(all. 2 - art. 1) (parte 1)
                                                          ALLEGATO II
           ANALISI PRELIMINARE PER L'INDIVIDUAZIONE DI AREE
                 CRITICHE DELL'ATTIVITA' INDUSTRIALE
                                INDICE
 
1  DESCRIZIONE GENERALE DELLO SCHEMA PER INDIVIDUARE AREE CRITICHE DI
IMPIANTO
2 I FASE - VALUTAZIONE DEI PARAMETRI INTRINSECI
2.1 Suddivisione di un impianto in unita'
2.2 Scelta della sostanza predominante (o sostanza chiave)
2.3 Determinazione del fattore sostanza
2.3.1 Valutazione del fattore sostanza
2.3.2 Valutazione alternativa del fattore sostanza
2.4 Individuazione dei fattori di penalizzazione
2.4.1 Rischi specifici delle sostanze
2.4.2 Rischi generali di processo
2.4.3 Rischi particolari di processo
2.4.4 Rischi dovuti alle quantita'
2.4.5 Rischi connessi al "layout"
2.4.6 Rischi per la salute in caso d'incidente
2.5   Parametri relativi alla tossicita'
2.5.1  Calcolo  dell'indice  intrinseco  di  tossicita'  di  ciascuna
sostanza presente nell'attivita' industriale
2.5.2 Quantita'
2.5.3  Note  per l'applicazione del calcolo dell'indice intrinseco di
tossicita'
3 II FASE - COMPENSAZIONE
3.1  Trattazione  delle misure compensative volte a ridurre il numero
degli incidenti
3.1.1 Contenimento
3.1.2 Controllo del processo
3.1.3 Atteggiamento nei riguardi della sicurezza
3.2     Trattazione delle misure compensative tendenti alla riduzione
della dimensione potenziale degli incidenti
3.2.1 Protezioni antincendio
3.2.2 Isolamento ed eliminazione delle sostanze
3.2.3 Operazioni antincendio
 
Riferimenti
Tabella 1                        Tabella 7
Tabella 2                        Tabella 8
Tabella 3                        Tabella 9
Tabella 4                        Fig. 1
Tabella 5                        Fig. 2
Tabella 5.1                      Fig. 3
Tabella 5.2                      Fig. 4
Tabella 5.3                      Fig. 5
Tabella 5.4                      Fig. 6
Tabella 6                        Fig. 7
 
1  DESCRIZIONE GENERALE DELLO SCHEMA PER INDIVIDUARE AREE CRITICHE DI
IMPIANTO
Lo  schema  di seguito descritto, e' utilizzato per la valutazione di
impianti in esercizio, in modifica o per l'esame di  nuovi  impianti,
ai  fini  di individuare le aree critiche attraverso una elaborazione
delle scelte, e dei parametri riportati nel modello che viene fornito
nella tabella 1 del presente allegato.
I   parametri  sopracitati,  oltre  che  per  finalita'  istruttorie,
consentono al fabbricante una autoanalisi degli indici di rischio dei
propri   impianti,   secondo  modalita'  e  valenza  riportate  nella
letteratura tecnico-scientifica in materia.
In  figura  1  e' mostrata la sequenza generale di applicazione dello
schema ad un impianto od a un processo. Inizialmente l'impianto  deve
essere  suddiviso  in  un certo numero di unita' che saranno valutate
singolarmente; indicazioni sulla procedura da adottare  per  eseguire
tale  suddivisione  sono  riportate nel par. 2. Ciascuna unita' viene
valutata con una procedura a due fasi. La parte uniziale  del  modulo
standard    prevede   uno   spazio   per   individuare   l'ubicazione
dell'impianto e  la  particolare  unita'  da  valutare,  le  sostanze
contenute  nell'unita'  e  qualsiasi altra informazione partinente in
aggiunta alle condizioni operative di  temperatura  e  pressione  del
processo.
Per iniziare la prima fase, si deve individuare la sostanza a rischio
predominante (par. 2.2) e se ne deve  valutare  un  fattore  sostanza
(par. 2.3). Il fattore sostanza e' la misura del contenuto di energia
per unita' di peso della sostanza presente e fornisce un dato di base
numerico  per gli indici. A questo dato di base saranno aggiunti, nei
successivi paragrafi altri parametri quali:
qualsiasi  particolare proprieta' della sostanza che possa accrescere
il rischio potenziale (paragrafo 2.4.1);
effetti derivanti dal tipo di processo (paragrafo 2.4.2);
effetti derivanti dalle condizioni particolari di processo (paragrafo
2.4.3);
quantita' coinvolte (paragrafo 2. 4.4);
Particolarita'   derivanti   dal  "layout"  dell'impianto  (paragrafo
2.4.5);
Tossicita'  della  sostanza  ai  fini  dell'intervento dell'operatore
(paragrafo 2.4.6);
Tossicita'  dell'attivita'  industriale  nel suo complesso (paragrafo
2.5).
Ciascuno  dei  paragrafi  e'  stato ulteriormente suddiviso per tener
conto di singoli aspetti per i quali  debbano  essere  assegnati  dei
fattori  di  penalizzazione.  In  ogni  singolo  caso vengono forniti
elementi, nel campo raccomandato, per i fattori da assumere.
La  seconda  fase  consiste nella compensazione, i cui parametri sono
dettagliati nel par. 3. In essa si prendono in considerazione  quelle
caratteristice  che,  se  mantenute  correttamente,  contribuiscono a
ridurre sia "la magnitudo" dell'incidente, sia  la  probabilita'  che
esso  abbia  inizio.  A tali caratteristiche vengono assegnati valori
inferiori  all'unita'.  Nell'indicare   i   valori   compensati,   e'
essenziale  rammentare  che i benefici apportati con la compensazione
dipendono dalla manutenzione delle parti meccaniche  e  dal  rispetto
delle procedure di conduzione.
La  valutazione  derivata dai parametri di compensazione riportati in
tabella 1 puo' rappresentare  una  buona  conduzione  e  manutenzione
dell'unita'  in  esame;  rispetto  alla  precedente analisi indica il
grado di affidabilita' delle caratteristiche di sicurezza estrinseche
contrapposte  alla  configurazione  intrinseca. Essa, unitamente alle
analisi di sicurezza, e' di ausilio alle autorita' che, in  relazione
a  quanto  disposto  dal  D.P.R.  175/88,  devono  in  ultima analisi
formulare le conclusioni sul rapporto di  sicurezza.  Questa  seconda
fase  richiede,  ancora piu' della prima, un riscontro sugli impianti
da parte delle autorita' ispettive di  cui  all'art.  20  del  D.P.R.
175/88.  Nella  valutazione di un impianto o di un processo lo schema
in due fasi puo' essere ripetuto per ciascuna unita'.
2 I FASE - VALUTAZIONE DEI PARAMETRI INTRINSECI
2.1 SUDDIVISIONE DI UN IMPIANTO IN UNITA'
L'unita'  si puo' definire come una parte di impianto che puo' essere
logicamente   caratterizzata   come    entita'    fisica    separata.
Indipendentemente  dall'essere separata fisicamente (o potenzialmente
separabile) dalle unita' adiacenti, una unita' si  distingue  per  la
natura del processo condotto, per le sostanze contenute in essa o per
le sue condizioni operative.
La  figura 2 mostra un tipico diagramma di impianto e suggerisce come
lo si possa suddividere in unita'. Un elenco di  ulteriori  possibili
tipi di unita' e' riportato di seguito alla figura 2.
Nelle aree di stoccaggio, una unita' puo' essere normalmente definita
come una zona di contenimento delimitata da argini che includa  tutti
i  serbatoi  all'interno  degli  argini stessi. I serbatoi con argini
separati, anche se adiacenti devono essere di  solito  trattati  come
unita' distinte.
Si  alleghi alla tabella 1 una schematizzazione dell'impianto o delle
aree di stoccaggio con la suddivisione in unita'.
2.2 SCELTA DELLA SOSTANZA PREDOMINANTE
(o sostanza chiave)
Le  sostanze  cui  si  fa riferimento nel presente metodo sono quelle
previste dal D.P.R. 175/88.
La sostanza predominante (sostanza chiave) e' quel composto o miscela
presente nell'unita' che, per le sue proprieta' intrinseche e per  le
quantita'  presenti,  fornisce  il  potenziale  maggiore  nel caso di
rilascio di energia a seguito di combustione, esplosione  o  reazione
esotermica. Essa puo' essere un reagente, un prodotto, intermedio, un
solvente  o  un   catalizzatore.   Qualunque   essa   sia,   la   sua
caratteristica   essenziale  e'  costituita  dal  fatto  che  la  sua
combustione o  qualsiasi  altra  reazione  fornisce  il  rilascio  di
energia piu' elevato possibile per quella unita'.
2.3 DETERMINAZIONE DEL FATTORE SOSTANZA
Questo  fattore  e' una misura dell'energia potenziale della sostanza
(o  miscela  di  sostanze)  piu'  pericolosa  presente  in  quantita'
significativa,   sia   che  si  tratti  di  materia  prima,  sostanza
intermedia, prodotto, solvente.
2.3.1 VALUTAZIONE DEL FATTORE SOSTANZA
Tale fattore si determina a partire da due proprieta':
l'infiammabilita' (Nf) e la reattivita' (Nr).
Il fattore sostanza puo' essere ricavato dalla tabella 2.
Nei casi in cui una sostanza non sia stata elencata o classificata in
tabella 2, per determinare Nf ed Nr usare NFPA 49 0 325 M (rif.  1  e
2).
Ove per quella sostanza non siano riportati i dati su NFPA, opportune
stime possono essere fatte partendo dalle proprieta'  delle  sostanze
(punto  di  infiammabilita',  analisi  DTA/DSC  ecc.), utilizzando la
tabella 3, nei paragrafi 2.3.1.1., 2.3.1.2. e 2.3.1.3.
In  generale  l'infiammabilita' e la reattivita' si conferiscono alla
temperatura ambiente. E' noto che i rischi di incendio e di  reazioni
di   una   sostanza   aumentano   fortemente  con  l'aumentare  della
temperatura.
Se  la  temperatura  dell'unita'  contenente  la sostanza in esame e'
superiore a 60› C, puo' rendersi necessaria una certa  correzione  di
tale fattore, come indicato in tabella 4.
2.3.1.1 GAS, LIQUIDI O SOLIDI
(i) Il valore della reattivita' (Nr) puo' essere anche determinato da
una descrizione qualitativa della  instabilita'  (o  reattivita'  con
l'acqua) di una sostanza, miscela, o composto a temperatura ambiente,
come segue:
Nr=0  Sostanza  completamente  stabile,  anche  quando  riscaldata in
condizioni di incendio.
Nr=1 Reattivita' lieve se riscaldata sotto pressione.
Nr=2   Reattivita'   significativa,   anche   senza  riscaldamento  o
pressione.
Nr=3 Possibile detonazione confinata.
Nr=4 Possibile detonazione non confinata.
(ii)  Il  valore  Nr per reazioni esotermiche puo' essere determinato
con maggior sicurezza adoperando  la  temperatura  di  picco  minore,
ottenuta  con  le  prove  DTA/DSC  secondo  i  campi  di  temperatura
riportati in testa alla tabella 3, con le seguenti eccezioni:
1)  Se la sostanza o composto e' un ossidante, incrementare Nr di una
unita' (comunque non oltre Nr=4)
          2)  Per ogni sostanza sensibile agli urti deve essere posto
          Nr=3 o Nr=4, a seconda  della  temperatura  della  reazione
          esotermica.
          3)  Se  l'Nr  ottenuto  sembra incoerente con le proprieta'
          conosciute  della  sostanza,  miscela,  o  composto  devono
          essere condotte prove addizionali di reattivita' chimica.
2.3.1.2 POLVERI
Le polveri sono classificate in tre gruppi: St-1, St-2 ed St-3 e tale
classifica viene sostituita al valore Nf  sulla  base  del  parametro
indicato nella tabella 3 che risulta dalle prove di esplosione.
2.3.1.3 MISCELE DI COMPOSTI
Quando  la  sostanza predominante e' una miscela, il fattore sostanza
e' al meglio  ottenuto  dalle  proprieta'  della  miscela  (punto  di
infiammabilita',  punto  di  ebollizione,  prove  della  reattivita',
ecc.).
Stime  delle proprieta' della miscela possono essere condotte solo se
i componenti  della  miscela  non  reagiscono  tra  loro,  adoperando
approssimazioni  di  calcolo  in  base  ai  dati  chimici,  purche' i
componenti siano chimicamente omologhi.
Se le proprieta' cambiano, come in un processo batch, si devono usare
le condizioni che durante il cambiamento  producono  il  valore  piu'
alto del fattore sostanza.
Alternativamente,  alle  miscele  puo'  essere  assegnato  un fattore
sostanza pari a quello piu' elevato  tra  i  componenti  presenti  in
concentrazione significativa (superiore al 5% in peso).
In sintesi l'unita' di processo dovrebbe essere esaminata sull'intero
ciclo di funzionamento per  lo  stato  piu'  pericoloso  (avviamento,
esercizio, fermata) con riferimento alla sostanza piu' pericolosa che
possa fuoriuscire o che comunque sia presente  nelle  apparecchiature
di processo.
2.3.2 VALUTAZIONE ALTERNATIVA DEL FATTORE SOSTANZA
Ove  il fattore sostanza non sia determinabile con i metodi descritti
nei paragrafi precedenti, esso potra' essere determinato in  base  ai
paragrafi che seguono.
2.3.2.1 Sostanze normalmente infiammabili
Per  la  maggior  parte  delle  sostanze,  si  riscontrera' che e' la
combustione in aria a fornire lo sviluppo di energia piu' elevato  e,
conseguentemente,  il  dato  di  base  per la determinazione di B. La
formula da usare e' la seguente:
 
                  B = 1.8 *  (delta) Hc,
 
dove  (delta)  Hc  e'  il  calore  di  combustione a 25› C in kcal/g,
escludendo pero' il calore di condensazione  del  vapor  d'acqua  nei
prodotti della combustione.
2.3.2.2 Miscele
Se  la  sostanza  infiammabile  e'  presente sempre insieme con altre
sostanze infiammabili o con sostanze inerti, si dovra' utilizzare  un
fattore  sostanza  basato  sullo  sviluppo  di  energia per grammo di
miscela.
L'espressione da utilizzare sara':
B (miscela) = Sommatoria (con i che va da 1 a n) Bi x Xi     dove;
Bi = fattore sostanza della singola sostanza
Xi = percentuale ponderale della singola sostanza.
2.3.2.3 Sostanze marginalmente infiammabili.
Queste  si  possono  definire come sostanze che non sono infiammabili
alle normali condizioni di trasporto o stoccaggio e tuttavia  possono
diventare   infiammabili  in  condizioni  di  elevata  temperatura  o
pressione, o qualora siano coinvolte in  un  incendio,  oppure  siano
utilizzate insieme con forti ossidanti.
I   calori  di  combustione,  per  queste  sostanze,  possono  essere
calcolati partendo dal calore di formazione della sostanza  chiave  e
dai  prodotti  previdibili  della combustione con l'ossigeno. Ove sia
possibile la formazione di composti alternativi, dovra essere  scelta
la  reazione  maggiormente  esotermica.  Il valore di B dovra' essere
calcolato col metodo indicato nel paragrafo 2.3.2.1.
2.3.2.4 Sostanze di composizione non specificata.
Il  metodo sopra indicato puo' essere utilizzato solo se sono noti la
composizione della sostanza chiave  e  il  calore  di  formazione  di
ciascun componente.
Ove non sia possibile utilizzare i metodi precedenti sara' necessaria
una misurazione sperimentale. Per le polveri un  valore  approssimato
del fattore sostanza e' fornito dalla seguente espressione:
 
                               B = P/6
 
dove   P   e'   la   pressione   massima  di  esplosione  determinata
sperimentalmente in psig, misurata a temperatura ambiente.
I valori di P sono stati determinati per molte sostanze (rif. 3 e 4).
2.3.2.5 Reazioni di combinazione delle sostanze.
Ove  la  sostanza chiave, se presente nell'unita', abbia una reazione
piu' esotermica di quella di combustione, il fattore sostanza  dovra'
essere   basato   sull'esotermicita'   di   tale  reazione;  pertanto
risultera' B = 1,8 / (delta) Hr, ove  (delta)  Hr  e'  il  calore  di
reazione  in  kcal/g.   In  questo caso g e' riferito ad un grammo di
miscela.
2.3.2.6 Sostanze suscettibili di esplosione in fase condensata.
Un certo numero di sostanze impiegate negli impianti chimici presenta
possibilita' di esplodere in fase condensata. Per  tali  sostanze  lo
sviluppo  di  calore nel caso di esplosione dovra' essere confrontato
con il calore di combustione, utilizzando tra i due  il  valore  piu'
elevato  per  l'ottenimento  di  B, eccettuato il caso in cui risulti
evidente che il rischio principale e' associato col percorso relativo
al (delta) H inferiore.
2.4 INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI PENALIZZAZIONE
Per  i  fattori  su  cui  necessita  effettuare scelte entro le fasce
indicate, il responsabile della valutazione deve indicare  i  criteri
che hanno condotto alla scelta effettuata.
2.4.1 RISCHI SPECIFICI DELLE SOSTANZE
Questo paragrafo tiene conto di particolari proprieta' della sostanza
chiave che possono influire sulla natura  di  un  incidente  o  sulla
eventualita'   che   esso  si  verifichi.  La  sostanza  deve  essere
considerata alle condizioni in cui essa si trova  abitualmente  entro
l'unita';  percio'  i  fattori  attribuiti  in questa sezione possono
variare da unita' a unita' all'interno  dell'impianto,  anche  se  la
sostanza  coinvolta  e'  la  stessa. I fattori possono tener conto di
rischi significativi introdotti dalla  presenza  di  catalizzatori  o
altri  componenti  minori  (sino  al  10% in peso), nonostante questi
possano non avere influito sul fattore  sostanza.  Ove  il  materiale
chiave  sia  una  miscela, dovranno essere prese in considerazione le
proprieta' dei singoli componenti.
2.4.1.1 Sostanze ossidanti (fattore 0-20)
Ci   si  riferisce  a  sostanze  capaci  di  sviluppare  ossigeno  in
condizioni di incendio, come quelle definite sostanze  ossidanti  nei
regolamenti relativi al trasporto.
Si dovra' usare un fattore fino a 20, da stabilirsi in funzione della
percentuale  di  sostanza  ossidante  presente  e  del   suo   potere
ossidante.
Un  fattore  deve essere assegnato anche se la sostanza ossidante non
e' di per se' la sostanza chiave. Tuttavia, non deve essere assegnato
alcun  fattore  qualora  la  sostanza  ossidante  sia  parte  di  una
combinazione reagente in base alla quale  era  stato  determinato  il
fattore  sostanza  in  base  al  paragrafo  2.3.2.5.  Non  si  dovra'
attribuire  alcun  fattore  nei  casi  di  ossidazione  o  clorazioni
controllate  ove  non sussista alcuna possibilita' che si verifichino
ulteriori rilasci in condizioni di incendio.
2.4.1.2 Sostanze che reagendo con l'acqua formano un gas combustibile
(fattore 0-30)
Sono  qui comprese le sostanze che al loro stato normale, oppure alle
elevate temperature prodotte da un incendio, reagiscono con  l'acqua,
con  formazione  di  gas  combustibile  anche  se  per  esse  non sia
necessaria l'assegnazione di  alcun  fattore  per  il  fatto  che  la
sostanza  stessa  e' di per se' infiammabile. Ove le quantita' di gas
prodotto possano provocare solo un incendio di piccole proporzioni (o
solo   un   piccolo   incremento  della  intensita'  di  un  incendio
preesistente), risulta appropriato un  fattore  pari  a  5.  Ove  sia
prevedibile  un  maggior contributo al rischio di incendio, si dovra'
utilizzare un fattore fino a 30.
2.4.1.3 Caratteristiche di miscelazione e dispersione:
m
Il  grado  di  rischio associato alla sostanza chiave e' una funzione
del suo stato fisico e quindi della sua facilita' di dispersione.  Il
fattore assegnato in questo paragrafo viene denominato con il simbolo
m.
2.4.1.3.1 Gas infiammabili di bassa densita' (fattore da -60 a 0)
L'idrogeno, l'ammoniaca o il metano gassosi ove non siano raffreddati
molto al di sotto di 0› C, tendono a  salire  verso  l'alto  a  causa
della spinta statica di galleggiamento
All'aperto  essi  si disperdono pertanto piu' rapidamente rispetto ai
gas di densita' neutra e quindi  sono  meno  soggetti  ai  rischi  di
incendio o di esplosione.
I  fattori raccomandati sono -60 per l'idrogeno e -20 per l'ammoniaca
e il metano. Per i gas di densita'  neutra  m=0;  per  le  miscele  a
temperatura   ambiente   dovranno   essere   assegnati   fattori   in
proporzione; ad esempio -5 per una miscela di metano al 25% in  aria.
2.4.1.3.2 Gas infiammabili liquefatti (fattore 30)
Ci  si riferisce qui alle sostanze con punti di ebollizione inferiori
a 30› C, stoccati come liquidi sotto  pressione.  Per  tali  sostanze
impiegare un fattore pari a 30.
2.4.1.3.3 Stoccaggio criogenico (fattore 0-60)
Molte sostanze possono essere stoccate allo stato liquido refrigerato
ad una pressione pari o circa pari alla pressione  atmosferica,  come
ad   esempio   nel   caso   dell'ossigeno,   dell'azoto,   dell'aria,
dell'idrogeno, del metano e dell'etilene. Nel caso che  si  verifichi
una  fuga,  il  liquido evapora ad un tasso determinato dall'afflusso
del calore circostante producendo un vapore freddo  e  denso.  Se  le
temperature sono inferiori a -30› C e' necessario per il contenimento
di questi gas  liquidi  in  condizioni  di  sicurezza,  l'impiego  di
materiali da costruzione speciali. Per tener conto di cio', si dovra'
assegnare un fattore pari a 60 per i liquidi mantenuti a  temperature
inferiori a -30 C a contatto con acciaio dolce o bassolegato. Fattori
inferiori possono essere applicati  qualora  siano  stati  utilizzati
materiali da costruzione alternativi.
2.4.1.3.4 Sostanze ad alta viscosita' (fattore da -20 a 0)
Le  sostanze  molto viscose non si spandono rapidamente e pertanto va
loro assegnato un fattore pari a -20.
2.4.1.3.5 Polvere combustibili ed infiammabili (fattore 0-100)
Le  caratteristiche  di  miscelazione  e di dispersione delle polveri
combustibili ed infiammabili sono connesse con  le  dimensioni  della
particella  campione  della  polvere.  Una polvere con campione molto
fine viene facilmente trasportata dai moti atmosferici e  puo'  cosi'
incrementare  il  rischio  del  rilascio. Inversamente, particelle di
polvere,   relativamente   grandi,    si    depositano    rapidamente
dall'atmosfera, limitando quindi l'estenzione della nube infiammabile
derivante dal rilascio.
I   fattori  relativi  alle  caratteristiche  di  miscelazione  e  di
dispersione  delle  polveri  combustibili  ed  infiammabili  dovranno
essere scelti secondo i seguenti criteri:
per  polveri  aventi dimensione media delle particelle inferiore a 50
micron, attribuire un fattore pari a 100
per  polveri aventi dimensione media delle particelle comprese tra 50
e 100, attribuire un fattore pari a 50;
Per polveri aventi dimensione media delle particelle compresa tra 100
e 200 micron, attribuire un fattore pari a 20
per  polveri aventi dimensioni media delle particelle maggiore di 200
micron, attribuire un fattore pari a 0.
2.4.1.4 Riscaldamento spontaneo (fattore da 30 a 250).
Molte   sostanze   sono   in  grado  di  autoriscaldarsi  durante  lo
stoccaggio, includendo tra queste sia sostanze naturali, sia prodotti
chimichi  organici  o  inorganici.  Alle sostanze solide e pastose in
grado di autoriscaldarsi si attribuira' un  fattore  pari  a  30.  Ai
perossidi  organici  dovra'  assegnarsi  tale fattore qualora risulti
necessario raffreddarli durante il trasporto.
Un  autoriscaldamento  piu'  spinto o una reazione con l'aria possono
condurre ad un comportamento  piroforico  quindi  ad  una  accensione
spontanea,  gia'  con  piccole  quantita'  di sostanza. Ai solidi che
presentano tali caratteristiche dovra' essere  assegnato  un  fattore
compreso tra 50 e 250, dipendente dalla facilita' di ignizione, dalla
finezza delle particelle della sostanza e dalle  eventuali  impurita'
che  ne  riducano  la  normale  piroforicita'.  Ai liquidi piroforici
dovra' essere assegnato un fattore pari a 100.
2.4.1.5 Polimerizzazione spontanea (fattore 25-75)
Alcune  sostanze  sono  suscettibili  di  polimerizzazione  spontanea
esotermica. A queste sostanze dovranno essere attribuiti i fattori di
seguito specificati.
Adoperare  un  fattore pari a 25 se, in condizioni operative normali,
viene sempre impiegato un adeguato stabilizzante o  un  inibitore  al
fine di prevenire reazioni durante il processo e lo stoccaggio.
Adoperare  un fattore pari a 50 se lo stabilizzante o l'inibitore non
e' sempre presente o e'  soggetto  a  perdere  la  sua  efficacia  in
stoccaggi prolungati nel tempo o in condizioni di incendio.
Usare  un  fattore  pari a 75 nel caso in cui si possa verificare una
polimerizzazione spontanea in caso di incendio  o  possa  verificarsi
una contaminazione durante il normale stoccaggio.
2.4.1.6 Suscettibilita' di accensione (fattore da -75 a 150)
I  fattori  qui  attribuiti riguardano la sensibilita' alla ignizione
della  sostanza  chiave,  nel  suo  stato  normale  a  temperatura  e
pressione ambiente, con l'aria come ossidante.
In  tabella  5 sono elencati i fattori consigliati per un'ampia gamma
di sostanze; tali  fattori  tengono  conto  della  sensibilita'  alla
ignizione per via elettrica.
Per  sostanze  chiave  che  si  presentano come miscele, si assume il
fattore basato sul componente che fornisce il valore piu' elevato.
Ove  la sostanza sia nota per la sua suscettibilita' alla ignizione a
seguito  di  compressione  adiabatica  che  possa  condurre  ad   una
conseguente  esplosione,  al fattore di cui sopra si dovra' aggiugere
35.
2.4.1.7  Tendenza  alla  decomposizione  esplosiva  in  fase  gassosa
(fattore 75-125)
La  decomposizione  esplosiva  si  puo'  definire  come  una reazione
accompagnata dal rilascio di  grandi  quantita'  di  gas  caldi,  che
procede  cosi' velocemente da dare ad un osservatore l'impressione di
osservare una reazione rapida o un'esplosione.
A  sostanze  che  danno  luogo  al  fenomeno descritto, attribuire un
fattore pari a 125.
Un  fattore  pari  a  75  deve  essere  assegnato nel caso di bombole
contenenti gas liquefatti e un fattore pari a 125 nel caso di bombole
di acetilene contenenti assorbenti inerti omologati e acetone.
2.4.1.8  Suscettibilita'  alla  detonazione  in fase gassosa (fattore
0-150)
Assegnare un fattore a 150 a quelle sostanze che abbiano la capacita'
di detonare per proprio conto in fase gassosa.  Questo fattore non
deve essere applicato se ad esempio risulta necessario aggiungere
altra aria per ottenere una miscela detonabile.  Questo fattore deve
essere assegnato:
(i)  nel  caso  in  cui  la  detonazione  sia  possibile alle normali
condizioni di processo;
(ii) qualora sia necessario affidarsi alla strumentazione per evitare
l'ingresso nel campo di detonazione. Le variabili controllate possono
essere la pressione, la temperatura o la composizione.
2.4.1.9 Proprieta' esplosive in fase condensata (fattore 200-1500)
In  questo  paragrafo  vengono  prese in considerazione le proprieta'
esplosive,  detonanti  e  propellenti  in  fase  condensata.   Questo
paragrafo non si applica necessariamente alle miscele cui siano stati
attribuiti fattori sostanza quali  combinazioni  reattive  (paragrafo
2.3.2.5)   e  deve  essere  utilizzato  esclusivamente  nel  caso  di
proprieta' esplosive evidenti.
I fattori da impiegare sono i seguenti:
da   200   a   400  per  sostanze  deflagranti  o  aventi  proprieta'
propellenti.
da 500 a 1000 per sostanze con capacita' di detonazione.
Aggiugere  500  per  le sostanze la cui esplosione in fase condensata
possa essere innescata da una esplosione in fase vapore.
In  tabella 6 e' riportato un elenco di gruppi chimici frequentemente
associati con comportamenti di tipo esplosivo.
2.4.1.10 Altri comportamenti insoliti (fattori 0-150)
Per  qualsiasi  proprieta'  delle  sostanze  che  possa  aumentare il
rischio di incendio e di esplosione e che non sia stata ancora  presa
in  considerazione dovra' essere attribuito un fattore che si estende
fino a 150.
2.4.2 RISCHI GENERALI DI PROCESSO
Queste  considerazioni  si  riferiscono ai rischi comuni connessi col
processo  di  base  o  con  altre  operazioni  che  vengano  comunque
effettuate all'interno dell'unita'.
2.4.2.1 Manipolazione e cambiamenti esclusivamente dello stato fisico
(fattore 10-50)
Per lo stoccaggio di sostanze infiammabili, separato dalle operazioni
di carico e scarico, assegnare un fattore pari a 10.
Per   le  operazioni  di  processo  che  comportano  manipolazione  e
cambiamenti di stato fisico eseguite in sistemi chiusi che utilizzano
tubazioni  di processo fisse (come la distillazione, l'assorbimento e
l'evaporazione), attribuire un fattore pari a 10.
Ai  processi  quali  la  centrifugazione,  la  miscelazione  a carica
discontinua e la filtrazione, attribuire un fattore pari a 30.
A  processi  relativi  a  sostanze  solide  quali  la macinazione, la
miscelazione, il trasporto pneumatico, l'imballaggio, la  filtrazione
di  polveri  e l'essiccamento di solidi, attribuire un fattore pari a
30.
Ove  un  materiale  sia immagazzinato caldo ed abbia una fase d'acqua
separata o nel caso in cui il serbatoio di stoccaggio sia  riscaldato
con vapor d'acqua, assumere un fattore pari a 50.
2.4.2.2 Fasi di reazione
Il primo passo consiste nell'attribuire un fattore appropriato per le
caratteristiche della reazione (2.4.2.2.1); ulteriori fattori possono
essere   aggiunti  per  reazioni  in  processi  di  tipo  discontinuo
(2.4.2.2.2) o nel caso in cui si tratti di  apparecchiature  multiuso
(2.4.2.2.3).
2.4.2.2.1 Caratteristiche della reazione (fattore 25-50)
Si   dovra'   impiegare   un  fattore  pari  a  25  per  le  reazioni
endotermiche, nonche' per quelle esotermiche  eseguite  in  soluzioni
diluite  in  maniera  tale  che il solvente sia in grado di assorbire
tutto il calore sviluppato senza creare pericolo.
Per reazioni esotermiche, attribuire un fattore pari a 50.
2.4.2.2.2 Reazioni in processi di tipo discontinuo (fattore 10-60)
Attribuire  un  fattore  aggiuntivo  da  10  a 60 ai processi di tipo
discontinuo per tener conto della accresciuta probabilita' di  errori
dovuti  all'operatore.  Per  le reazioni rapide (durata inferiore a 1
ora) o per quelle particolarmente lente (estese a piu' di un turno di
lavoro),  attribuire  un  fattore  elevato.  Alle  reazioni  di media
velocita'  per  la  cui  realizzazione  siano  richieste  poche  ore,
attribuire un fattore da 10 a 20.
2.4.2.2.3   Molteplicita'   di  reazioni  o  operazioni  di  processi
differenti eseguite nella stessa apparecchiatura (fattore 25-75)
Attribuire   un   fattore   aggiuntivo   fino  a  75  ove  sussistano
possibilita' di contaminazione incrociata ovvero possibilita' che  si
verifichino ostruzioni.
Nei  casi  in  cui un reattore venga adoperato per scopi diversi e la
contaminazione dovuta a un prodotto  possa  influenzare  la  reazione
successiva, impiegare un fattore fino a 50.
Nel  caso in cui in un singolo apparecchio vengano eseguite piu' fasi
di una certa reazione si dovra'  attribuire  un  fattore  fino  a  65
qualora  alterazioni  nella  sequenza  cronologica  delle aggiunte di
reagenti possano condurre a reazioni non previste.
Se  sussiste  il  rischio  di  formazione di ostruzioni a causa della
malteplicita' delle reazioni o delle operazioni, impiegare un fattore
a 25.
2.4.2.3 Trasferimento delle sostanze (fattore 0-150)
Questo  paragrafo  si  riferisce  ai rischi ulteriori associati con i
vari metodi di riempimento, scarico ed altri trasferimenti. I fattori
da impiegare sono i seguenti:
 
                                                 fattore
 
Sistema di tubazione permanenti e
completamente chiuse:                                0
 
Impiego di tubazioni flessibili o
operazioni che comportano allaccia
mento e distacco di tubazioni                       25
 
Operazioni di riempimento o svuotamento
attraverso un boccaporto, un coperchio o
uno scarico di fondo aperti:                        50
 
Nel caso di impiego di tubazioni flessi
bili o amovibili e nel caso in cui siano
necessari tubi di connessione aggiuntivi
per il contemporaneo sfiato o la bonifica
con inerte:                                        50*
 
Per le melme e le sostanze viscose, ove
ostruzioni delle tubazioni o delle valvole
costituiscono un rischio:                          50*
 
*  in  aggiunta  a  qualsiasi fattore usato precedentemente in questo
paragrafo.
2.4.2.4 Contenitori trasportabili (fattore 10-100)
Questo  paragrafo  si  riferisce  ai  rischi  connessi con i fusti, i
contenitori  e  i  serbatoi  smontabili,  cioe'  con  i   contenitori
impiegati  per  il  trasporto  su  strada  e  per ferrovia. I fattori
raccomandati sono i seguenti:
 
Fusti vuoti                                         10
 
fusti pieni non coinvolti nel trasporto             25
 
fusti pieni interessati dai trasporti               40
                serbatoi stradali o ferroviari (fissi
o smontabili)                                      100
 
2.4.3 RISCHI PARTICOLARI DI PROCESSO
In   questo   paragrafo  vengono  attribuiti  dei  fattori  a  quelle
caratteristiche delle operazioni di processo che aumentano il rischio
globale  al  di  sopra  dei livelli di base considerati nei paragrafi
2.4.1 e 2.4.2.
Alle  unita'  di  processo  le cui condizioni operative consistano in
cicli regolari, per esempio sia nel campo dell'alta che  della  bassa
pressione  oppure  ad  alta  e  bassa  temperatura, non dovra' essere
assegnato un fattore per entrambi gli estremi, bensi' si dovra'  loro
attribuire solo il valore piu' elevato.
2.4.3.1 Bassa pressione (fattore 50-150)
Alcuni  processi operano a pressioni sub-atmosferiche e pertanto sono
potenzialmente  soggetti   a   trafilamenti   d'aria   o   ad   altre
contaminazioni all'interno del sistema.
Il  rischio  piu' comune derivante da una infiltrazione e' costituito
dalla formazione di una miscela infiammabile causata dall'ingresso di
aria:  i fattori consigliati per le varie condizioni che ne risultano
sono forniti di seguito: si dovra' impiegare un fattore pari a 50  se
la  normale  pressione  di  funzionamento e' compresa tra 0 e 0,2 bar
assoluti e un fattore pari a 100 se tale pressione  e'  compresa  tra
0,2  e  1 bar assoluto. Si dovra' impiegare un fattore pari ad 80 per
le miscele infiammabili prodotte da piccole oscillazioni attorno alla
pressione atmosferica.
Altri  possibili  rischi  dovuti all'ingresso di aria sono costituiti
dalla formazione di perossidi instabili o dalla reazione con sostanze
piroforiche eventualmente presenti. In tali casi si dovra' aggiungere
un ulteriore fattore, pari a 50, a ciascun fattore assegnato  per  la
bassa pressione.
2.4.3.2 Alta pressione: p (fattore 0-160)
Per le unita' operanti a pressione superiore a quella atmosferica, e'
necessaria l'attribuzione di un fattore che tenga conto dei rischi di
incendio e di esplosione.
Per  rappresentare il rischio dovuto all'alta pressione, si introduce
un fattore p; il suo valore si determina dai diagrammi  di  cui  alle
figure  3  e 4 rispettivamente per i campi 0 - 70 bar eff. e 70 - 700
bar eff.. Al di sopra di 700 bar eff.  il  fattore  p  dovra'  essere
aumentato di 10 per ogni aggiunta di 176 bar.
 
              2.4.3.3 Bassa temperatura (fattore 0-100)
 
Lo scopo di questo paragrafo e' quello di tener conto della possibile
frattura fragile degli acciai  impiegati  alla  loro  temperatura  di
transizione  o  al  di  sotto di essa. Non necessita attribuire alcun
fattore qualora prove effettuate abbiano dimostrato che l'acciaio  in
questione  restera'  sempre  ad  una  temperatura  di  almeno  10›  C
superiore a quella di transizione. I fattori, per un normale  acciaio
al  carbonio  (temperatura  di  transizione considerata pari a 0› C),
dovranno essere attribuiti come segue:
 
Temperatura di esercizio normale                  fattore
 
sempre superiore a 10› C                             0
 
da 10› C a -10› C                                   15
 
da -10› C a -25› C, con nessuna possibi
lita' di andare al di sotto di -25› C
in qualsiasi condizione                             30
 
inferiore a -25› C o a temperatura
superiore con possibilita' di scen-
dere a -25› C o anche piu' sotto, in
condizioni anomale                                 100
 
Fattori  equivalenti  cioe' fino a 30, ma occasionalmente fino a 100,
si dovranno usare per altri acciai che vengano impiegati fino a  10›C
al di sopra della loro temperatura di transizione.
Nel  caso  in  cui  sia  stato  previsto l'impiego di un rivestimento
interno atto  a  fornire  protezione  per  la  bassa  temperatura  al
fasciame  principale  del  serbatoio,  dovra'  essere  attribuito  un
fattore pari a 100 nel caso in cui sussista un rischio  significativo
di danneggiamento meccanico del rivestimento durante la costruzione o
la manutenzione.
2.4.3.4 Temperatura elevata
L'esercizio  degli  impianti  ad  alta  temperatura  aumenta i rischi
derivanti dalla manipolazione delle sostanze infiammabili e influisce
negativamente    anche   sulla   resistenza   delle   apparecchiature
dell'impianto.
2.4.3.4.1 Sostanze infiammabili (fattore 0-35)
Per le sostanze infiammabili che alle temperature normali sono solide
e che sono tuttavia presenti allo stato liquido, adoperare un fattore
pari a 10.
Per  i  solidi  e i liquidi infiammabili che si trovano a temperature
superiori al loro punto di infiammabilita' (se sono  disponibili  sia
il  punto  di  infiammabilita'  in  vaso  chiuso,  sia quello in vaso
aperto, adottare il valore inferiore), adoperare un  fattore  pari  a
25.
Adoperare  un  fattore  pari  a  25  per  ogni  sostanza predominante
mantenuta  a  temperatura  superiore  al  suo  punto  di  ebollizione
normale.
Per  le  sostanze  impiegate  a  temperatura  superiore  a  quella di
autoignizione, impiegare un fattore pari a 35.
Non  deve  essere  attribuito  alcun fattore ai forni, alle camere di
combustione o ai forni di essicamento eserciti a temperatura  pari  o
superiori ai 700› C.
2.4.3.4.2 Resistenza dei materiali (fattore 0-25)
Deve essere attribuito un fattore aggiuntivo per gli effetti prodotti
dalla   temperatura   sulla    resistenza    delle    apparecchiature
dell'impianto, con le seguenti modalita':
se  la  temperatura  di  esercizio  si  trova  nel  campo  in  cui la
sollecitazione ammissibile del materiale di costruzione si riduce del
25%  o  piu' per un aumento di temperatura pari a 50› C, applicare un
fattore pari a 10.
Se la temperatura e' tale che i materiali usati per la costruzione di
parti  dell'impianto  sono  eserciti  in  condizioni  di  scorrimento
viscoso  e  di  deformazioni progressivamente crescenti, applicare un
fattore pari a 25.
2.4.3.5. Rischi di corrosione ed erosione (fattore 0-400)
Devono  essere  presi  in  considerazione sia gli effetti interni che
quelli esterni e i relativi fattori, ove applicabili, debbono  essere
sommati entrambi.
2.4.3.5.1 Corrosione interna
Nel  valutare gli effetti della corrosione interna, deve essere presa
in considerazione l'influenza delle impurita' minori. Negli  impianti
ove  siano  stati  previsti  appositi rivestiti resistenti bisognera'
esaminare la possibilita' di rottura del rivestimento.
Sara'  inoltre necessario tener conto degli effetti di corrosione che
possono  derivare  da  prodotti  collaterali  o   da   inibizione   o
modificazione delle reazioni che si intendeva realizzare.
 
Serbatoi o tubazioni non rivestiti
Tasso di corrosione                             fattore
 
inferiore a 0,1/mm/anno                              0
 
inferiore a 0,5 mm/anno con un certo rischio
di "pitting" o erosione localizzata                 10
 
circa 1 mm/anno                                     20
 
piu' di 1 mm/anno in assenza di altri effetti       50
 
piu' di 1 mm/anno con effetti di erosione          100
 
in caso di elevato rischio di formazione di incrinature per
corrosione sotto tensione, impiegare un fattore pari a 150.
Ai tubi saldati a spirale, se usati in luogo di quelli trafilati o di
quelli saldati longitudinalmente, attribuire un fattore pari a 100  a
meno  che  il  controllo  della  loro  qualita'  e  il tipo d'impiego
garantiscano che le loro prestazioni non sono inferiori a quelle  dei
tubi saldati longitudinalmente.
Materiali rivestiti
E'  appropriata  l'attribuzione di un fattore per la bassa resistenza
al danneggiamento meccanico, all'abrasione o alla erosione quando  il
materiale di rivestimento e' sotto forma di placcatura, incamiciatura
o  rivestimento  stratificato  e   lo   spessore   del   rivestimento
chimicamente resistente e' inferiore a 0,5 mm. Il fattore deve essere
scelto in un campo compreso tra 50 e 150, in funzione dello  spessore
e  della  resistenza  all'urto  e allo shock termico del rivestimento
chimicamente resistente.
2.4.3.5.2 Corrosione esterna
Per  determinare  questo  fattore  bisogna prima valutare il tasso di
corrosione e poi scegliere il fattore utilizzando  le  istruzioni  in
2.4.3.5.1 relative alla corrosione interna.
Dovra'  essere  attribuito un fattore aggiuntivo da 50 a 100 nei casi
di possibilita' di corrosione  esterna  non  visibile.  Tuttavia,  la
assegnazione di un apposito fattore non risulta necessaria qualora il
rivestimento  isolante  sia  efficacemente   sigillato   o   vi   sia
possibilita' di ispezione e monitoraggio in atmosfera corrosiva.
2.4.3.6 Perdite dai giunti e attraverso le guarnizioni (fattore 0-60)
Il  fattore in oggetto dovra' essere scelto tenendo conto del tipo di
progettazione  e  dei  materiali  di  costruzione  adoperati  con  le
seguenti modalita':
 
                                                fattore
 
Costruzione saldata per la maggior parte
dei giunti, con, in piu', accoppiamenti
flangiati di tipo noto perche' non crea
problemi, con i premistoppa delle pompe
e delle valvole a tenuta stagna                      0
 
Tenute di pompe e premistoppa presumi
bilmente soggette a qualche perdita
di lieve entita'                                     20
 
Accoppiamenti flangiati noti per essere
soggetti regolarmente a perdite di
lieve entita'                                       30
 
Problemi notevoli di tenuta del processo            60
 
2.4.3.7  Rischi  dovuti a fatica per vibrazioni e carichi ciclici con
cedimento delle fondazioni o delle staffe di sostegno (fattore 0-100)
Queste  situazioni introducono rischi di fatica nelle apparecchiature
i  quali  aumentano  il  rischio  potenziale  dell'unita'.  In   tali
circostanze  si  dovra'  utilizzare  un  fattore fino a 50, scelto in
funzione del grado di rischio presentato e  della  correttezza  della
progettazione.
Nel  caso  in  cui  le  strutture sopraelevate costituiscano sorgenti
potenziali di rischio, si dovra' attribuire un fattore fino a  30  in
dipendenza delle probabili conseguenze di un cedimento dell'unita' di
sostegno.
Usare  un  fattore pari a 50 ove un serbatoio sia montato su celle di
carico o attrezzature similari, o nelle operazioni di riempimento  di
cisterne  per il trasporto stradale o ferroviario quando il loro moto
possa provocare l'instabilita' del serbatoio.
Rischi  di  origine naturale sono associati in particolare a zone ben
delimitate. Ove si sia in tali zone, si dovra' utilizzare un  fattore
fino  a  100,  da  definire  in funzione dell'aumento prevedibile del
rischio.
2.4.3.8 Processo o reazioni difficili da controllare (fattore 20-300)
In  questo  paragrafo  vengono  forniti  i fattori da attribuire alle
reazioni esotermiche e  alle  reazioni  secondarie  esotermiche,  ove
sussista  la  possibilita'  di  perderne  il  controllo.  Nel caso di
reazioni liquido-liquido e liquido-gas vi e'  una  quantita'  tampone
che  agisce  come  agente  smorzatore  dei  rischi  introdotti da una
variazione del tasso di aggiunta di un componente. In tale situazione
si dovra' utilizzare un valore compreso tra 20 e 75.
Nei  sistemi in fase gassosa i fattori dovranno essere scelti tra 100
e 300 a seconda del grado di difficolta' di controllo prevedibile.
Qualora  il  processo venga normalmente effettuato ad una temperatura
inferiore per meno di 20› C alla temperatura specificata come  limite
di sicurezza, dovra' assegnarsi un fattore pari a 100.
Altri  aspetti  da  considerare  nel caso di difficolta' di controllo
sono l'influenza delle impurita', la dipendenza  dalla  quantita'  di
catalizzatore e la generica suscettibilita' della reazione a sfuggire
improvvisamente al controllo senza  alcun  preavviso.  I  fattori  da
attribuire  dovrebbero  essere  scelti  nel  campo  tra  20  e 300 in
funzione delle conseguenze prevedibili.
Ove  il  processo  si  svolga  in  serbatoi  non a tenuta stagna e le
sostanze in essi contenute possano andare in ebollizione, causando un
traboccamento, si dovra' attribuire un fattore pari a 75.
2.4.3.9  Funzionamento  all'interno  o  in  prossimita'  del campo di
infiammabilita' (fattore 25-450)
Nel  caso  di  stoccaggio  di liquidi infiammabili in serbatoi chiusi
senza sfiato all'atmosfera, impiegare un fattore pari a 25 ove  nello
spazio  vapore  si  entri  nel  campo  di  infiammabilita' in caso di
fuoriuscita accidentale.
Nel  caso  di liquidi infiammabili stoccati in condizioni tali che lo
spazio vapore si trovi (in condizioni normali o di equilibrio) al  di
fuori  del  campo  di  infiammabilita', ma tuttavia potrebbe entrarvi
durante il riempimento o lo svuotamento o in caso di  situazioni  non
frequenti e tuttavia normali, attribuire un fattore pari a 50.
Un'atmosfera  infiammabile  si  puo'  fermare  al di sopra di liquidi
stoccati   ad   una   temperatura    inferiore    al    loro    punto
d'infiammabilita',  sia  per  immissione  di liquido bollente che per
formazione di nebbie o di getti di vapore a seguito di riempimento  a
spruzzo. Impiegare in tal caso un fattore pari a 50.
Nel  caso  di  fusti vuoti o di altri tipi di contenitori che abbiano
contenuto sostanze  infiammabili  e  non  siano  stati  completamente
decontaminati  o  bonificati,  si dovra' attribuire un fattore pari a
150.
Alle  unita'  di  processo  operanti  in  prossimita'  del  campo  di
infiammabilita'  e  per  le  quali  ci   si   debba   affidare   alla
strumentazione  per il mantenimento di un'atmosfera non infiammabile,
si dovra' attribuire un fattore pari a 100.
Ai    processi   operanti   costantemente   all'interno   del   campo
d'infiammabilita' dovra' essere attribuito un fattore pari a 150.
Ove  una  unita'  di  processo  operi con una miscela di vapori o gas
molto vicini alla composizione stechiometrica (in un  campo  compreso
tra 0,9 e 1,4 volte la composizione stechiometrica del combustibile),
il rischio potenziale di esplosione viene chiaramente reso massimo  e
gli  si  dovra'  attribuire  un  fattore  pari  a 200. Per le miscele
combustibile/aria  per  le  quali  questo   campo   di   composizione
corrisponda  a  quello  detonabile,  si  dovra' attribuire un fattore
aggiuntivo pari a 250.
2.4.3.10 Rischio di esplosione superiore alla media (fattore 40-100)
Impiegare  un  fattore  pari  a  40  nei processi in cui si adoperano
liquidi infiammabili o gas infiammabili liquefatti, a  temperature  e
pressioni  tali  che una fuga dalle apparecchiature ne produrrebbe la
rapida vaporizzazione e la probabile formazione di una concentrazione
infiammabile   in  una  vasta  zona  dell'edificio  o  dell'atmosfera
circostante.
Ai  processi  che  introducono  il  rischio  di  esplosioni nel vapor
d'acqua, attribuire un fattore pari a 60.
Nel  caso  di  serbatoi di stoccaggio contenenti una fase acquosa con
serpentini di riscaldamento a vapor d'acqua immersi in uno strato  di
idrocarburi  o di altri liquidi infiammabili, con conseguente rischio
di inversione degli strati, attribuire un fattore pari a 60.
Per  le  operazioni  suscettibili di accumulo di contaminanti i quali
possano causare un'esplosione, attribuire un fattore pari a 100.
Ove  si stia valutando la possibilita' di effettuare un aumento delle
quantita' in processo e le esperienze di esercizio di  cui  si  e'  a
conoscenza suggeriscano che, attuando cio', si potrebbe verificare un
aumento della reattivita' o della natura del rischio  presentato  dal
processo, attribuire un fattore non minore di 60.
Nelle  unita'  in  cui possano accumularsi sottoprodotti, prodotti di
corrosione o residui  i  quali  siano  in  grado  di  influire  sulla
stabilita'   delle   sostanze   trattate,   fino   a   provocarne  la
scomposizione, adottare un fattore non inferiore a 50.
Nei  casi  in  cui sia previsto lo stoccaggio di liquidi infiammabili
criogenici o ossidanti e di gas infiammabili  refrigerati,  applicare
un fattore pari a 80.
2.4.3.11 Rischio di esplosione di polveri o nebbie (fattore 30-70)
Per  i processi nei quali le sostanze sono manipolate in maniera tale
che  rischi  di  esplosione  di  polveri  o  nebbie   all'interno   o
all'esterno  delle  apparecchiature  possano insorgere esclusivamente
per disfunzioni o rotture delle apparecchiature stesse,  adottare  un
fattore pari a 30.
Attribuire  un  fattore pari a 50 qualora il processo o le operazioni
effetuate facciano uso  di  un  liquido  infiammabile  tale  che  sia
possibile  la formazione di nebbia all'interno di un'apparecchiatura.
Ai  processi  nei  quali il rischio di formazione di polveri o nebbie
sia quasi sempre presente, si dovra' attribuire un fattore  variabile
da 50 a 70.
2.4.3.12  Processi  utilizzanti  ossidanti  gassosi  ad  alta potenza
(fattore 0-400)
Il  calcolo  e'  basato sul confronto dell'ossidante col caso normale
dell'aria come comburente. Non e' necessario applicare alcun  fattore
se  l'ossigeno,  il  protossido  di azoto o il biossido di azoto sono
presenti in percentuali inferiori al 21%, se l'ossido di azoto e'  in
percentuali  inferiori  al 26% o il cloro e' in percentuali inferiori
al 39%.
MISCELA                     OSSIDANTE                     FATTORE
                           (% in vol.)
 
Ossigeno                     02 (100)                        300
                        Protossido o biossido
di azoto                   N2O o NO2 (100)                   300
 
Ossido di azoto            NO (100)                          230
 
Cloro                      Cl2 (100)                         125
 
Aria arricchita
di ossigeno                02 totale (x)              300*(x-21)/79
 
N2O o NO2/gas
inerte                     N2O o NO2 (x)              300*(x-21)/79
 
NO/gas inerte                   NO (x)                230*(x-26)/74
 
Cloro/gas inerte                Cl (x)               125*(x-39)/6/1
 
N.B.:Usare un fattore pari a 400 nei casi in cui si possa formare NO2
liquido dando luogo all'insorgere di un rischio di esplosione in fase
condensata.
Ove  un  ossidante  sia  ottenuto  da un gas liquefatto adoperando un
vaporizzatore, dovra' attribuirsi un fattore aggiuntivo pari a 200.
2.4.3.13 Suscettibilita' del processo all'accensione (fattore 0-100)
La  suscettibilita'  all'ignizione del combustibile aumenta quando il
comburente viene variato da aria ad un ossidante ad  elevata  potenza
e,  per  tenerne  conto,  si deve prevedere un apposito fattore. Tale
fattore dovra' tener conto della  possibile  formazione  di  prodotti
collaterali  piroforici  o  di qualsiasi altra sostanza instabile che
possa agire come efficace sorgente  di  ignizione.  Il  fattore  deve
essere scelto come segue:
Per O2, N2O o NO puri, impiegare 50
Per Cl2 o NO2 puri, impiegare 75
Per    ossidanti   diluiti   impiegare   un   fattore   dedotto   per
proporzionalita' lineare e che fornisca zero per il 21% O2, 21%  N2O,
26%  NO,  21% NO2 e 39% Cl2 (su base priva di combustibile), come nel
paragrafo precedente.
Ove un processo possa produrre piccole quantita' di perossidi
instabili o di sostanze piroforiche che possano innescare
l'accensione di miscele di vapori, impiegare un fattore aggiuntivo
pari a 25.
Impiegare  un fattore pari a 100 nei processi in cui sia adoperato un
liquido suscettibile di accensione  per  compressione  adiabatica  di
bolle   e   la  tecnica  di  manipolazione  possa  causare  cio'  per
cavitazione di pompe o per pompaggio contro coperchi chiusi.
2.4.3.14 Rischi elettrostatici (fattore 10-200)
Rischi  elettrostatici  possono  essere  introdotti  ove  una  unita'
contenga:
polveri e sostanze granulari in movimento;
liquidi puri ad alta resistivita';
liquidi contenenti due fasi;
scarichi di gas contenenti due fasi;
o  quando  l'apparecchiatura considerata sia realizzata con materiali
isolanti  o  abbia  rivestimenti  interni  isolanti  (ad  esempio  di
plastica o gomma).
Le  polveri  e le sostanze granulari ad alta resistivita' (ad esempio
materiali    isolanti    elettrici)    possono    generare    cariche
elettrostatiche   quando  scorrono  all'interno  di  apparecchiature,
condutture o silos di un impianto.
Si  dovra' impiegare un fattore compreso tra 25 e 75, piu' un fattore
aggiuntivo pari a 50 qualora  l'apparecchiatura  sia  fabbricata  con
materiale  isolante  o  possieda  rivestimenti  isolanti  (inclusi  i
rivestimenti dei fusti in politene sciolto).
I  liquidi  organici  che  siano  essenzialmente  puri possono essere
considerati a rischio minimo se la loro conduttivita' (inverso  della
resistivita')  e'  superiore a 1*E-10 S/cm; tuttavia agli idrocarburi
altamente puri, che sono essenzialmente non conduttori, dovra' essere
attribuito  un fattore che sara' scelto nel campo da 10 a 100 e sara'
basato sulla conduttivita' della sostanza nello stato in cui essa  si
trova nell'impianto.
I  liquidi  organici  solo  moderatamente puri o quelli manipolati in
stato contaminato di modo che la loro conduttivita' sia  maggiore  di
1*E-11 S/cm, possono essere considerati di rischio minimo.
Ove  possano  essere presenti due fasi (un solido in sospensione o un
secondo liquido immiscibile) dovra' adoperarsi  un  fattore  compreso
tra 50 e 200.
Certi  gas,  se  scaricati  ad  elevata  velocita', possono anch'essi
generare cariche elettrostatiche. In questo caso di dovra'  scegliere
un fattore compreso tra 10 e 50.
 
2.4.4 - RISCHI DOVUTI ALLE QUANTITA'
 
Si  attribuisce un fattore per i rischi aggiuntivi connessi con l'uso
di  grossi  quantitativi  di  sostanze  combustibili,   infiammabili,
esplosive o decomponibili.
La  quantita' di sostanza (K) deve essere espressa in tonnellate e il
fattore di quantita' Q deve essere determinato utilizzando le  figure
da  5  a  7  che  si estendono fino a 80000 tonnellate. Per quantita'
inferiori a 100 Kg (0,1 t), impiegare un valore minimo di Q  pari  ad
1.
2.4.5 - RISCHI CONNESSI ALLA DISPOSIZIONE DI IMPIANTO
Le  varie  configurazioni di progetto e di planimetria dell'unita' da
valutare possono introdurre rischi ulteriori.
2.4.5.1. Altezza: H (unita' di misura: metro)
L'altezza  dell'unita',  in  metri,  viene  impiegata  per il calcolo
dell'indice di esplosione in aria. Essa si definisce come altezza  al
di sopra del livello normale del suolo, tenendo conto della posizione
di parti principali quali  le  tubazioni  principali  di  derivazione
delle  colonne  di  distillazione  o  di  reazione i condensatori dei
prodotti  di  testa  o  i  serbatoi  di  alimentazione  sopraelevati,
escludendo pero' le tubazioni dei condotti di sfiato.
2.4.5.2 Area normale di lavoro: N (unita' di misura: metri quadrati)
L'area  normale  di  lavoro  di  una  unita'  di processo puo' essere
definita come la  superficie  in  pianta  della  struttura  associata
all'unita',  ampliata  di quanto necessario per includervi le pompe e
qualsiasi  altra  apparecchiatura  collegata  non  rientrante   nella
superficie in pianta della struttura.
Per  i  grossi  ponti  di  tubazioni,  l'area  normale  di  lavoro si
definisce quella ricavata  moltiplicando  la  larghezza  massima  del
ponte  di  tubazioni per la distanza compresa fra i pali o i tralicci
di sostegno.
L'area  normale  di  lavoro,  nel  caso di tubazioni in trincea o per
unita' di tubazioni in linea installate al livello del suolo o vicino
ad esso (entro un'altezza di 1,5 m), si definisce come prodotto della
larghezza effettiva della  trincea  contenente  la  tubazione  (o  la
larghezza  esistente fra i recinti di protezione nel caso di linee di
tubazioni sopra il livello del terreno), per la lunghezza.
Nel caso di serbatoio (o di serbatoi) di stoccaggio disposto entro un
bacino di contenimento valutato come unita' singola,  l'area  normale
di  lavoro  si  definisce  come  superficie effettiva, in pianta, del
serbatoio stesso, piu' la superficie localizzata occupata dalle pompe
e dalle tubazioni associate quando queste siano incluse nella sezione
d'impianto considerata quale unita' da valutare.
Nel  caso  di serbatoi di stoccaggio interrati (a non piu' di 10 m al
di sotto  del  livello  del  suolo),  l'area  normale  di  lavoro  si
definisce come la loro area in pianta.
2.4.5.3 Progettazione della struttura (fattore 0-200)
2.4.5.3.1 Unita' di processo
La  caratteristica  piu'  importante da considerare e' l'altezza alla
quale  risultano  presenti  nell'unita'  quantita'  significative  di
sostanze  infiammabili.  Per  strutture di processo aperte contenenti
sostanze infiammabili dovranno essere attribuiti fattori  secondo  la
tabella seguente:
 
Altezza della base (m)                Quantita' (t)
                minore 1                1 - 5     maggiore 5
 
minore    2            0                  0                0
 
2 - 6                  0                 10               30
 
maggiore  6            0                 30               50
 
L'altezza della base e' la quota, al di sopra del livello normale del
suolo, della base del serbatoio contenente la sostanza  infiammabile.
I  fattori  possono  essere  dimezzati  qualora il serbatoio abbia un
bacino di contenimento locale in  grado  di  contenere  la  capacita'
massima del serbatoio stesso.
Alle unita' di processo contenenti oltre 5 t di sostanze
infiammabili   all'interno   di  un  edificio  con  pavimenti  pieni,
attribuire un fattore aggiuntivo da scegliersi a seconda del tasso di
ventilazione, come di seguito indicato:
 
Ricambi d'aria/h   minore 6            6 - 12     maggiore 12
Fattore                  100             50                25
 
2.4.5.3.2 Unita' di stoccaggio
Impiegare  un  fattore pari a 50 quando la base o il punto piu' basso
di un serbatoio o recipiente di stoccaggio siano situati piu' di 2  m
sopra il livello del terreno nella posizione in cui il serbatoio o il
recipiente si trovano.
Applicare  un  fattore pari a 30 nel caso di recipienti o serbatoi di
stoccaggio  nei  quali  il  centro  di  gravita'  del  contenuto  (in
condizioni  di  riempimento massimo) si trovi ad un'altezza superiore
di 10 m, o piu', al livello generale del suolo nelle vicinanze.
2.4.5.3.3 Sale compressori
Alle  sale  di compressione di gas infiammabili dovra' attribuirsi un
fattore pari a 40 se  si  tratta  di  costruzioni  a  tetto  di  tipo
olandese  con  ventilatori posizionati sul colmo, o un fattore pari a
200 nel caso di murature continue fino al suolo.
2.4.5.3.4 Sostanze il cui vapore ha densita' elevata
Si  dovra'  applicare  un  fattore  quando  l'unita'  consista  in un
fabbricato o in una struttura contenenti  sostanze  infiammabili  con
densita'  di  vapore  pari  a  3  o superiore relativa all'aria. Tale
fattore si dovra' determinare in  base  alla  ventilazione  prevista,
secondo la classificazione seguente:
 
Ventilazione                                    Fattore
Aria forzata a bassi livelli con
almeno 3 ricambi d'aria/h                          0
Solo ventilazione naturale                        50
Estrazione a livelli elevati che
produca esclusivamente flusso d'aria
ascendente                                       100
2.4.5.4 Effetti domino (fattore 0-250)
 
Quando  piu'  unita'  di  processo  o  edifici  siano  prossimi l'uno
all'altro,  un  incidente  che  si  verifichi  in  una  unita'   puo'
coinvolgere  quelle  adiacenti.  In  questi  casi  risultano  fattori
determinanti l'altezza e la distanza tra le unita'.  In  funzione  di
cio' si consigliano i seguenti fattori:
 
Altezza dell'unita'                             fattore
H (in metri)
minore 20                                          0
20 - 30                                           50
30 - 45                                          100
45 - 65                                          150
maggiore 65                                      200
 
Se  il  rapporto  tra  l'altezza e la dimensione inferiore della base
(lunghezza o larghezza) dell'unita' e' maggiore di 3 ed  H     15  m,
attribuire un fattore addizionale pari a 5 volte tale rapporto.
Non attribuire alcun fattore ai serbatoi di stoccaggio aventi la base
al livello del suolo.
2.4.5.5 Conformazione al di sotto del suolo (fattore 50 - 150)
Dovra'  essere attribuito un fattore pari a 150 alle unita' dotate di
piani  sotto  il  livello  del  suolo,  bacini  di  raccolta   o   di
separazioni,  pozzetti  per  le  pompe o altri tipi di pozzetto al di
sotto del suolo all'interno dell'area normale di lavoro. Tale fattore
non  va  tuttavia  attribuito  alle  zone di contenimento contornanti
serbatoi o sfere di stoccaggio ricavate da scavi eseguiti nel terreno
e  neanche agli impianti di separazione o di trattamento di effluenti
o ai bacini di scarico valutati singolarmente, a condizione che siano
separati dall'area di lavoro dell'unita' di processo.
Ai  serbatoi  interrati dovra' essere attribuito un fattore pari a 50
per tener conto del piu' elevato potenziale di corrosione.
2.4.5.6 Drenaggio di superficie (fattore 0-100)
Nessuna  penalita'  va  attribuita  se il punto di drenaggio si trova
all'esterno dell'area normale di lavoro e se la pendenza del suolo e'
gia' di per se' sufficiente a trasportare le sostanze versate lontano
dall'unita'. Per gli spandimenti  all'interno  dell'area  normale  di
lavoro non va assegnato alcun fattore ove la sostanza sia convogliata
verso una rete di raccolta separata. Impiegare un fattore pari  a  50
se  la  rete  di raccolta interseca l'area normale di lavoro e pari a
100 qualora non vi siano una pendenza o un dislivello adeguati  entro
l'area normale di lavoro.
2.4.5.7 Altre caratteristiche (fattore 50-250)
E'  importante  l'esistenza  di un adeguato accesso per le operazioni
antincendio. Per unita' di processo aventi un'area normale di  lavoro
compresa  tra 400 e 2000 metri quadrati, che non sia dotata di strade
di accesso larghe almeno 7 m su tre fronti, impiegare un fattore pari
a  75.  Similmente, ove l'area normale di lavoro sia maggiore di 2000
metri quadrati, attribuire un fattore pari a 125.
Per  unita'  di  processo  situate  a  non  piu'  di  10 m da sale di
controllo,  mense,  palazzine  per  uffici,  o  dai   confini   dello
stabilimento,  attribuire  un  fattore  pari  a  50. Esso deve essere
portato a 250 per un'unita' di processo installata sopra o sotto sale
di  controllo,  uffici  o  qualsiasi  altra area comunque occupata da
persone.
2.4.6 - RISCHI PER LA SALUTE IN CASO D'INCIDENTE
Questo  paragrafo tiene conto degli effetti di ritardo, causato dalla
tossicita' del materiale, nell'affrontare un incidente in sviluppo  o
una minaccia d'incidente.
Infatti,  poiche' un incidente generalmente implica la fuoriuscita di
una  sostanza,  ove  gli  operatori,  per  avvicinarsi  al  punto  di
rilascio, debbano indossare equipaggiamenti di protezione vi sara' un
ritardo nell'affrontare l'incidente ed una maggiore probabilita'  che
si verifichino un incendio o un'esplosione rilevanti.
Le  proprieta'  tossicologiche  (PT)  della sostanza, riportate nella
tab. 9, per le piu' importanti sostanze dell'All. III al DPR  175/88,
sono  valutate  come  somma  degli  indici indicati in tab. 7 parte B
attribuibili a ciascuna proprieta'.
Il  valore  da attribuire al fattore s si calcola dividendo per 50 la
somma dei coefficienti  attribuiti,  per  la  sostanza  in  esame,  a
ciascun parametro, moltiplicando poi il risultato per 100.
Il valore di s variera' pertanto tra o e 100.
2.5 - PARAMETRI RELATIVI ALLA TOSSICITA'
Per  la  determinazione  della  tossicita',  riferita all'esposizione
personale diretta ed ambientale, si tiene conto di alcune  proprieta'
chimico-fisiche, delle proprieta' tossicologiche, ecotossicologiche e
delle quantita' di sostanze. Tali proprieta'  vengono  ponderate  con
coefficienti  legati  al  comportamento  della sostanza nell'ambiente
oltre che alla modalita' di esposizione.
2.5.1  -  CALCOLO  DELL'INDICE  INTRINSECO  DI TOSSICITA' DI CIASCUNA
SOSTANZA PRESENTE NELL'ATTIVITA' INDUSTRIALE.
Per  ciascuna  sostanza  coinvolta  nel'attivita' industriale si deve
calcolare  l'indice  intrinseco  di  tossicita'  (IIT),  che  esprime
l'indice di tossicita' legato alle proprieta' intrinseche di una data
sostanza,   relativamente   all'esposizione   personale   diretta   e
ambientale.
Tale indice viene calcolato utilizzando la seguente espressione:
 
              (PCF'+PT+PET) * BC * (PED + DA * PE)
      IIT  = --------------------------------------- * 100
                            976,5
dove:
PCF':   valore  dei  coefficienti  attribuiti  ad  alcune  proprieta'
chimico-fisiche considerate rilevanti agli effetti tossici (riportati
in tab. 7 Parte A)
PT: Valore dei coefficienti attribuiti alle proprieta' tossicologiche
(riportati in tab. 7 Parte B)
PET:    valore    dei   coefficienti   attribuiti   alle   proprieta'
ecotossicologhiche (riportati in tab. 7 Parte C)
BC: coefficiente attribuito alla bioconcentrazione (riportati in tab.
7 Parte D)
PED:  coefficiente  attribuito alla pluralita' di esposizione diretta
(riportati in tab. 7 Parte D)
DA:  coefficiente attribuito alla diffusione ambientale (riportati in
tab. 7 Parte D)
PE:  coefficiente  attribuito  alla  persistenza (riportati in tab. 7
Parte D)
Ciascun valore di PCF', PT e PET sopra indicati andra' calcolato come
somma degli indici attribuibili a ciascuna proprieta'.
I  parametri  BC, PED, DA e PE sono valori singoli, scelti sulla base
della tab. 7 (Parte D) rilevabili dalle caratteristiche  di  ciascuna
sostanza.  Nella  tab:  9  sono  riportati  gli  indici intrinseci di
tossicita' per le piu'  importanti  sostanze  dell'All.  III  al  DPR
175/88.
2.5.2 - QUANTITA'
Deve essere fornita la ripartizione delle quantita' che si dispongono
nelle varie unita' in esame, per ciascuna sostanza, in relazione alla
somma   delle   quantita'  complessivamente  presenti  nell'attivita'
industriale.
2.5.3 - NOTE PER L'APPLICAZIONE DEL CALCOLO DELL'INDICE INTRINSECO DI
TOSSICITA'
2.5.3.1 Esclusioni
Le  proprieta' chimico-fisiche, riportate nella Tabella 7 - Parte A -
sono considerate rilevanti in quanto contribuiscono  all'esplicazione
degli  effetti  tossici sull'uomo e/o sull'ambiente; tuttavia, rimane
determinante la presenza o  meno  di  proprieta'  legate  ad  effetti
tossici  e  se  questi  sono  assenti  o particolarmente limitati non
sarebbe corretto basare  la  valutazione  dell'indice  intrinseco  di
tossicita'  essenzialmente  sul  contributo  portato dalle proprieta'
chimico-fisiche.
In  base  a  tali  considerazioni  non  vengono  incluse  nel calcolo
dell'indice intrinseco di tossicita' le  sostanze  per  le  quali  le
proprieta'   tossicologiche   e   le   proprieta'   ecotossicologiche
comportino rispettivamente un indice non superiore a un decimo  degli
indici  massimi  possibili (ricavato da Tab. 7 - Parte B e parte C) e
cioe' 5 per le proprieta' tossicologiche  e  2,5  per  le  proprieta'
ecotossicologiche.
2.5.3.2  Osservazioni  sull'attribuzione dei coefficienti relativi ai
parametri moltiplicativi
2.5.3.2.1 - PLURALITA' DI ESPOSIZIONE
a)   PERSONALE:  Questo  tipo  di  esposizione  riguarda  l'eventuale
assorbimento attraverso alimenti, acqua, prodotti  di  uso  personale
contaminati a seguito di incidente.
b)   DOMESTICA:   si   intende   con  questo  termine  la  potenziale
contaminazione di luoghi di abitazione,  di  uso  civile,  sociale  e
ricreativo.
c) PROFESSIONALE: Il riferimento e' rivolto, ovviamente, all'ambiente
di lavoro.
2.5.3.2.2 - DIFFUSIONE AMBIENTALE
La  possibilita'  che si realizzi una contaminazione generalizzata su
una vasta area e' correlata anzitutto alla quantita'  in  gioco,  che
tuttavia  trova separata e specifica valutazione. In questo parametro
si considera il tipo di  diffusione  che  e'  piuttosto  legata  alle
caratteristiche  della  sostanza.  La  diffusione  sara' quindi tanto
maggiore,  quanto  piu'  la  sostanza  ha  caratteristiche   che   la
favoriscono,  come  lo  stato  gassoso o lo stato liquido associato a
basso punto di ebollizione, o lo stato solido associato a  bassissime
dimensioni delle particelle.
Invece sostanze pesanti tenderanno a ricadere al suolo in prossimita'
del punto di emissione, determinando una
diffusione   localizzata,   circoscrivibile   in  zone  relativamente
ristrette.
Va pure considerato il caso di contaminazioni di per se' circoscritte
che tuttavia, per effetto di idrosolubilita',  possono  estendersi  o
comunque determinare contaminazioni secondarie.
2.5.3.2.3 - PERSISTENZA
Questo  parametro  e'  legato  a  condizioni sufficientemente chiare,
descritte  da  dati  sperimentali  o  da   non   difficili   analogie
strutturali.  Considerato comunque l'impatto iniziale possibile anche
nel caso di sostanze poco persistenti, il coefficiente minimo e' 0,5.
2.5.3.2.4 - BIOCONCENTRAZIONE
Anche   in  questo  caso,  vale  quanto  detto  al  punto  2.5.3.2.3,
considerata la possibilita' di concentrazione di piccole  tracce,  il
coefficiente minimo e' 0,5.
3 - II FASE: COMPENSAZIONE
Le   varie  caratteristiche  di  sicurezza  e  le  misure  preventive
incorporate  in  un'unita'  di  un  certo  impianto  possono   essere
suddivise in due grandi aree, tendenti rispettivamente alla:
(i)  riduzione  del  rischio attraverso la riduzione del numero degli
incidenti (par. 3.1);
(ii)  riduzione  del  rischio  attraverso  la  riduzione dell'entita'
potenziale degli incidenti (par. 3.2)
La  prima  area  comprende le configurazioni di sicurezza e le misure
preventive  principalmente  rivolte  ad  evitare  incidenti  e   che,
presumibilmente,  possono conseguentemente produrre una riduzione del
numero di incidenti.  Le  caratteristiche  compensative  che  possono
condurre  ad  una diminuzione del numero di incidenti sono il tipo di
progettazione  meccanica,  le  strumentazioni  di  controllo   e   di
sicurezza,   le   procedure   di   esercizio   e   di   manutenzione,
l'addestramento del personale, la buona conduzione e il  buono  stato
di  manutenzione  degli  impianti.  Alcune  di queste caratteristiche
agiscono direttamente per la compensazione del potenziale di rischio,
mentre   altre,   come   l'addestramento   del   personale,  agiscono
indirettamente,  in  quanto  assicurano  che  le  configurazioni   di
progetto non vengano eluse o eliminate.
La seconda area comprende le caratteristiche di sicurezza e le misure
preventive  che  contribuiscono  a  ridurre  l'entita'  di  qualsiasi
incidente  che  possa verificarsi e sono intese a minimizzare i danni
conseguenti ad un incendio o a  una  esplosione.  Tale  compensazione
risulta   indispensabile,   in   quanto   e'   impossibile  eliminare
completamente il rischio che un incidente si verifichi.  Come  esempi
in  tale area si possono citare i sistemi di protezione antincendio e
i sistemi antincendio fissi
3.1 - TRATTAZIONE DELLE MISURE COMPENSATIVE VOLTE A RIDURRE IL NUMERO
DI INCIDENTI
Le  misure  compensative,  in questa area, possono essere raggruppate
sotto tre voci: contenimento, controllo del processo e  atteggiamento
nei  riguardi della sicurezza. Per ciascuna voce, sono specificate le
configurazioni cui si puo' fare affidamento durante la  compensazione
e si suggeriscono i fattori appropriati.
3.1.1 Contenimento
Questo  paragrafo  si  occupa  della riduzione del rischio risultante
dall'adozione di standard di progetto elevati per gli apparecchi e le
tubazioni  a  pressione,  nonche' dalla loro protezione da effetti di
danneggiamento o urto accidentale.
Si   da'   qui   credito   ad   una  adeguata  protezione  contro  la
sovrappressione interna e alle parti dell'impianto per le quali  sono
previsti  sfoghi o scarichi adeguati e sicuri. Vanno considerati come
compresi in questa voce anche i sistemi di rilevazione  di  fughe  ad
avviso precoce.
Il  principale scopo della riduzione del rischio sotto questa voce e'
quello di ridurre il numero delle perdite che si verificano.
Per sistemi che prevedono l'impiego di quantita' notevoli di sostanze
pericolose, le autorita' regolamentari preposte potrebbero richiedere
standard di progettazione piu' elevati del normale, in considerazione
del rischio di incidente rilevante..  In  tal  caso  dovranno  essere
attribuiti  ed impiegati appositi fattori di compensazione in quanto,
nel progetto finale, tali standard  elevati  saranno  necessariamente
presenti.
3.1.1.1 Apparecchi a pressione
Per standard minimo di progettazione e fabbricazione degli apparecchi
a pressione deve intendersi  quello  corrispondente  agli  apparecchi
saldati  costruiti  in  acciaio  secondo la categoria III di cui alla
Raccolta S dell'ex ANCC. Per tale standard minimo non deve assegnarsi
alcun fattore di compensazione.
Per  gli  apparecchi  costruiti  secondo  le  categorie  II e I della
Raccolta stessa, si adotteranno fattori compensativi  rispettivamente
pari a 0,9 e 0,8.
Qualora  siano  impiegati  altri  metodi di progettazione (apparecchi
chiodati o altro), ovvero materiali diversi dall'acciaio,  i  fattori
compensativi  dovranno essere scelti dopo aver raffrontato i relativi
requisiti con le suddette  categorie,  facendo  comunque  riferimento
alla vigente normativa italiana sugli apparecchi a pressione.
3.1.1.2 Serbatoi di stoccaggio verticali non a pressione
Questo   paragrafo   si  riferisce  ai  serbatoi  utilizzati  per  lo
stoccaggio di liquidi e di gas liquefatti a pressioni comprese tra  6
mbar  di  vuoto  interno  fino  ad  una pressione massima interna del
vapore pari a 140 mbar, piu' il peso del contenuto.
Si  puo'  attribuire  un  fattore compensativo qualora i collaudi e i
controlli non distruttivi siano stati eseguiti secondo standard  piu'
elevati  di  quelli specificati nella terza categoria di saldatura di
cui alla raccolta S della ex ANCC oppure, per i serbatoi fino a 10  m
di   diametro,   qualora  sia  stato  previsto  un  sovraspessore  di
corrosione. I serbatoi di grande diametro (  10  m)  dovranno  essere
considerati  equivalenti  ai serbatoi a pressione della III categoria
di saldatura di cui alla raccolta S della ex ANCC  e,  pertanto,  non
giustificano  l'attribuzione  di  un  fattore,  anche  se le norme di
progettazione richiedono qualche limitato controllo non  distruttivo;
la  situazione  non  muta anche nel caso in cui sia stato previsto un
sovraspessore di corrosione, in quanto i  benefici  che  ne  derivano
sono,  proporzionalmente,  di  entita'  inferiore  per  i serbatoi di
grandi dimensioni rispetto a quelli piccoli.  I  fattori  consigliati
sono:
 
Diametro
del serbatoio             Misure adottate                   Fattore
minore 10 m        Normative di collaudo di livello
                   piu' elevato o sovraspessore di
                   corrosione                                 0,9
                   oppure, eccezionalmente,                   0,8
maggiore 10 m      normative di collaudo di livello
                   piu' elevato                               0,9
 
3.1.1.3 Condotte di trasferimento
Nell'effettuare  la  scelta dei fattori suggeriti di seguito, bisogna
esaminare se la progettazione (i) esclude gli accoppiamenti flangiati
per  quanto  possibile, (ii) impiega una progettazione ottimale per i
giunti essenziali, e (iii) e' in grado di minimizzare le  perdite  da
altri   elementi   del   sistema.   Esempi   di   caratteristiche  di
progettazione appartenenti all'ultima  categoria  sono  l'impiego  di
dispositivi  speciali  a  doppia  tenuta,  di tenute a soffietto e di
pompe a giranti inserite in casse a tenuta.
I fattori di compensazione consigliati sono:
 
                                                            Fattore
Condotta progettata e costruita secondo
ubicazione di classe 1,2,3 o 4 in
accordo con la clausola 841.151 (rif. 5)                      0,9
Condotta realizzata in categoria piu'
elevata di un livello rispetto
a quello richiesto                                            0,8
Condotta realizzata in categoria piu'
elevata di due livelli rispetto a quello richiesto            0,7
Condotta realizzata in categoria piu' elevata
di tre livelli rispetto a quello richiesto                    0,6
Si consiglia un fattore aggiuntivo quando siano impiegati standard di
progetto piu' elevati per  i  giunti,  le  valvole  e  le  pompe  del
sistema.  Qualora  si  applichi  piu' di uno dei fattori consigliati,
essi dovranno essere moltiplicati tra loro, per ottenerne un  fattore
globale.
 
Condotte interamente saldate, radiografate al
100%, senza flange (esclusi i punti di
sezionamento con valvole), come specificato
nella  clausola 846.11 del rif. 5                             0,9
Flange da saldare di testa in luogo di
flange a sovrapposizione in tutte
le posizioni con flange                                       0,95
Flange a gradino e giunti a incastro
(ghiere interne ed esterne o dispositivi
a trappola) in tutte le posizioni con flange                  0,95
Progettazioni a giranti scatolate; valvole
con soffietti sigillati o altri dispositivi
speciali di tenuta degli alberi                               0,95
Il fattore globale, ricavato in questo paragrafo,
puo' essere ridotto al massimo fino a 0,5.
3.1.1.4 Involucri e bacini di contenimento supplementari
Il contenimento di un serbatoio o una condotta puo' essere migliorato
realizzando  un  secondo  e,eventualmente,  un  terzo  involucro   di
contenimento.  Un fattore di compensazione si giustifica pero'solo se
questi involucri costituiscono una  ulteriore  barriera  destinata  a
tenere prima che possa verificarsi una perdita. I fattori consigliati
per gli involucri supplementari sono:
 
Serbatoi di stoccaggio
Stoccaggio a pressione atmosferica
di liquidi, incluso lo stoccaggio
refrigerato, con seconda parete di contenimento
estesa a tutta l'altezza del serbatoio e in grado
di resistere al carico dovuto al cedimento
della parete principale, nonche' allo
shock termico, se necessario                                  0,45
Apparecchi a pressione
Un secondo involucro all'esterno del rivesti
mento in grado di resistere alla pressione                    0,5
Qualora il secondo involucro circondi il primo
con piu' di 150 mm di rivestimento, sia effettivamente
a tenuta ed abbia una resistenza equivalente a quella
di una parete di 3 mm di acciaio dolce                        0,75
Contenitori trasportabili
Se  provvisti  di  ripari  di  protezione  dagli  urti con resistenza
equivalente  ad  uno   spessore   di   12   mm   di   acciaio   dolce
                                    0,8
(Questo  fattore puo' essere impiegato in aggiunta ad uno dei fattori
relativi al doppio involucro sopra elencati)
Condotte di trasferimento
Seconda parete esterna a tenuta, con resistenza equivalente ad almeno
6 mm di acciaio dolce                   0,6
Nei  casi  eccezionali  in  cui  sia  prevista  una  terza  parete di
contenimento, i fattori per ciascuna parete dovranno essere  valutati
separatamente  come sopra per ricavarne, quindi, un fattore combinato
come prodotto dei due singoli fattori.
 
Serbatoi di stoccaggio con bacini di contenimento
Requisiti standard per liquidi infiammabili                   0,95
Bacino di contenimento elevato sino al 50%
dell'altezza del serbatoio piu' alto o di
altezza superiore a quella di normale
standard per tener conto di un possibile
traboccamento di schiume                                      0,75
Pareti del bacino di contenimento con pendenza
verso l'interno aggiuntivo                                    0,85
Area di base cementata o spianata con minima
superficie scoperta aggiuntivo                                0,9
oppure Bacino di contenimento a perfetta tenuta tale che la sostanza
versatasi non possa disperdersi o permeare il terreno aggiuntivo 0,8
Lo spandimento di perdite da giunti di tubazioni puo' essere limitato
con schermi in grado di prevenire gli spruzzi dei liquidi in fuga. Se
gli schermi sono installati su tutti i giunti ed e' inoltre possibile
realizzare rapidamente l'isolamento  o  la  depressurizzazione  della
condotta, impiegare un fattore pari a 0,9.
Ove  il  serbatoio  sia  progettato  per  resistere  alle  esplosioni
interne,  come  puo'  verificarsi  nel  caso  di  apparecchiature  di
impianti pilota o di ricerca, impiegare un fattore pari a 0,4.
3.1.1.5 Sistemi di rilevamento delle perdite e modalita' di reazione
I  fattori  consigliati  di  seguito  si riferiscono a rilevatori che
intervengono al 25% del limite  inferiore  di  infiammabilita':  essi
dovranno essere moltiplicati per 0,9 per rilevatori tarati al 10% del
limite inferiore di infiammabilita'.
 
   Fattori consigliati:                           Punto di taratura
 
                                                    25%      10%