Con  decreti del Presidente della Repubblica in data 17 marzo 1995
sono state conferite le seguenti decorazioni al valor militare:
                           Medaglia d'oro
   Al s.ten.f.par. Gianfranco Paglia, nato il 17 luglio 1970 a  Sesto
San  Giovanni  (Milano),  con  la motivazione: "Comandante di plotone
paracadutisti, inquadrato nel contingente italiano inviato in Somalia
nell'ambito dell'operazione umanitaria voluta  dalle  Nazioni  unite,
partecipava  con  il  183  rgt.  par. 'Nembo' al rastrellamento di un
quartiere di Mogadiscio.  Nel  corso  dei  successivi  combattimenti,
proditoriamente  provocati  dai  miliziani  somali,  con  perizia  ed
intelligenza  concorreva  con  le  forze  alle  sue  dipendenze  allo
sganciamento  di alcuni carri rimasti intrappolati nell'abitato. Dopo
aver sgomberato con il  proprio  veicolo  corazzato  alcuni  militari
feriti,  di  iniziativa  si riportava nella zona del combattimento e,
incurante  dell'incessante  fuoco  nemico,  coordinava  l'azione  dei
propri  uomini,  contrastando  con  l'armamento  di  bordo  l'attacco
nemico. Per conferire piu' efficacia alla  sua  azione  di  fuoco  si
sporgeva  con  l'intero busto fuori dal mezzo esponendosi al tiro dei
cecchini che  lo  colpivano  ripetutamente.  Soccorso  e  trasferito,
presso  una  struttura  sanitaria di Mogadiscio, reagiva con sereno e
virile comportamento  alla  notizia  che  le  lesioni  riportate  gli
avevano  procurato  menomazioni  permanenti.  Chiarissimo  esempio di
altruismo, coraggio, altissimo senso del dovere e saldezza  d'animo".
- Mogadiscio, 2 luglio 1993.
                         Medaglie d'argento
   Al  serg.magg.f.par.  Giampiero  Monti,  nato il 24 luglio 1966 ad
Anzio  (Roma),  con  la  motivazione:  "Sottufficiale  comandante  di
squadra paracadutisti, inquadrato nel contingente italiano inviato in
Somalia  nell'ambito  dell'operazione umanitaria voluta dalle Nazioni
unite, partecipava con la propria  unita'  al  rastrellamento  di  un
quartiere  di  Mogadiscio.  Nel  corso  dei successivi combattimenti,
proditoriamente provocati dai miliziani somali, mentre da  bordo  del
veicolo corazzato di cui era capocarro coordinava la propria squadra,
veniva   inquadrato   dal   tiro  dei  cecchini  ma,  imperturbabile,
proseguiva  nell'azione.  In  seguito  all'esplosione  di  un   razzo
controcarri  che  colpiva  il mezzo sul quale operava, subiva in piu'
parti del corpo gravi ferite, che gli procuravano  anche  menomazioni
permanenti. Benche' copiosamente sanguinante, con incomparabile forza
d'animo  continuava  a  rassicurare  e  a  dirigere  gli uomini a lui
affidati, fintantoche' stremato  si  accasciava  al  suolo  e  veniva
trasportato  presso  un  ospedale  di  Mogadiscio.  Chiaro esempio di
altissimo senso del dovere, elevato coraggio e  mirabile  spirito  di
sacrificio". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.
   Al  mar.ord.f.par. Ivano Tosetto, nato il 6 ottobre 1962 a Torino,
con  la  motivazione:  "Comandante  di  distaccamento  operativo   di
incursori  paracadutisti, inquadrato nel contingente italiano inviato
in  Somalia  nell'ambito  dell'operazione  umanitaria  voluta   dalle
Nazioni  unite, partecipava con la sua unita' al rastrellamento di un
quartiere di  Mogadiscio.  Nel  corso  dei  successivi  combattimenti
proditoriamente  provocati dai miliziani somali, riceveva l'ordine di
contribuire allo sganciamento delle unita' intrappolate nell'abitato.
Durante il movimento superava numerosi  sbarramenti  stradali  eretti
dai  miliziani  somali,  costringendoli  ad abbandonare le posizioni.
Giunto in zona, mentre si prodigava per organizzare il  ripiegamento,
raggiungeva  sotto un intenso fuoco nemico, mettendo a repentaglio la
propria vita, un incursore ferito per prestargli le prime  cure.  Nel
contempo,   tenendo   testa   al  tiro  dell'avversario,  riusciva  a
sgomberarlo verso un ospedale di Mogadiscio. Fulgidissimo esempio  di
comandante  e  combattente  dalle elette virtu' militari, di indomito
valore, di generosita' e di ardimento". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.
                         Medaglie di bronzo
   Al serg.magg.f.par. Stefano  Ruaro,  nato  il  3  gennaio  1966  a
Montecchio   Maggiore   (Vicenza),  con  la  motivazione:  "Incursore
paracadutista, inquadrato nel contingente italiano inviato in Somalia
nell'ambito dell'operazione umanitaria voluta  dalle  Nazioni  unite,
partecipava  con  il  proprio  distaccamento  al rastrellamento di un
quartiere di Mogadiscio.  Nel  corso  dei  successivi  combattimenti,
proditoriamente   provocati   dai  miliziani  somali,  affrontava  di
iniziativa  un  gruppo  di  cecchini  somali   catturandone   uno   e
contringendone  alla  fuga altri due. Successivamente durante la fase
di sganciamento, alla guida del suo automezzo, veniva fatto  segno  a
violentissimo  fuoco  di  armi automatiche. Colpito da due proiettili
alle gambe e da uno alla mano destra, riusciva  con  grande  fermezza
d'animo  e  stoica  sopportazione del dolore a mantenere il controllo
del mezzo evitando ai commilitoni trasportati di permanere  sotto  il
fuoco  nemico.  Soccorso dai colleghi, pur consapevole della gravita'
delle ferite, li incitava a proseguire nell'azione.  Fulgido  esempio
di elevate virtu' militari, di altissimo senso dell'onore e di grande
professionalita',  generosita'  ed ardimento". - Mogadiscio, 2 luglio
1993.
   Al c.le a.par. Pasquale La Rocca, nato il 25 marzo 1973 a  Napoli,
con  la  motivazione: "Caporale paracadutista di leva, inquadrato nel
contingente italiano inviato in Somalia  nell'ambito  dell'operazione
umanitaria  voluta  dalle  Nazioni  unite,  si offriva volontario per
partecipare al rastrellamento di  un  quartiere  di  Mogadiscio.  Nel
corso  dei  successivi  combattimenti,  proditoriamente  provocati da
miliziani somali, rimaneva isolato unitamente  con  tre  commilitoni.
Constatata  l'impossibilita'  di  ricongiungersi  al proprio reparto,
decideva, di iniziativa, di unirsi alle unita' italiane impegnate nel
settore contermine. A bordo della propria autoblindo, con coraggio  e
determinazione,  ingaggiava un violento scontro a fuoco con i ribelli
somali. Ferito ad  un  occhio,  sebbene  sanguinante,  continuava  ad
incitare  i  suoi  uomini  a  continuare  la lotta. Chiaro esempio di
dedizione al dovere,  altissimo  senso  di  responsabilita',  elevato
coraggio e saldezza morale". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.
   Al  car.par. Paolo Pusineri, nato il 24 gennaio 1966 a Milano, con
la   motivazione:   "Carabiniere   paracadutista,   inquadrato    nel
contingente  italiano  inviato in Somalia nell'ambito dell'operazione
umanitaria voluta dalle  Nazioni  unite,  partecipava  quale  secondo
pilota   mitragliere   VCC  al  rastrellamento  di  un  quartiere  di
Mogadiscio. Si offriva volontario per portare  soccorso  ai  militari
feriti   nel   corso  dei  successivi  combattimenti  proditoriamente
provocati dai miliziani somali. Benche' colpito al torace da arma  da
fuoco  continuava a combattere incurante del dolore fino a quando gli
venivano a mancare le forze e, nonostante le  sue  gravi  condizioni,
manteneva  una calma esemplare. Fulgido esempio di altruismo, spirito
di sacrificio, sprezzo del pericolo ed  elette  virtu'  militari".  -
Mogadiscio, 2 luglio 1993.
   Al  cap.f.par.  Giuseppe  Faraglia,  nato  il  19  ottobre  1964 a
Civitavecchia (Roma), con la motivazione:  "Comandante  di  compagnia
incursori  paracadutisti, inquadrato nel contingente italiano inviato
in  Somalia  nell'ambito  dell'operazione  umanitaria  voluta   dalle
Nazioni unite, partecipava con la propria unita' al rastrellamento di
un  quartiere  di Mogadiscio. Nel corso dei successivi combattimenti,
proditoriamente provocati da miliziani somali, ricevuto  l'ordine  di
agevolare   lo   sgombero   di  alcune  unita'  rimaste  intrappolate
nell'abitato,  organizzava,  sotto  un  nutrito  fuoco  di  fucileria
nemico,  un'ardita  operazione  di  sganciamento.  Fatta defluire con
successo una prima colonna, riordinava la compagnia e ritornava nella
zona dei combattimenti, dove si prodigava per mantenere  l'iniziativa
sull'avversario,  con  il  fuoco e con il movimento, onde favorire il
ripiegamento delle restanti forze nazionali. Riusciva nel suo intento
evidenziando coraggio, grande sagacia  e  spiccato  senso  tattico  e
concludeva  l'azione senza subire perdite. Fulgido esempio di elevate
virtu'  militari,  di  altissimo  senso  dell'onore   e   di   grande
professionalita'". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.
   Al  cap.f.par.  Paolo  Francesco  Ricco', nato il 4 ottobre 1963 a
Torino, con la motivazione: "Comandante di  compagnia  paracadutisti,
inquadrato  nel  contingente  italiano inviato in Somalia nell'ambito
dell'operazione umanitaria voluta dalle  Nazioni  unite,  partecipava
con   la   propria  unita'  al  rastrellamento  di  un  quartiere  di
Mogadiscio. Nel corso dei successivi  combattimenti,  proditoriamente
provocati dai miliziani somali, ricevuto l'ordine di contribuire allo
sganciamento  di  alcune unita' rimaste intrappolate nell'abitato, si
distingueva  per   coraggio,   determinazione   e   professionalita',
spingendosi  dove  piu'  intensa era l'azione nemica e neutralizzando
numerose sorgenti di fuoco avversarie. Allorche' un razzo controcarri
colpiva un VCC della sua compagnia, benche'  ferito,  con  ammirevole
forza  d'animo ed elevatissima perizia professionale, provvedeva alla
difesa del mezzo stesso e si prodigava per lo  sgombero  dei  feriti,
perfettamente  consapevole  dei gravi rischi ai quali si sottoponeva.
Chiarissimo esempio di coraggio, di nobile ed ammirevole altruismo  e
di altissimo senso del dovere". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.
   Al  c.le  par.  Massimiliano  Zaniolo,  nato  il 12 ottobre 1973 a
Milano,  con  la  motivazione:  "Caporale  paracadutista   di   leva,
inquadrato  nel  contingente  italiano inviato in Somalia nell'ambito
dell'operazione umanitaria voluta dalle  Nazioni  unite,  partecipava
con  il  183  rgt.  par. 'Nembo' al rastrellamento di un quartiere di
Mogadiscio. Nel corso dei successivi  combattimenti,  proditoriamente
provocati  dai  miliziani  somali,  mentre  a  bordo  di  un  veicolo
corazzato effettuava fuoco mirato  a  sostegno  dell'azione  condotta
dalla  propria  squadra,  veniva inquadrato dal tiro dei cecchini ma,
imperturbabile, proseguiva nell'azione. Coinvolto nell'esplosione  di
un  razzo  controcarri che colpiva il mezzo sul quale operava, subiva
in piu' parti del corpo ferite che gli procuravano anche  menomazioni
permanenti.  Manteneva fino al sopraggiungere dei soccorsi il proprio
posto al  fianco  dei  commilitoni  incitandoli  alla  lotta.  Chiaro
esempio  di  elevatissimo  senso  del  dovere  e della disciplina, di
coraggio e di saldezza d'animo". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.
   Al car. par. Donatello Sapone, nato  il  1  giugno  1972  a  Locri
(Reggio  Calabria),  con  la motivazione: "Carabiniere paracadutista,
inquadrato nel contingente italiano inviato  in  Somalia  nell'ambito
dell'operazione  umanitaria  voluta  dalle  Nazioni unite, si offriva
volontario  per partecipare quale secondo pilota mitragliere VCC alla
missione di recupero di militari rimasti feriti nel rastrellamento di
un quartiere di Mogadiscio. Raggiunto il luogo del combattimento, per
consentire il soccorso  di  un  commilitone  ferito  gravemente,  non
esitava  ad  esporsi  al  tiro  incrociato  dei  guerriglieri somali,
rimanendo ferito. Nonostante la copiosa perdita di sangue, continuava
con calma a svolgere intensa azione di fuoco per garantire  copertura
al  proprio  mezzo  di  combattimento. Nel momento in cui egli stesso
veniva  evacuato  si  preoccupava  che  venisse  data  priorita'  nel
trattamento  ai  feriti piu' gravi. Chiarissimo esempio di altruismo,
spirito di sacrificio, altissimo senso del dovere  ed  elette  virtu'
militari". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.
   Al  sold.  Francesco Filogamo, nato il 22 aprile 1971 a Villaricca
(Napoli), con la motivazione: "Aiutante di sanita' di leva, impegnato
nel   contingente   italiano   inviato   in    Somalia    nell'ambito
dell'operazione  umanitaria  voluta  dalle  Nazioni unite, si offriva
volontario per trasportare  all'ospedale  di  Mogadiscio  due  somali
gravemente  feriti.  Durante  il  trasferimento, l'ambulanza e la sua
scorta  rimanevano   coinvolte   in   combattimenti   proditoriamente
provocati  da  miliziani  somali  a  seguito  di rastrellamento di un
quartiere   di   Mogadiscio.   Prontamente   appiedato,    rispondeva
all'attacco  nemico in maniera decisa ed efficace e benche' ferito da
diversi colpi d'arma da fuoco, incurante  del  dolore,  continuava  a
svolgere  la  sua  azione  spronando anche gli altri componenti della
scorta alla lotta. Chiaro esempio di coraggio, spirito di  sacrificio
ed elette virtu' militari". - Mogadiscio, 2 luglio 1993.