N. 104 RICORSO PER LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE 5 dicembre 2009
Ricorso per questione di legittimita' costituzionale depositato in cancelleria il 17 dicembre 2009 (del Presidente del Consiglio dei ministri). Appalti pubblici - Norme della Regione Marche - Contratti di lavori pubblici sotto soglia comunitaria - Selezione dei soggetti cui rivolgere l'invito - Lamentata introduzione di criteri aggiuntivi a quelli stabiliti dal legislatore nazionale - Ricorso del Governo - Denunciata violazione della competenza legislativa statale nella materia della tutela della concorrenza. - Legge della Regione Marche 15 ottobre 2009 (recte: 8 ottobre 2009), n. 22, art. 8, comma 1, lett. b), integrativo del comma 7-bis dell'art. 122 del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163. - Costituzione art. 117; d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163, artt. 4, comma 3, da 39 a 50 e 233.(GU n.52 del 30-12-2009 )
Ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, organicamente patrocinato dall'Avvocatura generale dello Stato, presso i cui uffici in Roma, alla via dei Portoghesi n. 12, e' ex lege domiciliato, nei confronti della Regione Marche, in persona del Presidente della Giunta regionale pro tempore, per la dichiarazione di illegittimita' costituzionale dell'articolo 8, comma 1, lettera b) della legge della Regione Marche del 15 ottobre 2009, n. 22, pubblicata nel B.U.R. del 15 ottobre 2009, n. 96, recante «Interventi della regione per il riavvio delle attivita' edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile». La legge regionale, riportata in epigrafe, viene impugnata, giusta deliberazione del Consiglio dei ministri in data 4 dicembre 2009, per le seguenti motivazioni. La legge regionale, che stabilisce interventi per il riavvio delle attivita' edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile, presenta aspetti di illegittimita' costituzionale relativamente alla norma contenuta nell'articolo 8, comma 1, lettera b), laddove si stabiliscono, per i contratti di lavori pubblici sotto soglia comunitaria, disposizioni integrative alle norme del codice dei contratti pubblici. In particolare, la disposizione regionale prevede che «la selezione dei soggetti cui rivolgere l'invito, tra quelli in possesso dei requisiti, puo' essere effettuata dalle stazioni appaltanti attraverso modalita' di scelta espressamente indicate nell'avviso e a tal fine le stazioni appaltanti possono, alternativamente o in combinazione tra loro, applicare criteri oggettivi, conformemente alla comunicazione interpretativa della Commissione europea 2006/C 179/02, quali il sorteggio, l'esperienza dei candidati nel settore in questione, le dimensioni e l'infrastruttura delle loro attivita', la loro capacita' tecnica e professionale». Tali criteri risultano aggiuntivi rispetto a quelli di cui agli artt. 39-50 e 233 del d.lgs. n. 163/2006 e, pertanto, presentano aspetti di illegittimita' costituzionale a fronte della competenza legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell'art. 4, comma 3 del d.lgs. n.163/2006, in materia di criteri di selezione dei concorrenti e di procedure di aggiudicazione, in quanto aspetti riconducibili alla nozione di tutela della concorrenza, cosi' come confermato da consolidata giurisprudenza costituzionale (cfr., in particolare, Corte costituzionale, sentenza n. 401/2007).
P. Q. M. Alla luce di quanto sopra esposto, si conclude affinche' codesta ecc.ma Corte voglia dichiarare l'illegittimita' costituzionale dell'articolo 8, comma 1, lettera b), della legge della Regione Marche del 15 ottobre 2009, n. 22, pubblicata sul B.U.R. del 15 ottobre 2009, n. 96, recante «Interventi della regione per il riavvio delle attivita' edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile». Si produrra' copia autentica della deliberazione del Consiglio dei ministri del 4 dicembre 2009, con l'allegata relazione. Roma, addi' 5 dicembre 2009 L'Avvocato dello Stato: Maurizio Borgo