Con decreto del Presidente della Repubblica 25 giugno 1990, registrato alla Corte dei conti il 20 novembre 1990, registro n. 50 Difesa, foglio n. 228, sono state concesse le seguenti ricompense al valor militare "alla memoria" per attivita' partigiana: Medaglia d'argento Fondelli don Giovanni, nato il 3 giugno 1885 a Figline Valdarno. - Sacerdote, animato da purissimi sentimenti di italianita', ligio alle leggi dell'onore, non esitava a svolgere opera di ardente apostolato fra i suoi parrocchiani ed i militari sbandati. Il 4 luglio 1944, intuendo che parecchi suoi fedeli dovevano essere fucilati dai tedeschi per rappresaglia, si recava sul luogo del supplizio chiedendo di essere fucilato al posto dei condannati. Incitato e sollecitato ad allontanarsi, opponeva netto rifiuto e, incurante del richiamo, si univa ai condannati cadendo con essi trucidato. - Cavriglia, 4 luglio 1944. Croce Copelli Renzo, nato il 21 novembre 1924 e Pellegrino Parmense. - Valoroso combattente, subito dopo l'armistizio entrava nella Resistenza dedicando tutto se' stesso alla lotta partigiana. Nel corso del lungo e duro ciclo operativo riusciva a realizzare numerose azioni di sabotaggio che procuravano al nemico gravi perdite in uomini e in materiali. Offriva la sua vita alla Patria mentre preparava mine da impiegare contro il nemico. - Roccabianca, 30 aprile 1945. Con decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1990, registrato alla Corte dei conti il 26 gennaio 1991, registro n. 4 Difesa, foglio n. 368, in sostituzione della medaglia d'argento al valor militare "alla memoria" concessa al partigiano combattente Delio Ricci, nato a Montefiascone l'8 marzo 1925, con decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1957, e' stata concessa la medaglia d'oro al valor militare "alla memoria" con la seguente motivazione: "Giovane combattente della resistenza, pose nella diuturna lotta clandestina tutto il suo entusiasmo e cosciente spirito patriottico, segnalandosi fin dall'inizio in rischiose, ardite azioni di guerra. Catturato in combattimento manteneva fierissimo contegno, ne' valsero a smuoverlo minacce e lusinghe. Condannato al capestro, mentre piu' il laccio ne stringeva il collo, trovava ancora la forza di lanciare in faccia al nemico, come supremo gesto di sfida, il grido possente di "Viva l'Italia libera". - Alto Viterbese Grossetano-Campigliola di Manciano, settembre 1943-20 maggio 1944. Con decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1990, registrato alla Corte dei conti il 26 gennaio 1991, registro n. 4 Difesa, foglio n. 395, in sostituzione della medaglia d'argento al valor militare "alla memoria" concessa al partigiano combattente Licio Nencetti, nato il 31 marzo 1926 a Lucignano, con decreto del Presidente della Repubblica 18 gennaio 1957, e' stata concessa la medaglia d'oro al valor militare "alla memoria", con la seguente motivazione: "Giovane diciottenne animato dai piu' elevati sentimenti patriottici, fin dall'inizio partecipava attivamente al movimento di liberazione, organizzando una agguerrita formazione armata, alla testa della quale, con indomito coraggio e notevole perizia, svolgeva numerose e difficili operazioni di guerra contro il nemico, nel corso delle quali viene anche ferito. Catturato in una imboscata e sottoposto a snervante interrogatorio e ad atroci torture, nulla di utile rivela ai suoi aguzzini che lo condannano a morte. Il suo contegno davanti al plotone di esecuzione e' talmente fiero e sublime che i componenti di questo, all'ordine di: fuoco| non hanno il coraggio di sparare contro di lui. Soltanto il comandante sparandogli in bocca con la pistola, riuscira' a far tacere la sua voce fino all'ultimo inneggiante alla liberta' della Patria." - Val di Chiana-Casentino-Arezzo, settembre 1943-26 maggio 1944.