(Allegato 2)
                             ALLEGATO 2 
 
UTILIZZO DI TECNICHE ISTOPATOLOGICHE, IMMUNOISTOCHIMICHE E MOLECOLARI
   PER L'EVIDENZIAZIONZE DI LESIONI E DI MICOBATTERI  TUBERCOLARI  SU
   MATERIALE FRESCO E TESSUTI FISSATI DI ANIMALI INFETTI MACELLATI  O
   MORTI; DA EFFETTUARSI OVE RICHIESTO. 
 
A. Esame anatomo-isto-patologico. 
   Il medico veterinario deve  eseguire  una  accurata  e  meticolosa
necroscopia  del  bovino  o  bufalino  abbattuto  dopo  la   reazione
tubercolinica positiva. 
   La sua attenzione deve essere volta in particolare agli organi  di
entrata del micobatterio  e  cioe'  polmone,  intestino  e  fegato  e
soprattutto sui relativi  linfonodi  regionali.  Su  di  essi  devono
essere  eseguiti  piu'  tagli  paralleli  al  fine   di   evidenziare
l'eventuale presenza di tubercoli miliari o submiliari che altrimenti
potrebbero sfuggire all'esaminatore. 
   Una volta riscontrata la o le lesioni sospetta/e una parte di esse
deve essere fissata in formalina  tamponata  al  10%  per  gli  esami
istopatologici al fine di accertare la diagnosi o, eventualmente,  di
eseguire una diagnosi differenziale da lesioni simili, da  parte  del
laboratorio autorizzato. Il laboratorio dovra' eseguire sulla sezione
istopatologica la ricerca dei  micobatteri  mediante  colorazione  di
Ziehl-Neelsen. 
B. Tecniche immunoistochimiche. 
   Mediante l'utilizzo di  anticorpi  policlonali  e  monoclonali  e'
possibile  evidenziare  la  presenza  di  antigeni   di   micobatteri
tubercolari in sezioni di tessuto opportunamente fissate in formalina
tamponata al 10% e incluse in  paraffina;  il  prelievo  va  eseguito
subito dopo la macellazione  dell'animale,  su  tessuti  con  lesioni
possibilmente non calcificate. 
   La tecnica consiste in una colorazione immunoistochimica del  tipo
immunoperossidasi indiretta, in cui l'anticorpo policlonale  (diretto
contro antigeni comuni ai vari tipi  di  micobatteri)  o  monoclonale
(diretto contro antigeni specifici dei vari micobatteri) si  lega  ai
rispettivi  antigeni  presenti  nel  tessuto.   I   tessuti   infetti
presentano  pertanto  una   positivita'   finemente   granulare   nel
citoplasma  delle  cellule  giganti,  dei  macrofagi  e  nelle   aree
necrotiche. 
   Il metodo immunoistochimico presenta  numerosi  vantaggi.  Infatti
consente innanzitutto di diagnosticare un'infezione tubercolare molto
piu' rapidamente rispetto all'isolamento. In secondo  luogo  presenta
una maggiore  specificita'  e  sensibilita'  rispetto  ai  metodi  di
colorazione istochimica quali  la  Ziehl-Neelsen,  in  quanto  rileva
antigeni  di  micobatteri,  frammenti  di   microrganismi   morti   o
micobatteri con pareti "difettive" (a  differenza  della  colorazione
Ziehl-Neelsen che  evidenzia  solo  micobatteri  intatti)  e  con  un
notevole   vantaggio   sull'isolamento,   che    richiede    comunque
microrganismi vivi. 
C. Tecniche di patologia molecolare. 
C1. Ibridazione in situ. 
   Il metodo dell'ibridazione in situ si basa  sull'osservazione  che
una catena singola di un  frammento  di  DNA  o  RNA  contenente  una
sequenza complementare si lega al DNA o  RNA  cellulare  se  esistono
appropriate condizioni di temperatura, forza ionica e pH. Se  poi  il
frammento di DNA o RNA viene preventivamente marcato con sostanze che
segnalino l'avvenuta reazione (marcanti radioattivi oppure biotina  e
sistema ABC) avremo la possibilita' di una localizzazione morfologica
precisa. 
   Tale tecnica effettuata  su  materiale  fissato  in  formalina  ed
incluso in paraffina e' in grado di abbinare  l'elevata  specificita'
dell'evidenziazione della presenza di DNA o RNA di  micobatteri  alla
localizzazione nella reazione in cellule specifiche. 
C2. Reazione a catena della polimerasi (PCR). 
   Questa tecnica e' una metodica di amplificazione di un segmento di
DNA. Essa si basa sull'osservazione che per la sintesi di  una  nuova
catena nucleotidica, una  sequenza  di  DNA  complementare,  chiamato
"primer", deve legarsi agli estremi 3' e 5' terminali del segmento di
DNA da amplificare (DNA stampo). In  questo  modo  la  sintesi  della
nuova doppia catena di DNA avverra' ad opera  di  una  DNA-polimerasi
termostabile, attraverso l'addizione di nucleotidi complementari alla
catena-stampo, nella regione di DNA posta tra i  due  "primers".  Dal
momento che la nuova catena di  DNA  complementare  e'  in  grado  di
legare i "primers", in ogni ciclo replicativo  la  quantita'  di  DNA
sintetizzato doppia rispetto al  ciclo  precedente,  con  conseguente
incremento logaritmico della sequenza di DNA da studiare. I  vantaggi
di questa tecnica sono rappresentati dalla purezza del DNA  prodotto,
dalla elevatissima specificita',  dalla  rapidita'  con  cui  possono
essere ottenuti risultati altamente attendibili e dalla  possibilita'
di  amplificare  sequenze  piccolissime  di  DNA  (fino  a   1   ng).
Quest'ultima caratteristica puo' essere utilizzata  per  tipizzare  i
diversi  micobatteri  patogeni  e  non  presenti  in  un  determinato
campione sulla base  di  minime  differenze  specie-specifiche  della
sequenza nucleotidica del DNA. 
   Per l'effettuazione della reazione deve essere disponibile, almeno
nelle fasi  iniziali  dello  studio,  materiale  fresco  o  congelato
(-20(gradi) C/-80(gradi) C) entro un'ora dalla morte dell'animale. 
 
     TECNICHE DI ISOLAMENTO E DI IDENTIFICAZIONE DEI MICOBATTERI 
 
1. Raccolta e trasporto dei campioni. 
   La diagnosi definitiva di tubercolosi, o di altre  micobatteriosi,
richiede che i micobatteri siano isolati  dal  materiale  inviato  al
laboratorio per la coltura. 
   L'efficacia diagnostica non dipende solo dai metodi usati  per  la
coltura dei micobatteri ma anche dal modo con  cui  i  campioni  sono
stati raccolti e trasportati. 
1.1. Raccolta. 
   Tessuti, linfonodi, organi: pezzi di tessuto sospetti di contenere
micobatteri vengono raccolti asetticamente  e  messi  in  contenitori
sterili senza conservanti o fissativi. 
1.2. Trasporto. 
   Il campione da esaminare deve arrivare il prima possibile e  nelle
condizioni migliori al laboratorio. 
   Per i tessuti, qualora l'invio al laboratorio non  sia  immediato,
sara' necessario conservare il materiale a 4 (Piu' o Meno) 2  (gradi)
C un massimo di quattro giorni. 
   Diversamente il campione va congelato. 
2. Tecniche di colorazione. 
   La presenza dei micobatteri  nei  materiali  clinici  puo'  essere
dimostrata con l'esame microscopico di strisci  colorati  utilizzando
la tecnica di Ziehl-Neelsen. 
3. Operazioni preliminari alla semina: metodi di decontaminazione. 
   Il materiale clinico sospetto di contenere micobatteri, e'  spesso
contaminato anche da  altre  specie  microbiche.  Pertanto  prima  di
procedere alla semina, i campioni dovranno essere  decontaminati  con
tecniche a diverso grado di lesivita'  per  micobatteri,  rispettando
strettamente i tempi di contatto con i rispettivi decontaminanti. 
   Le  tecniche  sotto  descritte   possono   essere   impiegate   in
alternativa. 
3.1. Idrossido di sodio 4%. 
   - Trattare l'omogeneato con ugual volume di NaOH al 4% 
   - Mantenere in termostato a 37 (gradi) C per 30' 
   - Neutralizzare il sedimento con acido solforico al 10% goccia a 
goccia utilizzando il rosso fenolo come indicatore di pH 
   - Centrifugare per 15' a 3.000 g a 20 (gradi) C o per 20' a 2.000 
g 
   - Eliminare il surnatante 
   - Risospendere il sedimento con 2 ml di tampone fosfato pH  6,8  e
inoculare  i  terreni  di  coltura  con  1  ml;   destinare   l'altro
millilitro, diluito 1/10 in tampone fosfato pH 6,8 alla  inoculazione
degli animali da esperimento, qualora si voglia ricorrere alla  prova
biologica. 
3.2. Sodiododecilsolfato di sodio (Laurilsolfato di sodio) (SDS) 
3,16% + NaOH 1% 
   - Trattare l'omogenato con ugual  volume  di  decontaminante  (SDS
3,16% + NaOH 1%) 
   - Mantenere a temperatura ambiente in agitazione per 40' 
   - Aggiungere acido fosforico 1,43% e Porpora di bromocresolo 
0,006% fino a viraggio dell'indicatore al giallo arancio 
   - Centrifugare per 15' a 3.000 g a 20 (gradi ) C o per 20' a 2.000 
g 
   - Eliminare il surnatante 
   - Risospendere il sedimento in 10 ml di soluzione fisiologica 
sterile 
   - Centrifugare per 15' a 3.000 g a 20 (gradi) C o per 20' a 2.000 
g 
   - Risospendere il sedimento in 2 ml di tampone fosfato  pH  6,8  e
inoculare  con  1  ml  i  terreni  di  coltura;   destinare   l'altro
millilitro, diluito 1/10 in tampone fosfato pH 6,8 alla  inoculazione
degli animali da esperimento, qualora si voglia ricorrere alla  prova
biologica. 
3.3. Esadecilpiridiniocloruro (HPC) (Cetilpiridiniocloruro CCP) 1,5% 
   - Trattare l'omogenato con ugual volume di HPC 1,5% 
   - Mantenere a temperatura ambiente in agitazione per 30' 
   - Centrifugare per 15' a 3.000 g a 20 (gradi) C o per 20' a 2.000 
g 
   - Risospendere il sedimento in 2 ml di tampone fosfato  pH  6,8  e
inoculare  con  1  ml  i  terreni  di  coltura;   destinare   l'altro
millilitro, diluito 1/10 in tampone fosfato pH 6,8 alla  inoculazione
degli animali da esperimento, qualora si voglia ricorrere alla  prova
biologica. 
4. Semina e terreni di isolamento. 
   La semina viene effettuata in ragione  di  0,2  ml  del  preparato
utilizzando i seguenti terreni colturali solidi preparati a becco  di
clarino a diversa selettivita': 
    - 2 provette di Lowenstein-Jensen 
    - 1 provetta di Lowenstein-Jensen senza glicerina con 0,5% di 
piruvato di sodio o una provetta ai Stonebrink 
5. Incubazione delle colture. 
   I terreni inoculati vanno posti in termostato a 37 (gradi) C e una
delle due provette di Lowenstein-Jensen a 43 (gradi) C. 
   E' preferibile usare un'atmosfera al 5-10% di CO2. 
   Le colture vanno esaminate in prima lettura dopo 2-5 giorni ed  in
seguito settimanalmente per 6-12 settimane. 
6. Inoculazione di animali da esperimento. 
   Generalmente l'inoculazione in animali viene poco usata, esistendo
numerose tecniche in vitro per l'isolamento e l'identificazione  piu'
specifiche. 
   Alla prova biologica si  puo'  ricorrere  in  parallelo  all'esame
colturale, nel caso in cui si sospetti la presenza di micobatteri  in
scarso numero nel campione o una forte contaminazione di questo. 
   Puo' essere utilizzata anche a fini identificativi (vedi tabella). 
   La prova biologica classica si effettua inoculando 
   contemporaneamente 1 ml di omogenato decontaminato nel muscolo 
   della coscia di 2 cavie, 1  ml  per  via  intraperitonale  in  due
conigli e 1 ml per via endovenosa in due polli adulti. 
 
                    PATOGENICITA' DEI MICOBATTERI 
                    NEGLI ANIMALI DA LABORATORIO 
    

+------------------+-------------+---------------+-------------------+
|                  |    Cavia    |     Pollo     |    Coniglio       |
+------------------+-------------+---------------+-------------------+
|  M. bovis        |      +      |       -       |        +          |
+------------------+-------------+---------------+-------------------+
|  MAI complex     |      -      |       +       |        +          |
+------------------+-------------+---------------+-------------------+
|  M. tuberculosis |      +      |       -       |        -          |
+------------------+-------------+---------------+-------------------+
    
* M. avium-intracellulare complex 
 
 7. Identificazione. 
   Per identificare i micobatteri e' necessario  basarsi  su  diversi
caratteri: 
    - l'acido resistenza 
    - tempo, temperatura e aspetto di crescita 
    - assenza di pigmento nei principali micobatteri di interesse 
veterinario 
    - tests biochimici 
7.1. Tab. 2. 
 
                     IDENTIFICAZIONE PRESUNTIVA 
    

_____________________________________________________________________
               |          |         |           |           |
Micobatteri    | Crescita | Ureasi  |Riduzione  |Riduzione  |Niacina
               |__________|         |           |           |
               | 37    43 |         | tellurito |   nitriti |
               |gradi gradi         |           |           |
_______________|__________|_________|___________|___________|________
               |          |         |           |           |
M. bovis       | L     _  | (+ o -) |  (+ o -)  |      _    |    _
MAI complex    | L     _  |    _    |     +     |      _    |    _
M. tuberculosis| L     _  | (+ o -) |  (+ o -)  |      +    |    +
Micobatteri    |          |         |           |           |
rapida crescita| R     _  |    +    |     +     |   (+ o -) | (+ o -)
_______________|__________|_________|___________|___________|________

L = Crescita lenta &gt 7 gg
R = Crescita rapida &lt 7 gg

    
   Tutte le  prove  devono  essere  eseguite  a  partire  da  colture
abbondanti in attiva fase di crescita e vanno sempre accompagnate  da
controllo positivo e negativo. 
7.2. Ureasi. 
   - Inoculare 1 o 2 ansate di coltura in 4 ml  di  brodo  contenente
urea (2%), glucosio (0,1%) e rosso fenolo (0,0012%) (colorazione 
rosso-arancio) e incubare a 37 (gradi) C per 3 giorni 
   - La reazione e' positiva per viraggio del colore del terreno 
verso il rosso porpora 
7.3. Riduzione del tellurito. 
   - Inoculare 1 o 2 ansate di coltura in 5 ml di  brodo  Middlebrook
7H9 e incubare a 37 (gradi) C per 7 o piu' giorni, fino a crescita 
visibile 
   - Aggiungere 0,1 ml di una soluzione acquosa di potassio tellurito 
allo 0,2% e reincubare per 4 giorni 
   - La reazione e' positiva quando compare un precipitato nero 
7.4. Riduzione dei nitrati. 
   - Inoculare 1 o 2 ansate di coltura in 1 ml di substrato  (Nitrato
di sodio 0,01 M in tampone fosfato 1/45 M pH 7) e incubare per 2 ore 
per 37 (gradi) C 
   - Aggiungere 0,1 ml di una soluzione acquosa di acido  sulfanilico
allo 0,8% e acido acetico al 28,5% e 0,1 ml di una soluzione acquosa 
di N,N-Dimetil-1-naftilammina allo 0,6% e acido acetico al 28,5% 
   - La reazione e' positiva per comparsa di colore rosso 
   - La reazione e' negativa se il colore rosso compare solo dopo 
aggiunta di polvere di zinco 
7.5. Niacina. 
   - Aggiungere 1 ml di acqua distillata sterile ad  una  coltura  in
Lowenstein-Jensen, lasciare per 2 ore a temperatura ambiente 
affinche' avvenga l'estrazione dal terreno 
   - Trasferire 0,5 ml dell'estratto in una provetta,  aggiungere  un
ugual volume di  soluzione  alcoolica  di  anilina  al  4%  e  quindi
aggiungere 0,5 ml di bromuro di cianogeno al 10% (da  non  inalare  o
mettere  a  contatto   con   la   cute   ed   eliminare   solo   dopo
alcalinizzazione con NaOH) 
   - Un immediato sviluppo di colore giallo indica la positivita' 
della reazione 
   Un'alternativa al metodo sopra descritto e' l'utilizzo di  strisce
per il test Niacina reperibili in commercio.