IL DIRIGENTE
          dell'unita' operativa del dipartimento regionale
                  dei beni culturali ed ambientali
  Visto lo statuto della Regione siciliana;
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n.
637 recante norme di attuazione dello statuto della Regione siciliana
in materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti;
  Visto  il  testo  unico  delle leggi sull'ordinamento del Governo e
dell'amministrazione  della  Regione siciliana, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 28 febbraio 1979, n. 70;
  Vista la legge regionale 1° agosto 1977, n. 80;
  Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
  Vista la legge 8 agosto 1985, n. 431;
  Visto  il  testo unico delle disposizioni legislative in materia di
beni  culturali  e  ambientali,  approvato  con  decreto  legislativo
29 ottobre  1999,  n. 490 che ha abrogato la legge 29 giugno 1939, n.
1497;
  Visto  il  regolamento di esecuzione della legge 29 giugno 1939, n.
1497 approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
  Visto l'art. 7 della legge regionale 15 maggio 2000, n. 15;
  Visto  il  D.D.G.  n.  6916 del 28 settembre 2001 ed in particolare
l'art. 8 relativo alle deleghe ai dirigenti responsabili delle aree e
dei  servizi  dell'Assessorato  regionale  beni  culturali e pubblica
istruzione   delle   competenze   attribuite  al  dirigente  generale
dall'art. 7, comma 1 della legge regionale n. 10/2000;
  Visto  il  parere prot. n. 2364/336.01.11 dell'8 febbraio 2002 reso
dalla  presidenza  della  regione  -  Ufficio  legislativo  e  legale
relativo  alla  competenza  in  ordine  all'apposizione  dei  vincoli
paesaggistici di cui all'art. 139 del testo unico n. 490/1999;
  Visto  il  D.D.G.  n.  7361  del  16 settembre  2003,  con cui sono
conferite,  ai dirigenti delle unita' operative del servizio tutela e
acquisizioni  le  deleghe  per gli affari rientranti nelle competenze
delle  unita'  operative,  cui sono stati preposti, con esclusione di
quelle  alle lettere d), h), l) per la parte relativa ai rapporti con
le  organizzazioni  sindacali, ed m) dell'art. 7, comma 1 della legge
regionale n. 10/2000;
  Visto l'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15;
  Visto   il   decreto  del  presidente  della  regione  n.  717  del
28 settembre 2001 che ha annullato il decreto amministrativo 5172 del
1° febbraio  1996  di  approvazione del Piano territoriale paesistico
delle Isole Egadi;
  Considerato  che  l'annullamento  del Piano territoriale paesistico
delle   Isole  Egadi  risulta  motivato  dall'inadeguato  livello  di
coinvolgimento  del  comune  nelle  procedure  di redazione del piano
stesso cosi' come da parere n.
  Tenuto  conto dell'accordo Stato-Regioni del 19 aprile 2001 sancito
fra  il  Ministero per i beni e le attivita' culturali e i presidenti
delle  regioni  e  delle  province  autonome,  che  ha disciplinato i
contenuti  e  i  metodi  della  pianificazione  paesistica regionale,
prevedendo tra l'altro all'art. 8 tempi e modi di verifica dei p.t.p.
gia' redatti;
  Visto  il  decreto amministrativo n. 5820 dell'8 maggio 2002 con il
quale  l'assessore  regionale  per  i  beni culturali ed ambientali e
pubblica  istruzione  competente  ai  sensi  della legge regionale n.
80/77,  ha  recepito  l'accordo  Stato-Regioni previo parere espresso
dalla  speciale  commissione  di cui all'art. 23 del regio decreto n.
1357/1940 nella seduta del 3 aprile 2002;
  Visto  il  D.D.S.  n.  5936  del  20 maggio  2002, pubblicato nella
Gazzetta  Ufficiale della Regione siciliana n. 33 del 19 luglio 2002,
con  cui  e' stato imposto il vincolo di immodificabilita' temporanea
di  cui  all'art.  5  della  legge  regionale  n.  15/91  sull'intero
territorio  dell'Arcipelago  delle Isole Egadi per un periodo di mesi
otto;
  Visto  il  D.D.S.  n.  7409  del  14 ottobre 2002, pubblicato nella
Gazzetta  Ufficiale della Regione siciliana n. 49 del 25 ottobre 2002
di rettifica del suddetto provvedimento;
  Visto  il  D.D.G.  n.  5395  del  20 marzo  2003,  pubblicato nella
Gazzetta  Ufficiale  della Regione siciliana n. 15 del 4 aprile 2003,
con cui e' stato prorogato di ulteriori mesi 3 il predetto vincolo di
immodificabilita' temporanea;
  Esaminata  la  nota  della  Soprintendenza  per  i beni culturali e
ambientali di Trapani, prot. n. 7408 del 27 agosto 2003, con la quale
detto   ufficio   «avanza   richiesta   di   un   nuovo   decreto  di
immodificabilita'   temporanea  ai  sensi  dell'art.  5  della  legge
regionale  n. 15/91» sull'Arcipelago delle Isole Egadi, e afferma che
«continuano  a  permanere  le  condizioni  gia' evidenziate da questo
ufficio  con  nota  n.  2223 del 12 marzo 2003», condividendo inoltre
quanto  rappresentato  dal  comune  di  Favignana nella nota prot. n.
11918  del  5 agosto  2003  a  proposito della necessita' di un nuovo
decreto  di  immodificabilita' nelle more della conclusione dell'iter
di  adozione  del piano territoriale paesistico, nella considerazione
che il precedente e' giunto a scadenza il 4 luglio 2003;
  Considerato  che  nella  citata  nota  della Soprintendenza ai beni
culturali  e  ambientali  di Trapani n. 7408 del 27 agosto 2003 ci si
richiama  alle «perimetrazioni territoriali gia' oggetto delle misure
cautelari di cui al D.D.G. n. 5395 del 20 marzo 2003»;
  Considerato che il D.D.G. n. 5395 del 20 marzo 2003 fa riferimento,
ai fini delle perimetrazioni, ai DD.DD.SS. n. 5936 del 20 maggio 2002
e 7409 del 14 ottobre 2002 e che pertanto il territorio oggetto della
misura cautelare e' l'intero Arcipelago delle isole Egadi, che ricade
nel  territorio  comunale  di  Favignana,  e risulta costituito dalle
Isole  di  Favignana,  Levanzo, Marettimo e dagli scogli di Formica e
Maraone  ad  esclusione  dei  centri  abitati e dell'area cimiteriale
esistente  ed  in ampliamento di Favignana come dalle planimetrie «A»
sub.  1  e 2, «B», «C», «D», «E», «F», «G» «H», «I» e «L» allegate al
presente  decreto  di  cui  formano  parte integrante e sostanziale e
secondo le seguenti perimetrazioni:
    Isola  di  Favignana:  e'  vincolata  tutta l'isola ad esclusione
dell'area urbana compresa entro il seguente perimetro:
      partendo  dal  mare  si  prosegue  per  la via G.B. Perasso, si
percorre la via Liberta', via Dante, via Simone Corleo, via Francesco
Crispi,  via  Manzoni (area all'interno del foglio di mappa catastale
n. 29, all. n. 4 di Favignana).
      si prosegue per la via Matteotti, la via Fardella, via Vittorio
Alfieri,  via  Lungomare Duilio, si segue il profilo della particella
50  che  rimane inclusa per intero nel vincolo fino ad intersecare la
particella  686  e  da  qui,  perpendicolarmente  fino  al mare (area
all'interno  del  foglio  di  mappa  catastale  n.  28,  all. n. 3 di
Favignana).
      resta,  altresi',  esclusa  l'area  cimiteriale esistente ed in
ampliamento cosi' come descritta nelle planimetrie «A» sub. 1 e 2;
    Isola  di  Marettimo:  e'  vincolata  tutta l'isola ad esclusione
dell'area  urbana  compresa  entro  il seguente perimetro interamente
ricadente nel foglio di mappa catastale n. 5:
      partendo dal mare si prosegue lungo il confine delle particelle
5  e  6  che  rimangono  incluse interamente nel vincolo, si prosegue
lungo  il  tracciato del vecchio torrente «Purteddu», si segue la via
Chiesella  e un tratto della via Gaetano Maiorana, si prosegue per la
via  Salvatore  Noto  fino  ad  intersecare  la  via Calvario, che si
percorre fino ad arrivare al mare (all. n. 3 di Marettimo).
    Isola  di  Levanzo:  e'  vincolata  tutta  l'isola  ad esclusione
dell'area  urbana compresa entro il seguente perimetro ed interamente
ricadente all'interno del foglio di mappa n. 17:
      partendo dal mare si sale per il vicolo adiacente la particella
142,  si  prosegue per un breve tratto per la via Dogana, si gira per
via  Capo  Grosso  fino  ad  intersecare  la trazzera che delimita la
particella 95 che si percorre per intero si sale per via Chiesa lungo
i confini delle particelle 93, 92, 91 e la particella 55 per la parte
prospiciente  la  via  Chiesa,  continuando per la stessa strada fino
alla  particella 228, si segue il confine delle particelle 58, 88, 90
fino  ad  intersecare  la  via  Scaletta che si attraversa. Il limite
prosegue  lungo  il  confine  della  particella  182,  lungo  la  via
Calvario,  risale  per  il  confine  della particella 182 (lato est),
prosegue lungo i confini delle particelle 69, 68, 67, 175, 176, 119 e
da qui fino al mare (all. n. 3 di Levanzo);
  Considerato  che  il  territorio  delle Egadi formato da Favignana,
Levanzo,   Marettimo,   Formica,   Maraone  e  dai  diversi  isolotti
affioranti   posto   all'estremo  lembo  occidentale  del  territorio
siciliano  fa  parte assieme alla costa della Sicilia occidentale, di
un  sistema  complesso  che  costituisce  un'unita'  di  paesaggio di
eccezionale  valore  culturale ed ambientale ed e' proprio per la sua
complessita'  e  per  l'eterogeneita' delle valenze che lo compongono
che puo' essere definito un autentico monumento;
  Considerato  che  la  varieta' dei tratti di costa, in alcune parti
alte e a strapiombo sul mare, in altri punti basse e frastagliate con
cale,  insenature  e  grotte,  la varia morfologia del territorio, le
caratteristiche  geologiche  e naturali, le emergenze architettoniche
ed archeologiche, concorrono a farne un bene eccezionale;
  Considerato  che l'arcipelago, pur costituendo un'unita' geografica
e  culturale,  presenta in ciascuna delle sue isole tali valori e che
ogni  isola rappresenta a sua volta, un'unita' naturale e culturale a
se stante;
  Considerato che l'isola di Favignana con una superficie di circa 19
Kmq  e' la piu' estesa delle isole Egadi e anche la piu' popolata, la
piu'  intensamente  antropizzata  e  la  piu' importante dal punto di
vista economico ed amministrativo.
  L'isola,  la mitica Aegusa, legata alla leggenda omerica come Isola
delle  Capre, viene descritta nel nono libro dell'Odissea. Qui sbarca
Ulisse  prima  di  intraprendere  la  spedizione  contro  il  ciclope
Polifemo.  Viene  ricordata soprattutto dagli storici classici per la
battaglia  che si svolse nelle sue acque il 10 marzo del 241 a.C. tra
la flotta cartaginese comandata da Annone e quella romana guidata dal
console  C.  Lutazio  Catulo.  L'attivita'  prevalente  dell'isola e'
sempre  stata  la  pesca  del tonno, a partire dal periodo arabo come
confermano le concessioni di «formare tonnara» in epoca medioevale.
  Essa  risulta  di  grande  pregio,  oltre  che paesaggistico, anche
geomorfologico, naturalistico, architettonico ed archeologico:
    dal  punto  di  vista geomorfologico si puo' distinguere una zona
occidentale  caratterizzata da una morfologia piu' o meno accidentata
con   versanti  piuttosto  acclivi,  in  corrispondenza  del  rilievo
calcareo del Monte S. Caterina, passante ad una morfologia piu' dolce
con l'approssimarsi alle linee di costa.
  La  piana  orientale, su cui si situa anche l'abitato di Favignana,
e'  costituita  da  calcarenite.  Tale  roccia  per  le sue peculiari
caratteristiche  tecniche  e' stata oggetto di estrazione con tipi di
coltivazione  diversificata. Si riscontrano, infatti, zone di cave in
cui  e'  stato  utilizzato il metodo a fossa ed altri in cui e' stato
utilizzato il metodo in galleria.
  Per  quanto concerne la linea di costa questa si presenta piuttosto
frastagliata  con  anse  piu' o meno incise a seconda dell'intensita'
dell'azione  marina.  Quest'ultima ha provocato degli ingrottamenti e
dei  crolli  particolarmente localizzati lungo la cala che dall'isola
di  Previto  arriva a Punta Longa, a Cala Canalello, nonche' da punta
Marsala fino a Punta S. Nicola. Sono individuabili, altresi', cavita'
piu' o meno vaste ed irregolari dislocate a quote diverse.
    dal  punto  di  vista  paesaggistico  caratteristica  e' la costa
orientale  che  ci  appare in tutta la sua spettacolarita' e unicita'
traforata  dal lavoro dei cavatori di tufo, uno scenario suggestivo e
singolare,  un  susseguirsi  di  cave,  grotte, sprofondamenti che si
affacciano sul mare.
  Anche nell'entroterra numerose sono le voragini geometrizzate, cave
di  tufo  abbandonate,  che risultano delle vere e proprie sculture a
scala territoriale.
  Tutta  Favignana si rapporta al massiccio centrale della «Montagna»
che assume valore simbolico e percettivo costituendo un preciso punto
di  riferimento visibile dal mare e da qualsiasi parte dell'isola. Da
essa  e'  possibile godere scorci di eccezionale interesse panoramico
della  costa  della  Sicilia  occidentale:  Monte Cofano, la falce di
Trapani, la laguna dello Stagnone, Capo Lilibeo ecc.
  Caratterizza   il   paesaggio   rurale,   della  zona  pianeggiante
dell'isola,  la fitta ragnatela di muretti a secco a protezione delle
coltivazioni,  che determinano uno schema geometrico tipico di questo
paesaggio    rurale.    Figurativamente   Favignana,   per   la   sua
conformazione, puo' essere rappresentata come una grande farfalla.
    dal  punto  di vista vegetazionale e naturalistico la pianura del
«Bosco»  suddivisa  dal  reticolo  dei muretti e dalla viabilita', si
presenta come una vasta area completamente coltivata a seminativo e a
vigneto.  Una  fascia  di  scogliera,  con  le caratteristiche piante
alofile,  circonda  tutta  la  pianura  e  separa  nettamente le aree
coltivate dal vicino mare.
  L'uniformita' del paesaggio della «montagna» e' a tratti interrotto
da  popolamenti arbustivi che costituiscono frammenti residuali della
vegetazione  originaria.  Laddove  questi arbusteti si distribuiscono
discontinuamente, il paesaggio della steppa lascia spazio alla gariga
mediterranea.  Nell'isola  non  mancano  espressioni  di  vegetazioni
naturali  di  rilevanza  biogeografica  quali:  Brassica  macrocarpa,
Crocus  longiflorus,  Euphorbia papillaris, Elatine macropoda, Iberis
semperflorens, Limonium aegusae, Matthiola incana, etc....
  Le  cave  piu'  antiche,  localizzate  nella  «piana»,  sono  state
trasformate  dal lavoro dei contadini con pazienti opere di bonifica,
in  pregiate  aree  agricole  (orti, frutteti, vigneti) al riparo dai
venti.
  Le colture agricole si intrecciano con quelle estrattive, lasciando
incolte soltanto quelle aree rese sterili dalla pietra affiorante.
    dal  punto  di  vista  urbanistico  e architettonico Favignana e'
caratterizzata  da  un  singolare  impianto  urbano determinato dalle
edificazioni  ai  margini  delle  cave di tufo che delimitano spazi e
verde  interni  al  servizio delle abitazioni, spazi di grande pregio
estetico e naturalistico.
  Pertanto,  il  progressivo  accostamento  di  casa  a casa senza un
preciso  disegno urbanistico, conferisce una particolare connotazione
al  sito,  che  acquista  grande pregio paesistico per i suoi rimandi
semantici.
  La  peculiarita'  architettonica  dell'isola  ha un notevole valore
storico-socio-culturale;   infatti   il   modus   aedificandi  sembra
risentire  di  un  certo influsso arabo per la semplicita' dei giochi
volumetrici  e  l'essenzialita'  formale  ed  e'  costituito  da case
prevalentemente a due elevazioni con scale esterne e cortili interni,
prive  di  qualsiasi ornamento superfluo e tipiche di un'architettura
spontanea la cui soluzione tipologica e' dettata dalla funzionalita'.
  L'uso  dei materiali locali ha fortemente caratterizzato nel colore
e  nella  struttura l'architettura di questi luoghi, che si armonizza
con l'ambiente circostante.
  Diversi  sono  i  manufatti  architettonici  sparsi  nell'isola che
testimoniano la presenza in questi luoghi delle diverse popolazioni.
  Torri  arabe,  fortezze  normanne,  strutture  del XV sec., nonche'
stabilimenti  per la trasformazione del tonno (tonnara florio) veri e
propri  «monumenti  di  archeologica industriale» testimonianza di un
processo  evolutivo legato alla principale attivita' produttiva nella
storia di Favignana e dell'intero arcipelago.
    dal  punto  di  vista  archeologico la maggiore concentrazione di
testimonianze si trova sul massiccio montuoso di «Montagna Grossa» in
cui  vi  sono ben ventidue grotte di interesse preistorico. Si tratta
di  una  grande  necropoli con tombe a forno scavate nella roccia, di
cui  molte  riutilizzate in epoca romana. Ad epoca successiva, tra la
fine  dell'VIII sec. a.C. e l'inizio del VII sec. a.C. e' assegnabile
l'insediamento  di  Cala  San  Nicola  che  testimonia la presenza in
contrada Bosco di genti semitiche, Fenici prima e Punici poi.
  Di  straordinario  interesse  dal  punto  di vista epigrafico e' la
«Grotta  del  Pozzo»  perche'  contiene  dieci iscrizioni di notevole
interesse.
  La  grotta ritenuta tomba punica a camera, ma anche luogo di culto,
reca  inoltre raffigurazioni frecciformi e di pesci, che ne attestano
la frequentazione in epoca cristiana.
  In contrada «Badia» si trovano i resti di un ninfeo o di un piccolo
impianto  termale  di  eta'  romana  e  a  questa  stessa  fase e' da
attribuire  l'impianto per la lavorazione del pesce rinvenuto a Punta
San Nicola.
  Considerato che l'isola di Marettimo, estesa per 12 Kmq, e' il vero
«gioiello  dell'Arcipelago»  ed  e' la piu' interessante dal punto di
vista naturalistico; e' la piu' montuosa, aspra, scoscesa e selvaggia
di  tutte  le isole. E' una montagna alta e alpestre, non forma alcun
seno   accessibile,   la   parte   che  guarda  a  ponente  e'  quasi
inaccessibile, quella di levante e' poco meno inclinata.
    dal  punto  di vista geomorfologico l'isola estesa per Kmq 12, si
presenta  come  un unico imponente rilievo calcareo costituito da una
dorsale  che  raggiunge  il  suo  culmine  nei  suoi  mt 686 di Pizzo
Falcone.
  I versanti settentrionali ed occidentali sono invece caratterizzati
dalle  scoscese  rocce  dolomitiche  con  alte  guglie, e ripidissime
falesie.
    dal  punto  di  vista  paesaggistico, di intatta bellezza sono le
coste   di   Marettimo   frastagliate   da   cale  e  insenature  che
difficilmente   raggiungibili   via   terra  si  sono  preservate  da
trasformazioni  ed  interventi.  Di  particolare  suggestione sono le
numerose  e notevoli grotte che si aprono in tutti i versanti, tra le
quali  famose sono quelle denominate «Del Tuono», «Del Presepe», «Del
Cammello».
  L'isola  offre,  singolari  quadri  naturali  e  la possibilita' di
godere panorami di incomparabile bellezza.
    dal  punto  di  vista vegetazionale e naturalistico l'isola conta
numerosi tipi di flora alcuni dei quali endemici ed in particolare le
«rupi» sono da considerarsi un eccezionale «luogo botanico» dal punto
di  vista  scientifico, cosi' come documentato da due grandi studiosi
dell'Ottocento, Gussone e Lo Jacono, con le loro ricchezze di specie,
alcune  delle quali non si ritrovano in Sicilia, ma sono presenti nel
litorale   centro-meridionale   della   penisola,  quali  la  Daphine
Aleifalia e l'Eradium Marettimum.
  Il  paesaggio  vegetazionale  predominante  e' quello della macchia
mediterranea a rosmarino, erica, lentisco e cistu.
  Nelle  espressioni  di macchia forestale piu' esuberanti si trovano
leccio  e  dafne.  In alcune zone sono stati effettuati interventi di
rimboschimento con conifere ed acacee.
  La  flora  assume caratteri di unicita' sulle pareti verticali dove
anno  trovato  rifugio alcune espressive associazioni vegetali uniche
ne  loro  genere,  con  endimismi  antichissimi,  che  documentano il
prolungato  isolamento  dalla  terra  madre.  Gli  unici spazi che la
natura  accidentata dell'isola ha concesso all'agricoltura si trovano
subito sopra l'abitato e comunque non risultano coltivati.
    dal punto di vista architettonico l'abitato di Marettimo conserva
le  caratteristiche del tipico insediamento marinaro con piccole case
con tetto piano a terrazzo, quasi prive di sporgenza sui fronti ed un
semplice sistema viario che degrada dalle pendici della collina verso
il mare.
  La tipologia costruttiva mostra delle caratteristiche unitarie, sia
formali   che   funzionali,  che  contribuiscono  profondamente  alla
creazione del peculiare paesaggio dell'arcipelago.
  L'abitato  si  sviluppa  in  un'insenatura  naturale  e  le singole
residenze   si  adagiano  alla  morfologia  del  luogo,  integrandosi
profondamente all'ambiente.
  Sull'estremo lembo nord-occidentale dell'isola troviamo i ruderi di
un  edificio  di probabile origine araba e il castello di Punta Troia
costruito  nel  XVII  secolo dagli Spagnoli, sul luogo dove in epoche
precedenti   Saraceni   e   Normanni   avevano   edificato  torri  di
avvistamento.
    dal  punto  di vista archeologico l'isola che e' menzionata dalle
fonti  classiche  come  «hieronesos»  e  cioe'  «isola  sacra»  ed e'
ricordata  come  punto  di approdo e rifugio della flotta cartaginese
prima  e  dopo  la battaglia delle Egadi, conserva nella contrada «Le
Case» un tratto di muro megalitico di epoca preromana.
  Vi  sono  inoltre  i  resti  di  una  costruzione  romana  in  opus
caementicium  in  posizione  dominante,  forse i resti di un posto di
avvistamento.  Nei  pressi sorgono i resti di una chiesetta basiliana
dell'XI - XII sec. d.C.
  I  rinvenimenti  sottomarini  sono  frequentissimi  nelle  acque di
Marettimo;  per  lo  piu'  consistono  in ceppi d'ancora oltre che in
anfore di eta' ellenistica, punica e romana.
  Considerato  che l'Isola di Levanzo l'antica Phorbantia separata da
Favignana  da  un  breve  tratto  di  mare,  estesa 5 Kmq, e' la piu'
piccola  delle Egadi, e' interamente montuosa e buona parte delle sue
coste e' strabiombante e inaccessibile.
  La   sua   importanza   e'   data  soprattutto  dalle  sue  valenze
naturalistiche.
    dal  punto di vista geomorfologico quest'isola si differenzia per
ampi caratteri sia da Marettimo che da Favignana.
  La  modesta  estensione, la particolare giacitura degli strati e le
modifiche  indotte dalla tettonica costituiscono delle particolarita'
non  riscontrabili nel resto dell'arcipelago. Sull'isola si distingue
principalmente  il rilievo di Pizzo del Monaco di quota 278 s.l.m. di
forma  allungata in direzione NO-SE con pareti acclivi che nelle zone
pedemontane  vengono  spesso  addolcite da una coltre detritica. Tale
complesso  comincia  a  degradare  verso  il mare con forme piuttosto
aspre  a  Punta  dei  sorci,  a  Punta  Genovese  e a Punta Pesce; in
particolare  nel  tratto compreso tra Punta Genovese e Punta Pesce si
osservano alcuni gradini morfologici anche molto estesi.
  Il resto dell'isola e' costituito da un esteso altopiano interrotto
localmente  da  rilievi  di  forma  arrotondata  (Pizzo  Corvo e C/da
Torre).
  In alcune zone si osservano delle coperture di materiale detritico,
rielaborato  dall'azione  marina  ed  in  parte  cementato, che colma
preesistenti  depressioni  creando cosi' delle sottili e poche estese
linee di spiaggia.
  La  linea  di  costa  e'  molto varia e tormentata: si distinguono,
infatti,  pareti  molto  alte  e  ripide nel tratto compreso tra cala
Calcarea  e  Punta  Genovese, pareti meno acclivi tra Punta Genovese,
Punta  Pesce,  mentre  da  quest'ultima punta fino Punto Altarello si
individuano cale di forma squadrata.
  Peculiarita'  di  un certo rilievo sono da evidenziare nel versante
meridionale  di  Punta del Monaco in corrispondenza di Punta Pesce in
cui  si  sono  riscontrati  dei  crolli  sparsi  che  conferiscono un
particolare aspetto morfologico alla zona.
    da   un   punto  di  vista  paesaggistico  la  sua  bellezza  sta
soprattutto   nell'integrazione   e   nel   contrasto  tra  le  acque
limpidissime  e  la  montagna dove una vegetazione naturale a gariga,
con  grandi  agavi  e  zone di rimboschimento rappresentato da Pinus,
Eucaliptus  ed  acacia determinano un paesaggio vegetale quanto vario
ed  espressivo  di  una  situazione  seminaturale in cui gli elementi
dell'attivita' antropica si fondano con le potenzialita' naturali.
  Di  particolare valore paesaggistico e' inoltre il faraglione a non
piu' di 50 mt. Dalla riva che ospita ormai stabilmente una colonia di
gabbiani,  e  le numerose cale quali Cala Minnola, Cala Fredda e Cala
Dogana etc..
    dal  punto  di  vista  vegetazionale  e naturalistico, l'isola ad
esclusione   della   pianura  di  contrada  «Il  Fosso»  si  presenta
principalmente  ricoperta da fitta coltre di macchia mediterranea, di
natura  spontanea  integrata  da  piante  alofile  da  scogliera e da
tipiche  piante  rupestri,  in cui spiccano le palme nane, l'euforbia
papillaris, diverse varieta' di agave, etc...
  In  questi  ambiti  sono oggi quasi del tutto assenti i fenomeni di
antropizzazione,  per cui sono ancora salvi i caratteri di accentuata
naturalita'.
  Sull'altopiano  detto  la  «Fossa»  si concentravano nel passato le
poche  aree  coltivate,  la  cui  coltura predominante era costituita
dalla vite.
  Tali  terreni,  nel  tempo  sono  stati abbandonati, e usati per il
pascolo  e l'incolto, cio' ha favorito la ricostruzione di aspetti di
vegetazione  naturale  e la comparsa di numerose aree con vegetazione
ruderale.
    dal  punto di vista architettonico il piccolo nucleo abitativo si
sviluppa  nella  parte  meridionale  dell'isola  e  si affaccia sulla
splendida  Cala Dogana, su un ripido versante tra la timpa ed il mare
ed  e'  sormontato  da  un  costone roccioso. Ha il tipico aspetto di
villaggio marinaro.
  La  natura  del  luogo ha dato la forma urbana all'insediamento che
(privo  di  piazza)  si  arrampica  per  scale e piccole strade sulla
collina.  Mentre  le  abitazioni si affacciano sulla stretta spiaggia
sottostante.
  Elemento  di  spicco  per  la  sua stessa posizione e dimensione e'
«Villa   Ada»  o  «Villa  Burgarella»  con  il  giardino  circostante
articolato  in terrazzamenti e muretti a secco che rimarcano le curve
di  livello  del  terreno, mentre la rimanente area e' di particolare
valore  estetico,  scientifico,  botanico  e geomorfologico in quanto
costituita  da  un  ambiente roccioso e da una macchia arbustiva e da
gariga tipiche del paesaggio mediterraneo.
  Altre  emergenze  architettoniche di rilievo sono la Torre saracena
sopra Cala Minnola e le case Florio in contrada Le Case.
    dal  punto  di  vista  archeologico  importanti  sono  le  tracce
lasciate dall'uomo sin dal Paleolitico superiore.
  Nella  grotta  di  Cala  Genovese (o del Genovese) si trova uno dei
piu'  straordinari complessi figurativi di arte rupestre preistorica.
Le  raffigurazioni  si  distinguono in due cicli artistici differenti
per tecnica ed eta'.
  Il  ciclo  piu'  recente e' costituito da pitture in colore nero ad
eccezione  di  una  in ocra rossa, riproducenti circa un centinaio di
figure  antropomorfe,  zoomorfe  e  simboliche:  per  i confronti con
l'arte franco-cantabrica vengono datate ad epoca neo-eneolitica.
  Il  secondo  ciclo,  piu'  antico perche' riferibile al Paleolitico
superiore  (10.000 anni a.C.), e' costituito da raffigurazioni incise
riproducenti  29  animali  e  3  figure  umane.  Lo  stile  di queste
incisioni  e'  naturalistico,  le  figure  degli  animali,  visti  di
profilo,  consistono  in bovidi, cervidi ed equidi; tra questi ultimi
compare anche l'equus hydruntinus, oggi estinto.
  Le  altre  grotte  per i ricchi depositi antropozoici, testimoniano
una   eccezionale  richezza  di  industrie  litiche  del  Paleolitico
superiore.  Le  successive  fasi, fenicio-punica ed ellenistica, sono
riscontrabili   in  diverse  parti  dell'isola  per  la  presenza  in
superficie di frammenti ceramici.
  Al   periodo   romano   e'   attribuibile  infine,  oltre  a  varie
testimonianze    di    mosaici,    tesoretti,   monetali,   ecc,   un
importantissimo  impianto  scoperto  a  Cala  Minnola  destinato alla
produzione del garum.
  Considerato  che  Maraone  e  Formica  poste fra Levanzo e la costa
trapanese possono considerarsi piu' scogli che isole.
  Maraone,  infatti,  e'  un  grosso  scoglio  lungo  600 m. piatto e
deserto.
  Formica   e'   un  isolotto  largo  680  m.  ed  e'  caratterizzato
soprattutto  dai  fabbricati  della  vecchia  tonnara,  non  piu'  in
funzione.
  Notevole e' il loro valore dal punto di vista naturalistico.
  L'arcipelago  delle  Egadi,  riveste,  inoltre  notevole importanza
sotto  il  profilo  faunistico,  infatti  la conformazione stessa del
suolo,  uniforme  per  la  predominanza  della  roccia affiorante, ma
tuttavia   differenziata  nella  struttura,  da'  luogo  ad  ambienti
particolarmente adatti ad un popolamento faunistico diversificato.
  Qui  nidificano  la  Hieraetus  fasciatus  (aquila del bonelli), la
Hydrobates  pelagicus  (uccello  delle tempeste), il Larus cachinnans
(gabbiano  reale), la Puffinus puffinus (berta minore), Sylvia undata
(Magnanina), etc...
  Inoltre   le   alte   scogliere  costituiscono  l'approdo  naturale
dell'avifauna  in  migrazione  ed il luogo di nidificazione ideale di
alcune specie di uccelli marini.
  Considerato  che con decreto del presidente della Regione siciliana
n.  2667 del 10 agosto 1991 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Regione  siciliana  n.  53  del 16 novembre 1991, l'intero arcipelago
delle  Egadi e' stato interamente sottoposto a vincolo paesaggistico,
ai sensi e per gli effetti della legge n. 1497/1939;
  Considerato  che, cosi' come rappresentato dalla Soprintendenza per
i  beni  culturali  e ambientali di Trapani nella citata nota n. 7408
del   27 agosto   2003,   recante  ad  oggetto:  «Piano  territoriale
paesistico  delle  Isole  Egadi»,  «si e' giunti alla fase conclusiva
dell'atto di pianificazione in questione»;
  Ritenuto che nelle more degli accertamenti, verifiche e adempimenti
di  cui  al citato decreto amministrativo n. 5820 dell'8 maggio 2002,
necessari  per  la  rivisitazione  del  piano territoriale paesistico
delle Isole Egadi, occorre, cosi' come richiesto dalla Soprintendenza
beni  culturali  ed  ambientali  di  Trapani,  porre rimedio al grave
rischio  di interventi indiscriminati, idonei ad alterare i connotati
salienti  dell'Arcipelago delle Egadi, che va salvaguardato, inibendo
eventuali  attivita'  che  possano modificare l'aspetto dei luoghi di
singolare pubblico interesse paesaggistico, mediante la dichiarazione
di  immodificabilita'  temporanea,  in applicazione dell'art. 5 della
legge regionale n. 15/91;
  Considerato che l'apposizione di un termine finale al provvedimento
di  vincolo  come  sopra  descritto  e'  imposto,  ferma  restando la
condizione   risolutiva   dell'approvazione  del  piano  territoriale
paesistico  dell'area  suddetta, dal disposto dell'art. 2 della legge
19 novembre  1968,  n.  1187  e  dell'art.  1  della  legge regionale
5 novembre  1973,  n.  38,  applicabili  analogicamente  nel  caso di
specie;
  Ritenuto  che  alla  dichiarazione  di immodificabilita' temporanea
interessante  il  territorio suddetto, debba far seguito l'emanazione
di  una  adeguata  e  definitiva  disciplina di uso del territorio da
dettarsi  ai  sensi  dell'art.  149  del  testo  unico  n. 490/1999 e
dell'art.  1-bis della legge n. 431/1985, mediante la redazione di un
piano territoriale paesistico e comunque non oltre il termine di mesi
due  dalla  data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta
Ufficiale della Regione siciliana;
                              Decreta:
                               Art. 1.
  Al  fine  di garantire le migliori condizioni di tutela, ai sensi e
per  gli effetti dell'art. 5 della legge regionale 30 aprile 1991, n.
15,   fino  all'approvazione  del  piano  territoriale  paesistico  e
comunque non oltre il termine di mesi due dalla data di pubblicazione
del   presente   decreto   nella  Gazzetta  Ufficiale  della  Regione
siciliana,  e' vietata ogni modificazione dell'assetto del territorio
dell'Arcipelago delle Isole Egadi - ricadente nel territorio comunale
di Favignana costituito dalle isole di Favignana, Levanzo e Marettimo
e  dagli scogli di Formica e Maraone ad esclusione dei centri abitati
e  dell'area  cimiteriale  esistente  ed in ampliamento di Favignana,
cosi' come descritto e delimitato in premessa e nelle planimetrie «A»
sub. 1 e 2, «B», «C», «D», «E», «F», «G», «H», «I» ed «L» allegate al
presente  decreto  di  cui  formano  parte integrante e sostanziale -
nonche'  qualsiasi opera edilizia, con esclusione degli interventi di
manutenzione  ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico, di
restauro  conservativo  e  delle  opere  pubbliche  e  interventi  di
pubblico  interesse  approvati  in  linea  tecnica,  anche  ai  sensi
dell'art.  151  del  testo unico n. 490/1999, alla data di entrata in
vigore del presente decreto.