Croce d'oro
    Con decreto 12 novembre 2001 e' stata conferita la croce d'oro al
merito dell'Esercito:
    Al  ten. col. Maurizio Mazza, nato il 29 marzo 1961 a Viterbo con
la seguente motivazione:
      «Comandante   del   gruppo   tattico   Folgore  inquadrato  nel
contingente    italiano    impegnato    nell'ambito   dell'operazione
«Stabilise»  di  di Interfet condotta a Timor Est, svolgeva un'azione
di  comando  caratterizzata  da spiccata professionalita', alto senso
del dovere e non comune impegno.
    Costantemente  alla  testa dei propri uomini, con cui condivideva
ogni  tipo  di  disagio,  in una situazione operativa particolarmente
complessa  ed  in  condizioni  climatiche  ed  ambientali  difficili,
assolveva,   con   generosita'   e   massima  efficienza,  i  compiti
affidatigli, riscuotendo l'ammirazione dei superiori e infondendo nel
personale alle dipendenze fiducia e sicurezza.
    La sua intellogente, lineare e ferma azione di comando improntata
all'equilibrio  anche  nelle  circostanze piu' delicate e pericolose,
sempre corroborata dall'esempio, permetteva alle unita' dipendenti di
conseguire  pienamente  tutti  gli  obiettivi  relativi alla missione
assegnata.
    Magnifica figura di comandante di grande spessore professionale e
di  eccezionale  carisma che ha contribuito ad elevare l'immagine del
contingente  militare  italiano nel contesto internazionale». - Dili,
23 settembre 1999 - 17 febbraio 2000.

    Con  decreto  7  marzo  2002 e' stata conferita la seguente croce
d'oro al merito dell'Esercito:
    Al  magg.  Paolo  Bertolini, nato il 14 marzo 1955 a Parma con la
seguente motivazione:
    «Ufficiale paracadutista, comandante la sezione paracadutismo del
centro  sportivo  esercito  del  centro  addestramento paracadutismo,
nonche'   selezionatore   della   nazionale   italiana   militare  di
paracadutismo  sportivo si e' prodigato con energia in una innovativa
azione  di  comando,  portando  la sua squadra e la squadra nazionale
militare  ai piu' alti vertici in campo mondiale. I successi ottenuti
hanno  incrementato  notevolmente il prestigio dell'esercito italiano
in campo nazionale ed internazionale.
    Chiaro  esempio  di  dedizione,  spirito di sacrificio, tenacia e
saldezza di carattere». - Pisa, 2 novembre 1999.
    Al  ten.  Paolo  Filippini,  nato  il 16 marzo 1961 a Castelnuovo
Berardenga (Siena) con la seguente motivazione:
    «Ufficiale  paracadutista, atleta della sezione paracadutismo del
centro  sportivo esercito dotato di non comuni qualita' professionali
e  spirito  di  sacrificio.  Con il suo costante e capillare impegno,
partecipando  a  numerose  competizioni tra cui i campionati mondiali
militari  metteva  a frutto le capacita' atletiche acquisite in molti
anni  di estenuanti allenamenti, dando il suo determinante contributo
alle  vittorie della rappresentativa nazionale, portandola al vertice
delle  particolari  discipline  sportive. I successi conseguiti hanno
ulteriormente incrementato l'immagine dell'esercito italiano in campo
nazionale ed internazionale.
    Chiaro  esempio  di  figura  di spicco nobile impegno e altissimo
attaccamento al dovere». - Pisa, 2 novembre 1999.
    Al  mar.  ord. Giorgio Squadrone, nato il 14 dicembre 1964 a Pisa
con la seguente motivazione:
    «Sottufficiale  paracadutista, atleta della sezione paracadutismo
del   centro   sportivo   esercito  dotato  di  non  comuni  qualita'
professionali  e  spirito  di  sacrificio.  Con  il  suo  costante  e
capillare  impegno,  partecipando  a  numerose competizioni tra cui i
campionati  mondiali militari metteva a frutto le capacita' atletiche
acquisite  in  molti  anni  di  estenuanti  allenamenti, dando il suo
determinante   contributo   alle   vittorie   della   rappresentativa
nazionale,   portandola   al  vertice  delle  particolari  discipline
sportive.  I  successi  conseguiti  hanno  ulteriormente incrementato
l'immagine    dell'esercito    italiano   in   campo   nazionale   ed
internazionale.
    Chiaro  esempio  di  figura di spicco nobile impegno ed altissimo
attaccamento al dovere». - Pisa, 2 novembre 1999.
    Al  mar.  ord.  Giuseppe  Tresoldi,  nato  il  30 aprile  1964  a
Monselice (Padova) con la seguente motivazione:
    «Sottufficiale  paracadutista, atleta della sezione paracadutismo
del   centro   sportivo   esercito  dotato  di  non  comuni  qualita'
professionali  e  spirito  di  sacrificio.  Con  il  suo  costante  e
capillare  impegno,  partecipando  a  numerose competizioni tra cui i
campionati  mondiali militari metteva a frutto le capacita' atletiche
acquisite  in  molti  anni  di  estenuanti  allenamenti, dando il suo
determinante   contributo   alle   vittorie   della   rappresentativa
nazionale,   portandola   al  vertice  delle  particolari  discipline
sportive.  I  successi  conseguiti  hanno  ulteriormente incrementato
l'immagine    dell'esercito    italiano   in   campo   nazionale   ed
internazionale.
    Chiaro  esempio  di  figura  di spicco nobile impegno e altissimo
attaccamento al dovere». - Pisa, 2 novembre 1999.

    Con decreto 18 dicembre 2002 e' stata conferita la croce d'oro al
merito dell'Esercito:
    Al  Brig.  Gen.  Giorgio  Cornacchione  nato  il 25 maggio 1951 a
Torino con la seguente motivazione:
      «IT  SNR/IT  C.A.  nell'ambito  dell'operazione  "Stabilise" di
Interfet condotta a Timor est, operava con altissima professionalita'
ed   elevatissima   capacita'   organizzativa,   risolvendo  in  ogni
circostanza,  con  grande  lungimiranza  equilibrio  e diplomazia, le
molteplici  e  diversificate  difficolta'  insorte  nel  corso  della
missione.  In  un contesto caratterizzato da una situazione operativa
ad    alto    rischio,    da    forti    tensioni    socio-politiche,
dall'indeterminatezza   degli   atteggiamenti   della  popolazione  e
dall'assoluta  assenza  di  strutture  sociali, economiche e civiche,
sapeva  cogliere  gli  aspetti  fondamentali  della complessa realta'
locale  e  grazie  alle  sue  eccezionali  doti umane e professionali
gestiva  i  delicati  rapporti  in  ambito  internazionale, divenendo
interlocutore privilegiato dei vertici militari che in lui riponevano
incondizionata  fiducia. Con guida ferma, intelligente e determinata,
improntata  all'equilibrio  anche  nelle  circostanze  piu' delicate,
rendeva  possibile  l'amalgama  dei reparti del contingente nazionale
provenienti  dalle  diverse forze armate, ottimizzandone le capacita'
professionali  e  conseguendo pienamente tutti gli obiettivi relativi
alla missione assegnata.
    Figura  di spicco per le preclare qualita' intellettuali e morali
ed  autorevole  punto  di  riferimento nell'ambito della missione, ha
efficacemente  contribuito  ad  accrescere  il prestigio ed il lustro
dell'intera   Nazione   e   delle   sue   Forze   armate   in  ambito
internazionale». - Dili, 23 settembre 1999 - 17 febbraio 2000.

                           Croce d'argento
    Con  decreto  29 marzo 2002 e' stata conferita la croce d'argento
al merito dell'Esercito:
    Al  Ten. Col. Fabrizio Stivoli nato il 2 marzo 1955 a Trieste con
la seguente motivazione:
      «Capo cellula "joint implemention commission" presso il comando
brigata   multinazionale   ovest   operante   in  Kosovo  nell'ambito
dell'operazione  "Joint guardian", operava con indefettibile impegno,
determinazione,  spirito  di sacrificio e grande equilibrio, fornendo
una  prestazione  di eccezionale spessore. Incaricato di implementare
la  trasformazione  dell'UCK in corpo di protezione civile del Kosovo
(KPC)  rappresentava il contingente in numerose riunioni e contatti e
svolgeva  una  pressante  azione  di  controllo, spesso in condizioni
ambientali  pericolose,  dimostrando  grandissime  capacita' e innato
buon  senso, meritando la fiducia e il rispetto degli interlocutori e
risolvendo  con  efficacia le piu' delicate problematiche a vantaggio
dell'operato  di  tutto  il  contingente. La sua azione consentiva di
raggiungere  brillanti  risultati  e  abbassare i livelli di tensione
nell'area    di    responsabilita'    della    brigata,   riscuotendo
l'incondizionato   plauso   delle  piu'  alte  autorita'  militari  e
favorendo lo sviluppo delle operazioni sul terreno.
    Chiaro  esempio  di  ufficiale  altamente  motivato e capace, dal
pregevole  rendimento,  che  con  il suo comportamento contribuiva ad
accrescere  il prestigio del contingente e dell'esercito italiano nel
contesto  internazionale».  -  Pec  (Kosovo), 7 marzo 2000 - 4 luglio
2000.
    Al  Ten.  Col.  Gianfranco  Scalas,  nato  il  16 giugno  1951 ad
Assemini (Cagliari) con la seguente motivazione:
      «Capo  cellula  pubblica informazione presso il comando brigata
multinazionale  ovest  in  Kosovo  nell'ambito dell'operazione "Joint
guardian",  dirigeva le molteplici e diversificate attivita' connesse
al  delicato incarico con raro senso di responsabilita' e con impegno
continuo,  manifestando  chiara  visione  dei problemi e adottando in
ogni circostanza soluzioni rapide, concrete, di grande importanza per
il   contingente.  In  tale  contesto,  gestiva  con  intelligenza  e
altissima  professionalita'  sia  alcuni  delicati  momenti  di crisi
comunicativa  sia  i  difficili  e a volte pericolosi rapporti con le
nascenti    organizzazioni   della   stampa   locale,   riuscendo   a
salvaguardare  l'immagine  della grande unita' e dei soldati italiani
in   genere.   Attraverso  una  serie  di  brillanti  iniziative  nel
particolare  settore  riusciva  poi  a realizzare proficui rapporti a
livello KFOR e una efficientissima organizzazione della comunicazione
in  via  informatica,  nonche' a utilizzare al meglio le potenzialita
dell'emittente   della   brigata,  Radio  west,  a  sostegno  diretto
dell'attivita'   operativa   e   per   la   condotta   di  operazioni
«psicologiche».  La  sua  opera  incessante, caratterizzata da grande
spirito  di  sacrificio e dall'impiego delle migliori energie morali,
fisiche  e  intellettuali, si concretizzava in continui apprezzamenti
da  autorita'  italiane  e straniere e, fra queste, dal comando KFOR,
che additava ad esempio i risultati della cellula italiana alle altre
brigate in teatro.
    Chiarissima  testimonianza  di  ufficiale  altamente  motivato  e
capace,  generoso  e affidabile oltre ogni limite, che contribuiva in
modo   significativo  ad  elevare  il  prestigio  del  contingente  e
dell'esercito  italiano nel contesto internazionale». - Pec (Kosovo),
16 marzo 2000 - 3 luglio 2000.
    Al  Ten.  Col. Francesco Paolo Figliuolo, nato l'11 luglio 1961 a
Potenza con la seguente motivazione:
      «Comandante   del   gruppo   artiglieria  da  montagna  «Aosta»
inquadrato  nella  brigata  multinazionale  ovest  operante in Kosovo
nell'ambito dell'operazione «Joint guardian», dimostrava di possedere
pregevoli doti morali e di carattere e una preparazione professionale
completa  e di altissimo livello. Impegnato in attivita' operative di
grande  rilievo  nel  delicato settore di Gorazdevac, sede della piu'
grande   enclave  serba  del  Kosovo,  affrontava  ogni  impegno  con
determinazione,   equilibrio,   spiccata  iniziativa  ed  eccezionali
capacita'  organizzative,  riuscendo a gestire con notevole efficacia
anche  situazioni molto difficili. Con grande spirito di abnegazione,
sviluppava  in  prima  persona  una  serie  di operazioni complesse e
onerose  volte  a  impedire  il  verificarsi  di eventi con possibili
tragiche  conseguenze,  in  periodi caratterizzati da grande tensione
quale l'anniversario dei bombardamenti Nato, garantendo condizioni di
elevata  sicurezza nell'area. Ufficiale molto generoso e carismatico,
costituiva  elemento  di immediato riferimento nelle circostanze piu'
delicate,  nelle quali evidenziava sempre spiccata capacita' di guida
e   lucida   visione   degli   obiettivi,  conseguendo  risultati  di
eccezionale   livello  e  meritando  il  plauso  anche  di  personale
straniero.
    Chiaro  esempio  di altissima dedizione al dovere e straordinaria
professionalita', che ha contribuito in modo significativo ad elevare
il  prestigio  del  contingente  e  dell'esercito  italiano in ambito
internazionale». - Pec, (Kosovo) 8 marzo 2000 - 30 giugno 2000.
    Al  Col.  Enrico  Piazza, nato il 3 settembre 1955 a Pavia con la
seguente motivazione:
      «Comandante della TF "Sauro" della brigata multinazionale ovest
operante  in  Kosovo nell'ambito dell'operazione "Joint guardian", si
prodigava  senza risparmio di energie al fine di mantenere la propria
unita'  ad  un  elevatissimo  livello  di  prontezza, sviluppando una
intelligente  opera  di  preparazione  e  di  controllo  di  tutte le
attivita'.  Nel  corso delle numerose e complesse operazioni condotte
nella  delicata  area  di  decane, coordinava in maniera brillante ed
efficace  l'attivita'  operativa,  impegnandosi senza limiti di tempo
con  eccezionale  generosita',  ottenendo  risultati di straordinario
valore.  Il  recupero  di  ingente  materiale bellico precedentemente
asportato  illegalmente  da un sito controllato da una NGO norvegese,
la  confisca di una grande quantita' di armi ed esplosivi, la cattura
di  un  pericoloso  ricercato  per  omicidio,  l'organizzazione di un
intervento  in  Mitrovica,  nel  settore  francese,  sono solo alcuni
esempi  che evidenziano le sue eccezionali capacita di pianificazione
e  la  sua  ancor piu' significativa capacita' di tradurre i piani in
atti  concreti  e  rispondenti  alle  esigenze  del teatro operativo,
spesso  partecipando  in prima persona alle attivita' piu' delicate o
pericolose.
    Chiaro esempio di comandante altamente motivato e capace, che con
il  suo  comportamento  e  i  risultati  conseguiti ha contribuito ad
elevare  il  prestigio  del  contingente e dell'esercito italiano nel
contesto  internazionale».  -  Pec (Kosovo), 3 aprile 2000 - 2 luglio
2000.
    Al  Col.  Paolo  Serra,  nato  il  7 aprile  1956 a Torino con la
seguente motivazione:
      «Comandante  del  9° Reggimento alpini inquadrato nella brigata
multinazionale  ovest  operante in Kosovo nell'ambito dell'operazione
"Joint  guardian"  presentava  in  ogni  circostanza  la  sua  unita'
perfettamente  amalgamata,  superbamente  addestrata  ed  in grado di
assolvere  in  pieno le delicate incombenze operative della missione.
Impiegato in attivita' di grandissimo rilievo nel delicato settore di
Dakovica,   articolava   il   dispositivo   sul  terreno  in  maniera
eccezionalmente  efficace  e  faceva  fronte  a tutti gli impegni con
rigore e altissima professionalita', evidenziando spiccata iniziativa
e  dedizione  al  servizio.  Trascinava  i propri uomini con la forza
dell'esempio  nelle  situazioni  piu'  pericolose  e  complesse, e ne
sapeva    ottenere   un   rendimento   eccezionale,   che   suscitava
l'ammirazione  di quanti, italiani e stranieri, anche ad alto livello
di autorita', avevano modo di vedere operare i suoi reparti.
    Chiaro  esempio  di  comandante  completo  e  carismatico, che ha
contribuito  in  modo  determinante al buon esito della missione e ad
elevare  il  prestigio  del  contingente e dell'esercito italiano nel
contesto   internazionale».   -  Pec  (Kosovo),  16 febbraio  2000  -
27 giugno 2000.
    Al  Col.  Bruno  Stano,  nato  il  14 dicembre  1954  a  Manduria
(Taranto) con la seguente motivazione:
      «Comandante  del  151° Reggimento fanteria "Sassari" inquadrato
nella  brigata  multinazionale  ovest  operante in Kosovo nell'ambito
dell'operazione  "Joint  guardian",  assolveva  le  sue  funzioni con
straordinaria  efficacia.  In  tutte le attivita' riusciva a motivare
pienamente  il  personale  dipendente, che rispondeva con entusiasmo,
impegno  e professionalita' fornendo un rendimento di reale altissimo
livello.  Responsabile  del delicato settore di Pec, sede fra l'altro
delle  massime  autorita'  internazionali  dell'area di brigata (Onu,
Osce),  delle  piu'  importanti  rappresentanze religiose ortodossa e
musulmana,  dell'ex-UCK  e  delle  maggiori organizzazioni umanitarie
governative e non governative di assistenza, sviluppava una azione di
comando  di  altissimo  pregio,  assicurando il pieno soddisfacimento
delle  esigenze  operative e di controllo del territorio e agevolando
in  ogni  possibile  modo  il  ritorno a condizioni di normalita' nel
settore.   In  tale  ambito  organizzava  e  portava  a  termine  una
innumerevole  serie  di operazioni volte a garantire la sicurezza dei
monasteri  serbi e dei confini con il Montenegro, a recuperare enormi
quantita'  di  esplosivi  illegali,  a  fornire concorso alla brigata
francese nell'area di Mitrovica e ad assicurare il sereno svolgimento
delle  attivita'  di  ricostruzione  e  degli  interventi umanitari a
sostegno  della  popolazione,  riscuotendo ampi apprezzamenti in ogni
circostanza.
    Chiaro  esempio  di  comandante  carismatico e straordinariamente
capace,  che  ha contribuito in modo determinante al buon esito della
missione  e  ad  elevare il prestigio del contingente e dell'esercito
italiano  nel  contesto  internazionale».  - Pec (Kosovo), 21 gennaio
2000 - 1° giugno 2000.

    Con  decreto  12  dicembre  2002  e'  stata  conferita  la  croce
d'argento al merito dell'Esercito:
    Al  Ten.  Col. Raffaele Iubini, nato il 9 febbraio 1953 a Viterbo
con la seguente motivazione:
      «Comandante  del  reparto  comando  e  supporti  tattici  della
brigata   multinazionale  ovest  nel  quadro  dell'operazione  "Joint
guardian"»   in  Kosovo,  si  imponeva  all'attenzione  del  consesso
internazionale  presente  in  teatro di operazioni per le sue doti di
organizzatore  e di comunicatore, come pure di elemento propulsore di
numerose  iniziative  di  carattere  umanitario e sociale nel tessuto
delle  comunita'  locali.  Infatti,  chiamato ad agire in un contesto
umano ed operativo caratterizzato da forti tensioni e profondi disagi
ambientali,  conduceva  le  quotidiane  azioni  di  protezione  della
popolazione   civile,   di   supporto   al   comando   della  brigata
multinazionale  ovest, di sostegno umanitario a favore delle famiglie
locali  in  particolare  stato  di  indigenza, infondendo nel reparto
forza  morale  e  fiducia nella riuscita della missione e anteponendo
sempre   alle   proprie  esigenze  la  sicurezza  dell'unita'  ed  il
conseguimento  degli  obiettivi  assegnati. Emergeva, in particolare,
nel  promuovere  attivita'  di  elevato  spessore  sociale  tese alla
realizzazione  delle premesse per il ritorno delle etnie alle normali
condizioni   di  vita,  dando  corso,  in  un  contesto  di  profonda
instabilita'  sociale,  ad opere di grande valenza umana e di elevata
visibilita'.
    Fulgido esempio di radicato senso del dovere, altissima capacita'
di comando e chiare virtu' militari, contribuiva in modo determinante
al  pieno successo della missione ed all'affermazione del contingente
italiano  nel  contesto  multinazionale  dando  lustro al paese, alla
forza  armata  ed  alla specialita' di appartenenza». - Pec (Kosovo),
3 novembre 2000 - 4 marzo 2001.
    Al  Ten.  Col.  Tommaso  Vitale, nato il 28 luglio 1963 ad Ischia
(Napoli) con la seguente motivazione:
      «Comandante  del  132°  gr.  art. smv "El Alamein" inserito nel
contingente  italiano della brigata multinazionale ovest impiegata in
Kosovo  nell'ambito  dell'operazione  «Joint  guardian»,  si imponeva
all'ammirazione   del   consesso  internazionale  civile  e  militare
presente  in  teatro.  Chiamato  ad  agire  in  un  contesto umano ed
operativo   caratterizzato   da   forti   tensioni,  profondi  disagi
ambientali   ed   elevati  coefficienti  di  pericolo,  conduceva  le
quotidiane   azioni   di  protezione  della  popolazione  civile,  di
pattugliamento degli itinerari, di scorta dei convogli umanitari e di
controllo   dei   punti   sensibili   nell'area  di  responsabilita',
infondendo  nel  reparto  forza morale e fiducia nella riuscita della
missione,  anteponendo  sempre  alle  personali esigenze la sicurezza
dell'unita'  ed  il  conseguimento  degli  obiettivi  assegnati.  Nel
settore  di competenza del gruppo, rappresentato da una delle aree di
maggior   sensibilita'  del  territorio,  ossia  l'enclave  serba  di
Gorazdevac,  la  presenza  dei  militari  italiani  ha  garantito  la
sicurezza  della popolazione ed ha contribuito in misura determinante
a  ricreare  le  condizioni  minime  di  vivibilita' per la minoranza
locale,  dipendente dal reparto anche per le piu' elementari esigenze
quotidiane.   I   numerosi   interventi   umanitari,   le  molteplici
realizzazioni  infrastrutturali,  la  deterrenza esercitata contro le
forze  esterne  che  cercavano di colpire fisicamente e nel morale la
popolazione  serba,  hanno  posto  all'attenzione  ed all'ammirazione
della  comunita'  internazionale  l'opera  determinata  e  coraggiosa
dell'ufficiale,  che  ha  onorato,  con  la  sua  azione, le migliori
tradizioni  delle  forze  armate italiane, che hanno trovato nel ten.
col. Vitale un indiscutibile protagonista.
    Fulgido esempio di radicato senso del dovere, altissima capacita'
di   comando,  consapevole  sprezzo  del  pericolo  e  chiare  virtu'
militari,  contribuiva  in  modo determinante al pieno successo della
missione  ed  all'affermazione  del contingente italiano nel contesto
multinazionale  dando  lustro  al  paese ed alla forza armata». - Pec
(Kosovo), 3 novembre 2000 - 4 marzo 2001.
    Al  Ten. Col. Giorgio Fambrini, nato il 14 giugno 1955 a Pisa con
la seguente motivazione:
      «Capo  area  funzionale  manovra  della  brigata multinazionale
ovest   nel   quadro  dell'operazione  "Joint  guardian"  in  Kosovo,
esercitava  le  sue  mansioni  esprimendo  doti  di  coordinamento  e
controllo  di  alta valenza, operando in piu' settori simultaneamente
con eccezionale lucidita', imponendosi all'attenzione degli alleati e
delle autorita' sovraordinate per le sue qualita' professionali e per
la  capacita'  di  gestire con padronanza ed oculato discernimento le
situazioni   di   crisi,   peculiari   di   un   contesto   operativo
caratterizzato  da  forti  tensioni  e profondi disagi ambientali. In
particolare, in occasione dell'acuirsi di un contrasto tra un'etnia e
forze  alleate nel nord della regione, pianificava ed organizzava con
tempestivita'  ed efficacia l'unita' di rinforzo, contribuendo in tal
modo,   in  misura  determinante,  alla  risoluzione  della  crisi  e
riceveva,  per  quanto  fatto, attestazioni di apprezzamento da parte
del  comando della brigata beneficiaria del sostegno. In virtu' della
sua  esperienza e della sua preparazione, veniva, inoltre, incaricato
di  presiedere,  nell'ambito  dell'area funzionale di competenza, uno
stage    internazionale    di   vertice   per   l'indottrinamento   e
l'aggiornamento  sulla  situazione nell'area a favore dello staff del
subentrante comando Kfor 5. Anche in questo impegno poneva in luce le
sue qualita', meritandosi il plauso e l'ammirazione degli alleati.
    Chiaro  esempio  di elette virtu' militari, capacita' di comando,
spirito   di   servizio,   che   con   opera  intelligente,  assidua,
instancabile,   contribuivano   ad   accrescere  il  prestigio  della
specialita'    e   delle   forze   armate   italiane   nel   contesto
internazionale». - Pec (Kosovo), 3 novembre 2000 - 4 marzo 2001.

    Con  decreto  12  novembre  2001  e'  stata conferita la croce di
bronzo al merito dell'Esercito:
    Al  Magg.  Ettore  Chirico nato il 17 novembre 1957 a Roma con la
seguente motivazione:
      «Ufficiale  addetto alla branca «Production» della divisione J2
intelligence   del   comando  Kfor  operante  in  Kosovo  nell'ambito
dell'operazione  «Consistent  effort»,  affrontava il delicatissimo e
fondamentale  incarico  con  grande lucidita', intelligenza, energia,
iniziativa  e  grandissimo  spirito  di servizio, dimostrando in ogni
occasione   professionalita'  e  competenza,  si  da  guadagnarsi  la
profonda  stima  e  l'unanime apprezzamento dei responsabili militari
della missione e dell'ambiente internazionale tutto.
    Chiarissimo  esempio  di  ufficiale  motivato  e  capace  che  ha
contribuito  in maniera determinante ad accrescere il prestigio della
Nazione e dell'Esercito italiano in ambito internazionale.
    Ha saputo ben meritare per la Patria». - Kosovo, 1° marzo 2000.

    Con decreto 6 marzo 2002 e' stata conferita la croce di bronzo al
merito dell'Esercito:
    Al  Ten.  Col.  Domenico  Pace nato il 17 aprile 1963 a Torre del
Greco (Napoli) con la seguente motivazione:
      «Executive  officer  del  vice comandante operativo del comando
Kfor,  nell'ambito  dell'operazione  «Joint  guardian»  in Kosovo, ha
fornito un eccezionale rendimento, espletando le proprie mansioni con
spiccato dinamismo ed altissimo senso del dovere. Ufficiale superiore
dotato   di   ottime   qualita'   fisiche  ed  intellettuali,  si  e'
splendidamente  inserito nel contesto multinazionale, divenendo punto
di  riferimento  per colleghi e superiori non solo italiani, ma anche
delle altre nazioni alleate.
    Nell'assolvimento   delle   sue   attribuzioni   ha   piu'  volte
partecipato  a  numerose attivita' che vedevano Kfor in supporto alle
Nazioni  Unite  (Unmik),  ad  altre  organizzazioni governative e non
governative  (GOS  e  NGOS),  ottenendo  sempre brillanti risultati e
ricevendo   il  plauso  incondizionato  di  tutti  per  le  capacita'
dimostrate,  per  l'entusiasmo con cui affrontava le situazioni e per
l'alto spirito umanitario con cui caratterizzava il suo operare.
    Chiarissimo  esempio  di  ufficiale  che ha contribuito in misura
notevolissima  ad  accrescere  il  prestigio della Forza armata e del
Paese  in un contesto multinazionale». - Pristina (Kosovo), 21 luglio
2000 -15 ottobre 2000.

    Con decreto 29 marzo 2002 sono state conferite le croci di bronzo
al merito dell'Esercito:
    Al  Ten.  Col.  Mario  Marrese, nato il 9 ottobre 1952 a Carinola
(Caserta) con la seguente motivazione:
      «Ufficiale superiore impiegato quale vice capo cellula G1 della
brigata     multinazionale     ovest     in     Kosovo    nell'ambito
dell'operazione"Joint  guardian",  evidenziava  in  ogni  circostanza
eccezionale  impegno, altissima professionalita' e spiccato senso del
dovere.    Con   fervida   intelligenza   ed   indiscusse   capacita'
realizzatrici,   reiterate   anche   in  condizioni  di  pressanti  e
concomitanti  impegni  operativi,  svolgeva  un ruolo da protagonista
attivo  nella  complessa  attivita'  di  gestione  del  personale del
contingente, assicurando il corretto sviluppo degli avvicendamenti in
teatro,  razionalizzando  la  struttura  del  comando, conducendo una
continua  opera di amalgama delle componenti straniere della cellula,
adottando  tutta  una  serie  di  provvedimenti volti a migliorare le
qualita  della  vita  di  tutte  le  categorie e organizzando in modo
perfetto  le decine di visite alla brigata condotte da alte autorita'
nazionali e straniere, civili e militari. I risultati di tutta la sua
attivita'  si  traducevano  in un incremento costante delle capacita'
operative  del  contingente,  a tutto vantaggio dell'assolvimento dei
compiti  ad esso affidati, e in ampi apprezzamenti anche da parte del
personale di altri contingenti.
    Chiaro   esempio   di   altissima   dedizione   al  dovere  e  di
straordinaria professionalita', che ha contribuito significativamente
ad  elevare  il prestigio  della brigata e dell'esercito italiano nel
contesto multinazionale». - Pec (Kosovo), 25 febbraio 2000 - 3 luglio
2000.
    Al  Ten.  Col.  Amedeo Santoro, nato il 13 febbraio 1963 a Napoli
con la seguente motivazione:
      «Ufficiale  superiore  impiegato  quale  Acos  operativo  della
brigata   multinazionale   ovest   operante   in  Kosovo  nell'ambito
dell'operazione  "Joint guardian", ha assolto il suo delicatissimo ed
importante  incarico  in  modo  esemplare,  incisivo  e  determinato,
impegnandosi  generosamente  per  il  successo della missione. Grazie
alla lucida visione delle problematiche e all'approfondita conoscenza
operativa   e   ambientale   del   settore  d'azione  della  brigata,
pianificava  e  coordinava ogni tipo di operazione e attivita', anche
le  piu' complesse, in maniera adeguata alle esigenze, equilibrata ed
estremamente  efficace.  In  tale  contesto,  di  grande  valenza  si
rivelava l'apporto concettuale e organizzativo relativo ai molteplici
interventi effettuati dalla grande unita' nella citta' di Mitrovica e
nella  Valle  di Presevo a sostegno di contingenti stranieri, nonche'
la   delicata  gestione  del  passo  di  Kulina  ai  confini  con  il
Montenegro.  Eccezionali, inoltre, i risultati che e' stato capace di
conseguire nel corso dei contatti periodici avuti con il comando KFOR
e  con le varie organizzazioni nazionali e straniere, ove ha messo in
luce  le  sue pregevoli qualita', meritando stima e considerazione ai
piu' alti livelli.
    Limpida  figura  di ufficiale e professionista esemplare, che con
capacita',  senso  del  dovere  e spirito di sacrificio ha fornito un
contributo   fondamentale  per  il  positivo  esito  della  missione,
esaltando  il prestigio  del  contingente e dell'esercito italiano in
ambito  internazionale».  -  Pec  (Kosovo), 1° marzo 2000 - 23 giugno
2000.
    Al  Ten.  Col.  Emilio Sen, nato l'1 ottobre 1958 a Delhi (India)
con la seguente motivazione:
      «Comandante  di  battaglione  blindo corazzato inquadrato nella
task  force  "Sauro"  della  brigata multinazionale ovest operante in
Kosovo nell'ambito dell'operazione "Joint guardian", affrontava tutte
le  complesse  e delicate situazioni connesse con il proprio incarico
con   fermezza,   equilibrio,   spiccato  spirito  di  iniziativa  ed
eccezionali  capacita organizzative. Impiegato in attivita' operative
nel  delicato  settore di decane, poneva al servizio dell'istituzione
le sue pregevoli doti umane, morali e intellettuali, che unite ad una
solida  preparazione  professionale  e  alla  capacita' di motivare i
dipendenti,  gli  consentivano  di  gestire con successo le peculiari
problematiche  dell'area  e condurre operazioni anche molto difficili
con  altissima efficacia. In tale contesto sviluppava una pregevole e
stringente attivita' di controllo del territorio e di ricerca di armi
e  munizioni  clandestinamente  detenute, pervenendo alla confisca di
una  ingente  quantita' di materiale. Contribuiva altresi' in maniera
significativa a contrastare le attivita' criminali nell'area mediante
una  assidua  azione  di  pattugliamento  e  ricerca e assicurava con
tempestivita'  ed  efficienza  la  disponibilita'  della  riserva  di
brigata  per  esigenze  del  contingente e dello stesso comando KFOR,
riscuotendo   il   plauso   degli   alleati  e  delle  organizzazioni
internazionali operanti nell'area.
    Chiaro  esempio  di ufficiale e di comandante altamente motivato,
dall'indiscussa  preparazione  e dalle eccezionali capacita', che con
il  suo  comportamento  e  con  i  brillanti  risultati  ottenuti  ha
contribuito  ad  elevare il prestigio del contingente e dell'esercito
italiano  nel  contesto  internazionale». - Pec (Kosovo), 23 febbraio
2000 - 2 luglio 2000.
    Al  Ten.  Col. Antonio Vittiglio, nato il 10 aprile 1960 a Torino
con la seguente motivazione:
      «Comandate  di  battaglione  della  task  force  "Aquila" della
brigata   multinazionale   ovest   operante   in  Kosovo  nell'ambito
dell'operazione  «Joint  guardian», assolveva il proprio incarico con
lodevole slancio, encomiabile impegno e grande spirito di sacrificio.
Grazie  alla  sua azione di comando, condotta sempre con l'esempio, i
complessi  di forze posti alle sue dipendenze raggiungevano brillanti
risultati  in  tutti i settori e in ogni circostanza, evidenziando un
elevatissimo  livello  di  efficienza  operativa.  In particolare, in
tutte  le  principali operazioni condotte dall'ufficiale nell'area di
responsabilita'  della  brigata  e  anche  all'esterno  di essa, come
quella  sviluppata in Mitrovica, nel settore francese, evidenziava le
sue eccezionali capacita' di guidare gli uomini e di tradurre i piani
in  atti concreti, nelle situazioni piu' difficili e pericolose. Tali
brillanti  qualita',  congiunte  ad  uno  spiccato  buon  senso,  gli
assicuravano  il  plauso  sincero  e incondizionato anche da parte di
personale appartenente ai contingenti stranieri.
    Chiaro  esempio  di  ufficiale  e  comandante altamente motivato,
dall'indiscussa preparazione e dalle straordinarie capacita', che con
il  suo  comportamento  e  con i risultati ottenuti ha contribuito ad
elevare  il  prestigio  del  contingente e dell'esercito italiano nel
contesto internazionale». - Pec (Kosovo), 19 gennaio 2000 - 1° giugno
2000.
    Al  Ten.  Col.  Antonio Maggi, nato il 6 ottobre 1961 a Montefano
(Macerata) con la seguente motivazione:
      «Comandante  di  battaglione  impiegato  con  il  9° Reggimento
alpini  nell'operazione  "Joint  guardian"  in Kosovo, con la propria
azione  di  comando,  costantemente  improntata all'esempio, svolgeva
un'azione  estremamente  efficace  ai  fini  dell'assolvimento  della
missione.  Nel  corso  delle numerose e complesse operazioni condotte
nella delicatissima area di Dakovica, coordinava in maniera brillante
l'attivita'   delle   dipendenti   compagnie  e  dei  rinforzi  anche
multinazionali  provenienti  dagli  altri  contingenti,  si impegnava
senza   limite   di  orario  con  eccezionale  generosita',  spiccata
iniziativa  e  indubbie  capacita',  incurante  dei rischi personali,
ottenendo  risultati  di straordinario valore tanto nel controllo del
territorio  quanto  nella confisca di un gran numero di armi, mezzi e
materiali  trattenuti illegalmente. Le sue pregevoli doti risaltavano
anche  nella organizzazione e nella guida di una task-force impiegata
in  concorso  al contingente usa nella Valle del Presevo, dove sapeva
meritare ampi apprezzamenti.
    Splendida figura di comandante, esempio di altissima dedizione al
dovere,  stimatissimo  dai  propri uomini e vero punto di riferimento
per  i  maggiori  referenti  delle  organizzazioni  militari e civili
operanti  nel  settore,  che  con il suo comportamento ha contribuito
fattivamente  al buon esito dell'operazione e a esaltare il prestigio
del    contingente    e    dell'esercito    italiano   nel   contesto
internazionale». - Pec (Kosovo), 11 febbraio 2000 - 27 giugno 2000.
    Al  Ten.  Col.  Franco  Rossi,  nato il 13 novembre 1950 a Recale
(Caserta) con la seguente motivazione:
      «Vice  capo  cellula  G5  della  brigata  multinazionale  ovest
operante  in  Kosovo  nell'ambito  dell'operazione  "Joint guardian",
affrontava  tutte  le  complesse situazioni connesse all'incarico con
determinazione,   equilibrio,   spiccata  iniziativa  ed  eccezionali
capacita'   organizzative.   Impegnato  in  numerosissime  attivita',
assolveva  brillantemente tutti i compiti affidatigli: dall'attivita'
di  collegamento  con le organizzazioni governative e non governative
alla  gestione  dei  problemi  delle  minoranze,  dai contatti con le
istituzioni   dell'ONU   e  dell'Ocse  alle  visite,  particolarmente
rischiose,  organizzate presso i siti di possibile ridislocazione dei
serbi,   dai   problemi   della  ricostruzione  all'approntamento  di
specifici progetti per KFOR/MAIN. In ogni circostanza sapeva valutare
con  perspicacia  l'importanza  delle  proprie  azioni  ai fini dello
sviluppo  delle  operazioni  sul  terreno, agevolandone la riuscita e
meritando  il  plauso dei militari e civili, italiani e stranieri, ai
piu' alti livelli.
    Chiaro esempio di autentico interprete delle responsabilita' e di
professionista intelligente e capace, che con il suo comportamento ha
contribuito   ad   accrescere   il   prestigio   del   contingente  e
dell'esercito  italiano  in  ambito  internazionale». - Pec (Kosovo),
23 febbraio 2000 - 3 luglio 2000.
    Al  Ten.  Col.  Angelo  Saddi,  nato  il  21 agosto 1950 a Sinnai
(Cagliari) con la seguente motivazione:
      «Capo  cellula  S4  del 151° Reggimento fanteria "Sassari" - TF
"Aquila"  - inquadrato nella brigata multinazionale ovest operante in
Kosovo  nell'ambito  dell'operazione  «Joint  guardian», assolveva il
proprio  incarico con grandissima professionalita', spiccato senso di
responsabilita',   elevato  spirito  di  servizio  e  di  sacrificio,
assicurando  l'efficacissimo  svolgimento  delle  articolate attivita
logistiche  dell'unita'.  La sua eccezionale capacita' realizzativa e
la sua encomiabile dedizione al servizio hanno rappresentato chiaro e
sicuro riferimento per tutto il personale della TF e hanno assicurato
soluzioni  rapidissime  ed efficaci alle piu' complesse problematiche
nel  prioritario  settore  di  Pec  e  in  occasione degli impegni di
maggiore  visibilita'  internazionale.  In tale contesto, particolare
menzione  meritano  le attivita' svolte per organizzare con strutture
di  elevatissima  funzionalita'  i  valichi di Kulina e Kuciste e per
consentire  il pieno sostegno alla TF italiana impiegata a Mitrovica,
nel settore francese.
    Chiaro   esempio  di  ufficiale  animato  da  forte  amore  delle
responsabilita', che con il suo comportamento e i risultati raggiunti
ha   contribuito   ad   elevare   il   prestigio  del  contingente  e
dell'esercito  italiano  in  ambito  internazionale». - Pec (Kosovo),
22 gennaio 2000 - 1° giugno 2000.
    Al  Ten.  Col.  Renato Costantino Lepore nato il 28 aprile 1959 a
Molfetta (Bari) con la seguente motivazione:
      «Comandante   del  battaglione  trasmissioni  inquadrato  nella
brigata   multinazionale   ovest   operante   in  Kosovo  nell'ambito
dell'operazione  "Joint  guardian", dimostrava di possedere pregevoli
qualita'  morali  e  di carattere e una preparazione professionale di
altissimo   livello,   assicurando   in  ogni  circostanza  il  pieno
soddisfacimento  delle  esigenze  in  teatro.  Nella complessa realta
ambientale  kosovara,  operava con costante impegno e determinazione,
riuscendo,  con  la  forza  dell'esempio  e grandi doti umane, a fare
della  propria  unita' una compagine compatta e motivata, in grado di
risolvere   tutti   i   piu'   delicati   problemi  nel  campo  delle
comunicazioni  e  del  comando  e  controllo. Tutto questo non solo a
favore  del  contingente,  ma  anche delle organizzazioni nazionali e
internazionali  operanti nell'area di responsabilita', presso la sede
del  comando  Kfor,  in  Macedonia  e  in  Grecia nonche' nei settori
francese  e  USA,  in  occasione  dell'impiego  di  task forces della
brigata  in  concorso  ad altri contingenti. La sua opera incessante,
competente,  pervasa da straordinario spirito di sacrificio, meritava
stima  e  considerazione  a  tutti  i  livelli, da parte di personale
militare e civile, italiano e straniero, presente in teatro.
    Chiara  testimonianza  di dedizione, professionalita' e capacita'
realizzatrici,   che   contribuivano  ad  elevare  il  prestigio  del
contingente  e dell'esercito italiano nel contesto internazionale». -
Pec (Kosovo), 1° marzo 2000 - 3 luglio 2000.
    Al  Ten.  Col. Guglielmo Capozza nato il 17 marzo 1960 a Bari con
la seguente motivazione:
      «Comandante  del  battaglione  genio guastatori "Ticino" - task
force   "Astro"  -  inquadrato  nella  brigata  multinazionale  ovest
operante  in  Kosovo  nell'ambito  dell'operazione  «Joint guardian»,
assolveva l'incarico profondendo le migliori energie fisiche, morali,
intellettuali e professionali per assicurare il soddisfacimento delle
piu'  disparate e complesse esigenze del teatro operativo nel settore
dei  lavori,  della  mobilita'  e  dell'eod.  Ufficiale profondamente
motivato,  generoso  e  preparato,  suscitava,  con  l'esempio  e  la
costante  presenza  nelle  piu'  delicate  e rischiose situazioni, il
massimo  impegno  e  la piu' grande partecipazione del personale alle
dipendenze,  italiano  e  straniero,  facendo  della  TF  «Astro» una
compagine  altamente  efficiente,  che assolveva i propri compiti con
eccezionale  dedizione e capacita'. I risultati ottenuti, di assoluto
rilievo,  consentivano  di  migliorare  le  condizioni  di vita della
popolazione   locale,   del   contingente   e   delle  organizzazioni
governative  e  non governative operanti nell'area di responsabilita'
della  brigata, nonche' di sviluppare con sicurezza le piu' complesse
operazioni, meritando alta considerazione a tutti i livelli, compreso
il comando Kfor.
    Chiaro   esempio   di   comandante   straordinariamente   capace,
professionista  concreto  ed  altamente  affidabile,  che  con il suo
comportamento  contribuiva ad accrescere il prestigio del contingente
e   dell'Esercito   italiano  nel  contesto  internazionale».  -  Pec
(Kosovo), 21 marzo 2000 - 3 luglio 2000.
    Al  Ten.  Col.  Salvatore  Loria  nato  il  17 ottobre 1955 a Bra
(Cuneo) con la seguente motivazione:
      «Comandante  del  battaglione logistico "Garibaldi" operante in
Kosovo nell'ambito dell'operazione "Joint guardian", assolveva le sue
funzioni  con  dedizione, altissima professionalita' e spiccato senso
del  dovere.  Ufficiale  brillante  e  di  fervida  intelligenza,  di
indiscusse  capacita'  e  di  maturata esperienza, si proponeva quale
comandante  instancabile  e prezioso che riusciva a concretizzare con
brillanti  interventi  organizzativi i criteri della nuova «Logistica
2000»,  assicurando  in  ogni  circostanza  e  in  tutti i settori il
soddisfacimento  delle molteplici e complesse esigenze logistiche del
teatro  operativo,  ivi  comprese  quelle  di  contingenti  stranieri
presenti  nell'area.  Inoltre,  chiamato  a  svolgere  con la propria
unita'  specifici  compiti  operativi  di  controllo  del territorio,
conseguiva  anche  in  tali  occasioni risultati di altissimo valore,
meritando  apprezzamenti  da  personale italiano e straniero operante
nell'area.
    Chiaro  esempio  di  ufficiale  e  comandante  straordinariamente
motivato,  preparato  e  capace, che con il suo comportamento e con i
risultati   ottenuti   contribuiva   ad   elevare  il  prestigio  del
contingente  e dell'Esercito italiano nel contesto internazionale». -
Pec (Kosovo), 16 febbraio 2000 - 2 luglio 2000.
    Al  Magg.  Alfredo  Venturino  nato  il  30 dicembre 1961 a Capua
(Caserta) con la seguente motivazione:
      «Capo cellula G6 presso il comando brigata multinazionale ovest
in  Kosovo  nell'ambito dell'operazione "Joint guardian", operava con
grandissima  professionalita',  spiccato  senso  di  responsabilita',
elevato  spirito di servizio e di sacrificio, assicurando il costante
ed   efficace   sviluppo   dell'attivita'   di   comando,  controllo,
comunicazioni   e   informatica   dell'intero  contingente.  In  tale
contesto,   pianificava   e  quindi  poneva  in  atto  una  serie  di
provvedimenti  per  la  soluzione  delle piu' complesse ed essenziali
problematiche  del  settore  C4,  consentendo  il  potenziamento e la
razionalizzazione   della   rete  Sotrin  e  del  parco  informatico,
l'implementazione  dei collegamenti in posta elettronica, il supporto
non  solo  a  tutte  le  unita'  della  brigata,  ma anche ai reparti
schierati  fuori  dalla zona di responsabilita' per l'assolvimento di
compiti  di  sostegno  agli  altri  contingenti. Meritava poi stima e
considerazione  a  livello  comando  Kfor  e  da  parte  di  tutte le
organizzazioni   internazionali   operanti   nel   settore,   per  la
collaborazione  fornita e la disponibilita' dimostrata nel soddisfare
le piu disparate e complesse esigenze.
    Grazie  alla  sua  opera  e  ai  brillanti  risultati conseguiti,
riscuoteva  il  plauso  delle  maggiori  autorita' civili e militari,
italiane  e straniere, presenti in zona d'operazioni, contribuendo in
tal  modo  ad  elevare  il  prestigio del contingente e dell'Esercito
italiano  nel  contesto  internazionale». - Pec (Kosovo), 23 febbraio
2000 - 3 luglio 2000.
    Al  Magg.  Michele Tanzarella nato il 28 marzo 1961 a Taranto con
la seguente motivazione:
      «Comandante dell'11° gruppo elicotteri interforze - TF "Ercole"
-  inquadrato  nella brigata multinazionale ovest impiegata in Kosovo
nell'operazione  "Joint guardian", evidenziava pregevoli doti umane e
professionali,  incondizionata dedizione al servizio, altissimo senso
di  responsabilita'.  Altamente  motivato  e  capace,  profondeva  un
impegno  eccezionale  per  organizzare al meglio il complesso impiego
delle  risorse  a disposizione, pervenendo al perfetto amalgama delle
componenti  elicotteristiche  delle tre forze armate e assicurando in
ogni  circostanza  il  pieno  soddisfacimento  delle  piu'  disparate
esigenze  del  contingente.  In particolare, pianificava ogni tipo di
missione  con  rigore  e  tempestivita',  ne  seguiva lo sviluppo con
determinazione  ed  interveniva  con  estrema  efficacia per superare
qualsivoglia  inconveniente, tutelando sempre e comunque la sicurezza
dell'attivita'  di  volo  e degli equipaggi. Partecipava poi in prima
persona  allo  svolgimento  di  molteplici missioni, anche rischiose,
distinguendosi  per  abilita'  e  senso  del  dovere.  In  queste sue
attivita' suscitava piu' volte l'ammirazione del personale italiano e
straniero, militare e civile, presente in teatro.
    Chiaro  esempio  di ufficiale di altissimo valore, che con il suo
comportamento  e i brillanti risultati ottenuti contribuiva a elevare
il  prestigio  del  contingente e dell'Esercito italiano nel contesto
internazionale». - Pec (Kosovo), 18 febbraio 2000 - 2 luglio 2000.
    All'Aiut.  Alfonso  Martina  nato  l'8 settembre  1946  a Fossano
(Cuneo) con la seguente motivazione:
      «Capo  cellula  S1 del gruppo artiglieria da montagna "Aosta" -
TF  "Istrice"  inquadrato nella brigata multinazionale ovest operante
in Kosovo nell'operazione «Joint guardian», assolveva le sue funzioni
con  eccezionale  spirito  di  sacrificio e incondizionata dedizione.
Nell'espletamento  dell'oneroso  e delicatissimo incarico impostava e
conduceva in modo esemplare tutte le attivita' inerenti il personale,
suscitando  l'ammirazione  ed il plauso di tutti. Quale sottufficiale
«Decano»  svolgeva  il fondamentale ruolo di autorevole e carismatico
consigliere per i quadri piu' giovani e di prezioso collaboratore del
comandante   della  task  force  nella  difficile  enclave  serba  di
Gorazdevac  - la piu' grande del Kosovo - dando, in ogni circostanza,
esempio    di   altissima   moralita'   ed   elevatissima   capacita'
professionale.  Partecipava,  inoltre, in prima persona ad operazioni
in  situazioni  di  rischio  dimostrando,  anche  sul terreno, grande
esperienza,   abilita'   tattica  e  senso  del  dovere,  riscuotendo
apprezzamenti   da   autorita'   civili   e   militari,  nazionali  e
internazionali, presenti nel settore.
    Chiara  testimonianza di sottufficiale estremamente leale, capace
e  motivato, che con il suo comportamento esemplare ha contribuito ad
elevare  il  prestigio  del  contingente e dell'Esercito italiano nel
contesto  internazionale».  -  Pec (Kosovo), 8 marzo 2000 - 30 giugno
2000.