N. 357 ORDINANZA (Atto di promovimento) 7 novembre 2006

Ordinanza   emessa  il  7  novembre  2006  dal  giudice  di  pace  di
Trecastagni nel procedimento civile promosso da Guarerra Alfio contro
Ministero dell'interno

Circolazione stradale - Sanzioni accessorie per violazioni del codice
  della  strada - Confisca obbligatoria del ciclomotore o motoveicolo
  adoperato per commettere una delle violazioni amministrative di cui
  agli  artt. 169,  commi 2  e  7,  170 e 171 cod. strada (in specie,
  confisca  per  inosservanza  dell'obbligo  di  indossare  il  casco
  protettivo)  -  Denunciata violazione dei principi di uguaglianza e
  di  ragionevolezza  sotto  il  duplice  profilo della disparita' di
  trattamento  e  della  sproporzione  della  sanzione  rispetto alla
  violazione   commessa   -   Asserita   lesione   del  principio  di
  personalita' della responsabilita' penale estensibile alle sanzioni
  amministrative.
- Codice  della  strada  (d.lgs.  30 aprile  1992, n. 285), art. 213,
  comma 2-sexies,  introdotto  dall'art. 5-bis,  comma 1,  lett.  c),
  n. 2,  del  decreto-legge  30 giugno 2005,  n. 115, convertito, con
  modificazioni, nella legge 17 agosto 2005, n. 168.
- Costituzione, artt. 3 e 27.
(GU n.20 del 23-5-2007 )
                         IL GIUDICE DI PACE

    Ha  pronunciato  la  seguente  ordinanza  nel procedimento civile
iscritto  al  93/2006  del  R.G.  avente  ad  oggetto  «opposizione a
sanzioni   amministrative»,   tra   Guarrera   Alfio   nato  a Sidney
(Australia)   il   31 maggio   1959   elettivamente   domiciliato  in
Trecastagni  (Catania),  piazza  Marconi  n. 52,  ricorrente,  contro
Ministero   dell'interno   in   persona  del  Ministro  pro  tempore,
rappresentato  e  difeso  dall'Avvocatura  distrettuale dello Stato -
Catania, resistente;

                                Fatto

    Con  ricorso  depositato  in data 20 giugno 2006 il sig. Guarrera
Alfio,   nella  qualita'  di  proprietario  e  conducente,  proponeva
opposizione  avverso il verbale di contravvenzione n. 411366212 serie
2004-bis  2001162,  elevato  dai Carabinieri nucleo radiomobile della
Compagnia  di  Acireale  (Catania)  in  data 24 maggio 2006, alle ore
20,20  perche'  alla  guida  della moto tipo Aprilia Leonardo targata
AY41443,  circolava  senza  indossare il casco protettivo e quindi in
violazione  degli  artt. 171,  commi 1 e 2 e 213, comma 2-sexies, del
c.d.  strada  e  con  conseguente  verbale  di  confisca del veicolo,
affidato poi alla ditta Aliotta Maria Rita di Pedara;
    Il  ricorrente,  chiedeva  fra l'altro, di emettersi ordinanza di
sospensione  del provvedimento impugnato e contestuale dissequestro e
riaffidamento  del  veicolo  e dei documenti, onde evitare danni alla
sua vita lavorativa.
    Eccepiva   in   particolare   l'incostituzionalita'  della  norma
applicata  nei  suoi confronti, adducendo nel dettaglio vari motivi e
chiedendo  che  il giudice adito, sospendendo il processo, sollevasse
appunto tale eccezione di incostituzionalita'.
    Il  g.di.p.,  con  ordinanza  del  17 luglio  2006,  a  revoca  e
sostituzione  di  pari  ordinanza  del  21 giugno  2006,  ritualmente
notificata  alle  parti,  le  convocava  per l'udienza del 7 novembre
2006,  disponendo nel contesto la sospensione provvisoria del verbale
opposto  ed  alla restituzione del mezzo al ricorrente, contestandone
l'uso in via provvisoria in attesa della decisione sulla questione da
parte della Corte costituzionale.
    Il resistente Ministero dell'interno, non si costituiva.
    All'udienza  del  7  novembre  2006  ed  alla  presenza  del solo
ricorrente,   lo   scrivente  giudice,  accoglieva  la  questione  di
incostituzionalita'  e  disponeva  il deposito a parte della presente
ordinanza,  sospendendo il procedimento e confermando nel contesto il
dissequestro  del  ciclomotore  a titolo provvisorio e temporaneo per
evitare  gravi  danni  al  ricorrente  e  salvo  l'esito del giudizio
promosso alla suprema Corte costituzionale.

                            D i r i t t o

    La   legge   n. 168  del  17  agosto  2005,  nel  convertire  con
modificazioni  il  d.l.  n. 115 del 30 giugno 2005, ha introdotto nel
codice  della  strada,  con  l'art. 213,  comma 2-sexies, la sanzione
amministrativa   della   confisca   obbligatoria  dei  ciclomotori  o
motoveicoli,  nelle  ipotesi di violazione degli artt. 169, commi 2 e
7,  170  e 171 e, nei casi in cui la violazione sia finalizzata ad un
reato  e  disponendo pertanto l'applicazione di tale grave sanzione a
tutti  i  casi  indicati  nei  citati  articoli  (numero  di  persone
trasportabili, trasporto oggetti sui ciclomotori, modalita' d'uso del
casco e dei modi di condurre il veicolo e cosi' via).
    Orbene  questo  giudice  ritiene  che  la  confisca  obbligatoria
introdotta  dalla  citata  legge  n. 168/2005  non  sia conforme alla
Costituzione,  ragion  per  cui  intende  sollevare,  come in effetti
solleva  sul  punto  incidente  di  costituzionalita'  per i seguenti
motivi.

                  Sulla non manifesta infondatezza

    La   sanzione   amministrativa  disposta  con  l'art. 213,  comma
2-sexies della legge n. 168 del 17 agosto 2005 e' in palese contrasto
con  gli  art. 3  e  27 della Costituzione, per aperta violazione del
principio di ragionevolezza e proporzionalita' della sanzione, per la
disparita'  di  trattamento tra le violazioni del c.d.s. commesse dai
ciclomotori  e  quelle (che in alcuni casi coincidono) commesse dagli
autoveicoli e per il principio della personalita'.
    L'art. 3  della Costituzione, infatti, statuisce, al primo comma,
che  «tutti  i  cittadini  hanno  pari dignita' sociale e sono eguali
davanti  alla  legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua
di  religione,  di  opinioni  politiche  e  di condizioni personali e
sociali»  e,  di  conseguenza,  sancisce  al  secondo  comma che: «E'
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale   che,  limitando  di  fatto  liberta'  e  l'eguaglianza  dei
cittadini,  impediscono  il  pieno  sviluppo  della  persona  umana e
l'effettiva  partecipazione  di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese».
    Premesso,  infatti,  che  l'art. 20 della legge 24 novembre 1981,
n. 689,  ai commi 3 e 4 ha il concetto della confisca amministrativa,
dichiarandola  facoltativa  od  obbligatoria,  a  seconda delle varie
ipotesi,  lo  scrivente  giudice  ritiene che il contenuto afflittivo
della  disposizione  impugnata risieda piu' nella sanzione accessoria
disposta che in quella principale della violazione commessa, per cui,
anche  sotto  diverso  profilo, risulterebbe violato il citato art. 3
della  Costituzione  per  l'incongruita'  tra  la sanzione pecuniaria
principale  fissata in misura modesta, cui corrisponde, al contrario,
una sanzione accessoria notevolmente penalizzante per la liberta' del
cittadino,  soprattutto  se usa il veicolo per motivi inderogabili di
lavoro.
    L'adita  Corte  costituzionale infatti, con le proposte ordinanze
n. 58/1999,  n. 297/1988, con la sentenza n. 313/1995 e quella n. 144
del  17  maggio  2001, ha sempre confermato il principio per il quale
«uno  scrutinio  che  direttamente  investa  il  merito  delle scelte
sanzionate  dal legislatore e' possibile solo ove l'opzione normativa
contrasti in modo con il canone della ragionevolezza, vale a dire, si
appalesi,  in  concreto,  come  espressione  di un uso distorto della
discrezionalita».
    E   proprio   per   il  contrasto  palese  con  il  principio  di
ragionevolezza  l'adita Corte costituzionale, con sentenza n. 110 del
12    aprile    1996    dichiaro'   l'illegittimita'   costituzionale
dell'art. 134,  comma  2,  del c.d. strada, che prevedeva la sanzione
amministrativa  della confisca di un veicolo solo perche' era scaduta
la  carta di circolazione dello stesso, in quanto sosteneva la Corte,
«l'esistenza   di   casi   limite   non   puo'   giustificare  misure
sanzionatorie sproporzionate», come nella fattispecie che ci riguarda
e  con  la  recentissima  sentenza  n. 27  del  24  gennaio  2005  ha
dichiarato  incostituzionalita'  l'art. 126-bis,  comma  2 del c.d.s.
sulla decurtazione dei punti al proprietario del veicolo!
    Il  Legislatore, invece, nel promulgare la legge n. 168/2005, non
ha  in  alcun  modo  tenuto  conto  dell'auspicio espresso piu' volte
dall'adita   Corte   costituzionale   della   estrema  necessita'  di
«rimodellare  il  sistema  della  confisca,  stabilendo alcuni canoni
essenziali  al  fine  di  evitare che l'applicazione giudiziale della
sanzione amministrativa accessoria produca disparita' di trattamento»
(Corte  costituzionale  sentenze n. 349 del 21 novembre 1997 e n. 435
del 23 dicembre 1997).
    Nei  rapporti,  infatti,  con  la  p.a.,  non  e'  in  alcun modo
ammissibile  una disparita' di trattamento tra chi conduce una moto o
ciclomotore  e chi guida un autoveicolo e, soprattutto in presenza di
violazioni  e  trasgressioni relative agli stessi articoli del codice
della  strada,  con il risultato finale evidente che, nel caso di uso
del   veicolo   per   commettere   un   reato,  la  privazione  della
disponibilita'  dei  veicolo avra' luogo solo se esso avra' due e non
quattro ruote!
    Infine,  la  norma di cui all'art. 213, comma 2-sexies, e' palese
contrasto con l'art. 27 della Corte costituzionale, la quale sancisce
che «la responsabilita' penale e' personale».
    E'  noto infatti, che l'art. 3 della legge di depenalizzazione 24
novembre  1981,  n. 689,  statuisce  che  «nelle  violazioni  cui  e'
applicabile  una  sanzione  amministrativa,  ciascuno e' responsabile
della  propria  azione  o omissione, cosciente e volontaria, sia essa
colposa  o  dolosa»,  ragion  per  cui la sanzione della confisca del
ciclomotore  o  della  moto,  per  la  mancanza  da parte dell'organo
accertatore   di   ogni   accertamento  sull'autore  dell'infrazione,
colpisce  inevitabilmente  ed esclusivamente il proprietario di detto
veicolo,  con  evidente  violazione dei principio della personalita',
oltre  quello  gia' esposto della ragionevolezza, per la sproporzione
della sanzione.
    Per  tutte  le  suddette  argomentazioni questo giudice, prima di
esaminare il merito dell'opposizione proposta dal ricorrente Guarrera
Alfio,  ritiene  assolutamente  rilevante  che venga esaminata la non
manifesta    infondatezza    della    ritenuta    incostituzionalita'
dell'art. 213,  comma  2-sexies del c.d.s., introdotto dalla legge di
conversione  del  d.l.  30  giugno  2005, n. 115, legge n. 168 del 17
agosto 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 194 del 22 agosto
2005.
                              P. Q. M.
    Visti gli artt. 134 della Costituzione e l'art. 23 della legge 11
marzo 1953, n. 87, cosi' provvede:
        Ritenutane la rilevanza e non manifesta infondatezza, solleva
la  questione  di  legittimita'  costituzionale  dell'art. 213, comma
2-sexies,  del  decreto  legislativo  30 aprile  1992, n. 285 (codice
della  strada),  introdotto  dalla legge n. 168 del 17 agosto 2005 di
conversione,  con modificazioni, del d.l. 30 giugno 2005, n. 115, per
aperto  contrasto  con  gli  artt. 3  e  27  della Costituzione della
Repubblica   italiana,   nella  parte  in  cui  prevede  la  sanzione
amministrativa della confisca di un ciclomotore o motoveicolo che sia
stato adoperato per commettere una delle violazioni amministrative di
cui  agli artt. 169, commi 2 e 7, 170 c.d. strada o per commettere un
reato;
        1)  Sospende  il  presente  giudizio  iscritto  al n. 93 R.G.
dell'anno 2006, sino all'esito della questione;
        2) Manda alla cancelleria affinche':
          Notifichi  la  presente ordinanza con gli atti del presente
giudizio alla Corte costituzionale;
          Notifichi  la  presente  ordinanza  al  ricorrente Guarrera
Alfio, nel domicilio dello stesso in Trecastagni;
          Notifichi   la   presente  ordinanza  all'opposto  Ministro
dell'intero  pro tempore presso l'Avvocatura distrettuale dello Stato
- Catania;
          Notifichi  la presente ordinanza al Prefetto di Catania per
i provvedimenti di competenza;
          Notifichi la presente ordinanza al Presidente dei Consiglio
dei ministri in Roma;
          Comunichi  la  presente  ordinanza  al  sig. Presidente del
Senato  della  Repubblica  ed  al  sig.  Presidente  della Camera dei
deputati in Roma.
    Cosi' deciso in Trecastagni, oggi 7 novembre 2006.
             Il giudice di pace coordinatore: Bonaccorsi
07C0659