Con  decreti  17 luglio  2000  sono  state  conferite le seguenti
ricompense al merito dell'Esercito:
                             Croce d'oro
    Al  ten.  col. Fausto Macor, nato il 5 dicembre 1953 a Udine, con
la  seguente  motivazione:  "Capo  di  stato  maggiore  della brigata
multinazionale  nord  per  il periodo dal 15 ottobre 1997 al 7 aprile
1998,    nel    quadro    dell'operazione    "Constant    guard    in
Bosnia-Herzegovina  assolveva  il  suo  delicatissimo  ed impegnativo
incarico  in maniera esemplare ed incisiva evidenziando somma perizia
e  competenza  rarissima.  Figura  fondamentale  ed insostituibile di
tutto  il  contingente  e  punto  di  riferimento  carismatico per il
comando,  riusciva con straordinaria professionalita' e grande acume,
a  gestire e coordinare complesse e delicatissime operazioni quali la
"Secure   beat   ,  "Agora  ,  "Bosanova  ,  "Aladino  ,  "Idefix  ed
innumerevoli  "Teano  .  Professionista  eccelso,  con  la sua grande
determinazione,  il  suo  raro  senso  del  dovere e la sua autentica
abnegazione,   contribuiva   a  fare  del  contingente  italiano  una
compagine  compatta,  decisa  ed  emergente,  conquistando  la  stima
incondizionata  e  la  piena  fiducia  dei  comandanti  e dei comandi
sovraordinati.  Magnifica  figura  di  uomo  e  di ufficiale di Stato
maggiore  e  primario artefice del successo della missione italiana e
del   prestigio   guadagnato   dall'Esercito  italiano  nel  contesto
multinazionale      della     Bosnia-Herzegovina".     -     Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 1 ottobre 1997 - 7 aprile 1998.
                           Croce d'argento
    Al  col.  Vincenzo Cardo, nato il 23 aprile 1953 a Chieti, con la
seguente  motivazione:  "Comandante  del  3o  reggimento  Alpini  del
contingente Italfor, per il periodo dal 18 agosto 1997 al 18 febbraio
1998,    nel    contesto    dell'operazione    "Constant   guard   in
Bosnia-Herzegovina,  operava diuturnamente alla testa dei suoi uomini
e  poneva  in  atto,  nel  proprio  reparto,  un'accurata e capillare
organizzazione   interna  che  gli  consentiva  di  fronteggiare  con
immediata  reattivita'  e con sicurezza assoluta qualsiasi emergenza.
In  virtu'  delle  sue  elevatissime  qualita' umane e professionali,
operando   nel   settore  piu'  sensibile  di  tutto  il  dispositivo
divisionale,  assolveva  il  compito ricevuto con somma perizia, rara
competenza  ed eccelso stile militare, meritando per se' e per i suoi
uomini  ripetute  attestazione di stima dei comandanti sovraordinati.
Magnifica  figura di comandante previdente ed energico, profondamente
animato  da  fede  nel  servizio  e  da  entusiasmo  nella quotidiana
attivita',  chiarissimo  esempio  di professionalita' e di alto senso
del   dovere   che   ha   contribuito   ad  accrescere  il  prestigio
dell'Esercito    italiano    nel    contesto   internazionale   della
Bosnia-Herzegovina".  - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 18 agosto 1997
- 18 febbraio 1998.
    Al col. Giovanni Di Federico, nato il 17 novembre 1952 a Scurcola
Marsicana  (Aquila),  con la seguente motivazione: "Comandante del 9o
reggimento    Alpini    del    contingente    Italfor,    nell'ambito
dell'operazione    "Constant   guard   in   Bosnia-Herzegovina,   dal
18 febbraio  al  7 aprile  1998,  operava  con  somma  perizia,  rara
competenza  ed  eccelso stile militare ponendo in essere, nel proprio
reparto  un'accurata  e  capillare  organizzazione  interna  che  gli
consentiva di fronteggiare, con immediata reattivita' e con sicurezza
assoluta,  qualsiasi  emergenza.  In  virtu'  delle  sue elevatissime
qualita'  umane  e professionali, operando nel settore piu' sensibile
di  tutto  il  dispositivo  della  divisione,  assolveva  il  compito
ricevuto  in maniera esemplare, meritando per se' e per i suoi uomini
ripetute   attestazioni   di   stima  dei  comandanti  sovraordinari.
Magnifica  figura di comandante previdente ed energico, profondamente
animato  di  fede  nel  servizio  e  di  entusiasmo  nella quotidiana
attivita',  chiarissimo  esempio  di professionalita' e di alto senso
del  dovere,  che ha contribuito ad accrescere il lustro ed il decoro
dell'Esercito    italiano    nel    contesto   internazionale   della
Bosnia-Herzegovina".  -  Sarajevo  (Bosnia-Herzegovina),  18 febbraio
1998 - 7 aprile 1998.
    Al  ten.  Gianmarco Di Leo, nato il 21 luglio 1972, a S. Giovanni
Rotondo (Foggia), con la seguente motivazione: "Comandante di plotone
della  36a  compagnia  Alpini del battaglione Alpini "Susa inquadrato
nel  3o  reggimento Alpini della brigata multinazionale nord operante
in  Bosnia-Herzegovina  nell'ambito dell'operazione "Constant guard ,
impiegava  la  sua  unita'  in  servizio di guardia al sito di "Monte
Trebevich  ,  installazione radio televisiva di importanza strategica
ai  fini del conseguimento degli obiettivi perseguiti dal contingente
multinazionale  Sfor,  con  straordinaria  perizia  e determinazione.
Adottando  le  procedure  previste  dalle  regole d'ingaggio, egli si
contrapponeva  ad  una  folla  di  circa  cento persone, di cui molte
chiaramente  armate e violente, ed impediva loro di occupare il sito,
reagendo  in  maniera impeccabile, esplodendo in aria alcuni colpi di
avvertimento  ed  attuando  il  dispositivo  di  difesa  quale chiara
indicazione  della  volonta' di garantire l'assolvimento del compito.
Significativo   esempio   di  comandante  dotato  di  determinazione,
lucidita'  mentale  e  sprezzo  del  pericolo  in  presenza  di forze
avversarie  preponderanti e determinate che ha contribuito ad elevare
ai  piu'  alti  livelli  internazionali  l'immagine  ed  il prestigio
dell'Esercito  italiano".  - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 18 agosto
1997 - 18 febbraio 1998.