  delle  opere  con  gli
impianti  pubblici  di  irrigazione  regionali  in   concessione   al
Consorzio di bonifica della Maremma Etrusca, dovranno essere previsti
interventi idonei di risoluzione. 
2. Raccomandazioni 
    2.1. La scelta del contraente sia effettuata secondo gli art.  59
e seguenti del decreto legislativo n. 50/2016. 
    2.2.   In   merito   alla   localizzazione    della    complanare
dell'Autostrada Tirrenica prevista a seguito delle  prescrizioni  del
CIPE nelle successive fasi progettuali si dovra' adeguare il progetto
dello   svincolo   e   delle   rampe   rendendolo   compatibile   con
l'infrastruttura autostradale in fase  di  completamento  per  quanto
riguarda le complanari. 
    2.3. I rilevati stradali ed i viadotti dovranno essere ubicati su
terreni  di   fondazione   sufficientemente   portanti   e   per   la
realizzazione dovra'  essere  superato  completamente  lo  strato  di
materiale di riporto e quello di terreno vegetale (localmente sede di
fenomeni di «soliflusso») in maniera da interessare il substrato piu'
idoneo all'eventuale posa di fondazioni profonde. 
    2.4. Sia verificata l'esistenza di disturbi di natura tettonica e
le possibili interferenze dal punto di vista sismico e meccanico  con
l'opera in progetto. 
    2.5. Si raccomanda che nel  progetto  definitivo  la  scelta  dei
dispositivi di  ritenuta  stradale  venga  rivista  alla  luce  delle
normative vigenti.