Approvazione del programma per l'organizzazione di iniziative promozionali finalizzate alla valorizzazione dei prodotti di pesca e acquicoltura nazionale.(GU n.22 del 28-1-1994)
IL DIRETTORE GENERALE DELLA PESCA MARITTIMA Visto l'art. 26 della legge 17 febbraio 1982, n. 41, concernente il piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima e successive modificazioni; Visto il decreto ministeriale 9 novembre 1982 sulle modalita' tecniche per la concessione degli interventi finanziari previsti dalla suddetta legge; Visto il quarto Piano triennale della pesca e dell'acquicoltura 1994-1996, adottato con decreto ministeriale 21 dicembre 1993; Visti le indicazioni ed i dati forniti dalle associazioni di produttori e dalle cooperative dei pescatori e loro consorzi; Ritenuto che occorre provvedere - in conformita' alle strategie di intervento complessivamente delineate nel quarto Piano nazionale della pesca e dell'acquicoltura per il triennio 1994-1996 - all'organizzazione di iniziative promozionali finalizzate alla valorizzazione dei prodotti di pesca e di acquicoltura nazionale rispetto a quelli di importazione ed alla conoscenza da parte del consumatore delle differenze qualitative e nutrizionali tra i due prodotti; Sentito il Comitato nazionale per la conservazione e la gestione delle risorse biologiche del mare che, nella riunione del 10 gennaio 1994, ha reso all'unanimita' parere favorevole; Decreta: E' approvato l'unito programma per l'organizzazione di iniziative promozionali finalizzate alla valorizzazione dei prodotti di pesca e di acquicoltura nazionale rispetto a quelli di importazione ed alla conoscenza da parte del consumatore delle differenze qualitative e nutrizionali tra i due prodotti. Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 21 gennaio 1994 Il direttore generale: AMBROSIO ____________ CAMPAGNE PROMOZIONALI Art. 26 della legge n. 41/1982 1) Iniziative promozionali finalizzate alla valorizzazione dei prodotti di pesca e di acquicoltura nazionale rispetto a quelli di importazione ed alla conoscenza da parte del consumatore delle differenze qualitative e nutrizionali tra i due prodotti. Premessa e obiettivi. Il quarto Piano nazionale della pesca e dell'acquicoltura nelle acque marine e salmastre per il triennio 1994-1996, adottato dal Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali con decreto 22 dicembre 1993, fornisce chiare ed univoche indicazioni per la utilizzazione della quota di risorse finanziarie assegnate alle iniziative promozionali secondo un disegno unitario che - compendiando l'attivita' di comunicazione in un unico processo - eviti dispersioni, massimizzando l'efficacia degli investimenti. Tale unitarieta' di contenuti deve consentire il raggiungimento dell'obiettivo finale della valorizzazione dei prodotti di pesca nazionale rispetto a quelli d'importazione e della conoscenza da parte del consumatore delle differenze qualitative e nutrizionali tra i due prodotti. In questo obiettivo strategico di fondo trova la sua naturale collocazione l'esigenza di rimuovere con urgenza le conseguenze negative sul consumo dei prodotti ittici provocate dal forte incremento delle importazioni sia di prodotto destinato al consumo finale che della materia prima destinata all'industria di trasformazione. A causa dell'aumento della domanda da parte dei consumatori la dipendenza dall'estero ha ormai raggiunto il 63% e si puo' ritenere che in uno scenario di accentuata dinamicita' dei commerci internazionali non si possono non avere anche forti implicazioni per le imprese di pesca italiane. Si va delineando tra l'altro anche una modifica delle politiche commerciali da parte delle societa' di importazione. Queste, infatti, offrono un mix di specie non limitate a quelle di acquicoltura o a quelle che possono sostituire il prodotto locale, come accedeva in precedenza. Il prodotto di importazione registra, inoltre, prezzi inferiori rispetto al prodotto interno. Tale differenza a sfavore del prodotto italiano trova giustificazione negli elevati costi unitari di produzione, dovuti alla caratteristica prevalentemente costiera della pesca italiana rispetto a quella industriale delle flotte operanti in oceano. D'altra parte il prodotto nazionale ha caratteristiche qualitative ed organolettiche di molto superiori al prodotto di importazione. La progressiva tendenza al consumo del prodotto di importazione ha determinato una tendenza, altrettanto progressiva, al livellamento dei prezzi all'ingrosso con ovvia pressione nei confronti dei margini di profitto delle imprese di pesca. Quindi anche in presenza di una forte e crescente domanda, esercitata dai consumatori, si nota un peggioramento delle redditivita' delle imprese di pesca e, dunque, dei redditi dei pescatori. Le indicazioni dei ceti produttivi interessati rispecchiano pienamente queste finalita' che si appalesano, peraltro, conformi alle linee direttrici per l'esame degli aiuti nazionali nel settore della pesca della Comunita' europea, che ritengono compatibili con il mercato comune le azioni e gli strumenti di comunicazione in favore di un determinato prodotto, purche' non volti a favorire i prodotti di una o piu' imprese specifiche. Strategia. La strategia di comunicazione deve conseguentemente essere incentrata sulle caratteristiche di freschezza ed organolettiche proprie del prodotto nazionale. Bisogna determinare nel consumatore da un lato la convinzione che il maggior costo del prodotto corrisponde ad indubbia superiorita' qualitativa e dall'altro la certezza sulla provenienza e quindi sulla freschezza dello stesso prodotto ittico. E' da notare che, tra gli obiettivi del quarto Piano triennale della pesca marittima e dell'acquicoltura, oltre alla necessita' di procedere alla concentrazione della produzione interna ed al rafforzamento delle strutture di conservazione, e' ricompresa anche la valorizzazione della successiva distribuzione del pescato con eventuale marchio collettivo che ne indichi la provenienza. Cio' a tutela sia del consumatore che dello stesso produttore. Inoltre, al fine di favorire l'ampliamento del mercato delle cooperative italiane di produzione (ed in genere dei produttori italiani) e' strategicamente necessaria l'acquisizione di segmenti di mercato attualmente serviti dall'importazione (mense aziendali e grandi comunita'). Il consumatore. Il mutamento degli stili di vita, cosi' come evidenziato da molteplici ricerche, mostra uno spostamento degli interessi del consumatore verso prodotti che appaiono "salutisti" con elevate qualita' nutrizionali e con marchi che ne accertino la qualita' e l'origine. L'immagine del prodotto ittico risente di alcune inefficienze del processo di distribuzione e quindi delle conseguenti difficolta' di accertamento della provenienza e del grado di freschezza dello stesso. In quest'ottica vanno sostenute, in un'azione sinergica con la campagna promozionale, gli sforzi delle associazioni nazionali cooperativistiche per progetti specifici. E' indubbio che il messaggio promozionale influisce enormemente sulle scelte del consumatore che e' sempre meno disposto all'acquisto di prodotti sconosciuti. Questa diffidenza e' accentuata dal fatto che non esiste nessun organismo che tranquillizzi sull'effettiva origine del prodotto. Bisogna quindi offrire al consumatore elementi obiettivi di valutazione della qualita' dei prodotti ittici su corrette basi nutrizionali e su indicazioni certe circa la provenienza. Da quanto sopra emerge un fattore che potrebbe essere definito "psicologico", legato ad un sentimento di fiducia. Esiste cioe' nel consumatore un elemento di fiducia sulla freschezza e sulla provenienza del prodotto, che viene supposta a lui vicina, capace di determinare un maggior consumo alimentare di pesce. L'obiettivo e', quindi, di realizzare un momento comparativo fra pesce italiano (e per questo pescato "vicino"), piu' fresco e meglio controllato, e pesce non meglio individuabile per zona di provenienza. Si puntera' in tal modo a sollecitare l'interesse di un pubblico eterogeneo, cercando di allargare la domanda anche a settori di mercato serviti, fino ad oggi, dall'importazione. Da quanto sopra emerge al necessita' di una campagna promozionale che tenda a sostenere lo sforzo delle cooperative di pesca (e dei produttori in genere) diretto alla valorizzazione del prodotto interno ed alla salvaguardia dei margini di profitto delle imprese di pesca. La distribuzione. Parallelamente alle azioni sul consumatore, andranno realizzate iniziative promozionali sulla distribuzione, finalizzate ad un incremento dell'offerta di prodotto ittico nazionale e alla costante e conveniente reperibilita' dello stesso, onde evitare che gli sforzi pubblicitari vengano annullati dalle difficolta' di reperimento del prodotto. Presso la grande distribuzione si protranno prevedere manifestazioni promozionali allestite con adeguato materiale pubblicitario ed eventuali stands di degustazione presso i maggiori supermercati. Andra' anche predisposto del materiale informativo da distribuire nei punti vendita tradizionali. Conclusioni. La campagna promozionale coprira' un arco temporale di trentasei mesi e sara' articolata in tre fasi - distinte sul piano operativo - ma concettualmente unitarie, della durata di dodici mesi ciascuna. La disponibilita' finanziaria, prevista dal piano e ammontante al 7% dell'intero stanziamento, sara' ripartita in ragione del 5% per l'effettuazione della campagna istituzionale e del 2% per specifici progetti, presentati dalle associazioni nazionali di cui al secondo comma dell'art. 26 della legge n. 41/1982. Tale ultima percentuale sara' in ogni caso garantita per gli anni 1995 e 1996; per il 1994 lo sara' a seguito della possibilita' di utilizzazione dei fondi previsti in tabella A della legge finanziaria per il 1994. La retribuzione dell'agenzia che curera' la campagna non dovra' in ogni caso superare la percentuale del 15%, calcolata sugli investimenti effettuati, ad eccezione delle iniziative specifiche, inserite nel piano mezzi, ma non curate direttamente dall'agenzia stessa.