MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

PROVVEDIMENTO 23 gennaio 2002 

Pronuncia  di  compatibilita'  ambientale DEC/VIA/6921 del 23 gennaio
2002,  concernente il progetto relativo ai lavori di ammodernamento e
adeguamento  al  tipo  1/A  delle  norme  C.N.R./80  della autostrada
Salerno-Reggio Calabria - tratto compreso tra il km 393+500 (svincolo
di  Gioia  Tauro  escluso) al km 411+400 (svincolo di Bagnara Calabra
incluso)  da realizzarsi nei comuni di Gioia Tauro, Palmi, Seminara e
Bagnara Calabra, presentato dall'ANAS - Ente nazionale per le strade,
ufficio speciale infrastrutture.
(GU n.39 del 15-2-2002)

       IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
                           di concerto con
           IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  Visto  l'art.  6, comma 2 e seguenti, della legge 8 luglio 1986, n.
349;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10
agosto 1988, n. 377;
  Visto  il  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27
dicembre  1988,  concernente  "Norme  tecniche per la redazione degli
studi  di  impatto  ambientale  e  la  formulazione  del  giudizio di
compatibilita'  di  cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349,
adottate  ai  sensi  dell'art.  3  del  decreto  del  Presidente  del
Consiglio dei Ministri del 10 agosto 1988, n. 377";
  Visto  l'art.  18,  comma  5,  della legge 11 marzo 1988, n. 67; il
decreto  del  Presidente  del  Consiglio  dei Ministri del 2 febbraio
1989,  costitutivo  della commissione per le valutazioni dell'impatto
ambientale  e  successive  modifiche  ed integrazioni; il decreto del
Ministro    dell'ambiente    del    13   aprile   1989,   concernente
l'organizzazione  ed  il funzionamento della predetta commissione; il
decreto  del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 maggio 2001
per   il   rinnovo   della  composizione  della  commissione  per  le
valutazioni dell'impatto ambientale;
  Vista   la   domanda  di  pronuncia  di  compatibilita'  ambientale
concernente il progetto dei lavori di ammodernamento e di adeguamento
al  tipo  1/A  delle  norme  C.N.R./80  del tratto compreso tra il km
393+500  ed  il km 411+400 dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria
da  realizzarsi  nei comuni di Gioia Tauro, Palmi, Seminara e Bagnara
Calabra  (Reggio  Calabria),  presentata dall'ANAS - Ufficio speciale
infrastrutture,  con  sede  in  via Monzambano n. 10 - 00185 Roma, in
data 12 aprile 2001;
  Vista  la  documentazione integrativa trasmessa dalla stessa ANAS -
Ufficio  speciale  infrastrutture,  in  data  16 ottobre e 7 novembre
2001;
  Visto  che la regione Calabria, pur sollecitata, non ha espresso il
proprio parere sul progetto;
  Vista  la  nota  n. ST/407/24806/2001 del Ministero per i beni e le
attivita'  culturali  del  12  dicembre  2001,  pervenuta  in data 13
dicembre 2001, con cui si esprime parere favorevole;
  Visto  il  parere  n. 446 formulato, in data 8 novembre 2001, dalla
commissione  per  le  valutazioni  dell'impatto ambientale, a seguito
dell'istruttoria sul progetto presentato dall'ANAS - Ufficio speciale
infrastrutture;
  Considerato che in detto parere la commissione ha preso atto che la
documentazione  tecnica trasmessa consiste in un progetto riguardante
l'ammodernamento  e  l'adeguamento  al tipo 1/A delle norme C.N.R./80
del  tratto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria dal km 393+500 ed
il km 411+400;
  Considerato che:
Aspetti programmatici:
    per  quanto riguarda gli strumenti di programmazione territoriale
ed  economica,  sono  stati  considerati  il  Piano  di  sviluppo del
Mezzogiorno  (PSM),  il  Piano  operativo  nazionale  (PON)  il Piano
operativo  regionale della Calabria (POR Calabria), i PRG dei singoli
comuni  interessati.  Pur  non  essendo approvato, si e' tenuto conto
anche  dei  risultati  degli  studi  per  il Piano territoriale della
Calabria  (PTR)  effettuati  dalle  Universita'  di Reggio Calabria e
Cosenza;
    per  quanto  riguarda,  invece, la programmazione settoriale, gli
strumenti  presi  in  considerazione sono stati il Piano generale dei
trasporti  (PGT)  ed  il Piano regionale dei trasporti della Calabria
(PRT  Calabria).  Per  quanto  riguarda la programmazione urbanistica
generale  dei comuni interessati solo Gioia Tauro ha un PRG approvato
che  prevede  la  conferma  della  struttura viaria principale con la
razionalizzazione delle connessioni con la rete secondaria.
  In   generale   il   progetto   di   adeguamento  e  ammodernamento
dell'autostrada A3, nel tratto esaminato, interessa il territorio dei
seguenti  comuni:  lotto  1o,  dal  km 393+500  al  km  400+900 Gioia
Tauro-Palmi;  lotto 2o,  dal km 400+900 al km 404+000 Palmi-Seminara;
lotto 3o,  dal  km  404+000 al km 409+200 Seminara-Bagnara; lotto 4o,
dal  km  409+200  al  km 411+400  Bagnara. Il mosaico degli strumenti
urbanistici  vigenti nei comuni interessati evidenzia che lo sviluppo
del  tracciato  autostradale interessa aree di rispetto autostradale,
per quanto riguarda la parte di tracciato in sede, o con destinazione
d'uso  urbanistica  a "zona agricola" per quanto riguarda i tratti in
variante. Solo un tratto autostradale di 150 mt interessa una piccola
porzione  nel  territorio  di  Bagnara  classificata  come  sottozona
urbanistica   "DS  Aree  di  parcheggio  supportate  da  attrezzature
ricettive".
  I  piani,  infatti,  assumono  sempre  come  vincolo  la  fascia di
rispetto  autostradale,  della  profondita' di 60 m, intorno all'asse
attuale;   i   tratti   con  previsione  di  "adeguamento  in  sede",
mantenendosi  all'interno di tale fascia, non costituiscono, percio',
interferenze con le destinazioni d'uso urbanistiche.
  Solo  il  tratto  compreso  tra  lo svincolo di Palmi e la fine del
viadotto  Scuola  agraria  interessa  aree  urbanizzate  ma  le opere
rientrano comunque all'interno della fascia di rispetto autostradale;
    il  tratto  autostradale tra il km 393+500 ed il km 394+200 corre
parallelo  e  confinante  ad  un'area non ancora sottoposta a vincolo
archeologico, ma di cui la Soprintendenza archeologica della Calabria
ne ha definito la perimetrazione. La zona di Piano della Corona viene
considerata,  da  un  punto  di  vista  archeologico,  potenzialmente
fertile   e   che   su   quest'area   sono   state  prescritte  dalla
Soprintendenza  archeologica - Ufficio vincoli indagini geomagnetiche
e  saggi di scavo prima dell'inizio dei lavori. La restante parte del
tracciato  non  interessa  zone  vincolate se si esclude la valle del
T. Petrace  sottoposta  al  vincolo  ai  sensi  del  decreto-legge n.
490/1999,  art.  26  "testo  unico  delle disposizioni legislative in
materia  di  beni  culturali  ed  ambientali". L'intero territorio e'
vincolato  ai sensi della legge n. 3267/1923 (Vincolo idrogeologico).
La  regione Calabria non ha ancora predisposto il Piano straordinario
per    la    prevenzione   del   rischio   idrogeologico   ai   sensi
del decreto-legge  n. 180/1998, convertito in legge il 3 agosto 1998,
n. 267;
    il  tracciato  interessa,  altresi',  ampie  aree  che  nel Piano
territoriale  di  coordinamento con valenza paesistica (P.T.C.R.) non
ancora  adottato  dalla  regione  Calabria,  classificate  come "Zone
costiere  di  pregio  ambientale"  e "Zone agricole caratterizzate da
colture tradizionali pregiate";
    le   attivita'   per  la  redazione  del  Piano  territoriale  di
coordinamento  regionale con valenza paesistica (P.T.C.R.) sono state
avviate  nel  1983  ma,  nonostante una serie di pareri favorevoli da
parte delle competenti commissioni, la giunta regionale non ha ancora
proceduto alla sua adozione;
    il  tracciato  attraversa  4  comuni  e precisamente Gioia Tauro,
Palmi, Seminara e Bagnara Calabra in provincia di Reggio Calabria. In
tutti   i   comuni   attraversati,  sia  per  i  tratti  in  semplice
allargamento,  sia  per  i tratti in variante, e' stata verificata la
compatibilita'  con  le  destinazioni  d'uso  stabilite  dai  vigenti
strumenti   di   pianificazione   urbana.  Dallo  studio  di  impatto
ambientale  risulta che la maggior parte delle aree attraversate sono
classificate  come "zone di rispetto autostradale" o "zone agricole".
Nel  territorio  di  Palmi  lo svincolo ed il viadotto Scuola agraria
insistono  in  un'area  urbanizzata  ma le opere si mantengono sempre
all'interno  dell'area  di  rispetto  autostradale e che un tratto di
150 mt  nel territorio di Bagnara Calabra interessa una sottozona "DS
Aree di parcheggio supportate da attrezzature ricettive";
Aspetti progettuali:
    la   ridefinizione   planoaltimetrica   del   tracciato   prevede
l'adozione  della  sezione  tipo 1/A delle norme C.N.R./80 che ha una
velocita'  di  progetto  pari  a  110-140  km/h  e una piattaforma di
complessivi 25 m cosi' composti:
      due corsie per senso di marcia da 3,75 m;
      una banchina pavimentata (corsia di emergenza) da 3 m;
      spartitraffico da 4 m.
  Il  progetto  propone, quindi, standards geometrici di tracciamento
piu'  elevati  rispetto  all'esistente  e,  in  alcuni  casi, elimina
radicalmente  le  situazioni  di  rischio  mediante l'introduzione di
varianti che prevedono l'abbandono dell'attuale tracciato;
    il  tratto in esame si sviluppa dal km 393+500 (svincolo di Gioia
Tauro   escluso)   al  km  411+400  (svincolo  di  Bagnara  compreso)
dell'autostrada  esistente,  per una lunghezza di 17,9 chilometri. Il
progetto  della nuova infrastruttura si sviluppa complessivamente per
circa  il 60% in variante e per il restante 40% in sede. Il tracciato
attuale  fra  le progressive 393+500 e 400+900 (lotto 1) non presenta
un andamento particolarmente sinuoso e i raggi planimetrici sono, per
la  maggior  parte,  superiori ai 700 m. In questo tratto il progetto
prevede  l'adeguamento  o  la  realizzazione  ex novo di sei viadotti
(Petrace,  Pantano,  Cropo,  La  Pignara, Granatore e quello relativo
allo svincolo di Palmi) e di due gallerie (San Filippo e Cropo).
  Superato  lo  svincolo  di Palmi, con il viadotto Scuola agraria ha
inizio  il  lotto 2. In un primo tratto, prevalentemente in rilevato,
il  tracciato  si  sviluppa  in  rettilineo dal km 400+900 fino al km
401+450.  Al  km 401+150  circa  e'  presente  un  sovrappasso  sulla
ferrovia  Calabro  Lucana.  Proseguendo  verso sud, al km 401+450, si
incontra  una  prima  curva  a  sinistra della lunghezza di circa 200
metri.  In questo tratto la sede autostradale corre sempre in rilievo
con un'altezza massima di 4-5 metri, mentre alcune stradine locali la
sottopassano  tramite  alcuni  tombini scatolari. Al km 401+800 circa
una  seconda  curva  a sinistra (R 500 metri), lunga circa 600 metri,
conduce  all'imbocco  della  galleria  a  doppia  canna, S. Lucia (km
402+550).  La  galleria,  di  lunghezza  L  =  400 metri, si trova in
corrispondenza  di  una  pericolosa  curva a destra, di raggio pari a
circa  400 metri, che costituisce, dal punto di vista della sicurezza
stradale, un punto particolarmente critico della sede esistente. Alla
fine  della  galleria  (km 402+950  circa) inizia un rettilineo della
lunghezza di circa 900 metri. Il lotto 2 termina al km 404+000, in un
tratto  caratterizzato  da  una serie di curve con raggi compresi fra
400  metri  e  1200 metri. In questo tratto si prevede l'allargamento
della  sede  in  corrispondenza  del  viadotto  Scuola  agraria e del
sovrappasso  ferroviario  e la realizzazione, ex novo, della galleria
S.  Lucia per aumentare il raggio di curvatura ed eliminare la citata
criticita'. Il tracciato prosegue, con il lotto 3, in trincea fino al
km  405+460,  in corrispondenza del sovrappasso della strada comunale
tra  Seminara  e  la  s.s. n.  18, per poi incontrare il viadotto Rio
Magna  (L = 134 m). In questo tratto si presenta una curva con raggio
planimetrico  pari  a  360  metri.  Dopo  il  viadotto  Rio Magna, il
tracciato  attuale  presenta  una  curva  e  contro curva, ambedue di
raggio  pari  a  310  metri  per uno sviluppo di 1500 metri in cui e'
situato  il  viadotto Giambarelli (L = 169 m). In uscita dalla "S" si
imbocca  la galleria Paparone (L = 310 m). Il tratto finale del lotto
3  si  sviluppa  per  1400  metri  e  comprende  lo  svincolo  di  S.
Elia-Melicucca'.  In  questo  tratto  il  tracciato  di  progetto  si
articola quasi completamente fuori sede comportando la realizzazione,
ex  novo,  di  un viadotto (Seminara) e di una galleria (Barritteri).
Infine,  il  lotto 4  inizia  al km 409+200 e termina 500 metri prima
dello   svincolo  di  Bagnara  Calabra  al  km 411+400.  Tale  tratta
presenta, dal punto di vista planimetrico, una successione di 4 curve
e contro curve con raggi compresi fra 900 metri e 350 metri. Le opere
esistenti  sono di modesto rilievo e sono limitate a due cavalcavia e
varie  opere  idrauliche.  Il  tracciato di progetto, che si sviluppa
quasi  totalmente  in variante, prevede la realizzazione di tre nuovi
viadotti  (Parisio,  Quartararo, Cerchiello), e di due nuove gallerie
(Quartararo  e  Fontanelle),  nonche'  la  realizzazione  della parte
iniziale  della  galleria  prevista  dal successivo lotto. I viadotti
presenti  nel  progetto  fra  il km 393+500 e il km 400+900 (lotto 1)
sono  sei,  sia  sulla  carreggiata Sud (SA-RC) che sulla carreggiata
Nord   (RC-SA).   Tutti  i  viadotti  esistenti  saranno  demoliti  e
ricostruiti  sia  per  ragioni  geometriche  di  tracciato sia per le
cattive  condizioni  delle  strutture  esistenti. Il viadotto "Scuola
agraria"  e' l'opera di attraversamento maggiore del lotto 2. Esso e'
ubicato  al  km  401+000  circa  del  tracciato  esistente.  Un esame
accurato  delle  condizioni  statiche  dell'opera  e della situazione
locale,  nonche'  una serie di misure sclerometriche effettuate sulla
struttura,  hanno  indotto  a  proporre  la  ricostruzione totale del
viadotto.  L'opera  di  attraversamento  principale del lotto 3 e' il
viadotto  Seminara.  Quest'opera  si  articola  su due carreggiate di
lunghezza  400  metri  circa. I viadotti presenti nel tratto fra i km
409+200  e  411+400  (lotto  4)  sono  in numero totale di tre per la
carreggiata  Sud,  il  "Parisio", il "Quartararo" ed il "Cerchiello";
lungo  la  carreggiata  Nord  sono previsti il viadotto "Parisio", il
viadotto  "Quartararo",  gli  altri sono viadotti minori ad una luce.
Per quanto riguarda le gallerie nel tratto fra i km 393+500 e 400+900
(lotto  1)  e' stata prevista la realizzazione di due nuove gallerie.
Lo  sviluppo  totale delle gallerie e' di 2.725 metri dei quali 1.315
metri  in  carreggiata  Nord  e  1.410  metri  in carreggiata Sud. La
galleria  naturale San Filippo ha una lunghezza totale media di 1.060
metri  ed  un  diametro dello scavo di circa 14,5 metri. Le coperture
sono  variabili  da  35  metri  a 65 metri, mentre gli imbocchi delle
gallerie  sono  posizionati  in modo da disporre di una copertura non
inferiore  a  8 metri. La galleria artificiale Cropo ha una lunghezza
di 320 metri. L'area interessata dalla costruzione sara' sbancata per
una   profondita'   di  circa  16  metri.  La  pendenza  dello  scavo
provvisorio  e'  di  1/2  con  banche  di 2 m ogni 8 metri di altezza
scavo.  Dalla profondita' di 16 m dal piano campagna fino al piano di
imposta  della  galleria  lo  scavo sara' verticale e protetto da una
paratia di pali Ø1200.
  La   galleria  S.  Lucia  con  la  sua  lunghezza  di  1.000  metri
rappresenta  il  40%  dello  sviluppo  del  lotto  2 (km 400+900 - km
404+000).  La  galleria si sviluppa totalmente in curva con raggio di
1.000  m.  La  distanza  tra  gli  assi delle due carreggiate e' di m
13,80:  con l'avvicinamento alla galleria naturale l'interasse tra le
carreggiate  aumenta,  raggiungendo  m  33,60  all'imbocco  Nord  per
ridursi  a  m  25,60  all'imbocco  Sud.  La distanza minima tra i due
rivestimenti  e'  pari  a  m  19,00.  Nel  lotto  3 si realizzera' la
galleria naturale Barritteri che si estende in due canne parallele di
lunghezza scavata complessiva 4.494 m di cui 2.281 metri lungo l'asse
Sud  e  2.213  metri lungo l'asse Nord. L'interasse tra le due canne,
costante  sull'intera lunghezza, e' pari a 30 metri, misurato tra gli
assi verticali delle gallerie. E' prevista l'esecuzione di una tratta
a cielo aperto tra le progressive 2+977 e 3+043 sull'asse Sud e 2+974
e  3+038  sull'asse  Nord.  La  galleria risulta percio' divisa a sua
volta in un "Tronco Nord" ed in un "Tronco Sud". Le opere di sostegno
provvisorio  previste per gli imbocchi della galleria Barritteri sono
costituite  da  paratie  pluriancorate  e  da muri in c.a. Le paratie
saranno  in  micropali  (tipo  "berlinese")  all'imbocco  nord  ed in
corrispondenza  dell'attacco  intermedio,  mentre  in  corrispondenza
dell'imbocco  sud e' prevista una paratia in pali di grande diametro.
Durante   l'iter   istruttorio   e'   stata  avanzata  una  soluzione
progettuale  che salvasse, in corrispondenza dell'attacco intermedio,
una  piccola  ma  interessante area boscata. Infine, nel progetto del
tratto  finale,  fra  le  progressive 409+200 e 411+400 (lotto 4), e'
prevista  la realizzazione di una galleria naturale e di una galleria
artificiale,  nonche'  il tratto iniziale della galleria prevista dal
lotto successivo. La galleria naturale, denominata Fontanelle, ha uno
sviluppo  complessivo  delle due canne pari a 1.539 metri, di cui 250
sono  costituiti  dai  tratti  di imbocco in galleria artificiale. La
galleria   artificiale,   denominata   Quartararo,  ha  uno  sviluppo
complessivo per le due canne di 418 m. Per i tratti in artificiale si
e'  sempre  cercato  di  contenere gli scavi di sbancamento con opere
provvisionali.  Nelle  integrazioni presentate sono stati ubicati, su
cartografia  in  scala  1:10.000,  i  siti dei cantieri e ne e' stata
indicata   l'estensione   ed   e'   stata   prodotta   documentazione
fotografica.
  Per  ognuno  dei  siti  considerati e' stata fatta una scheda ed e'
stata  indicata  la viabilita' di servizio per raggiungere le zone di
lavorazione,  le  aree  di  discariche  e  le  cave da utilizzare per
l'approvvigionamento  di  inerti.  Sono  state  individuate e scelte,
lungo  il nuovo tracciato, tredici aree di cantiere in funzione delle
tipologie  di lavoro, di cui sei sono cantieri principali mentre otto
sono  cantieri  secondari.  Le  funzioni  che  svolgeranno i cantieri
principali   sono  essenzialmente  legate  sia  ai  servizi  di  base
(direzione,   lavorazioni   particolari,   stoccaggio   e  magazzini,
parcheggio,  personale,  laboratori)  sia agli impianti di produzione
(impianti  di  betonaggio  e  di  lavorazione  del ferro). I cantieri
secondari, invece, svolgeranno una funzione di servizio e di supporto
per   lavorazioni   particolari   quali  ad  esempio  quelle  per  la
realizzazione   delle  gallerie  e  dei  viadotti.  A  seguito  della
dislocazione dei cantieri e dell'individuazione dei siti di cava e di
discarica,  e'  stata  individuata  la  viabilita'  di  cantiere  con
l'obiettivo  di  utilizzare  la  rete stradale esistente. Non potendo
individuare  in questa sede una scelta univoca circa la realizzazione
dell'intero  tronco 3o,  tratto  3o,  sono stati studiati due scenari
possibili.  Il primo, prevede la realizzazione contemporanea di tutti
e  quattro  i lotti afferenti al tronco 3o tratto 3o e di conseguenza
l'individuazione  di tutti i parametri relativi alla cantierizzazione
(siti   di   cava,   discariche,  cantieri  principali  e  secondari,
viabilita'  principale  e  secondaria). Il secondo, prevede invece la
realizzazione   in  due  fasi  dell'intero  tronco  3o  tratto  3o  e
precisamente sono stati accorpati i lotti 1o e 2o ed i lotti 3o e 4o.
Per  la  realizzazione  dei lavori in progetto nel lotto 1 sono state
previste,  oltre  al  cantiere  principale,  cinque  aree di servizio
secondarie; il cantiere principale "Cropo" sara' ubicato nel medesimo
sito  gia' utilizzato come campo-cantiere all'epoca della costruzione
dell'autostrada.  Avra' un'estensione di circa 10000 mq e ospitera' i
principali  impianti  di lavorazione nonche' l'area attrezzata per la
residenza  degli  addetti,  per  gli uffici, per le mense. Le aree di
servizio  secondarie sono ubicate in prossimita' degli imbocchi, nord
e  sud,  delle due nuove gallerie da realizzare ed in prossimita' del
Fiume Petrace. Sono tutte raggiungibili tramite viabilita' locale, da
adeguare,   tranne  il  caso  relativo  all'area  di  servizio  posta
all'imbocco  sud  della  nuova  Galleria  San Filippo, sul lato della
carreggiata sud: in questo caso sara' necessario realizzare un tratto
di   viabilita'  di  servizio  che  colleghera'  l'area  di  servizio
dell'imbocco  sud,  l'area  di  sottoviadotto  del  Granatore  con la
viabilita'  locale  prossima  allo  Svincolo  di Palmi. Da segnalare,
inoltre,   l'occupazione  temporanea  delle  aree  di  sottoviadotto,
necessarie  per  la  predisposizione delle attivita' di demolizione e
ricostruzione  delle  opere  esistenti  e  di  nuova realizzazione di
quelle  in  variante.  Per  il  lotto  2,  data  la  costituzione del
tracciato, e' stata individuata una sola area di cantiere principale,
affiancata  da  un'altra  minore.  L'area in prossimita' dell'imbocco
Nord  della  galleria  S.  Lucia  individuata per l'installazione del
cantiere,  ad  ovest della sede esistente, puo' essere utilizzata per
il  parcheggio dei mezzi e l'approntamento degli impianti, mentre per
l'installazione   delle   baracche,   degli  uffici  sara'  possibile
utilizzare  l'area  in  prossimita'  della  S.P.  Palmi  -  Seminara.
L'accesso  dei  mezzi  pesanti  all'area  di cantiere viene garantito
dall'allargamento   della   carreggiata   sud,  mediante  l'opportuna
creazione  di una viabilita' in parallelo alla sede autostradale. Per
il  lotto  3o  sono state individuate tre aree principali di cantiere
lungo  il  tracciato:  la  prima  e' in prossimita' dell'imbocco Nord
della  galleria  Barritteri  ed  e'  costituito da due aree a cavallo
della  sede attuale, in prossimita' del sovrappasso con la strada che
collega   Seminara   alla  s.s.  18,  all'interno  delle  quali  sono
individuate le lavorazioni necessarie alla realizzazione dell'imbocco
Nord  della  galleria Barriteri. L'accesso dei mezzi pesanti all'area
di  cantiere  viene  garantito mediante il collegamento con la strada
Seminara-Barritteri,  che conduce alla s.s. 18, e mediante l'utilizzo
di  una viabilita' in parallelo alla sede autostradale. La seconda si
trova  in  corrispondenza  del tratto intermedio in artificiale della
galleria  Barritteri  ed e' collocata in prossimita' del km 3+000 del
progetto. Il cantiere e' stato individuato a supporto delle attivita'
di  scavo  del  secondo  fronte della galleria. L'accesso ai mezzi e'
garantito  da  una  viabilita' locale di collegamento sia con la sede
attuale  dell'autostrada  che  con  la  s.s. 18. La terza, invece, si
trova  in  prossimita'  del  nuovo  svincolo  S. Elia al km 5+000 del
progetto.   L'area   e'   a  supporto  delle  opere  necessarie  alla
realizzazione  dello  svincolo  e alla realizzazione dell'imbocco Sud
della  galleria.  L'accesso  e'  garantito  mediante  una  viabilita'
accessoria  connessa con la s.s. 18 e dalla viabilita' parallela alla
carreggiata  sud  per il collegamento con le aree attigue all'imbocco
Sud,  in  prossimita' del km 4+000. Per la realizzazione del lotto 4o
e'  prevista  la  preparazione  di  tre distinte aree di cantiere. La
prima  area, che costituisce il cantiere principale, sara' a servizio
dei  lavori  di  costruzione dei viadotti, della galleria artificiale
Quartararo  e  del  sottopasso  relativo  alla  S.P.  per Bagnara. Le
rimanenti due aree, che costituiscono i cantieri secondari, saranno a
servizio   delle   due  gallerie  naturali  Fontanelle  e  delle  sue
pertinenze.  Il  cantiere  principale, posto in localita' Quartararo,
occupera'  una  superficie  di  circa  6000 mq e vi saranno ubicati i
locali  per  gli  uffici,  per  i  servizi,  per  i dormitori, per il
magazzino  e  per  gli  impianti oltre che le aree di stoccaggio e di
lavorazione  del  ferro  e  degli  altri  materiali  da  costruzione.
L'accesso  al  suddetto  cantiere  e'  previsto dalla strada posta in
contrada   "Valle   del   Ladro"   che   si   innesta   alla  SS  112
dell'Aspromonte.  Il  primo  dei cantieri secondari, a servizio della
galleria  Fontanelle  e sue pertinenze, e' ubicato in localita' Costa
Cerchiello.  La  superficie  occupata  sara'  di  circa  3000 mq e vi
saranno  ubicati  tutti  i  servizi logistici per la esecuzione delle
gallerie  e delle opere di imbocco Sud. Il collegamento e l'accesso a
detto  cantiere  avverra'  tramite  la realizzazione di una strada di
servizio di cantiere lunga circa 700 m che lo colleghera' al cantiere
principale.  L'altro cantiere secondario, necessario per l'esecuzione
dell'imbocco nord delle gallerie Fontanelle, occupera' una superficie
di circa 2000 mq e sara' realizzato a valle dell'esistente autostrada
presso  il  cavalcavia  posto al km 409+300. Vi sanno ubicati tutti i
servizi  logistici  per  la  esecuzione  delle gallerie e delle opere
d'imbocco   sul   versante   nord.  Il  collegamento  e  l'accesso  a
quest'ultimo  cantiere,  avverra'  tramite  la  realizzazione  di una
strada  di servizio lunga circa 1300 m che lo colleghera' al cantiere
principale;
      nello  studio  di  impatto  ambientale  e nelle integrazioni e'
stato effettuato un computo dei movimenti di materiale, tenendo conto
del   bilancio   delle  terre,  del  fabbisogno  di  inerti  e  delle
demolizioni  di  murature  e  conglomerati  bituminosi. E' necessario
premettere  che  la  regione  Calabria  non  e'  dotata  di  un piano
specifico.   Pertanto,   nell'impossibilita'   di  riferirsi  a  siti
regolarmente autorizzati alla destinazione estrattiva o di discarica,
i  progettisti hanno raccolto dei dati su di una serie di cave attive
e  dismesse  e hanno individuato dei siti di possibile discarica, sia
per   lo  stoccaggio  provvisorio  dei  materiali  provenienti  dalle
demolizioni,   sia  per  la  sistemazione  definitiva  dei  materiali
provenienti  dagli  scavi.  Delle  aree individuate come discarica e'
stata  innanzitutto  valutata  l'estensione  areale e la capacita' di
deposito. Un giudizio preliminare di idoneita' sul possibile utilizzo
dei siti e' stato svolto sulla base delle caratteristiche tecniche ed
ambientali    (geometria,    morfologia,   idraulica,   idrogeologia,
paesaggio,   vegetazione,   uso   del  suolo,  etc.)  Alla  luce  dei
sopralluoghi e del bilancio dei materiali piu' dettagliato presentato
successivamente,   si   e'   proceduto  ad  una  selezione  dei  siti
individuati. Questi sono stati oggetto di ulteriori approfondimenti e
rilievi per definire con maggiore dettaglio i volumi accumulabili, le
opere  di  difesa  idraulica  e  le  relative  opere di mitigazione a
discarica  completata.  Il volume complessivo da mandare a discarica,
e'  pari  a  poco piu' di 3.700.000 m3. E' pero' necessario precisare
che  circa  1.000.000  di  metri  cubi  provenienti  dagli scavi sono
materiali  di  qualita' discreta, probabilmente riutilizzabili per la
costruzione   di   rilevati  e  per  la  realizzazione  di  drenaggi,
fondazioni  stradali.  Pertanto,  ove  fosse  possibile e conveniente
riutilizzarli  in  altri  siti di cantiere, le aree per le discariche
potrebbero  ridursi.  Per  quanto  riguarda  le cave, in generale per
tutti  i  4  lotti, si puo' dire che per gli strati piu' superficiali
della  pavimentazione  (binder  e  usura)  si  prevede  di utilizzare
materiali  basaltici  provenienti  da  due  siti  di  cava situati in
Sicilia   e   in  Campania.  Per  le  altre  lavorazioni  nel  tratto
autostradale  compreso  tra  Gioia  Tauro  e  Palmi  (km 393+500 - km
400+900  lotto  1)  e'  stata  individuata  una sola cava di sabbia e
ghiaia,  in  alveo, sufficiente a fornire i materiali per i lavori di
ampliamento dell'autostrada stessa nel tratto indicato. E' situata in
localita' Campanella, lungo il fiume Petrace, e ricade nel territorio
comunale  di  Rizziconi;  (proprieta'  del sig. Luppino Antonino, via
Nazionale  18,  n.  3, Gioia Tauro). Essa e' facilmente raggiungibile
tramite  la  strada  che  collega  gli svincoli autostradali di Gioia
Tauro  e  Palmi  con  l'abitato di Rizziconi. Nell'area indagata sono
presenti  altre  piccole  cave  dismesse  o  di  argilla  non idonee,
pertanto,  a  fornire  materiale  da  utilizzare  per l'intervento di
progetto dell'autostrada. Non si prevede l'apertura di nuove cave per
la realizzazione di questo lotto. Per quanto riguarda il 2o lotto gli
approfondimenti  richiesti, le analisi di laboratorio sui terreni che
saranno   intercettati   dalla  realizzazione  delle  gallerie  hanno
permesso  di  fare  un  corretto  bilancio  delle  terre da cui si e'
verificata la possibilita' di riutilizzare tutti i materiali evitando
il   ricorso  a  cave.  Anzi  e'  risultato  un  esubero  di  terreni
riutilizzabili  (circa  100.000  m3) dal 3o lotto. Per quest'ultimo e
per il 4o lotto si sono incontrate notevoli difficolta' e per evitare
di  aprire  nuove  cave  si  fara'  ricorso  a  quella  che era stata
individuata  in  una  prima  fase  per  le  necessita'  del 2o lotto.
Inizialmente  sono  state  verificate due cave, la prima in localita'
Ponte  Vecchio - Palmi di proprieta' della ditta Furfaro e la seconda
in  contrada  Jantrioli  -  Taurianova,  di  proprieta'  della  ditta
Sposato.  Le  due cave sono in attivita' da molti anni e sono situate
in prossimita' del greto del Fiume Petrace e dei suoi affluenti, sono
fornite   di   pezzature   eterogenee   che  provengono  tutte  dallo
smantellamento  dei  rilievi  granitoidi presenti a monte. Queste pur
essendo  vicine  all'autostrada  sono, pero', in uno stato di degrado
avanzato  e  necessiterebbero  di  un  ripascimento  con  appropriato
materiale  di  apporto. Da qui la necessita' di identificare un terzo
sito  che  lo  studio  di impatto ambientale indica in un impianto di
frantumazione  rifornito da materiale cavato anche dal fiume Metramo,
che  seppure  piu'  lontano,  versa  in  condizioni  ambientali  piu'
appropriate. Anche in questo caso lo studio di impatto ambientale non
prevede  aperture  di  nuove  cave  per  la realizzazione del 3o e 4o
lotto.  Per la scelta dei siti da adibire a discarica si e' tenuto in
considerazione  la  morfologia,  l'uso  del  suolo,  la litologia, il
limitato  potere  inquinante  dei  materiali provenienti da scavi e/o
demolizioni,  la viabilita' e la vicinanza al tracciato autostradale.
In  generale,  si  tratta  di  siti  facilmente  raggiungibili con la
viabilita'  secondaria  cosi'  come  indicato in cartografia. Le aree
scelte sono vecchie cave abbandonate da rinaturalizzare, aree incolte
oppure  utilizzate  a  seminativo.  I  siti  cosi'  individuati  sono
sufficienti  allo  stoccaggio  del  materiale  in esubero dedotto dai
bilanci  delle terre, demolizione dei viadotti, cavalcavia, gallerie,
murature, conglomerati bituminosi. I criteri di scelta si sono basati
sulla   costituzione   dei  suoli,  sulla  morfologia  dei  luoghi  e
sull'accessibilita'  dal  tracciato autostradale o dalla s.s. 18. Per
lo smaltimento dei materiali in esubero del lotto 1o si utilizzeranno
quattro  siti.  La  "Cava  Cisterna"  in prossimita' del km 148 della
s.s. 18,   e'   una  vecchia  cava,  dismessa  da  parecchi  anni  e'
attualmente  utilizzata  come  orto  per  usi  privati.  Il volume di
materiale  per  riportare  il versante alla forma originaria supera i
100.000  m3. L'accesso alla cava e' garantito dalla vecchia strada di
accesso  dalla  ss.  18.  Non  si sono osservati fenomeni di dissesto
nelle  pareti  costituite  da  calcari  evaporitici  ma  in  fase  di
progettazione   esecutiva  della  discarica  si  dovra'  eseguire  un
dettagliato  studio  geologico-tecnico.  Un  secondo  sito e' ubicato
lungo  la  s.s.  18  in  prossimita' del precedente. E' costituito da
conglomerati e sabbie rossastri ed e' debolmente acclive. Attualmente
e'  utilizzato  a  seminativo. La sua estensione e' di circa 3 ha. Un
terzo  sito  di  circa  1,5  ha  di  proprieta' dell'Anas attualmente
incolto.  Ubicato  a 500 m dallo svincolo autostradale di Gioia Tauro
lungo  la s.s. 111. Considerando un accumulo con altezza media pari a
3  m,  in  tal  sito  possono  essere  depositati  circa 25.000 m3 di
materiale   derivante  dalla  demolizione  di  gallerie,  murature  e
conglomerati  bituminosi.  Un'ulteriore  sito utilizzabile e' un'area
incolta  con  estensione  di  circa 3,5 ha a morfologia pianeggiante,
costituita  da  depositi alluvionali. Raggiungibile tramite la strada
che  collega  lo  svincolo  autostradale  di  Palmi  con la localita'
Cirelio;
      nello  studio  di  impatto ambientale vengono individuati altri
siti  che  possono essere utilizzati come discariche provvisorie. Per
il  lotto 2 si utilizzera' un'ex cava ballast ferroviario, nei pressi
della stazione ferroviaria di Palmi che attualmente presenta un certo
stato  di  degrado.  La  capacita'  del  sito  e' di oltre 700.000 m3
sufficiente a smaltire i materiali in esubero. Si tratta di materiale
granitoide, simile a quello dei terreni interessati dallo scavo della
galleria.  Il fronte si estende per 400 m circa, la larghezza e' pari
ad  oltre  50  m2 la profondita' variabile tra 30 e 15 m2. Sono stati
osservati  alcuni  blocchi  instabili  in  parete  per  cui si dovra'
eseguire  in  fase di progettazione esecutiva uno studio di dettaglio
di   carattere  geologico-tecnico:  lotto  3  e  lotto  4;  e'  stato
individuato  nella  vasta  depressione  di Piano della Corona il sito
ideale  per  depositare  senza particolare impatti un volume di circa
2.600.000  m3  sufficienti  per  soddisfare il fabbisogno del lotto 3
(1.900.000  m3)  e del lotto 4 (700.000 m3). Si tratta di eseguire il
riempimento  di  piccole depressioni morfologiche o di porre in opera
spessori  limitati  in  aree  pianeggianti,  ripristinando,  a lavori
completati, l'uso coltivo dei suoli alla riconsegna degli stessi;
      nello  studio  di  impatto  ambientale  sono  state previste, a
livello   tipologico,   le  necessarie  misure  di  mitigazione.  Gli
interventi  si  differenziano sia in funzione delle diverse tipologie
progettuali  dell'infrastruttura  autostradale  (rilevati  e trincee;
viadotti  e ponti; gallerie naturali e artificiali) sia rispetto alle
opere  di  ripristino e recupero. La scelta delle specie di possibile
impiego   e'   stata   svolta  sulla  base  delle  diverse  tipologie
vegetazionali,  unitamente  alla  suddivisione dell'area di studio in
unita' di paesaggio;
      lo  studio di impatto ambientale considera inoltre la questione
dei  presidi  idraulici  e  del  controllo delle acque di piattaforma
proponendo una serie di interventi atti a contenere la contaminazione
delle  aree  sensibili  e  di  pregio  sotto  il  profilo ambientale.
L'individuazione  dell'ambito  di  sensibilita'  da proteggere deriva
sostanzialmente  da  motivazioni  di tutela qualitativa della risorsa
idrica  superficiale e sotterranea e si prevedono vasche di sicurezza
per  la  raccolta  dei liquidi provenienti dalle gallerie e vasche di
prima  pioggia solo in corrispondenza del viadotto Petrace, dell'area
urbaniziata  di  Palmi  e  dei  tre torrenti Cerchiello, Quartararo e
Parisio che presentano un elevato grado di rischio;
  Aspetti ambientali:
    deve  essere  rilevato  che  la  redazione  dello studio e' stata
condotta  separatamente  su  tre  tratti  autostradali  distinti.  In
particolare  le analisi condotte in relazione alle diverse componenti
ambientali  esaminate,  pur  caratterizzate  complessivamente  da  un
sufficiente  livello  di  approfondimento, sono state impostate sulla
base  di riferimenti metodologici non omogenei, rendendone in qualche
caso  difficoltosa  la descrizione di sintesi. In sede di istruttoria
il  proponente  ha  provveduto  a  produrre elaborati piu' omogenei e
coerenti  tra  loro.  Alla  fine  la  stima  degli effetti previsti e
l'identificazione  delle relative misure di prevenzione e mitigazione
e' stata condotta sulla base di riferimenti sufficientemente omogenei
per l'intero tratto autostradale in oggetto, fornendo cosi' un quadro
di dettaglio della situazione post-operam e post-mitigazioni;
    per  il  lotto 1o e' stata effettuata una campagna di misurazioni
delle  emissioni  in  atmosfera.  Le  misure  sono  state eseguite in
corrispondenza  di una sezione posta in prossimita' dello svincolo di
Palmi,  dove  e'  stata  effettuata  la determinazione dei principali
inquinanti gassosi e dei dati meteorologici per un periodo di 24 ore.
I  risultati  dei  rilievi  svolti in prossimita' dell'infrastruttura
mettono  in evidenza che i limiti normativi, allo stato di fatto, non
vengono superati. Per l'analisi della situazione post-operam e' stato
adottato  il modello previsionale di schematizzazione del fenomeno di
trasporto  e  diffusione di emissioni gassose di tipo "Gaussiano" che
ha   consentito  di  calcolare,  per  ogni  ricettore  esaminato,  le
concentrazioni  al  2000,  2010  e  2020.  Per  la  valutazione delle
emissioni   sono   stati  considerati  12  ricettori  rappresentativi
dislocati  lungo  l'intero  tronco.  In  sintesi il quadro ambientale
post-operam   evidenzia  una  diffusa  condizione  di  esercizio  "in
sicurezza",  sia allo stato attuale che nella proiezione del traffico
veicolare  al  2010  e  2020,  per  il quale si suppone un incremento
globale  pari  al  4%  (2010)  e  21,7%  (2020).  Unica  eccezione e'
rappresentata  dal  ricettore  4,  coincidente  con  un  aggregato di
edifici  produttivi  ubicato  in  un  lotto  di terreno completamente
sguarnito  di  impianto  a  verde. Nel lungo periodo (2010-2020) tale
ricettore  presenta  una  esposizione  agli inquinanti presi in esame
superiore  ai  livelli  di  attenzione. Lo studio propone di adottare
interventi  di  protezione  con barriere naturali verdi impostate sui
rilevati  autostradali  a  fasce  di  taglia  crescente e con essenze
idonee  alla  funzione di assorbimento degli agenti inquinanti. Per i
lotti  2o e 3o e' stato scelto il modello CALINE 4 adatto allo studio
della  diffusione  di  inquinanti da tratti di arterie stradali quali
quello  in  esame.  Dall'analisi  dei risultati ottenuti emerge che i
valori  ottenuti  risultano  ben  al  di  sotto  dei limiti di legge.
L'impatto  sulla  componente atmosfera, derivante dalla realizzazione
dell'opera, risulta essere particolarmente contenuto. Pertanto, visti
i  dati  relativi  alle  emissioni  e  visti  i relativi risultati di
dispersione  al  suolo,  non  si ipotizzano particolari interventi di
mitigazione.  Nei tratti in cui il tracciato stradale e' collocato in
trincea  bassa, rilevato basso e a raso, fiancheggiando zone agricole
o  scarsamente  urbanizzate  come quelle dell'area in oggetto, devono
essere  previste delle barriere naturali (siepi) con azione di filtro
sulle  polveri  emesse.  Per  il  lotto  4  le previsioni post-operam
documentano  che  nella  maggioranza dei punti ricettori esaminati si
verifichera'  per  il monossido di carbonio e il biossido di azoto un
miglioramento  della  qualita'  dell'aria  o  una condizione stabile.
Impatti  positivi, non quantificati ma presenti, investono inoltre la
viabilita'   ordinaria   che   verra'  alleggerita  dal  traffico  di
attraversamento  deviato  sul  percorso autostradale: i benefici sono
determinati  dalla  riduzione  delle  emissioni  per  gli  inquinanti
caratteristici   delle   basse   velocita'  (monossido  di  carbonio,
idrocarburi, etc.);
    in  generale  si  puo'  dire  che  il  lotto 1o e' caratterizzato
dall'attraversamento  del  fiume  Petrace, uno dei corsi d'acqua piu'
importanti  della zona, il lotto 2o, interessando il versante interno
del Monte S. Elia, attraversa una zona sottesa a bacini di estensione
minima.  Inoltre, dal punto di vista idrogeologico, come indicato dai
risultati  delle  indagini  geognostiche,  la  formazione interessata
dalla  galleria  S. Lucia non e' sede di falde idriche di rilievo. Al
contrario  il  lotto  3o  interessa  un'area che e' ricca di elementi
idrologici  ed  idrogeologici di rilievo. In particolare, la galleria
Barritteri   attraversa   delle   formazioni  caratterizzate  da  una
complessa    circolazione    idraulica   sotterranea   e,   pertanto,
l'interferenza   della  nuova  opera  con  la  componente  ambientale
interessata  e'  stata  valutata in maniera approfondita. Il lotto 4o
interessa, nei tratti in galleria, alcune formazioni sede di falda il
cui  livello  piezometrico  e'  piu'  profondo  della quota galleria,
mentre,   nei   tratti  all'aperto,  attraversa  alcuni  valloni  che
degradano rapidamente verso la costa;
    l'uso  attuale  del  suolo  nell'area  di  studio  e'  fortemente
caratterizzato   dagli  impianti  arborei  ad  oliveto.  Storicamente
presenti  nella  piana  di  Gioia  Tauro-Rosarno, essi hanno man mano
sostituito  le  foreste primigenie, determinando un paesaggio agrario
di  grande  suggestione  che  rientra  tra  le  "aree  di  tutela  di
singolarita'  produttive  agricole  regionali";  tali  aree sono aree
agricole  caratterizzate  da  colture tradizionali pregiate di cui il
Piano  territoriale di coordinamento con valenza paesistica, in corso
di  approvazione,  intende  tutelare la conservazione, manutenzione e
riqualificazione;
      dal  punto  di  vista  agricolo, oltre gli uliveti, vi sono gli
agrumeti che si evolvono soprattutto lungo la pianura alluvionale del
fiume  Petrace  e  nelle  aree  riparate  dal  vento. Man mano che si
procede   da   Gioia  Tauro  verso  Palmi  le  due  colture  sono  in
associazione,  ed  in alcuni casi l'ulivo ha funzione di frangivento.
Di  rilievo  sono,  infine, i castagneti ed i boschi misti (castagni,
quercie, pini, acacie). Dove non e' stato possibile intervenire con i
mezzi agricoli si evolve una vegetazione erbacea ed arbustiva di tipo
spontaneo;
      per  quanto  riguarda  la  geologia,  dall'inizio  del  lotto 1
all'alveo  del  fiume  Petrace gli affioramenti sono rappresentati da
sedimenti  sabbio-limosi  avana di spessore 4-8 m, sovrapposti a limi
argillosi  grigio-bruni.  Nell'alveo  del fiume Petrace sono presenti
per   spessori   superiori   a   30  m  alluvioni  sabbio-ghiaiose  a
granulometria  e  stato di addensamento crescenti con la profondita'.
Tra  le  progressive  km  1+700-1+900  in affioramento sono i calcari
evaporitici,  che  si presentano almeno nei livelli sommitali teneri,
molto  fratturati  ed  alterati,  talora  porosi,  con alcune sottili
intercalazioni   limo-argillose.   In  corrispondenza  del  colle  S.
Filippo,  che  verra'  attraversato  con  una  galleria di circa 1100
metri,  le  indagini  hanno evidenziato di nuovo la presenza di rocce
metamorfiche  (paragneiss),  al  cui  tetto e' presente una fascia di
alterazione  e  fratturazione di spessore variabile tra 10 e 30 m. In
prossimita'  dell'imbocco  Sud  della  galleria  (km 5+500 circa) una
importante  faglia  costituisce il passaggio della roccia metamorfica
alle   sabbie   limose   e   limi  sabbiosi,  che  costituiscono  gli
affioramenti fino al termine del lotto. Le condizioni riscontrate non
indicano  particolari  problematiche relativamente alla componente in
oggetto  in  seguito  alla realizzazione delle nuove opere d'arte. Il
tratto  interessato  dal  lotto 2 e' caratterizzato da una morfologia
dolce  e  dalle  forme  arrotondate,  a  testimonianza  della  facile
erodibilita'  del  materiale  e  dell'omogeneita'  con cui avviene il
modellamento. Solo verso la costa, al di sotto dell'area di progetto,
l'azione combinata della tettonica e del mare ha condotto a forme con
pareti  sub-verticali  e  con  evidenti  fenomeni  di  crollo lungo i
versanti  rocciosi.  Dalla progressiva 0+000 alla progressiva 0+380 i
terreni   sono   costituiti  dalle  sabbie  limose  con  ciottoli  ed
intercalazioni argillose, sovrastanti i graniti caratterizzati da una
spessa   fascia   di   alterazione.   Dalla  progressiva  0+380  alla
progressiva  0+900,  il  tracciato corre prevalentemente a mezzacosta
interessando  con  gli scavi il granito. Dalla progressiva 0+900 alla
progressiva  1+370,  il  tracciato,  impostato sulla formazione delle
sabbie   con   ciottoli,  prevede  un  rilevato  per  il  superamento
dell'ampio  e  poco  profondo  impluvio esistente. Nel tratto finale,
prima  dell'imbocco della galleria, il tracciato, incontra una debole
coltre  di  materiali  mobilitati  originata  da  scivolamenti  ormai
pregressi.   Questo   vecchio   dissesto   e'   ormai   completamente
stabilizzato   e   dovrebbe   interessare   spessori   esigui.  Dalla
progressiva  1+370  alla  progressiva  2+370  circa,  il tracciato si
imposta in galleria: lo scavo della galleria naturale e' preceduto da
due  tratti  in artificiale agli imbocchi. Le gallerie artificiali si
sviluppano  interamente  nella  fascia  di  alterazione del basamento
granitico, ascrivibile ad una classe IV. Quelle naturali intercettano
via la roccia meno alterata e con fratture piu' distanziate. Lo stile
tettonico  pero'  fa  realisticamente  prevedere la presenza di fasce
fortemente  fratturate  anche  nelle zone piu' interne dove e' quindi
prevedibile una circolazione idrica, anche se di modesta entita'. Per
quanto riguarda il lotto 3o e' presente una successione di formazioni
litologiche,   essenzialmente  pseudocoerenti  ed  incoerenti  e,  in
subordine,  lapidee,  risalenti  ad  un  periodo  di tempo che va dal
Paleozoico  (probabilmente  Carbonifero)  al  Neogene  (Pliocene). In
particolare  la  serie  affiorante  e'  rappresentata  dalle seguenti
litologie,  dalla piu' antica alla piu' recente: paragneiss e dioriti
del  basamento cristallino-metamorfico (Paleozoico superiore); sabbie
ed  arenarie  (Miocene  medio-superiore);  calcari  arenacei (Miocene
superiore); argille e argille siltose (Pliocene); depositi quaternari
(detriti di falda ed alluvioni); depositi di frana.
  Lo  sviluppo  del  tracciato  del  lotto  4o riguarda il dominio di
affioramento  dell'Unita'  d'Aspromonte, nel suo membro costituito da
rocce   granitoidi   di   tipo   granitico-granodioritico-tonalitico,
tardo-erciniche,  affette da metamorfismo secondario; tali rocce sono
ricoperte  da  un sottile livello di sedimenti quaternari ascrivibili
ai   depositi   marini  terrazzati.  I  litotipi  rocciosi  risultano
ricoperti  da  estese  e spesse coltri di alterazione e degradazione,
come  risultato dei lunghi periodi di continentalita'; essi risultano
spessi  da  25-30 metri fino a 70-80 metri. I pochi dissesti presenti
insistono su ambiti i cui equilibri non saranno in alcun modo turbati
dalla realizzazione dell'opera;
    la  zona  interessata  dal  lotto  1  e'  una  delle  poche  aree
pianeggianti  della  Calabria, la Piana di Gioia Tauro si e' prestata
da   molto  tempo  allo  sfruttamento  agricolo  da  parte  dell'uomo
risultando,  allo  stato  attuale,  quasi  completamente ricoperta da
colture.  Le  due  coltivazioni piu' diffuse sono quella dell'olivo e
quella  degli  agrumi, insistendo la prima sui terreni collinari e la
seconda  nelle  pianure alluvionali fluviali. Ne risulta un paesaggio
fortemente  antropizzato  con  livelli di naturalita' e biodiversita'
molto bassi e, spesso, un elevato grado di inquinamento del terreno e
delle  acque  superficiali  e  di  falda.  Mancano completamente aree
protette,  quali  Parchi  nazionali e regionali, riserve, ecc., ed il
Progetto  Bioitaly  (realizzazione  nazionale  del  Progetto  europeo
Natura 2000, C.D. 92/43/EEC, 21 maggio 1992), ha individuato solo due
siti  di  interesse  comunitario (SIC) localizzati sulla costa vicino
Palmi,  Anche  il  Progetto  Habitat  (Annex  I  del  C.D. 92/43/EEC,
21 maggio  1992)  non  ha individuato alcun habitat prioritario nella
Piana  di  Gioia  Tauro. Recentemente, tuttavia, il PTCR, in corso di
approvazione,    ha    incluso    gli    uliveti   della   piana   di
GioiaTauro-Rosarno  fra "le singolarita' produttive" da salvaguardare
e   di   cui   "sostenere   e   incentivare  il  consolidamento".  La
micromammalofauna  presente  comprende  insettivori e roditori tipici
del   bioclima  Mediterraneo-temperato.  Sono  presenti  pero'  anche
elementi  che  non  mostrano  preferenze  nette in quanto a bioclima,
quali  le  specie  degli  habitat  prativi e di radura (Talpa romana,
Microtus savii) o opportuniste quali il Topo selvatico A. sylvaticus,
o  le  specie legate agli ambienti cespugliati o boscati (Muscardinus
avellanarius,  Myoxus glis, Erinaceus europaeus). A queste quote poco
elevate  si  ritrova  il  Topolino  delle case (Mus musculus) e fra i
Crocidurini,  Suncus  etruscus  e Crocidura suaveolens che trovano in
questo   bioclima   le   condizioni   piu'   favorevoli   e,  quindi,
costituiscono  una frazione numericamente importante nelle comunita'.
L'area  interessata  dal  2o e 3o lotto e' dominata in assoluto dalla
fitta coltivazione di olivi e da una buona percentuale di castagni da
legname  e infine dai coltivi erbacei. Nei declivi inaccessibili alle
attivita'  agricole  e  che  in  genere  sono  esposti a settentrione
troviamo  gli  ontaneti  e  i  saliceti, come vegetazione riparia dei
torrenti,   e   i   boschi   mesofili   (o  forse  piu'  propriamente
meso-mediterranei)  nei  quali prevale l'associazione nocciolo-acero.
Nelle  zone  prative  (coltivi  abbandonati  o  rari pascoli) e sulle
scarpate  s'insedia  con  vigore  la  ginestra, accompagnata da fasci
rigogliosi  di  brachipodium. Quanto ai lecci, essi sono confinati su
terreni   aspri  e  rocciosi  con  suoli  embrionali.  Le  formazioni
forestali  si  riducono  ad  una  sola: i castagneti cedui. Il valore
naturalistico di questi paesaggi e' complessivamente molto basso, per
la dominanza dei boschi artificiali, nonche' per la scarsa integrita'
e  consistenza  delle formazioni relitte di boschi mesofili naturali.
Peraltro,  proprio  nel  fondo  delle  forre  si  rinvengono  le rare
stazioni  di  Woodwardia.  Il  valore dinamico, appare potenzialmente
assai   vivace,  poiche'  le  specie  spontanee  hanno  velocita'  di
rigenerazione  e  di  espansione  molto  elevata. Il valore ecologico
risulta  assai  inferiore  a  quanto  potrebbe  apparire  ad un esame
fisionomico.  Le  zone  boschive  e  le  forre,  con  i  torrenti  di
fondovalle, rappresentano i biotopi a piu' alta valenza ecologica tra
quelli  identificati  nell'area  esaminata.  Nei primi la presenza di
rapaci e di carnivori, predatori all'apice delle catene alimentari, e
di  numerose  specie  insettivore  dimostrano l'elevata potenzialita'
naturale di tale biotopo. Le seconde sono ambienti freschi, con tasso
di  umidita'  costante,  anche  se  minimo. Ospitano fitoassociazioni
mesofile  e  igrofile  e  sono  sede  di  rifugi,  percorsi e habitat
faunistici,  con buona concentrazione di popolamenti. Non deve quindi
essere  trascurato  il  valore  della grande biomassa degli oliveti e
soprattutto  dei  castagneti  in cui tali corridoi sono immersi. Essa
contribuisce  in  misura  elevata  ad  alimentare ed a proteggere gli
ecosistemi  e  quindi  i paesaggi spontanei. Il Monte S. Elia risulta
presente  nell'elenco  dei siti di interesse comunitario del Progetto
Bioitaly  (1992).  Il  territorio  interessato  dal 4o lotto e' quasi
totalmente   caratterizzato  dalla  presenza  di  castagno  (castanea
sativa);  sono state pero' riscontrate acacie (robinia pseudoacacia),
a  volte  estese  su  piccoli  appezzamenti,  a  volte disperse tra i
castagni.  E'  presente  anche  la  quercia  che appartiene al genere
quercus.  Quella  piu' diffusa riscontrata in questo territorio e' la
quercus  sessiliflora  ovviamente  insieme  ad  altre;  comunque, non
costituiscono  in  questo  territorio dei boschi puri in quanto poche
piante o gruppi di piante sono consociate alle altre specie e vengono
indicati  come  boschi misti. L'altra essenza boschiva riscontrata e'
il  pino  (pinus  laricio).  Fanno  parte  del bosco, inoltre, alcuni
cespugli  come  il  rovo  e la ginestra. Osserviamo, inoltre, colture
erbacee  che  per  circa  il  90% sono rappresentate da graminacee in
particolare  da  avena,  frumento,  orzo. Il territorio in oggetto e'
caratterizzato  tra  l'altro  anche dalla presenza di colture arboree
principalmente rappresentate dall'olivo che si estende per la maggior
parte  del territorio arborato, ma si riscontrano anche il noce, pero
e  melo,  la  vite e gli agrumi. Si possono, infine, annoverare anche
diversi  agrumi (arancio, limone, mandarino) che comunque interessano
piccole  estensioni  o  addirittura  si  deve parlare di poche piante
disperse  tra  le altre colture e quindi non possono costituire delle
vere  e proprie colture agrarie. Infine, non puo' passare inosservato
tra  le  piante  spontanee  il  fico  d'india (opunthya ficus indica)
rilevato  sul  litorale  fra Ceramida e Bagnara che appunto in questo
luogo assume i connotati di pianta spontanea;
    per  il  lotto 1 la campagna di rilevazioni fonometriche e' stata
condotta   in   corrispondenza   di   tre  ricettori  precedentemente
individuati   e  ritenuti  significativi  e  rappresentativi  di  una
situazione  acustica  generale.  Per  ognuno dei ricettori sono state
effettuate misurazioni per una intera giornata (24 h). Le misurazioni
sono   state  eseguite  in  condizioni  atmosferiche  dette  standard
(assenza di precipitazioni e con velocita' del vento minore a 5 m/s).
Le misurazioni effettuate mettono in risalto il fatto che attualmente
in  nessuno  dei  tre  ricettori vengono superati i limiti normativi,
tranne  che per il livello sonoro notturno sulla postazione fissa (3)
in prossimita' dello svincolo di Palmi. La caratterizzazione acustica
dell'area  interessata  dall'intervento  e' stata effettuata mediante
l'utilizzo  di modelli matematici opportunamente calibrati sulla base
dei dati rilevati durante numerose campagne di rilevamento effettuate
su  strade  extraurbane. Dall'analisi dei dati si possono ricavare le
seguenti considerazioni principali:
     i   ricettori  (2,  5,  6,  10,  11,  12)  interni  alla  fascia
infrastrutturata  saranno  soggetti  ad un livello sonoro equivalente
continuativo maggiore  dei valori limite di immissione per le aree di
tipo  III  (decreto  del  Presidente  del  Consiglio dei Ministri del
14 novembre 1997) (tempo di riferimento sia diurno che notturno);
    il  ricettore  4,  esterno  alla  fascia  infrastrutturata, sara'
soggetto  ad  un  superamento  di  2.71  dB(A)  rispetto al limite di
qualita'  nel tempo di riferimento diurno e un superamento durante il
tempo  di  riferimento  notturno  di  6.78  dB(A)  e  di  9.78  dB(A)
rispettivamente rispetto al limite di immissione e di qualita';
    il  ricettore  1,  esterno  alla  fascia  infrastrutturata, sara'
soggetto  ad  un  superamento  di  5.60  dB(A)  rispetto al limite di
immissione (tempo di riferimento notturno) e un superamento di 1.52 e
8.60  dB(A)  rispetto al limite di qualita' (rispettivamente tempo di
riferimento diurno e notturno);
    il  ricettore  3,  esterno  alla  fascia  infrastrutturata, sara'
soggetto  ad un superamento nel tempo di riferimento notturno di 3.90
e  6.90  dB(A)  rispettivamente  rispetto  al  limite di immissione e
qualita';
    il  ricettore  7,  esterno  alla  fascia  infrastrutturata, sara'
soggetto  ad un superamento nel tempo di riferimento notturno di 2.49
dB(A) rispetto al limite di qualita';
    il  ricettore  9,  esterno  alla  fascia  infrastrutturata, sara'
soggetto  ad un superamento nel tempo di riferimento notturno di 2.16
dB(A) rispetto al limite di qualita';
    i  rimanenti  ricettori  esterni alla fascia infrastrutturata non
saranno  soggetti  a superamenti dei limiti di immissione sia durante
il periodo diurno che durante il periodo notturno.
  Per  i ricettori posti all'interno della fascia infrastrutturata lo
studio  di  impatto  ambientale  prevede  un  innalzamento dei limiti
massimi   di   immissione   poiche'   l'intervento   di   adeguamento
dell'Autostrada A3 al tipo 1/A C.N.R./80 puo' essere considerato come
un   "ampliamento"   (bozza   regolamento   e  documento  Commissione
Interaziendale  ANAS-FFSS,  Societa'  Autostrade,  AISCAT,  M.A).  Le
condizioni  di maggiore  criticita'  sono  relative  al  ricettore  6
ubicato  in  prossimita'  dell'imbocco  nord  della galleria Cropo di
progetto.   In   seguito  alle  attivita'  previste  si  ritiene  che
l'edificio  sara'  sottoposto  ad esproprio/demolizione. In tutti gli
altri  casi,  assumendo che l'abbattimento medio dei valori calcolati
dovuto  all'adozione progettuale di pavimentazione fonoassorbente sia
di 3,5 dB, si ottiene la seguente condizione:


                super. limite diurno    super. limite notturno
                         -                       -
Ricettore 2             1,91                    8,98
Ricettore 5             5,53                   12,60
Ricettore 10            5,40                   11,11

  Trattandosi  di  edifici  isolati  si  ritiene  opportuno prevedere
interventi   di  mitigazione  diretti  sul  ricettore  affiancati  ad
interventi  di  protezione  acustica di tipo naturale (terrapieni e/o
fasce  arborate)  da localizzare in prossimita' dei ricettori stessi.
Nel  lotto 2o e 3o per la caratterizzazione acustica nella situazione
ante  operam delle aree in prossimita' dell'infrastruttura oggetto di
studio  sono  state  effettuate  delle  misure fonometriche su alcuni
ricettori  emblematici del tratto in esame, per ognuno dei quali sono
state   eseguite   delle   misurazioni   fonometriche   seguendo  una
metodologia  di  rilievo spot ripetuta nel tempo. In particolare sono
stati  individuati due gruppi potenzialmente esposti all'inquinamento
da  rumore,  il  primo  nel  tratto iniziale, relativo all'abitato di
Seminara,  ed  il  secondo relativo all'abitato di Paparone, compreso
nell'ultimo chilometro (postazioni di misura PR4, PR5 e PR6). La zona
di  studio individuata per l'analisi dell'inquinamento acustico nella
fase  ante-operam, consiste in una fascia di circa 250 metri per lato
del  tracciato  di  progetto  della  tratta autostradale. Dai dati si
evince  che solamente in corrispondenza del punto di misura PR4 viene
superato  anche  se di pochi decibel, il limite notturno di 55 dB(A).
Per  la  caratterizzazione  del  clima  acustico alla stato futuro la
simulazione  e' stata effettuata su tutta la tratta relativa al lotto
2  per un totale di 102 ricettori interessati. Dai valori ottenuti si
evidenziano dei superamenti rispetto ai limiti di legge mediamente di
circa  5  dB(A)  in corrispondenza del viadotto; in questo caso si e'
previsto  l'inserimento  di  due  schermi  acustici  di  altezza  4 m
ciascuno  e per una lunghezza di 190 m per la carreggiata sud, tra le
progressive  km  0  + 000 e km 0 + 190, e di 210 m per la carreggiata
nord  tra km 0 + 000 e km 0 + 210. Per il lotto 3 le simulazioni sono
state eseguite su due tratte distinte, la prima dal centro abitato di
Seminara  alla Galleria di Barritteri, per un totale di 22 ricettori,
la seconda dalla Galleria di Barritteri allo Svincolo S. Elia, per un
totale di 56 ricettori. Dall'esame degli output prodotti per la prima
area  non  si  riscontrano  dei livelli superiori ai limiti normativi
(LEQ  =  65  dB(A)  diurno  e  LEQ =  55 dB(A) notturni sui ricettori
interessati  dall'autostrada, eccetto l'edificio n. 18. Quindi non si
sono  previsti  in questa zona interventi di mitigazione con barriere
acustiche.  Dai  valori  per  la  seconda  area  si  evidenziano  dei
superamenti  rispetti  ai limiti di legge mediamente di circa 5 dB(A)
in  corrispondenza  dello  Svincolo  di S. Elia; in questo caso si e'
previsto l'inserimento di due schermi acustici di altezza 5 m per una
lunghezza  di  200  m su ambo i lati. In particolare l'inserimento e'
previsto  per la carreggiata sud tra le progressive km 4 + 530 e km 4
+  730  e  per  la carreggiata nord tra km 4 + 510 e km 4 + 710. Sono
stati  rilevati dei valori superiori ai limiti di legge, specialmente
di  notte,  in  alcuni  ricettori  isolati  ubicati  lungo gli ultimi
cinquecento  metri  del  tratto  esaminato.  Trattandosi di ricettori
isolati,  non si sono considerati degli interventi di mitigazione con
schermi  acustici.  Per  quanto  riguarda  il lotto 4 il tracciato e'
completamente  immerso  in  una  zona  priva di presenza antropica, e
l'unico   ricettore   presente,  per  il  quale  e'  .stata  prodotta
l'allegata  scheda  di  caratterizzazione, e' un edificio diruto, non
sono  stati ritenuti necessari ne' approfondimenti strumentali ante e
post operam ne' si ritengono utili opere di mitigazione.
Per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici:
    il  primo  ambito individuato corrisponde al Torrente Petrace con
una    fascia    di    vegetazione   ripariale,   ma   caratterizzato
prevalentemente  da  coltivazioni agrumicole. Il valore del paesaggio
esaminato  e'  prevalentemente  di natura ecologico-vegetazionale. Un
secondo   ambito   e'  prevalentemente  antropico  ed  e'  costituito
dall'abitato  di  Palmi. Il livello di qualita' e' scarso trattandosi
di   agglomerati   urbani   recenti   sviluppatasi  attorno  all'asse
autostradale  negli ultimi decenni. Nella restante parte il paesaggio
agrario  costituisce  l'aspetto  piu'  immediato  e  visibile che non
rappresenta  solo  un  fatto  formale ed esteriore ma un documento di
civilta'  e  storia, prodotto millenario di popoli coltivatori che si
sono   insediati   in   ambienti  naturali  piu'  o  meno  favorevoli
plasmandoli  e  trasformandoli.  L'area  e',  infatti,  segnata da un
paesaggio  agrario  diversificato  dove  si fondono paesaggi agrari e
forestali   diversi   determinatisi  per  l'appunto  negli  anni.  Il
territorio  in  qualche  modo  ha  assorbito  e/o  compensato  l'urto
determinato  dalla realizzazione dell'infrastruttura, infatti oggi la
stessa  sede  stradale  con  le opere (muri, viadotti) costituisce un
elemento,  se  pur antropico, del paesaggio. La dimostrazione di cio'
e'  evidente  dall'analisi  colturale  dove l'autostrada determina il
confine  tra  appezzamenti  agrari  con colture completamente diverse
(castagneto-uliveto).  Questo  aspetto  ci permette di introdurre due
differenti paesaggi rurali presenti nell'area di riferimento cioe' un
paesaggio  forestale  e  uno agrario. Per quanto riguarda gli aspetti
legati  alla visibilita' si puo' dire che in generale il progetto nei
tratti di allargamento in sede, con le opere di mitigazioni previste,
contribuira'  ad  attenuare  notevolmente  l'impatto  attuale,  per i
tratti  in  variante, quelli in galleria hanno, ovviamente un impatto
visivo   limitato   solo   agli  imbocchi,  mentre  per  i  viadotti,
soprattutto  quelli  del  4o  lotto, ubicati sul versante che degrada
verso  mare  sono stati oggetto di uno studio specifico e posizionati
in variante planoaltimetrica rispetto al progetto preliminare ANAS in
maniera da limitarne al massimo l'impatto;
  Valutato che:
    dall'analisi della documentazione esaminata si puo' affermare che
l'opera,  cosi' come prevista nel progetto, e' ampiamente compatibile
e  coerente con la programmazione territoriale, sociale, economica ed
urbanistica. La necessita' di adeguamento dell'infrastruttura risulta
non  solo  evidente,  ma  assume,  altresi',  caratteri di urgenza in
relazione alle previsioni di attuazione degli strumenti pianificatori
sia di settore sia territoriali;
    il  tratto  autostradale tra il km 393+500 ed il km 394+200 corre
parallelo  e  confinante  ad  un'area non ancora sottoposta a vincolo
archeologico, ma di cui la Soprintendenza archeologica della Calabria
ha definito la perimetrazione;
    vista  l'importanza  dell'area  di  Piano  della  Corona,  si  e'
previsto di eseguire gia' in fase di studio le indagini geomagnetiche
prescritte  dalla  Soprintendenza archeologica della Calabria, queste
non  hanno  evidenziato  alcuna preesistenza. Fermo restando i pareri
del  Ministero  per  i beni e le attivita' culturali e della regione,
l'esigenza   di   minimizzare   gli   impatti   sembra  adeguatamente
soddisfatto   sia   dalle   scelte   di  tracciato  in  variante  che
interferiscono  il  meno  possibile  con  le  aree  tutelate,  sia da
accorgimenti  progettuali,  quali il passaggio in galleria nelle aree
piu'  sensibili e l'utilizzo di aree non pregiate per l'installazione
dei  siti  di  cantiere,  nonche'  dalle  prescrizioni  relative alla
mitigazione  dei  potenziali  impatti  sui corsi d'acqua e sulle aree
boscate,  all'inserimento territoriale dell'opera e alle modalita' di
ripristino dei tratti autostradali dimessi;
    sia   per   gli   interventi  di  ammodernamento  dell'autostrada
realizzati  mediante  allargamenti  in  sede  sia  quando  si e' reso
necessario  far  ricorso  a  varianti  planimetriche,  non sussistono
motivi  di incompatibilita' rispetto agli strumenti di pianificazione
urbanistica comunale;
    e' necessario procedere all'adeguamento dell'autostrada in quanto
l'opzione  zero  (ipotesi  di  non  intervento)  mostra  un  grado di
incidentalita'  elevato ed un livello di servizio sull'infrastruttura
immediatamente prossimo alla congestione, del tutto incompatibile con
la  dinamica  futura  di  sviluppo  della  mobilita',  soprattutto in
relazione alla mancanza di riserva di capacita' per fenomeni di punte
di traffico legate ad eventi stagionali;
    l'ANAS  ha suddiviso il tracciato in 4 lotti e che per ognuno dei
tratti,  singolarmente e nel complesso, sono state valutate possibili
alternative di tracciato, ritenendo migliore per i primi due lotti la
scelta  dell'adeguamento  in  sede  in  quanto  con  modeste varianti
planimetriche  venivano  eliminate  tutte le criticita', imponendo un
minor  consumo  di risorse rinnovabili ma, soprattutto, l'utilizzo di
una  infrastruttura  che,  per la maggior parte della sua estensione,
potesse  essere  riportata  a  standard  di funzionalita' e sicurezza
conformi  a  quanto stabilito dalla attuale normativa. Per il terzo e
quarto  lotto, invece, si e' resa necessaria una consistente variante
plano-altimetrica.
  Il  progetto  presentato  era  gia'  caratterizzato  da  una  certa
attenzione  ai  valori  ambientali delle aree attraversate. La scelta
delle  aree di cantiere, ad eccezione delle inevitabili installazioni
agli  imbocchi  delle  gallerie,  ha  privilegiato le aree facilmente
accessibili,    non   caratterizzate   dalla   presenza   di   specie
vegetazionali  pregiate  e  facilmente  ripristinabili  alla fine dei
lavori.
  Ulteriori  possibilita'  di  miglioramento  del  tracciato, sia con
riferimento  agli  aspetti  funionali sia ambientali, sono emersi nel
corso dell'istruttoria:
    la  realizzazione dei cantieri principali e secondari, nonche' la
nuova  viabilita'  per le zone interessate, da quanto si evince dallo
studio  di  impatto ambientale e dagli approfondimenti richiesti, non
crea  impatti  significativi.  Sono,  inoltre,  previste  le opere di
ripristino morfologico e vegetazionale delle aree di cantiere e della
nuova viabilita' e queste appaiono condivisibili;
    con  gli  approfondimenti  presentati  dal  proponente in fase di
istruttoria risultano sufficientemente affrontati, per questa fase, i
temi relativi alle cave e discariche. Ove, pero', gli inerti pregiati
da  utilizzare  nella  realizzazione  delle  opere  dovessero  essere
reperiti   ampliando   i  siti  di  cava  attualmente  autorizzati  o
prevedendo  l'apertura  di  nuove  cave, dovra' essere predisposto un
progetto  che  contenga le necessarie informazioni sulle modalita' di
coltivazione  e di ripristino, sulle caratteristiche geomorfologiche,
geologiche,     geotecniche,    idrogeologiche,    vegetazionali    e
paesaggistiche  del luogo di intervento ed un progetto dettagliato di
coltivazione che stabilisca le volumetrie estraibili;
    inoltre  per  ogni  sito  di discarica individuato, dovra' essere
predisposto  un  progetto  esecutivo  che,  nel  rendere  conto della
morfologia  dei  luoghi,  fornisca informazioni di maggiore dettaglio
sulle   volumetrie  disponibili  per  i  depositi,  le  modalita'  di
coltivazione  nonche' sui necessari interventi per un inserimento nel
contesto paesaggistico e ambientale;
    relativamente   agli   interventi  di  inserimento  ambientale  e
paesaggistico delle opere nonche' agli interventi di ripristino delle
aree  di  cantiere  e  di  recupero  dei  tratti  dismessi, lo studio
fornisce  indicazioni circa i criteri di riferimento, caratterizzando
i diversi interventi a livello tipologico.
  Tenendo  conto della sostanziale coerenza di quanto indicato con le
caratteristiche  generali dell'area, si evidenzia la necessita' di un
progetto  di  magior  dettaglio  delle  condizioni di intervento, con
particolare  riguardo  alle  zone  piu'  sensibili  ed alle azioni di
recupero  e  ripristino,  che richiedono in alcuni casi l'adozione di
specifiche  azioni  (rimodellamenti  morfologici,  consolidamento  di
versanti, rinaturazione di alvei fluviali, ecc.):
    sono  condivisibili l'ubicazioni e le motivazioni che stanno alla
base  delle  scelte  effettuate  nello  Studio di impatto ambientale.
Bisogna,  pero',  evidenziare  che  vengono  formulate solo soluzioni
relative  alla  localizzazione  dei  presidi e vengono specificate in
linea  di  massima le modalita' di funzionamento di tali presidi ed i
criteri di dimensionamento;
    l'impatto  della  Galleria  Barritteri  e', invece, alto poiche',
data  la  complessita'  geologica del sottosuolo, sono presenti falde
sospese,  di modesta entita' ed estensione, in concomitanza di locali
variazioni litologiche e stratigrafiche;
    lungo  il  nuovo  asse,  e, piu' in particolare, alle progressive
1+900, 2+260 e 2+940, affiorano tre diversi punti d'acqua, di cui due
sono  captati  per  utilizzo locale della risorsa idrica, senza pero'
ricadere  nella classificazione di punti d'acqua pubblici soggetti al
decreto del Presidente della Repubblica n. 236/1988;
    la  sorgente  alla progressiva 1+900 si trova lungo la strada che
da Barritteri porta a Seminara, e da una quindicina d'anni e' captata
mediante  un tubo collettore ed una vasca di accumulo. La sua portata
e'   di   circa   0.5  l/s  ed  e'  comunemente  utilizzata  a  scopo
idropotabile,  anche  se  non  esiste  alcuna autorizzazione da parte
delle autorita' competenti al suo sfruttamento;
    la  sorgente alla progressiva 2+260 sgorga alla testa della Valle
del  torrente  Magna, a qualche decina di metri dalla strada comunale
per  Seminara. Anche in questo caso la risorsa idrica, che scaturisce
con  una  portata  media di 0.8 l/s, e' utilizzata dalla gente locale
per diversi scopi, ma non per quello idropotabile;
    il  terzo  punto  d'acqua,  alla  progressiva  2+940,  sbocca nel
piccolo  compluvio  situato  a SO del cimitero di Barritteri, con una
portata  variabile  durante l'anno, ma in genere compresa tra 0.5 e 1
l/s.  Il  continuo afflusso di acqua crea l'imbibizione del terreno e
la conseguente instabilita' della zona, che attualmente e' dissestata
da un lento movimento del terreno verso SE;
    sono,  inoltre,  interessati  tre  pozzi.  Dagli  approfondimenti
richiesti  risulta  che  la  realizzazione della galleria portera' al
probabile  prosciugamento delle prime due sorgenti e la necessita' di
spostare  un  pozzo  in  quanto,  pur  essendo il livello della falda
decisamente maggiore  del livello della sede autostradale, tale pozzo
e'  situato  all'interno della fascia interessata dalla realizzazione
delle opere;
    lo  studio di impatto ambientale propone, vista la modestia delle
portate   di  non  utilizzare  tecniche  costruttive  particolarmente
onerose,  ma  di  convogliare  e  raccogliere  le  acque  drenate  in
corrispondenza  dell'attacco intermedio della galleria e dell'imbocco
nord  per  poi  sollevarle  in un serbatoio di stoccaggio che avrebbe
anche  una  funzione  antincendio,  da cui si dirama una condotta per
ripristinare le fontane. Il pozzo interessato sara' spostato;
    non  si  ritiene  condivisibile  l'innalzamento  dei limiti per i
ricettori  presenti  all'interno della fascia inifrastrutturata e per
tutti  i  ricettori  gli  obiettivi  di mitigazione acustica dovranno
essere  dimensionati  con  la  finalita'  di  raggiungere, per quanto
possibile, i valori di qualita' di cui alla tabella D del decreto del
Presidente   del  Consiglio  dei  Ministri  14 novembre  1997,  fermo
restando,  come  soglia  inderogabile, i limiti di cui alla tabella C
del  medesimo  decreto.  Nel  caso  di  compresenza di altre sorgenti
acustiche significative si dovra' fare riferimento alla tabella B del
citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri;
    all'analisi   complessiva   scaturisce   che   la   realizzazione
dell'infrastruttura,  tenuto  conto  delle  opere  di mitigazione e/o
compensazione  e  del  fatto  che ci troviamo in un corridoio gia' da
tempo infrastrutturato, ha un impatto sul paesaggio limitato;
  Considerato  che  in  conclusione la Commissione per le valutazioni
dell'impatto  ambientale ha espresso parere positivo con prescrizioni
in merito alla compatibilita' ambientale dell'opera proposta;
  Considerato  che  la  regione  Calabria,  pur  sollecitata,  non ha
espresso il proprio parere sul progetto;
  Considerato  il  parere  del  Ministero  per  i beni e le attivita'
culturali  prot. n. ST/407/24806/2001 del 12 dicembre 2001, pervenuto
in  data  13 dicembre 2001, con cui si esprime parere favorevole alla
richiesta  di  valutazione di impatto ambientale, a condizione che si
ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    con  apposita  istanza  inoltrata  con  nota n. 850 del 12 aprile
2001,  qui  pervenuta  in  data  24 aprile  2001, prot. ST/407/11441,
l'Ente  nazionale per le strade - Direzione generale, ha richiesto la
pronuncia di compatibilita' ambientale ex art. 6, legge 8 luglio 1986
n. 349, per lavori di ammodernamento ed adeguamento al tipo 1/A delle
norme  C.N.R./80  nel  tratto compreso tra il km 393+500 (svincolo di
Gioia  Tauro  escluso)  ed il km 411+400 (svincolo di Bagnara Calabra
incluso).
  Dall'analisi  della  documentazione  presentata  ed  a  seguito dei
sopralluoghi   e  delle  riunioni  tenutesi  con  Ente  proponente  e
componenti del Gruppo istruttore sono emersi, nello Studio di impatto
ambientale  elementi che necessitano di ulteriori approfondimenti con
particolare  riferimento  al lotto quarto e alla relativa connessione
con  il  lotto  successivo,  compreso in un'altra procedura di V.I.A.
l'Ente nazionale per le strade trasmetteva, per le vie brevi, in sede
di commissione V.I.A. le opportune modifiche e integrazioni al SIA.
  Al  riguardo,  con  nota  prot. n. 104000 del 22 novembre 2000, qui
pervenuta  in  data  23 maggio  2001,  con  prot.  n. ST/407/3650, la
Soprintendenza  per  i beni archeologici della Calabria nel precisare
che  il tratto autostradale in questione attraversa aree di interesse
archeologico,  ha  espresso, per quanto di propria competenza, parere
favorevole, con le seguenti prescrizioni:
    i lavori riguardanti i lotti I, II e III, dove si prevedono scavi
di  sbancamento  o,  comunque,  movimenti  di  terra, dovranno essere
seguiti dal personale tecnico della Soprintendenza;
    nel  tratto  compreso  tra  "localita' Paparone" e lo svincolo di
Bagnara,  la  variante  attraversa  il  "Piano della Corona", area da
ritenersi  archeologicamente  molto fertile; dovranno pertanto essere
programmate  ed  effettuate  indagini  preliminari  specifiche (quali
prospezioni   geomagnetiche,   saggi   di   scavo  etc.)  finalizzate
all'eventuale verifica di preesistenze.
  La Soprintendenza per i beni architettonici e per il Paesaggio, per
il   Patrimonio  storico,  artistico  e  demoetnoantropologico  della
Calabria,  con  nota  n.  7117/P del 18 giugno 2001, qui pervenuta il
18 luglio  2001  con  prot. n. ST/407/14438/2001 trasmette definitivo
parere  favorevole  dichiarandosi concorde con quanto convenuto circa
le   soluzioni   progettuali  adottate  e  segnalando  l'adozione  di
particolari misure di tutela per quanto riguarda il nuovo svincolo di
Bagnara localizzato in un'area di particolare pregio ambientale;
                          Questo Ministero
  Esaminati gli atti e gli elaborati progettuali;
  Viste le varie disposizioni di legge indicate in oggetto;
  Visto  il  parere  della Soprintendenza per i beni architettonici e
per   il   paesaggio,   per   il   patrimonio  storico,  artistici  e
demoetnoantropologico  della  Calabria  e  della Soprintendenza per i
beni   archeologici  della  Calabria  esprime  parere  favorevole  al
progetto  di  ammodernamento  ed adeguamento alle norme C.N.R./80 nel
tratto  compreso tra il Km 393+500 ed il Km 411+400, a condizione che
vengano rispettate le seguenti prescrizioni:
    che sia previsto il ripristino dello status quo ante per le parti
di tracciato dismesso;
    che  i  materiali  di  risulta  e  provenienti  da  demolizioni e
sbancamenti  non  provochino  alterazione alla conformazione naturale
del  sito,  non  dovranno in nessun caso creare intralcio visivo, non
interromperanno la continuita' vegetazionale e faunistica dei luoghi;
    sia   tenuto   in   debito   conto,   nell'organizzazione   della
cantieristica   di   progetto,   il   concerto   con   la  competente
Soprintendenza  per  i  beni  archeologici  di  cui  si richiamano le
osservazioni e le prescrizioni indicate in premessa;
  Preso atto che non sono pervenute istanze, osservazioni o pareri da
parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/1986, per
la  richiesta di pronuncia sulla compatibilita' ambientale dell'opera
indicata;
  Ritenuto  di  dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma
quarto  dell'art.  6  della  legge  n.  349/1986,  alla  pronuncia di
compatibilita' ambientale dell'opera sopraindicata;
                              Esprime:
  Giudizio  positivo  circa la compatibilita' ambientale del progetto
relativo  ai  lavori  di  ammodernamento e di adeguamento al tipo 1/A
delle  Norme C.N.R./80 del tratto compreso tra il km 393+500 ed il km
411+400 dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria da realizzarsi nei
comuni  di  Gioia  Tauro,  Palmi,  Seminara e Bagnara Calabra (Reggio
Calabria)  presentato  dall'ANAS - Ufficio speciale infrastrutture, a
condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni:
    a) in  fase  di  redazione  del progetto esecutivo si dovra' fare
riferimento,  per  quanto  concerne  gli  interventi  di  inserimento
paesaggistico ed ambientale, ai criteri ed alle indicazioni contenute
nello Studio di impatto ambientale, che dovranno essere sviluppati in
base  alle  specifiche  condizioni  delle  opere e del territorio. In
particolare  dovranno  essere curati gli aspetti connessi al recupero
dei  tratti  dismessi,  al  ripristino  delle  aree di cantiere, agli
attraversamenti  dei  corsi  d'acqua,  all'interessamento  delle aree
caratterizzate  da maggiore sensibilita' ambientale. Inoltre dove per
gli   interventi   di   protezione   dall'inquinamento   acustico  ed
atmosferico  si  fa ricorso a rimodellamenti morfologici e ad opere a
verde, le configurazioni adottate dovranno integrarsi con il progetto
di  inserimento  ambientale  al fine di pervenire ad un quadro finale
delle   azioni   di   mitigazione   omogeneo   e   coerente   con  le
caratteristiche  del  territorio. In particolare per tutte le opere a
verde   e  di  ingegneria  naturalistica  relative  a  interventi  di
inserimento  ambientale  e  paesaggistico,  ai ripristini previsti in
corrispondenza dei cantieri, delle discariche, delle aree di servizio
in  prossimita'  degli  imbocchi  e dei viadotti, della viabilita' di
servizio  per  il  nuovo  tracciato  si fara' riferimento alle "Linee
guida  per  capitolati  speciali  per  opere in verde e di ingegneria
naturalistica"  del  Ministero  dell'ambiente ('97), privilegiando le
tecniche   che   impiegano   materiale  vegetale  vivo  eventualmente
coadiuvato   da   materiale   biodegradabile  (legname  e  geotessuti
naturali);
    b) dovranno  essere  quantificati  nel  dettaglio i fabbisogni di
terreno  vegetale  necessari per la realizzazione degli interventi di
inserimento  ambientale e paesaggistico, nonche' la disponibilita' di
tale  materiale derivante dalle operazioni di scotico necessarie alla
costruzione  delle  opere  in  esame  o  da lavorazioni eventualmente
presenti  in  aree  limitrofe.  Dovranno  inoltre  essere previste le
modalita'  di  accantonamento  del  materiale  in  luoghi opportuni e
l'idonea  conservazione  fino alla successiva ricollocazione. Poiche'
il  materiale  dovra'  essere  conservato  presumibilmente  per tempi
lunghi,  dovranno essere realizzati cumuli non troppo grandi (altezza
inferiore  a  2  m), al fine di evitare il verificarsi di alterazioni
fisiche,  chimiche  e  biologiche  del  terreno stesso. Qualora dalle
verifiche  operate  risultasse  che  il  fabbisogno  totale  non  sia
interamente  soddisfatto,  il  sub-strato  potra'  essere  realizzato
utilizzando  il  materiale proveniente dallo strato piu' superficiale
degli    scavi,    opportunamente    frantumato   e   vagliato   fino
all'ottenimento di una frazione sufficientemente fine.
  Tale   materiale  dovra'  essere  opportunamente  arricchito  della
frazione  organica attraverso l'aggiunta di fibre vegetali (derivanti
ad es. da impianti di compostaggio, dallo scortecciamento del legname
proveniente  dalle cartiere, dalla cippatura del materiale di esbosco
forestale,  ecc.),  nonche'  di  idonei  ammendanti  organici  a base
batterica e micorrizzica;
    c) per  quanto  riguarda gli interventi di ripristino previsti in
corrispondenza  dei  cantieri,  delle aree di servizio in prossimita'
degli  imbocchi  e  dei viadotti, della viabilita' di servizio per il
nuovo  tracciato,  dovranno  essere  effettuati  approfonditi rilievi
morfologici   (attraverso  rilievi  topografici)  e  dovranno  essere
definite  con  precisione le condizioni di uso dei luoghi interessati
per  ristabilire  le  condizioni  ante-operam. Tale caratterizzazione
dovra' essere effettuata per ciascuna area di cantiere;
    d) durante la demolizione dei viadotti da dismettere, nel caso di
diretta  interferenza  dei  lavori  con  il reticolo idrografico e di
rischio  conseguente di sversamento di materiali di risulta in alveo,
dovra'  essere  prevista,  come  indicato  nello  studio  di  impatto
ambientale,  l'inserimento  di  barriere  rimovibili,  la raccolta in
fosse  impermeabilizzate  e  l'invio  a trattamento appropriato delle
acque di lavorazione e dei liquami di cantiere. Una volta terminati i
lavori   di   demolizione  si  dovra'  provvedere  alla  sistemazione
morfologica   dell'alveo  e  dei  versanti  ed  al  ripristino  della
continuita' ecologica;
    e) le   gallerie,   in   particolare   quelle  denominate  Cropo,
Barritteri,   Quartararo,   dovranno   essere  impermeabilizzate  per
limitare  impatti  sulla  circolazione  idrica sotterranea ed evitare
l'effetto cavo drenante;
    f) in sede di progettazione esecutiva sara' necessario verificare
il  calcolo  delle vasche di sicurezza idraulica e di quelle di prima
pioggia  sulla  base di una metodologia strettamente quantitativa. Il
dimensionamento   dei   presidi   idraulici  dovra'  essere  condotto
considerando  il  progetto  idraulico dei drenaggi di piattaforma, la
pluviometria  dell'area (coerentemente ai criteri di funzionamento di
tali   presidi   e   ai   tempi   di   gestione   dell'emergenza)   e
l'incidentalita'   attesa   (riferendosi  all'evento  di  sversamento
accidentale di inquinante). Si suggerisce di assumere uno standard di
sicurezza  ambientale  tale  da  controllare  eventi di sversamento e
precipitazione   concomitanti  caratterizzati  da  tempo  di  ritorno
dell'evento combinato pari a 40 anni;
    g) ove  gli  inerti  pregiati  da utilizzare nella realizzazione,
delle  opere  dovessero  essere  reperiti  ampliando  i  siti di cava
attualmente autorizzati o prevedendo l'apertura di nuove cave, dovra'
essere   predisposto   un   progetto   che   contenga  le  necessarie
informazioni  sulle  modalita' di coltivazione e di ripristino, sulle
caratteristiche     geomorfologiche,     geologiche,     geotecniche,
idrogeologiche,   vegetazionali   e   paesaggistiche   del  luogo  di
intervento  ed un progetto dettagliato di coltivazione che stabilisca
le  volumetrie  estraibili.  Inoltre,  per  ogni  sito  di  discarica
individuato, dovra' essere predisposto un progetto esecutivo che, nel
rendere  conto  della  morfologia  dei  luoghi, fornisca informazioni
di maggiore dettaglio sulle volumetrie disponibili per i depositi, le
modalita'  di  coltivazione  nonche'  sui necessari interventi per un
inserimento nel contesto paesaggistico e ambientale;
    h) gli   obiettivi   di   mitigazione  acustica  dovranno  essere
dimensionati con la finalita' di raggiungere, per quanto possibile, i
valori  di  qualita' di cui alla tabella D del decreto del Presidente
del  Consiglio  dei  Ministri  14 novembre 1997, fermo restando, come
soglia  inderogabile,  i  limiti  di  cui alla tabella C del medesimo
decreto.   Nel  caso  di  compresenza  di  altre  sorgenti  acustiche
significative  si  dovra'  fare riferimento alla tabella B del citato
decreto  del  Presidente  del Consiglio dei Ministri. Per i ricettori
che superano i valori limite assunti, anche a seguito delle misure di
mitigazione  proposte  dallo studio, dovranno essere previsti sistemi
piu'  articolati  di  schermatura  (Strutture  a  sbalzo, diffrattore
sommitale,  strutture  a  buffles) che consentano il contenimento del
rumore  alla  sorgente  stradale,  rendendo  nelle aree di pertinenza
residenziale  il clima acustico rispondente ai limiti di riferimento.
Se  si  dovessero  rendere  necessari  interventi  di  isolamento dei
singoli  ricettori,  questi dovranno comunque garantire condizioni di
confort  climatico  in  tutte le stagioni. La pavimentazione stradale
drenante-fonoassorbente,  messa  in opera per tutto il tratto, dovra'
mantenere  le sue caratteristiche di assorbimento acustico nel tempo.
A  tal  fine  dovranno  essere  effettuate  misure periodiche (almeno
semestrali)  del  coefficiente  di  assorbimento acustico medio della
pavimentazione,  con conseguenti eventuali interventi di manutenzione
al fine di evitare che il coefficiente stesso scenda sotto il 60% del
valore  iniziale  relativo  alla  pavimentazione nuova. Dovra' essere
predisposto  inoltre  un  piano  di  monitoraggio  del clima acustico
complessivo  delle  aree  interessate  direttamente  o indirettamente
dall'infrastruttura,  sia nella fase di costruzione sia di esercizio,
al  fine  di  verificare l'efficacia degli interventi di contenimento
dell'inquinamento acustico previsti;
    i) per  gli eventuali sistemi di illuminazione dei nodi si dovra'
perseguire  un  aspetto  unitario che tra l'altro, nel perseguire gli
obbiettivi  tecnico-operativi  e  di  sicurezza  della  circolazione,
adotti  tecnologie  di  massima  efficienza energetica e soluzioni di
schermatura che ne eliminino, per quanto tecnicamente possibile, ogni
dispersione  soprattutto  verso  l'alto  e  verso le aree limitrofe e
l'intorno territoriale;
    l) i  vari  sovra/sottopassi  stradali previsti per la viabilita'
ordinaria   intersecata  dovranno  garantire  una  sede  protetta  di
pendenza adeguata per la mobilita' confortevole di pedoni e ciclisti.
Dovranno,   inoltre,   essere   ottimizzati  da  un  punto  di  vista
planimetrico  in  modo  tale da risultare maggiormente rispettati gli
allineamenti naturali dei rispettivi itinerari e da ridurre al minimo
il consumo di territorio (interclusioni e reliquati);
    m) le  prescrizioni  di cui alle lettere a), c), e), f), g), h) e
i) dovranno essere sottoposte a verifica di ottemperanza da parte del
Ministero dell'ambiente prima di dare corso alle procedure d'appalto;
    n) tutti  gli interventi derivanti dalle precedenti prescrizioni,
una   volta   ulteriormente   definiti,   dovranno   essere  recepiti
all'interno dei capitolati speciali d'appalto;
    o) dovranno essere ottemperate altresi', ove non ricomprese nelle
precedenti,  tutte  le prescrizioni e raccomandazioni individuate dal
Ministero   per   i   beni   e   le  attivita'  culturali,  riportate
integralmente nelle premesse;
Dispone  che  il  presente  provvedimento  sia  comunicato all'ANAS -
Ufficio  speciale  infrastrutture, al Ministero dei trasporti e delle
infrastrutture DICOTER ed alla regione Calabria, la quale provvedera'
a  depositarlo presso l'ufficio istituito ai sensi dell'art. 5, comma
3,  del  decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 377 del
10 agosto 1988 ed a portarlo a conoscenza delle altre amministrazioni
eventualmente interessate.
    Roma, 23 gennaio 2002


                                          Il Ministro dell'ambiente
                                        e della tutela del territorio
                                                  Matteoli
  Il Ministro per i beni
 e le attività culturali
         Urbani