IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

  I  progetti  prodotti  dalle  Amministrazioni  dello Stato dovranno
rispettare le seguenti caratteristiche:
    il   carattere  sperimentale.  Si  tratta  di  individuare  e  di
verificare  sul  territorio  tipologie  esemplari  di intervento che,
singolarmente  o  in  rete,  siano  in  grado  di:  a) affrontare con
efficacia   le   nuove   forme  della  tossicodipendenza  soprattutto
giovanile,   a   partire   dalla  complessiva  conoscenza  attraverso
l'integrazione  delle  fonti  del loro manifestarsi ed evolversi fino
all'offerta   di   servizi   differenziati   e  mirati  nonche'  alla
preparazione   e   all'aggiornamento  continuo  degli  operatori  del
settore;  b)  tener  conto  dei  nuovi  indirizzi tecnico-politici in
materia  nei  quali particolare attenzione va riservata all'azione di
prevenzione  per aumentare la consapevolezza dei rischi derivanti dal
contatto   con   le  droghe  e  dalle  recidive,  di  recupero  e  di
riabilitazione per riacquistare una normale dimensione di salute e di
vita  libera da ogni droga, di integrazione sociale e nel mercato del
lavoro  per  una  piena affermazione del diritto di cittadinanza e di
lavoro per ciascuna persona alla conclusione dei trattamenti;
    il   carattere  di  indirizzo  metodologico.  I  progetti  devono
riguardare  "azioni di sistema" cioe' azioni trasversali rivolte alla
creazione   di   un  sistema  organico  di  servizi  integrati,  alla
sperimentazione   di   standard  minimi  omogenei  di  funzionamento,
all'individuazione  di  buone  prassi  da  capitalizzare, riprodurre,
diffondere,  proponendo  linee guida, indicatori, modelli, strumenti,
procedure di gestione innovativi.
  Tali  progetti  si  collocano naturalmente in uno spazio intermedio
tra  iniziative  regionali  e interventi europei e transnazionali. Da
tale  punto  di  vista  essi  devono  da  un  lato  tener conto degli
indirizzi  dell'Unione  europea  e delle Nazioni Unite sulla materia,
dall'altro  prefigurare  delle  attivita'  di  supporto e sostegno al
pieno  sviluppo  della  capacita'  programmatoria  e gestionale delle
regioni, garantendo alcune fondamentali omogeneita', pur nel rispetto
delle diversita' e specificita' territoriali.
  E'  pertanto  evidente  che  non possono essere finanziati progetti
relativi  alle  attivita'  sia  rientranti nella "normale" competenza
istituzionale   delle   Amministrazioni   centrali  dello  Stato  sia
sovrapposte  o  in concorrenza con quelle delle regioni in materia di
prevenzione, riabilitazione, reinserimento.
  I  progetti  nazionali di sistema devono altresi' apportare "valore
aggiunto"   alle  differenziate  azioni  territoriali,  coerenti  con
l'obiettivo di promuovere e garantire ovunque comuni basi minime alla
riorganizzazione   della  prevenzione  e  all'erogazione  di  moderni
servizi  da  parte  delle  componenti pubbliche e del privato sociale
accreditato, nonche' all'attivazione dei principali strumenti tecnici
collegati;
    il  principio  del coordinamento e dell'integrazione. Le proposte
progettuali    si   devono   armonizzare   con   l'attivita'   svolta
dall'Osservatorio  permanente  istituito presso la Direzione generale
delle  tossicodipendenze,  tenendo  conto  delle  competenze previste
dalla  legislazione  vigente  e  degli  obiettivi  fissati  a livello
comunitario.  Esse  dovranno  essere  in  consonanza con le rilevanze
scientifiche  che  emergeranno  dai  lavori  del Comitato scientifico
dell'Osservatorio  e  tener  conto delle indicazioni del Dipartimento
nazionale  per le politiche antidroga e del Commissario straordinario
del Governo per le politiche antidroga. Al fine di evitare il rischio
di  sovrapposizioni  di iniziative e disomogeneita' sia nei contenuti
che  nella  scelta  dei  destinatari,  risulta indispensabile che nei
progetti  siano  puntualmente  descritti gli utenti ed effettuata una
preliminare  verifica,  da  parte  delle  Amministrazioni, che non vi
siano  in corso a livello locale, regionale o interregionale progetti
analoghi;
    la valutazione della qualita' e l'autovalutazione. La misurazione
della qualita' e' un aspetto complesso che occorre affrontare in modo
specifico  con l'individuazione di indicatori fondamentali di settore
anche  facendo riferimento ad esperienze sviluppate in altre realta',
da adattare al sociale, con riferimento a: standard di qualita' delle
strutture,  delle  competenze  degli  operatori,  del contenuto delle
prestazioni, ecc.
  Si  tratta  comunque  di  evitare  la duplicazione di interventi di
routine,  o  semplicemente  la  ripetizione di quelli gia' realizzati
senza  la disponibilita' di dati sul loro impatto. Occorre, altresi',
evitare la frammentazione e dispersione delle proposte costruendo tra
le  Amministrazioni interessate ipotesi progettuali "partenariali" in
cui  le  competenze e le missioni specifiche trovino interconnessioni
proficue   e  virtuose  determinando  reciprocamente  un  aumento  di
efficacia dei risultati.
  L'autovalutazione  del  raggiungimento  dei risultati prefissati e'
uno   strumento  indispensabile  per  tutti  i  soggetti  che  devono
interpretare  i  fenomeni  e  programmare  gli interventi di settore.
Vanno percio' previsti nell'impianto del progetto percorsi valutativi
a  cui destinare risorse certe all'interno del budget nell'ordine del
5% - 8% come indicano fonti europee ed internazionali.
  Particolare   rilievo   assumono   i   progetti  di  formazione  ed
aggiornamento  dei  quadri  tecnici,  amministrativi e dei consulenti
istituzionali  delle  Amministrazioni dello Stato nei nuovi indirizzi
tecnici in materia.

Aree di intervento progettuale.
  I progetti presentati devono prevedere interventi mirati in precise
aree, in particolare:
    sostanze  di  nuovo  consumo:  il  rapido aumento di categorie di
consumatori che assumono sostanze diverse dall'eroina, che utilizzano
sempre  piu'  eccitanti,  che  non si considerano "tossicodipendenti"
evidenzia  la necessita' di una riorganizzazione dei servizi attuali,
con particolare riferimento alla dislocazione, al funzionamento, agli
orari,   al   contenuto,   alle  finalita'  delle  prestazioni,  alle
competenze del personale impiegato. Si tratta di ricercare e proporre
una  configurazione  innovativa  rivolta  alle  strutture pubbliche e
private,  in  grado  di  contrastare  la  "normalita'" dell'uso delle
droghe,  evitare  la  commistione  tra  utenze  molto  differenziate,
sperimentare iniziative personalizzate "fatte su misura".
  Risulta  indispensabile rivolgere la massima attenzione non solo su
eventi  singoli  o  sui  classici  luoghi  di  divertimento  quali le
discoteche,  ma  sull'intero  sistema  aggregativo  o di gestione del
tempo  libero riferito al mondo giovanile (palestre di body building,
ludoteche,  sale  da  gioco  tradizionali o elettroniche, sedi per il
tifo organizzato, ecc.).
  Ricerche/intervento   sull'uso   delle   droghe   da   parte  della
"popolazione-bersaglio"   di  riferimento  appare  ormai  quanto  mai
necessario.
  Il  rapido  mutare  della composizione delle cosiddette "pasticche"
richiede  una  rapida conoscenza della composizione delle stesse, che
non  puo'  essere  effettuata  solo  tramite l'analisi delle sostanze
sequestrate  dalle Forze dell'Ordine. Si tratta del reperimento delle
analisi  in  tempo  reale  di  cio'  che  viene utilizzato in un dato
contesto.  Precedenti  tentativi di individuare un sistema di allarme
rapido sulle modificazioni nella composizione delle droghe sintetiche
e  relativi  effetti  nocivi  sulla salute, hanno incontrato notevoli
difficolta' e non hanno ancora portato ad un risultato apprezzabile.
  Sperimentare   soluzioni  innovative  in  tale  ambito  rappresenta
pertanto una priorita'.

Riduzione della cronicita'.
  Al   fine   di   ridurre   il  tasso  di  cronicita'  nei  soggetti
tossicodipendenti  in  trattamento  prodotto  in  parte  dalla natura
stessa  della  tossicomania  ma anche da interventi inefficaci e poco
articolati possono essere predisposti progetti di:
    disintossicazione,  osservazione, diagnosi e cura propedeutici al
trattamento riabilitativo;
    centri  diurni  riabilitativi  a media ed alta soglia (drug-free)
utilizzabili  come  programmi  di  avvio  alla fase riabilitativa, di
rientro  e/o di pieno trattamento terapeutico-riabilitativo per fasce
particolari  di  utenza (lavoratori, donne con figli, professionisti,
ecc.);
    centri   post-cura   riabilitativa   nei   quali   affrontare  le
problematiche  psicosociali  successive alla conclusione di programmi
riabilitativi   drug-free   e   finalizzati  alla  prevenzione  delle
recidive;
    intervento  per  il trattamento precoce di giovani e giovanissimi
consumatori  di  droghe "leggere" e di "nuove droghe" segnalati dalla
Prefettura  o  dalla  famiglia.  Tali  interventi devono svolgersi in
servizi    diversi    dagli   attuali   servizi   pubblici   per   le
tossicodipendenze  al  fine  di  evitare  commistione, promiscuita' e
contagio tra utenze con problematiche diverse;
    intervento  riabilitativo  per  i  tossicodipendenti sottoposti a
procedimenti   giudiziari   realizzato   in   collaborazione  tra  le
istituzioni giudiziarie e gli enti ausiliari riabilitativi;
    incentivazione  per i servizi pubblici (Ser.T. e dipartimento per
le  dipendenze  patologiche) finalizzata a ridurre la quota di utenti
in  carico  ai  servizi stessi che risultano cronicamente trattati in
favore  della  quota  di  utenti  avviati  a  programmi riabilitativi
evolutivi condotti in condizioni drug-free;
    incentivazione   per  le  strutture  riabilitative  che  adottano
modalita'   di   interventi   integrati   bio-psico  socio  educativo
garantendo  con  la complessita' e l'integrazione degli interventi un
abbassamento del tasso di recidivi post-comunitarie;
    ricerca  sulla  mortalita'  diretta  ed  indiretta  da  droghe  e
sostanze  psico  attive,  sugli effetti biopsicosociali delle terapie
sostitutive   di   lunga   durata   e  di  trattamenti  riabilitativi
residenziali  e non di lunga durata, sulla comparazione tra gli uni e
gli altri tipi di trattamento;
    interventi  di  bassa  soglia che sperimentino nuove modalita' di
approccio  del  target tossicomanico non legando necessariamente tali
interventi alla somministrazione di farmaci sostitutivi.

Tossicodipendenza femminile.
  la  condizione  di  tossicodipendenza nelle donne ha spesso effetti
maggiormente  devastanti  che nell'uomo per la contemporanea presenza
di problematiche connesse con la prostituzione.
  La  situazione diventa ancora piu' complicata in presenza di eventi
collegati  con  la  maternita',  con  effetti  negativi  anche  sulla
competenza   genitoriale:   si  tratta  di  promuovere  e  verificare
l'efficacia  di  modelli  operativi  di rete di facile accessibilita'
volti  alla  tutela  della  salute  della  donna,  del  minore, della
famiglia,  in grado di intervenire in modo coordinato sin dal momento
in cui si manifesta la gravidanza.

Formazione  ed  aggiornamento degli operatori e loro salvaguardia dal
rischio di "burn-out".
  alla  luce  delle  nuove  politiche  sociali  e  delle  esigenze di
accreditamento  delle  strutture  che erogano servizi, nonche' tenuto
conto dei sempre piu' rapidi mutamenti del mercato delle sostanze che
inducono  dipendenze,  risulta  indispensabile  una diffusa azione di
aggiornamento  e  formazione  degli  operatori  del  settore che veda
compartecipi  con  pari  dignita' i soggetti sia del pubblico che del
privato  sociale, svolta secondo programmi esemplari, condivisi dalle
regioni,  da  capitalizzare  e riprodurre. In particolare si dovranno
favorire  progetti  formativi  che  puntino ad una prima inclusione e
riconoscimento   delle   figure   professionali   atipiche   presenti
soprattutto nell'area riabilitativa e preventiva.
  vi   e'  altresi'  necessita'  di  realizzare  articolate  indagini
conoscitive  con  finalita'  operative  sulla condizione di vita e di
lavoro  di  tale  categoria  di  lavoratori.  In  una  prospettiva di
ricerca-azione  tale indagine deve evidenziare i fattori soggettivi e
di  contesto  che  possono  indurre  fenomeni  di stress lavorativo e
mirare  sia  a  mettere  a  punto e valicare strumenti di procedure e
monitoraggio   delle   situazioni  critiche  che  definire  linee  di
intervento   funzionali   alla   "protezione"  degli  interessati  da
fattori/condizioni  di  rischio  e  di disagio psicologico e sociale.
L'applicazione in chiave sperimentale di tali procedure deve condurre
alla elaborazione di un manuale di "buone pratiche" in materia.
  Vi  e' altresi' la forte esigenza di formazione ed aggiornamento di
quadri  amministrativi,  tecnici  e  consulenti delle amministrazioni
statali  coinvolti  nella  programmazione  e gestione delle attivita'
ministeriali in materia di droghe.

Valutazione.
  Nell'ambito    delle    competenze    e    della   riorganizzazione
dell'Amministrazione  centrale  dello  Stato  non  puo'  non  esserci
l'obiettivo  di  predisporre  un  sistema  di valutazione efficace ed
indipendente  sull'impatto  del  Fondo  nazionale  per  la lotta alla
droga,  complessivamente  considerato,  che  consenta  anche una piu'
idonea ripartizione nell'ambito delle regioni e delle Amministrazioni
centrali  delle  risorse  basata sull'efficacia e sull'efficienza dei
progetti realizzati.
  Si  tratta di elaborare e di testare alcuni indicatori fondamentali
da  condividere  con  i  soggetti  istituzionali  interessati  per la
conoscenza adeguata dei processi attivati, indispensabile per l'esame
costi-benefici  delle  iniziative intraprese, per una piu' incisiva e
corretta  programmazione  regionale e nazionale degli interventi, per
l'individuazione e la riproduzione delle buone prassi, per sviluppare
una  sana  competizione  tra  le  azioni,  per  consentire di attuare
benchmark dei progetti a livello nazionale ed europeo.
  Particolare  attenzione  dovra'  essere dedicata ad una valutazione
retrospettiva   di   programmi  finanziati  col  Fondo  nazionale  di
intervento  per  la  lotta  alla  droga  che possa orientare nel modo
migliore le future progettazioni delle Amministrazioni dello Stato.

Reinserimento professionale e lavorativo.
  La  formazione  e  il  reinserimento  del  mercato del lavoro vanno
considerati  obiettivi altrettanto importanti rispetto a quelli della
terapia    e   della   riabilitazione   rappresentandone   l'ottimale
conclusione.
  Si   tratta   di  individuare  percorsi  integrati  di  sostegno  e
promozione  dell'occupazione (informazione, orientamento, formazione,
assistenza  tecnica,  tutoraggio,  forme  flessibili  di  impiego  in
azienda  o  nel  lavoro  autonomo....), utilizzando anche la rete dei
nuovi  servizi  territoriali dell'impiego, con particolare attenzione
alle  problematiche  psicosociali  successive al termine del percorso
terapeutico di uscita.
  Si tratta altresi' di individuare delle modalita' di informazione e
sensibilizzazione  rivolte  ai  datori di lavoro e ai lavoratori e ai
loro organismi sindacali rispetto ai fenomeni delle tossicodipendenze
nell'ambito  dei  luoghi  di  lavoro,  da  un lato per prevenire tali
fenomeni  dall'altro  per  sviluppare la necessaria disponibilita' ad
"accettare"   senza  emarginazioni  coloro  che  hanno  completato  i
programmi riabilitativi.

Sperimentazioni  da  sviluppare  in  collaborazione  con  altri Paesi
dell'Unione europea in una logica transnazionale.
  Realizzazione  di studi e ricerche sugli aspetti sociali e sanitari
legati  alla  mobilita'  di  gruppi a rischio all'interno dell'Unione
europea,  in particolare se provenienti da Paesi extracomunitari e se
composti da migranti e da profughi.
  Attuazione  di indagini sui problemi causati dal cosiddetto turismo
della droga.
  Promozione  di  studi  e  ricerche  su  altre  forme  di dipendenza
patologica  (soprattutto  l'alcool  e  anche  il  gioco  d'azzardo, i
videogiochi, internet ...).
  Elaborazione  di ipotesi di programma comunitario di prevenzione da
proporre a livello di comunita' europea. Tale programma dovra' essere
ispirato  al  necessario  contrasto  alla  "normalita'"  dell'uso  di
droghe,  alla  proposizione  di  spazi  e modalita' di intervento per
persone  a  rischio soprattutto se minori esposti a rischio specifico
di  contatto  con  le droghe, alla proposizione di stili di vita e di
comportamento  lontani  dall'uso  delle droghe ed adottabile anche in
contesti difficili.
    Roma, 10 aprile 2002
                                                  Il Ministro: Maroni