(Allegato)
                                                             Allegato 
 
   PROGRAMMA DELLE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE (LEGGE N. 443/2001) 
           LINEA FERROVIARIA ALTA VELOCITA'/ALTA CAPACITA' 
                       (AV/AC) TORINO-VENEZIA 
                      TRATTA BRESCIA - VERONA. 
                NODO AV/AC DI VERONA: INGRESSO OVEST 
                APPROVAZIONE DEL PROGETTO PRELIMINARE 
                        CUP (F81H91000000008) 
 
 
                             ALLEGATO 1 
                   PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI 
 
PARTE PRIMA - PRESCRIZIONI 
PARTE SECONDA - RACCOMANDAZIONI 
 
                   PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI 
 
    Il  soggetto  aggiudicatore  ovvero  il   soggetto   realizzatore
dell'opera dovra': 
 
                     PARTE PRIMA - PRESCRIZIONI 
 
PIANO DI UTILIZZO 
    1. Ridefinire il Piano di  utilizzo  delle  terre,  d'intesa  con
l'Agenzia regionale per la prevenzione e  protezione  ambientale  del
Veneto  (ARPA  Veneto),  con  particolare  riferimento  ai  siti   di
produzione, ai siti di deposito intermedio  e  ai  siti  di  deposito
finale, compresi i percorsi  di  deposito;  si  dovranno  indicare  i
relativi volumi di utilizzo suddivisi nelle diverse tipologie e sulla
base della provenienza  dai  vari  siti  di  produzione.  Inoltre  si
dovranno  aggiornare  le  quantita'  di  sottoprodotto   movimentate,
suddivise per «WBS», con l'indicazione dei relativi volumi in  banco,
suddivisi nelle diverse litologie. Si dovra' provvedere a motivare  e
giustificare la scelta dei depositi definitivi, definire la  capienza
degli stessi, procurare tutte le approvazioni ed  autorizzazioni  dei
diversi Piani di ripristino, nonche' concordare con ARPA  Veneto  sia
le modalita' di esecuzione dei controlli  in  corso  d'opera  che  di
interscambio  dei   risultati   sulle   caratterizzazioni   eseguite.
(Commissione tecnica di verifica dell'Impatto ambientale - VIA e  VAS
(CTVIA) n. 2543 del 27/10/2017; Regione del Veneto delibera di Giunta
regionale (DGR) n. 1835/2017). 
    2. Il Piano dovra' aggiornare, in merito ai  siti  di  riutilizzo
finale  esterno,  l'indicazione  dei   quantitativi   dei   materiali
rientranti in colonna A e di quelli rientranti  in  colonna  B  oltre
alle quantita' da  allocare  in  ciascun  sito  esterno  individuato.
(CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    3. Provvedere alla definizione di  dettaglio  del  cronoprogramma
lavori, da trasmettere al Ministero dell'ambiente e della tutela  del
territorio e del mare (MATTM) per  l'approvazione,  che  tenga  conto
degli eventuali elementi di novita' che emergeranno nel  corso  della
progettazione definitiva  e  di  ogni  altra  variazione  che  potra'
prevedibilmente scaturire durante le procedure di approvazione presso
gli Enti e le Autorita' competenti. (CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    4. La durata del Piano di utilizzo non potra' superare la  durata
programmata dei lavori, attualmente prevista in circa  2  anni  e  11
mesi, come verra' definita dal cronoprogramma di dettaglio  richiesto
per  la  fase  di  progettazione  definitiva,  e  terminera'  con  la
conclusione  delle  operazioni  di  cantiere.  (CTVIA  n.  2543   del
27/10/2017). 
 
PROGETTAZIONE DEFINITIVA 
    5.  Affinare  e  ottimizzare  le  soluzioni  progettuali  atte  a
risolvere i punti di interferenza con le viabilita' denunciati  dalle
realta' locali. Definire, d'intesa con gli Enti territoriali e  fatte
salve  le  eventuali  richieste  delle  Soprintendenze,  il  progetto
definitivo delle opere di  mitigazione  e  compensazione  ambientale,
verificando la possibilita' di interventi volti  a  migliorare  l'uso
del territorio in senso ambientalistico, nel rispetto del  limite  di
spesa imposto dalla  normativa  in  materia  di  opere  compensative.
(CTVIA n. 2543 del 27/10/2017; Regione del Veneto DGR  n.  1835/2017;
Comune di Verona delibera n. 68/2017). 
    6.  Presentare  tutte  le  specifiche  istanze  di   concessione,
corredate dalle singole analisi  di  dettaglio,  formulate  per  ogni
attraversamento di corso d'acqua demaniale,  illustrandone  soluzione
finale e fase cantieristica. 
    7. Definire in maniera piu' precisa  sia  i  mezzi  impiegati  in
cantiere che la tempistica operativa e le installazioni da prevedersi
in ciascun cantiere, aggiornando la stima dei possibili impatti sulla
qualita' dell'aria alla  luce  della  identificazione  definitiva  di
tutte le aree di cantiere e delle rispettive attivita'  in  relazione
ai ricettori (abitativi e sensibili) da esse interessati.  (CTVIA  n.
2543 del 27/10/2017). 
    8. In considerazione del fatto che i lavori saranno  eseguiti  in
massima parte all'interno di un tessuto urbano fortemente urbanizzato
e  interessato  da  flussi  di  traffico  elevati,  nella   fase   di
modellazione  dovranno  essere  prese  in  considerazione  anche   le
emissioni di inquinanti e di polveri generate durante le attivita' di
preparazione delle aree  di  cantiere,  escluse  dal  proponente  nel
progetto preliminare. (CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    9.  Definire  le  scelte  tecnologiche  relative  agli   additivi
utilizzati  per  l'esecuzione  delle  operazioni   di   perforazione,
comprensive di tutte le schede tecniche dei prodotti  utilizzati  per
esse, allegandole  al  progetto  ambientale  della  cantierizzazione.
(CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    10. Con particolare riferimento alle opere  previste  nel  centro
urbano di Verona, si ritiene opportuno che nel progetto sia garantito
il  rispetto  dell'invarianza  idraulica   del   territorio   oggetto
dell'intervento, con l'eventuale previsione delle adeguate  opere  di
compensazione. (CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    11. Fornire  una  mappa  con  la  localizzazione  dei  pozzi  per
l'approvvigionamento delle acque ad uso industriale. (CTVIA  n.  2543
del 27/10/2017). 
    12. Ampliare la rete di misura delle quote  piezometriche  ad  un
numero piu' ampio possibile di pozzi presenti nell'area  interessata,
protraendola  almeno  per  un  arco  temporale  di  un  intero   anno
idrologico al fine di avere una miglior conoscenza del  comportamento
dell'acquifero in condizioni sia di piena che  di  magra.  (CTVIA  n.
2543 del 27/10/2017; Regione del  Veneto  DGR  n.  1835/2017;  Parere
Consiglio  superiore  lavori   pubblici   (CSLP)   n.   72/2017   del
09.03.2018). 
    13.  Definire  dettagliatamente  le  modalita'  operative  e   le
procedure di emergenza per la messa in sicurezza della falda nel caso
di  svernamenti  accidentali  legati  alla  fase  di  stoccaggio  dei
materiali per impedire ad «accidentali» percolati di  raggiungere  le
acque profonde attraverso terreni mediamente  permeabili.  (CTVIA  n.
2543 del 27/10/2017). 
    14. Con riferimento alla  necessita'  di  realizzazione  di  pali
profondi di fondazione in zone  dove  la  falda  ha  una  profondita'
maggiore ai 20 m, e  quindi  al  limite  dei  livelli  perforati,  si
richiede, una valutazione piu' dettagliata delle effettive  opere  in
progetto e delle metodologie tecniche da adottare nei casi a rischio.
(CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    15. Rielaborare le valutazioni  relative  alla  protezione  delle
acque sotterranee dall'inquinamento e dal  deterioramento,  ai  sensi
del decreto legislativo 16 marzo 2009, n. 30, concernente «Attuazione
della direttiva 2006/118/CE, relativa  alla  protezione  delle  acque
sotterranee dall'inquinamento e  dal  deterioramento»,  non  presente
nelle valutazioni  del  progetto  preliminare.  (CTVIA  n.  2543  del
27/10/2017). 
    16. In relazione alle modalita' di smaltimento acque, sia in fase
di cantiere -  anche  prevedendo  il  caso  di  eventi  metereologici
importanti - che di esercizio,  individuare,  prima  dell'inizio  dei
lavori, tutti i punti finali di recapito delle stesse, integrando  la
rete  di  monitoraggio  con  i  punti  di  recapito  delle  acque  di
piattaforma e di cantiere, opportunamente trattate se necessario,  in
modo tale da valutare gli eventuali ulteriori impatti  connessi  e  i
relativi interventi di mitigazione. (CTVIA n.  2543  del  27/10/2017;
Regione del Veneto DGR n. 1835/2017). 
    17. Rivedere lo studio acustico sulla  base  di  quanto  previsto
dalla «Nota tecnica ISPRA in merito alle problematiche  dei  progetti
di infrastrutture di trasporto lineari soggetti a  VIA  relativamente
alla  presa   in   considerazione   degli   aspetti   connessi   alla
concorsualita'  con  altre  infrastrutture  di  trasporto»   e,   ove
applicabili, alle indicazioni di cui all'Allegato 4 del  decreto  del
Ministero dell'ambiente 29 novembre 2000;  aggiornare  il  censimento
dei ricettori al  momento  della  stesura  del  progetto  definitivo,
individuando i recettori tramite sovrapposizione ortofoto/tracciato e
tramite le coordinate  «GPS  Gauss-Boaga»  e  dettagliare  le  scelte
tecniche/operative adottate. (CTVIA n. 2543 del  27/10/2017;  Regione
del Veneto DGR n. 1835/2017). 
    18. Integrare il progetto con un approfondito e specifico  studio
relativo agli effetti vibrazionali,  che  quantifichi  i  livelli  di
vibrazione trasmessi e che minimizzi gli effetti di disturbo a carico
dei ricettori posti in prossimita' della linea  ferroviaria,  sia  in
fase di cantiere che nella successiva fase di  esercizio.  (CTVIA  n.
2543 del 27/10/2017; Regione del Veneto DGR  n.  1835/2017;  CSLP  n.
72/2017 del 09.03.2017). 
    19. Estendere l'analisi degli impatti sui campi magnetici a tutti
i ricettori ricadenti all'interno e a margine della distanza di prima
approssimazione (DPA)  dell'elettrodotto  Rete  Ferroviaria  Italiana
(RFI) in progetto (piloni n. 103 e n. 104  PAD  60+12);  integrare  i
calcoli presentati con valutazioni tridimensionali in  corrispondenza
di cambi di direzione, di parallelismi e  incroci  con  altre  linee,
come previsto dal decreto del Ministero dell'ambiente e della  tutela
del  territorio  e  del  mare   29   maggio   2008;   presentare   la
documentazione di eventuali  recettori  ricadenti  all'interno  della
fascia di rispetto e fornire i progetti delle varianti  previste  per
gli  elettrodotti  di  Terna  e  dell'Azienda  generale  dei  servizi
municipalizzati di Verona (AGSM).  (CTVIA  n.  2543  del  27/10/2017;
Regione del Veneto DGR n. 1835/2017). 
    20.  Integrare   il   progetto   con   fotosimulazioni   relative
all'inserimento dell'opera nel paesaggio, identificando alcuni  punti
di vista (statici e dinamici) dai quali si percepisca l'opera, per le
seguenti sezioni: a) aspetti estetici dei  manufatti  e  validita'  e
modalita' del loro inserimento; b) inserimento degli elettrodotti; c)
opere di mitigazione, comprese le barriere acustiche. (CTVIA n.  2543
del 27/10/2017). 
    21. Sottoporre preventivamente alle valutazioni della  competente
Soprintendenza ogni fase successiva di progettazione,  tenendo  conto
delle  integrazioni  gia'  valutate  positivamente  dalla  competente
Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le Province di
Verona, Rovigo e Vicenza nel parere endoprocedimentale n.  23922  del
12 ottobre 2017. (Ministero per i beni e le attivita' culturali e del
turismo nota prot. UDCM 0001909 del 22/01/2018). 
    22.  Provvedere  all'esecuzione  di  un'ulteriore   campagna   di
ricognizione  di  superficie,  seguita  da  una  serie  di  attivita'
archeologiche, secondo i commi  8  e  ss  dell'art.  25  del  decreto
legislativo 18 aprile 2016, n. 50, da concordare nelle  modalita'  di
esecuzione con la competente Soprintendenza archeologia, belle arti e
paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza. (Ministero per
i beni e le attivita'  culturali  e  del  turismo,  nota  prot.  UDCM
0001909 del 22/01/2018). 
    23.  Provvedere  all'esecuzione  di  un'ulteriore   campagna   di
indagini archeologiche preventive,  il  cui  progetto  dovra'  essere
approvato dalla competente Soprintendenza archeologia, belle  arti  e
paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza. (Ministero per
i beni e le attivita' culturali e del turismo nota prot. UDCM 0001909
del 22/01/2018). 
    24. Provvedere all'esecuzione di  una  campagna  di  carotaggi  a
lettura geoarcheologica, da concordare nelle modalita' di  esecuzione
con la competente Soprintendenza archeologia, belle arti e  paesaggio
per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza. (Ministero per i beni  e
le attivita' culturali e del turismo  nota  prot.  UDCM  0001909  del
22/01/2018). 
    25. Ripristinare, nel territorio di tutti  i  Comuni  interessati
dall'intervento, negli ambiti dove il passaggio dei mezzi di cantiere
lungo i tratti di viabilita' pubblica (comunale etc.) determinera' un
danno  ai  sedimi  stradali,  a  fine  lavori,  le  sole   viabilita'
danneggiate   dal   transito   dei   mezzi,   previa   verifica    in
contraddittorio dello  stato  dei  luoghi  ante  e  post  operam,  da
eseguirsi con l'ausilio di testimoniali di Stato. (Regione del Veneto
DGR  n.  1835/2017;  Comune  di  Verona  delibera  n.   68/2017   del
23/11/2017). 
    26. In merito agli  aspetti  elettrici,  integrare  gli  elementi
riportati nello Studio di impatto ambientale (SIA)  per  tener  conto
anche degli effetti delle reti  preesistenti  nel  tessuto  adiacente
alle opere ferroviarie, valutando inoltre l'opportunita' di  adottare
soluzioni di armamento che, oltre a ridurre il rumore e  le  connesse
vibrazioni, determinino  una  riduzione  sostanziale  delle  correnti
vaganti associate alle tratte ferroviarie alimentate a 3 kVcc. 
    27. Adeguare le opere previste per risolvere  l'interferenza  tra
la linea ferroviaria e via Carnia  a  quanto  previsto  dal  progetto
preliminare gia' redatto dal Comune per la strada mediana  T4-T9  nel
tratto compreso tra la rotatoria a nord delle linee ferroviarie e  la
prima rotatoria a sud della linea AV/AC. (Comune di  Verona  delibera
n. 68/2017 del 23/11/2017). 
    28. Adeguare il sottopasso di  via  Carnia  garantendo  anche  il
transito ciclopedonale. (Comune di Verona  delibera  n.  68/2017  del
23/11/2017). 
    29. Garantire la continuita' di  via  Cason,  sia  veicolare  che
ciclopedonale, studiando  una  soluzione  alternativa  sviluppata  in
affiancamento nord all'infrastruttura ferroviaria. (Comune di  Verona
delibera n. 68/2017 del 23/11/2017). 
    30. Aggiornare la rilevazione delle interferenze anche alla  luce
di quanto  comunicato  da  taluni  gestori  nel  corso  dell'iter  di
valutazione  del  progetto  preliminare  e  curare,  d'intesa  con  i
medesimi, la progettazione delle relative risoluzioni. (Consorzio  di
Bonifica   Veronese   nota   prot.   22122   del   20/12/2016;   Wind
Telecomunicazioni nota 1628 del 21/12/2016;  Ministero  della  difesa
MO.TRA. nota prot. 0087793 del 15/11/2017; AGSM PEC del 10.04.2017). 
    31. Adeguare il progetto per la risoluzione dell'interferenza con
l'Autostrada A22, prevedendo la realizzazione di un'unica  opera  per
lo  scavalco  della  linea  «storica»  e  delle   due   nuove   linee
ferroviarie, assicurando sempre la disponibilita' di due  corsie  per
senso  di  marcia  sull'asse  autostradale  e  tenendo  conto   della
necessita' di allargamento della sede autostradale a tre  corsie  per
senso di marcia. Al riguardo si  dovra'  provvedere,  preventivamente
all'inizio  dei  lavori,  a  stipulare  tra  RFI,   Ministero   delle
infrastrutture e dei trasporti - Direzione generale per la  vigilanza
sulle concessionarie autostradali - e concessionaria autostradale  un
apposito  atto  convenzionale.  (Ministero  delle  infrastrutture   -
Direzione generale per la vigilanza  delle  concessioni  autostradali
nota prot. 4664 del 16/03/2017; Autostrada del Brennero  S.P.A.  note
prot. DTG/31635 del 12/12/2016 e prot. DTG/2959 del 31/01/2017). 
    32.  All'esito  dei  risultati  di  questa  fase  di  indagini  e
dell'emersione di eventuali elementi archeologicamente significativi,
questo  Ufficio  valutera'  possibili  ulteriori  approfondimenti  da
svolgere nelle successive fasi progettuali. (Ministero per i  beni  e
le attivita' culturali e del turismo  nota  prot.  UDCM  0001909  del
22/01/2018). 
 
PIANO DI MONITORAGGIO 
    33. Prima dell'avvio dei cantieri, procedere all'effettuazione di
apposite  campagne  di  monitoraggio  delle  polveri  prodotte  dalle
attivita' di cantiere (piste etc.) in fase  ante  operam,  di  durata
pari a 30  giorni,  in  accordo  con  ARPA  Veneto,  dettagliando  il
coordinamento  con  essa  sia  sulle  modalita'  di  esecuzione   dei
controlli in corso d'opera che di interscambio  dei  risultati  sulle
caratterizzazioni eseguite. In merito alle  precauzioni  generali  da
attuare per ridurre la produzione e il sollevamento delle polveri, si
prescrive quanto segue: 
      a) bagnatura periodica delle aree di movimentazione materiale e
dei cumuli; 
      b) bagnatura periodica delle piste  di  cantiere,  in  funzione
delle condizioni operative e meteorologiche; 
      c) pulizia periodica delle strade pubbliche  interessate  dalla
viabilita' di cantiere, da valutare in accordo con le Amministrazioni
locali; 
      d) copertura dei mezzi pesanti adibiti al trasporto di inerti; 
      e)  limitazione  della  velocita'  dei  mezzi  all'interno  dei
cantieri, che non dovra' superare i 30 km/h; 
      f) lavaggio delle ruote dei mezzi in uscita dal cantiere; 
      g) installazione di  dispositivi  anti  particolato  sui  mezzi
operanti all'interno del cantiere e uso di veicoli omologati Euro  4/
Stage IIIB; 
      h)   informazione   e   formazione   delle   maestranze   sulle
prescrizioni impartite, al fine di ridurre al minimo  le  dispersioni
di polveri. 
    Tale monitoraggio  dovra'  essere  esteso  alla  fase  del  corso
d'opera, con frequenza trimestrale su tutti  i  punti  monitorati  in
concomitanza alle attivita' piu' importanti dal  punto  di  vista  di
emissione delle polveri nonche' alla fase post operam  di  esercizio,
per una durata di 30 giorni ed eseguita in accordo con  ARPA  Veneto.
(CTVIA n. 2543 del 27/10/2017; Regione del Veneto DGR n. 1835/2017). 
    34. Inserire  nel  Piano  di  monitoraggio  ambientale  (PMA)  il
monitoraggio della  componente  radiazioni  non  ionizzanti,  in  cui
prevedere dei  punti  di  monitoraggio  post  operam  per  tutti  gli
eventuali  ricettori  ricadenti  all'interno   nonche'   per   quelli
posizionati al limite della «DPA». (CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    35. Aggiornare e ad estendere il piano di monitoraggio presentato
nel SIA, concordandolo con ARPA Veneto, stabilendo -  sia  a  livello
procedurale che esecutivo -  le  modalita'  operative  con  le  quali
condurre i monitoraggi, i punti di campionamento,  le  strumentazioni
da adottare, le modalita' di  misura,  le  frequenze,  le  durate,  i
parametri da rilevare  e  le  modalita'  di  restituzione  dei  dati,
incluse le responsabilita' annesse  e  connesse.  Tale  piano  dovra'
essere distinto nelle diverse fasi  ante  operam,  in  corso  d'opera
(cantiere) e post operam (esercizio). In questo piano  dovra'  essere
data particolare attenzione a: 
      a. prevedere il monitoraggio delle specie esotiche e  invasive,
in modo da attuare le misure adeguate al loro contenimento; 
      b. prevedere il monitoraggio  di  tipo  B  con  cadenza  almeno
trimestrale; 
      c. prevedere un monitoraggio post-operam di almeno tre anni per
verificare in maniera efficace gli effetti dell'opera e delle  azioni
di ripristino, mitigazione e compensazione. 
    Inoltre, in fase ante-operam dovra' prevedersi un  cronoprogramma
dei lavori aggiornato, che tenga conto degli  eventuali  elementi  di
novita' che emergeranno nel corso della progettazione esecutiva e  di
ogni altra variazione che potra' prevedibilmente scaturire durante le
procedure di approvazione presso gli Enti e  le  Autorita'  citati  a
vario titolo nel presente quadro prescrittivo.  (CTVIA  n.  2543  del
27/10/2017). 
 
                   PARTE SECONDA - RACCOMANDAZIONI 
 
    1. Valutare l'opportunita' di  arricchire  la  documentazione  di
monitoraggio presentata sul tema della  vegetazione,  della  flora  e
della fauna, effettuando  ulteriori  sopralluoghi  estesi  almeno  ai
periodi  primaverile  e  autunnale,  in  particolare  nelle  aree  di
intervento, in maniera da ricomprendere le varie fasi  stagionali  al
di fuori delle quali non e' possibile avere informazioni  attendibili
sulla reale presenza/assenza e abbondanza di alcune specie. (CTVIA n.
2543 del 27/10/2017). 
    2.  Per  i  grandi  alberi  presenti  nell'area  interessata  dal
progetto, valutare l'opportunita' di procedere alla caratterizzazione
e  georeferenziazione  dei   medesimi,   riportandoli   in   apposite
planimetrie, e individuare le opportune soluzioni  per  evitare  ogni
loro eventuale danneggiamento.(CTVIA n. 2543 del 27/10/2017). 
    3. Al fine di una migliore caratterizzazione della falda e  delle
caratteristiche geologiche e sismiche dell'area di studio, anche  con
riferimento ad eventuali fenomeni di liquefazione dei terreni,  oltre
alla realizzazione  di  nuove  indagini  ed  all'aggiornamento  delle
misure  della  superficie  freatica,  si  suggerisce  di   utilizzare
informazioni e dati dagli  studi  e  dalle  cartografie  di  migliore
dettaglio effettuati proprio nella zona di interesse, quali il  Piano
di assetto del territorio (PAT) del Comune di Verona, realizzato alla
scala 1:10.000 e aggiornato al 2007, e lo  studio  di  microzonazione
sismica realizzato dal Comune di Verona, redatto alla scala  1:10.000
e in fase istruttoria regionale per il parere tecnico di  competenza.
(Regione del Veneto DGR n. 1835/2017). 
    4.  Rispettare  le  considerazioni  della  Direzione  Commissioni
Valutazioni  -  Unita'  organizzativa   Commissioni   VAS-VINCA-NUVV,
provvedendo, ove possibile, a: 
      a. evitare il coinvolgimento di habitat, habitat  di  specie  e
specie tutelate dalle direttive comunitarie 92/43/CEE del  21  maggio
1992 e 09/147/CE del 30 novembre 2009 con  gli  effetti,  diretti  ed
indiretti, conseguenti agli interventi per la realizzazione del  nodo
in argomento (comprese le opere  accessorie  e  complementari)  e  la
relativa fase di esercizio.  In  tal  senso  va  mantenuta  invariata
l'idoneita' degli ambienti ricadenti nell'ambito di attuazione  degli
interventi  in  argomento   rispetto   alle   specie   di   interesse
comunitario, laddove e' possibile o accertata  la  presenza  in  tale
ambito secondo la deliberazione della Giunta regionale del Veneto  27
novembre  2014,  n.  2200,  ovvero  andranno  acquisite  e  mantenute
superfici di equivalente idoneita' per le specie segnalate; 
      b. delimitare le aree di cantiere, sia fisse  che  mobili,  con
barriere per l'erpetofauna e con barriere fonoassorbenti ovvero,  nel
caso  in  cui  cio'  non  fosse  possibile,  attuare   altre   misure
precauzionali atte a ridurre il disturbo nei confronti  delle  specie
di interesse; 
      c. impiegare sistemi di illuminazione in grado di attenuare  la
dispersione luminosa e la  modulazione  dell'intensita'  in  funzione
dell'orario e della fruizione degli spazi e altresi'  rispondenti  ai
seguenti criteri: flusso luminoso modulabile, bassa dispersione e con
lampade a ridotto effetto attrattivo (con  una  componente  spettrale
dell'UV  ridotta  o  nulla)  in  particolar  modo  nei  confronti  di
lepidotteri, coleotteri, ditteri, emitteri,  neurotteri,  tricotteri,
imenotteri e ortotteri; 
      d.  dotare  la  viabilita',  laddove  non  sia   garantita   la
permeabilita'  a  causa  di  opera  in  grado  di  generare  barriera
infrastrutturale, di idonei e sufficienti passaggi per la fauna  (nel
rispetto dei  criteri  per  la  sicurezza  stradale)  anche  mediante
passaggi  per  la  fauna  minore  (tunnel  per  anfibi  e   rettili),
preferibilmente con sezione quadrata o rettangolare (delle dimensioni
minime 50 cm x 50 cm, da adeguare  in  funzione  delle  specie),  con
pendenza di almeno l'1 per cento (in modo da evitare ristagni d'acqua
o allagamenti e  dotati  di  aperture  sul  lato  superiore,  tramite
griglie di aerazione, o sul lato inferiore a diretto contatto con  il
suolo), unitamente alle recinzioni di  invito  e  ai  dissuasori  per
l'accesso alla carreggiata. A tal fine possono essere adeguati  anche
gli attuali  manufatti  idraulici  di  attraversamento  eventualmente
interessati dal tracciato, nel  rispetto  dei  criteri  di  sicurezza
idraulica previsti, alla funzione di passaggio faunistico; 
      e. attuare  idonee  misure  in  materia  di  limitazione  della
torbidita' per tutti gli interventi che prevedono  un  coinvolgimento
della locale rete idrografica, anche minore, garantendo altresi'  per
scarichi dell'infrastruttura soluzioni progettuali in  grado  di  non
pregiudicare la qualita' del corpo idrico  per  l'intera  durata  dei
lavori; 
      f. consentire l'attuazione degli interventi identificabili  con
«mitigazioni»  solamente  qualora  rispettino  gli  obblighi  fissati
dall'art. 6 (4) della direttiva 92/43/CEE; 
      g. rispettare i divieti e gli obblighi fissati dal decreto  del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare  17
ottobre 2007, n. 184, e successive modificazioni, dalla  legge  della
Regione Veneto 5 gennaio 2007, n. 1 (Allegato  E)  e  dalla  delibera
della Giunta regionale del Veneto 27 maggio 2016, n. 786  (Misure  di
conservazione); ai sensi  dell'art.  12,  comma  3  del  decreto  del
Presidente della Repubblica 8 settembre 1997,  n.  357  e  successive
modificazioni, per gli  impianti  in  natura  delle  specie  arboree,
arbustive ed erbacee siano impiegate esclusivamente specie  autoctone
e ecologicamente coerenti con la flora locale  e  non  si  utilizzino
miscugli commerciali contenenti specie alloctone; 
      h.  informare  l'Autorita'  regionale  per  la  valutazione  di
incidenza in merito alla fase attuativa dell'opera (comunicandone  il
cronoprogramma, e relativi aggiornamenti,  e  l'avvio  e  conclusione
delle singole fasi operative) e in merito agli esiti del monitoraggio
ambientale; 
      i. estendere il monitoraggio anche  agli  habitat,  habitat  di
specie e specie tutelate  dalle  direttive  comunitarie  92/43/CEE  e
09/147/CE,  al  fine  di  misurarne  la  variazione  del   grado   di
conservazione  secondo  i   sottocriteri   definiti   con   decisione
2011/484/UE dell'11 luglio 2011, in tutte le aree  interessate  dagli
interventi  in  argomento  (individuando  opportunamente  le   unita'
ambientali omogenee per ciascun habitat e specie entro cui provvedere
alla stima dei parametri corrispondenti alla condizione non  soggetta
alle interferenze -  c.d.  «bianco»),  (Regione  del  Veneto  DGR  n.
1835/2017). 
    5. Approfondire la tematica  della  classifica  funzionale  delle
strade interessate, assicurando il rigoroso rispetto delle  norme  di
progettazione stradale (decreti del Ministero delle infrastrutture  e
dei trasporti 5 novembre 2001 e 19  aprile  2006).  (Parere  CSLP  n.
72/2017 del 09.03.2018). 
    6. Nello sviluppo progettuale ed in particolare  nella  relazione
del  progetto  definitivo,  il  progettista  dovra'  dare  conto  del
rispetto della normativa vigente in  materia  di  abbattimento  delle
barriere architettoniche. (Parere CSLP n. 72/2017 del 09.03.2018). 
    7.  Nelle  fasi  successive   della   progettazione,   verificare
puntualmente la sicurezza delle opere tenendo conto, sulla base delle
normative vigenti e con adeguata modellazione,  di  tutte  le  azioni
ambientali ed  antropiche  agenti  sulla  struttura,  in  particolare
definendo vita nominale e classe d'uso delle strutture ai fini  della
valutazione  della  risposta  all'azione  sismica.  (Parere  CSLP  n.
72/2017 del 09.03.2018).