MINISTERO DELLA DIFESA

COMUNICATO

Conferimento di onorificenze al merito dell'Esercito
(GU n.259 del 7-11-2001)

    Con  decreto  ministeriale  8  marzo  2000 sono state concesse le
seguenti onorificenze:
                 Croce d'oro al merito dell'Esercito
    Al  ten. col. Vincenzo Santo, nato il 13 luglio 1957 a Lecce, con
la  motivazione: "Capo di stato maggiore della brigata multinazionale
nord,     partecipante     all'operazione    "constant    guard    in
Bosnia-Herzegovina,  ha  assolto  il suo delicatissimo ed impegnativo
incarico,  protrattosi  per  circa  sette mesi, in maniera esemplare,
incisiva  e  determinante  per  il  successo  della  missione, figura
fondamentale  ed  insostituibile  del  contingente italiano, e' stato
elemento  di sicuro e continuo riferimento per tutto il comando e per
i  reparti  dipendenti, riuscendo con straordinaria professionalita',
grande  acume  e  spiccato buon senso a gestire e coordinare tutte le
complesse e delicatissime operazioni che hanno interessato la brigata
multinazionale  nord  durante  il  periodo  da marzo ad ottobre 1997,
divenuto  particolarmente  delicato  a  causa  del  riaccendersi  dei
contrasti  tra  le etnie. L'eccezionale capacita' di pianificazione e
la  profonda  esperienza di operazioni fuori-area gli consentivano di
predisporre  sempre  perfettamente  le attivita' della grande unita',
anche  le  piu'  sensibili,  quali  l'operazione sviluppata con largo
impiego di forze per la sicurezza del Pontefice in visita a Sarajevo,
quella   finalizzata  al  regolare  svolgimento  delle  delicatissime
elezioni amministrative ed ancora le innumerevoli attivita' operative
avviate  per garantire la sicurezza durante le riunioni politiche dei
presidenti   delle   diverse  etnie.  Professionista  di  grandissima
valenza, riusciva con la sua elevatissima determinazione, il suo raro
senso  del  dovere  e la sua eccezionale abnegazione a conquistare la
stima  incondizionata  dei  comandanti  degli  altri contingenti e la
piena fiducia dei comandi superiori.
    Limpida  figura  di  uomo e di ufficiale di stato maggiore che ha
dato un contributo fondamentale per il positivo esito dell'operazione
e  che  ha  portato  gran lustro all'immagine dell'Italia e delle sue
forze     armate     in    campo    internazionale".    -    Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 19 marzo-14 ottobre 1997.
    Al  col. Giuseppino Vaccino, nato il 6 marzo 1952 a Vercelli, con
la  motivazione:  "Comandante  del  3o  reggimento  alpini  presso la
brigata    multinazionale   nord   operante   in   Bosnia-Herzegovina
nell'ambito  dell'operazione  "constant  guard  ,  assolveva  le  sue
funzioni   con   eccezionale   abnegazione,  encomiabile  spirito  di
sacrificio  ed  esemplare  dedizione  al  servizio.  Grazie  alla sua
costante  attenzione  verso  tutti  gli aspetti della missione, il 3o
reggimento alpini assumeva immediatamente la caratteristica di unita'
di   elevatissima  capacita'  operativa,  estremamente  efficiente  e
funzionale a cui affidare i compiti piu' delicati con la certezza che
sarebbero stati assolti nel migliore dei modi possibile. Praticamente
in  ogni  momento  dell'operazione,  di  giorno  e  di  notte,  nelle
circostanze  piu'  calme  come  in  quelle  piu'  tese, il reggimento
brillantemente  condotto dal suo comandante, che sapeva infondere nei
suoi  dipendenti  grande sicurezza professionale e spiccata serenita'
spirituale,  costituiva pedina insostituibile per il buon esito della
missione.  L'insieme armonico delle bellissime qualita' professionali
e  spirituali  in  possesso dell'ufficiale gli consentiva non solo di
pianificare  e  condurre  con  i  piu'  brillanti  risultati numerose
operazioni di grande delicatezza, ma anche di interpretare in maniera
estremamente  equilibrata i compiti del contingente in tale contesto,
il col. Vaccino sviluppava magistralmente le frequenti operazioni per
garantire  la  sicurezza  durante  le  riunioni  dei presidenti delle
diverse etnie, o quella, condotta congiuntamente a forze estere poste
alle  sue  dipendenze,  per  assicurare  il controllo della citta' di
Sarajevo durante la visita del Santo Padre e di decine di migliaia di
fedeli  ed,  ancora,  le  ricorrenti  attivita'  per il sequestro, in
territori   occupati   dalle  etnie  che  subivano  le  confische  di
importanti  sistemi  d'arma o di grandissime quantita' di esplosivi e
munizionamenti.  Il  suo  impegno  professionale ed umano meritava il
plauso   e  l'ammirazione  incondizionata  di  tutti  i  protagonisti
italiani  e  non dell'operazione e dava lustro grandissimo all'Italia
ed  al  suo  esercito.  In  sostanza,  l'azione  del  col. Vaccino si
rivelava  eccezionalmente  meritoria,  intelligente  e  preziosa  per
l'assolvimento  dei compiti del contingente. Limpida figura di uomo e
di  ufficiale  di  stato maggiore,  che  ha  contribuito  in  maniera
determinante all'elevazione dell'immagine delle Forze armate italiane
in    campo   internazionale".   -   Sarajevo   (Bosnia-Herzegovina),
3 febbraio-30 giugno 1997.
               Croce d'argento al merito dell'Esercito
    Al ten. col. Gennaro Fusco, nato il 9 marzo 1953 a Orta di Atella
(Caserta),  con  la  motivazione:  "Comandante  della  base operativa
incursori    della    brigata   multinazionale   nord   operante   in
Bosnia-Herzegovina  nell'ambito  dell'operazione  "constant  guard  ,
impegnato  diuturnamente  alla  testa dei suoi uomini, poneva in atto
un'accurata   e  capillare  struttura  operativa  che  consentiva  di
raggiungere  pienamente  gli  obiettivi individuati dal comando della
grande  unita'  e di dare risposte adeguate e rispondenti in tutte le
situazioni,  anche  le  piu' complesse e pericolose. Ufficiale sempre
prontamente   disponibile,   sorretto  da  elevatissime  motivazioni,
costituiva  elemento  di immediato riferimento nelle circostanze piu'
delicate e nelle operazioni di maggior valenza operativa, nelle quali
evidenziava  spiccata  capacita'  di guida, lucidissima visione degli
obiettivi,  grande capacita' di coordinamento e controllo conseguendo
risultati di eccezionale livello e validita'. L'impegno, l'esperienza
e   la   professionalita'   del   ten.  col.  Fusco  risultavano,  in
particolare, strumenti essenziali per garantire la sicurezza del Papa
durante  la  visita  a  Sarajevo  e per assicurare il controllo della
citta' nelle ricorrenti riunioni dei presidenti delle diverse etnie.
    Magnifica  figura di comandante, che ha contribuito a dare lustro
all'Esercito   italiano   in   ambito   internazionale".  -  Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 3 marzo-30 giugno 1997.
    Al  ten.  col.  Luigi Masiello, nato il 30 settembre 1951 a Forio
d'Ischia  (Napoli),  con  la  motivazione:  "Consulente del genio del
comandante  della  brigata multinazionale nord in Bosnia-Herzegovina,
coordinava  tutte le complesse e diversificate attivita' connesse con
l'impiego  del  personale  dell'Arma  del  genio.  Nella  particolare
situazione  della  zona  di  operazioni,  tragicamente caratterizzata
dalla  diffusa presenza, anche nei luoghi piu' facilmente accessibili
alla   popolazione,  di  numerosissime  mine  ed  ordigni  inesplosi,
svolgeva  le  delicatissime funzioni di coordinamento delle attivita'
di   ricerca   e   bonifica   con   precisione   e   professionalita'
straordinarie. Cosciente dell'importanza delle funzioni che gli erano
attribuite,   evidenziava  ferma  determinazione,  costante  impegno,
eccezionale  serenita',  incondizionata disponibilita'. Grazie al suo
grande  carisma,  infondeva negli uomini alle sue dipendenze, sovente
impegnati  in pericolosissime attivita' di rimozione o distruzione di
ordigni,  motivazioni fortissime ed il desiderio di concorrere con la
propria  opera al ritorno di normali condizioni di vita. Con tenacia,
si prodigava per assicurare la propria presenza laddove si sviluppava
l'attivita'  di  bonifica  e  con  grande  sprezzo  del  pericolo  ed
eccezionale  generosita' si sostituiva ai suoi uomini, allorche' essa
risultava  piu'  pericolosa.  Chiamato  a  dirigere operazioni per la
distruzione  di  quantitativi  enormi  di  munizionamento  e di altro
materiale esplodente, pianificava, organizzava e conduceva in maniera
eccezionale     le    attivita',    evidenziando    preparazione    e
professionalita'  elevatissime  e  tali da riscuotere i piu' ammirati
riconoscimenti di tutti i contingenti.
    Contribuiva   cosi'   in   maniera  elevatissima  al  buon  esito
dell'operazione  e  ad  accrescere  l'immagine  delle forze armate in
ambito     internazionale".    -    Sarajevo    (Bosnia-Herzegovina),
17 febbraio-19 ottobre 1997.
    Al ten. col. Arnaldo Della Sala, nato l'11 luglio 1956 a Parolise
(Avellino), con la motivazione: "Comandante del battaglione logistico
"Garibaldi  presso  la  brigata  multinazionale  nord  dispiegata  in
Bosnia-Herzegovina  nell'ambito  dell'operazione  "constant  guard  ,
operava  durante  il periodo considerevolmente lungo di permanenza in
zona  di  operazioni con una dedizione al servizio eccezionale ed una
professionalita'  straordinaria.  Nonostante  la  complessita'  e  la
gravosita'   dell'impegno   connesso   al   sostegno   logistico  del
contingente  italiano, esercitava un'azione di comando caratterizzata
da   lucidissima   visione   degli   obiettivi  e  da  una  capacita'
realizzativa  cosi'  spiccata  da farlo emergere nettamente su tutti.
Pur  operando  in  condizioni ambientali ed operative difficilissime,
spesso  in  aree altamente pericolose, mostrava grandissima dedizione
al  servizio  ed encomiabile capacita' realizzativa. Facendo leva sul
suo   eccezionale  carisma,  otteneva,  altresi',  la  piu'  completa
disponibilita'  da  tutti i suoi dipendenti, nei quali trasfondeva la
sua  volonta'  di  ben  operare  e  la  sua  enorme  determinazione a
rappresentare   degnamente   l'Italia  nel  contesto  multinazionale.
L'elevatissima  preparazione  di  cui  si  avvale  gli  permetteva di
risolvere  problematiche tecniche di notevole difficolta', garantendo
le  molteplici  esigenze  operative  del contingente. In particolare,
interveniva  in  prima  persona  ogni  qualvolta  le circostanze e la
delicatezza  delle  situazioni  richiedevano  approfondite conoscenze
tecniche  e capacita' professionali di elevato livello. Ufficiale che
ha contribuito fortemente all'elevazione dell'immagine dell'Italia in
ambito  internazionale  in  virtu' della sua preziosa ed instancabile
opera,  del  suo  esempio  trascinante  e della considerazione che ha
sempre   saputo   suscitare   nei   rappresentanti   dei  contingenti
stranieri".   -  Sarajevo  (Bosnia-Herzegovina),  19 marzo-14 ottobre
1997.
    Al  ten.  col.  Giovanni  Armentani,  nato  il  29 gennaio 1958 a
Taranto,   con   la   motivazione:   "Comandante  dell'8o  reggimento
bersaglieri  da  poco  rientrato in patria al termine dell'operazione
"Alba  in Albania alla quale aveva partecipato con la propria unita',
veniva  di  nuovo  inviato  in zona di operazioni ed impegnato con il
reggimento  alle  sue  dipendenze  in  Bosnia-Herzegovina nell'ambito
dell'operazione "constant guard . Appena giunto nella nuova area, gli
veniva  immediatamente  assegnato  il  compito,  nel delicato periodo
della   consultazione   per   le  elezioni  della  municipalita',  di
assicurare  il  controllo  degli itinerari e la liberta' di movimento
nelle  parti  piu'  delicate del settore della brigata multinazionale
nord  e  di  intervenire  con azioni risolutive in caso di situazioni
difficili  in  tutte  le  aree  di  competenza  della  grande unita'.
Cosciente  della grandissima importanza del compito attribuito all'8o
reggimento   bersaglieri,   riusciva   in   tempi  ristrettissimi  ad
articolare  il dispositivo dell'unita' sul terreno in maniera oculata
e  pienamente  rispondente  alle  esigenze  operative e di sicurezza,
evidenziando   spirito   di   sacrificio   e  dedizione  al  servizio
assolutamente  rari nonche' eccezionale professionalita'. Con tenacia
si  adoperava  per essere quanto piu' vicino ai suoi uomini nei quali
infondeva,  anche  grazie  al  suo  elevatissimo  carisma, sicurezza,
fermezza  ed elevatissime motivazioni. Terminata con successo la fase
elettorale,  pienamente  e  costantemente  padrone  della situazione,
esplicava,    in    ogni    momento    della    sua   permanenza   in
Bosnia-Herzegovina,  una  azione  di  comando serena, eccezionalmente
rigorosa   ed   efficace  raggiungendo  sempre  tutti  gli  obiettivi
prefissati.   Chiamato   ad   intervenire  in  situazioni  di  grande
pericolosita', a causa della recrudescenza degli atti ostili da parte
di  alcune  fazioni,  evidenziava  un  eccezionale  spessore morale e
spirituale,  operando  sempre  con  fermezza, serenita' e buon senso.
Allorche'  gli  uomini  alle  sue  dipendenze  venivano prescelti per
l'acquisizione   del   controllo   di   noto  ripetitore  televisivo,
attraverso  il  quale  una  delle opposte etnie sviluppava propaganda
ostile nei confronti del contingente multinazionale, facendo leva sul
loro  amor  proprio,  realizzava  le  predisposizioni piu' oculate ed
impartiva  le  direttive  piu'  appropriate  per la perfetta riuscita
della missione che assicurava al contingente italiano l'apprezzamento
delle  autorita'  internazionali. Limpida figura di uomo e comandante
che  ha  contribuito  fortemente ad elevare l'immagine dell'Italia in
ambito     internazionale".    -    Sarajevo    (Bosnia-Herzegovina),
29 agosto-14 ottobre 1997.
    Al  col. Paolo Plazzotta, nato il 30 giugno 1946 a Treppo Carnico
(Udine),  con  la  motivazione: "Comandante del 14o reggimento alpini
nell'ambito  dell'operazione  "constant  guard in Bosnia-Herzegovina,
nonostante  il brevissimo tempo di preavviso per l'immissione in zona
di  operazioni, preparava l'unita' alle sue dipendenze, costituita da
personale  di leva, rendendola perfettamente amalgamata, superbamente
addestrata  ed  in  grado di assolvere perfettamente le delicatissime
incombenze  operative  della  missione sin dalle prime ore successive
all'arrivo  a  Sarajevo. Nel suo delicato incarico e durante tutta la
permanenza  in  Bosnia-Herzegovina,  dirigeva le molteplici attivita'
con  senso  di  responsabilita'  e  con  impegno continuo, costante e
attento,   manifestando  chiara  visione  dei  problemi  e  adottando
costantemente  soluzioni efficaci, rapide e concrete. Pur operando in
condizioni ambientali difficilissime e spesso in aree ad alto rischio
operativo, evidenziava sempre una straordinaria attitudine al comando
e  riusciva  in  ogni  occasione  a  raggiungere i migliori risultati
possibili.
    Limpida  figura di ufficiale, che sapeva trasfondere negli uomini
alle sue dipendenze grande senso del dovere e altissima motivazione e
che   ha  contribuito  in  maniera  notevolissima,  grazie  alla  sua
professionalita'    ed    alla    sua   generosita',   all'elevazione
dell'immagine  dell'Italia  nel  contesto internazionale". - Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 26 giugno-27 agosto 1997.
    Al  col.  Raimondo  Fanara,  nato  il  18 agosto  1945  a Tangeri
(Marocco),   con  la  motivazione:  "Vice  comandante  della  brigata
multinazionale  nord,  impiegato  nell'operazione  "constant guard in
Bosnia-Herzegovina  dal  7 giugno  al  14 ottobre  1997,  forniva  un
rendimento   di  assoluto  ed  impareggiabile  valore,  dimostrandosi
collaboratore insostituibile e di eccezionale spessore professionale.
Di  grande  caratura si rivelava il suo contributo in occasione delle
innumerevoli  attivita'  di  carattere operativo ed umanitario in cui
esprimeva determinazione, spiccata iniziativa ed impareggiabile senso
pratico.    Bellissima   figura   di   soldato,   si   caratterizzava
immediatamente  per  le  sue  straordinarie  doti  umane e per la sua
preparazione,  quale  elemento  di riferimento per tutto il personale
della  brigata  riscuotendo  ammirazione  e  stima  anche dagli altri
contingenti presenti in Bosnia. Pienamente cosciente della importanza
della   missione,   esprimeva   costantemente  un  impegno  personale
qualificatissimo,  che si traduceva in attivita' ed azioni risolute e
decisive  o  in  studi  di  elevatissima  valenza.  Professionista di
spicco,    riusciva   in   sostanza,   con   la   sua   straordinaria
determinazione,  il  suo  raro  senso del dovere e la sua eccezionale
abnegazione,  ad  emergere  nettamente  tra il personale della grande
unita'  ed a esercitare una fortissima azione carismatica e di sprone
nei confronti di tutti gli uomini della brigata.
    Ufficiale  e  comandante  di rango, che ha contribuito in maniera
determinante  ad accrescere il prestigio del contingente italiano e a
dare  lustro all'Esercito italiano". - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina),
30 maggio-14 ottobre 1997.
               Croce di bronzo al merito dell'Esercito
    Al s. ten. Stefano Blandini, nato il 28 dicembre 1963 ad Avezzano
(L'Aquila), con la motivazione: "Comandante di plotone blindo pesanti
nel  corso  dell'operazione  "constant  guard , operava in un settore
particolarmente   sensibile   e  delicato  della  Bosnia-Herzegovina,
sostenuto  costantemente  da  altissimo senso del dovere e non comune
spirito  di sacrificio. In ogni circostanza, inserito in complessi di
forze  superiori  al  plotone  o responsabile in proprio di attivita'
operative  a  piu'  basso livello, evidenziava eccezionale padronanza
della situazione e spiccata capacita' di individuare immediatamente i
comportamenti piu' appropriati ed efficaci. In particolare, nel corso
di  una  programmata  attivita'  di  pattuglia  sul  territorio della
Bosnia-Herzegovina  nei  pressi  di Sokolac, veniva a contatto con un
posto  di  controllo  non  autorizzato della polizia della Repubblica
serba di Bosnia che ostacolava la liberta' di movimento dei cittadini
dell'etnia   musulmana.   Impartite  immediatamente  le  disposizioni
perche'  il posto di controllo fosse rimosso, manteneva atteggiamento
fermo   e  determinato  di  fronte  alle  pesanti  intimidazioni  dei
poliziotti,  che  minacciavano  anche  l'impiego  delle armi corte di
dotazione,  ed  imponeva  con decisione e senza incertezze, cosciente
del  compito  da  assolvere,  il  rispetto  della consegna stabilita,
costringendo  gli  agenti  della  pattuglia  ed i rinforzi affluiti a
desistere  dall'intraprendere ogni azione ed a consegnare i documenti
di riconoscimento.
    Esempio  di  straordinaria professionalita' e grande carisma, che
ha  contribuito a consolidare l'immagine ed il prestigio del Corpo in
ambito    internazionale".   -   Sarajevo   (Bosnia-Herzegovina),   4
aprile-2 giugno 1997.
    Al  ten.  Ivan  Cioffi,  nato  l'8  aprile  1971 a Napoli, con la
motivazione:   "Comandante   della  compagnia  genio  guastatori  del
contingente     italiano     in     Bosnia-Herzegovina    nell'ambito
dell'operazione  "constant  guard , assolveva l'incarico profondendo,
in  ogni  circostanza, tutte le sue risorse fisiche ed intellettuali.
Pur operando in condizioni ambientali difficilissime e spesso in aree
molto  pericolose per la presenza di mine ed ordigni esplosivi posati
durante  il  conflitto, mostrava straordinaria dedizione al lavoro ed
eccezionale   determinazione.   Ufficiale   profondamente   motivato,
generoso  ed  altruista,  suscitava,  con l'esempio e la sua costante
presenza  in  tutti  i  momenti  piu'  delicati  ed  importanti della
missione,  il  massimo  impegno  e  la piu' grande partecipazione del
personale  alle sue dipendenze, che riusciva a caratterizzare come un
team  eccezionalmente efficiente e pronto ad intervenire in qualsiasi
condizione.
    Grazie   all'impegno  profuso  ed  all'attivita'  particolarmente
meritoria  svolta  nel  settore della ricostruzione ed in quello piu'
specificatamente  operativo,  contribuiva  a dare lustro all'Esercito
italiano  in ambito internazionale". - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina),
26 marzo-14 ottobre 1997.
    Al  cap.  cc  Marco  Filoni,  nato  il 22 settembre 1965 a Marino
(Roma),   con   la  motivazione:  "Comandante  del  distaccamento  1o
reggimento    carabinieri   "Tuscania   nell'ambito   dell'operazione
"constant  guard  in  Bosnia-Herzegovina  e  consulente giuridico del
comandante  della  brigata  multinazionale  nord,  interveniva  sulle
diversificate  e  delicatissime  attivita' operative, con eccezionale
impegno,  grande  perspicacia  ed  altissimo  senso  del  dovere. Pur
operando  in  un  settore  estremamente  sensibile  ed  in condizioni
operative   talvolta   molto   difficili,   svolgeva   una   funzione
preziosissima,  evidenziando  grande equilibrio, spiccato buon senso,
ma  anche  ferma  determinazione  nel  perseguire  il  rispetto degli
accordi   di   pace   da   parte   delle  fazioni.  La  sua  indubbia
professionalita'  gli  permetteva di risolvere problematiche tecniche
di  notevoli difficolta', garantendo le molteplici esigenze operative
del contingente. Trascinava con l'esempio il personale dell'arma alle
sue  dipendenze  formandone un team efficiente e pronto ad operare in
qualsiasi condizioni con garanzia di successo.
    Magnifica  figura  di  ufficiale,  professionista  di eccezionali
virtu',   animato  da  amore  per  la  propria  professione,  che  ha
contribuito  ad  elevare  l'immagine  delle Forze armate italiane nel
contesto    internazionale".    -    Sarajevo   (Bosnia-Herzegovina),
21 agosto-14 ottobre 1997.
    Al  cap.  cc  Francesco Marra, nato il 31 gennaio 1962 a Palermo,
con  la  motivazione:  "Comandante  del  distaccamento  1o reggimento
carabinieri  "Tuscania  , nell'ambito dell'operazione "constant guard
in  Bosnia-Herzegovina  e  consulente  giuridico del comandante della
brigata  multinazionale  nord, impegnato diuturnamente alla testa dei
suoi  uomini,  poneva  in  atto  una  accurata  e capillare struttura
operativa  che  consentiva  di  raggiungere  pienamente gli obiettivi
indicati   dal   comando   della   grande   unita'.  Responsabile  di
problematiche  particolarmente  delicate  e  complesse,  assolveva il
compito  ricevuto  operando  con  tenacia e determinazione, riuscendo
sempre  a  garantire  un'efficace cornice di sicurezza per gli uomini
del  contingente.  Piu'  volte  impegnato  con tutto il suo personale
nelle  operazioni  di maggior valenza operativa svolte dalla brigata,
evidenziava  spiccate  capacita' di guida e di sprone dei dipendenti,
offrendo  un rendimento di eccezionale livello per professionalita' e
risultati.
    Magnifica figura di comandante, profondamente animato di fede nel
servizio  e  di entusiasmo per l'attivita' d'istituto, chiaro esempio
di professionalita' e di alto senso del dovere, che ha contribuito ad
elevare   l'immagine   delle   Forze  armate  italiane  nel  contesto
internazionale".  - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 9 giugno-26 agosto
1997.
    Al  c.le  Luigi  Mastromauro,  nato il 15 maggio 1977 a Sesto San
Giovanni (Milano), con la motivazione: "Giovane volontario inquadrato
nel  3o  reggimento alpini della brigata multinazionale nord operante
in  Bosnia-Herzegovina  nell'ambito dell'operazione "constant guard ,
impegnato  nel servizio di vigilanza, nella delicata zona di Vogoska,
presso  l'area  dove  erano  parcheggiati  i  mezzi  di trasporto del
reggimento  e  quelli  da  combattimento con carburante e munizioni a
bordo  per  l'immediato impiego, veniva sottoposto ad azione di fuoco
da  parte  di  un  cecchino,  mantenendo il perfetto controllo di se'
nonostante  il  pericolo improvviso ed incombente, reagiva con l'arma
di  dotazione in maniera efficacissima, costringendo gli assalitori a
desistere dal proprio intento ed a fuggire.
    Esempio  di eccezionale professionalita' che, in un delicatissimo
momento  di  tensione  nell'imminenza  della visita del Santo Padre a
Sarajevo,  ha  contribuito  a  rafforzare l'immagine dell'esercito in
ambito  nazionale".  -  Sarajevo  (Bosnia-Herzegovina),  29 gennaio -
26 giugno 1997.
    Al  cap.  Enrico Di Napoli, nato il 27 luglio 1964 a Trieste, con
la  motivazione:  "Comandante  di  distaccamento  operativo incursori
della  brigata  multinazionale  nord  operante  in Bosnia-Herzegovina
nell'ambito  dell'operazione  "constant  guard , assolveva in maniera
eccezionalmente   efficace   le  delicate  funzioni  attribuitegli  e
costituiva  preziosissimo e qualificatissimo collaboratore, ponendosi
immediatamente  quale elemento di riferimento per tutte le operazioni
piu'  delicate e sensibili. Ufficiale sempre disponibile, sorretto da
spiccate  motivazioni,  emergeva  nettamente  nel  contesto altamente
professionale  degli  "incursori  per  capacita'  di  guida, profonda
preparazione   e   spirito   d'iniziativa.  Durante  le  complesse  e
determinanti  attivita'  per  imporre  alle forze di polizia speciale
delle  diverse  etnie  un  comportamento  rispondente agli accordi di
pace, assolveva le missioni piu' delicate, assumendo personalmente la
conduzione   dei   rapporti,   spesso   tesi  e  contrastati,  con  i
rappresentanti  delle  fazioni ed imponendo, con il suo atteggiamento
fermo, deciso ed intelligente, il rispetto delle disposizioni.
    Ufficiale  di  grande caratura, stimato e ammirato anche da altri
contingenti, che ha contribuito in maniera determinante ad accrescere
il   prestigio  della  brigata  multinazionale  nord  e  dare  lustro
all'Esercito  italiano  in  un  contesto  internazionale". - Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 12 marzo-3 settembre 1997.
    Al  cap.  Francesco  Saverio  Saiardi,  nato  il  2  marzo 1964 a
Cosenza, con la motivazione: "Comandante della compagnia mantenimento
del  battaglione  logistico  "Garibaldi  inquadrato nell'ambito della
brigata  multinazionale  nord operante in Bosnia-Herzegovina, durante
l'operazione  "constant  guard  ,  evidenziava  in  ogni  circostanza
eccezionale  impegno,  spiccata iniziativa ed elevatissimo spirito di
sacrificio.  Pur operando in una situazione complessa e difficile sul
piano  ambientale  e  operativo,  con  la sua instancabile e continua
presenza    ed    avvalendosi    di   una   vastissima   preparazione
tecnico-professionale,   contribuiva   in   maniera   determinante  a
realizzare un sostegno logistico pienamente rispondente alle esigenze
di  vita  e  di  funzionamento  delle  unita'  della  grande  unita',
diffusamente   dislocate   sul   territorio   della   Bosnia.  Sempre
determinato  a  dare  un'immagine  elevata  del  contingente italiano
ricercava   e  poneva  in  essere  soluzioni  organizzative  volte  a
conferire,  nella  peculiare  realta' operativa della missione, piena
funzionalita'   all'attivita'  di  "mantenimento  affidata  alla  sua
responsabilita',  agendo  con  encomiabile  senso  del dovere e della
disciplina.  Costituiva  per  ogni  uomo  del  battaglione  logistico
elemento   di   sicuro   riferimento   e  risultava,  grazie  al  suo
straordinario carisma, alla sua capacita' di impegno continuo ed alla
sua  elevatissima saldezza morale, trascinatore eccezionale per tutto
il personale dell'unita'.
    Magnifica   figura   di   soldato   che  ha  dato  grande  lustro
all'immagine  dell'Esercito  italiano  nell'ambito internazionale". -
Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 19 marzo-26 settembre 1997.
    Al cap. Nello Sabato, nato il 13 settembre 1970 a Salerno, con la
motivazione:  "Comandante  della  compagnia trasporti del battaglione
logistico    "Garibaldi    inquadrato   nell'ambito   della   brigata
multinazionale   nord,   durante   l'operazione  "constant  guard  in
Bosnia-Herzegovina,   evidenziava  in  ogni  circostanza  eccezionale
impegno,  altissima  professionalita'  e  spiccato  senso del dovere.
Preposto  alla direzione di un settore, come quello dei trasporti, di
vitale  importanza  per  il buon esito della missione, contribuiva in
maniera  determinante  al  perfetto  svolgimento di tutta l'attivita'
dell'intero contingente. Quando la situazione operativa ed ambientale
lo   richiedevano,   si   poneva   costantemente   al  comando  delle
autocolonne, pervenendo particolarmente ai risultati auspicati, tanto
da  meritare sempre i piu' lusinghieri e qualificati apprezzamenti da
parte  delle  autorita'  nazionali  ed estere. La sua opera si poneva
all'attenzione  di tutti per funzionalita', precisione ed eccezionale
rispondenza  alle  diversificate  e  complesse  esigenze  di  tutti i
reparti   del   contingente   italiano.  L'ufficiale  costituiva,  in
sostanza,  un  punto di riferimento essenziale e qualificatissimo per
il  personale  del  battaglione logistico nei cui riguardi esercitava
una azione di guida e di indirizzo esemplari.
    Magnifica figura di uomo ed ufficiale, che contribuiva in maniera
determinante ad elevare l'immagine dell'Esercito italiano nell'ambito
internazionale".  - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 20 marzo-8 ottobre
1997.
    Al  cap.  Alessandro  Perrotta, nato il 2 settembre 1967 a Celano
(L'Aquila),  con  la  motivazione: "Comandante di compagnia fucilieri
dell'8o  reggimento  bersaglieri,  impegnato  con  il proprio reparto
nell'ambito  del  contingente  italiano  partecipante  all'operazione
"constant   guard   in   Bosnia-Herzegovina,   in   occasione   delle
consultazioni   elettorali  riceveva  il  compito  di  assicurare  il
controllo  e  la  liberta'  di  movimento  di  alcuni itinerari della
periferia  di  Sarajevo. Assolveva alla missione ricevuta con estrema
abnegazione,  ammirevole  impegno ed altissima perizia. Terminata con
pieno  successo  la  fase  elettorale, la sua compagnia, tra le altre
onerose  attivita'  di  assoluta valenza operativa, era incaricata di
acquisire  il  controllo di un noto ripetitore televisivo, attraverso
il  quale  una  delle  opposte etnie sviluppava propaganda ostile nei
confronti  del  contingente  multinazionale.  Operando in un contesto
operativo  fluido,  reso  insicuro  dall'imprevedibile  reazione  che
poteva  assumere il personale posto a difesa del sito, l'ufficiale si
poneva alla testa del reparto e con risolutezza, esemplare serenita',
grande  efficienza  e  scelte oculate, assumeva decisioni e impartiva
ordini  che  consentivano  di  cogliere di sorpresa il dispositivo di
sicurezza   dell'installazione,   permettendo  al  reparto  alle  sue
dipendenze  di  assumere  il controllo. Nella circostanza il successo
dell'operazione,  condotta con spiccata determinazione, era riportato
dai principali organi di informazione internazionale e il contingente
italiano guadagnava l'ammirato apprezzamento degli altri Paesi.
    Esemplare   figura   di  comandante  di  compagnia,  generoso  ed
energico,   significativo  esempio  di  attaccamento  al  dovere,  di
completa   dedizione   al   servizio   e  di  assoluta  lealta'  alle
istituzioni".  -  Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 20 agosto-16 ottobre
1997.
    Al cap. Domenico Ciotti, nato il 28 agosto 1968 a Salerno, con la
motivazione:  "Comandante  di  compagnia fucilieri dell'8o reggimento
bersaglieri,   impegnato  con  il  proprio  reparto  nell'ambito  del
contingente  italiano  partecipante all'operazione "constant guard in
Bosnia-Herzegovina,   assolveva   il   proprio  incarico  con  ferrea
determinazione,  costante  impegno  ed elevata professionalita'. Alla
guida  della  sua compagnia riceveva il compito di effettuare, tra le
altre  innumerevoli  attivita'  di valenza operativa, il monitoraggio
dell'attivita'  elettorale  svoltasi  in  una  parte  del territorio,
coincidente  con  le  localita'  di Visegrad, Rudo, Kopaci e Cajnice,
dove  piu'  alto  era  il  rischio  di  confrontazione  tra le etnie.
Operando  in  un  contesto  ambientale  reso ancor piu' difficile dal
diradamento  assunto  dal  dispositivo e suscettibile di imprevisti e
repentini  mutamenti  di  situazione, garantiva con le proprie scelte
oculate,  aderenti  e  tempestive, il pieno assolvimento del compito.
Terminata  con  pieno successo la fase elettorale, partecipava con la
sua  compagnia  a  tutte  le  piu' significative operazioni, dando un
contributo  eccezionale.  In  particolare,  assumeva il delicatissimo
compito  di  mantenere  il controllo su un noto ripetitore televisivo
dal  quale  una delle opposte fazioni intendeva sviluppare propaganda
ostile al contingente multinazionale. Ben consapevole dell'importanza
di   tale   attivita',   anche   per   l'eco   avuto  sui  mass-media
internazionali,   si  prodigava  per  assicurare  sempre  la  massima
determinazione  nei  suoi  volontari,  spronandoli  con  l'esempio  e
facendo  guadagnare al contingente italiano l'ammirato rispetto degli
osservatori internazionali.
    Magnifica figura di ufficiale, energico e determinato, animato da
fede  incrollabile  verso  l'istituzione  e  di  amore per la propria
professione".  - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 20 agosto-20 novembre
1997.
    Al  magg.  Sergio  Cuofano,  nato  il  31  agosto 1957 a Montella
(Avellino),  con  la motivazione: "Vice comandante dell'8o reggimento
bersaglieri,   impegnato   con  la  propria  unita'  nell'ambito  del
contingente  italiano  partecipante all'operazione "constant guard in
Bosnia-Herzegovina,   assolveva   il   proprio  incarico  con  ferrea
determinazione,  costante impegno e spirito di sacrificio. In zona di
operazioni  gli veniva assegnato il delicato compito di assicurare il
collegamento  tattico  con il contingente portoghese, nel cui settore
operavano  i  reparti  del  reggimento,  incaricati  di effettuare il
monitoraggio  dell'attivita' elettorale nel territorio dove piu' alto
era  il  rischio  di  scontro tra le etnie. Fin dai primissimi giorni
della missione, al fine di garantire una efficace cooperazione con il
battaglione  portoghese,  dimostrando  encomiabile professionalita' e
grande  iniziativa,  favoriva  il  rapido inserimento dei reparti nel
difficile contesto operativo. Con tenacia si prodigava per assicurare
la  propria  presenza  ovunque  fossero  impegnati  i  volontari. Con
esemplare serenita', grande efficienza e rara generosita', riusciva a
coordinare  e  controllare  le  attivita'  delle compagnie nazionali.
Contribuiva in modo significativo al buon esito della missione, cosi'
come riconosciuto anche dal contingente alleato.
    Magnifica  figura  di  ufficiale,  professionista  di eccezionali
virtu',  animato  da fede incrollabile verso l'istituzione e di amore
per  la  propria  professione".  -  Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 20
agosto-16 ottobre 1997.
    Al  magg.  Massimo  Panizzi,  nato  il  10 ottobre 1962 a Carrara
(Massa Carrara), con la motivazione: "Interprete ed ufficiale addetto
al   comandante   la  brigata  multinazionale  nord  partecipante  in
Bosnia-Herzegovina  all'operazione  "constant  guard  ,  operava  con
generosita' eccezionale, grandissima professionalita', spiccato senso
di  responsabilita',  elevato  spirito  di  servizio e di sacrificio,
fornendo  un apporto di pensiero di assoluto pregio, qualificatissimo
e pienamente adeguato alle esigenze. Profondo conoscitore di numerose
lingue   straniere,   assolveva   brillantemente   le   funzioni   di
rappresentante  del  contingente italiano nelle numerose occasioni di
riunioni  multinazionali  ad  elevatissimo  livello, meritando i piu'
sinceri  ed  immediati  riconoscimenti degli interlocutori. Ufficiale
emergente  per  spessore  intellettuale  e professionale, operava con
eccezionale generosita', fornendo in ogni circostanza il suo prezioso
contributo anche in settori diversi da quello di sua competenza.
    Grazie   alla   sua   elevatissima   professionalita'   ed   agli
elevatissimi  risultati  conseguiti  in ogni occasione, riscuoteva il
plauso  delle  maggiori  autorita' civili e militari presenti in zona
d'operazioni  e  contribuiva ad elevare l'immagine delle Forze armate
italiane  in ambito internazionale". - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina),
9 giugno-31 agosto 1997.
    Al  ten.  col.  Francesco  Arena, nato il 6 gennaio 1957 ad Avola
(Siracusa),  con la motivazione: "Comandante del 26o gruppo squadroni
"Aves   presso   il   contingente   italiano   in  Bosnia-Herzegovina
nell'ambito   dell'operazione   "constant  guard  ,  era  chiamato  a
realizzare nonostante le grandi difficolta' ambientali e l'assenza di
strutture  preesistenti,  la  componente  elicotteristica di supporto
alla  brigata  multinazionale nord. In tale arduo impegno, conseguiva
risultati pienamente rispondenti sotto l'aspetto funzionale e tali da
determinare  i  piu'  sinceri  e  lusinghieri riconoscimenti anche da
parte  di personale straniero, tecnicamente all'avanguardia, operante
nello  stesso  settore dell'elitrasporto. Avviata appieno ed in tempi
brevissimi  l'attivita'  del  gruppo di volo, il ten. col. Arena e la
struttura  alle  sue  dipendenze  partecipavano a tutte le operazioni
piu'  delicate  sviluppate  dalla  brigata,  fornendo  un  contributo
essenziale per la riuscita della missione.
    Splendida  figura  di ufficiale, che ha contribuito a dare lustro
all'immagine  dell'Esercito  italiano  in  ambito  internazionale". -
Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 29 gennaio-4 luglio 1997.
    Al ten. col. Gianfranco Pio Rossi, nato il 27 ottobre 1958 a Masi
(Padova),  con  la  motivazione: "Comandante di battaglione presso il
14o  reggimento  alpini della brigata multinazionale nord operante in
Bosnia-Herzegovina  nell'ambito  dell'operazione  "constant  guard  ,
operava   in   complesse   e  delicate  operazioni  con  elevatissima
professionalita',  eccezionale  sicurezza  e  spiccata autorevolezza,
evidenziando   grande  capacita'  organizzativa  e  sicura  condotta.
Cosciente  della  delicatezza  della  missione,  articolava sempre il
dispositivo  sul  terreno  con oculatezza ed in maniera efficacemente
rispondente  alle  esigenze  operative  e  di  sicurezza, assicurando
costantemente  il  perfetto  assolvimento  dei compiti e raggiungendo
appieno  gli  obiettivi fissati. Il reparto posto alle sue dipendenze
risultava,  per  la sua azione di comando incisiva ed eccezionalmente
rigorosa  ed  efficace, sempre ottimamente amalgamato e rigorosamente
pronto  con  garanzia  di  successo, ad affrontare qualsiasi esigenza
operativa.
    Professionista  di  successo  e  comandante  di  valore,  che  ha
contribuito   ad   elevare   l'immagine   dell'Italia   nel  contesto
internazionale". - Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 19 giugno-22 agosto
1997.
    Al   ten.  col.  Angelo  Palmas,  nato  il  14  dicembre  1943  a
Villamassargia (Cagliari), con la motivazione: "Capo cellula pubblica
informazione  e  "national  liaison officer presso il comando brigata
multinazionale     nord     in     Bosnia-Herzegovina,    nell'ambito
dell'operazione  "constant guard , operava con eccezionale spirito di
sacrificio    ed   amore   per   le   responsabilita',   evidenziando
straordinarie  motivazioni  ed elevatissime capacita' organizzative e
realizzative.   Particolarmente   significative   si   rivelavano  le
predisposizioni  messe  in  atto  dall'ufficiale  in  occasione delle
visite  di  alte  autorita'  civili e militari, durante le quali, con
grandissima  professionalita',  curava nei minimi dettagli l'immagine
del   contingente  italiano.  Ancora  determinante  per  il  successo
dell'operazione   era   poi   l'azione   svolta   dall'ufficiale  per
valorizzare  in  campo  nazionale  ed  internazionale  l'impegno  dei
reparti  del  contingente italiano, azione che otteneva completamente
l'effetto  sperato,  garantendo  alla  Forza  armata  un  eccezionale
ritorno d'immagine.
    Splendida  figura  di  professionista  che,  con  il  suo impegno
costante,  intelligente e qualificatissimo, ha dato lustro all'Italia
in     ambito    nazionale    ed    internazionale".    -    Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 9 giugno-14 ottobre 1997.
    Al  ten. col. Nicola Belluomo, nato il 28 maggio 1955 a Casapulla
(Caserta),  con  la  motivazione:  "Comandante  del reparto comando e
supporti   tattici   della   brigata  multinazionale  nord  impiegata
nell'ambito  dell'operazione  "constant  guard in Bosnia-Herzegovina,
assicurava, attraverso una meticolosa, costante ed incisiva azione di
coordinamento e controllo, tutto il complesso supporto alle attivita'
piu'  qualificanti  del  comando  della  grande unita' ed il perfetto
svolgimento  della  vita dei servizi e della struttura occupata dallo
stesso   comando.   Instancabilmente   determinato  a  migliorare  le
condizioni  di vita del personale ed elevare l'efficienza del reparto
alle  sue  dipendenze,  otteneva  risultati  eccezionalmente positivi
nell'organizzazione   dell'unita',  che  venivano  sempre  ampiamente
riconosciuti  e che determinavano l'incondizionato plauso di tutte le
autorita'  civili  e  militari  in  visita  al comprensorio di Zetra.
Comandante di grande spessore, forniva, per tutto il lungo periodo di
sette   mesi  di  permanenza  in  zona  d'operazioni,  un  contributo
determinante per il positivo esito delle attivita' ricorrenti e delle
piu' delicate missioni.
    Splendido  esempio  di  ufficiale,  che con il suo appassionato e
qualificatissimo  impegno  consentiva  di  elevare il prestigio delle
Forze   armate   italiane   in  ambito  internazionale".  -  Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 20 marzo-14 ottobre 1997.
    Al  ten. col. Pietro D'Amico, nato il 13 novembre 1950 a Caserta,
con  la  motivazione:  "Capo  cellula G1 della brigata multinazionale
nord     partecipante     all'operazione     "constant    guard    in
Bosnia-Herzegovina,   operava   con   grandissima   professionalita',
spiccato  senso  di responsabilita', elevato spirito di servizio e di
sacrificio,   assicurando  il  costante  controllo  delle  articolate
attivita'  inerenti  al  proprio incarico. Encomiabile impegno poneva
per  la risoluzione delle complesse ed essenziali problematiche della
movimentazione  di  tutto il personale del contingente che, in numero
elevatissimo,   si   e'   avvicendato   nell'ambito   della   brigata
multinazionale  nord  durante  un'arco  di tempo di circa sette mesi.
Analogamente  determinante,  si rivelava la sua eccezionale capacita'
organizzativa  e  di coordinamento grazie alla quale la grande unita'
poteva  rispondere  in maniera perfetta in tutte le occasioni in cui,
per  importanti  visite  o  riunioni, veniva chiamata a rappresentare
l'Italia in un contesto internazionale.
    Grazie  alla  sua  elevatissima  professionalita' ed ai brillanti
risultati  conseguiti  in ogni occasione, ha riscosso il plauso delle
maggiori  autorita' civili e militari presenti in zona d'operazioni e
contribuito  ad  elevare  l'immagine  delle Forze armate italiane nel
contesto   internazionale".   -   Sarajevo  (Bosnia-Herzegovina),  21
marzo-14 ottobre 1997.
    Al  ten.  col.  Giulio Carletti, nato il 7 gennaio 1958 ad Acerra
(Napoli),  con la motivazione: "Ufficiale capo nucleo G3 operazioni e
capo   nucleo   bureau   liaison   factions   del   comando   brigata
multinazionale   nord   operante  in  Bosnia-Herzegovina  nell'ambito
dell'operazione  "constant guard , assolveva le sue funzioni, durante
il  prolungato  periodo di circa sette mesi di intensissima attivita'
operativa,   con  eccezionale  abnegazione,  encomiabile  spirito  di
sacrificio  ed  esemplare dedizione al servizio, costituendo un punto
di  riferimento  insostituibile  nel  funzionamento del comando ed un
qualificatissimo  interlocutore per tutto il personale della brigata.
Investito   continuamente   del  controllo  e  della  gestione  delle
problematiche  di  maggiore rilievo e di piu' elevata delicatezza nel
quadro  dell'attivita'  della  grande  unita', evidenziava conoscenza
vastissima  ed  approfondita  delle  norme  e  delle  procedure,  ma,
soprattutto,  assicurava  sempre  ai reparti destinati ad operare sul
terreno  il  concreto  sostegno  della  sua  preziosissima esperienza
operativa  acquisita  in precedenti, complesse e delicate missioni di
"peace keeping . Analogo contributo, puntuale, efficace e risolutivo,
l'ufficiale  forniva  nelle  numerosissime  occasioni nelle quali era
chiamato,  in situazioni di costante e prolungata tensione operativa,
a collaborare alla pianificazione di operazioni di grande portata.
    Grazie all'impegno profuso ed alla qualita' dell'opera svolta, ha
contribuito  sensibilmente  ad  elevare  l'immagine  dell'Italia  nel
contesto   multinazionale".   -   Sarajevo  (Bosnia-Herzegovina),  19
marzo-14 ottobre 1997.
    Al  ten.  col.  Augusto  Del  Pistoia,  nato  il 7 ottobre 1949 a
Viareggio  (Lucca),  con  la  motivazione: "Capo cellula G6 presso il
comando brigata multinazionale nord in Bosnia-Herzegovina nell'ambito
dell'operazione "constant guard , operava in ogni circostanza con una
disponibilita'  ed  una  competenza  straordinarie.  Cosciente  della
delicatezza  della  funzione assolta e dell'importanza del settore di
sua  competenza  per  il favorevole esito della missione, poneva ogni
sua  risorsa  fisica  ed  intellettuale  al  servizio  della brigata,
ricercando   le  soluzioni  piu'  opportune  per  rendere  pienamente
rispondente   il   sistema   delle  comunicazioni.  La  sua  spiccata
professionalita' gli consentiva di intervenire con precisione in ogni
circostanza  e,  quando  necessario,  in  attivita'  non propriamente
attinenti  al  suo  ruolo,  quali  la  disattivazione  di impianti di
telecomunicazioni  utilizzati  da estremisti delle contrapposte etnie
in    maniera    faziosa   fortemente   contraria   alle   forze   di
stabilizzazione.  Particolarmente  meritoria  si  e'  rilevata la sua
determinazione  nell'attivare  nella  brigata  multinazionale nord un
sistema  automatizzato  di  comando  e  controllo in grado di elevare
l'immagine e la funzionalita' del contingente italiano.
    Magnifica  figura  di  professionista  e  di  soldato, animato da
vibrato attaccamento alle istituzioni e da convinta fede al servizio,
il  cui  contributo  ha  portato  ulteriore  e  significativo  lustro
all'Esercito   italiano   in   ambito   internazionale".  -  Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 15 marzo-14 ottobre 1997.
    Al ten. col. Salvatore Cincimino, nato il 6 aprile 1942 a Foggia,
con  la  motivazione:  "Capo  cellula G4 della brigata multinazionale
nord     partecipante     all'operazione     "constant    guard    in
Bosnia-Herzegovina,  assicurava,  con  eccezionale  impegno  e ferrea
determinazione  e  dando  fondo  in  ogni  circostanza a tutte le sue
energie  fisiche e psichiche, le migliori condizioni di vita di tutti
i  militari  impiegati  nella  missione.  Pur  operando in condizioni
difficilissime,  spesso  in  aree  altamente pericolose, mostrava una
straordinaria   dedizione   al   servizio  ed  eccezionali  capacita'
realizzative.    L'elevatissima    professionalita',   l'elevatissima
capacita'  organizzativa  e  la  conoscenza  perfetta  degli  aspetti
logistici   che   caratterizzano  la  sua  figura  di  ufficiale  gli
consentivano di realizzare, nelle sedi di tutte le unita' dipendenti,
strutture  per  il sostegno delle attivita' della brigata moderne, di
elevatissima  funzionalita' e pienamente adeguate alle esigenze delle
operazioni  "fuori  area  .  Ogni  volta  che  le  circostanze  e  la
delicatezza  delle  situazioni  richiedevano  approfondite conoscenze
tecniche   e   capacita'   professionali   di  elevatissimo  livello,
interveniva   personalmente,   indirizzando,   sapientemente   e  con
lucidissima  visione  degli  obiettivi,  le  energie  dei dipendenti.
Professionista  integerrimo,  animato  da  profondi  e nobili ideali,
evidenziava  la  sua  eccezionale esperienza in tutte le occasioni di
confronto  con  il  personale  degli  altri  contingenti,  nel  quale
suscitava incondizionata ammirazione.
    Il  suo  contributo  dava  grande  lustro  all'Esercito italiano,
elevandone   l'immagine  nel  contesto  internazionale".  -  Sarajevo
(Bosnia-Herzegovina), 19 marzo-14 ottobre 1997.
    Al  ten.  col. Aldo Di Nardo, nato il 1 settembre 1952 a Caserta,
con   la   motivazione:   "Capo   cellula   G7  del  comando  brigata
multinazionale nord in Bosnia-Herzegovina nell'ambito dell'operazione
"constant  guard  , assolveva la sua funzione con eccezionale spirito
di  sacrificio  e dedizione al servizio assolutamente rari. Cosciente
del  ruolo  di  primissimo  piano  ricoperto,  operava  con slancio e
spirito di abnegazione ed in condizioni di estremo disagio ambientale
e  climatico. In particolare impostava e conduceva in modo lineare ed
esemplare,  sempre  nel  rispetto delle normative in vigore di cui e'
profondo   conoscitore,   le   procedure   amministrative,  meritando
l'ammirazione  ed  il  plauso  di  tutto il personale del contingente
italiano  per  la  celerita'  e  l'esattezza  con  cui  garantiva  la
regolarita'  di  tutte  le complesse problematiche amministrative. Le
elevatissime   qualita'  professionali  e  le  eccezionali  capacita'
organizzative  che  caratterizzavano  la  sua figura di ufficiale gli
consentivano  di  realizzare nelle sedi di tutte le unita' dipendenti
strutture  di  elevatissima  funzionalita' e pienamente adeguate alle
esigenze  "fuori area , risultate indispensabili per il miglioramento
di  vita  di  tutto  il contingente. Professionista di vaglia, creava
nell'ambito  della  sua  cellula  un  team di lavoro perfetto, che ha
operato con serenita' d'animo, capacita' e indiscussa competenza.
    Brillante  ufficiale  e  collaboratore  di  spicco che ha dato un
contributo   determinante  per  elevare  l'immagine  dell'Italia  nel
contesto   internazionale".   -   Sarajevo  (Bosnia-Herzegovina),  19
marzo-14 ottobre 1997.
    Al  ten.  col.  Claudio  Stefano  Berto, nato il 26 agosto 1958 a
Torino,  con la motivazione: "Comandante del battaglione alpini "Susa
nel  corso  dell'operazione "constant guard in Bosnia-Herzegovina, si
prodigava  senza risparmio di energie al fine di mantenere la propria
unita'  ad  un  elevatissimo  livello  di  prontezza, sviluppando una
intelligente  opera  di  preparazione  e  di  controllo  di  tutte le
attivita'.  Nel  corso delle numerose e complesse operazioni condotte
nella  delicatissima  area  di  Sarajevo-Pale,  coordinava in maniera
brillante   ed  estremamente  efficace  l'attivita'  operativa  delle
dipendenti   compagnie   e   dei  rinforzi  provenienti  dagli  altri
contingenti,  impegnandosi  senza  limite  di  tempo  con eccezionale
generosita', incurante dei rischi personali ed ottenendo risultati di
straordinario   valore.   In  particolare,  in  tutte  le  principali
operazioni condotte nel settore della brigata, tra cui quella diretta
a garantire la sicurezza del Papa nella sua visita a Sarajevo, quelle
per  il  controllo  della  citta'  durante  le riunioni politiche ed,
infine,  quelle  energiche  e risolute per la confisca di materiali e
mezzi  alle  etnie,  evidenziava  le  sue  eccezionali  capacita'  di
pianificazione  e  la  sua  ancor  piu'  significativa  capacita'  di
tradurre  i  piani  in  atti  concreti  e rispondenti. Tali brillanti
qualita',  congiunte  ad uno spiccato buon senso, gli assicuravano il
plauso  sincero  ed  incondizionato delle maggiori autorita' civili e
militari presenti nella zona d'operazioni.
    Esempio   di   altissima  dedizione  al  dovere  e  straordinaria
professionalita'  che ha contribuito significativamente ad elevare il
prestigio  del  reggimento  e  delle  Forze armate italiane in ambito
internazionale".   -  Sarajevo  (Bosnia-Herzegovina),  20  gennaio-23
giugno 1997.