(Allegato F)
                                                           Allegato F 
 
             ULTERIORI INTERVENTI DI INTERESSE NAZIONALE 
                         Schede descrittive 
 
                               ABRUZZO 
 
Comune - Localita'. 
    Montesilvano, Cappelle sul  Tavo,  Collecorvino,  Francavilla  al
Mare, Ripa Teatina, Torrevecchia  Teatina  (Provincie  di  Pescara  e
Chieti). 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale dei fiumi Saline e Alento. 
 
Perimetrazione: 
    L'intervento riguarda la bonifica e ripristino  ambientale  degli
alvei dei due corsi d'acqua, Saline (circa 12 km) e Alento  (circa  8
km). 
    I fiumi Saline e Alento scorrono quasi  parallelamente  al  fiume
Pescara, rispettivamente a nord e a sud di esso.  Le  tre  foci  sono
comprese in una fascia litoranea di circa  15  km  e  interessano  un
tratto di costa tra i piu' urbanizzati e ad alta vocazione  turistica
della Regione (circa 250.000 abitanti  residenti,  ai  quali  debbono
essere aggiunte oltre un milione di presenze turistiche annuali). 
    La superficie interessata puo' essere stimata in circa 12 ettari,
il volume dei rifiuti da rimuovere in circa 250.000 m3 ed  il  volume
di suolo interessato da contaminazione derivante dalla  presenza  dei
rifiuti (fanghi, liquidi, percolati),  e  quindi  da  bonificare,  in
circa 50.000 m3. 
    Le sostanze e i materiali presenti  lungo  i  due  alvei  possono
essere ricondotti a: 
      rifiuti ingombranti; 
      fanghi di depurazione civile e/o industriale; 
      rifiuti liquidi (oleosi, solventi, vernici, etc.); 
      scarti di produzione artigianale ed industriale di varia natura
(speciali e pericolosi); 
      percolato della discarica  di  RSU  dismessa  di  Montesilvano,
situata a pochi metri dall'alveo del fiume Saline. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    I  terreni  delle   aree   interessate   dall'inquinamento   sono
prevalentemente  alluvionali,  costituiti  da  ghiaie  e  sabbie   e,
subordinatamente, da limi e argille. La natura  litologica  del  sito
comporta un elevato rischio della falda freatica. 
    Dal punto di vista paesaggistico, i due fiumi  costituiscono  due
ecosistemi fluviali particolarmente  interessanti  e  rappresentativi
del  paesaggio  costiero  abruzzese  in  quanto   caratterizzati   da
antropizzazione quasi assente, senza la presenza di  attivita'  umane
di tipo produttivo  e  per  lo  piu'  integri,  ove  naturalmente  si
prescinda dalla grande massa di rifiuti abbandonati lungo le sponde. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il costo degli interventi di bonifica e' stato stimato pari a  25
miliardi di lire, dei  quali  il  15%  e'  previsto  a  carico  della
regione.   Era   stato   concesso    un    finanziamento    per    la
rinaturalizzazione del tratto terminale del fiume  Saline  (Scheda  5
del P.T.T.A. 1994/1996 pari a 1,9 miliardi  di  lire)  che  e'  stato
revocato per mancata avvio degli interventi. E' stato anche  concesso
un finanziamento per i primi  urgenti,  ma  parziali,  interventi  di
messa in sicurezza della discarica per RSU  dismessa  deI  comune  di
Montesilvano (Scheda P2C deI P.T.T.A. 1994/1996 per  300  milioni  di
lire). 
    I costi degli interventi piu' urgenti sono stati stimati  pari  a
circa 15 miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Da elaborare. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Gli interventi previsti consistono essenzialmente in: 
      messa in sicurezza della discarica di  Montesilvano  (S  =  5-6
ettari,  V  =  300.000  m3  di  rifiuti)  mediante  realizzazione  di
diaframma plastico perimetrale al fine di isolare la stessa dal fiume
Saline e copertura superficiale; 
      rimozione e smaltimento in discarica dedicata  (presumibilmente
di tipo 2 B) dei materiali abbandonati lungo l'alveo  dei  due  fiumi
stimati in 250.000 m3; 
      asportazione  e  sostituzione  di  circa  50.000  m3  di  suolo
spondale, nel caso in cui non sia possibile una bonifica in sito; 
      realizzazione della discarica dedicata  di  volumetria  massima
pari a circa 300.000 m3. 
 
                             BASILICATA 
 
Comune - Localita'. 
    Tito (Potenza). 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica area industriale ex Liquichimica. 
 
Perimetrazione. 
    Il sito, avente una superficie di circa 6  ettari  e  ubicato  in
localita' Consorzio ASI in agro del comune di Tito a circa 4,5 km dal
centro abitato, si sviluppa su un'estesa area  industriale  (circa  6
ettari)  quasi  interamente  dismessa,  nella  quale  sono   presenti
fabbricati e impianti in  parte  demoliti  o  in  evidente  stato  di
abbandono, silos e serbatoi fatiscenti contenenti  ammoniaca,  vasche
contenenti acque reflue e fanghi di  depurazione,  cumuli  sparsi  di
rifiuti. 
    Il sito e' inquinato da rifiuti  di  diversa  origine  (speciali,
pericolosi, assimilabili agli  urbani)  in  quantita'  pari  a  circa
210.000  m3.  In  particolare  sono  state  evidenziate  le  seguenti
tipologie di rifiuti: 
      fosfogessi; 
      materie prime, prodotti  e  residui  di  lavorazione  derivanti
dalla produzione di concimi a base di fosforo; 
      acque reflue di depurazione; 
      scorie   e   polveri   derivanti   da   attivita'   siderurgica
(Siderpotenza); 
      materiali contenenti amianto o fibre pericolose sotto forma  di
cumuli o di elementi di copertura  di  capannoni  contenenti  amianto
(eternit) in stato di evidente degrado  con  rischio  di  rilascio  e
dispersione eolica di fibre libere; 
      strutture in c.a., capannoni abbandonati e serbatoi  fatiscenti
in parte da demolire ed in parte da recuperare. 
    Per quanto  riguarda  la  classificazione  dei  contaminanti  nei
rifiuti  non  puo'  essere  esclusa  la  presenza   di   contaminanti
pericolosi  organici,  quali  oli  minerali   e   fenoli,   derivanti
dall'attivita' siderurgica e dalla produzione di concimi; e'  inoltre
da  considerare  certa  la  presenza   di   contaminanti   pericolosi
inorganici quali: metalli pesanti, amianto, cianuri inorganici, acidi
e basi. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    L'area in oggetto e' ubicata a circa m 780 s.l.m. lungo pendii  a
precaria stabilita' a causa della presenza di  terreni  a  componente
essenzialmente argillosa, fortemente erosi dagli agenti  esogeni.  Le
formazioni affioranti sono costituite da marne  argillose,  arenarie,
scisti silicei e  calcari.  I  sondaggi  eseguiti  nella  zona  hanno
evidenziato la presenza fino a m 26 di profondita' di terreni  limosi
passanti ad argillosi di bassissima permeabilita'. La falda,  che  ha
un livello medio di circa m 8 sotto il  p.c.,  raggiunge  in  inverno
livelli massimi pari a m 2-3 sotto il p.c. 
    La vastita' dell'area, il pericolo connesso alla tipologia  degli
inquinanti (amianto) ed  alla  presenza  di  smaltimento  di  rifiuti
industriali, l'instabilita' dei versanti portano a  ritenere  che  il
sito  presenti  caratteristiche  di  elevato  rischio  ambientale   e
sanitario. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il costo degli interventi e' stato stimato in: 
      messa in sicurezza: 2,95 miliardi di lire; 
      bonifica: 22,45 miliardi di lire; 
      totale 25,5 miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Sono state effettuate alcune analisi  di  campioni  prelevati  da
cumuli  di  materiale  di  risulta,  che  hanno  evidenziato   valori
piuttosto  alti  di  metalli  pesanti  (cadmio,  cromo  esavalente  e
mercurio). 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    E' stato  elaborato  un  progetto  di  bonifica  che  prevede  le
seguenti azioni: 
      demolizione dei fabbricati ed impianti non piu' recuperabili; 
      messa in sicurezza e/o bonifica dei cumuli  di  rifiuti,  delle
aree o parti di fabbricati o  impianti  con  presenza  di  amianto  o
comunque sostanze fibrose potenzialmente pericolose; 
      monitoraggio  durante  le  fasi  di  messa  in  sicurezza   e/o
bonifica; 
      recupero  di  parti  di  fabbricati  o   impianti   una   volta
bonificati. 
 
                              CALABRIA 
 
Comune - Localita'. 
    Crotone - Cassano allo Jonio - Cerchiara. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica di aree  industriali  dismesse,  della  fascia  costiera
contaminata da smaltimento  abusivo  di  rifiuti  industriali  e  del
relativo specchio di mare, di discariche abusive. 
 
Perimetrazione del sito. 
    L'area in oggetto comprende un territorio molto vasto, nel  quale
sono incluse: 
      A) due aree industriali della ex Montedison e della Pertusola. 
      B) discariche in localita' Tufolo e Farina; 
      C) fascia costiera prospiciente la zona  industriale,  compresa
tra la foce del fiume Esaro a sud e quella del fiume  Passovecchio  a
nord; 
      D)  due  aree,  ubicate  nei  comuni  di  Cassano  allo   Jonio
(localita' torrente Sciarapotolo) e di Cerchiara  Calabra  (localita'
Massaria Chidichimo), di smaltimento abusivo di rifiuti industriali. 
    L'industria  della  Pertusola  ha  stoccato   all'interno   dello
stabilimento un volume elevato di ferriti di zinco. 
    Le discariche di Tufolo e Farina sono prive di presidi ambientali
(quali barriere di fondo, opere di captazione del percolato,  sistemi
di  smaltimento  acque  superficiali,  etc.)  con   notevoli   volumi
abbancati di rifiuti speciali, RSU, fanghi di  depurazione  civile  e
rifiuti  alluvionali  (alluvione  1996)  e  rappresentano  un   forte
pericolo d'inquinamento sull'area circostante. 
    La discarica sita in localita' Tufolo copre una superficie  di  7
ettari e si trova a circa 4 km a sud  di  Crotone.  La  discarica  ha
iniziato la sua attivita' nel  1975.  I  rifiuti  abbancati,  il  cui
volume complessivo puo'  essere  stimato  pari  a  circa  990.000  m3
costituiscono un rilevato alto circa m 20, le cui scarpate presentano
problemi di stabilita'. La tipologia  dei  rifiuti  abbancati  e'  la
seguente: speciali, rifiuti  solidi  urbani,  fanghi  di  depurazione
civile, rifiuti provenienti dall'alluvione del 1996. Si  sospetta  la
presenza di rifiuti sanitari e pericolosi. 
    La zona demaniale e' costituita dall'arenile  ubicato  di  fronte
all'area  industriale  della  Pertusola  e   della   ex   Montedison,
delimitato da un lato dalla foce del fiume Esaro e  dall'altro  dalla
foce del torrente Passovecchio. Il tratto  di  costa  in  oggetto  e'
interessato  da  smaltimento  di  rifiuti  industriali   speciali   e
pericolosi (ferriti di zinco e cromo, etc.). Sull'area,  che  ha  una
dimensione complessiva di circa 87.000 m2, sono stati smaltiti  circa
300.000 m3 di rifiuti. 
    I siti di Cassano allo Jonio e Cerchiara sono aree  sottoposte  a
sequestro, riconducibili alla stessa tipologia  d'intervento  per  la
presenza di rifiuti industriali prodotti dalla Pertusola di  Crotone,
in particolare ferriti di zinco e cromo. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Nell'area  della  discarica  affiorano  terreni   costituiti   da
depositi alluvionali e sabbiosi ad elevata permeabilita'. 
    L'area  demaniale  e'   sottoposta   a   vincoli   paesistici   e
idrogeologici. 
    Il pregio ambientale dell'area, la vulnerabilita' della  falda  e
dei corpi idrici superficiali, la pericolosita' dei rifiuti abbancati
senza alcuna opera di protezione, la vicinanza a  centri  ad  elevata
densita' abitativa, inducono a ritenere lo  stato  di  compromissione
dell'area ad elevata pericolosita' sanitaria ed ambientale. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonfica. 
    Il costo  complessivo  degli  interventi  di  bonifica  e'  stato
stimato pari a 62 miliardi di lire per le sub-aree A, B e C. Il costo
di intervento nell'area D, comprensivo dei costi di caratterizzazione
delle aree circostanti, e' stato stimato pari a 20 miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    I risultati di un primo  studio  di  caratterizzazione  indicano,
all'interno  dello  stabilimento  Pertusola,  la  presenza   di   una
contaminazione diffusa da parte  di  metalli  pesanti.  I  principali
contaminanti sono: zinco, cadmio, piombo, rame e arsenico. 
    Gli  idrocarburi  totali,  ricercati  nelle  aree  adiacenti   ai
serbatoi di stoccaggio, sono  risultati  presenti  in  concentrazioni
inferiori ai limiti di accettabilita'. 
    Lo strato argilloso superficiale, laddove  presente,  costituisce
una  barriera  alla  migrazione   dei   metalli   verso   l'acquifero
sottostante; tuttavia, la locale assenza di tale strato puo' favorire
un contatto diretto fra riporto contaminato  e  depositi  alluvionali
sottostanti e pertanto  determinare  area  a  potenziale  rischio  di
propagazione della contaminazione. 
    Inoltre alte concentrazioni di metalli si riscontrano nelle acque
sotterranee  campionate  in  alcuni  piezometri  ubicati  proprio  in
prossimita' di aree in cui lo strato argilloso risulta assente. 
    Il quadro  qualitativo  risultante  da  un  successivo  Piano  di
caratterizzazione ha confermato una pressoche' totale  contaminazione
dei terreni di riporto presenti sul sito. I volumi di  materiale  che
eccedono i limiti fissati dal decreto ministeriale  n.  471/1999  per
utilizzo industriale, sono stimabili in circa 1.000.000 di m3. 
    Per quanto riguarda  la  compromissione,  ai  sensi  del  decreto
ministeriale n. 471/1999, delle acque  sotterranee  e'  evidente  una
netta separazione tra area  sud,  storicamente  sede  degli  impianti
produttivi  e  di  stoccaggi/lagunaggi,  e  l'area  nord  in  cui  la
contaminazione e' essenzialmente collegata a fattori naturali (ad es. 
valori di fondo  elevati  nelle  acque  sotterranee  in  entrata  per
solfati e manganese). 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    In  passato  sull'area  industriale  della  Pertusola  e'   stato
effettuato un intervento di  bonifica,  non  risolutivo,  consistente
nella copertura e nella protezione perimetrale mediante  diaframmi  e
muri in calcestruzzo armato di  una  discarica  industriale  presente
nell'area. 
    Il  programma  degli  interventi   prevede   di   procedere   con
immediatezza ad un intervento di messa in sicurezza d'emergenza,  per
eliminare il pericolo di migrazione della  contaminazione  attraverso
la falda verso il mare e quello d'emissioni di polveri contaminate. 
    A tale scopo si procedera': 
      in primo  luogo  alla  progettazione  e  realizzazione  di  una
barriera di contenimento che impedisca il flusso verso il mare  delle
acque  sotterranee  contaminate  e  alla  copertura  delle  aree   di
stabilimento non pavimentate; 
      all'indagine sulle  cause  della  forte  acidita'  delle  acque
sotterranee e delle alte concentrazioni di  Cd  e  Zn,  difficilmente
spiegabili con i processi di lisciviazione e contatto  diretto  della
falda con i terreni; 
      all'impermeabilizzazione di alcune aree dello stabilimento,  al
fine di impedire la lisciviazione delle sostanze inquinanti. 
    Successivamente si intraprenderanno le azioni per la bonifica per
fasi  del  sito,  che  dovranno  tenere   conto   dei   processi   di
reindustrializzazione dell'area. 
    Per le aree della provincia di Cosenza e' stata gia'  interessata
l'ENEA al  fine  di  effettuare  sia  la  valutazione  dell'effettiva
entita' dei fenomeni di inquinamento sia la progettazione della messa
in sicurezza e la bonifica dei siti posti sotto sequestro. 
 
                           EMILIA ROMAGNA 
 
Comune - Localita'. 
    Comprensorio ceramico di Sassuolo - Scandiano. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica  aree  industriali  dismesse,   di   lavorazione   della
ceramica. 
 
Perimetrazione del sito. 
    L'area, che ricade nel territorio di nove comuni e due  province,
e'  sede   di   un   sistema   industriale   complesso   di   rilievo
internazionale. Il comprensorio ricade inoltre all'interno delle aree
dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Il Comprensorio ricade nelle aree di conoide  e  di  pianura  dei
bacini Secchia e Panaro. Su parte del Comprensorio insiste un vincolo
paesaggistico. 
    I materiali affioranti sono  di  origine  alluvionale  (ghiaie  e
sabbie), ad alta permeabilita' e notevole vulnerabilita'. 
    La falda superficiale e' quasi affiorante mentre  la  profondita'
media sotto il piano campagna del principale acquifero  regionale  e'
di circa 30 metri. 
    La vulnerabilita' della falda e  dei  corpi  idrici  superficiali
presenti nell'area, in parte soggetta  a  vincolo  paesaggistico,  la
tipologia e pericolosita' degli inquinanti (metalli pesanti)  rendono
lo stato di compromissione dell'area ad elevato rischio ambientale  e
sanitario. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Per la bonifica di tutti i 19 siti appartenenti  al  Comprensorio
e' stato stimato un costo globale di circa 100 miliardi di lire.  Per
la bonifica degli  interventi  ritenuti  prioritari  e  la  messa  in
sicurezza degli altri e' stato previsto un onere di  30  miliardi  al
netto dei previsti cofinanziamenti. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Da elaborare. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Da elaborare. 
 
                           EMILIA ROMAGNA 
 
Comune - Localita'. 
    Fidenza (Parma). 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica aree industriali dismesse. 
 
Perimetrazione. 
    L'area  d'indagine  e'  stata  interessata  da  diverse  sorgenti
d'inquinamento derivanti dall'attivita' delle industrie operanti  sul
sito. Fino alla fine degli anni quaranta, l'area e' stata  utilizzata
da un'azienda della Montecatini - Montedison  per  la  produzione  di
acido fosforico e fertilizzanti fosfatici. Successivamente l'area  e'
stata utilizzata dalla Compagnia Italiana  Petroli  (C.I.P.)  per  la
produzione di piombo tetraetile e mercaptani, che e' continuato  fino
al  1973.  Dal  1973  ad  oggi  e'  rimasta  inutilizzata.  Il  sito,
contaminato da piombo tetraetile, IPA ed  altre  sostanze  organiche,
confina ad est con la ditta Carbochimica, tuttora produttiva, che  ha
fortemente inquinato il suolo da idrocarburi e sta bonificando l'area
ad ovest della C.I.P. mediante pompaggio di idrocarburi  dalla  falda
freatica. Le aree site  in  localita'  Vallicella,  Formio,  sedi  di
discariche dismesse di rifiuti urbani e  speciali,  ubicate  in  aree
golenali, presentano inquinamenti  da  sostanza  organica  e  metalli
pesanti ed i fenomeni erosivi dello  Stirone  ne  hanno  parzialmente
messo a nudo i rifiuti. L'area  di  S.  Nicomede,  contaminata  dalle
ceneri dell'impianto di incenerimento dismesso, e'  ubicata  in  area
esondabile dello Stirone medesimo. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    La litologia superficiale dell'area e'  costituita  da  materiali
mediamente permeabili (sabbie e limi). Morfologicamente  il  sito  e'
collocato in una fascia di alta pianura, solcata  da  numerosi  corsi
d'acqua (torrente Stirone, torrente Rovacchia e canale Cavo Venzola). 
La falda superficiale e' situata alla  profondita'  media  di  2,5  m
sotto il piano campagna, mentre la falda acquifera  regionale  ha  la
profondita' media di 5,0. 
    La vulnerabilita' della falda e  dei  corpi  idrici  superficiali
presenti nell'area, l'esondabilita' dei corsi d'acqua  limitrofi,  la
collocazione  nelle  vicinanze  del  centro  urbano  di  Fidenza,  la
tipologia e pericolosita' degli inquinanti (piombo  tetraetile,  IPA)
rendono lo stato di compromissione dell'area ad elevato rischio 
ambientale e sanitario 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi di interventi di bonifica per le aree e' stato stimato in
circa 39 miliardi di lire. 
    La bonifica dell'area Carbochimica,  gia'  in  parte  realizzata,
trova la copertura finanziaria per il suo  completamento  all'interno
delle economie disponibili nelle casse della regione  Emilia  Romagna
derivanti  dai  finanziamenti  PTTA  94/96  con  l'erogazione  di  un
contributo di 1,279 miliardi da autorizzarsi da parte del  Ministero.
I costi degli interventi piu' urgenti sono stimati pari a circa  17,7
miliardi. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Da elaborare. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Da elaborare. 
 
                        FRIULI-VENEZIA GIULIA 
 
Comune - Localita'. 
    Trieste. 
 
Tipologie dell'intervento. 
    Bonifica dell'area del porto industriale di Trieste. 
 
Perimetrazione del sito. 
    L'area  occupa  una  superficie  di  circa  3.500.000  mq,  parte
appartenente  al  demanio  marittimo  dello  Stato  ed   amministrata
dall'Autorita' portuale e parte di proprieta'  di  soggetti  privati.
Sull'area   insistono   svariate   attivita'   produttive   di   tipo
siderurgico, chimico, di deposito e  stoccaggio  di  oli  minerali  e
prodotti petroliferi raffinati, nonche' aree dismesse che  furono  in
passato  sede  di  impianti  di  smaltimento,   di   raffinazione   e
lavorazione di oli lubrificanti con produzione di melme acide. 
    Il    principale    problema    ambientale    e'    rappresentato
dall'inquinamento delle aree  di  ex  raffinerie  e  di  depositi  di
idrocarburi (ex raffineria ESSO:  235.000  m2  di  superficie  ed  ex
Aquila: 1.000.000 m2 di superficie) per  lo  piu'  costieri,  nonche'
dalla presenza di una notevole  contaminazione  dei  sedimenti  nelle
aree portuali. 
    Gia' il Piano bonifiche ex legge n. 441/1987 indicava sette  aree
potenzialmente contaminate prevalentemente costituite da depositi  di
idrocarburi. 
    A seguito di attivita' di monitoraggio e'  stata  riscontrata  in
alcune zone del Porto industriale la presenza di contaminanti,  quali
idrocarburi e metalli pesanti; in particolare e' stato evidenziato il
superamento dei limiti di concentrazione di cui  all'allegato  1  del
decreto ministeriale n.  471/1999,  con  presenza  di  concentrazioni
massime di idrocarburi totali pari a 107.000 mg/kg di sostanza secca. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    In corso di acquisizione. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Le prime stime, effettuate sulla base  dei  dati  preliminari  di
estensione e di tipologia di inquinamento, indicano un fabbisogno  di
larga massima pari a circa 50 miliardi. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Sull'area in oggetto sono gia' in corso  accertamenti  analitici,
commissionati  dall'Autorita'  portuale  di   Trieste   alla   Foster
& 
Wheeler e dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul  ciclo  dei
rifiuti all'ARPA regionale. 
 
Progetto di messo in sicurezza e/o bonifica. 
    A seguito delle risultanze delle  indagini  di  caratterizzazione
ambientale condotte dalla Foster & Wheeler, si e'  proceduto,
nel 
corso  dei  primi  mesi  dell'anno  2000,  alla  messa  in  sicurezza
dell'area maggiormente inquinata, avente un'estenzione pari  a  1.200
mq. 
 
                        FRIULI-VENEZIA GIULIA 
 
Comune - Localita'. 
    S. Giorgio di Nogaro, Torviscosa, Cervignano del Friuli (Udine). 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica della laguna di Marano  e  Grado  e  dei  corsi  d'acqua
limitrofi. 
 
Perimetrazione del sito. 
    Il sito e' costituito dalle seguenti aree inquinate: 
      a) specchio lagunare, avente  una  superficie  di  circa  1.600
ettari compresi i territori barenali; 
      b) area compresa tra le foci dei fiumi Ausa - Corno e il canale
di Marano; 
      c) area della Darsena interna e del canale Banduzzi. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    L'inquinamento dell'area  e'  attribuibile  agli  sversamenti  di
mercurio da parte di uno stabilimento di produzione della  cellulosa,
sito a Torviscosa. L'inquinamento cominciato nel 1949 con un  apporto
di circa 20 kg/giorno si e' attenuato nel 1970 (circa 6-7  kg/giorno)
per poi annullarsi nel 1984 dopo l'adozione di sistemi efficienti  di
recupero. Lo sversamento complessivo nell'area ammonterebbe  a  circa
186.000 kg, per cui l'inquinamento del sedimento sarebbe pari a circa
11,5 g/m2. 
    Sono state effettuate in passato analisi chimiche dei  sedimenti,
che hanno indicato i seguenti valori  di  inquinamento  da  mercurio:
11-14 &greco;m/g per  l'area  lagunare,  5-7  &greco;m/g  per
l'area dei 
fiumi Ausa e Corno, 2-4 &greco;m/g  per  l'area  prospiciente  il
fiume 
Stella. 
    Tenendo  conto  dell'elevata  concentrazione  di   mercurio   nei
sedimenti, della neurotossicita' di tale elemento anche a basse  dosi
se presente nella catena alimentare,  della  presenza  in  laguna  di
attivita' di ittiocoltura e molluschicoltura, si puo'  affermare  che
la laguna di Grado e  Marano  e'  un'area  ad  elevata  pericolosita'
sanitaria ed ambientale. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Per la bonifica delle aree e' stato stimato un costo  globale  di
circa 54,8 miliardi di lire. I costi degli  interventi  piu'  urgenti
ammontano a circa 28,6 miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    In corso di elaborazione. 
 
Progetto di messa in sicurerza e/o bonifica. 
    Da elaborare. 
 
                                LAZIO 
 
Comune - Localita'. 
    Quasi tutti i comuni della provincia di Frosinone  (circa  85  su
91). 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Messa  in  sicurezza,  bonifica  e   ripristino   ambientale   di
discariche dismesse (attivate ai sensi dell'art. 12 del  decreto  del
Presidente della Repubblica n. 915/1982 nell'83% dei casi  e  abusive
per il 17%). 
 
Perimetrazione del sito. 
    Il numero dei siti interessati dall'intervento e' pari a 110.  Si
tratta, in genere, di discariche attivate nella  seconda  meta  degli
anni `80. La superficie totale occupata da rifiuti e' pari a circa 40
ettari, con una quantita' di rifiuti accumulati  di  circa  1.500.000
metri cubi. Nel 23% circa delle  discariche  sono  contenuti  rifiuti
speciali e nel 5% di esse e' stata accertata la presenza  di  rifiuti
pericolosi. Tra queste ultime, la  discarica  di  Selvelle  (chiamata
anche Montenebulone o Coste  Calde),  sita  in  agro  del  comune  di
Arpino,  attualmente  sotto   sequestro   da   parte   dell'Autorita'
giudiziaria, ha un'estensione imprecisata entro un terreno  di  circa
11 ettari ad elevata permeabilita'. Essa contiene  una  quantita'  di
rifiuti sicuramente superiore a 13.500 metri cubi, tra i quali "fusti
contenenti composti chimici allo stato liquido  a  reazione  acida  e
fanghi da trattamento chimico-fisico", come evidenziato da  una  nota
preliminare del collegio peritale nominato dal magistrato inquirente; 
su questo sito e' necessario svolgere indagini estese ed approfondite
e  l'operazione  di  messa  in  sicurezza  e  bonifica   si   prevede
particolarmente onerosa. 
    Poiche' la caratterizzazione delle discariche e' stata effettuata
sulla base di sopralluoghi, senza esecuzione di indagini approfondite
(scavi, carotaggi, ecc.),  non  si  puo'  escludere  la  presenza  di
rifiuti pericolosi in un numero superiore di siti. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    I siti di ubicazione delle discariche sono soggette, per oltre il
20%, a vincoli (idrogeologico, bellezze naturali,  ecc.).  I  terreni
risultano, per circa il 70% dei casi, a  permeabilita'  da  media  ad
elevata e, considerando che in almeno il 23% delle discariche non  vi
e'  alcuna  impermeabilizzazione,   questo   sta   dando   luogo   ad
inquinamento delle falde acquifere (in molti casi poste a profondita'
inferiore a 10 metri), dei fiumi e dei corsi d'acqua minori oltre che
del terreno. Inoltre,  dalle  indagini  svolte,  anche  laddove  sono
presenti teli impermeabilizzanti sul fondo, essi risultano in  genere
inefficaci ad impedire che il percolato penetri nella falda.  Infine,
quasi il 40% dei siti considerati e' posto ad una distanza  inferiore
a 300 metri dai centri abitati. 
    La presenza diffusa di rifiuti sul territorio,  la  pericolosita'
dei  rifiuti  abbancati  senza  alcuna  opera   di   protezione,   la
vulnerabilita' del territorio,  la  vicinanza  a  centri  ad  elevata
densita' abitativa, inducono a ritenere lo  stato  di  compromissione
dell'area ad elevata pericolosita' sanitaria ed ambientale. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il costo complessivo dell'intervento e'  stimato  nell'ordine  di
circa 35 miliardi di lire, sulla base di un programma preliminare  di
intervento elaborato utilizzando i dati  di  un  indagine  effettuata
dall'ANPA. I costi degli interventi piu' urgenti ammontano a circa 20
miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Da elaborare. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Da elaborare. 
 
                               LIGURIA 
 
Comune - Localita'. 
    Cogoleto e Arenzano (Genova). 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica di area industriale (Stabilimento Stoppani)  e  relative
pertinenze soggetta ad inquinamento diffuso da cromo. 
 
Perimetrazione del sito. 
    L'area interessa la  foce  del  torrente  Lerone,  in  comune  di
Cogoleto ed Arenzano (Genova). 
    Lo stato d'inquinamento si presenta diffuso nell'area industriale
degradata sottesa dalle pertinenze dello stabilimento  Stoppani.  Non
sono presenti abitazioni nell'immediato intorno. 
    La produzione base dello stabilimento, che e'  in  attivita'  sin
dai primi anni del `900, e' costituita dal bicromato  di  sodio,  dal
quale si ottengono attraverso successivi stadi di  lavorazione  altri
derivati del cromo. 
    Dal processo della produzione del bicromato di  sodio,  residuano
delle ganghe o terre esauste in cui il cromo esavalente solubile puo'
ancora essere presente: tali ganghe sono in parte  riciclate,  previo
essiccamento, nel processo produttivo, mentre la parte restante, dopo
essere stata sottoposta ad  opportuni  processi  di  trattamento  che
permettono di abbattere il contenuto in cromo esavalente, e' smaltita
nella discarica in localita' Cava Molinetto. 
    La quantita' di cromo esavalente ancora presente nelle ganghe  e'
diminuita nel tempo in funzione della  migliore  tecnologia  adottata
dalla  Ditta,  ma  a  tutt'oggi  sono  presenti   zone   direttamente
interessate dallo stabilimento o limitrofe allo  stesso,  interessate
da accumuli di terre abbandonate, ancora contenenti cromo. Oltre alla
presenza diffusa in terrapieni "storici", oggi in corso  di  bonifica
mediante  "lavaggio",  le  terre  esauste  provenienti  dal  processo
produttivo, dopo essere state sottoposte a  depurazione  ma  comunque
ancora da considerarsi tossiche e nocive, erano smaltite direttamente
sulla spiaggia antistante lo stabilimento  su  un'area  appositamente
concessa a questo scopo dal demanio marittimo. 
    Successivamente al 1982, ma prima del drastico  abbattimento  del
tenore di cromo nei rifiuti tale da trasformarli in rifiuti  speciali
smaltibili nella discarica del Molinetto,  la  Stoppani  ha  stoccato
provvisoriamente i rifiuti ancora tossici e nocivi  in  "contenitori"
in HDPE (stoccaggio di Pian Masino) in comune di Arenzano. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    In corso di acquisizione. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Le indagini e gli accertamenti  sulle  matrici  ambientali  acque
superficiali, acque  sotterranee  e  suolo  svolte  dall'ARPAL  della
durata di quattro mesi, hanno comportato  un  costo  di  circa  0.142
miliardi di lire. 
    Gli interventi di bonifica della spiaggia e  di  riqualificazione
del torrente Lerone, che hanno comportato un  costo  di  circa  14.28
miliardi di lire, sono stati ammessi dal Ministero dell'ambiente, con
decreto del 7 luglio 1993,  al  "Programma  di  riassetto  ambientale
della  zona  costiera  della  foce  del  Torrente  Lerone",  con   un
co-finanziamento comunitario Envireg  per  un  importo  pari  a  7.14
miliardi; gli interventi sono stati realizzati e collaudati. 
    Per cio' che concerne gli interventi in corso, risultano  avviate
attivita' nell'area del terrapieno su  cui  insiste  lo  stabilimento
mediante pompaggio della falda e depurazione delle acque  emunte.  La
Societa' Stoppani e' vincolata da precedenti accordi con  la  regione
Liguria ad effettuare  interventi  di  bonifica  per  ulteriori  6.74
miliardi, per un costo complessivo  dell'opera  di  bonifica  pari  a
circa 21 miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    A  seguito  della  richiesta  dei  comuni  di   approfondire   la
conoscenza dello stato d'inquinameto dei  suoli  e  delle  falde,  la
regione ha disposto, in data 11 maggio 2000, un intervento dell'ARPAL
avente per oggetto  il  "Monitoraggio  area  Stoppani  in  comune  di
Cogoleto  e  Arenzano",  con  lo  scopo  di  effettuare  indagini  ed
accertamenti  sulle  matrici  ambientali  acque  superficiali,  acque
sotterranee e suolo (terreno superficiale e  profondo,  sedimenti  in
alveo e arenile spiaggia). 
    Il suddetto monitoraggio si e' concluso il 15 settembre  2000,  i
risultati sono stati consegnati il 15 settembre 2000  e  13  novembre
2000; il contenuto delle relazioni consente di affermare  l'esistenza
di  fenomeni  di  inquinamento  in  atto,  derivanti   da   attivita'
industriali pregresse, ma  anche  da  continui  episodi  di  rilascio
inquinanti. 
    In data 4 ottobre  2000  la  Stoppani  S.p.a.  ha  presentato  la
comunicazione  prevista  dall'art.  9  del  decreto  ministeriale  n.
471/1999 sostenendo  peraltro  la  insussistenza  di  condizioni  che
richiedano interventi di messa in sicurezza di emergenza e  rilevando
l'inapplicabilita' dell'obbligo di bonifica. 
    Sulla base  dei  dati  del  monitoraggio  e  della  comunicazione
sopracitata, la provincia di Genova, competente ai sensi della  legge
regionale n. 18 del 1999 in quanto l'area e' compresa nel  territorio
di due comuni, ha emanato un  provvedimento  che  impone  all'azienda
interventi di messa in sicurezza d'emergenza. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Concluso il programma Envireg con  la  bonifica  della  spiaggia,
sono in corso le  attivita'  di  "lavaggio"  del  terrapieno  su  cui
insiste lo stabilimento mediante pompaggio della falda e  depurazione
delle acque emunte. 
    Dal  certificato  di  collaudo  parziale  al  31  dicembre   2000
risultano eseguiti lavori per complessive L. 19.779.725.123. 
    Si resta in attesa degli adempimenti dell'azienda in relazione al
provvedimento della provincia di Genova per ulteriori  interventi  di
messa in sicurezza e per la progettazione di interventi di bonifica. 
 
                              LOMBARDIA 
 
Comune - Localita'. 
    Milano - Localita' Bovisa. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica area industriale dismessa. 
 
Perimetrazione del sito. 
    Il sito, dove era ubicata l'officina del gas di Milano, si  trova
nella parte nord del territorio comunale, in zona  Dergano-Bovisa  ed
ha una superficie di circa 420.000 mq. L'impianto ha fornito gas alla
citta' di Milano per circa 85 anni, dal 1908 al 1994, e fino al  1969
attraverso il processo di distillazione del carbone.  L'area  e'  ora
gestita dall'A.E.M., che  mantiene  attivita'  di  distribuzione  del
metano, officine, magazzini e una  nuova  stazione  di  riduzione  di
pressione del metano. L'accordo di  programma  per  la  realizzazione
nella zona della Bovisa del nuovo polo universitario del  Politecnico
di Milano prevede in  futuro  l'insediamento  nell'area  di  funzioni
pubbliche,  residenziali,   commerciali,   terziarie   di   servizio,
produttive, con il recupero di aree per il verde pubblico, i  servizi
e i parcheggi. 
    Il volume del terreno inquinato da trattare e' stato stimato pari
a 90.000 mc. 
    Gli   inquinanti   presenti   nel   terreno   contaminato    sono
rappresentati principalmente  da  metalli  pesanti  e  I.P.A.  L'area
occupata dall'ex impianto di  debenzolaggio  risulta  contaminata  da
valori elevati di BTX. La zona sud-est  dell'area,  compresa  tra  la
perimetrale sud-est ed il confine dell'area, risulta  contaminata  da
ferrocianuri. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    I terreni affioranti nell'area  sono  costituiti  da  litotipi  a
permeabilita' elevata (ghiaie sabbiose). 
    La collocazione nel contesto urbano di Milano, la  vulnerabilita'
della falda, la tipologia e pericolosita' degli  inquinanti  (metalli
pesanti, IPA, BTX, ferrocianuri) rendono lo stato  di  compromissione
dell'area ad elevato rischio ambientale e sanitario. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi di bonifica dell'area sono stati cosi' stimati: 
      bonifica 48,00 miliardi; 
      costi gia' sostenuti: 0,495 miliardi; 
      risorse disponibili: 24,66 miliardi; 
      risorse da reperire: 23,34 miliardi. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    In tempi recenti, dal 1995 al 1999, sono  state  effettuate  otto
campagne di indagine consistenti in: 
      sondaggi a carotaggio continuo; 
      scavi di esplorazione; 
      prelievo ed analisi chimiche di campioni di terreno; 
      prelievo ed analisi di gas interstiziale; 
      messa in opera di piezometri a profondita' variabile tra  30  e
80 m per la misura mensile dei livelli statici; 
      prelievo ed analisi chimiche di campioni d'acqua di falda. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il  settore  Ambiente  del  comune  di   Milano   ha   sviluppato
recentemente un progetto preliminare di  bonifica  dell'intera  area.
Tale  progetto  prevede  interventi  di  soil  washing,  soil   vapor
extraction e bioventing per il trattamento dei  terreni  inquinati  e
capping ingegneristico per il confinamento e la messa in sicurezza di
alcune aree. Il progetto definitivo  del  primo  lotto  di  bonifica,
approvato dal comune, prevede una spesa di 23,5 miliardi di lire. 
 
                              LOMBARDIA 
 
Comune - Localita'. 
    Cerro al Lambro (Milano) - Localita' Cascina Gazzera. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale di aree inquinate da melme acide
e da terre decoloranti esauste. 
 
Perimetrazione. 
    Il sito  e'  costituito  da  due  aree,  denominate  "Danelli"  e
"Montana",  interessate  dallo  scarico  abusivo  di   melme   acide,
derivanti dalla raffinazione degli oli usati, e di terre  decoloranti
esauste. La prima area, piu' a settentrione,  ha  una  superficie  di
16.000 m2 mentre la seconda, piu' meridionale,  ha  un'estensione  di
circa 35.000 m2 e contiene  melme  acide  ad  elevata  acidita',  con
notevole sviluppo di gas contenenti zolfo. Nelle immediate  vicinanze
sono presenti un'area con depositi di terre decoloranti ed un'area di
melme acide immerse nel fiume Lambro. L'area Montana  presenta  pozze
di profondita' pari a circa 1,5 m con melme acide a  media  acidita',
aree  con  depositi  di  terre  decoloranti  e  un'area  con   croste
bituminose e melme mescolate con sabbia. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Il sito ubicato sulla scarpata  prospiciente  l'alveo  del  fiume
Lambro, sponda destra, ha delle quote dei terreni variabili tra 68  e
81 m s.l.m. Il centro  abitato  piu'  vicino,  Cerro  al  Lambro,  e'
situato circa 1 km a nord del sito. I vincoli gravanti sull'area sono
i seguenti: 
      legge n. 431/1985 (Galasso) (art. 1, lettera c); 
      legge regionale n. 86/1983 - Area di rilevanza ambientale  (sud
Milano, Medio Lambro); 
      legge regionale n. 24/1990 - Parco agricolo sud Milano. 
    Le aree di interesse  sono  caratterizzate  dall'affioramento  di
formazioni alluvionali  quaternarie,  tipiche  di  questo  tratto  di
pianura Padana, costituite da sabbie e ghiaie fini. La vulnerabilita'
della falda e' medio-alta e quindi  lo  sversamento  sul  terreno  di
rifiuti  pericolosi,  con  il  loro  carico  di  sostanze   tossiche,
rappresenta un effettivo elevato rischio per le acque sotterranee. 
    La pericolosita' degli inquinanti, il loro diretto  contatto  con
le acque fluviali, la formazione di esalazioni di gas  irritanti,  la
rilevanza ambientale dell'area portano a  considerare  la  situazione
del sito come ad elevato rischio sanitario ed ambientale. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi di bonifica dell'area sono stati cosi' stimati: 
      bonifica: 82,5 miliardi; 
      finanziamento gia' accordato: 0,5 miliardi (regione  Lombardia,
legge regionale n. 94/1980); 
      risorse disponibili: 34 miliardi; 
      risorse da reperire: 48 miliardi. 
    L'intervento sul sito e' stato inserito nel  Progetto  strategico
7.1.1 "Pianificazione delle  aree  contaminate  e  realizzazione  dei
progetti di bonifica con l'alta sorveglianza della regione". 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Il Piano di caratterizzazione, elaborato e trasmesso al comune di
Cerro al Lambro con nota del 20 luglio 1999, e' stato  esaminato  dal
Comitato tecnico, ex art. 17 legge regionale n. 94/1980 nella  seduta
del 9 novembre 1999. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il progetto definitivo, assimilabile all'esecutivo,  elaborato  e
trasmesso al comune di Cerro al Lambro con nota 20  luglio  1999,  e'
stato esaminato dal Comitato tecnico, ex art. 17 legge  regionale  n.
94/1980 nella seduta del 9 novembre 1999. In data 12 dicembre 2000 si
e' avuta l'inizio delle attivita' di  cantiere  per  un  primo  lotto
degli interventi per un importo di circa 56 miliardi. 
 
                               MARCHE 
Comune - Localita'. 
    Civitanova Marche, Montecosaro, Morrovalle (Macerata). 
    Porto Sant'Elpidio, Sant'Elpidio a mare (Ascoli Piceno). 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino  ambientale  del  Basso  Bacino  del  fiume
Chienti. 
Perimetrazione. 
    L'area della bassa valle del fiume Chienti, e' interessata  dalla
presenza di numerose aziende del settore calzaturiero, che utilizzano
composti organoalogenati per il lavaggio di  fondi  di  calzature  in
poliuretano.  I  rifiuti  di   tali   processi,   classificati   come
pericolosi, sono stati sversati sul suolo,  nel  sottosuolo  e  nelle
acque di falda attraverso pozzi. 
    Gli  inquinanti,  costituiti  prevalentemente  da  tricloroetano,
tricloroetilene e tetracloroetilene, hanno contaminato una vasta area
in sinistra idrografica del fiume Chienti, avente un'ampiezza attorno
ai 10 km2 (Comuni di  Civitanova  Marche,  Montecosaro,  Morrovalle),
un'area piu'  limitata  in  destra  idrografica,  limitatamente  agli
ultimi 2 km della foce del fiume (Comune di  Porto  Sant'Elpidio)  ed
un'area piu' ristretta, la cui estensione e' da definire,  in  destra
idrografica del fiume (Comune di Sant'Elpidio a Mare). 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    I terreni sono costituiti prevalentemente da alluvioni sabbioso -
ghiaiose molto vulnerabili. 
    La   situazione   ambientale   e'   molto   critica   in   quanto
l'inquinamento ha interessato molti pozzi privati utilizzati a  scopo
idropotabile nonche' i pozzi delle  centrali  di  sollevamento  degli
acquedotti di Montecosaro e Civitanova Marche, situati  a  valle  dei
punti di sversamento, costringendo i comuni  interessati  a  spendere
ingenti cifre per  la  depurazione  e  potabilizzazione  delle  acque
contaminate. 
    Sono in corso procedimenti giudiziari  nei  confronti  di  alcune
aziende del settore calzaturiero all'interno del  perimetro  o  nelle
cui aree circostanti sono stati sversati rifiuti liquidi  a  base  di
sostanze alogenate. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi di bonifica dell'area sono stati cosi stimati: 
 
    

+=============================================+======+================+
|Caratterizzazione                            |  0,60|miliardi di lire|
+=============================================+======+================+
|Messa in sicurezza del terreno               |  2,00|       "        |
+=============================================+======+================+
|Messa in sicurezza delle acque di falda e dei|      |                |
|siti inquinati                               |  4,00|       "        |
+=============================================+======+================+
|Monitoraggio e controlli                     |  0,25|       "        |
+=============================================+======+================+
|Interventi di messa in sicurezza del campo   |      |                |
|pozzi uso idropotabile del comune di         |      |       "        |
|Civitanova:                                  |1,50  |                |
+=============================================+======+================+
|Totale costo intervento                      |  8,35|miliardi di lire|
+=============================================+======+================+

    
 
Piano di caratterizzazione. 
    In passato e nel periodo marzo/agosto 1999 sono state  effettuate
analisi chimiche sulle acque di  falda,  che  hanno  evidenziato  una
vasta area  con  valori  di  concentrazione  di  tricloroetano  e  di
percloroetilene maggiori di 30 microgrammi/l. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    E' stata elaborata la progettazione di massima, con la stima  dei
costi complessivi. 
 
                               MOLISE 
Comune - Localita'. 
    Guglionesi (Campobasso) - Macchie. 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica  e  ripristino  ambientale  di   un   ex   impianto   di
lombricoltura (Guglionesi II). 
Perimetrazione. 
    L'area  in  oggetto  (S  =  8  ettari)  era  stata   inizialmente
autorizzata per la realizzazione di un impianto di selezione  di  RSU
per il successivo processo di compostaggio, con annesso  un  impianto
di allevamento di lombrichi da alimentare con  il  composto  ottenuto
dal trattamento dei rifiuti. 
    La gestione impropria ed abusiva dell'impianto, con lo stoccaggio
nell'impianto di quantitativi ingentissimi di rifiuti di  provenienza
civile  ed  industriale  (RSU,  fanghi  di  depurazione  civile,   di
conceria, di natura agro-alimentare, di cartiere, etc.), ha provocato
l'inquinamento del sito da metalli pesanti (prevalentemente  cromo  e
mercurio,  presenti  in  elevate  quantita'   nei   fanghi   trattati
nell'impianto). La situazione ambientale e' aggravata dal  fatto  che
gli inquinanti presenti sono dilavati dalle acque  superficiali,  che
scorrono  lungo  le  numerose  piccole  incisioni  dell'area,  e   si
infiltrano nel terreno raggiungendo la falda idrica  subsuperficiale,
avente una circolazione di modesta entita'. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Morfologicamente l'area in oggetto e' costituita da una fascia di
raccordo tra i rilievi collinari su cui sorge l'abitato di Guglionesi
e il fondovalle del fiume Biferno. Le pendenze  sono  modeste  e  non
sono presenti fenomeni di instabilita' dei versanti. 
    I terreni affioranti sono argillosi - sabbiosi -  conglomeratici.
Dal punto di vista litologico si tratta  di  una  facies  decisamente
rimaneggiata  ed  alterata  del   substrato,   affiorante   lungo   i
retrostanti rilievi collinari e costituito da  alternanze  di  sabbie
argillose giallastre ed argille marmose grigio-azzurrognole. 
    Tali terreni presentano un  ridotto  valore  della  permeabilita'
qualora risultino in  posto  e  non  alterati;  i  loro  prodotti  di
alterazione, invece, sono caratterizzati da  una  permeabilita'  piu'
elevata  e  sono   frequentemente   sede   di   circolazione   idrica
sotterranea. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi di bonifica dell'area sono stati cosi stimati: 
 
    

+=================+=====+==================+
|- bonifica       |4,000|miliardi di lire  |
+=================+=====+==================+
|- monitoraggio   |0,060|"                 |
+=================+=====+==================+
|Totale           |4,060| "                |
+=================+=====+==================+

    
 
Piano di caratterizzazione. 
    Nel 1990 furono eseguite dal PMP di Campobasso  analisi  chimiche
su campioni di  fanghi  provenienti  da  industrie  extra  regionali,
utilizzati all'interno dell'impianto;  le  analisi  evidenziarono  la
presenza di quantita' anomale di cromo e mercurio, in  concentrazioni
superiori a quelle riportate nella tabella  1.1  della  deliberazione
C.I. 27/7/84 (classificazione: rifiuti tossico-nocivi). 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    E' stato elaborato un progetto di messa in  sicurezza  del  sito,
consistente nella realizzazione di un diaframma plastico  perimetrale
continuo, composto da palancole in HDPE giuntate longitudinalmente  e
messe in opera all'interno di un cavo  realizzato  con  progetto,  ed
immettendo a fondo cavo, prima della posa delle  palancole,  prodotti
impermeabilizzanti  quali  resine,  argilla  o   prodotti   similari.
L'intervento  dovrebbe  essere  completato   da   una   contemporanea
copertura dell'area occupata dai rifiuti con uno  strato  di  terreno
impermeabile compattato e con un successivo strato di uguale spessore
di terreno sabbioso, vegetale, opportunamente piantumato con  essenze
autoctone. 
    Durante l'intervento  e'  previsto  un  piano  di  monitoragio  e
controllo consistente nella realizzazione di 14 piezometri  lungo  il
perimetro esterno al diaframma impermeabile e nel prelievo ed analisi
chimica  di  campioni  di  aria,  suolo  e   acque   superficiali   e
sotterranee. 
 
                              PIEMONTE 
Comune - Localita'. 
    Torino - Localita' Basse di Stura. 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale della zona  del  parco  fluviale
contaminata dallo smaltimento abusivo di rifiuti industriali. 
Perimetrazione del sito. 
    L'area, che ha un'estensione di circa 135 ettari, e' compresa  in
una zona di parco fluviale (riva destra del fiume Stura di Lanzo)  ed
e' praticamente interna al tessuto urbano  della  citta'  di  Torino.
Essa si trova nella periferia nord della citta',  all'interno  di  un
quadrilatero definito dalla sponda destra del fiume Stura di Lanzo  a
nord, dalla superstrada per Caselle a est, da via Reiss Romoli a  sud
e dalla strada dell'aeroporto a ovest. 
    L'area  e'  stata  oggetto  di  smaltimento  abusivo  di  rifiuti
industriali e non fin dal secondo dopoguerra. 
    Le  principali  tipologie  di  rifiuti  sono  riconducibili  alle
attivita' siderurgiche,  come  sali  da  rifusione  dell'alluminio  e
scorie di fonderia. Altre tipologie di  rifiuti  sono  costituite  da
fanghi e morchie oleose, idrocarburi, etc. 
    Le  molte  cave  disseminate  lungo  il  corso  del  fiume  hanno
comportato  un   notevole   degrado   generale   nonche'   facilitato
l'interramento abusivo di rifiuti. 
Principali caratteristiche ambientali. 
    La zona si colloca all'interno del conoide della Stura di  Lanzo;
si tratta di  una  struttura  costituita  dalla  sovrapposizione  dei
depositi di origine fluviale e  fluvioglaciale  di  eta'  quaternaria
separati da scarpate di terrazzo. I depositi  a  quote  piu'  elevate
sono costituiti da sedimenti fluvioglaciali  mentre  quelli  a  quote
inferiori corrispondono ai depositi alluvionali  recenti  ed  attuali
dei corsi d'acqua. Litologicamente  i  depositi  sono  costituiti  da
sabbia e ciottoli in matrice medio - fine con locali lenti e  livelli
limoso - argillosi intercalati a  livelli  sabbiosi.  In  profondita'
sono presenti depositi marini pliocenici caratterizzati  da  litotipi
sabbiosi, argillosi e marnosi. I depositi  alluvionali  superficiali,
di spessore variabile tra 20 e 40 m, hanno  permeabilita'  elevata  e
sono  sede   di   una   falda   freatica   collegata   all'idrografia
superficiale. Sotto i depositi grossolani sono situati limi e argille
intercalati  a  livelli  sabbioso  -  ghiaiosi,  sede  di  falde   in
pressione. La soggiacenza media della falda freatica e' di circa 7  m
dal p.c., con escursioni annuali di 1-3 m.  La  direzione  di  flusso
delle  acque  sotterranee  e'  prevalentemente  disposta   lungo   la
direttrice NW  -  SE.  Il  fiume  Lanzo  di  Stura  funge  quindi  da
collettore principale delle acque sotterranee. 
    L'attuale morfologia e' il risultato di una serie  di  interventi
antropici, quali estrazione di ghiaia, realizzazione di  insediamenti
industriali e di discariche industriali collegate sia a  stabilimenti
interni alle Basse di Stura sia ad attivita' produttive esterne. 
    L'estensione  dell'area,  la   sua   rilevanza   ambientale,   la
prossimita' a centri abitati ad elevata densita' di  popolazione,  la
pericolosita' degli inquinanti, la vulnerabilita' della falda  e  dei
corpi idrici superficiali portano a ritenere la situazione ambientale
dell'area ad elevato rischio sanitario ed ambientale. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi di bonifica dell'area sono stati cosi' stimati: 
 
    

+=========================================+==========+===================+
|- bonifica                               |     56,88|  miliardi di lire |
+=========================================+==========+===================+
|- finanziamento gia' accordato           |   20,00  |            "      |
+=========================================+==========+===================+
|- importo richiesto                      |     36,88|          "        |
+=========================================+==========+===================+

    
 
Piano di caratterizzazione. 
    In passato sono state effettuate analisi dei suoli e delle  acque
sotterranee,  che  hanno   evidenziato   valori   di   contaminazione
significativi sia per i terreni (Cr, Ni, Cu, Cd, Co, Pb e Zn) che per
la falda (Cr, Ni e  cloruri).  Altre  sostanze  inquinanti,  rilevate
dalle analisi di campioni prelevati  nell'area,  sono  costituite  da
idrocarburi, ammoniaca, fluoruri, nitriti, nitrati e naftalene. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Da elaborare per i restanti 36,88 mld. 
 
                               PUGLIA 
Comune - Localita'. 
    Bari - Fibronit. 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale area industriale dismessa. 
Perimetrazione del sito. 
    Lo stabilimento di cemento - amianto Fibronit di Bari si  estende
per circa 100.000 mq nel cuore della citta' di Bari ed ha  svolto  la
propria attivita' per circa 50 anni. 
    A seguito della  cessazione  dell'attivita'  nell'anno  1985,  lo
stabilimento non ha subito  alcun  intervento  di  risanamento  o  di
conservazione. 
    Nell'ottobre 1995 l'area fu sottoposta a  sequestro  giudiziario;
attualmente l'area risulta dissequestrata. 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Il  sito  e'  all'interno  dell'area   metropolitana   di   Bari,
confinando  con  i  quartieri  densamente   popolati   di:   Japigia,
Madonnella e San Pasquale. 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Le prime stime, effettuate sulla base  dei  dati  preliminari  di
estensione e di tipologia di inquinamento, indicano un fabbisogno  di
larga massima pari a circa 15 miliardi. 
Piano di caratterizzazione. 
    Durante   il   sequestro   furono    effettuate    indagini    di
caratterizzazione  ambientale,  che  hanno  accertato  lo  stato   di
contaminazione del  suolo,  attribuibile  all'amianto,  per  svariati
metri in profondita'. Inoltre nel sito sono presenti circa 35.000  mq
di tettoie in ondulati di cemento -  amianto,  in  pessimo  stato  di
conservazione. 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    A seguito  dei  risultati  delle  indagini  di  caratterizzazione
l'azienda, nel 1997, in forza di Ordinanze Sindacali fu  costretta  a
coprire le aree scoperte dello stabilimento  onde  evitare  ulteriore
dispersioni di polveri e fibre di amianto nell'abitato circostante. 
    La Giunta del Comune di Bari ha trasmesso al Ministero dei lavori
pubblici ed alla Regione Puglia, nel luglio  1999,  una  proposta  di
PRUSST concernente una  bonifica  parziale  dell'area  di  proprieta'
Fibronit, finalizzata alla realizzazione sul sito  di  infrastrutture
viarie e di una piazza pubblica. 
 
                              SARDEGNA 
Comune - Localita'. 
    Area del  Sulcis  -  Iglesiente  -  Guspinese  ricomprendente  34
comuni. 
    Intervento di emergenza comuni di Iglesias, Guspini, Arbus, Domus
Novas (Cagliari). 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale delle  aree  minerarie  dismesse
del Sulcis - Iglesiente - Guspinese. 
Perimetrazione del sito. 
    Un accordo di programma e' stato sottoscritto il 25 gennaio  1997
tra il Ministero dell'ambiente, la regione autonoma della Sardegna  e
l'Ente Minerario Sardo (EMSA) per i disinquinamento ed il  ripristino
ambientale delle aree minerarie dismesse del Sulcis  -  Iglesiente  -
Guspinese. Gli interventi previsti  nel  suddetto  piano  sono  stati
organizzati sulla  base  del  grado  di  priorita'  e  suddivisi  in:
interventi di  emergenza,  interventi  prioritari  ed  interventi  di
bonifica finale e valorizzazione. 
    Per cio' che concerne gli interventi di  emergenza,  le  aree  in
oggetto  afferiscono  alle  zone  minerarie  di  Masua,  Barraxiutta,
Montevecchio e Ingurtosu, Monteponi,  Campo  Pisano  e  San  Giovanni
nonche' Montevecchio Levante. 
    In  queste  aree  sono  presenti  notevoli  centri  di   pericolo
costituiti da scavi di grandi  dimensione,  discariche  di  materiali
fini di processo, bacini di decantazione fanghi di processo e  cumuli
di scarti di lavorazione. 
    Per fornire un'idea della vastita' del  problema  e  del  rischio
ambientale connesso basti ricordare i 50 scavi (S = 12  ettari,  V  =
1,4 Mm3), le centinaia di discariche (S = 35 ettari, V = 1,5  Mm3)  e
gli abbancamenti dei fini di processo (S = 250 ettari,  V  =  2  Mm3)
nell'area  mineraria  di  Montevecchio  e  Ingurtosu.  Altro  esempio
significativo e' costituito dalla  discarica  di  fanghi  rossi,  che
occupa una superficie di 16 ettari nella Valle d'Iglesias, sottoposta
a intensi fenomeni erosivi ed al conseguente deposito e rilascio  nei
suoli di quantita' notevoli di sedimenti e di  metalli  pesanti  (Pb,
Zn, Cd, Hg, Fe, Cu, Mn). 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Quasi tutti i bacini di contenimento interni  alle  miniere  sono
soggetti a fenomeni  di  instabilita'  degli  argini,  ad  un'intensa
azione erosiva da parte degli agenti meteoclimatici  con  conseguente
inquinamento dei suoli e  delle  acque  superficiali  e  sotterranee.
Significativo e' cio' che avviene nell'area mineraria di Montevecchio
e Ingurtosu (Comuni di Guspini  e  Arbus),  dove  la  risalita  della
falda, non piu' pompata dai cantieri minerari, ha invaso la  galleria
in localita' Casargiu, che trasporta ormai acqua a pH acido (5,5 - 6)
inquinata da metalli pesanti e solfati. 
    In tutte le  aree  in  questione  e'  presente  una  polverosita'
diffusa nell'aria a causa del trasporto  colico  dei  materiali  fini
dalle vaste superfici di discariche e accumuli. 
    Tutte le aree in oggetto sono inserite in  contesti  territoriali
di pregiato valore paesaggistico e ad elevato potenziale turistico. 
    La vastita' dell'area, la  pericolosita'  degli  inquinanti  gia'
presenti nelle acque superficiali e profonde oltre che nei suoli,  il
pregio  ambientale  dell'area,  oltre   al   valore   storico   delle
testimonianze  di  archeologia  industriale  presenti  nella  stessa,
portano a ritenere la situazione  ad  elevato  rischio  sanitario  ed
ambientale. 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi di totali di intervento possono essere cosi' suddivisi: 
 
    

+==================================+===========+======================+
|- emergenze                       |         41|   miliardi di lire   |
+==================================+===========+======================+
|- interventi prioritari           |        260|          "           |
+==================================+===========+======================+
|- boninfica e valorizzazione      |        640|          "           |
+==================================+===========+======================+
|    Totale                        |        941|          "           |
+==================================+===========+======================+

    
 
    Il costo per le emergenze e gli interventi prioritari  e'  quindi
stimabile in circa 301 miliardi. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Sono  state  eseguite  analisi  di  dettaglio  sia  delle   acque
sotterranee che superficiali delle aree minerarie  del  Fluminese  di
Montevecchio,  Levante,  di  Ingurtosu  Naracauli,  di   Montevecchio
ponente, del Rio San Giorgio, dell'anello  metallifero  -  Iglesiente
del Sulcis che hanno eviedenziaro  in  estrema  sintesi  la  presenza
diffusa di metalli quali piombo, zinco,  cadmio,  arsenico,  ferro  e
rame.  A  titolo  di  esempio  il  Rio  Piscinas  ha  evidenziato  un
considerevole aumento delle concentrazioni  dei  suddetti  metalli  a
monte dei lavori minerari che hanno evidenziato concentrazioni di 133
ppm per lo zinco, 1013 ppm per il piombo e 1050 ppm  per  il  cadmio.
Inoltre da diversi mesi si e' determinata la fuoriuscita delle  acque
di falda dopo la chiusura dei lavori minerari. Queste acque riversano
nel Rio Piscinas concentrazioni di metalli  piuttosto  allamanti  (Zn
1500 ppm, Cd 200 ppm, Fe 130 ppm) e una sospensione costituita al 50%
di Fe ai quali occorre porre rimedio con gli interventi di emergenza. 
    Anche sui terreni, sui  sedimenti  fluviali  e  sulle  discariche
minerarie e' stato eseguito  un  programma  molto  circostanziato  di
analisi, che hanno evidenziato  alti  valori  di  concentrazione  dei
metalli pesanti. 
    Un programma di analisi eseguite sui terreni dell'area  mineraria
di Montevecchio Levante (Comune di  Guspini)  ha  evidenziato  tenori
molto elevati di Pb (120 - 11.350 g/t), (Zn 140 - 11.400 g/t), (Cd  3
- 98 g/t) e As (18 - 1.180 g/t), provocando la  desertificazione  dei
suoli circostanti. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Per gli interventi ritenuti di emergenza esistono  dei  piani  di
fattibilita' relativi alle aree minerarie di seguito riportate: 
      Masua - Comune di Iglesias; 
      Barraxiutta - Comune di DomusNovas (Cagliari); 
      Montevecchio, Ingurtosu - Comuni di Guspini e Arbus; 
      Monteponi - Comune di Iglesias; 
      Campopisano, Monteponi, S. Giovanni - Comune di Iglesias; 
      Montevecchio - Comune di Guspini. 
 
                               SICILIA 
 
Comune - Localita'. 
    Biancavilla (Catania). 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale delle aree  urbane  e  suburbane
inquinate da amianto. 
 
Perimetrazione del sito. 
    Il sito e' costituito da una cava ubicata a  Monte  Calvario,  in
prossimita'  del  centro  abitato  di  Biancavilla,  dalla  quale  si
estraeva (Ordinanza del sindaco di Biancavilla n.  32  del  12  marzo
1999 di divieto assoluto dell'attivita' di cava, di  frantumazione  e
movimentazione) del pietrisco lavico contaminato da materiali fibrosi
della famiglia dell'amianto (anfiboli, tremolite, actinolite, etc.) e
da molti edifici del centro  storico  di  Biancavilla  costruiti  con
malte e intonaci prodotti  attraverso  la  macinazione  della  roccia
proveniente dalla cava citata. 
    Un recente studio condotta dall'Istituto superiore di sanita'  in
collaborazione  con  le  competenti  autorita'  sanitarie  locali  ha
evidenziato, sulla base di dati ISTAT, un tasso anomalo di mortalita'
per  tumore  maligno  della  pleura  (mesotelioma)   verificatesi   a
Biancavilla negli anni 1988-1992 riconducibile all'anfibolo di  Monte
Calvario. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    La pericolosita' dell'amianto, la sua presenza diffusa  in  forma
disperdibile sia nel sito di estrazione che nel  centro  abitato,  le
preoccupanti evidenze epidemiologiche di incremento della  mortalita'
per  patologie  riconducibili  all'amianto  portano  a  ritenere   la
situazione ad elevato rischio sanitario ed ambientale. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il costo totale di bonifica e' stato  stimato  pari  a  circa  40
miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    La struttura commissariale ha organizzato un gruppo di lavoro,  a
cui partecipano rappresentanti del  Ministero  ambiente,  Enea,  ISS,
ISPESL e OMS, che ha eseguito una serie di indagini ambientali (ENEA,
ISPESL  e  CRA  Piemonte)  ed  ha  redatto  un  piano  di  intervento
sull'area. 
    Al C.R.A. Piemonte e' stato conferito un incarico da ENEA al fine
di effettuare una campagna di monitoraggio nei suoli e nell'aria  del
comune di Biancavilla, consistente in: 
      prelievo ed analisi di cento campioni di suolo, di cui sessanta
provenienti dalle carote prelevate nel centro abitato di  Biancavilla
e quaranta provenienti dai margini delle strade asfaltate o sterrate,
dalla cava di Monte Calvario e dal materiale di scavo della  galleria
ferroviaria Circumetnea; 
      prelievo ed analisi di  trenta  campioni  di  aria  nel  centro
abitato, in corrispondenza delle strade  sterrate  e  nei  luoghi  di
maggiore traffico veicolare, nonche' nella cava e nella galleria. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il comune di Biancavilla ha  proposto  una  serie  di  interventi
consistenti in: 
      ricoprimento delle aree attualmente  occupate  da  depositi  di
sabbia e materiale sciolto contenente fibre di amianto; 
      attuazione di interventi atti ad abbattere la polverosita'  del
territorio comunale  (asfaltatura  delle  strade,  previa  necessaria
realizzazione di rete fognante ed idrica, etc.), 
      azioni volte a mantenere in sicurezza le fibre  presenti  negli
edifici, quali il confinamento con vernici ricoprenti o simili  degli
intonaci interni, etc. 
    A tale proposito il gruppo di lavoro ha  elaborato  un  piano  di
sicurezza relativo all'esecuzione delle opere sopra descritte. 
    Inoltre l'ENEA,  su  incarico  del  Commissario  di  Governo,  ha
elaborato il "progetto preliminare di messa in sicurezza  provvisoria
della cava di Monte Calvario e di sistemazione del materiale di scavo
nell'abitato e della galleria ferroviaria circumetnea". 
 
                               TOSCANA 
 
Comune - Localita'. 
    Livorno. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica   e   ripristino   ambientale   dell'area   portuale   e
industriale. 
 
Perimetrazione del sito. 
    Il sito occupa un'area portuale dove si sono accumulati sedimenti
sul fondo del canale industriale. 
    I principali inquinanti presenti nei  sedimenti  sono  costituiti
da: metalli pesanti (Pb, Hg, Cu, Zn, Cr) e da idrocarburi policiclici
aromatici (I.P.A.). 
    Il sito e' gia' inserito nel Piano  d'area  relativo  all'area  a
rischio di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 175/1988
e successive modifiche e integrazioni. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    In corso di acquisizione. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I costi dell'intervento possono essere cosi' suddivisi: 
 
 
      fase di dragaggio 4,4 miliardi; 
      fase di trattamento 15,31 miliardi; 
      totale (IVA esclusa) 19,81 miliardi. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Il quantitativo dei sedimenti sul fondo del canale industriale e'
valutato in circa 180.000 mc. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    E' stato elaborato un  progetto  di  bonifica  consistente  nelle
seguenti fasi: 
      analisi dei sedimenti e delle acque; 
      dragaggio dei fondali; 
      analisi dei materiali dragati; 
      stoccaggio; 
      smaltimento e/o recupero tramite: 
        lavaggio basico dei fanghi per la estrazione della componente
organica; 
        inertizzazione   della   componente    inorganica    mediante
miscelazione dei fanghi con cemento, silicato sodico e calce al  fine
di un successivo riutilizzo e/o smaltimento. 
 
                               UMBRIA 
 
Comune - Localita'. 
    Terni - Localita' Valle - Papigno. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale area industriale siderurgica. 
 
Perimetrazione del sito. 
    Il  sito  in  oggetto  comprende  l'area  relativa   all'impianto
siderurgico di Terni, dove vengono prodotti semilavorati  di  acciaio
nella sua configurazione storica ed attuale. 
    La societa' Terni per l'acciaio e  l'elettricita'  ha  svolto  in
passato, le proprie attivita' in varie aree del comune di Terni. 
    In particolare le attivita' produttive che oggi sono  concentrate
in un unico stabilimento, fino alla meta'  degli  anni  '70  si  sono
svolte anche in aree, attualmente dismesse e di proprieta' del comune
di Terni. 
    Consistenti zone delle suddette aree sono  state  utilizzate  per
deposito provvisorio e/o definitivo  di  materiali  di  scarto  delle
attivita' produttive. 
    In particolare gli interventi che saranno attuati riguardano: 
      bonifica e messa in sicurezza dell'area industriale dismessa in
localita' Papigno, e degli ex stabilimenti Gruber e Centurini nonche'
del sito della vecchia discarica per scorie siderurgiche dismessa nel
1972 e ubicata all'interno dell'unita' produttiva; 
      bonifica  e  miglioramento  ambientale  dell'attuale  sito   di
discarica di 2a categoria tipo B per rifiuti  speciali,  attiva,  che
ricomprende una zona  destinata  fino  al  1997  a  discarica  di  1a
categoria, al servizio dei comuni e dell'area ternana; 
      bonifica e messa in sicurezza delle  aree  contaminate  da  PCB
ubicate all'interno dell'attuale stabilimento  siderurgico  A.S.T.  e
nell'area dell'ex stabilimento di Papigno; 
      bonifica e messa in sicurezza delle aree contaminate da amianto
ubicate all'interno dell'attuale stabilimento  siderurgico  A.S.T.  e
nell'area dell'ex stabilimento di Papigno; 
      bonifica e miglioramento ambientale delle aree  contaminate  da
polveri prodotte dal processo siderurgico ubicate sia all'interno che
nelle immediate adiacenze dello stabilimento. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    I siti individuati costituiscono  nel  loro  complesso  una  zona
caratterizzata da  una  netta  prevalenza  di  attivita'  industriali
ancora in essere o dismesse che hanno trovato in quest'area  la  loro
naturale collocazione a partire dagli anni ottanta del secolo  scorso
per una serie di favorevoli  condizioni  legate  essenzialmente  alla
disponibilita'  di  energia  a  basso   costo   ed   una   morfologia
particolarmente adatta per l'installazione di  attivita'  artigianali
ed industriali, ancorche' di notevolissimo  pregio  paesaggistico  ed
ambientale in quanto posta nel tratto iniziale della media  Valnerina
conosciuta  a  livello  nazionale  ed  internazionale  per   le   sue
pecularieta' naturalistiche di  cui  l'emergenza  piu'  rilevante  e'
costituita dalla Cascata delle Marmore. 
    Nel tempo lo sviluppo urbanistico della citta' di Terni ha  fatto
si' che l'area industriale originariamente collocata completamente al
di fuori del nucleo urbano, venisse inglobata nel tessuto cittadino e
quindi  attualmente  lo  stabilimento  A.S.T.  ed   anche   le   aree
industriali dismesse sono completamente  contornate  da  insediamenti
residenziali. 
    Cio' ha comportato che l'attivita' industriale ed i nuclei urbani
interferiscono   fortemente   tra   loro    determinando    reciproci
condizionamenti. 
    Va inoltre fatto rilevare che l'ormai piu' che secolare  presenza
delle suddette attivita' industriali siderurgiche, chimiche e tessili
caratterizzate da processi produttivi di rilevantissima potenzialita'
e di forte impatto, ha dato luogo soprattutto nei periodi passati sia
per la  scarsa  sensibilita'  dei  problemi  ambientali  che  per  la
mancanza di norme di salvaguardia, a situazioni  di  concreti  rischi
per l'ecosistema con pesanti riflessi sull'utilizzo delle aree. 
    Per tali ragioni si ritiene particolarmente  importante  produrre
un tempestivo ed efficace sforzo di risanamento dell'intera area. 
    La  vastita'  dell'area,  il  pregio  naturalistico  delle   aree
circostanti, la sua collocazione nel tessuto cittadino,  il  pericolo
connesso  alla  tipologia  degli  inquinanti  ed  alla  presenza   di
discariche industriali, le ragioni occupazionali portano  a  ritenere
che il sito presenti caratteristiche di elevato rischio ambientale  e
sanitario. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Stimati 41,5 miliardi appaltabili nel  2000,  14,5  miliardi  nel
2001 ed a completamento oltre il 2001 9,0 miliardi, per un totale  di
65,0 miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Da elaborare. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Da elaborare. 
 
                            VALLE D'AOSTA 
 
Comune - Localita'. 
    Emarese - Localita' Settarne-Chassant. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale di  cava  di
amianto e delle annesse discariche. 
 
Perimetrazione. 
    Il sito e' ubicato ad un'altitudine di 1370 m circa s.l.m, ed  ha
un'estensione complessiva di circa 40.000 mq. 
    L'area presenta cumuli ingenti di amianto in  scaglie,  derivanti
dalle vecchie attivita' di cava terminate all'inizio degli  anni  70.
L'area e' stata scavata ad imbuto  di  ampiezza  significativa  e  in
minima parte riempita con materiale di cava;  sono  presenti  diversi
buchi sul versante a monte, derivanti  da  una  gestione  della  cava
effettuata attraverso lo scavo di  gallerie  nella  montagna.  Queste
ultime stanno provocando seri  problemi  di  stabilita'  della  parte
superiore della montagna, che e' anche interessata dalla presenza  di
un piccolo centro abitato. 
    L'intera area e' priva di protezione  e  di  copertura  per  cui,
oltre ai citati problemi di stabilita', e' presente il  problema  del
rischio di dispersione in atmosfera delle  fibre  libere  di  amianto
rilasciate dalle scaglie di minerale cavato ed accumulato nel sito. 
    L'area, essendo ubicata in montagna e soggetta quindi  a  intense
precipitazioni nevose, non e' accessibile nel periodo invernale,  con
conseguenti  difficolta'  di  esecuzione  delle  indagini   e   degli
interventi in sito per almeno sei mesi all'anno. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    In corso di acquisizione. 
    La vastita' dell'area, il pericolo connesso alla tipologia  degli
inquinanti ed alla  presenza  di  discariche  di  rifiuti  contenenti
amianto,   il   pregio   naturalistico   delle   aree    circostanti,
l'instabilita' dei versanti portano a ritenere che il  sito  presenti
caratteristiche di elevato rischio ambientale e sanitario. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il costo degli interventi, comprendenti le fasi preliminari  alla
progettazione, la progettazione stessa, la  messa  in  sicurezza,  la
bonifica ed il ripristino ambientale dell'area,  e'  stimato  pari  a
circa 40 miliardi. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    E' stato elaborato solo in minima parte in riferimento ad  alcune
analisi ambientali. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Da elaborare. 
 
                               VENETO 
 
Comune - Localita'. 
    Mardimago e Ceregnano (Rovigo). 
 
Tipologia dell`intervento. 
    Bonifica area di smaltimento abusivo di rifiuti industriali. 
 
Perimetrazione. 
    Alle porte di Rovigo, nella frazione di Mardimago, si  trova  uno
stoccaggio di  varie  tipologie  di  rifiuti,  noto  come  "discarica
abusiva di Mardimago". L'area e' stata destinata da verde agricolo  a
infrastruttura  di  servizio  dell'impianto  di  seconda   categoria,
consistente in una discarica di tipo II A. Le abitazioni piu'  vicine
si trovano a distanza di circa 400 m. 
    Sull'area, di  superficie  pari  a  circa  16.000  m2,  giacciono
stoccate dalla fine del  1996  circa  21.000  tonnellate  di  rifiuto
"fluff" (proveniente dall'attivita' di demolizione di  autoveicoli  e
costituito da parti gommose,  plastiche  e  di  tessuto  triturate  e
miscelate), circa 1.500 tonnellate di sale da conceria e 8 - 10 big -
bags contenenti polverino.  Il  fluff  risulterebbe  provenire  dalle
ditte "Acciaierie Venete" di Padova  (Transider  Falk),  il  sale  da
aziende del settore conciario (fase di scarnatura delle pelli)  e  il
polverino da impianti di abbattimento dei fumi di acciaieria. 
    Il fluff presenta rischi per la salute pubblica e per  l'ambiente
rappresentati dai fenomeni di combustione  nella  parte  esterna  del
cumulo, con dispersione incontrollata di fiumi e vapori pericolosi in
atmosfera (la periferia della citta' di Rovigo dista circa  6  km  in
linea d'aria). A seguito di un importante fenomeno di combustione del
fluff il Comune ha aperto un procedimento  amministrativo,  emettendo
una  serie  di  ordinanze  comunali   nei   confronti   della   ditta
proprietaria del materiale (Geotecas) e del proprietario del  terreno
(societa' Geotech). Ai sensi del decreto legislativo  n.  22/1997  il
comune di Rovigo  sta  operando,  in  sostituzione  dei  responsabili
inadempienti gia' sottoposti a procedimento penale, per la  messa  in
sicurezza e la bonifica dell'area. Il materiale  in  oggetto  non  e'
stato inserito dal decreto ministeriale 5 febbraio 1998  nella  lista
dei rifiuti non pericolosi riutilizzabili. In attesa  dell'emanazione
del  prossimo  decreto  sulle   tipologie   di   rifiuti   pericolosi
recuperabili, tale tipologia di rifiuto, in base alle  concentrazioni
di  metalli,  alla  presenza  di  oli,  solventi  e  PCB,  e'   stato
classificato come rifiuto tossico - nocivo ai fini dello  smaltimento
in discarica. 
    I cumuli di  sale  non  adeguatamente  protetti  rilasciano,  per
effetto del dilavamento delle acque meteoriche, cloruri  e  materiale
organico nelle acque superficiali dei fossi adiacenti, nel terreno  e
di conseguenza nelle acque di falda; gli ultimi dati di  monitoraggio
ambientale (maggio 1999) hanno infatti segnalato un costante  aumento
della conducibilita' elettrica e del  COD  nelle  acque  circostanti.
Tale tipologia di  rifiuto  e'  stato  classificato  ai  fini  di  un
eventuale  smaltimento  (Deliberazione  C.I.  27  luglio  1984)  come
rifiuto speciale non tossico - nocivo. 
    La  caratterizzazione  chimica  del  polverino   ha   evidenziato
l'elevata  presenza  di  metalli  pesanti  (piombo,  cadmio  e  cromo
esavalente)  e  la  sua  classificazione  ai  fini  di  un  eventuale
smaltimento (Deliberazione C.I. 27 luglio 1984) come rifiuto  tossico
- nocivo. Esso e' inoltre infiammabile ed esplosivo quando macinato e
libera a contatto con acqua arsine e fosfine. 
    Nel  comune  di  Ceregnano,  in  localita'  Lama  Polesine,  sono
presenti ingenti quantita' di fluff all'interno e all'esterno  di  un
capannone di proprieta' della societa' Geotecas. Anche in questo caso
il comune sta operando in via sostitutiva in danno  dei  responsabili
inadempienti. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Dal punto di vista  idrologico  l'area  e'  circondata  da  acque
superficiali consistenti in:  bacino  di  cava  (lato  sud),  fossati
d'irrigazione a confine dell'area (lati nord, est ed  ovest),  canali
di bonifica (scolo Cesta e Ceresolo). 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    I finanziamenti finora ottenuti dalla provincia e  dalla  regione
per la messa in sicurezza e bonifica del sito di Mardimago  ammontano
a 980 milioni. Circa  250  milioni  sono  stati  spesi  per  i  primi
interventi di messa in sicurezza dell'area e per la caratterizzazione
preliminare di tutto il sito. La restante cifra sara' utilizzata  per
l'inizio dell'intervento di bonifica dei cumuli di sale da conceria e
del polverino. 
    Il  costo  totale  dell'intervento  di  bonifica   e   ripristino
ambientale e' stato stimato in circa 13 miliardi di lire, dei quali 4
per il sito di Ceregnano. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Da elaborare 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    La messa in sicurezza del sale da conceria  e'  stata  effettuata
mediante una copertura con tettoia e teli di  idonea  resistenza  per
impedire il percolamento delle acque  meteoriche  mentre  quella  del
fluff e' consistita nella  realizzazione  di  arginature  attorno  al
cumulo e di un sistema di bagnatura della superficie  del  cumulo  al
fine di minimizzare  i  fenomeni  di  combustione  e  la  conseguente
dispersione di aerosol e fumi dannosi per la salute pubblica. 
    Il progetto preliminare di bonifica del sito di Mardimago prevede
per il fluff due alternative: 
      A) Smaltimento transfrontaliero del rifiuto ad esempio in  cave
o miniere in Germania, disponibili ad accettare il  materiale  (costo
pari a circa 9 miliardi). 
      B)  Declassazione  ai  fini  dello  smaltimento  di  parte  del
materiale contaminato (costo pari a circa 7 miliardi), attraverso  le
seguenti fasi: 
        smassamento e separazione meccanica del rifiuto  (separazione
in  lotti   omogenei,   vagliatura   meccanica   nelle   due   classi
granulometriche >  e  <  4  mm,  lavaggio  con  acqua  in  pressione,
caratterizzazione chimica delle due frazioni ottenute); 
        smaltimento finale del  rifiuto  in  discariche  italiane  di
seconda categoria - tipo B. 
    Per quanto riguarda il sale e' prevista la rimozione  ed  il  suo
recupero come antighiaccio stradale (costo  circa  200  milioni).  Il
polverino, in considerazione delle quantita' limitate, sara'  rimosso
e smaltito in discarica (costo circa 8 milioni). 
    Una volta rimossi i rifiuti si procedera'  alla  valutazione  del
grado  di  contaminazione  dei  terreni  sottostanti  e  delle  acque
superficiali e di falda. 
    Un progetto preliminare di bonifica del sito di Ceregnano prevede
l'asportazione e lo smaltimento del fluff  in  discarica  autorizzata
(costo circa 4 miliardi). 
 
                    PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO 
 
Comune - Localita'. 
    Bolzano. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica aree industriali dismesse. 
 
Perimetrazione. 
    Lo stabilimento Aluminia, edificato nei primi anni '30, si  trova
nell'area industriale  di  Bolzano.  Inizialmente  l'area  presentava
dislivelli successivamente colmati  con  materiale  di  riporto;  con
l'ampliamento  dello  stabilimento,   si   resero   necessari   altri
riempimenti  realizzati  anche  con   materiale   proveniente   dalla
demolizione di vecchi capannoni e sale forni, e  molto  probabilmente
con impiego di scorie di produzione provenienti da altri stabilimenti
della zona industriale (Magnesio, Acciaierie). 
    Lo stabilimento produceva  alluminio  a  partire  dalla  bauxite,
costituita dal  58%  di  sesquiossido  di  Al  (Al(base)2  0(base)2),
mescolata con il 23% di ossidi di ferro, 2,5 di silice  (Sio(base)2),
3,5% di ossido di titanio ed acqua. Attraverso  varie  trasformazioni
ed ampliamenti, lo stabilimento ha continuato  a  produrre  alluminio
fino al  1991  (e'  ancora  attiva  la  produzione  secondaria  degli
estrusi): in tutti  gli  anni  di  atti-vita',  i  fanghi  ricchi  di
fluoruri  vennero  raccolti  ed   accumulati   nei   piazzali   dello
stabilimento per poi  essere  portati  in  discariche,  cosi  come  i
residui dei forni delle sale denominati Bz2, che furono accumulati  e
spianati nella parte sud-est  dello  stabilimento,  area  in  cui  lo
spessore di tale accumulo e' testimoniato da scarpate alte circa  tre
metri. 
    L'inquinamento maggiore e' provocato dal fluoruro (presente nella
criolite), che puo' raggiungere le piu' importanti matrici ambientali
attraverso i seguenti meccanismi fisici: 
      diffusione di fumi e polveri in atmosfera, 
      infiltrazione delle acque  di  percolazione  provenienti  dagli
accumuli di stoccaggio delle scorie, 
      percolazione   attraverso   i   materiali   provenienti   dalla
demolizione di parti dello stabilimento ed  utilizzati  per  rilevati
nell'area dello stesso; 
      perdite dalle vasche di decantazione dei fanghi. 
    Lo stabilimento magnesio, che ha iniziato  le  sue  attivita'  di
produzione nell'aprile 1938, ha prodotto  negli  anni  successivi  le
seguenti sostanze: carburo di  calcio,  magnesio  (metodi  Pidgeon  e
Bolzano), ferro, silicio e ossido di bario. 
    La  lavorazione  predominante  all'interno  dell'area  e'   stata
certamente quella relativa  alla  produzione  del  magnesio,  il  cui
residuo  di  lavorazione  e'  un   materiale   di   formula   chimica
Ca(base)2SiO(base)4 (silicato bicalcico). Fino alla fine del 1983, la
presenza di questo residuo di  lavorazione  non  costituiva  problema
ambientale, poiche' veniva conferito ai cementifici  che  lo  usavano
come "filler" all'interno del loro processo  produttivo.  Motivazioni
di carattere economico, hanno in seguito indotto la soc. Magnesio  ad
accumulare, dapprima saltuariamente (1983, 1984) poi con  regolarita'
(dal 1985 fino alla cessazione della produzione avvenuta nel febbraio
1992),  il  residuo  su  di   un'area   situata   all'interno   dello
stabilimento. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    L'area relativa allo stabilimento Aluminia e'  situata  lungo  la
sinistra idrografica del fiume Isarco,  in  particolare  nella  parte
terminale del suo conoide. 
    Il terreno ha un andamento pianeggiante  con  diversi  piani  tra
piazzali e scantinati: in particolare i piazzali sono  realizzati  su
rilevati e quindi a quote superiori rispetto ai terreni adiacenti  ad
est e sud-est. 
    Dal punto di vista idrogeologico, l'area e' caratterizzata  dalla
presenza di due falde idriche sovrapposte, delimitate da  uno  strato
di limo argilloso della potenza minima di 1,5 metri, posto a circa 20
metri di  profondita':  ambedue  gli  acquiferi  sono  costituiti  da
alluvioni ghiaioso-sabbiose piu' o meno limose. 
    L'area dello stabilimento Magnesio, si trova sul conoide  formato
dall'azione combinata del torrente Talvera e  del  fiume  Isarco.  E'
costituita da ghiaie  e  sabbie  in  matrice  scarsamente  limosa,  e
presenta in superficie un livello limo-sabbioso  di  potenza  massima
intorno ai due metri.  I  terreni  risultano  sede  di  un  acquifero
continuo in senso orizzontale e verticale, che costituisce un sistema
monofalda, i cui massimi annuali sono concentrati nei mesi  estivi  e
raggiungono la quota di - 6,20 metri dal piano campagna. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il costo degli interventi di bonifica delle due aree  industriali
e' stato stimato in circa 40 miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Da elaborare. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Da elaborare. 
 
                    PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 
 
Comune - Localita'. 
    Trento - Trento Nord. 
 
Tipologia dell'intervento. 
    Bonifica e ripristino ambientale di aree industriali  dismesse  e
delle rogge pubbliche e private che corrono tangenti ad esse. 
 
Perimetrazione del sito. 
    Il sito e' costituito dalle aree occupate dalle antiche industrie
chimiche Carbochimica (S = circa 5 ettari) e  Sloi  (S  =  circa  5,5
ettari), ubicate nella piana alluvionale della  Val  d'Adige  a  nord
della citta' di Trento, denominata Campotrentino caratterizzata dalla
presenza di un reticolo di fosse, che originariamente  servivano  per
il   drenaggio   delle    campagne,    trasformatesi,    a    seguito
dell'urbanizzazione,  in   collettori   di   raccolta   delle   acque
meteoriche. 
    La Carbochimica Italiana, ex Prada, attiva dall'inizio del secolo
fino ai primi anni '80, distillava catrame e produceva naftalina, oli
per la  preparazione  del  legno,  peci  per  elettrodotti,  anidride
ftalica e acido fumarico. Attualmente l'area,  libera  dai  corpi  di
fabbrica che sono stati interamente demoliti, e' in parte pavimentata
ed in parte ricoperta da vegetazione spontanea. 
    La Sloi, attiva dalla  fine  degli  anni  '30,  produceva  piombo
tetraetile ed altre sostanze altamente tossiche. Lo  stabilimento  fu
chiuso nel 1978, su ordinanza del Sindaco di Trento, a seguito di  un
incendio che provoco' la fuoriuscita di una nube tossica di vapori di
soda caustica. Attualmente gli  impianti  sono  stati  smontati  e  i
fabbricati parzialmente demoliti. 
    Gli inquinanti tipici rilevabili nell'area della ex  Carbochimica
sono  costituiti  da  I.P.A.,  solventi  aromatici   e   fenoli;   la
contaminazione  e'  diffusa  soprattutto  nelle  aree  dei   serbatoi
interrati, di lavorazione e deposito e nei  terreni  di  riporto.  Il
grosso della massa  inquinante  si  e'  arrestata  nella  parte  alta
dell'acquifero (circa - 8 m dal  p.c.);  l'inquinamento  nel  terreno
genera un pennacchio  contaminato  nell'acqua  di  falda,  dove  sono
presenti sostanze inquinanti quali naftalene,  solventi  aromatici  e
fenoli. Le concentrazioni di fenoli, solventi aromatici e  naftalene,
piu'  solubili  in  acqua  e  biodegradabili,  decrescono   in   modo
tendenzialmente esponenziale con  la  distanza  dall'ex  stabilimento
diversamente dagli IPA a tre e quattro anelli (escluso il fenantrene)
che   non   appaiono   sensibili   ad   un   evidente   processo   di
biodegradazione.  E'  importante  rilevare   che   anche   le   rogge
circostanti l'area della Carbochimica (Rio Lavisotto)  e  interessate
dagli antichi scarichi produttivi hanno i fanghi, il terreno  d'alveo
e di subalveo inquinati per spessori di alcuni metri. 
    Gli inquinanti tipici  rilevabili  nell'area  dell'ex  Sloi  sono
costituiti da piombo totale, piombo organico  e  mercurio  (derivante
dall'impianto cloro - soda). La contaminazione da  piombo  tetraetile
e' presente nel terreno di riporto e nell'orizzonte  limoso  e,  come
rilevato dalle analisi allegate al progetto definitivo, e'  massiccia
anche in profondita' nei terreni dell'acquifero, dove e' in atto  una
sua lenta degradazione che origina fasi  solubili  e  polari  (piombo
trietile e dietile), in parte adsorbite dalla frazione argillosa  del
limo ed in parte trasportate dalle acque  di  falda.  La  diminuzione
esponenziale delle concentrazioni di questi composti nelle  acque  di
falda  con  l'aumento  della  distanza  dall'impianto   dismesso   e'
attribuibile non solo alla diluizione e  alla  dispersione  ma  anche
alla biodegradazione. Le rogge  interessate  dagli  antichi  scarichi
della fabbrica presentano notevole contaminazione delle acque  (fossa
Armanelli) e dei sedimenti di piombo totale di piombo organico  e  di
mercurio. 
 
Principali caratteristiche ambientali. 
    Le  aree  ex  industriali  in  oggetto  si  trovano  nella  piana
alluvionale di Trento Nord,  compresa  tra  i  conoidi  del  torrente
Avisio  e  del  Fersina  e  limitata  dai  massicci  carbonatici  del
Soprassasso e del Calisio. 
    Il corso  dell'Adige,  rettificato  ed  arginato,  defluisce  sul
fianco occidentale del fondovalle ad una distanza di circa 500 metri. 
Il sistema idrografico e' costituito da un  reticolo  di  fosse,  che
originariamente  servivano   per   il   drenaggio   delle   campagne,
trasformatesi,  a  seguito  dell'urbanizzazione,  in  collettori   di
raccolta delle  acque  meteoriche;  le  rogge  confluiscono  nel  Rio
Lavisotto, che raccoglie le acque provenienti dal  Monte  Calisio.  I
corsi d'acqua adiacenti alle ex aree industriali e  quindi  anche  il
Lavisotto  sono  stati  interessati  dagli  scarichi  delle   antiche
industrie e presentano quindi un inquinamento diffuso. 
    La successione stratigrafica, dall'alto verso  il  basso,  e'  la
seguente: materiale di riporto (pochi metri), limi passanti a  sabbie
fini (circa 5 metri), ghiaie sabbiose e sabbie con  ghiaia  (circa  7
metri; sede dell'acquifero principale), lente di limi  (max  circa  2
metri), sabbie fini (5 - 10 metri), alternanze  di  sabbie  fini  con
lenti di limi (fino alla profondita' di circa 40 m sotto il p.c.). 
    La falda acquifera, che e' di tipo semiconfinato (K =  3  x  10-3
m/s), scorre in direzione sud con pendenza di circa 0,1  -  0,2%;  la
soggiacenza media della falda e' di circa 2 metri. Esistono  numerosi
pozzi nell'area, che emungevano elevate quantita' di acqua, molti dei
quali non sono piu' utilizzabili in quanto inquinati. 
    La vastita' dell'area, la sua collocazione nel  contesto  urbano,
il  pericolo  connesso  alla  tipologia  degli   inquinanti   (piombo
organico, naftalene, solventi aromatici e fenoli) ed alla presenza di
rifiuti industriali, la vulnerabilita' della falda, la presenza di un
sistema idrografico costituito da una fitta rete di canali  di  acqua
superficiale portano a ritenere che il sito presenti  caratteristiche
di elevato rischio ambientale e sanitario. 
 
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Il costo degli interventi di  bonifica  relativi  alle  due  aree
industriali e' stato stimato pari a circa 115 miliardi  di  lire.  Il
costo della bonifica delle rogge e' stimato in 85 miliardi dei  quali
80 per le rogge di competenza pubblica e 5 per quelle  di  competenza
privata. Il costo totale di bonifica e' quindi stimabile in circa 200
miliardi di lire. 
 
Piano di caratterizzazione. 
    Nel periodo 1994 - 1997, nelle aree della  Carbochimica  e  della
Sloi, sono state effettuate dalle strutture pubbliche e  private  sia
un monitoraggio continuo dei piezometri installati sia una  serie  di
prelievi ed analisi chimiche di  campioni  di  aria,  terreni,  acque
superficiali e di falda. Nel 1996  le  analisi  chimiche  sono  state
estese in  modo  sistematico  anche  alle  rogge,  sulla  base  delle
risultanze di un'analisi di  rischio  effettuata  dalla  P.A.T.  (UWG
'96). Nel 1998 sono stati redatti per le due aree ex industriali  dei
progetti definitivi sulla base di appositi criteri guida,  che  hanno
comportato la preventiva  realizzazione  di  una  vasta  campagna  di
sondaggi (oltre 200), campionamenti ed analisi chimiche. Nello stesso
periodo sono stati presentati i progetti  preliminari  per  le  fosse
pubbliche e private. 
 
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica. 
    Approvazione, da parte della Commissione tutela ambientale  della
provincia autonoma  di  Trento,  ed  esecuzione  di  un  progetto  di
bonifica  per  la  rimozione  dell'amianto  giacente  negli   edifici
dell'impianto industriale ex Sloi. 
    Recinzione di tutti i  siti  inquinati  (aree  ex  industriali  e
fosse). 
    Monitoraggi  cadenzati  e  definiti  sulla   base   di   appositi
protocolli sia delle acque superficiali sia di quelle di falda. 
    Progetto della barriera  idraulica  per  l'intercettazione  e  la
depurazione  della   falda   inquinata   in   uscita   dall'area   ex
Carbochimica. 
    Progetto di disattivazione, mediante by pass a monte, del  flusso
idrico del tratto inquinato della fossa Armanelli. 
    Istituzione  di  una  vasta  area  di  controllo   edilizio   con
prescrizioni di qualificazione dei suoli, delle acque  e  divieto  di
emungimenti che  possono  provocare  movimentazioni  in  falda  degli
inquinanti. 
    Disattivazione di pozzi ad uso irriguo nelle aree  circostanti  i
siti inquinati ed in  particolare  quelli  ricadenti  nel  pennacchio
dell'ex Carbochimica.