LA CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE
              PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E DI BOLZANO

  Nella odierna seduta del 13 gennaio 2005:
  Visti  gli  articoli 2,  comma  1,  lettera  b),  e  4  del decreto
legislativo  28 agosto  1997,  n.  281,  che  attribuiscono  a questa
Conferenza la facolta' di promuovere e sancire accordi tra il Governo
e  le  regioni e le province autonome, in attuazione del principio di
leale   collaborazione,  al  fine  di  coordinare  l'esercizio  delle
rispettive competenze e svolgere attivita' di interesse comune;
  Rilevato   che   le  infezioni  da  legionella  sono  sottoposte  a
sorveglianza  speciale  da  parte  dell'Organizzazione mondiale della
sanita'  (OMS), della Comunita' europea in cui e' operante l'European
working  group  for  legionella  infections  (EWGLI)  e dell'Istituto
superiore di sanita' del nostro Paese;
  Visto  il proprio atto repertorio n. 936 del 4 aprile 2000, recante
linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi, con
il quale Governo e regioni e province autonome hanno concordato sulla
necessita' di attivare sul territorio nazionale misure di prevenzione
e  controllo,  ferma  restando  l'autonomia  delle  regioni  e  delle
province  autonome  nell'adottare  le  soluzioni  organizzative  piu'
idonee, in relazione alle esigenze della loro programmazione;
  Vista  la proposta di accordo, pervenuta dal Ministero della salute
il  12 ottobre 2004, nel testo elaborato dal Dipartimento di malattie
infettive,  parassitarie  ed  immunomediate e dal Centro nazionale di
epidemiologia dell'Istituto superiore di sanita', tenendo conto delle
linee guida di cui al citato atto repertorio n. 936 del 4 aprile 2000
e  degli  esiti del confronto con i rappresentanti delle associazioni
turistico-alberghiere e termali;
  Considerati    gli    esiti   dell'incontro   tecnico   intervenuto
sull'argomento   il   18 novembre   2004,   nel  corso  del  quale  i
rappresentanti  del  Ministero  della  salute e delle regioni e delle
province  autonome  hanno  congiuntamente perfezionato il testo della
proposta di accordo in esame;
  Acquisito   su   detta  stesura,  nel  corso  dell'odierna  seduta,
l'assenso del Ministero della salute e delle regioni e delle province
autonome;
                          Sancisce accordo
tra il Ministro della salute e le regioni e le province autonome, nei
termini sotto riportati:
Premessa:
  Il  presente  accordo,  tenuto  conto  della complessa tematica del
controllo della legionellosi:
    non  ha  carattere  esaustivo,  ne'  vuole  sostituirsi alle piu'
ampie,  dettagliate e complete norme di prevenzione e agli interventi
di  bonifica  presenti  nelle  linee guida nazionali ed europee, alle
quali, tuttavia, esso si ispira;
    e'  da  considerarsi  un insieme di suggerimenti tecnico-pratici,
basati   sulle   evidenze   scientifiche   piu'  aggiornate,  la  cui
implementazione,  mentre  da  un  lato  non costituisce obbligo per i
responsabili  delle  strutture  alberghiere,  dall'altro non li esime
dalle  responsabilita'  inerenti  alla tutela del diritto alla salute
del cliente ospite.
  1. Obiettivi.
  La finalita' del presente accordo e' quella di offrire ai direttori
di strutture turistico-ricettive e termali:
    gli   elementi   di  giudizio  per  la  valutazione  del  rischio
legionellosi in dette strutture;
    norme di comportamento che riducano al minimo tale rischio.
  2. La legionellosi.
  La  malattia dei legionari e' stata identificata per la prima volta
in seguito ad una grave epidemia avvenuta nel 1976 in un gruppo di ex
combattenti  dell'American legion (da qui il nome della malattia) che
avevano   partecipato   ad   una   conferenza   al  Westin  Hotel  di
Philadelphia,  negli  Stati  Uniti.  Da allora in vari Paesi e' stato
attivato un sistema di sorveglianza della malattia.
  In  Italia,  per  i  casi di legionellosi, con decreto del Ministro
della   sanita'  del  15  dicembre  1990,  e'  prevista  la  notifica
obbligatoria  in classe II. La malattia, inoltre, e' sottoposta ad un
programma di sorveglianza speciale, di cui all'accordo Stato-regioni,
atto  repertorio  n. 936 del 4 aprile 2000, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale, serie generale n. 103 del 5 maggio 2000.
  In  Europa,  nel 1986, si e' costituito il gruppo di lavoro europeo
per  le infezioni da legionella (EWGLI) e nel 1987 i membri di questo
gruppo  hanno  iniziato  un'attivita'  di  sorveglianza per i casi di
legionellosi  associati  a  viaggi in Europa. Lo EWGLI e' ancora oggi
composto  da  un  gruppo  di  esperti  internazionali che, tra i vari
obiettivi,  condividono  quello  comune  di  prevenire  nei cittadini
europei la legionellosi associata ai viaggi.
  Per  molte  ragioni,  le  persone  che viaggiano verso localita' di
vacanza, specialmente in quelle a clima caldo, sono a rischio e, fino
al 50% dei casi di legionellosi diagnosticati in alcuni Paesi europei
sono rappresentati da legionellosi associata ai viaggi.
  Lo  schema  di  sorveglianza,  nominato  EWGLINET  nel 2002, e' ora
ufficialmente  inserito  nell'ambito  del  programma  europeo  per il
controllo  delle  malattie  trasmissibili e prevede la notifica ad un
centro  coordinatore,  in  Londra,  di  tutti  i casi di legionellosi
presumibilmente acquisita durante un viaggio.
  La  legionellosi e' una grave forma di polmonite causata da batteri
appartenenti  al  genere  legionella.  Legionella e' un microrganismo
ubiquitario,   ampiamente   diffuso   in   natura,   dove   si  trova
principalmente  associato  alla  presenza  di acqua. E' stata isolata
dall'acqua   naturale   di   fiumi,   laghi   e   serbatoi,  a  bassa
concentrazione.  Concentrazioni  elevate  possono  essere rilevate in
sistemi di acqua condottata, sottoposti ad inadeguata manutenzione, o
in  impianti  di  climatizzazione  dell'aria  costituiti  da torri di
raffreddamento, condensatori evaporativi o umidificatori dell'aria.
  2.1. Sintomi.
  La  malattia  in  genere  si  manifesta  inizialmente  con  febbre,
brividi,  cefalea  e  dolori  muscolari,  seguiti  da  tosse  secca e
difficolta'  respiratoria,  che  in alcuni casi progrediscono fino ad
una  polmonite  grave.  Quasi un terzo delle persone colpite presenta
anche  diarrea  o vomito e circa il 50% confusione mentale e delirio.
La letalita' e' del 10-15%.
  Il  periodo  di  incubazione  normalmente  oscilla dai due ai dieci
giorni e i sintomi si manifestano mediamente tra i tre e i sei giorni
dopo l'esposizione.
  2.2. Vie di trasmissione.
  La  legionellosi viene generalmente contratta per via respiratoria,
mediante inalazione o microaspirazione di aerosol in cui e' contenuto
il  batterio.  L'aerosol  si  forma  attraverso  le  minuscole  gocce
generate  dallo  spruzzo  dell'acqua,  o  dall'impatto  dell'acqua su
superfici   solide.  Piu'  le  goccioline  sono  piccole,  piu'  sono
pericolose;   gocce   d'acqua   con  un  diametro  inferiore  a  5\mu
raggiungono piu' facilmente le basse vie respiratorie. L'aerosol puo'
essere generato da:
    apertura di un rubinetto o di una doccia;
    vasche per idromassaggio e piscine;
    bagni turchi e aree adibite a sauna;
    torri di raffreddamento/condensatori evaporativi;
    fontane   ornamentali,  specialmente  se  collocate  in  ambiente
interno;
    impianti di irrigazione di giardini;
    acque di scarico di impianti igienici.
  A  tutt'oggi  non  e' dimostrato che la malattia si possa contrarre
bevendo  acqua  contaminata  e sembra esclusa la trasmissione diretta
tra uomo e uomo.
  2.3. Definizione di cluster.
  Possiamo  identificare  casi  singoli  di legionellosi o cluster di
casi.  Particolarmente  rilevante  ai  fini delle misure di controllo
della malattia e' il « cluster"» di legionellosi associata ai viaggi,
definito  come  il  verificarsi  di  due o piu' casi associati con la
stessa struttura turistico-ricettiva nell'arco di due anni.
  3. Prevenzione e controllo del rischio da esposizione a legionella.
  Negli  ultimi anni si e' verificato un notevole incremento dei casi
diagnosticati  di  legionellosi associata ai viaggi e, nel 2002, sono
stati notificati al centro coordinatore dello EWGLINET circa 675 casi
di   malattia,   probabilmente   acquisiti  in  strutture  ricettive.
Parallelamente  sono aumentati i ricorsi legali intentati dai turisti
per  ottenere risarcimenti da parte degli alberghi presso cui avevano
presumibilmente contratto la malattia.
  Considerando  le  implicazioni economiche e di immagine che possono
derivare  da questi episodi, l'approccio piu' pragmatico e' quello di
fare il possibile per mettere in atto tutte le misure necessarie alla
prevenzione della malattia.
  Perche'  la prevenzione sia efficace, le misure di controllo devono
essere attuate non solamente in risposta ad un caso o a un cluster di
casi di legionellosi, ma prima che questi si verifichino.
  3.1. Misure di prevenzione per la riduzione del rischio.
  Per  assicurare  una  riduzione  del  rischio  di  legionellosi, lo
strumento   fondamentale   da  utilizzare  non  e'  il  controllo  di
laboratorio  routinario,  ma  l'adozione di misure preventive, basate
sull'analisi  del  rischio  costantemente  aggiornata. Di conseguenza
tutti  i gestori di strutture ricettive devono garantire l'attuazione
delle  seguenti misure di controllo, alcune delle quali devono essere
effettuate  da  personale  opportunamente  addestrato,  che  indossi,
soprattutto  per  quelle  operazioni  che  generano  aerosol,  idonei
dispositivi di protezione individuale:
    a) mantenere   costantemente  l'acqua  calda  a  una  temperatura
superiore  ai  50  °C  all'erogazione.  L'acqua  in uscita da tutti i
rubinetti  deve  essere  molto  calda  al  tatto(1) (si raccomanda di
mettere  degli  avvisi  accanto  ai  rubinetti  e  alle  docce  o, in
alternativa, si possono utilizzare rubinetti a valvola termostatica);
    b) mantenere  costantemente  l'acqua  fredda  ad  una temperatura
inferiore a 20 °C. Se non si riesce a raggiungere questa temperatura,
e  se  una  qualsiasi  parte  dell'impianto dell'acqua fredda o delle
uscite si trova al disopra di questa temperatura, si deve prendere in
considerazione un trattamento che disinfetti l'acqua fredda;
    (1)  Un modo pratico di verifica del «molto caldo al tatto» e' il
seguente:  non  deve  essere  possibile  tenere le mani sotto l'acqua
corrente  per  piu'  di qualche secondo.     c) fare scorrere l'acqua
(sia  calda  che fredda) dai rubinetti e dalle docce delle camere non
occupate,  per  alcuni minuti almeno una volta a settimana e comunque
sempre  prima  che  vengano  occupate;      d) mantenere  le docce, i
diffusori delle docce ed i rompigetto dei rubinetti puliti e privi di
incrostazioni, sostituendoli all'occorrenza;
    e) pulire  e disinfettare regolarmente (almeno 2 volte l'anno) le
torri di raffreddamento ed i condensatori evaporativi delle unita' di
condizionamento dell'aria;
    f)  svuotare, disincrostare e disinfettare i serbatoi di accumulo
dell'acqua  calda  (compresi  gli  scalda acqua elettrici) almeno due
volte   all'anno  e  ripristinarne  il  funzionamento  dopo  accurato
lavaggio;
    g) disinfettare il circuito dell'acqua calda con cloro ad elevata
concentrazione  (cloro  residuo  libero pari a 50 ppm per un'ora o 20
ppm  per  due  ore)  o  con altri metodi di comprovata efficacia dopo
interventi  sugli  scambiatori  di calore e all'inizio della stagione
turistica;
    h) pulire  e  disinfettare tutti i filtri dell'acqua regolarmente
ogni 1-3 mesi;
    i) ispezionare  mensilmente  i  serbatoi  dell'acqua, le torri di
raffreddamento  e  le  tubature  visibili.  Accertarsi  che  tutte le
coperture siano intatte e correttamente posizionate;
    j) se  possibile,  ispezionare  l'interno  dei  serbatoi  d'acqua
fredda, e comunque disinfettare almeno una volta l'anno con 50mg/l di
cloro  per un'ora. Nel caso ci siano depositi o sporcizia, provvedere
prima  alla  pulizia.  La  stessa operazione deve essere effettuata a
fronte  di lavori che possono aver dato luogo a contaminazioni o a un
possibile ingresso di acqua non potabile;
    k) accertarsi  che  eventuali  modifiche  apportate all'impianto,
oppure  nuove  installazioni,  non creino bracci morti o tubature con
assenza  di  flusso dell'acqua o flusso intermittente. Ogni qualvolta
si proceda a operazioni di bonifica, occorre accertarsi che subiscano
il  trattamento  di  bonifica  anche:  bracci  morti costituiti dalle
tubazioni  di  spurgo  o  prelievo,  le valvole di sovrapressione e i
rubinetti di bypass presenti sugli impianti;
    l) in   presenza   di  attrezzature  per  idromassaggio,  occorre
assicurarsi  che le stesse siano sottoposte al controllo da personale
esperto,  che deve provvedere alla effettuazione e alla registrazione
delle operazioni di pulizia e di corretta prassi igienica come:
      sostituire almeno meta' della massa di acqua ogni giorno;
      trattare continuamente l'acqua con 2-3mg/l di cloro;
      pulire e risciacquare giornalmente i filtri per la sabbia;
      controllare  almeno  tre  volte  al  giorno la temperatura e la
concentrazione del cloro;
      assicurare  una  operazione di disinfezione accurata almeno una
volta a settimana.
  Oltre  a  queste  misure, per un'efficace prevenzione e' necessario
che   in   ogni   struttura   turistico-ricettiva   venga  effettuata
periodicamente  un'analisi  del rischio, secondo quanto descritto nel
prossimo paragrafo 3.2. Questa analisi diventa urgente in presenza di
un caso di legionellosi.
  3.2. Analisi del rischio.
  Quando  si  effettua  una valutazione del rischio, tra i fattori da
considerare si ricordano:
    a) la fonte di approvvigionamento dell'acqua dell'impianto;
    b)  i  possibili  punti  di contaminazione dell'acqua all'interno
dell'edificio;
    c) le caratteristiche di normale funzionamento dell'impianto;
    d) le  condizioni di funzionamento non usuali, ma ragionevolmente
prevedibili (es.: rotture);
    e) le  prese  d'aria  per  gli edifici (che non dovrebbero essere
situate vicino agli scarichi delle torri di raffreddamento).
  3.2.1. Nomina di un responsabile.
  Ogni  struttura  turistico-ricettiva  deve  individuare una persona
responsabile  per  l'identificazione  e  la  valutazione  del rischio
potenziale di infezione, che sia esperto e che comprenda l'importanza
della prevenzione e dell'applicazione delle misure di controllo.
  3.2.2. Fattori di rischio.
    Il rischio di acquisizione della legionellosi dipende da un certo
numero di fattori. Tra questi ricordiamo quelli piu' importanti:
    1) la presenza e la carica di legionella;
    2)  le condizioni ideali per la moltiplicazione del microrganismo
(ad  esempio:  temperatura  compresa  tra 20 e 50 °C, presenza di una
fonte  di  nutrimento  come alghe, calcare, ruggine o altro materiale
organico);
    3) la presenza di tubature con flusso d'acqua minimo o assente;
    4)  l'utilizzo  di  gomma  e  fibre  naturali  per  guarnizioni e
dispositivi di tenuta;
    5)  la presenza di impianti in grado di formare un aerosol capace
di  veicolare  la  legionella  (un  rubinetto,  un nebulizzatore, una
doccia, una torre di raffreddamento, ecc.);
    6)  la presenza (e il numero) di soggetti sensibili per abitudini
particolari   (es.   fumatori)  o  caratteristiche  peculiari  (eta',
patologie croniche, ecc.).
  3.2.3. Ispezione della struttura.
  Una  corretta  valutazione  del  rischio correlato ad una struttura
turistico-ricettiva   deve   partire   dall'analisi   di  uno  schema
aggiornato  (se  disponibile) dell'impianto, per individuarne i punti
critici.
  In  base  alla  mappa  si  puo'  prevedere  quali  siano le sezioni
dell'impianto  che possono presentare un rischio per gli ospiti o per
i  dipendenti.  L'ispezione  della struttura deve essere accurata per
poter  evidenziare  eventuali  fonti  di  rischio e valutare l'intero
impianto,  non  solamente i singoli componenti. A questo deve seguire
la  valutazione  dell'uso  delle varie sezioni o parti dell'impianto,
alla  ricerca di bracci morti o comunque soggetti a ristagno di acqua
o  a  un  suo defluire intermittente. Una particolare attenzione deve
essere  posta  nel  valutare  l'utilizzo  delle differenti aree o ali
della struttura, in funzione di una loro possibile bassa occupazione,
che potrebbe favorire la proliferazione del batterio.
  3.2.4. Periodicita'.
  L'analisi  del  rischio deve essere effettuata regolarmente (almeno
ogni  2  anni)  e  ogni  volta  che  ci  sia motivo di pensare che la
situazione  si  sia  modificata.  L'analisi  deve,  comunque,  essere
rifatta ad ogni segnalazione di un possibile caso di legionellosi.
  3.2.5. Registro degli interventi.
  Ogni  struttura  turistico-ricettiva deve istituire un registro per
la  documentazione  degli  interventi di valutazione del rischio e di
manutenzione,  ordinari  e  straordinari,  sugli impianti idrici e di
climatizzazione.
  Tutti   gli  interventi  devono  essere  approvati  e  firmati  dal
responsabile.
  4. Misure da porre in essere in presenza di rischio
  Se in una struttura turistico-ricettiva si evidenzia la presenza di
un  potenziale  rischio  (es.:  la  temperatura  dell'acqua  calda e'
inferiore  a  quella raccomandata; la concentrazione di disinfettante
non  raggiunge  il livello necessario per l'abbattimento della carica
batterica;  o  altro)  si deve effettuare un campionamento dell'acqua
per  la  ricerca  di  legionella,  in  un  numero  di  siti  che  sia
rappresentativo  di tutto l'impianto idrico, e comunque non inferiore
a sei.
  4.1. Siti di campionamento.
  I siti da cui effettuare il campionamento sono i seguenti:
  Rete dell'acqua fredda:
    a) serbatoio dell'acqua (possibilmente dalla base);
    b) il punto piu' distale dal serbatoio.
  Rete dell'acqua calda:
    a) la  base del serbatoio dell'acqua calda vicino alle valvole di
scarico;
    b) ricircolo dell'acqua calda;
    c) almeno  2  siti di erogazione lontani dal serbatoio dell'acqua
calda (docce, rubinetti).
  4.2. Esiti del campionamento.
  4.2.1. Esiti negativi dell'esame batteriologico.
  Se  il campionamento risulta negativo, ma non e' possibile adottare
le  raccomandazioni  elencate  al  paragrafo  3.1,  esso  deve essere
ripetuto  con  cadenza  da  stabilirsi  sulla  base di un'analisi del
rischio e inserito in un piano di autocontrollo.
  In una prima fase il campionamento deve essere ripetuto mensilmente
per  almeno  sei  mesi,  e  comunque  le analisi devono essere sempre
ripetute prima dell'apertua stagionale della struttura ricettiva.
  Nel  caso  in  cui  il  campionamento  risulti  negativo  e vengano
effettuati gli interventi necessari a rimuovere potenziali fattori di
rischio  dall'impianto ed adottate le procedure riportate nella lista
di   controllo,   non   e'   necessario   ripetere  il  campionamento
mensilmente,   ma   solo   ad  intervalli  dipendenti  dai  risultati
dell'analisi del rischio.
  4.2.2. Esiti positivi dell'esame batteriologico.
  Se  il  campionamento e' positivo, oltre a quanto specificato nella
lista  di controllo, occorre mettere in atto le misure elencate nella
tabella  1  di  cui  al punto 5 del presente accordo, a seconda della
carica di legionella riscontrata all'esame batteriologico.

          ----> vedere Diagramma a pag. 78 della G.U. <----

  In  base  ai  risultati  complessivi  dell'analisi  del rischio, e'
quindi  opportuno  preparare,  con  l'ausilio  di  personale  tecnico
qualificato, un protocollo scritto per il controllo e la manutenzione
degli  impianti  che  specifichi gli interventi (fisici o chimici) da
mettere  in  atto,  le  procedure di pulizia e disinfezione e la loro
periodicita'.
  Per maggiori informazioni sui possibili trattamenti di disinfezione
si  rimanda  all'accordo  Stato-regioni  del  4 aprile  2000, recante
«Linee  guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi"»,
pubblicate  nella Gazzetta Ufficiale n. 103 del 5 maggio 2000, oppure
alle  «European  guidelines  for  control  and  prevention  of travel
associated   legionnaires  disease»  disponibili  sul  sito  internet
www.ewgli.org
  E'  opportuno  che  l'efficacia  delle  misure  di  controllo venga
verificata periodicamente.
  5.  Interventi da effettuare al verificarsi di un caso o un cluster
di casi di legionellosi in una struttura ricettiva.
  5.1. Indagine epidemiologica e ambientale - campionamenti - analisi
microbiologica.
  5.1.1.  Ogni  volta  che  si  verifica un caso o un cluster di casi
associati ad una struttura ricettiva:
    le   autorita'   sanitarie  locali  devono  condurre  un'accurata
indagine epidemiologica ed ambientale;
    devono  essere  eseguiti  dei  campionamenti di acqua, al fine di
confermare  o  escludere  la struttura ricettiva come possibile fonte
d'infezione;
    il  numero  dei  campioni  da  prelevare  e'  proporzionale  alle
dimensioni dell'impianto;
    la  visita  di  controllo  ed  il  campionamento si svolgono alla
presenza del responsabile definito al punto 3.2.1 e/o del tecnico che
gestisce gli impianti.
  5.1.2.  In  presenza  di  un cluster, l'analisi microbiologica deve
essere   effettuata   dal   laboratorio   regionale   di  riferimento
(www.ministerosalute.it)  in  grado  di identificare legionella spp e
sottogruppi,  poiche'  l'individuazione  della presenza e del tipo di
legionelle   e'  tecnicamente  complessa  e  richiede  competenze  di
laboratorio specializzate.
  Il  campionamento  permette  di  effettuare  una  valutazione della
contaminazione dell'impianto idrico della struttura, distinguendo fra
una colonizzazione locale ed una sistemica, e di identificare i punti
a maggior rischio.
  Anche  se  e'  difficile  definire  il limite massimo di legionelle
presenti  in  un  impianto  al  di sotto del quale la probabilita' di
contrarre  la  malattia sia assente, si considera comunemente che, in
presenza  di  una  carica  inferiore  o  uguale a 102 unita' formanti
colonia   (UFC)/litro,   la  probabilita'  di  essere  infettati  sia
estremamente bassa.
Tabella  1.  Tipo  di  intervento  a  seconda della concentrazione di
               legionella (UFC/L) nell'impianto idrico

Legionella (UFC/L)                |Intervento richiesto
---------------------------------------------------------------------
Minore di 100 UFC/L               |Nessun intervento
---------------------------------------------------------------------
                                  |Verificare che siano in atto le
                                  |misure di controllo elencate al
                                  |punto 3.1. Negli stabilimenti
Maggiore di 100 UFC/L ma minore o |termali effettuare comunque una
uguale a 1000 UFC/L               |bonifica
---------------------------------------------------------------------
                                  |In assenza di casi, verificare che
                                  |siano in atto le misure di
                                  |controllo elencate al punto 3.1 ed
                                  |effettuare una valutazione del
                                  |rischio. In presenza di un caso
                                  |singolo o di un cluster rivedere
Maggiore di 1000 UFC/L ma minore o|le misure di controllo messe in
uguale a 10.000 UFC/L             |atto ed effettuare una bonifica
---------------------------------------------------------------------
                                  |Contaminazione importante: mettere
                                  |in atto immediatamente misure di
                                  |bonifica, sia in presenza che in
                                  |assenza di casi. Successiva
                                  |verifica dei risultati, sia
                                  |immediatamente dopo la bonifica,
                                  |sia periodicamente per verificare
Maggiore di 10.000 UFC/L          |l'efficacia delle misure adottate.
  Per  quanto  riguarda le torri di raffreddamento, gli interventi da
effettuare  in base alle concentrazioni di legionelle per litro, sono
riportati in tabella 2.
Tabella  2.  Tipo  di  intervento  a  seconda della concentrazione di
legionella (UFC/L) nelle torri di raffreddamento

Legionella (UFC/L)                |Intervento richiesto
---------------------------------------------------------------------
Minore di 1000 UFC/L              |Nessun intervento
---------------------------------------------------------------------
                                  |In assenza di casi, verificare che
                                  |siano in atto le misure di
                                  |controllo elencate al punto 3.1 ed
                                  |effettuare una valutazione del
                                  |rischio. In presenza di un caso
                                  |singolo o di un cluster rivedere
Maggiore di 1000 UFC/L ma minore o|le misure di controllo messe in
uguale a 10.000 UFC/L             |atto ed effettuare una bonifica
---------------------------------------------------------------------
                                  |Contaminazione importante: mettere
                                  |in atto immediatamente misure di
                                  |bonifica, sia in presenza che in
                                  |assenza di casi. Successiva
                                  |verifica dei risultati, sia
                                  |immediatamente dopo la bonifica,
                                  |sia periodicamente per verificare
Maggiore di 10.000 UFC/L          |l'efficacia delle misure adottate.

  L'indagine  ambientale  consente  quindi  di  identificare  sia gli
interventi di emergenza da mettere in atto immediatamente, sia quelli
a  lungo termine, necessari per prevenire il verificarsi di ulteriori
casi di legionellosi.
                      6. Interventi di controllo.
  6.1. Interventi di emergenza in presenza di un cluster o di un caso
singolo.
  A) In presenza di un cluster:
    gli    interventi   di   controllo   devono   essere   intrapresi
tempestivamente, ma solo dopo che siano stati raccolti i campioni;
    a  scopo  preventivo,  tutte le attrezzature non essenziali, come
piscine  per  idromassaggio  e torri di raffreddamento degli impianti
dell'aria  condizionata,  devono  essere  disattivate immediatamente,
fino a che vengano effettuati gli accertamenti analitici del caso;
    una volta ultimati gli accertamenti, qualora gli stessi risultino
positivi,   deve   essere  effettuata  al  piu'  presto  la  bonifica
ambientale,  seguita  dalla  successiva  verifica della sua efficacia
secondo  quanto  indicato  nelle  linee guida per la prevenzione e il
controllo  della legionellosi, di cui al citato accordo Stato-regioni
del  4 aprile  2000,  pubblicato  nella Gazzetta Ufficiale n. 103 del
5 maggio 2000.
  B) In presenza di un caso singolo:
    la  bonifica ambientale viene raccomandata in caso di positivita'
dell'analisi  dei campioni alle concentrazioni indicate nelle tabelle
1 e 2.
  6.1.1.      Sospensione      dell'attivita'     della     struttura
turistico-ricettiva.
  La  decisione  se chiudere o meno la struttura turistico-ricettiva,
in  ogni  caso, sia in presenza di un caso singolo che di un cluster,
deve  essere  presa  dalle  autorita'  sanitarie  locali  sulla  base
dell'accurata  valutazione  del  rischio  di cui al punto 3.2 e della
verifica dell'attuazione delle misure raccomandate nel punto 3.1.
  6.2. Interventi di controllo a lungo termine.
  La  scelta  degli interventi preventivi a lungo termine deve essere
basata  su  una approfondita valutazione del rischio, combinata con i
dati  epidemiologici  disponibili.  Il  controllo  a lungo termine e'
efficace  solo se l'applicazione delle misure preventive e' rigorosa.
Esse   possono   richiedere  modifiche  dell'impianto  idrico  ed  un
miglioramento  del  monitoraggio,  oltre  ad  un  miglioramento della
gestione  dell'impianto  stesso  e  della  formazione  del  personale
addetto.
                       7. Stabilimenti termali.
  Le  strutture termali sono considerate tra i luoghi piu' favorevoli
alla insorgenza di legionellosi perche':
    frequentati da persone a rischio di contrarre l'infezione;
    per  la  possibilita' di esposizione diretta ad aerosol, prodotto
da  specifiche  apparecchiature  o  prodotto  da piscine o vasche per
idromassaggio;
    per  la presenza di acque, che spesso sgorgano ad una temperatura
ideale per la crescita di legionella.
  Pertanto,  sulla base di quanto sopra esposto, oltre alle misure di
prevenzione  e  controllo  elencate  nel  paragrafo  3.1  per  quanto
applicabili,  ogni  6  mesi,  e  ogni  volta  che  ci sia una ripresa
dell'attivita'  dopo  un periodo di chiusura dello stabilimento, deve
essere  effettuato  un  monitoraggio degli impianti per la ricerca di
legionella  e,  nel caso in cui il campionamento ambientale rilevi la
presenza  di  legionella  ad una concentrazione superiore a 102 UFC/L
deve essere attuato un intervento di bonifica.
  In  presenza  di attrezzature per terapia inalatoria, i dispositivi
per i trattamenti individuali devono essere ovviamente sostituiti per
ogni paziente o sottoposti a sterilizzazione.
    Roma, 13 gennaio 2005
                                             Il presidente: La Loggia