MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI

COMUNICATO

Proposta  di  riconoscimento  della  indicazione  geografica protetta
«Coppa di Parma»
(GU n.230 del 3-10-2003)

    Il  Ministero  delle politiche agricole e forestali, esaminate le
istanze presentate rispettivamente dall'associazione tra i produttori
per  la  tutela della Coppa di Parma, con sede in Parma, via al Ponte
Caprazucca,   6/A  e  dall'Associazione  industriali  delle  carni  -
ASS.I.CA.,  con  sede  in  Rozzano  (Milano),  Strada 4 - Palazzo Q8,
intese  ad  ottenere  la  registrazione  della indicazione geografica
protetta  per  il prodotto «Coppa di Parma», ai sensi del regolamento
(CEE) n. 2081/92;
    Rilevate le differenze oggettivamente esistenti nelle proposte di
disciplina  di  produzione  sopra  richiamate,  relative  al medesimo
prodotto   per   il   quale  e'  stato  richiesto  il  riconoscimento
comunitario  e concernenti essenzialmente la delimitazione della zona
di  trasformazione della Coppa di Parma e di approvvigionamento della
materia prima idonea ad essere trasformata nel prodotto in argomento;
    Ritenuto  necessario formulare una nuova proposta di disciplinare
di  produzione,  elaborata  sulla base dei dati produttivi esistenti,
relativi  al  prodotto  denominato  «Coppa  di  Parma»,  del processo
produttivo  e  della  provenienza  della materia prima effettivamente
utilizzata,  idonea  a  conferire  al  prodotto suddetto le peculiari
caratteristiche che lo contraddistinguono;
    Acquisiti  i  pareri  delle regioni, nella quali assume carattere
significativo   la   produzione  della  «Coppa  di  Parma»,  e  delle
organizzazioni  interprofessionali a rilevanza nazionale, sulla nuova
formulazione   della  delimitazione  rispettivamente  della  zona  di
trasformazione  e  di  quella di origine della materia prima idonea a
detta trasformazione;
    Ritenuto   opportuno  conferire  nuovo  impulso  al  procedimento
amministrativo,  del  quale  la pubblicazione della presente proposta
costituisce elemento irrinunciabile;
    Considerato che i soggetti legittimati ad inoltrare la domanda di
riconoscimento  comunitario,  in  precedenza meglio identificati, non
hanno   manifestato   l'intenzione   di   recedere  dalle  rispettive
posizioni;
                            Ha provveduto
a pubblicare la proposta di riconoscimento di seguito riportata.
    Le   eventuali  osservazioni  relative  alla  presente  proposta,
adeguatamente  motivate,  dovranno  essere  presentate  dai  soggetti
interessati,  nel  rispetto  della disciplina fissata dal decreto del
Presidente  della  Repubblica  26 ottobre  1972,  n.  642 «Disciplina
dell'imposta  di  bollo  e  successive  modifiche  al Ministero delle
politiche  agricole  e  forestali  -  Dipartimento della qualita' dei
prodotti  agroalimentari  e  dei  servizi - Direzione generale per la
qualita'  dei  prodotti  agroalimentari e la tutela del consumatore -
Q.T.C.  III  - via XX Settembre, 20 - 00187 Roma, entro trenta giorni
dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana della presente proposta.
    Decorso  tale  termine,  in assenza delle predette osservazioni e
dopo  la  loro  valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara'
notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 5 del regolamento
(CEE) n. 2081/92, ai competenti organi comunitari.
            DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA INDICAZIONE
                GEOGRAFICA PROTETTA «COPPA DI PARMA»
                               Art. 1.
                          Nome del prodotto
    L'indicazione  geografica  protetta «Coppa di Parma» e' riservata
al prodotto che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel
presente   disciplinare   di   produzione,  elaborato  ai  sensi  del
regolamento (CEE) n. 2081/92.
                               Art. 2.
                       Zona di trasformazione
    La  zona  di  trasformazione  del  prodotto  e' l'area geografica
identificata  dai  confini  amministrativi  delle province di seguito
indicate:
      regione   Piemonte:  province  di  Alessandria,  Asti,  Novara,
Torino, Vercelli;
      regione  Lombardia:  province di Brescia, Como, Cremona, Lecco,
Mantova, Milano, Varese;
      regione  Emilia-Romagna:  province di Bologna, Ferrara, Modena,
Parma, Reggio Emilia.
                               Art. 3.
               Zona di provenienza della materia prima
    La  materia  prima  e'  costituita  dalla carne dei suini nati in
Italia  ed  allevati  e  macellati  nel territorio riconosciuto per i
prodotti  a  D.O.P. «Prosciutto di Parma» e «Prosciutto San Daniele»,
ottenuta  da  allevamenti  e  da  suini  aventi le caratteristiche di
quelli    inseriti    nella   filiera   produttiva   delle   predette
denominazioni.
                               Art. 4.
                        Metodo di ottenimento
    Le  fasi tipiche per l'ottenimento e l'elaborazione del prodotto,
cosi'  come  tramandate  dalla  tradizione dei produttori della zona,
sono le seguenti:
      preparazione delle materie prime:
        rifilatura:   dopo  l'isolamento  della  massa  muscolare  si
procede  alla  rifilatura  che consiste nell'eliminazione delle parti
grasse  esuberanti,  di  aponeurosi  ed  eventuali  frastagliature di
carni,  conferendo  al  pezzo  una conformazione regolare di cilindro
leggermente piu' sottile alle estremita', di lunghezza oscillante tra
25-40 cm circa e di peso non inferiore a kg 2.
        La  rifilatura,  particolarmente accurata ha, in particolare,
lo  scopo di eliminare eventuali tagli presenti nella massa muscolare
ed eventuali eccedenze di parti grasse o muscolari cosi' da eliminare
il  rischio  di  sovrapposizioni  di  parti carnee o di infiltrazioni
anomale  di  muffe  incompatibili con le caratteristiche del prodotto
tipico «Coppa di Parma»;
        ingredienti:  gli  ingredienti  impiegati per la preparazione
della  «Coppa  di  Parma»  sono:  sale, aromi. Possono essere inoltre
impiegati:  vino,  destrosio,  fruttosio, colture starter, nitrito di
sodio/potassio, acido ascorbico e il suo sale sodico;
        salagione:   la   distribuzione   del   sale  e  degli  altri
ingredienti puo' venire effettuata sia manualmente che meccanicamente
mediante  zangolatura.  Detta  operazione  puo'  essere effettuata in
momenti  successivi  durante  i quali il prodotto viene conservato in
celle frigorifere con temperature che variano da circa 0,5 °C a circa
4  °C  e umidita' relative controllate in modo da favorire i processi
di  osmosi  e di disidratazione, la durata di questo periodo varia da
6/7 a 10 giorni;
        riposo:  finita la fase di salagione, la Coppa di Parma viene
sottoposta  ad un massaggio e messa a riposo in celle frigorifere con
temperature  da  circa  0,5 °C a circa 5 °C, per un periodo minimo di
cinque  giorni.  In  queste  condizioni  ambientali avviene ulteriore
assorbimento  del sale che si distribuisce uniformemente nella carne,
per via osmotica, con relativa cessione di acqua;
        rivestitura  -  legatura:  il  prodotto  passa attraverso una
formatrice-insaccatrice  che serve a rendere piu' regolare la forma e
a  spingere  la  Coppa  di  Parma  nel  budello. La rivestitura viene
realizzata  con  colon,  dritto  o  bondiana  di  bovino  oppure  con
peritoneo  parietale  di  suino (sunzen). La legatura consiste in una
prima  azione  con spago non a rete in senso longitudinale con otto o
piu'   briglie   terminanti   con  lo  stesso  capo  di  unico  spago
(imbrigliatura),  quindi una legatura orizzontale a spirale che parte
dall'estremita'  piu' grossa, passa sopra le briglie senza fissarvisi
ed  arriva  a  due  dita traverse prima dell'altra estremita'. Con il
capo   finale   della   legatura  a  spirale  con  apposito  attrezzo
(passetto),  si  vanno a fissare i passi alla imbrigliatura dal basso
all'alto e viceversa, in modo discontinuo con la funzione di impedire
che  i  passi  cadano  verso il basso per allentamento dello spago in
seguito a contrazione, per stagionatura;
        stufatura: fase che consiste nel portare la Coppa di Parma da
bassa temperatura a circa 18 °C nel tempo 8-10 ore;
        asciugamento:  la  prima  fase dell'asciugamento del prodotto
con  temperature che partono da circa 22-23 °C il primo giorno arriva
progressivamente  a  18  °C  il terzo giorno, con U.R. % da 55-75. La
fase   successiva,   della   durata   di   circa   15   giorni  porta
all'abbassamento  della  temperatura fino a circa 14-15 °C con U.R. %
attorno  a 60-80. Le fasi di stufatura e asciugamento avvengono negli
stessi locali allo scopo appositamente attrezzati;
        stagionatura:   la   stagionatura   avviene   in   condizioni
climatiche di temperature da circa 12 °C a circa 16 °C e con umidita'
relative di 70-87% fino al completamento della stagionatura.
        In  queste  condizioni  si  ha una lenta e graduale riduzione
dell'umidita' e si sviluppano fenomeni biochimici atti a garantire al
prodotto caratteristiche organolettiche tipiche ben definite.
        Il  periodo  totale  di  stagionatura  e', di un minimo di 60
giorni  dall'inizio della lavorazione per le coppe da kg 2 a kg 2,6 e
di  90  giorni  dall'inizio  della  lavorazione  per le coppe di peso
superiore ai kg 2,6.
                               Art. 5.
                    Caratteristiche del prodotto
    La   «Coppa   di   Parma»   e'  costituita  da  un  pezzo  intero
rappresentato  anatomicamente  dalla  porzione  muscolare  del collo,
aderente  alle  vertebre  cervicali  e  parte  delle toraciche (massa
muscolare  compresa  nella  doccia formata dalle apofisi spinose, dai
corpi  vertebrali e dalle apofisi traverse), sezionato da carni suine
nazionali  che  non  hanno  subito  processi  di  congelamento.  Dopo
opportuna  rifilatura,  in modo da conferire una forma caratteristica
cilindrica,  viene  sottoposta  a  un trattamento tecnologico tipico,
atto  a  conferire  al  prodotto  caratteristiche  organolettiche ben
definite cosi' come descritto nel presente articolo.
    Il prodotto deve avere i seguenti requisiti:
      caratteristiche chimiche e fisiche:
        sale < 5%;
        proteine totali min. 22%;
        rapporto acqua/proteine max 2;
        pH > 5,7;
      parametri microbiologici:
        enterobatteri tortali u.f.c./g < 10;
        E.coli u.f.c./g < 10;
        Stafilococcus Aureus u.f.c./g < 100;
      caratteristiche organolettiche dei prodotto finito:
        aspetto:   la   forma   cilindrica   non   deve   presentarsi
schiacciata.  La  consistenza al tatto deve essere media. Il distacco
del  budello  deve  avvenire  facilmente.  La Coppa di Parma non deve
presentare  untuosita'  o  patina  superficiale.  La  parte magra del
prodotto  affettato  deve  avere un colore rosso-scuro uniforme senza
macchie.  Non  devono essere presenti muffe all'interno. Al taglio la
fetta  non  deve  presentare  parti  grasse di colore giallo o molle,
indici  di  cattiva  maturazione.  Il sapore deve essere tipico di un
prodotto carneo con sufficiente degradazione proteolitica sulla parte
magra   e   lipolitica  nella  parte  grassa,  dovute  ad  una  buona
stagionatura,  senza  presentare  sapori  estranei  di  acido fenico,
farina di pesce o altro, ed avere un giusto grado di sapidita';
      altri parametri sensoriali:
        odore:  l'odore  e  il  profumo  di  una  gradevole fragranza
caratteristica  del  prodotto,  sono rilevati mediante steccatura con
osso di cavallo sulle parti grasse e non su quelle magre, vicino alla
vena principale;
        consistenza:  il  grado  di  consistenza al tatto e al taglio
deve  presentarsi  tendenzialmente  omogeneo  fra le parti interne ed
esterne,  indice dell'avvenuta graduale disidratazione e stagionatura
della Coppa di Parma;
        colore:  il  colore della fetta non deve presentare macchie e
deve   essere   uniforme;   di  colore  rosso  nella  parte  magra  e
tendenzialmente roseo nella parte grassa.
                               Art. 6.
                Condizionamento e commercializzazione
    La  «Coppa  di Parma» puo' essere commercializzata dai produttori
intera,  allo  stato  sfuso,  in trancio o in atmosfera protettiva, o
affettata sottovuoto o in atmosfera protettiva.
    Le  operazioni  di affettamento e confezionamento sottovuoto o in
atmosfera   protettiva  devono  avvenire  sotto  la  vigilanza  della
struttura di controllo indicata all'art. 8, esclusivamente nella zona
di produzione indicata all'art. 2.
                               Art. 7.
                            Etichettatura
    La  «Coppa  di Parma» viene immessa al consumo nel rispetto delle
norme vigenti in materia di etichettatura. L'etichetta apposta per la
vendita  al  consumo reca in particolare, oltre al marchio aziendale,
il  logo comunitario della I.G.P. e la denominazione «Coppa di Parma»
Indicazione Geografica Protetta o il suo acronimo I.G.P.
    La  denominazione  predetta deve risultare di dimensioni maggiori
di qualunque altra scritta apposta sulla confezione.
                               Art. 8.
                       Struttura di controllo
    Il  controllo  per l'applicazione delle disposizioni del presente
disciplinare  di  produzione  e'  svolto da un organismo di controllo
autorizzato   conformemente  a  quanto  stabilito  dall'art.  10  del
regolamento (CEE) n. 2081/92 del 14 luglio 1992.
                               Art. 9.
                  Elementi che comprovano l'origine
    Il  prodotto  viene  realizzato  secondo  le tradizioni storiche.
Infatti   nell'ambito  del  territorio  indicato  all'art.  2  si  e'
sviluppata  una  cultura  di  trasformazione di prodotti derivanti da
carni suine in tempi molto antichi.
    Gia' alla fine del secolo XVII si trovano riferimenti alla «coppa
o  bondiola»  di  Parma,  quale «salame investito», ovvero insaccato.
All'inizio  del  1700  la «Coppa di Parma» viene citata nelle memorie
dei  viaggiatori,  quale prodotto tipico del luogo. In un inventario,
redatto  nel  1723 si enuncia che per poter entrare a far parte della
corporazione  dei «lardaroli» e' necessario possedere un certo numero
di  salami e bondiole. Alla «bondiola» fa riferimento anche una stima
degli  ufficiali dell'arte dei lardaroli (1750) nonche' una grida del
21 aprile  1764. Allo stesso periodo risalgono i contratti registrati
dagli  amministratori  della  Real  Casa  per la somministrazione dei
generi   alimentari  delle  Cucine  Reali.  Si  hanno  notizie  certe
sull'ammontare  dei  consumi  di coppe e bondiole alla corte del Duca
Don  Ferdinando Borbone. Dal 1800 si hanno notizie delle quantita' di
coppe   vendute  nei  mercati  della  zona:  nel  1940,  ad  esempio,
l'esportazione  di  coppe  dalla provincia di Parma ammontava a circa
200 pezzi.
    Molti   prodotti   salumieri  nel  corso  di  lunghissimi  tempi,
valutabili  in  secoli  e  talora  millenni, hanno assunto qualita' o
caratteristiche   peculiari,   in  stretto  rapporto  con  l'ambiente
geografico,  comprensivo  dei fattori naturali ed umani, dai quali ed
in  diversi  casi  deriva una meritata e particolare reputazione. Una
condizione  quest'ultima  facilmente riconoscibile anche nella «Coppa
di Parma».
    La  «Coppa di Parma» deve le sue peculiari caratteristiche ad una
serie  di  ben  precisi  collegamenti con l'ambiente, inteso in senso
lato  e  comprensivo  di  fattori  geografici  naturali ed umani, che
riguardano  il maiale, la tecnologia di preparazione, gli ambienti di
stagionatura e soprattutto il loro interagire.
    La «Coppa di Parma» viene prodotta con carni di maiale «pesante»,
meglio definibile come maiale maturo: e' lo stesso tipo di maiale che
per   genetica,   alimentazione   e  condizioni  di  allevamento,  ma
soprattutto  per  l'eta'  di  macellazione,  fornisce  carni  di alta
qualita'  per  la produzione del Prosciutto di Parma e del Prosciutto
San Daniele.
    Sulla  base  delle notizie archeologiche, storiche, linguistiche,
delle   tradizioni  e  della  iconografia  esistente,  nonche'  delle
conoscenze   scientifiche  di  biologia,  allevamento  del  maiale  e
tecnologiche  sulla  trasformazione  degli  alimenti,  in particolare
ervazione  delle carni tramite la salagione, e' possibile riconoscere
quanto segue.
    Da  un  punto  di vista sociale e culturale, ma soprattutto delle
tecnologie  di  produzione  sviluppate e conservate dalla tradizione,
l'area costituisce una unita' anche per quanto riguarda l'allevamento
del maiale e soprattutto la lavorazione delle sue carni (da ricordare
ad esempio anche la coscia, dalla quale si origina il prosciutto).
    Nell'ambito padano si e' originato un modello di addomesticamento
e  allevamento  del  maiale  e  di  produzione di prodotti salumieri.
Questo  modello  nel  tempo si e' successivamente differenziato dando
origine  a  molte  modulazioni,  una  delle quali, e' senza dubbio la
«Coppa di Parma».
    In  tempi  protostorici  vi  e'  stata una semidomesticazione del
maiale,  soprattutto  in  ambito della cultura prima etrusco-romana e
successivamente  longobarda.  La zona indicata all'art. 3 e' compresa
nella vasta area di cultura longobarda del maiale.
    Nonostante   taluni   cambiamenti  avvenuti  nei  millenni  nella
alimentazione  e  nelle  popolazioni di maiali allevati, sono rimaste
assolutamente  costanti  alcune caratteristiche indispensabili per la
produzione di carni e quindi di salumi di alta qualita'.
    Una  chiara  linea unisce la produzione di «Coppa di Parma» dalle
sue origine fino ad oggi:
      aree di stagionatura: pre-collinare, collinare e di pianura;
      trattamento  con  limitata  quantita'  di  sale, in conseguenza
della maturita' delle carni del maiale;
      assenza  di  altri  trattamenti  conservativi e soprattutto del
fumo.
    L'industrializzazione  della  produzione  di  «Coppa di Parma» e'
passata   attraverso   una  fase  di  artigianato  che  ha  mantenuto
sostanzialmente   inalterate   le  caratteristiche  tradizionali  del
prodotto.
    Ogni  azienda produttrice cura e predispone un registro sul quale
annota  i  dati  relativi  alle materie prime in ingresso e, nel caso
delle  componenti  carnee, il corrispondente numero di bolla, data di
arrivo, fornitore e tipo di carnee.
    Nel  registro  e'  evidenziata  l'associazione tra materia prima,
secondo  le  disposizioni  e  i  requisiti di tracciabilita' disposti
dagli  organismi  preposti  ai  controlli  di  filiera  del  circuito
tutelato.
    Tutte le operazioni costituiscono oggetto di rigorosa verifica da
parte della struttura di controllo indicata all'art. 8.
                              Art. 10.
          Elementi che comprovano il legame con l'ambiente
    Dalla  meta' del Novecento la prassi produttiva ha confermato che
nel  territorio indicato all'art. 2 molti imprenditori, industriali e
artigianali,  mantenendo  e perfezionando particolari caratteristiche
qualitative  e di gusto del salume tradizionalmente denominato «Coppa
di Parma» hanno usato ed usano questa denominazione per etichettare i
loro  prodotti  che  vengono  realizzati  nel  rispetto  del presente
disciplinare.
    Il   clima  come  le  caratteristiche  dell'aria  (temperature  e
umidita)   sono   quelli   tipici  della  zona  dove  si  e'  formato
storicamente il prodotto «Coppa di Parma».
    L'area  di  provenienza  della materia prima e di elaborazione e'
delimitata  da  quella  effettivamente  delineatasi e mantenutasi nel
corso  del  tempo nel rispetto delle tradizioni che hanno determinato
la fama cosi' come descritto nell'art. 9.