(Allegato)
                                                             Allegato 
 
                     Contenuti di sintesi della 
        «Interpol Disaster victim identification guide 2018» 
 
    La «Interpol Disaster victim identification  guide  2018»  e'  un
documento che illustra i principi generali  (organizzativo-operativi,
deontologici ed etici, di cooperazione  e  di  professionalita'),  la
struttura di Comando  DVI  (comando,  coordinamento,  collegamento  e
direzione),  le  figure  professionali  necessarie  e   lo   standard
procedurale   dell'attivita'   tecnico-operativa   DVI    nell'ambito
dell'articolato  meccanismo  di  risposta  al  mass  disaster.   Tale
standard prevede quattro fasi: 
      fase  1  -  scena.  La  scena  del  mass  disaster,  una  volta
attenuatasi la  risposta  immediata  all'emergenza,  e'  valutata  da
esperti DVI, in coordinamento con il personale di polizia scientifica
impiegato nel sopralluogo, per una serie di elementi: ampiezza  della
scena; rischi ed ogni altro fattore analogo; condizione e  potenziale
numero dei  resti  umani;  quantita'  di  pertinenze  da  trattare  e
probabile durata dell'attivita'; strutture medico legali e  personale
per la risposta; traslazione dei resti umani. Valutata la scena,  gli
esperti DVI partecipano ad un briefing pre-intervento, finalizzato  a
garantire che la scena sia gestita in modo ottimale per le  finalita'
DVI, e ad un debriefing focalizzato sui resti umani, le  repertazioni
d'interesse DVI ed i report stilati dai responsabili dei recuperi dei
corpi o dei resti; 
      fase 2 - post mortem (PM). Tutti i resti  umani  recuperati  al
termine della fase 1 devono essere processati, esaminati e conservati
in una struttura (fissa o campale o di edilizia  civile)  selezionata
per  l'operazione  ed  adattata  a  sito  temporaneo  PM,  in  attesa
dell'identificazione formale. In tale fase si  effettuano  specifiche
procedure identificative tra cui: l'ispezione esterna del corpo o dei
resti umani (compreso l'esame dentario per il quale  e'  ottimale  la
presenza dell'odontologo forense), degli indumenti  e  degli  effetti
personali; i  rilievi  fotografici;  il  rilevamento  delle  impronte
digitali  e  palmari;  il  campionamento  del  DNA;  l'autopsia,  ove
disposta  dall'autorita'  giudiziaria.   Tutte   le   informazioni PM
ottenute durante questa fase sono annotate su apposite schede PM.  La
procedura  prevede  anche  una  sequenza  di  sigle  da  apporre  sui
contenitori dei corpi o dei resti, che variano in relazione alla fase
procedurale effettuata; 
      fase 3 - ante mortem (AM). Il processo di acquisizione dei dati
AM, finalizzato a  raccogliere  tutti  i  dati  identificativi  delle
persone scomparse a seguito del mass disaster, da confrontare  con  i
dati delle vittime, puo' risultare complesso  in  quanto  l'attivita'
prevede anche l'intervista a famiglie, parenti o amici  per  ottenere
informazioni sufficienti su una persona cara potenzialmente deceduta.
Gli operatori impiegati in  questa  fase,  inoltre,  potrebbero  aver
bisogno  di  collegamenti   con   altre   istituzioni   e/o   agenzie
extranazionali,  per  ottenere   dati   AM   da   localita'   remote.
Inizialmente la fase AM focalizza le sue attivita' sullo sviluppo  di
una lista di persone scomparse che viene creata in base ad una  serie
di meccanismi (segnalazioni di famiglie e parenti, liste  passeggeri,
ecc.). A  seguito  del  ricevimento  e  dell'organizzazione  di  quei
rapporti riguardanti persone scomparse, si  costituiscono  nuclei  di
intervistatori e/o  investigatori  con  la  funzione  di  raccogliere
descrizioni dettagliate di ogni persona scomparsa potenziale vittima,
compresi dettagli specifici (effetti  personali,  indumenti  o  altri
oggetti  di  proprieta',  dati   dentali   e   medici,   radiografie,
fotografie, DNA, impronte digitali). Tutte le  informazioni  ottenute
durante questa fase sono annotate su apposite schede AM; 
      fase 4 - reconciliation. La funzione della  riconciliazione  e'
quella di abbinare i  dati  riportati  nelle  schede PM  con  i  dati
riportati nelle schede AM al fine di identificare i defunti. Nei casi
in cui siano disponibili identificatori primari  (impronte  digitali,
DNA, dati odontologici) sono soddisfatti gli  standard  ottimali  per
l'identificazione. Questa fase e' propedeutica alla restituzione  del
corpo  e  di  eventuali  effetti  personali  alle  famiglie,   previa
emissione del  certificato  di  morte  e  nulla  osta  dell'autorita'
giudiziaria procedente.