IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA Vista la legge 17 febbraio 1982, n. 46: "Interventi per i settori dell'economia di rilevanza nazionale" e successive modificazioni ed integrazioni; Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168: "Istituzione del Ministero dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica"; Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, che detta le nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi; Visto il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29: "Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell'art. 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421" che stabilisce, tra l'altro, la ripartizione tra le funzioni di indirizzo politico e quelle di indirizzo amministrativo; Visto il decreto legislativo 8 agosto 1994, n. 490, che in attuazione della legge 17 gennaio 1994, n. 47, detta nuove disposizioni in materia di comunicazioni e certificazioni previste dalla normativa antimafia; Visto in particolare l'art. 9 della legge 17 febbraio 1982, n. 46, che dispone l'esecuzione di detti programmi mediante contratti di ricerca da stipulare con soggetti scelti in deroga alle norme vigenti sulla contabilita' generale dello Stato e dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana degli oggetti specifici delle ricerche, nonche' l'art. 3 della legge 8 agosto 1992, n. 359, che modifica l'istituto della revisione prezzi in materia di contratti attivati dalle pubbliche amministrazioni; Vista la legge 11 marzo 1988, n. 67, che prevede la formazione di ricercatori e tecnici di ricerca a valere sulle disponibilita' del Fondo speciale per la ricerca applicata; Vista la delibera CIPI del 27 ottobre 1988, n. 502, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 273 del 21 novembre 1988, che reca direttive per il finanziamento dei progetti di formazione di ricercatori e tecnici di ricerca e, in particolare, il punto 6, che ne indica le modalita' di attuazione nell'ambito dei programmi nazionali di ricerca; Vista la delibera CIPI del 28 dicembre 1993 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16 aprile 1994 che aggiorna, integra e modifica le precedenti delibere riguardanti direttive generali di gestione del Fondo speciale per la ricerca applicata; Vista la delibera 29 aprile 1994 del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 109 del 12 maggio 1994, relativa alle nuove modalita' procedurali per la concessione delle agevolazioni previste dagli interventi a valere sul Fondo speciale ricerca applicata; Vista la legge 24 dicembre 1993, n. 537, che prevede la soppressione del Comitato interministeriale per la programmazione industriale (CIPI) e dispone la regolamentazione della materia ai sensi dell'art. 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e preso atto che le attribuzioni del soppresso CIPI in materia di programmazione economica sono state transitoriamente esercitate dal CIPE; Vista la delibera CIPE del 13 aprile 1994 registrata alla Corte dei conti il 9 luglio 1994 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 1994 concernente l'approvazione del Programma nazionale di ricerca e di formazione sui farmaci (seconda fase) per un ammontare complessivo di lire 99 miliardi, di cui 90 miliardi di lire per attivita' di ricerca e 9 miliardi di lire per attivita' di formazione; Considerato che nella attuazione delle procedure previste per i contratti di ricerca, sono stati definiti, relativamente alle tematiche approvate, gli oggetti specifici di ricerca e formazione, da eseguire con singoli contratti, tenendo conto della necessita' di adeguare gli obiettivi al conseguimento di una pluralita' di risultati acquisibili alla proprieta' dello Stato; Decreta: Art. 1. 1. Il Programma nazionale di ricerca e formazione sui farmaci, finalizzato allo sviluppo di tecnologie fortemente innovative e strategiche, suscettibili di traduzione industriale nel medio periodo - definito dal Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica ed approvato dal CIPE con delibera del 13 aprile 1994 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 1994 per l'attivazione di contratti per un ammontare complessivo di lire 99 miliardi, di cui 90 miliardi di lire per attivita' di ricerca e 9 miliardi di lire per attivita' di formazione - e' articolato nelle sottoelencate tematiche, comprensive degli oggetti specifici delle ricerche e delle relative attivita' di formazione. AREA ATEROSCLEROSI. TEMA 1: Nuove prospettive nella prevenzione del danno d'organo (biologia, farmacologia e clinica della parete vascolare). Oggetto della ricerca. Sviluppo di modelli sperimentali e metodologie che consentano la valutazione dei fattori che determinano il danno vascolare e il danno d'organo. Messa a punto di modelli sperimentali (in vitro, ex vivo, in vivo) e/o clinici atti a valutare il ruolo l'interazione tra parete vascolare e cellule del sangue, e la possibile capacita' modulatoria di fattori di crescita e citochine. Messa a punto di modelli sperimentali e/o clinici di ischemia e/o ischemia-riperfusione atti a valutare la dinamica biochimica, cellulare e funzionale del danno d'organo e il comportamento del microcircolo. Sviluppo o messa a punto di metodologie e, ove necessario, dei protocolli diagnostici e terapeutici atti a studiare in vivo e/o in vitro quei parametri biochimici, cellulari, funzionali, e anatomici che caratterizzano il modello e la loro evoluzione spontanea e sotto trattamento farmacologico. Individuazione di nuovi indirizzi per lo sviluppo di farmaci, o per la utilizzazione di farmaci esistenti, aventi attivita' sulla parete vascolare e sulla sua omeostasi, in condizioni normali e patologiche, ai fini della prevenzione o attenuazione del danno vascolare e tissutale. Valutazione sui modelli e con le metodologie sviluppate degli effetti delle specie farmacologiche considerate. Definizione di protocolli terapeutici pilota in condizioni clinicamente rilevanti. La ricerca si articola in quattro sottotemi: sviluppo di modelli sperimentali di aterogenesi e/o di trombosi in vitro ed ex-vivo, o modelli sperimentali animali e nell'uomo, idonei a consentire lo studio degli effetti di lipoproteine native o modificate, citochine e fattori di crescita, altri fattori vasoattivi e stimoli infiammatori. Tali modelli, nell'uomo potranno comprendere l'evoluzione spontanea o accelerata dell'aterosclerosi nativa, la ristenosi dopo angioplastica, la vasculopatia omocistinemica. Sviluppo di modelli di ischemia-riperfusionee di modelli di valutazione della risposta del microcircolo all'insulto ischemico o alla riperfusione post-ischemica. Valutazione in termini costo/benefici rispetto ai modelli in uso; sviluppo o messa a punto di metodologie e protocolli diagnostici atti a documentare e misurare in vivo e/o in vitro, nel modello sperimentale e/o clinico, parametri biochimici, cellulari, funzionali e anatomici idonei a valutare le caratteristiche rilevanti dei modelli e la loro possibile evoluzione spontanea e sotto stimoli farmacologici. Le variabili sperimentali potranno riferirsi a metodiche quali: misurazione dei livelli di espressione genica di prodotti regolatori e verifica del loro sito di espressione; misurazione della produzione di molecole attive, della loro attivita' biologica e di attivita' metaboliche rilevanti; sistemi di immagine quantitativi utilizzanti diapositive per immagini per studiare la progressione/regressione dell'aterosclerosi. Validazione delle metodologie e dei protocolli sviluppati attraverso prove statisticamente significative; studio di nuovi indirizzi per lo sviluppo di nuove molecole interferenti sui meccanismi implicati nella formazione della placca aterosclerotica e nel danno d'organo. Valutazione dei possibili impieghi terapeutici di classi di farmaci noti quali ad esempio: calcio-antagonisti, ACE-inibitori, eparine ed eparinoidi, irudina, anticoagulanti orali, nitroderivati, inibitori dell'HMGCoA-reduttasi, nonche', di interventi dietetico-nutrizionali quali ad esempio l'assunzione di acidi grassi mono- e poli-insaturi, antiossidanti naturali, oligo-elementi. Valutazione delle specie farmacologiche e delle modalita' terapeutiche individuate, mediante la verifica delle variazioni dei parametri biochimici, metabolici, funzionali o strutturali nei modelli messi a punto nel secondo sottotema. Valutazione della farmacocinetica, della biotrasformazione e della distribuzione tissutale e d'organo dei farmaci, anche mediante tecniche innovative quale ad esempio la marcatura con isotopi emittenti di positroni; sviluppo di studi clinici controllati e definizione di protocolli di valutazione dell'efficacia clinica delle specie farmacologiche considerate, mediante tecniche quali: misurazioni invasive e non della evoluzione dell'aterosclerosi nativa dei suoi correlati funzionali e umorali; valutazione di situazioni di aterosclerosi "accelerata" quali la stenosi da bypass aorto-coronarici o la ristenosi di vasi sottoposti ad angioplastica transluminale; valutazione di interventi di prevenzione secondaria di eventi vascolari connessi con la patologia aterosclerotica; valutazione della mortalita' o dell'incidenza di ictus cerebro-vascolare in pazienti con precedenti attacchi ischemici transitori, o vasculopatia periferica. Valutazione in termini di costo/benefici rispetto alla prassi in uso. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i 36 mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare 18.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o tecnici altamente qualificati orientati allo studio della problematica inerente la biologia, fisiologia, farmacologia e clinica della parete vascolare ed alla prevenzione e trattamento delle condizioni favorenti lo stabilirsi della lesione aterosclerotica. Sviluppo di competenze sulle tecniche biochimiche, cellulari, funzionali e di immagine per lo studio di condizioni patologiche. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' non deve superare i 36 mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 1.800 milioni di lire. TEMA 2: Nuovi meccanismi fisiopatologici suscettibili di sviluppi farmacologici (insulinoresistenza e aterosclerosi). Oggetto della ricerca. Studio dell'insulinoresistenza primaria in modelli animali ed umani. Studio dei meccanismi attraverso i quali l'insulinoresistenza e/o l'iperinsulinemia alterano la tolleranza al glucosio, il metabolismo dei lipidi, la pressione arteriosa, la fibrinolisi, il trofismo del tessuto muscolare liscio della parete vasale. Studio del ruolo dell'insulinoresistenza nelle alterazioni del microcircolo. Sviluppo di modelli animali di insulinoresistenza per valutarne i meccanismi biochimici e tissutali. Messa a punto e applicazione di tecniche in vivo per la misura e la caratterizzazione dell'insulinoresistenza primaria nell'uomo. Valutazione, nei modelli e con le metodologie sviluppate, degli effetti di interventi farmacologici, con molecole note o nuove, potenzialmente attive sull'insulinoresistenza. Messa a punto di studi prospettici di intervento farmacologico. La ricerca si articola in quattro sottotemi: messa a punto di modelli sperimentali animali di insulinoresistenza primaria: studio anatomo funzionale della circolazione sistemica e coronarica, studio del metabolismo dei carboidrati, lipidi, e ioni. Definizione e caratterizzazione di almeno un modello clinico di insulinoresistenza primaria dell'uomo, con analisi delle implicazioni fisiopatologiche di una ridotta azione insulinica in soggetti ancora clinicamente sani; sviluppo di metodologie, anche mediante radiotraccianti, per lo studio dell'insulinoresistenza in vitro e in vivo. Messa a punto di tecniche per la misura, la localizzazione d'organo e di tessuto e dei correlati metabolici dell'insulinoresistenza. Sviluppo di tecniche per lo studio delle alterazioni anatomofunzionali del microcircolo nell'animale e nell'uomo. Sviluppo di tecniche quantitative, quali ad esempio la PET, per lo studio nell'uomo del metabolismo regionale miocardico nell'insulinoresistenza; valutazione sperimentale e clinica, sui modelli e mediante le metodologie messi a punto, di farmaci attivi sulla insulinoresistenza, quali gli antiiperglicemici, antilipolitici, antiipertensivi, ipocolesterolemizzanti; messa a punto di protocolli di trattamento farmacologico in modelli animali e nell'uomo. Sperimentazione di farmaci, sia singolarmente che in combinazione, in grado di ridurre direttamente il difetto di sensibilita' all'insulina ovvero di correggerne le conseguenze, in particolare sui grossi vasi e sul microcircolo. Messa a punto di studi prospettici di intervento farmacologico. Valutazione costo/benefici delle pratiche terapeutiche sviluppate. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 7.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o tecnici altamente qualificati, orientati allo studio dei meccanismi attraverso i quali l'insulinoresistenza e/o l'iperinsulinemia alterano la tolleranza al glucosio, il metabolismo dei lipidi, la fibrinolisi nonche', la pressione arteriosa, il trofismo della muscolatura liscia della parete e il microcircolo. Sviluppo di competenze sulle tecniche biochimiche, funzionali, metaboliche, incluse quelle con radiotraccianti, per lo studio della relativa problematica nell'animale e nell'uomo, nonche', sui farmaci attivi sulla insulinoresistenza. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 700 milioni di lire. TEMA 3: Prevenzione della evoluzione sfavorevole a valle del danno d'organo (fattori autonomici dell'infarto del miocardio). Oggetto della ricerca. Studio dell'interferenza/influenza dello stato del sistema nervoso autonomo nella prevenzione secondaria di eventi sfavorevoli - decesso, reinfarto, scompenso grave - in pazienti con infarto acuto del miocardio. Messa a punto di metodologie non invasive, di facile applicabilita' ed alto contenuto informativo, per la valutazione del bilancio simpato-vagale e loro validazione su modelli sperimentali e clinici di altre cardiopatie con alterazioni neuroautonomiche note. Valutazione su di un campione di pazienti, selezionato secondo protocolli all'uopo messi a punto, dello stato del sistema autonomico, sia in fase acuta sia alla dismissione e per almeno un anno successivo. Studio dell'effetto di farmaci noti nel modulare lo stato neuroautonomico e della loro influenza su preparati sperimentali e sul numero di eventi nel post-infarto. Lo studio dovra' comprendere anche categorie farmacologiche in grado di correggere le alterazioni del sistema adrenergico in modo integrato e/o ripristinare o aumentare il tono vagale. La ricerca si articola in tre sottotemi: messa a punto di metodologie diagnostiche non invasive, quali ad esempio l'analisi della variabilita' della frequenza cardiaca per la caratterizzazione del bilancio autonomico. Le metodologie sviluppate dovranno essere idonee ad applicazioni su larga scala a protocolli clinici nell'infarto del miocardio. Messa a punto di tecniche d'immagine, possibilmente quantitative, quali ad esempio la PET, per lo studio in vivo dell'attivita' del sistema neuro-autonomico del miocardio, quale possibile indice sensibile e specifico dell'entita' del danno. Correlazione trasversale, in pazienti con infarto del miocardio, tra gli indici di attivita' neuro-autonomica e almeno due indici prognostici cardiovascolari tradizionali. Valutazione delle metodologie su un campione di pazienti selezionati, secondo protocolli all'uopo messi a punto, sia in fase acuta sia alla dimissione e per almeno un anno successivo; identificazione di nuovi indirizzi per la utilizzazione di farmaci appartenenti a classi terapeutiche gia' note e/o per lo sviluppo di nuovi farmaci e/o preparazioni attive sul bilancio simpato-vagale. Valutazione dell'efficacia dei suddetti farmaci nel ripristino dell'equilibrio simpato-vagale; sviluppo di metodologie atte a verificare la possibilita' di modificare la prognosi a breve e lungo termine dell'infarto miocardico acuto, applicando in studi clinici pilota gli interventi farmacologici identificati nel secondo sottotema. La verifica sara' effettuata misurando, in presenza e in assenza del soporaindicato trattamento farmacologico, l'attivita' del sistema neuro-autonomico anche mediante le metodiche sviluppate nel primo sottotema. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 6.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o tecnici altamente qualificati orientati allo studio dei fattori prognostici in pazienti con infarto acuto del miocardio con particolare riferimento al ruolo del sistema autonomo. Sviluppo di competenze sulle metodologie per la valutazione del bilancio simpato-vagale e dei farmaci capaci di modularlo. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore ai due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 600 milioni di lire. AREA IMMUNITA' E INVECCHIAMENTO. TEMA 4: Meccanismi che conducono alla compromissione delle difese dell'anziano (immunodepressione nell'anziano). Oggetto della ricerca. Studio mediante tecniche di biologia cellulare e molecolare dei processi biologici coinvolti nella involuzione senile delle funzioni immunitarie, nei confronti di agenti patogeni. Tali metodologie devono consentire l'individuazione degli aspetti cellulari e molecolari dell'involuzione timica, sia a livello dei precursori di origine midollare sia a livello delle cellule epiteliali e dendritiche che determinano la selezione positiva e negativa dei timociti. Messa a punto di metodologie in grado di stabilire il ruolo delle citochine nei processi di differenziazione intratimica dei linfociti durante l'invecchiamento, mediante l'analisi citofluorimetrica delle popolazioni linfocitarie periferiche e la valutazione delle funzioni di tali popolazioni dopo stimolazione in vivo ed in vitro, con antigeni e mitogeni, sia in animali vecchi sia nell'uomo anziano. Messa a punto di tecniche di misura dei livelli di produzione di differenti citochine, stimolanti o inibenti la crescita linfocitaria, dell'espressione dei loro recettori cellulari e della regolazione neuro-endocrina della risposta immune nel corso di invecchiamento. Valutazione tecnico-economica delle metodologie/tecniche messe a punto rispetto a quelle eventualmente in uso, con particolare riguardo alla ricaduta applicativa in termini di strumenti preventivi e/o terapeutici. Identificazione di molecole naturali e/o farmaci in grado di modulare, in vitro ed in vivo, la risposta anticorpale e la risposta mitotica delle popolazioni di linfociti T e B periferici. Validazione biologico- funzionale in modelli sperimentali animali e clinici. La ricerca si articola in quattro sottotemi: messa a punto di modelli sperimentali, in vivo e in vitro, atti allo studio della senescenza del sistema immunitario nell'animale e nell'uomo. Applicazione dei modelli sviluppati per la definizione del ruolo del timo, delle citochine, dell'attivazione dei meccanismi di trasduzione del segnale, dell'apoptosi, dell'aumentata suscettibilita' alle infezioni, e per la caratterizzazione del repertorio di specificita' delle popolazioni linfocitarie durante l'invecchiamento. Valutazione tecnico/economica dei modelli sviluppati rispetto a quelli eventualmente in uso; messa a punto di metodologie per la diagnosi della senescenza del sistema immunitario. In particolare, tali metodologie devono permettere l'identificazione dei fenomeni genetici associati all'invecchiamento, la misura in vivo ed in vitro delle citochine e dei loro recettori cellulari, la caratterizzazione funzionale dei linfociti nei tessuti linfatici centrali e periferici e la valutazione della risposta immunitaria contro agenti infettivi durante la senescenza. Valutazione tecnico-economica delle metodologie messe a punto rispetto a quelle eventualmente in uso, con particolare riguardo alla ricaduta applicativa dei risultati in termini di messa a punto di nuovi strumenti preventivi e/o terapeutici; messa a punto di metodologie per la definizione dei rapporti tra sistema nervoso centrale, sistema nervoso periferico, sistema endocrino e sistema immunitario durante il processo di invecchiamento. Le metodologie devono altresi' consentire la corretta valutazione della modificazione di tali rapporti, indotta da farmaci e da particolari condizioni fisiopatologiche quali ad esempio lo stress, le lesioni cerebrali e le malattie croniche in modelli sperimentali, nell'animale e nell'uomo. Valutazione dell'efficacia di farmaci attivi nel controllo di tali interazioni. Validazione tecnico-economica delle metodologie messe a punto rispetto a quelle eventualmente in uso, con particolare riguardo alla ricaduta applicativa dei risultati in termini di nuovi strumenti preventivi e/o terapeutici; sviluppo di metodologie di intervento per il ripristino di funzioni immunologiche depresse e/o alterate nella senescenza, attraverso l'uso singolo o combinato di citochine e farmaci immunomodulanti e per il controllo di malattie infettive nell'anziano, attraverso l'uso dei vaccini e/o farmaci immunochemioterapici. Messa a punto di metodologie per la selezione e lo sviluppo di adiuvanti per aumentare la potenza di vaccini normalmente efficaci nei bambini ma inefficaci negli anziani e negli immunodepressi. Verifica e validazione delle metodologie messe a punto in modelli sperimentali animali e clinici. Valutazione tecnico-economica delle metodologie messe a punto rispetto a quelle eventualmente in uso, con particolare riguardo alla ricaduta applicativa dei risultati in termini di nuovi strumenti preventivi e/o terapeutici. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 16.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o tecnici altamente qualificati, orientati allo studio delle interazioni cellulari e molecolari del sistema immunitario e delle interconnessioni neuro-endocrine. Sviluppo di competenze sulle tecniche immunologiche in vitro ed in vivo. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 1.600 milioni di lire. TEMA 5: Meccanismi responsabili della patologia immunitaria ad insorgenza tardiva (autoimmunita' tardiva). Oggetto della ricerca. Messa a punto di metodologie atte alla identificazione dei meccanismi immunopatogenetici che sono alla base delle malattie autoimmuni tardive, con particolare riferimento all'alterazione dei processi di differenziamento dei linfociti T e alla perdita della tolleranza immunitaria verso i propri costituenti. Definizione delle strutture peptidiche, sia endogene sia esogene, di natura microbica coinvolte nella mimesi molecolare della risposta autoimmune. Sviluppo e messa a punto di nuove metodologie diagnostiche, basate sull'utilizzo di anticorpi specifici per le molecole di attivazione/infiammazione, e di approcci terapeutici innovativi, basati su tecniche immunologiche - quali citochine regolatrici ricombinanti ed anticorpi anti-citochine e antiidiotipo - e di ingegneria proteica - quali: peptidi che inibiscono i legami con le molecole di istocompatibilita' e le strutture recettoriali dei linfociti T -. Sviluppo di modelli sperimentali e clinici per la validazione delle metodologie e degli approcci terapeutici sviluppati. Valutazione tecnico-economica delle metodologie messe a punto rispetto a quelle eventualmente in uso. La ricerca si articola in tre sottotemi: messa a punto di modelli sperimentali per l'analisi dei meccanismi immunopatogenetici che sono alla base dell'immunita' tardiva e del ruolo di regolazione della risposta immune da parte delle citochine. Tali modelli devono permettere la definizione degli aspetti essenziali e caratterizzanti delle sindromi autoimmuni considerate, in particolare, l'analisi dei deficit di differenziamento e mutazione dei linfociti T che comportano la perdita della tolleranza periferica verso i propri costituenti, con conseguente sviluppo di patologie autoimmuni (quali MRL/lpr, NZB, SWR). I modelli devono, inoltre, permettere: l'analisi delle relazioni funzionali tra la risposta autoimmune e la risposta anticorpale e cellulare verso determinati antigeni di natura virale e batterica e/o farmaci; l'analisi delle interazioni strutturali tra peptidi microbici, con caratteristiche di superantigeni quali ad esempio tossine proteine da shock e molecole di istocompatibilita', e strutture recettoriali dei linfociti T; l'analisi dell'inducibilita' della tolleranza a superantigeni in corso di invecchiamento. Sviluppo di programmi di calcolo ed algoritmi in grado di definire le omologie e le similitudini di sequenze aminoacidiche che possono essere alla base di meccanismi di mimesi molecolare tra peptidi microbici e peptidi propri. Valutazione tecnico-economica dei modelli sviluppati rispetto a quelli eventualmente in uso; sviluppo di metodologie per la diagnosi di processi morbosi di autoimmunita' tardiva. Produzione di sonde genetiche e/o anticorpi monoclonali per l'identificazione e la caratterizzazione di fenomeni di autoimmunita'. Validazione clinico-funzionale, su modelli sperimentali, delle metodologie messe a punto e loro valutazione in termini di costo/beneficio rispetto a quelle eventualmente in uso; messa a punto di metodologie di intervento terapeutico per il trattamento delle malattie autoimmuni tardive in modelli sperimentali e clinici. Tali metodologie devono prevedere l'impiego di vaccinazioni e trattamenti del sistema immunitario, atti a prevenire le infezioni che portano fenomeni di autoimmunita', l'uso di vaccini a scopo terapeutico, l'uso di anticorpi monoclonali e/o di altre molecole in grado di bloccare l'interazione tra il recettore T per l'antigene e gli antigeni propri o la produzione di particolari citochine. Messa a punto di strategie di immunosoppressione basate sull'utilizzo di linfochine regolatorie e sull'inibizione selettiva, mediante anticorpi monoclonali di linfochine pro-infiammatorie, quale ad esempio il TNF, o di altri farmaci ad azione immunosoppressiva. Validazione biologico-funzionale delle metodologie sviluppate e loro valutazione in termini di costo-beneficio rispetto agli schemi di terapia convenzionali. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 16.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e tecnici altamente qualificati, orientati allo studio dei meccanismi immunopatogenetici delle malattie autoimmuni, ed al loro trattamento mediante approcci terapeutici innovativi. Sviluppo di competenze sulle tecniche immunologiche, genetiche e di chimica strutturale dei peptidi. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I singoli percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 1.600 milioni di lire. AREA CARDIOMIOPATIE PRIMITIVE. TEMA 6: Meccanismi cellulari, vascolari e regolatori dell'ipertrofia miocardica (Cardiomiopatia ipertrofica primitiva). Oggetto della ricerca. Studio dei meccanismi coinvolti nella patogenesi e nella evoluzione della cardiomiopatia ipertrofica e, piu' in generale, dell'ipertrofia miocardica in modelli sperimentali, animali e/o umani. Valutazione di possibili indici strumentali di diagnosi precoce e di evoluzione della malattia ipertrofica del miocardio su popolazioni di pazienti con cardiomiopatia ipertrofica in fase preclinica ed in fase conclamata e di pazienti con ipertrofia miocardica secondaria. Messa a punto di metodologie e tecniche, invasive e non, per lo studio dei meccanismi fisiopatologici di possibili alterazioni metabolico/funzionali, umorali, molecolari e morfologiche, coinvolte nell'insorgenza e nella progressione della malattia. Identificazione di classi di farmaci, gia' disponibili ma con diverse applicazioni, o di nuova concezione, atti a conseguire effetti specifici sulle principali alterazioni presenti in fase precoce e nella progressione della patologia. La ricerca si articola in quattro sottotemi: definizione di modelli clinici di cardiopatia ipertrofica relativi rispettivamente a pazienti con malattia in fase conclamata e a pazienti con malattia in fase iniziale o a potenziale rischio, individuati secondo criteri quali il vaglio dei familiari di soggetti affetti o il vaglio di pazienti con aritmie ventricolari. Messa a punto di almeno un modello sperimentale di cardiomiopatia ipertrofica. Sviluppo e applicazione di almeno una tecnica di isolamento dei miociti da cuori ipertrofici; sviluppo e applicazione, sui modelli clinici individuati, di metodologie atte alla valutazione di alterazioni del microcircolo coronarico, del metabolismo e delle proprieta' contrattili del miocardio, dell'equilibrio elettrico, del profilo endocrino, autocrino e neuroormonale. Tali metodologie dovranno, in particolare, considerare lo studio in vivo, mediante tomografia ed emissione di positroni, dello stato del sistema neuroautonomico e del microcircolo del miocardio, dei meccanismi di controllo della funzione cardiovascolare e della proliferazione cellulare sia locali che sistemici, quale il sistema renina-angiotensina-aldosterone, il sistema catecolaminergico e i fattori endogeni circolanti ad azione inotropa; identificazione, sulla base delle metodologie sviluppate, di almeno due classi di farmaci, che con meccanismo specifico siano capaci di indurre la regressione dell'ipertrofia miocardica e/o di modificare le alterazioni microcircolatorie, metaboliche, contrattili, elettriche e quelle che coinvolgono i meccanismi di controllo ad esse associate. Valutazione clinica, sulla base di protocolli di studio farmacologici in acuto o a breve e medio termine appositamente elaborati; sviluppo di almeno due studi farmacologici cronici, indirizzati rispettivamente a valutare l'impatto di una terapia mirata sul miglioramento del danno d'organo e alla prevenzione dell'evoluzione delle forme precliniche della malattia ipertrofica del miocardio. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 6.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o tecnici altamente qualificati, orientati allo studio dei meccanismi fisiopatologici di regolazione del microcircolo coronarico, del metabolismo, riserva contrattile, stabilita' elettrica del miocardio nonche' dei sistemi di controllo neuroumorali dell'apparato cardiovascolare e delle classi di farmaci suscettibili di produrre effetti sui possibili determinanti dell'ipertrofia cardiaca. Acquisizione di competenze sulle tecniche di studio sperimentali e cliniche dei meccanismi coinvolti. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 600 milioni di lire. TEMA 7: Meccanismi cellulari, circolatori e regolatori della insufficienza cardiaca (cardiomiopatia dilatativa primitiva). Oggetto della ricerca. Studio dei meccanismi coinvolti nella patogenesi e nella evoluzione della cardiomiopatia dilatativa e, piu' in generale, dell'insufficienza cardiaca in modelli sperimentali, animali e umani. Valutazione dei possibili indici strumentali di diagnosi precoce e di evoluzione della malattia, su due popolazioni di pazienti con cardiomiopatia dilatativa in fase iniziale ed in fase conclamata, appositamente selezionate. Individuazione dei meccanismi fisiopatologici di possibili alterazioni del microcircolo coronarico, del metabolismo, della riserva contrattile, della stabilita' elettrica del miocardio, dell'assetto immunologico e dei sistemi di controllo cardiovascolare endocrini, autocrini e neuroormonali, che si accompagnano o contribuiscono a determinare la malattia o alcuni suoi aspetti peculiari. Sviluppo di metodologie applicabili a modelli animali, appositamente messi a punto, e di tecniche, invasive e non, utilizzabili nei modelli clinici considerati. Identificazione, mediante le metodologie messe a punto, di classi di farmaci gia' disponibili ma con diverse applicazioni, ovvero di nuova concezione, atti a conseguire effetti specifici sui principali parametri alterati nella cardiopatia dilatativa primitiva. La ricerca si articola in tre sottotemi: definizione di modelli clinici di cardiomiopatia dilatativa, relativi sia a pazienti con malattia in fase conclamata sia a pazienti con malattia in fase iniziale o potenziale. Messa a punto di almeno un modello sperimentale di cardiomiopatia dilatativa. Sviluppo e applicazione della tecnica di isolamento dei miociti da cuori umani e animali affetti dalla malattia; sviluppo e applicazione, nei modelli clinici identificati nel primo sottotema, di metodologie atte a valutare le alterazioni caratteristiche della cardiomiopatia dilatativa, quali ad esempio quelle relative al microcircolo coronarico, alle proprieta' contrattili del miocardio, all'equilibrio elettrico, all'assetto immunologico e al profilo endocrino, autocrino e neuroormonale. Devono in particolare essere sviluppate tecniche per lo studio in vivo, anche mediante tomografia ad emissione di positroni, del microcircolo coronarico e dell'attivita' del sistema neuroautonomico e dei meccanismi di controllo della funzione cardiovascolare sia locali che sistemici, quali il sistema renina-antiotensina-aldosterone, il sistema catecolaminergico, i fattori endogeni circolanti ad azione inotropa, vasodilatatrice e natriuretica; valutazione, mediante le metodologie sviluppate nei sottotemi precedenti, dell'effetto specifico di farmaci sui meccanismi fisiopatologici studiati, allo scopo di indurre regressione dell'insufficienza cardiaca o di modificare le alterazioni microcircolatorie, metaboliche, contrattili, elettriche, immunologiche e quelle che coinvolgono i meccanismi di controllo ad esse associate. Messa a punto di protocolli di studio farmacologici in acuto e a medio termine per la valutazione clinica degli effetti delle classi di farmaci individuate. Messa a punto di studi farmacologici a lungo termine per valutare l'impatto di una terapia mirata sul miglioramento del danno d'organo e sulla prevenzione dell'evoluzione delle forme precliniche della malattia. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare gli 8.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o tecnici altamente qualificati, orientati allo studio dei meccanismi fisiopatologici di regolazione del microcircolo coronarico, del metabolismo, riserva contrattile, stabilita' elettrica del miocardio nonche' dei meccanismi immunologici e neuroumorali che possono interferire con lo stato contrattile del miocardio, e delle classi di farmaci capaci di migliorare direttamente o indirettamente la funzione cardiaca interferendo coi meccanismi sopradetti. Sviluppo di competenze sulle tecniche di studio sperimentali e cliniche dei meccanismi coinvolti. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare gli 800 milioni di lire. AREA MALATTIE ORFANE. TEMA 8: Aspetti epidemiologici, nosologici ed organizzativi delle malattie rare. Oggetto della ricerca. Sviluppo di un sistema informativo per la valutazione dell'incidenza sulla popolazione di tutte le malattie rare afferenti ad almeno due specialita' mediche. Realizzazione per tali patologie di una banca dati contenente le principali informazioni quali la sintomatologia, la storia naturale, la patogenesi, la prognosi e la eventuale terapia, identificando inoltre i centri italiani ed esteri con specifiche competenze. Messa a punto di una metodologia per la diffusione delle informazioni raccolte, utilizzando anche tecniche multimediali, nei confronti di personale medico anche non specialistico. Sviluppo e messa a punto di una metodologia di supporto alla diagnostica ed alla terapia delle malattie rare. Attuazione di uno studio pilota di almeno cinque delle malattie rare prescelte, selezionate sulla base della loro presenza in almeno una delle regioni italiane e significative in quanto ad effetti sociali, invalidanti e di morbilita', per stabilirne la familiarita' e riconoscerne i fattori di rischio. Studio e classificazione di farmaci esistenti, utili per la terapia delle malattie rare individuate. Realizzazione di almeno uno studio clinico controllato mediante l'utilizzo dei farmaci selezionati e valutazione dell'efficacia della terapia rispetto a quelle attualmente in uso. La ricerca si articola in due sottotemi: valutazione, relativamente ad almeno due differenti specialita' mediche, dell'incidenza delle malattie rare sulla popolazione e messa a punto di una metodologia che permetta di affrontarne lo studio epidemiologico, nosologico ed organizzativo. Realizzazione di una banca dati di tipo descrittivo, comprendente informazioni relative ad almeno cento delle patologie considerate. Per ciascuna patologia dovranno essere acquisiti i dati concernenti la sintomatologia, la storia naturale, la patogenesi, la prognosi e, ove esistente, la terapia; dovranno inoltre essere identificati i centri italiani ed esteri con specifiche competenze nonche', le associazioni di familiari o le fondazioni di ricerca esistenti. Predisposizione di schede informative sulle suddette patologie, realizzate su supporti informatici adatti ad una facile diffusione ed utilizzazione da parte di personale medico anche non specialistico; selezione tra le patologie identificate nel primo sottotema, di almeno cinque malattie rare, in almeno due differenti specialita' mediche, significative in quanto ad effetti sociali, invalidanti e di morbilita', e presenti in almeno una regione italiana, per la definizione di un modello metodologico sperimentale, di supporto alla attivita' diagnostica e terapeutica. Studio e classificazione di farmaci utili per la terapia delle suddette patologie, anche in funzione della individuazione delle piu' corrette modalita' di raccolta e distribuzione dei farmaci stessi ai fini di un loro ottimale utilizzo. Sviluppo di uno studio clinico approfondito e controllato su almeno una delle malattie considerate, impiegando farmaci gia' disponibili nella farmacopea internazionale. Valutazione degli effettivi miglioramenti conseguenti gli approcci terapeutici messi a punto. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 6.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o di tecnici altamente specializzati per gli studi epidemiologici e per gli studi clinici controllati sulle malattie rare. Sviluppo di competenze sulla gestione dei dati relativi alla diagnostica, alla patogenesi ed alla terapia delle malattie rare. Aquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 600 milioni di lire. TEMA 9: Aspetti genetici, biochimici, diagnostici e terapeutici delle malattie rare. Oggetto della ricerca. Messa a punto di un modello, potenzialmente generalizzabile, per lo studio di malattie rare al fine di identificare piu' efficaci interventi terapeutici. Selezione di una malattia rara significativa in quanto ad effetti sociali, invalidanti e/o di mortalita'. Messa a punto di modelli sperimentali per la identificazione di alterazioni biochimiche e molecolari alla base della malattia. Messa a punto di sostanze chimiche e di modalita' terapeutiche per intervenire sulle alterazioni individuate. Messa a punto di metodologie per lo studio, in soggetti portatori della malattia, delle alterazioni genetiche, biochimiche e/o cellulari e/o funzionali. Sviluppo di nuove procedure diagnostiche e/o ottimizzazione di quelle esistenti. Validazione dell'efficacia dei nuovi interventi terapeutici messi a punto mediante protocolli sperimentali relativi a studi clinici e controllati. La ricerca si articola in due sottotemi: selezione, nell'ambito delle malattie rare, di una patologia significativa in quanto ad effetti sociali invalidanti e/o di mortalita' per la quale non risultino definite modalita' di intervento terapeutico efficace. Messa a punto, per la malattia selezionata, di almeno un nuovo modello sperimentale scelto tra le colture in vitro, i ceppi di animali portatori di malattia analoga, gli animali transgenici. Identificazione del e/o dei difetti biochimici presenti nel modello di patologia ed identificazione di almeno una alterazione molecolare aggredibile alla base della malattia. Valutazione della applicazione del modello e delle metodologie sviluppate per lo studio di altre patologie rare. Messa a punto di metodologie per lo studio in pazienti affetti dalla predetta malattia delle alterazioni biochimiche riportate nel modello sperimentale, utilizzando tecniche in vitro e/o in vivo, come ad esempio le tecniche di biologia molecolare. Sviluppo di nuove metodologie diagnostiche in vitro e in vivo, utilizzando i risultati ottenuti; messa a punto di modalita' terapeutiche e di sostanze chimiche per la modificazione del/dei difetti individuati. Tali modalita' potranno essere individuate tra: farmaci convenzionali, enzimi sostitutivi, sostanze endogene ottenute per estrazione o attraverso tecniche di DNA ricombinante, terapia genica basata su cellule somatiche. Messa a punto di trattamenti a breve o medio termine per la verifica dell'efficacia di tali mezzi terapeutici utilizzando le metodiche cliniche convenzionali e le metodologie sviluppate nel primo sottotema. Elaborazione di protocolli clinici ad adeguata potenza statistica per la valutazione controllata dell'efficacia terapeutica dei suddetti mezzi terapeutici. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 3.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e/o tecnici altamente qualificati orientati allo studio di nuovi principi attivi per la terapia delle malattie rare. Acquisizione di competenze sulle tecniche biochimiche e farmacodinamiche in vitro o in vivo. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I relativi percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 300 milioni di lire. TEMA 10: Aspetti terapeutici relativi alla chemioterapia e/o alla vaccinazione in malattie ad alto impatto sanitario nei Paesi in via di sviluppo (malaria, lebbra, tubercolosi). Oggetto della ricerca. Sviluppo di nuovi approcci orientati alla prevenzione e/o al miglioramento di terapie gia' esistenti per malattie infettive, quali la malaria, la lebbra e la tubercolosi, ovvero per altre patologie di equivalente rilevanza in termini di impatto sociale nei Paesi in via di sviluppo. Messa a punto di metodologie per l'identificazione di nuove molecole biologiche in grado di intervenire su una delle fasi del complesso ciclo patogenetico della malaria e di almeno un'altra delle suddette malattie infettive, e per la determinazione dei meccanismi biochimici che sottendono alla resistenza farmacologica dell'agente infettivo. Validazione su modelli sperimentali delle metodologie sviluppate e valutazione tecnico-economica rispetto a quelle eventualmente in uso. La ricerca si articola in tre sottotemi: messa a punto di metodologie per l'individuazione, la selezione e la caratterizzazione, in termini di attivita', di nuove molecole biologiche in grado di intervenire su una delle fasi del complesso ciclo patogenetico della malaria e di almeno un'altra patologia, scelta tra malattie infettive ad elevato impatto sociale nei Paesi in via di sviluppo. Validazione su modelli sperimentali delle metodologie messe a punto e loro valutazione tecnico-economica rispetto a quelle eventualmente in uso, con particolare riferimento alla comparazione tra le molecole identificate e quelle attualmente gia' impiegate in profilassi; messa a punto di metodologie in grado di definire i meccanismi biochimici che sottendono alla resistenza ai farmaci tradizionali da parte dell'agente infettivo responsabile della malaria e dell'altra malattia infettiva prescelta. Validazione, su modelli sperimentali, delle metodologie messe a punto e loro valutazione tecnico- economica rispetto a quelle eventualmente in uso. Sviluppo di strategie per riportare l'agente infettivo alla sua normale sensibilita' e loro valutazione in termini di costo/beneficio; messa a punto della metodologia per la realizzazione di vaccini per la malaria e per l'altra malattia infettiva individuata come oggetto della ricerca. Valutazione tecnico-economica della metodologia messa a punto, rispetto a quelle eventualmente in uso o rispetto a differenti approcci in corso di sviluppo, con particolare riferimento alla ricaduta applicativa dei risultati in termini di prevenzione. Tempo: La durata massima della ricerca non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 4.000 milioni di lire. Attivita' di formazione. Formazione di ricercatori e tecnici altamente qualificati, orientati allo studio delle malattie infettive dei Paesi in via di sviluppo. Acquisizione di competenze sulle tecniche chimiche, biochimiche, immunologiche e farmacologiche. Acquisizione di conoscenze sulle problematiche di gestione delle attivita' di ricerca e di trasferimento di tecnologie, anche con riferimento alle interazioni con il mercato. I singoli percorsi formativi devono avere una durata non inferiore a due anni. Tempo: La durata massima dell'attivita' di formazione non deve superare i trentasei mesi. Spesa: la spesa massima, comprensiva di IVA, non deve superare i 400 milioni di lire.