IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
                           di concerto con
           IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  Visto  l'art.  6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986, n.
349;
  Visto  il  decreto  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri del
10 agosto 1988, n. 377;
  Visto  il  decreto  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri del
27 dicembre  1988, concernente "Norme tecniche per la redazione degli
studi  di  impatto  ambientale  e  la  formulazione  del  giudizio di
compatibilita'  di  cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349,
adottate  ai  sensi  dell'art.  3  del  decreto  del  Presidente  del
Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377";
  Visto  l'art.  18,  comma  5,  della legge 11 marzo 1988, n. 67; il
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 febbraio 1989
costitutivo   della   Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto
ambientale  e  successive  modifiche  ed integrazioni; il decreto del
Ministro     dell'ambiente    del    13 aprile    1989    concernente
l'organizzazione  ed  il funzionamento della predetta Commissione; il
decreto  del  Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 marzo 1997
per   il   rinnovo   della  composizione  della  Commissione  per  le
valutazioni dell'impatto ambientale;
  Vista   la   domanda  di  pronuncia  di  compatibilita'  ambientale
concernente  il  progetto  di  variante  al Piano regolatore portuale
(PRP)  da  realizzarsi in comune di Ravenna presentata dall'Autorita'
portuale  di Ravenna con sede in via Magazzini Anteriori n. 63, 48100
Ravenna, in data 25 febbraio 1999;
  Vista   la   documentazione   integrativa  trasmessa  dalla  stessa
Autorita'  portuale  di  Ravenna in data 9 giugno e 9 settembre 1999,
28 febbraio e 30 marzo 2000;
  Vista  la  nota  n.  AMB/AMB/4723  della regione Emilia-Romagna del
9 marzo  2000,  pervenuta  il  17 marzo  2000,  con cui si esprime un
parere favorevole con prescrizioni;
  Vista  la  nota  n.  ST/408/4102/2000 del Ministero per i beni e le
attivita'  culturali  del 22 febbraio 2000, pervenuta in data 2 marzo
2000, con cui si esprime parere favorevole con prescrizioni;
  Visto  il  parere  n.  365  formulato  in data 1o giugno 2000 dalla
Commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto ambientale, a seguito
dell'istruttoria  sul  progetto presentato dall'Autorita' portuale di
Ravenna;
  Considerato che in detto parere la Commissione ha preso atto che la
documentazione tecnica trasmessa consiste in un progetto riguardante:
la  "Variante  al  Piano regolatore portuale" che prevede le seguenti
11 modifiche:
    1) porto turistico di Marina di Ravenna;
    2) porto passeggeri di porto Corsini;
    3)  darsena  traghetto  Azienda  trasporti  e  mobilita'  a porto
Corsini;
    4) banchine "Magazzini generali-PIR-ENEL";
    5) canale Piombone;
    6) bacino Trattaroli;
    7) banchine "Marcegaglia - Enichem";
    8) infrastrutture viarie e ferroviarie;
    9) sporgente San Vitale;
   10) programma di riqualificazione urbana "Darsena di citta'";
   11) bacino di testata del porto canale.
  Porto turistico (Modifica 1):
    viene  sancita  la  nuova  destinazione  d'uso a porto turistico,
azzerando  le  funzioni  non  pertinenti  previste  nell'area dal PRP
vigente;   contestualmente  sono  recepite  le  indicazioni  del  PRG
comunale.  Il  porto  turistico  occupa  una  parte della darsena sud
dell'avamporto di Ravenna, dove si e' sviluppato a partire dagli anni
sessanta  e  costituisce  un'importante realta' che si e' consolidata
nel  tempo.  Tale  darsena,  oltre  alla prevalente funzione di porto
turistico,  comprende  attualmente  anche  una  zona  di ricovero per
pescherecci, mezzi di servizio ed imbarcazioni minori;
    il  progetto  stabilisce la nuova destinazione d'uso a solo porto
turistico con la delocalizzazione delle altre funzioni;
  Porto Corsini (Modifica 2):
    la  modifica  consiste  nella  nuova  destinazione  d'uso a porto
passeggeri  col  conseguente superamento delle funzioni esistenti non
compatibili;  contestualmente viene prevista una diversa sistemazione
urbanistica  che deve integrarsi con le opere marittime da realizzare
secondo un preciso rapporto tra superfici acquee e costiere;
    per   realizzare  la  modifica  ipotizzata  dalla  variante  sono
previste  un  certo  numero  di  attivita'  comprendenti lo scavo dei
fondali  dell'avamporto,  la costruzione e l'adeguamento di tratti di
banchine,  la  realizzazione  di  opere di difesa e la costruzione di
edifici  sull'area retrostante lo specchio acqueo, in accordo con gli
indici generali di progettazione cui si e' in precedenza accennato;
    nel   corso   dell'istruttoria,   a   seguito   delle  criticita'
evidenziatesi   per   la   realizzazione  dello  scalo  passeggeri  e
crocieristico  nell'avamporto  nord  di  porto  Corsini,  l'Autorita'
portuale  ha verificato la possibilita' di localizzazioni alternative
di  tale  scalo che fossero compatibili col PRP vigente e che fossero
tecnicamente  possibili.  Sempre  in  corso d'istruttoria era infatti
emersa  la  possibilita'  (indicata  anche da talune osservazioni del
pubblico)  di  realizzare lo scalo nella darsena sud-ovest del "Largo
Trattaroli"  nella  sinistra  del canale. A seguito di verifica, tale
localizzazione  e'  risultata  compatibile  con  il  PRP vigente (non
necessita  quindi  di  varianti)  e  dall'Autorita' portuale e' stata
ritenuta  tecnicamente  realizzabile  e  funzionale  (anche  se  meno
favorevole   rispetto   alla   richiesta   originaria   per  distanza
dall'imboccatura e per ampiezza degli spazi d'acqua).
  Il  Piano operativo triennale, approvato dall'Autorita' portuale il
24 febbraio  2000,  ha previsto quindi la realizzazione di tale scalo
nella  citata  nuova  localizzazione  di  largo Trattaroli. E' ora in
corso di realizzazione la progettazione dello scalo sulla base di una
serie  di  verifiche fatte sul mercato traghettistico e croceristico.
L'Autorita'   portuale   ha   deciso   di   realizzare  le  opere  di
urbanizzazione  connesse  e  ne  ha  ultimato  la  progettazione.  Le
procedure di appalto sono in corso.
  Darsena  traghetto  Azienda  trasporti  e  mobilita'  (ATM) a porto
Corsini (Modifica 3):
    il  PRP  prevedeva di spostare la darsena per traghetti di Marina
di  Ravenna,  che  e'  attualmente  prospiciente  a  quella  di porto
Corsini,  verso  mare  lungo  la  sponda  destra del canale Candiano.
Questa  modifica  era  imposta  dall'allargamento  della  curva della
Baiona,   la   quale   doveva  essere  demolita  massicciamente,  con
conseguente  interferenza  sull'esistente darsena ATM sul lato Marina
di Ravenna. Successivamente la previsione di spostare la darsena lato
Marina  di Ravenna e' stata ritenuta superata ed e' stato previsto di
modificare  la  curva  della  Baiona secondo un diverso profilo ed in
modo  piu'  contenuto,  rendendo  tecnicamente possibile mantenere la
darsena  nell'attuale posizione. Per quanto riguarda il profilo delle
banchine   lato  porto  Corsini,  il  PRP  prevedeva  un  consistente
arretramento  a  scapito  della  fascia  demaniale,  con  esproprio e
demolizione di alcune unita' immobiliari, e spostamento della darsena
per  traghetti  verso  mare  in corrispondenza di quella prevista sul
lato  Marina  di  Ravenna.  Un  arretramento  cosi' consistente della
banchina   attuale  sarebbe  di  difficile  realizzazione  in  quanto
coinvolgerebbe  molte  unita'  immobiliari,  il cui esproprio sarebbe
sicuramente troppo oneroso. Risulterebbe inoltre ridotta l'estensione
dell'area   retrostante  la  banchina  che  e'  molto  frequentata  e
rappresenta un punto vitale per porto Corsini.
  La variante propone di realizzare una banchina che raccordi il molo
nord  all'attuale  difesa  di sponda piu' interna lungo il canale. La
modifica  determina solo un modesto arretramento della darsena per il
traghetto  verso  l'abitato,  mantenendola  all'incirca  in posizione
corrispondente  alla  darsena  di  Marina  di  Ravenna.  La  modifica
mediante  demolizione dell'attuale banchina e dragaggio del materiale
retrostante prevede di realizzare un nuovo profilo di banchina ed una
darsena  per  il  ricovero dei mezzi di scorta dell'ATM, in posizione
avanzata  rispetto  alla precedente ma tale da permettere la sosta in
posizione  di  sicurezza  rispetto  al  transito  di  altri mezzi nel
canale.   La   soluzione   permette  anche  di  allargare  il  tratto
dell'imboccatura del Candiano secondo un profilo continuo rispetto al
nuovo molo guardiano di porto Corsini.
  La  variante  permette  inoltre  di  limitare  gli espropri a pochi
terreni  e  fabbricati,  di non demolire nessun edificio e di dragare
una minore quantita' di materiale rispetto a quanto previsto nel PRP;
  Le azioni di progetto prevedono la demolizione di banchine ed altre
opere  in  materiale  cementizio,  lo  scavo  del terreno sottostante
l'attuale  banchina  e  la  realizzazione  di  una nuova banchina con
conseguenti   azioni  di  demolizione,  dragaggi,  movimentazione  di
materiale,  smaltimento  dello stesso in casse di colmata, in mare ed
in discarica.
  Il  volume della quantita' di materiale da asportare per realizzare
la  variante puo' essere stimato all'incirca pari a 60.000 m3, di cui
circa  1.300 m3 e' costituito da cemento armato ed asfalto, derivante
dalla demolizione della banchina e di parte del piazzale retrostante.
  Banchine "Magazzini generali PIR - ENEL" (Modifica 4):
    la  modifica coinvolge le banchine delle societa' ENEL, Magazzini
generali  e P.I.R., le quali sono localizzate sulla riva sinistra del
Candiano  nella  zona che precede la confluenza con il canale Baiona.
Il  PRP  vigente prevede l'allargamento del canale Candiano, lungo la
riva  in  cui  si  affacciano  tali industrie, ad un valore di 150 m.
Questa  azione  causerebbe la demolizione di tutte le banchine con un
arretramento della linea di riva da un valore minimo di circa 4 m, ad
un  valore  massimo  di  circa  16 m. Per quanto riguarda la centrale
ENEL,  la  realizzazione  dei  lavori secondo quanto previsto dal PRP
determinerebbe  la  demolizione  delle  bocche di presa dell'acqua di
raffreddamento  della centrale, le quali sono presenti sulla riva del
Candiano,  e di una consistente parte delle opere di fondazione della
ciminiera  principale.  L'ENEL  ha  chiesto  la  modifica  di  quanto
previsto  nel  PRP riguardo il profilo delle linea di riva al fine di
evitare  la  demolizione  di  tali  opere.  La modifica prevede cosi'
l'arretramento  della  linea  di  sponda  solo  di 7 m, contro i 16 m
precedenti, permettendo cosi' di conservare le bocche di aspirazione.
Per  quanto  riguarda  le  banchine  dei  Magazzini  generali e della
P.I.R.,  quest'ultima  societa'  ha chiesto di evitare la demolizione
dell'attuale  banchina  in  corrispondenza dei Magazzini generali, in
quanto  essa  e'  stata  recentemente  ristrutturata  e  deve  essere
salvaguardato  il  fabbricato esistente alle sue spalle, che si trova
in  posizione  molto  prossima alla riva. La variante consiste quindi
nel  mantenere  l'attuale  banchina  dei  Magazzini  generali,  e  di
allineare  con  questa la banchina verso mare in corrispondenza della
societa' P.I.R.
  La  modifica  consiste  nella  realizzazione di un nuovo profilo di
riva  il quale ha il vantaggio di permettere il dragaggio di un minor
quantitativo  di  materiale,  di evitare la demolizione di importanti
opere  di  servizio  per  la centrale ENEL e della banchina Magazzini
generali che e' stata recentemente ristrutturata. Inoltre la modifica
permette  di  realizzare  l'allargamento  del  canale  Candiano ad un
valore che e' mediamente pari a quello previsto dal PRP, ossia 150 m,
salvo un breve tratto che avra' una larghezza pari a 145 m.
  La   variante   permette   inoltre  di  ridurre  il  costo  per  la
realizzazione  del  nuovo  profilo,  in  quanto si dovranno costruire
all'incirca  solo  700  m  di  banchina  contro  900 m secondo quanto
previsto  dal  PRP, con un notevole risparmio economico. Sara' quindi
possibile  contenere  anche i tempi di intervento, e come conseguenza
si  limiteranno  gli  impatti  ambientali  sulle aree limitrofe, come
sara' descritto nel seguito;
    per   realizzare   l'intervento   e'   prevista  un'attivita'  di
smantellamento  delle  banchine  ENEL e P.I.R. esistenti, di scavo ed
asporto di materiale e di costruzione della nuova banchina.
  La  realizzazione della modifica permette di conservare le opere di
interesse  per  la centrale ENEL e di dragare una minore quantita' di
materiale  rispetto  a  quanto  previsto  nel  PRP.  Il  volume della
quantita' di materiale che deve essere complessivamente asportato per
realizzare la variante puo' essere stimato all'incirca a 52000 m3, di
cui  circa 9000 m3 sono in c.a. a seguito della demolizione delle due
banchine;
  Canale Piombone (Modifica 5):
    la  modifica al PRP interessa la Pialassa del Piombone, un bacino
demaniale  marittimo di circa 310 ha, collegato al mare attraverso il
canale  Candiano  e  situato  nel  territorio del comune di Ravenna a
sud-est  dello stesso Candiano. Il bacino e' una vasta zona umida che
e' stata inserita nel perimetro del Parco regionale del delta del Po,
sulla base della legge regionale n. 27 del 2 luglio 1988. La Pialassa
e'  interessata  sulla sponda ovest dalla presenza di insediamenti di
carattere  industriale e portuale, mentre la parte est presenta ampie
zone  che  conservano  le  caratteristiche  tradizionali  delle valli
ravennati.  La  modifica  mira  alla razionalizzazione della presenza
contestuale  di  due aree a diversa destinazione; a tal fine e' stato
sottoscritto  in  data  7 luglio  1997  l'Accordo di Programma per il
risanamento  della Pialassa del Piombone tra il comune e la provincia
di   Ravenna,   l'Autorita'   portuale   di   Ravenna,   la   regione
Emilia-Romagna ed il Consorzio del Parco del Po.
  Per  quanto  riguarda  le  attivita'  portuali, il PRP prevedeva di
estendere l'ambito delle funzioni di tipo commerciale, intermodale ed
industriale,  presenti  nel  porto  di  Ravenna  nella  Pialassa  del
Piombone.  A  tal  fine  era  prevista  la realizzazione di un canale
navigabile  della larghezza di 160 m e profondita' di 11,50 m s.l.m.,
a  servizio  degli  insediamenti produttivi attuali e futuri lungo la
sponda  ovest  della Pialassa (penisola Trattaroli). Nello stesso PRP
si  riportava  l'indicazione  di  una zona per attivita' e servizi di
tipo  portuale  di circa 11 ha di estensione da sottoporre a progetto
unitario  particolareggiato.  In sede di PRG 93 la soluzione proposta
dal  PRP  e'  stata  oggetto  di ulteriore definizione, e la modifica
proposta  recepisce  di  fatto  quanto contenuto nel suddetto PRG. Il
principale   cambiamento  che  caratterizza  tale  modifica  consiste
nell'ampliamento  dello  specchio  acqueo  con  destinazione portuale
sulla  sponda ovest della Pialassa del Piombone, a scapito della zona
naturalistica.  A fronte di quest'azione e' prevista la cessione alla
zona  naturalistica  della  Pialassa di una porzione di superficie di
pari estensione che si trova lungo la sponda est.
  Per quanto riguarda la salvaguardia ed il ripristino degli elementi
naturalistici  della  Pialassa,  l'accordo  di Programma prima citato
delinea  alcuni criteri di intervento che riguardano, per prima cosa,
la  separazione  fisica mediante arginatura della zona destinata alle
attivita'  portuali  da  quella  di  interesse  naturalistico,  e  la
realizzazione  di  una  soluzione  che  consenta un adeguato ricambio
idrico  nella zona protetta. Secondo quanto previsto dall'Accordo, e'
stato elaborato un progetto attualmente in corso di esame e in attesa
di approvazione da parte degli organi competenti dell'amministrazione
comunale.  Tale  progetto  traduce  in  termini progettuali i criteri
sopra esposti ed inoltre prevede la predisposizione di un sistema per
il  trattamento  delle  acque  di  provenienza  agricola  basato  sul
principio    della    fitodepurazione,    la    ricostruzione   delle
caratteristiche vegetazionali e paesaggistiche tipiche della Pialassa
ed il riordino dei capanni da pesca presenti attualmente sulle sponde
sud ed est.
  La   variante  consiste  nella  cessione  da  parte  dell'Autorita'
portuale di un'area pari a circa 6 ha, situata nel canale Piombone di
Levante, che andra' a far parte dell'area del Parco del delta del Po.
L'Autorita'  portuale contestualmente acquisira' uno specchio d'acqua
equivalente  nella  zona  occidentale  del canale Piombone; tale area
sara'  destinata  alla  realizzazione  di  un  bacino  per  attivita'
portuali   ed   industriali.   La  situazione  complessiva  ad  opera
realizzata  prevede  un  nuovo profilo della linea di separazione tra
l'area  di  interesse  portuale  e  di  parco;  l'arginatura,  di uno
sviluppo   complessivo  di  circa  3,5  km,  dovra'  essere  comunque
realizzata  secondo  un  progetto  che  garantisca  la  navigabilita'
dell'area   portuale   ed   il  ricambio  idrico  tra  le  due  zone.
Quest'ultima funzione potrebbe essere ottenuta mediante l'inserimento
lungo  l'argine  di  due  porte  vinciane,  al  fine di permettere il
ricambio  idrico  a seguito delle variazioni di livello per maree. Le
porte  vinciane  sono in grado anche di salvaguardare la Pialassa, in
caso  di  incidenti  nell'area  portuale  che  potrebbero  causare lo
sversamento di inquinati in mare.
    la superficie oggetto di integrazione nell'area portuale, situata
nella zona ovest del canale Piombone, richiede attivita' di dragaggio
per  portare  la  profondita'  dagli attuali -0,5 m a quella prevista
dalla  modifica  in  esame,  pari a -11,5 m. Il dragaggio produrrebbe
approssimativamente  un  volume  di  sedimenti, pari a 720.000 m3, il
quale   potrebbe   essere   utilizzato   per  costruire  l'arginatura
retrostante, o l'arginatura di separazione.
  Per  quanto  riguarda  invece l'area situata nel canale Piombone di
Levante, si prevede la cessione al Parco del delta del Po senza alcun
intervento  rilevante di ripristino ambientale, tranne la costruzione
dell'arginatura.
  Bacino Trattaroli (Modifica 6):
    la   variante   al  PRP  interessa  il  bacino  denominato  largo
Trattaroli,  il  quale  era  stato  sottoposto  dallo  stesso  PRP ad
apposito  piano  unitario  particolareggiato  che  definiva l'assetto
urbanistico  per le aree lungo la riva sinistra del bacino e definiva
anche  il  raggio  di  evoluzione dello stesso, al valore di 275 m. A
seguito dei frazionamenti delle varie aree il raggio reale del bacino
di  evoluzione  e'  risultato  inferiore  di  circa 8 m rispetto alla
precedente  dimensione.  La  Variante  recepisce  la  diminuzione del
raggio  di  evoluzione  da 275 a 267 m; tale riduzione non pregiudica
infatti  la  funzione  del  bacino  di  evoluzione,  in quanto la sua
dimensione  e' idonea a permettere l'inversione di direzione ed altri
lievi  spostamenti  anche  per le navi di maggiore lunghezza (300 m),
ammesse ad entrare eccezionalmente nel porto solo a carico parziale;
  Banchine Marcegaglia Enichem (Modifica 7):
    la  modifica  coinvolge  le  banchine  delle  societa'  Enichem e
Marcegaglia,  situate sulla riva sinistra del Candiano nella zona che
precede  il largo Trattaroli, tra le quali e' presente la banchina ex
Cabot alle cui spalle si trova la societa' Fosfitalia.
  Il  PRP  vigente prevede l'estensione verso mare sino alla banchina
Marcegaglia  della  darsena idrocarburi di Enichem, con aumento della
sua  lunghezza  da 472 m a 950 m, mediante demolizione della banchina
"ex Cabot". Nella banchina idrocarburi si movimentano un certo numero
di  prodotti  come  il GPL, l'ammoniaca, il cloruro di polivinile, il
metanolo,  olii  combustibili  ed  altri ancora. L'allungamento della
banchina  e'  motivato  dal fatto che le strutture oggi presenti sono
appena  sufficienti  a  svolgere le funzioni per il traffico attuale,
mentre  e'  previsto, nei prossimi anni, un consistente aumento nella
movimentazione di tali merci.
  La   banchina   della   societa'  Marcegaglia  ha  attualmente  una
dimensione  di  350  m  e  movimenta  prodotti  ferrosi.  La societa'
Marcegaglia  ha in previsione un incremento di materiale movimentato,
pari  al 50% circa dell'attuale volume di traffici e necessita quindi
di un aumento della lunghezza della propria banchina.
  La modifica del PRP prevede di estendere la banchina Marcegaglia in
allineamento  a  quella esistente occupando la banchina "ex Cabot", e
di  adeguare  la darsena idrocarburi di Enichem considerando un primo
ampliamento  della  stessa  verso  citta'  per  circa 128 m sino alla
difesa  di sponda che e' stata recentemente realizzata, ed un secondo
ampliamento  verso  mare  per  circa  120  m  sino  al  confine della
proprieta'.  La  darsena  per  idrocarburi  assumerebbe mediante tali
adeguamenti  uno  sviluppo  di circa 720 m, con la possibilita' di un
notevole   miglioramento   della  movimentazione  delle  merci  anche
nell'ipotesi dell'aumento previsto del traffico.
  La  modifica consiste nella realizzazione di un profilo di banchina
che  permette  di  migliorare nettamente le condizioni di sicurezza e
ottimizzare  le  esigenze  legate alla movimentazione delle merci sia
per la societa' Enichem che per la Marcegaglia.
  La  modifica permette di limitare le opere di demolizione alla sola
parte  in  c.a. della banchina "ex Cabot" e di ridurre l'asportazione
della  consistente  quantita'  di materiale retrostante. La soluzione
progettuale  descritta in sede di variante permette cosi' lo scavo di
una minore quantita' di terreno rispetto a quanto prevedeva il PRP;
    per   realizzare   l'intervento   e'   prevista   l'attivita'  di
smantellamento  della  banchina  ex  Cabot, attualmente fatiscente, e
l'operazione   di   modifica  della  banchina  idrocarburi,  seguendo
l'attuale linea di riva.
  Il  volume della quantita' di materiale che deve essere dragato per
realizzare  la modifica puo' essere stimato all'incirca in 90.000 m3,
di  cui  8.000  m3  c.a. provenienti dalla demolizione delle banchine
sopra  indicate.  Nel  caso  in  cui  fossero stati eseguiti i lavori
secondo  le previsioni del PRP, si sarebbe dovuto asportare un volume
complessivo  di  materiale  pari  a  circa  200.000  m3;  la modifica
permette  quindi  un  risparmio nello scavo di un volume di sedimento
pari  a  circa  110.000 m3 (55% in meno). Per la parte in c.a. le due
situazioni non presentano differenze apprezzabili.
  Infrastrutture viarie e ferroviarie (Modifica 8):
    la   modifica   al  PRP  riguarda  l'adeguamento  della  rete  di
infrastrutture  viaria e ferroviaria secondo quanto indicato nel PRG.
In  particolare  si  nota che il PRP prevedeva la realizzazione di un
asse  di  collegamento  tra  la  via  Baiona  e la via Classicana che
avrebbe  dovuto  oltrepassare il canale Candiano mediante tunnel, tra
le  proprieta'  Enichem  e  Marcegaglia  sulla riva sinistra e tra il
Consorzio  agrario  e  la  Docks  Cereali  sulla destra. L'operazione
avrebbe  interessato vie secondarie di collegamento ed il sottopasso,
in  tale  posizione,  sarebbe risultato di fatto troppo lontano dalle
vie principali di collegamento e dalla stessa area urbana. Viceversa,
l'attraversamento  del  canale  Candiano  nel  tratto compreso tra la
darsena  di  citta'  e le darsene San Vitale, cosi' come previsto dal
PRG e dalla modifica in esame, realizza un nuovo asse di collegamento
tra  la  S.S.  309  e  la  nuova  via Classicana permettendo cosi' di
formare  una tangenziale, costituita da vie primarie di collegamento,
in  posizione prossima alla citta' di Ravenna, che risulta facilmente
sfruttabile  non  solo  dal  flusso veicolare di tipo industriale. Si
realizza in tal modo una struttura di vie di collegamento primarie ad
anello  intorno alla citta'. Per quanto riguarda la rete ferroviaria,
il  PRP  e' in sostanziale accordo con quanto previsto dal PRG, ed in
particolare per cio' che riguarda la realizzazione dei nuovi raccordi
che  permettono  di  attraversare  il  Candiano in corrispondenza del
ponte  mobile. Si rileva inoltre che il ponte mobile sara' sostituito
da  un  sistema  fisso, a seguito della riqualificazione urbana della
darsena di citta'.
  La  variante  consiste  quindi di fatto nell'adeguamento della rete
stradale  proposta  dal  PRP in conformita' a quella prevista dal PRG
comunale.   Non  esistendo  ancora  piani  particolareggiati  per  la
realizzazione delle opere previste, l'identificazione delle azioni di
progetto puo' essere fatta solo in via preliminare;
    per  quanto  riguarda  la  rete  ferroviaria  non  sono  previste
sostanziali  differenze  tra la modifica in esame e le configurazioni
proposte  dal  PRP e dal PRG. La rete di snodi ferroviari prevista e'
abbastanza  complessa  e la sua lunghezza complessiva e' pari a circa
12 km.
  Per  quanto  riguarda  invece la rete stradale, come e' stato sopra
affermato, la modifica consiste nel suo adeguamento a quanto previsto
dal PRG.
  Si  rileva  che  la  realizzazione  del sottopasso previsto dal PRP
prevedeva  l'attraversamento  del  canale  Candiano  ad  una notevole
profondita', in quanto esso ha nel tratto considerato una profondita'
di  - 10,50 m mentre la realizzazione dell'opera secondo la soluzione
prevista dal PRG comporterebbe lo scavo ad una profondita' minore, in
quanto  il  canale nella nuova ubicazione prevista ha una profondita'
di - 5,50 m.
  Le  azioni  previste riguardano quindi l'adeguamento del terreno di
fondo,  la  costruzione  di  strade e delle strutture di servizio ed,
infine, lo scavo e la realizzazione della galleria;
  Sporgente San Vitale (Modifica 9):
    la  modifica  coinvolge le banchine n. 19 e n. 20 localizzate nel
bacino  darsene  San Vitale e riguarda l'allungamento dello sporgente
che   costituisce  tali  banchine.  L'intervento  e'  necessario  per
consentire  l'accosto delle navi in condizioni di maggiore sicurezza,
e  favorire  una  migliore  efficienza  nelle operazioni di scarico e
carico delle merci.
  La  modifica consiste nel prolungamento di 20 m del primo sporgente
nella  darsena  di  San  Vitale.  L'allungamento  non  pregiudica  la
funzionalita'  del  bacino  di evoluzione delle navi, che si trova di
fronte  allo  sporgente  stesso  in  quanto  si  produce  una modesta
traslazione  del cerchio di evoluzione di pari misura. Le conseguenze
non sono apprezzabili, in quanto lo sporgente prolungato mantiene una
posizione  arretrata  rispetto  alla  congiungente le testate dei due
sporgenti  limitrofi  e  non si prevedono peggioramenti in termini di
sicurezza della navigazione;
    per  realizzare  l'intervento  non  e'  ancora  stato  redatto un
progetto   particolareggiato   e   la   modifica   ha   lo  scopo  di
razionalizzare  le  operazioni  legate all'accosto delle imbarcazioni
alle banchine ed al conseguente carico e scarico delle merci.
  L'allungamento  delle  banchine  puo'  essere  realizzato  mediante
collocazione,  nel  fondale  dell'area  interessata dal prolungamento
dello  sporgente,  di  palancole in acciaio o pali in cemento armato,
sui  quali puo' essere realizzata una struttura in cemento armato con
relativa pavimentazione;
  Programma  di riqualificazione urbana "Darsena di citta'" (Modifica
10):
    la  modifica  riguarda  un  ampio  comparto urbano che si estende
intorno  al  tratto terminale del canale Candiano. Tale area e' stata
per  lungo  tempo  interessata dalla presenza di attivita' portuali e
produttive ed il comune di Ravenna nell'ambito del PRG 93 ha previsto
una    sua    ristrutturazione    nell'ambito    del   Programma   di
riqualificazione urbana (PRU).
  Il  programma  e' stato riconosciuto come uno dei migliori progetti
nazionali  di  riqualificazione  urbana, ed ha per questo ricevuto un
finanziamento dal Ministero dei lavori pubblici. Il PRU della darsena
prevede  la  trasformazione  radicale,  a  cura  dell'amministrazione
comunale,  dell'area  all'interno  della quale precedentemente il PRP
indicava una fascia costiera che ricadeva in ambito portuale.
  L'intervento  di  riqualificazione  ha  caratteristiche di notevole
portata,  sia  per  la  vastita'  dell'area  interessata,  sia per le
operazioni   di   dismissione  delle  numerose  attivita'  produttive
presenti,  sia  per  le  operazioni di bonifica che interesseranno il
bacino  compreso  tra  il ponte mobile e la citta'. Le conseguenze di
tipo ambientale derivanti dalle suddette operazioni verranno pertanto
solo  accennate  e  non  sviluppate in dettaglio in questo studio, in
quanto   un  loro  esame  fara'  parte  integrante  del  progetto  di
riqualificazione urbana.
  L'area  interessata dall'applicazione degli interventi previsti nel
Piano  di  riqualificazione  urbana  e'  di  notevole  estensione  ed
interessa una serie di realta' gia' esistenti.
  La superficie complessiva interessata alla modifica ammonta a circa
136  ha,  dei  quali  circa 78 ha in destra canale, 46 ha in sinistra
canale  e  12  ha  di  specchio acqueo. Le aree interessate da queste
superfici  sono  per  lo  piu' aree industriali dismesse, soprattutto
lungo  l'asta del canale, mentre l'edilizia generale del quartiere si
concentra  prevalentemente  nella zona di via Trieste che delimita, a
sud, il comparto designato nel Progetto.
  La consistenza degli immobili, considerati anche quelli relativi ad
attivita'  dismesse  o  in  condizioni  di  degrado,  ammonta a circa
280.000 m2, potenzialmente incrementabili fino a circa 320.000 grazie
ad  interventi  stimolati  dalle  nuove prospettive di qualita' della
zona.
  Senza   entrare   nel  merito  delle  azioni  che  porteranno  alla
trasformazione  dell'area  urbana,  dal  punto di vista ambientale si
puo'  prevedere che le operazioni che si renderanno necessarie per la
sua  riqualificazione  riguarderanno la bonifica dei terreni che sono
stati  sede  di  attivita'  industriali  inquinanti ed il risanamento
delle acque e dei sedimenti del bacino compreso nell'area in esame;
    le  attivita'  necessarie  ad  attuare  la modifica in esame sono
numerose  e  complesse.  e,  nello  Studio di impatto ambientale, non
vengono  individuate  in  dettaglio  le  diverse  azioni necessarie a
realizzare  la  diversa  destinazione  dell'area oggetto di modifica.
Tuttavia  e'  possibile  identificare,  anche  alla  luce degli studi
finora  effettuati  da  parte  dell'amministrazione  comunale, alcune
linee direttrici generali che il comune dovra' seguire per realizzare
la riqualificazione dell'area.
  Tali  azioni riguardano la ristrutturazione della rete fognaria che
permetta  la  separazione  delle  acque  bianche da quelle nere e che
garantisca  la  qualita'  delle  acque del nuovo bacino, l'isolamento
idraulico  del  nuovo  bacino  dal canale portuale mediante opportune
modifiche  all'altezza  del  ponte  mobile  ed,  infine,  l'avvio  di
un'indagine  accurata  sulla  qualita' delle acque e dei sedimenti al
fine di identificare la migliore procedura per una loro bonifica.
  Tutti    questi   aspetti   sono   esaminati   nel   Programma   di
riqualificazione   urbana   della   darsena   di   citta',  elaborato
dall'amministrazione comunale, che individua le soluzioni progettuali
particolareggiate;
  Bacino di testata del porto canale (Modifica 11):
    la  modifica  coinvolge  un  lotto di terreno presente sulla riva
sinistra  del  canale  Candiano  verso citta' nei pressi del deposito
denominato "Decora". La variante al PRP consiste nell'acquisizione di
tale  lotto  da  parte  dell'Autorita'  portuale  al  fine  di potere
ricavare  un  bacino  di  evoluzione  di  90  m  di  raggio,  con una
retrostante  fascia  di servizio di 20 m. L'azione e' in linea con le
indicazioni  del  PRG  comunale  del  1993  e  tale bacino risultera'
indispensabile  a  sostituzione  di quello attualmente posizionato in
testa  al  porto  canale,  quando  questo  sara'  disattivato ai fini
marittimi  commerciali  a seguito della realizzazione dell'intervento
di riqualificazione urbana della darsena di citta'.
  La  variante propone la realizzazione di un bacino di evoluzione su
di  un'area  attualmente  libera,  di estensione pari a circa 2,6 ha,
situata  a  valle  dell'attuale  ponte  mobile,  in riva sinistra del
Candiano in vicinanza del deposito carburanti "Decora";
    le  azioni  di  progetto  riguardano il disfacimento dell'attuale
difesa di sponda presente in tale zona, lo scavo del materiale per un
profondita'  di  -5,50  m  e  la  costruzione della banchina lungo il
perimetro dell'area. Il volume di sedimento che deve essere asportato
per  realizzare  il  bacino e' approssimativamente pari a 145.000 m3.
Tale  quantita'  di  materiale  rappresenta  un carico aggiuntivo nel
computo  totale  degli  interventi  di dragaggio lungo il canale e si
dovra'  prevedere di realizzare una cassa di colmata nelle vicinanze,
per esempio sull'area retrostante il bacino di evoluzione;
                          Considerato che:
  Acque superficiali:
    l'area   e'   stata  interessata  da  un  intenso  rimodellamento
antropico   ad  opera,  principalmente,  della  capillare  azione  di
bonifica  che  ha  modificato  gran  parte  del  reticolo idrografico
naturale.
  L'ambito  territoriale  interessato  dalle modifiche e' interamente
compreso  in due bacini di bonifica il cui confine e' dato dal canale
Candiano.  Al canale Candiano, direttamente o attraverso le Pialasse,
confluiscono  tutte  le  acque  del bacino settentrionale e di quello
meridionale  limitati a nord ed a sud dai fiumi Lamone e Ronco. Tutte
le  acque  del  bacino  settentrionale  prima di arrivare al Candiano
passano  dalla  Pialassa  Baiona  in cui sfociano vari collettori. La
gran  parte delle acque del bacino meridionale confluiscono invece in
un   unico   collettore   che   alla  periferia  di  Ravenna,  sfocia
direttamente  nel  Candiano,  proprio  nella  darsena  di  citta'. Le
restanti  acque  di  tale  bacino  scaricano  nella Pialassa Piombone
oppure direttamente in mare;
    il porto si sviluppa lungo il canale Candiano, che si estende per
13 Km dal mare fino all'interno dell'abitato di Ravenna e che pone in
comunicazione la Darsena di citta' con l'avamporto e il mare stesso;
    il  canale Candiano fa parte di un bacino che comprende, oltre al
canale  vero  e  proprio,  le Pialasse Baiona e Piombone. La qualita'
dell'acqua  di tale bacino risente di numerosi scarichi idrici ancora
non  soggetti  a  depurazione;  esso  e'  inoltre  interessato  dagli
scarichi inquinati della zona industriale portuale;
    considerando  il  sistema  nella  sua complessita' possono essere
individuati   alcuni   punti   critici  fondamentali:  l'ingresso  di
inquinanti provenienti dai due grandi depuratori nella Pialassa della
Baiona;  il  forte  carico  inquinante  recapitato nella Pialassa del
Piombone  tramite  l'idrovora  dell'area  portuale;  la  presenza dei
numerosi  scarichi  diretti,  della  zona industriale e portuale, che
recapitano  nei  canali  del  bacino senza essere sottoposti ad alcun
intervento  di  controllo  e  depurazione.  Dal  punto di vista della
qualita'  delle  acque, la presenza di tali scarichi si fa sentire in
maniera  decisa  nella  parte  piu'  interna  del  porto. La qualita'
migliora  verso  la  foce;  tale  miglioramento,  che nello studio di
impatto  ambientale  e'  attribuito alla capacita' autodepurativa del
canale,  e'  piu'  verosimilmente  dovuto alla diluizione delle acque
portuali con quelle marine.
  Analogo  comportamento  mostrano  i  sedimenti  la  cui qualita' va
migliorando   man   mano  che  si  procede  verso  l'imboccatura  del
porto-canale (tab. 2);
    relativamente  alla  zona di Marina di Ravenna, interessata dalla
Variante  al PRP relativa al porto turistico omonimo (modifica 1), la
situazione  delle  acque  del  tratto  di  mare  compreso all'interno
dell'avamporto presenta alcune particolarita' rilevanti tra le quali,
non  ultimo,  il  problema del ristagno delle acque stesse. Durante i
mesi  estivi  infatti,  quando  i  movimenti  indotti  dal vento sono
minori,  il  ristagno delle acque nel bacino interno favorisce spesso
fenomeni   di   stratificazione  e  di  fioritura  algale.  Non  sono
disponibili  dati  aggiornati  sulla qualita' delle acque all'interno
del  bacino. Da non trascurare il problema relativo alla presenza nel
bacino  stesso  di numerose imbarcazioni da diporto che, nonostante i
divieti  e  le  prescrizioni della Capitaneria di porto in materia di
protezione  ambientale, spesso contribuiscono ad aumentare il livello
di  inquinanti  nelle  acque,  a  causa  di  piccoli ma significativi
sversamenti  di  idrocarburi  (carburanti e oli lubrificanti) e dallo
scarico   abusivo  di  rifiuti  solidi  e  liquidi.  La  presenza  di
un maggior numero di imbarcazioni da diporto, conseguente al previsto
ampliamento  del  porto  turistico,  comportera'  inevitabilmente  un
peggioramento di tale situazione.
                                                            Tabella 2
            Analisi dei sedimenti della darsena di Citta'
=====================================================================
    mg/kg     |  Piombo  |  Mercurio  |  Cromo  |  Nichel  |  Rame
=====================================================================
Sezione 2     |  668,8   |    6,9     |  157,9  |   54,2   |  326,7
Sezione 3     |  1071,1  |    9,9     |  148,5  |   47,7   |  350,4
Sezione 1     |  470,1   |    4,5     |  144,9  |   61,2   |  224,8
Sezione 4     |  400,9   |    8,3     |  121,6  |   44,6   |  203,4
Sezione 5     |  287,1   |    3,9     |  145,1  |   55,3   |  195,0
Sezione 6     |  205,1   |    2,8     |  160,6  |   58,4   |  167,5
Sezione 7     |  141,2   |    1,8     |  141,9  |   54,3   |  105,6
    per quanto riguarda la Pialassa del Piombone questa e' sottoposta
due  volte al giorno ad un ricambio del volume idrico pari a circa il
20%  della intera massa d'acqua. Va pero' rilevato come tale ricambio
non  sia  omogeneo  e,  specie  nella  parte piu' meridionale risulta
essere  quasi  inesistente  determinando  cosi' condizioni di maggior
inquinamento delle acque.
  L'apporto  di  inquinanti  attraverso  le idrovore, unitamente agli
scarichi  industriali  di  alcuni insediamenti produttivi, nonche' di
acque  meteoriche, determina una immissione di circa 60 t/a di azoto,
di 23 t/a di fosforo oltre ad idrocarburi e metalli pesanti.
  Ne consegue un elevato grado di inquinamento. L'azoto (compreso fra
1,5  e  4,0  ppm come Ntot) e il fosforo (mediamente da 0,2 a 0,3 ppm
come Ptot) sono in tutti i punti campionati in concentrazioni elevate
ed  alte  sono  pure  le  concentrazioni  relative agli indicatori di
inquinamento  batterico.  La situazione risulta piu' allarmante nella
zona  SE  dove,  agli scarsi ricambi d'acqua causati dalla lontananza
dal  canale  di  collegamento  con  il Candiano, si aggiunge la bassa
profondita'  dei  fondali. In questa zona si riscontrano valori degli
inquinanti  molto piu' elevati rispetto alla restante area: dal 50 al
100%  in  piu'  per  il  fosforo, dall'80 al 200% in piu' per l'azoto
ammoniacale  e  di  circa  un  ordine di grandezza per gli indicatori
batterici). Inoltre il potenziale redox, presentando valori negativi,
indica un ambiente in cui avvengono fenomeni di anaerobiosi.
  per quanto riguarda i sedimenti:
    Cr,  Cd  e  As  sono  diffusi  in  modo  uniforme  con livelli di
concentrazione modesti;
    lo  Zn  risulta  piu'  concentrato  in  prossimita' dello scarico
dell'idrovora S. Vitale, dell'idrovora dell'area portuale e vicino ai
cantieri  Rosetti; la distribuzione di questo elemento indica in modo
chiaro l'incidenza di apporti esterni, non escluso quello agricolo;
    il  Cu  segue la medesima distribuzione dello Zn ma con valori di
concentrazione mediamente doppi rispetto al campione di riferimento;
    il  Pb presenta valori relativamente bassi tranne che in un punto
vicino all'immissione dell'idrovora dell'area portuale dove raggiunge
valori dieci volte superiori al campione di riferimento;
    il  Hg  presenta  valori  relativamente  alti,  leggermente  piu'
marcati  in corrispondenza dell'idrovora S. Vitale, dell'ingresso del
Candiano in Pialassa e vicino ai cantieri Rosetti.
  La   distribuzione   di   Pb,   Zn  e  Cu  presenta  sempre  valori
relativamente  bassi  in  prossimita' della confluenza della Pialassa
Piombone con il canale Candiano e valori alti presso le idrovore;
  Acque sotterranee:
    il  servizio  geologico  del comune di Ravenna ha eseguito alcune
valutazioni,  basate  sui dati storici e sulla curva di frequenza dei
filtri  nei  pozzi  per  acqua,  che  mostrano  come  il  sistema sia
articolato  in nove acquiferi artesiani sovrapposti con profondita' e
potenze variabili (il primo dei quali posto ad una quota compresa tra
-95 e -110 m dal piano di campagna e l'ultimo tra -420 e -430 m).
  Le  falde  comprese  nei  primi  90  m  sono  considerate di minore
interesse,  perche' di limitata potenzialita' e di mediocre qualita'.
La  base  dell'acquifero  e'  costituita dall'interfaccia acqua dolce
acqua  salata,  che  provoca,  a  partire  dai  400  m,  una  zona di
mescolamento  idrico  che si traduce in un aumento del tenore di sali
disciolti e in un rapido peggioramento della qualita' dell'acqua;
  Suolo e sottosuolo:
    il  territorio  comunale  di  Ravenna e' assimilabile ad un piano
inclinato da W verso E con pendenza media dell'1 % esso e' variamente
articolato  da  deboli  ondulazioni  che  si traducono in depressioni
chiuse  e a fondo subpianeggiante o in una rete di bacini idrografici
di  limitata  estensione.  Su  tutta  l'area  comunale si e' avuto un
intenso    rimodellamento   antropico.   Gli   originali   lineamenti
geomorfologici  sono percio' completamente obliterati o solo in parte
riconoscibili, grazie a cordoni dunosi e paleoalvei. I cordoni dunosi
visualizzano  accrescimenti  successivi del territorio per migrazione
verso  oriente  della linea di costa. I paleoalvei rappresentano aree
di   espansione  coincidenti  con  allargamenti  naturali  del  letto
fluviale  e con punti di esondazione sui terreni circostanti (conoidi
di   rotta).   La  situazione  altimetrica  del  territorio  comunale
evidenzia  che  le  parti piu' elevate del territorio sono costituite
dai  cordoni  litoranei  e  dai paleoalvei. Nell'ultimo trentennio il
territorio  ravennate  e' stato interessato da vistosi e preoccupanti
fenomeni di abbassamento del suolo. Il fenomeno raggiunse la sua fase
piu'  critica  nei primi anni settanta ma e' tuttora in atto anche se
con  un'evoluzione  piu'  attenuata.  I  risultati  dei  molti  studi
tendenti  a  valutare  le possibili cause del processo identificarono
nell'emungimento di fluidi dal sottosuolo, acqua e gas, la principale
causa del fenomeno.
  L'abbassamento  del suolo dal 1949 al 1986 ha raggiunto, nella zona
industriale, il valore massimo di circa 130 cm e, mentre la velocita'
di  subsidenza  e'  stata fino al 1972 mediamente di 3-4 cm per anno,
successivamente,  fino  al  1977,  ha  raggiunto valori di 6-7 cm per
anno.  Fino  al  1972  il fenomeno appariva relativamente localizzato
attorno  alla  zona  industriale,  ma in seguito assunse uno sviluppo
sempre  piu'  preoccupante.  Tra  il  1949  e  il  1972  i  valori di
subsidenza maggiori di 3 cm per anno interessavano un'area di circa 4
km2;  nel  1977  questi  valori  erano raggiunti da una superficie 80
volte maggiore. Le ripercussioni piu' evidenti si riscontrarono lungo
il  litorale  nelle aree industriali portuali e nel centro storico di
Ravenna.  L'evoluzione  della  subsidenza  dal  1977  al 1982 fu meno
rilevante  di  quella registrata nel quinquennio precedente; infatti,
il  centro  storico  e  il  litorale  presentarono velocita' medie di
subsidenza  di circa 10 mm per anno, con punte massime di 15 mm nella
zona  industriale. I valori particolarmente elevati nel territorio di
Ravenna  hanno portato alla emanazione di una specifica legge al fine
di  limitare i fenomeni di abbassamento del suolo che con l'andar del
tempo  avrebbero  pregiudicato  l'assetto  e la stabilita' delle aree
industriali e portuali;
  Paesaggio:
    l'aspetto tipico della zona costiera ravennate mostra, procedendo
da  est  verso  ovest  la  costa  attuale  col sistema di dune ancora
attive,  le  lagune  retrodunali  con  acque salmastre (rappresentate
dalle  Pialasse),  le dune fossili sulle quali e' impiantato il bosco
di  San  Vitale,  le lagune di acqua dolce di bassa profondita' della
Valle  Mandriole  (stadio evoluto delle Pialasse salmastre). A questo
punto  vi  e'  una  doppia  possibilita'  di sviluppo che dipende dal
prevalere  nel  fenomeno  della sedimentazione o della subsidenza. Il
prevalere della prima conduce alla bonifica per colmata della laguna,
mentre  il prevalere della seconda porta alla formazione di lagune di
acqua dolce profonde (Valli di Comacchio).
    di  particolare interesse ai fini della variante sottoposta a VIA
risultano le Unita' 1, 2, 9 e 10:
      unita' 1 - Pialassa della Baiona e della Risega:
        questo   ambiente   rappresenta   il  residuo,  ora  arginato
artificialmente,  di  una  laguna  retrodunale salmastra collegata al
mare  attraverso  una  fitta  rete  di  canali e suddivisa in piccoli
"chiari". I canali furono progettati, su commissione della Repubblica
di  Venezia,  per  mantenere libero da depositi il canale Candiano e,
fino alla realizzazione dei moli foranei, hanno rappresentato l'unico
espediente  per  impedire  l'insabbiamento  del  canale  portuale. La
presenza  antropica  e'  limitata  ai capanni da pesca sugli argini e
all'attivita'  venatoria.  Dal  punto  di vista dei beni culturali si
rileva la presenza del "Capanno di Garibaldi";
      unita' 2 - Pialassa del Piombone:
        anche  questa  Pialassa  rappresenta  il  residuo di una piu'
ampia laguna retrodunale ad acqua salmastra ed anch'essa, prima della
realizzazione  dei  moli  foranei, evitava l'insabbiamento del canale
portuale  tramite  le  correnti  di  marea. La sua antropizzazione e'
elevata essendo a diretto contatto con la zona industriale portuale;
      unita' 9 - Zona industriale Portuale:
        l'area  e'  costituita  dall'insieme  delle  opere  portuali,
insediamenti   industriali,  raffinerie,  depositi,  magazzini,  ecc.
presenti  lungo il canale Candiano dal centro abitato di Ravenna fino
ai  centri  di  Marina  di Ravenna e porto Corsini. La morfologia del
paesaggio  e'  esclusivamente  di  origine antropica in quanto l'area
attorno  al  canale  Candiano e' stata deputata, da lungo tempo, allo
sviluppo commerciale e industriale del territorio ravennate;
      unita' 10 - Centro abitato di Ravenna:
        esso  e'  costituito  dal  nucleo  storico di Ravenna e dalle
nuove  espansioni  del centro abitato. Il paesaggio e' esclusivamente
di tipo urbano;
  Ecosistemi:
    relativamente all'aspetto ecosistemico l'area si caratterizza per
la  presenza  del  litorale  sabbioso e delle dune ad esso associato,
dalle  pinete  interne,  da  zone  palustri  tra  cui, di particolare
interesse, le piallasse;
    dal  punto  di  vista  faunistico e floristico-vegetazionale, pur
essendo  tali  ambienti di notevole importanza, non vengono segnalati
particolari  endemismi  o elementi di criticita'. Cosi' non e' facile
individuare  specie  tipiche  di  questi  ambienti,  in  quanto  ogni
ambiente  ospita, in varia misura, specie che vengono osservate anche
negli ambienti circostanti.
  Per  quanto riguarda la caratterizzazione floristica della Pialassa
Piombone  si nota una diversificazione delle specie vegetali passando
dal  canale  navigabile,  largo  e  profondo  posto  a  W,  al canale
circondariale Piombone, stretto e poco profondo a S e ad E, ed infine
alla  estesa  laguna  centrale caratterizzata da ridotte profondita',
dalla  presenza  di  rari  isolotti  ed  esili cordoni dunosi e da un
gradiente di mobilita' delle acque sempre piu' ridotto da N a S.
  In  particolare  per  questi  tre  diversi  ambienti  e'  possibile
tracciare il seguente quadro:
    il  canale  navigabile  ad  W presenta solo debolmente alcuni dei
caratteri   palustri   tipici  di  ambienti  salmastri  ed  euriliani
identificabili  nella  migrazione verticale e circadiana del plancton
ed  assomiglia maggiormente all'imboccatura od al canale Candiano cui
si congiunge;
    il  comparto centrale e' il piu' significativo determinando buona
parte  della  fenomenologia  della  Pialassa  nei  suoi  aspetti piu'
macroscopici ed evidenti. Tale zona e' caratterizzata da una notevole
insolazione  e  da  un conseguente forte riscaldamento dell'acqua, da
una  consistente  sedimentazione  di materiale organico ed inorganico
facilitata dall'assenza di moto ondoso e di moti convettivi verticali
nonche'  dall'assenza  di  un  termoclino. Il fondale e' sabbioso con
chiazze di fango nerastro di natura prevalentemente biologica;
    il  canale  circondariale  Piombone  e'  caratterizzato  da bassi
fondali  e  da  un  ricambio  idrico  insufficiente  che  accentua la
pressione  inquinante.  In  tale  habitat  proliferano  in superficie
Nematodi,  Protozoi  e  Rotiferi,  mentre  in  profondita' prevale la
decomposizione batterica;
    gli   isolotti,   i  cordoni  dunosi  e  gli  argini  del  canale
circondariale Piombone ospitano alcune associazioni e classi vegetali
tipiche   di  zone  saline  e  salmastre.  Tra  queste  Salicornia  e
Puccinellia  palustris  che  danno  luogo  alla  classe vegetale piu'
diffusa  detta  Puccinellio-Salicornietea. Altre piante presenti sono
Limonium  vulgare,  Aster  tripolium  che  colora di lilla le barene,
Lagarus  ovatus (una pianta di Piumino), Cynodon dactylon (una pianta
di  Gramigna).  La  degradazione  ambientale ha fortemente ridotto la
fauna  di  questa  Pialassa un tempo ricca e varia. Tuttavia troviamo
ancora,  soprattutto  nelle  fasce barenose intertidali adiacenti gli
isolotti,  Oligocheti  sedentari  (Serpula  vermicularis)  ed erranti
(Arenicola  marina),  Cirripedi  (Balanus  sp),  Bivalvi (Tellina sp,
Mytilus  galloprovincialis,  Mytilaster  lineatus)  ed un Gasteropode
loro  predatore  originario  dei mari del Giappone (Rapana venosa). I
Crostacei  sono  rappresentati da pochi granchi (Macropipus vernalis,
Carcinus  maenas)  e da una ricca popolazione di gamberetti (Palaemon
elegans,  Processa  sp.)  e  molti Anfipodi i quali svolgono il ruolo
dominante   tra   i   consumatori   primari.   Dal   punto  di  vista
dell'avifauna,  il  grado  di importanza del sito e' normale. Sono da
citare  colonie  di cavalieri d'Italia, avocette, pettegole, gabbiani
rosei,  fraticelli e sterna comune. La Pialassa mostra anche presenza
abbondante  di nono e ghiozetto di laguna, mentre per quanto riguarda
altre  specie  o  gruppi  di  specie  non si rileva una situazione di
particolare  interesse.  In  conclusione  la  Pialassa  si colloca al
limite delle condizioni tipiche di una palude salmastra.
  L'unico comparto che appare inabitabile e' il canale a S e ad E sia
a  causa  della  sua  profondita',  troppo bassa per l'instaurarsi di
fenomeni  depurativi pelagici, troppo alta per quelli lagunari, sia a
causa di un carico organico palesemente eccessivo.
  Viabilita' e traffico:
    la  rete  viaria generale che afferisce alla citta' di Ravenna si
compone  principalmente di 6 arterie che si diramano a nord a ovest e
a  sud;  ad  est  c'e'  il  mare dove il porto costituisce il nodo di
arterie  marittime per i collegamenti navali, commerciali e turistici
verso nord, est e sud.
  A  nord c'e' la statale 309 Romea che collega Ravenna con Venezia e
con  i  raccordi  autostradali  della  A4  e  della  A27 in direzione
rispettivamente  di  Trieste  e  del  confine  con  la Slovenia, e di
Udine/Tarvisio  e del confine con l'Austria. Poco piu' ad ovest della
statale 309 si trova il proseguimento della statale 16 "Adriatica" in
direzione  nord-nord-ovest verso Ferrara, Rovigo e Padova; i raccordi
autostradali  piu'  vicini  in  tale direzione sono quelli con la A13
Bologna - Padova all'altezza di Ferrara sud e della diramazione della
A13  Ferrara Mare. A ovest della statale 16 c'e' la diramazione della
A14  che  collega direttamente Ravenna con Bologna e con gli svincoli
autostradali  della  A1  verso  Milano e Firenze e della A22 verso il
Brennero. Ad ovest si trova la statale 67 Tosco-Romagnola che collega
Ravenna  a  Forli'  principalmente  e  da li' prosegue verso i centri
minori  dell'Appennino  e  verso  Firenze.  A  sud  della  citta', in
direzione  sud  ovest,  c'e'  la  superstrada  E45  che, passando per
Cesena,  collega Ravenna con Roma attraversando il valico appenninico
del Verghereto.
  Infine,  in  direzione  sud,  si  snoda la statale 16 adriatica che
provenendo  da  Padova  e  Ferrara  a  nord,  prosegue  verso  sud in
direzione  di Rimini (dove si congiunge con la statale 9 Emilia) e di
Ancona per arrivare sino a Santa Maria di Leuca;
    per  quanto  riguarda  la  viabilita'  secondaria,  le strade del
contesto urbano possono essere inquadrate in 2 gruppi: la rete urbana
e  la  rete  di  collegamenti tra le arterie principali, il porto e i
centri  del  litorale.  Il  sistema viario sopradescritto risulta, in
ragione  dei consistenti volumi di traffico, assolutamente inadeguato
e tale da richiedere opere di miglioramento;
    la  situazione  delle ferrovie, per quanto riguarda il territorio
ravennate,  non  presenta  sostanziali  vantaggi  nei confronti delle
comunicazioni su gomma, semmai offre degli svantaggi, soprattutto per
le  condizioni strutturali obsolete della rete nei collegamenti verso
le aree centrali ed occidentali della pianura Padana;
    il    nodo    ferroviario   di   Ravenna   comprende   le   linee
Ferrara-Ravenna-Rimini,    Bologna-Castelbolognese-Russi-Ravenna    e
Faenza-Russi-Ravenna.  Il  settore  merci  e'  dotato di uno scalo in
citta',  di  una zona scalo in destra Candiano e di una zona scalo in
sinistra   Candiano.  Il  piano  infraregionale  della  provincia  di
Ravenna,  in  materia  di  interventi  per lo sviluppo del territorio
ravennate  come  "cerniera  tra  le  direttrici  regionali  della via
Emilia, del collegamento Ravenna-Faenza-Firenze e di quella nazionale
ed  internazionale  adriatica  che ha nel porto il suo punto focale",
prevede  degli  adeguamenti,  alcuni  dei  quali  sono  riportati  di
seguito:
    realizzazione della direttrice adriatica:
      raddoppio della linea FS Ravenna-Rimini;
      istituzione  del  servizio  ferroviario  di  tipo metropolitano
Ravenna-Cattolica;
      completamento  dell'itinerario  della E55 dall'innesto dell'E45
nella Classicana fino a Mestre;
      adeguamento    al    III    CNR    della    SS16   nel   tratto
Cesenatico-Ravenna;
    integrazione    del    territorio   nel   sistema   metropolitano
policentrico:
      raddoppio della linea FS Ravenna-Ferrara;
      potenziamento dei collegamenti ferroviari Ravenna-Lugo-Bologna;
      trasformazione  in  sistema  aperto  del  raccordo autostradale
A14bis;
      ristrutturazione del collegamento Ravenna-Forli';
      collegamento della s.s. 67 con la s.s. 309 a Ravenna;
    in particolare, per quanto riguarda il collegamento della s.s. 67
con  la  s.s.  309, e' prevista la realizzazione di un sottopasso del
canale  Candiano. Tale opera, recepita dal PRG '93, e' stata inserita
nella  variante  al  piano  regolatore  portuale  e  prevede non piu'
l'attraversamento zona SAPIR, ma ad ovest dello stabilimento Enichem,
andando poi ad intersecare la s.s. 309 in zona Bassette;
    per    quanto    riguarda    invece    il   completamento   della
circonvallazione interna e il passante ferroviario per i treni merci,
verra'  realizzato  un  sovrappasso del canale Candiano in zona ponte
mobile;  anche in questo caso l'opera e' stata recepita dal PRG '93 e
inserita nella variante al piano regolatore portuale;
    tra  le  opere di miglioramento della viabilita' locale, ma anche
di   collegamento  con  le  direttrici  principali  di  traffico,  va
ricordato  il  progetto  per  lo  sdoppiamento  della  via Baiona che
attualmente  serve  tutta  la  zona industriale nord e porto Corsini.
Tale  sdoppiamento,  coadiuvato da alcuni svincoli di raccordo con la
s.s. 309,  permettera'  di collegare tutto il settore nord della zona
industriale  in  maniera  molto  efficiente ed inoltre consentira' di
dimensionare  il  collegamento  con  i  centri  della costa a nord di
Marina  di  Ravenna,  anche nell'ottica di un loro possibile sviluppo
commerciale e turistico;
  Valutato che:
    le  modifiche 1, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 10 e 11 del progetto "Variante
al  piano  regolatore  portuale di Ravenna" presentato dall'Autorita'
portuale di Ravenna,sono ritenute compatibili;
    per  quanto  riguarda  la  modifica  2 (porto passeggeri di porto
Corsini),  considerato  che  lo  "scalo  marittimo  per  passeggeri e
Ro-Ro",  proposto  in tale zona, in corso d'istruttoria e' gia' stato
efficacemente  localizzato,  in coerenza con il PRP vigente, in altra
zona  portuale  (largo Trattaroli), la destinazione dell'avamporto di
porto  Corsini  va  modificata  in  "zona  ed  attracco  per  servizi
amministrativi  e  militari",  cosi' come proposto dal proponente con
lettera 22 marzo 2000. Si dovra' quindi quanto prima rideterminare la
nuova  quota  di  piano  dei  fondali dell'avamporto di porto Corsini
sulla  base  di  documentata  verifica  delle effettive necessita' di
pescaggio  dei  natanti  di  servizio  cui  esso  viene destinato. Le
previsioni di costruzione di nuove opere di difesa, di costruzione ed
adeguamento  di  tratti di banchine e di costruzione di nuovi edifici
nell'area  retrostante  dovranno  essere  ridotte  alla misura in cui
risulteranno  analiticamente  e puntualmente giustificate in funzione
delle necessita' tecniche della nuova destinazione funzionale e della
diversa  prevista  profondita' dell'avamporto, sulla base di adeguata
verifica     idraulica/dimensionale/progettuale,    da    effettuarsi
preventivamente  sull'intero  insieme  dell'ambito  portuale di porto
Corsini.   Qualsiasi  futura  sistemazione  dell'avamporto  di  porto
Corsini, fatti salvi gli interventi finalizzati alla ricomposizione e
alla  riqualificazione  urbana,  dovra' essere oggetto di variante al
PRP  da sottoporre a valutazione di impatto ambientale, il cui studio
di   impatto  ambientale  dovra'  documentare  la  motivazione  della
proposta   anche   in   comparazione   con  soluzioni  alternative  e
considerare  con  particolare  attenzione  le sensibilita' del vicino
centro   abitato,  le  vulnerabilita'  idrogeologiche  dell'area,  le
valenze naturalistiche e paesaggistiche delle vicine Pialassa Baiona,
Pineta litoranea e fascia costiera in senso lato.
  Quanto alla modifica n. 5 (canale Piombone):
    considerate  la  elevata  valenza  ambientale che caratterizza la
Pialassa  (che  appartiene  all'area  protetta del delta del Po) e le
notevoli  penalizzazioni in termini di estensione ed ambientali dalla
stessa subite nel tempo e che l'attuazione piena delle previsioni del
vigente    PRP    potrebbe   aggravare,   considerata   altresi'   la
indeterminatezza  che  caratterizza taluni elementi progettuali della
proposta   di  variante  (elementi  le  cui  caratteristiche  possono
condizionare   gli   effetti   sull'ambiente),  le  perplessita'  sul
"gigantismo"  di talune ipotesi di piano (profondita' e larghezza del
canale  navigabile, dimensioni dell'argine), nonche' la incertezza su
alcuni  effetti  ambientali  (stabilita'  dei  versanti  del  canale,
effetti  ecologici  causati  dalla  separazione  fisica  delle  masse
d'acqua),  si ritiene che allo stato attuale non si disponga di tutti
gli  elementi  necessari  e  convincenti  per  esprimere un parere di
compatibilita' ambientale;
    l'Autorita'  portuale dovra' quindi presentare un approfondimento
per  meglio  definire  le  motivazioni  degli  interventi di modifica
previsti  rispetto  allo  stato  attuale  dei siti, con riguardo alle
funzioni che ivi si prevede di insediare, alle relative previsioni di
traffico,   ai   motivi  di  preferenza  di  tale  localizzazione  in
comparazione   con   altre  soluzioni  alternative  che  garantiscano
una maggiore salvaguardia ambientale della Pialassa.
  Considerato  che  in  conclusione la commissione per le valutazioni
dell'impatto  ambientale ha espresso parere positivo con prescrizioni
in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera proposta.
  Considerata  la  nota  n. AMB/AMB/4723 della regione Emilia-Romagna
del  9 marzo  2000, pervenuta il 17 marzo 2000, con cui si esprime un
parere   positivo   a  condizione  che  si  ottemperi  alle  seguenti
prescrizioni:
    deve   essere   specificata   la  destinazione  d'uso  del  porto
passeggeri  a  porto  Corsini, nel senso di consentire l'utilizzo del
nuovo  bacino  alle  sole navi da crociera, con esclusione delle navi
traghetto  e  Ro-Ro  o  comunque  destinate  al  trasporto di merci o
rotabili;
    il piano particolareggiato che deve dare concreta attuazione alle
previsioni  relative al porto passeggeri di porto Corsini fatti salvi
gli  interventi  di  sistemazione,  adeguamento e realizzazione delle
banchine nonche' l'approfondimento dei fondali per i mezzi militari e
di  servizio,  deve  essere  sottoposto  a verifica di compatibilita'
ambientale;
    deve  essere  sottoposta  a  procedura  di  V.I.A. il progetto di
risanamento idraulico-ambientale della Pialassa del Piombone.
  Considerato  il  parere  del  Ministero  per  i beni e le attivita'
culturali  prot.  n. ST/408/4102/2000 del 22 febbraio 2000, pervenuto
in  data  2 marzo  2000,  con  cui  si esprime parere favorevole alla
richiesta  di  valutazione di impatto ambientale, a condizione che si
ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    la  Soprintendenza  archeologica dell'Emilia-Romagna, trasmetteva
il  parere  con  nota  prot. n. 12517 del 22 novembre 1999, pervenuta
alla scrivente in data 2 dicembre 1999 con prot. n. ST/408/29470.
  In  merito,  la  Soprintendenza citata, comunicava che l'unica area
che presentava un interesse archeologico, era quella collocata ad est
della linea ferroviaria fino all'altezza di via Chiavica Romea a nord
e  via  Zara  a  sud, "corrispondente alla linea di spiaggia di epoca
romana  e  bizantina,  con la necropoli gota che dovrebbe occupare la
zona  fra il Canale Candiano, via Darsena e via Teodorico". La futura
risistemazione della darsena di citta', che attualmente e' solo presa
in  considerazione  nello  studio  di impatto ambientale, dovrebbe in
futuro concretizzarsi con interventi di risistemazione delle sponde e
dragaggio  del  fondale. Tali interventi, evidenzia la Soprintendenza
archeologica,  "dovranno  essere  concordati  preventivamente  con la
Soprintendenza  archeologica  e dovranno essere eseguiti da personale
specializzato".
  La  Soprintendenza  per  i  beni  ambientali  e  architettonici  di
Ravenna,  con nota del 14 febbraio 2000, con prot. n. 1976, pervenuta
alla  scrivente  il  16  febbraio 2000,  con  prot.  n.  ST/408/3519,
trasmetteva  il  parere  favorevole  alle  opere  di  progetto con le
seguenti prescrizioni:
    a) "porto  Corsini  - porto passeggeri. Il porto dovra' prevedere
una   utenza   passeggeri   con   esclusivo  ausilio  di  navette  di
collegamento  con  il  centro di Ravenna, ed al piu' un limitatissimo
numero di pulman". Tale indicazione e' necessaria in quanto, anche se
tutte   le   infrastrutture   viarie,  le  strutture  di  servizio  e
commerciali  vengono  demandate ad un successivo studio contenuto nel
piano  unitario  particolareggiato,  dovranno  essere  evitate  tutte
quelle  attivita'  che possono portare ad impatti negativi, alterando
l'equilibrio di un area pinetata tutelata con legge n. 1497/1939;
    b) "Porto   turistico   di   Marina   di   Ravenna".   L'area  e'
caratterizzata   da  una  fascia  intermedia,  non  valorizzata,  fra
specchio   d'acqua   ed  entroterra.  La  struttura  proposta  (nella
V.P.R.P.),  dovra'  vedere  la  realizzazione di ampie fasce di verde
collegate  all'acqua,  attraverso  soluzioni paesaggisticamente lievi
(utilizzo  di  materiali  naturali,  quali  il  legno  al  posto  dei
tradizionali ed al cls).
    c) "Pialassa  del  Piombone".  Su  tale area l'intervento risulta
paesaggisticamente  corretto.  In relazione alle valutazione inerenti
ad  alcuni  aspetti  della  tutela dell'avifauna e della fauna ittica
presente,  si  rimanda  e  codesto  Ministero,  per le valutazioni di
competenza,   quanto   segnalato  dalla  Soprintendenza  per  i  beni
ambientali e architettonici di Ravenna, in merito al proposto sistema
di  depurare  le  acque della Pialassa del Piombone, nella parte piu'
pregevole ed ampia.
  Al riguardo la Soprintendenza citata, evidenzia:
    valutare  l'impatto  di  realizzazione  delle  bocche  a battente
sull'ingresso e l'uscita della fauna ittica;
    valutare  l'eliminazione  della pista ciclabile sopra l'argine al
fine  di  non  arrecare  disturbo  alla  nidificazione  dell'avifauna
presente;
    costruire l'impianto di fitodepurazione lontano dalla Pialassa;
    controllare  che tutte le operazioni di dragaggio, non comportino
rischi   per  l'ecosistema,  per  la  presenza  di  dannose  sostanze
chimiche,  avendo  cura  di  controllare  i  siti  di  stoccaggio dei
materiali secondo attente modalita'.
  Preso  atto  che  sono  pervenute istanze, osservazioni o pareri da
parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/1986, per
la  richiesta di pronuncia sulla compatibilita' ambientale dell'opera
indicata,  che di seguito si sintetizzano e di cui si e' tenuto conto
nell'istruttoria;
    1) Comitato di cittadini per lo scalo passeggeri di porto;
    2) WWF Italia;
    3) Gaetano De Benedittis;
    4) Associazione turistica pro porto Corsini;
    5) Legambiente - Coordinamento della provincia di Ravenna;
    6) Ditta Annese Gennaro & Figli Carpenteria navale.
  Le   osservazioni   propongono   le   seguenti   considerazioni   e
indicazioni:
    a) l'aumento del traffico conseguente la localizzazione del porto
passeggeri  a  porto  Corsini  e'  incompatibile  con  la  viabilita'
esistente,   e   non   e'   possibile  ne'ambientalmente  compatibile
realizzarne  di  nuova  per  l'importanza  e il grado di tutela della
pineta circostante (oss. 1, 2, 3, 5);
    b) per  il  problema  traffico e viabilita', occorre stabilire in
maniera  inderogabile  che  a porto Corsini sia consentito l'attracco
solo di navi passeggeri e da crociera, con esclusione delle navi atte
a  trasportare  autoveicoli,  eventualmente precisando o cambiando la
destinazione   d'uso   prevista  in  variante  poiche'  tra  le  navi
passeggeri  sono classificate anche le navi traghetto che trasportano
rotabili;  mancano  comunque  garanzie sull'utilizzo futuro di quanto
verra' realizzato; (oss. 2);
    c) in alternativa a porto Corsini lo scalo per le navi passeggeri
e  da  crociera va localizzato in largo Trattaroli, zona consona, con
viabilita'  anche  ferroviaria  gia'  predisposta  e gia' destinata a
funzioni similari, delle quali porto Corsini sarebbe un doppione, per
di piu' di grande impatto ambientale (oss. 1, 2, 5);
    d) lo  scavo  dei fondali in avamporto di Porto Corsini a --10,50
interferirebbe  con  la falda d'acqua dolce, attivando un avanzamento
del  cuneo salino con conseguente impatto sulla pineta restrostante e
un processo di subsidenza (oss. 1, 5);
    e) deve  essere  prevista  una  diversa  collocazione dello scalo
d'alaggio  situato  a  porto  Corsini,  nella zona interessata, nella
variante   in   oggetto,  dalla  nuova  destinazione  d'uso  a  Porto
Passeggeri (oss. 1, 6);
    f) in  relazione alle modifiche di variante relative alla darsena
traghetto  ATM,  e'  necessario  variare parzialmente il tracciato ed
ampliare la via molo S. Filippo (oss. 1, 4);
    g) va  attentamente  considerato l'impatto ambientale determinato
dalla  localizzazione  delle  casse  di  colmata  necessarie  per  lo
stoccaggio  dei  sedimenti  derivanti  dalle  previste  operazioni di
dragaggio (oss. 1, 4);
    h) in  relazione  al  centro abitato di porto Corsini, si esprime
parere  contrario:  1) alle scelte di variazione dei profili d'acqua;
2)  all'inserimento  di  porzioni  per centro abitato all'interno del
perimetro del PRP; 3) alla variazione della via molo S. Filippo (oss.
1);
    i) per  il  previsto  adeguamento  di  via Baiona, in fregio alla
pineta  di  alto  valore  ambientale,  e'  opportuna  una mitigazione
paesaggistica, tramite arginature e schermi arborei (oss. 5);
    l) le  strutture portuali previste in corrispondenza dell'innesto
del  canale Baiona sul Canale Candiano vanno ridotte se non eliminate
(oss. 5);
    m) le  strutture  portuali  previste  nella Pialassa del Piombone
sono  da  considerarsi  eccessive  e  vanno drasticamente ridotte per
permettere la realizzazione del progetto di recupero ambientale della
Pialassa stessa (oss. 5);
  ritenuto di dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma 4
dell'art. 6 della legge n. 349/1986, alla pronuncia di compatibilita'
ambientale dell'opera sopraindicata;
                            E s p r i m e
giudizio positivo circa la compatibilita' ambientale del progetto dei
lavori  di variante al piano regolatore portuale (PRP) da realizzarsi
in  comune di Ravenna presentata dall'autorita' portuale di Ravenna a
condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    a) porto turistico di Marina di Ravenna (mod. n. 1):
      la  variante dovra' prevedere un itinerario di accesso al porto
stesso coerente con gli adeguamenti dei tracciati indicati dal comune
di Ravenna nei propri strumenti urbanistici.
  Si  richiede  inoltre  che  il  piano unitario attuativo, richiesto
dalla  variante  di  Piano,  preveda  che  l'affaccio  a  mare  della
localita'  marina  di  Ravenna,  nell'ambito dello sviluppo del porto
turistico,  sia  progettato  in  modo  da  garantire almeno il 50% di
visuali libere e una dotazione di aree a verde non inferiore a quella
attualmente  esistente. Andra' anche assicurata l'adozione di tutti i
dispositivi   atti  a  ridurre  il  carico  inquinante  generato  (in
particolare  impianti  di  depurazione,  impianti  e  servizi  per la
raccolta ed il recupero differenziato di oli esausti, nafte e rifiuti
in  genere  prodotti dalle imbarcazioni) e a massimizzare il ricambio
della acque all'interno del porto;
    b) darsena traghetto ATM (mod. n. 3):
      la  variante,  riconsiderando anche la nuova destinazione d'uso
di   porto   Corsini,   dovra'   ridurre  o  modificare  l'estensione
dell'intervento  onde  evitare  al  massimo l'abbattimento di edifici
residenziali e la diminuzione delle relative superfici di pertinenza;
    c) infrastrutture viarie e ferroviarie (mod. n. 8):
      la  variante  dovra'  prescrivere  che  tutte le previste opere
fisse   di  viabilita',  carrabili  ferroviarie  o  ciclopedonali,  a
scavalco  aereo  del  canale e a servizio della darsena di citta' e/o
dell'ambito  effettivamente  portuale, non costituiscano ostacolo per
alcun tipo di navigazione passeggeri fino alla testa della darsena di
citta',  salvaguardando  quindi  in  ciascuna di esse un franco fisso
adeguato  oppure  adottando  dispositivi mobili; analoga disposizione
dovra'  garantire  che  l'estradosso di eventuali opere di viabilita'
sotterranee   salvaguardi   le   possibili   future   necessita'   di
approfondimento del canale per lo stesso scopo.
  Le  strade  e le linee ferroviarie dell'area portuale, o comunque a
servizio  della  stessa,  che vengono a trovarsi in fregio ad aree di
valenza  ambientale  (pinete, Pialasse, fasce costiere, ...) dovranno
essere affiancate da una fascia verde a filtro (arborea ed arbustiva)
di adeguata profondita';
    d) cantierizzazione:
      la fase di cantierizzazione e quella di dragaggio e smaltimento
dei  materiali provenienti da quest'ultima attivita' costituiscono un
problema  ambientale  comune  a tutti gli interventi previsti. Andra'
pertanto  predisposto, contestualmente al piano particolareggiato con
il  quale  si  dovra'  dare  attuazione  alla  variante,  un piano di
cantierizzazione  volto  a  limitare  le immissioni in mare di reflui
liquidi  e  solidi  nonche'  la  emissione  di rumore e polveri ed ad
ottimizzare i traffici di mezzi pesanti e di cantiere.
  Per   quanto   riguarda   i   dragaggi   dovra'  essere  acquisita,
preliminarmente  all'avvio  della  fase  di  cantiere,  la necessaria
autorizzazione  da parte del Ministero dell'ambiente (servizio ARS) e
dovra'  essere  previsto  il  riutilizzo  del materiale dragato nella
misura piu' consistente possibile, tenuto conto delle caratteristiche
del  materiale  stesso,  a  fini  del ripascimento del litorale e del
riempimento ed arginatura nelle opere previste dalla variante.
  Ai fini della valutazione degli effetti ambientali conseguenti alla
fase   di  cantiere,  andra'  definito  e  realizzato  dall'autorita'
portuale,  d'intesa  con  l'ARPA,  un  piano di monitoraggio, che ove
possibile  integri quelli eventualmente gia' in essere e che consenta
di intervenire, in caso di alterazioni significative, sulle modalita'
attraverso cui le opere vengono realizzate.
  Tale   approfondimento   dovra'  contenere  anche  un  progetto  di
risanamento  ambientale che evidenzi: a) gli elementi progettuali che
caratterizzano   l'intervento   con   particolare   riferimento  alle
modalita'  di  realizzazione  della  nuova  configurazione del canale
circondariale  (considerando  in  proposito  anche  la possibilita' e
l'opportunita'  di  mantenere  la  continuita'  dello  stesso nel suo
attuale   tracciato),   alle   caratteristiche   delle  opere  e  dei
dispositivi  finalizzati  per  garantire  la circolazione delle masse
d'acqua  e  del  relativo  sistema  di  gestione,  all'insieme  degli
interventi  finalizzati  alla  riduzione dei carichi inquinanti nella
Pialassa   e   al   dimensionamento,   posizionamento   ed  efficacia
dell'impianto   di   fitodepurazione;   b)   i   bilanci   ambientali
dell'intervento;
    e) dovranno essere ottemperate altresi', ove non ricomprese nelle
precedenti,   tutte   le   prescrizioni   individuate  dalla  regione
Emilia-Romagna  e  dal  Ministero per i beni e le attivita' culturali
riportate integralmente nelle premesse;
    f) la  verifica  di  ottemperanza sara' svolta, prima dell'inizio
lavori, dal Ministero dell'ambiente;
                            D i s p o n e
che  il  presente provvedimento sia comunicato all'autorita' portuale
di  Ravenna,  al Ministero lavori pubblici - Direzione generale opere
marittime,  Ministero dei trasporti - Direzione demanio porti, comune
di  Ravenna  ed  alla  regione Emilia-Romagna, la quale provvedera' a
depositarlo presso l'ufficio istituito ai sensi dell'art. 5, comma 3,
del  decreto  del  Presidente  del  Consiglio dei Ministri n. 377 del
10 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza delle altre amministrazioni
eventualmente interessate.
    Roma, 6 novembre 2000

                                       Il Ministro dell'ambiente
                                                Bordon
Il Ministro per i beni e le attività culturali
                Melandri