MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

COMUNICATO

Proposta di disciplinare di produzione della denominazione di origine
protetta «Carciofo Spinoso di Sardegna». (15A01058) 
(GU n.42 del 20-2-2015)

 
    Il Ministero delle politiche agricole alimentari e  forestali  ha
ricevuto, nel quadro della procedura prevista dal Regolamento (UE) n.
1151/2012 del Parlamento Europeo e  del  Consiglio  del  21  novembre
2012, l'istanza intesa ad ottenere la modifica  del  disciplinare  di
produzione della denominazione geografica protetta "Carciofo  Spinoso
di Sardegna" registrata con Reg. (UE) n. 94/2011 del 3 febbraio 2011. 
    Considerato che la modifica e' stata presentata dal Consorzio  di
Tutela del Carciofo Spinoso di Sardegna  D.O.P.  con  sede  in  corso
Europa 33 - 07039 Valledoria (SS) e  che  il  predetto  consorzio  e'
l'unico soggetto legittimato a presentare l'istanza di  modifica  del
disciplinare di produzione ai sensi  dell'art.  14,  della  legge  n.
526/99. 
    Considerato altresi'  che  l'art.  53  del  Regolamento  (UE)  n.
1151/2012 prevede la possibilita' da parte  degli  Stati  membri,  di
chiedere  la  modifica   del   disciplinare   di   produzione   delle
denominazioni registrate. 
    Il Ministero delle  politiche  agricole  alimentari  e  forestali
acquisito inoltre il parere della  Regione  Autonoma  della  Sardegna
circa la richiesta di  modifica,  ritiene  di  dover  procedere  alla
pubblicazione del disciplinare di produzione  della  D.O.P  "Carciofo
Spinoso di Sardegna" cosi' come modificato. 
    Le eventuali osservazioni, adeguatamente motivate, relative  alla
presente proposta, dovranno essere  presentate,  al  Ministero  delle
politiche  agricole  alimentari  e  forestali  -  Dipartimento  delle
politiche competitive della qualita' agroalimentare, ippiche e  della
pesca  -  Direzione  generale  per  la  promozione   della   qualita'
agroalimentare e dell'ippica - PQAI IV - via XX  Settembre  n.  20  -
00187 Roma - entro trenta giorni dalla data  di  pubblicazione  nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente proposta,
dai  soggetti  interessati  e  costituiranno  oggetto  di   opportuna
valutazione da parte del predetto Ministero, prima della trasmissione
della suddetta proposta di riconoscimento alla Commissione Europea. 
    Decorso tale termine, in assenza delle  suddette  osservazioni  o
dopo la loro valutazione ai  sensi  dell'art.  49,  paragrafo  3  del
regolamento (UE) n. 1151/2012, ove pervenute,  la  predetta  proposta
sara' notificata, per l'approvazione ai competenti organi comunitari. 
 
                               Art. 1 
 
 
                            Denominazione 
 
    La Denominazione d'Origine Protetta (D.O.P.) "Carciofo Spinoso di
Sardegna" e' riservata ai carciofi che rispondono alle condizioni  ed
ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione. 
 
                               Art. 2 
 
 
                    Caratteristiche del prodotto 
 
    Il  "Carciofo  Spinoso  di  Sardegna"  proviene  da  coltivazioni
dell'ecotipo  locale  "Spinoso  Sardo"  riconducibili   alla   specie
botanica "Cynara scolymus" e  si  caratterizza  per  le  peculiarita'
morfologiche indicate di seguito: 
      Pianta poliennale rizomatosa di taglia media con inserzione del
capolino principale  ad  un'altezza  che  varia  dai  45  ai  70  cm,
portamento assurgente,  attitudine  pollonifera  elevata,  produzione
scalare; 
      Foglia di colore  verde  spinescente  di  dimensioni  medie  ed
eterofillia elevata che si manifesta  con  la  presenza  di  numerose
foglie a lamina intera ed altre foglie lobate o  piu'  frequentemente
pennatosette; 
      Capolino conico allungato,  mediamente  compatto,  con  altezza
minima di 6 cm e diametro compreso tra 6 e 13 cm, brattee esterne  di
colore verde talvolta con ampie sfumature violetto-brunastre, grandi,
allungate, ad  apice  appuntito  terminante  con  una  spina  gialla;
brattee interne di colore giallo paglierino  con  venature  violette;
peduncolo di lunghezza tra i 10 ed i 40 cm (come da  deroga  concessa
con Reg. CE n. 1466/2003) e spessore medio tra 1 e 3,5 cm. 
    Il "Carciofo Spinoso di Sardegna" DOP deve possedere le  seguenti
caratteristiche: 
      Fisiche: 
        forma: capolino conico allungato mediamente compatto; 
        colore:  verde  talvolta   con   ampie   sfumature   violetto
brunastre; 
        presenza di spine di colore giallo nelle brattee; 
        struttura del gambo: parte interna poco  fibrosa,  tenera  ed
edibile; 
        parte edibile: non inferiore al 30 % del  peso  del  capolino
fresco. 
      Chimiche: 
        contenuto in carboidrati non inferiore a 2,5 g su  100  g  di
sostanza fresca; 
        contenuto in polifenoli non inferiore a 50 mg  in  100  g  di
sostanza fresca; 
        sodio: non superiore a 0,125 g su 100 g di sostanza fresca. 
      Organolettiche: 
        profumo: intenso di cardo e floreale; 
        consistenza: alla base le brattee sono carnose e allo  stesso
tempo tenere e croccanti; 
        gusto:  corposo  con  equilibrata  sintesi  di  amarognolo  e
dolciastro per la presenza di derivati polifenolici e cinarina; 
        astringenza: la presenza dei tannini, componenti naturali del
carciofo, e' poco avvertita in quanto controbilanciata da  sensazioni
prevalenti  di  dolce,  derivanti  dalla   presenza   importante   di
carboidrati, tipica del "Carciofo Spinoso di Sardegna". 
    Il tradizionale consumo allo stato crudo del "Carciofo Spinoso di
Sardegna",  che  riguarda  oltreche'  il  capolino  anche  il  gambo,
consente una maggiore valorizzazione  dei  principi  nutrizionali  in
esso contenuti. 
    Puo' ottenere il riconoscimento D.O.P. solo il "Carciofo  Spinoso
di Sardegna" corrispondente alle categorie commerciali "Extra" e "I". 
 
                               Art. 3 
 
 
                         Zona di produzione 
 
    Il  "Carciofo  Spinoso  di  Sardegna"  deve  essere  coltivato  e
condizionato nelle zone di produzione che ricadono nei territori  dei
seguenti comuni: 
      Provincia di Cagliari: Assemini, Assemini Isola  Amministrativa
(I.A.), Barrali, Castiadas, Decimomannu, Decimoputzu, Donori,  Elmas,
Escolca (I.A.), Guasila, Mandas, Maracalagonis,  Monastir,  Muravera,
Nuraminis, Serdiana, Pimentel, Pula, Quartu Sant' Elena,  Quartucciu,
Samatzai, San Sperate, San Vito, Selargius,  Selegas,  Sestu,  Sinnai
(I.A),  Ussana,  Uta,   Villanovafranca,   Villaputzu,   Villasimius,
Villasor, Villaspeciosa; 
      Provincia del Carbonia-Iglesias: Giba, Masainas, Piscinas,  San
Giovanni   Suergiu,    Santadi,    Sant'Anna    Arresi,    Tratalias,
Villaperuccio; 
      Provincia  del   Medio   Campidano:   Furtei,   Gonnosfanadiga,
Pabillonis, Pauli Arbarei, Samassi,  San  Gavino  Monreale,  Sanluri,
Sardara, Segariu, Serramanna, Serrenti, Villacidro, Villamar; 
      Provincia di Oristano: Arborea, Baratili San  Pietro,  Bauladu,
Bosa, Cabras, Cuglieri, Flussio, Magomadas, Marrubiu, Milis,  Mogoro,
Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea,  Riola  Sardo,
San Nicolo' Arcidano, Santa Giusta, San Vero,  Siamaggiore,  Seneghe,
Sennariolo, Simaxis,  Solarussa,  Terralba,  Tramatza,  Tresnuraghes,
Uras, Zeddiani, Zerfaliu; 
      Provincia di Nuoro: Dorgali, Galtelli', Irgoli, Loculi, Onifai,
Orosei, Posada, Siniscola, Torpe'; 
      Provincia dell'Ogliastra:  Arzana  (I.A,),  Barisardo,  Baunei,
Cardedu, Girasole, Lanusei (I.A.), Loceri (I.A.), Lotzorai, Tertenia,
Tortoli'; 
      Provincia di Sassari: Alghero, Banari,  Castelsardo,  Florinas,
Ittiri, Montresta,  Olmedo,  Ossi,  Valledoria,  Viddalba,  Villanova
Monteleone, Porto Torres,  Putifigari,  Uri,  Santa  Maria  Coghinas,
Sassari, Usini, Sedini, Sennori, Sorso, Tissi; 
      Provincia della Olbia-Tempio: Badesi, Budoni, San Teodoro; 
    La suddetta area di produzione e'  quella  in  cui  il  "Carciofo
Spinoso di Sardegna" risulta essere  tradizionalmente  coltivato.  In
questi   territori   si   ritrovano   contemporaneamente   tutte   le
caratteristiche   di   vocazionalita'   pedoclimatica   idonee   alla
coltivazione e si e' sviluppato contestualmente tutto  il  patrimonio
di  esperienze,  tradizioni  e  capacita'  tecnico -  colturali   che
garantiscono la caratterizzazione del prodotto. 
 
                               Art. 4 
 
 
                         Prova dell'origine 
 
    Ogni fase del processo produttivo viene  monitorata  documentando
per ognuna gli input e gli  output.  In  questo  modo,  e  attraverso
l'iscrizione  in  appositi  elenchi,  gestiti  dalla   struttura   di
controllo,  delle  particelle  catastali  sulle  quali   avviene   la
coltivazione, dei produttori,  dei  condizionatori  e'  garantita  la
tracciabilita' del prodotto. Tutte le persone, fisiche e  giuridiche,
iscritte nei relativi elenchi,  sono  assoggettate  al  controllo  da
parte della struttura  di  controllo,  secondo  quanto  disposto  dal
disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo. 
 
                               Art. 5 
 
 
                        Metodo di ottenimento 
 
    Il "Carciofo Spinoso di Sardegna"  DOP  e'  coltivato  in  "pieno
campo" secondo le tecniche di seguito indicate. 
    I terreni devono essere freschi, di medio impasto e ben  drenati.
La  preparazione  dei  terreni  inizia  con  la  discissura  e/o  con
l'aratura profonda. 
    La propagazione avviene mediante ovuli e/o  carducci  che  devono
appartenere a piante  con  le  caratteristiche  tipiche  dell'ecotipo
locale ed essere prelevati da carciofaie o dai  piantonai  e/o  vivai
derivanti da materiale proveniente dalle zone di  produzione  di  cui
all'art.3. 
    Gli  organi  di  propagazione,  in   fase   di   quiescenza   e/o
pre-germogliati, vengono trapiantati tra la seconda meta'  di  giugno
ed i primi di agosto e consentono una produzione precoce nel  periodo
autunnale. Trapianti successivi, compresi  tra  agosto  e  settembre,
consentono di ottenere produzioni piu' tardive, inverno-primavera. La
densita' d'impianto e' compresa tra 0,6  e  1,2  piante  per  mq.  La
durata dell'impianto puo' essere annuale o poliennale. 
    Per la concimazione del terreno si utilizzano i seguenti elementi
nutritivi secondo i seguenti quantitativi massimi: 
    azoto 230 kg/ha; la dose complessiva e' frazionata  in  almeno  4
interventi (non si possono superare 70 unita'/ha per intervento); 
      fosforo (espresso in P2 O5 ) 120 kg /ha; 
      potassio (espresso in K2 O) 200 kg /ha; 
      Micro e macro elementi. 
    Inoltre, per assicurare un  regolare  sviluppo  delle  piante  si
interviene anche con il metodo della fertirrigazione. 
    Gli interventi irrigui, praticati  dalla  messa  a  dimora  degli
ovuli   e/o   carducci   fino   al   manifestarsi   di    sufficienti
precipitazioni, devono essere realizzati per aspersione e/o a goccia. 
    La  difesa  fitosanitaria  deve  essere  realizzata  seguendo   i
principi che regolano  la  difesa  integrata,  la  difesa  guidata  e
secondo il metodo di produzione biologica. Nelle colture  poliennali,
a fine ciclo di raccolta, deve essere  fatta  l'asportazione  precoce
dei  residui  organici  della  coltura.  Non  e'  ammesso  l'uso   di
regolatori di crescita in campo. 
    La raccolta dei carciofi deve essere eseguita a mano  tramite  la
recisione del gambo all'inserzione dei capolini di ordine  successivo
(puo' essere agevolata mediante  l'utilizzo  di  carrelli  muniti  di
nastri trasportatori)  e  deve  avvenire  prima  dell'apertura  delle
brattee, ossia dal 1° settembre al 31 maggio. 
    La resa produttiva massima e' di 10 capolini per pianta. 
    Il "Carciofo Spinoso di Sardegna"  deve  essere  condizionato  in
Sardegna nelle aree definite all'art. 3 del presente disciplinare. 
    Il condizionamento del "Carciofo Spinoso di Sardegna" consiste in
una o piu' delle seguenti operazioni: 
      sgambatura: consiste nel sottoporre i carciofi al taglio totale
o parziale del gambo. In caso di taglio parziale, la parte del  gambo
rimanente puo' essere ripulita dalla parte piu' esterna e legnosa; 
      eliminazione delle brattee: consiste nel rimuovere  le  brattee
piu' esterne del capolino  (1-2-3  file)  al  fine  di  garantire  la
pulizia del prodotto e la sua immediata fruibilita'; 
      cimatura delle brattee: consiste nella eliminazione per  taglio
della parte apicale del carciofo. Il taglio dovra' essere  effettuato
ad  un'altezza  che  garantisca  l'eliminazione  delle  spine  e   la
conservazione di tutta la parte edule del capolino; 
      porzionamento:  taglio  del  capolino  in  due  o  piu'  parti,
utilizzabili per le tipologie di gamme commerciali; 
      conservazione: e' consentito l'uso di sostanze  previste  dalle
normative vigenti in grado di limitare il fenomeno di ossidazione del
capolino. 
    Il "Carciofo Spinoso di Sardegna" deve essere confezionato  nelle
aree definite all'art. 3 del presente disciplinare. 
    Per consentire il  tradizionale  consumo  allo  stato  crudo  del
"Carciofo Spinoso di Sardegna", vista  la  facile  deperibilita'  del
prodotto, intesa come perdita delle  caratteristiche  di  freschezza,
ovvero brillantezza e turgore, a carico del capolino,  del  gambo,  e
delle foglie, e' necessario ridurre  al  minimo  le  manipolazioni  e
sottoporlo al  condizionamento  immediatamente  dopo  la  fase  della
raccolta. 
    Tale  vincolo  garantisce  un  sicuro  vantaggio  in  termini  di
freschezza per effetto di minori fenomeni ossidativi  e  traspirativi
ai quali il prodotto andrebbe incontro, alterandone di conseguenza le
caratteristiche fisiche, organolettiche e chimiche. 
    Tale procedura, oltre a garantire la tracciabilita' completa  del
prodotto,  rallenta  il  decadimento  delle  proprieta'  fisiche   ed
organolettiche, con  particolare  riferimento  alla  consistenza,  al
gusto, al profumo e al colore, elementi essenziali che consentono  al
consumatore l'identificazione del prodotto e il tradizionale  consumo
allo stato crudo. 
 
                               Art. 6 
 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    La produzione del "Carciofo Spinoso  di  Sardegna",  con  le  sue
riconosciute peculiarita', trova il suo fondamento nel  forte  legame
con  il  territorio  isolano  particolarmente  vocato  sia   per   le
tradizionali  tecniche  di  coltivazione  che   per   le   favorevoli
condizioni pedo-climatiche e morfologiche. 
    L'esistenza congiunta di tali fattori  consente  di  ottenere  un
prodotto che si distingue, non solo per l'aspetto estetico, ma  anche
per le caratteristiche organolettiche quali la limitata  astringenza,
il sapore gradevole, frutto di un'equilibrata sintesi di amarognolo e
dolciastro, e la tenerezza della polpa che ne favoriscono il  consumo
allo stato crudo. 
    Il "Carciofo Spinoso di Sardegna" e' inoltre  ricco  di  elementi
nutritivi a spiccata azione depurativa per l'organismo ed e' noto per
le  sue  proprieta'   terapeutiche   (stimolazione   della   diuresi,
disintossicazione  del  fegato,  diminuzione  del   colesterolo   nel
sangue). Contiene carboidrati in misura  importante,  sali  minerali,
ferro, potassio, fosforo sostanze polifenoliche e  diverse  tipologie
di  vitamine,  in  particolare  del  Gruppo  A.  Inoltre,  la  totale
esclusione dei fitoregolatori  da  parte  dei  carcioficoltori  sardi
permette il raggiungimento  di  un  prodotto  con  garanzie  di  alta
qualita'  igienico-sanitaria;  a  cio'  si  aggiunge  la  particolare
conformazione  del  capolino,  che  presenta   brattee   strettamente
appressate le une alle altre, che lo preserva dalla  penetrazione  di
eventuali sostanze esterne nocive nella parte  edibile  del  carciofo
garantendone quindi la salubrita'. 
    Tale  coltura  ha  trovato  il  suo  habitat  naturale  e  quelle
condizioni pedoclimatiche ideali al suo sviluppo nelle aree costiere,
che godono di microclimi particolari, nei fondo valle e nelle pianure
centrali dell'Isola, localizzate ai lati dei  piu'  importanti  corsi
d'acqua. 
    La temperatura media invernale  e'  di  11,3  °C,  mentre  quella
estiva risulta di circa 24 °C, con una media annuale di 17,6  °C.  Le
brinate sono rarissime, eccezionali le nevicate. Il 95% degli apporti
idrici  annuali,  che  ammontano  a  circa  560  mm,  e'   dovuto   a
precipitazioni di carattere piovoso, mentre la rugiada e la  grandine
concorrono per il restante 5%. La distribuzione annua delle piogge e'
notevolmente irregolare, presentando un picco di 196  mm  durante  la
stagione invernale ed un assenza  quasi  totale  (21  mm)  nel  corso
dell'estate. I giorni piovosi ammontano mediamente a  51.  I  fattori
climatici influenzano la qualita' del "Carciofo Spinoso di  Sardegna"
in quanto condizionano le funzioni  generali  della  pianta  come  la
fotosintesi, l'assunzione dell'acqua e delle sostanze  nutritive.  La
luce e' un fattore climatico  molto  importante  nel  determinare  le
caratteristiche qualitative del "Carciofo Spinoso di Sardegna" ed  in
particolare l'intensita' della radiazione, anche nei mesi  invernali,
influenza la produzione di sostanze di riserva  quali  i  carboidrati
che ne determinano il sapore, rendendolo  particolarmente  adatto  ad
essere consumato crudo. Si osserva, del resto,  che  l'intensita'  di
insolazione in tutta  l'areale  di  produzione  risulta  omogenea  in
quanto le differenze di latitudine tra le aree vocate  settentrionali
e quelle meridionali sono irrilevanti. 
    Tutti i terreni ricompresi nell'area  di  produzione  individuata
nell'art. 3 sono di origine alluvionale, freschi e di buona dotazione
in elementi chimici, vale a dire fosforo, magnesio, potassio,  calcio
e ferro, e in sostanza organica, tendenzialmente a reazione neutra  o
leggermente sub-alcalina. 
    Dal  punto  di  vista  chimico,  l'equilibrata  composizione   in
elementi minerali, unitamente alla dotazione  in  sostanza  organica,
rendono tali terreni ben strutturati  sotto  l'aspetto  fisico  e  in
grado di valorizzare le frequenti irrigazioni che, visto  il  periodo
in cui si  svolge  il  ciclo  del  "Carciofo  Spinoso  di  Sardegna",
assumono un'importanza  decisiva  nello  sviluppo  equilibrato  della
pianta. Consentono inoltre di differenziare i  capolini  nel  periodo
autunno-inverno, periodo in cui le particolari condizioni  climatiche
dell'Isola (temperature,  piogge,  luminosita'  ecc.)  sono  ritenute
capaci  di  conferire  al  prodotto  la  composizione  chimica  e  le
caratteristiche organolettiche sopra indicate. 
    La  buona  dotazione  di  calcio,  magnesio  e  potassio,   nella
stragrande maggioranza dei  terreni  adibiti  alla  coltivazione  del
carciofo, nonche' la composizione  delle  acque  irrigue  utilizzate,
migliora  le  caratteristiche  di  resistenza   della   pianta   alle
condizioni di stress derivanti dalle alte temperature e  dalla  bassa
umidita' relativa. Allo stesso modo la presenza di terreni "freschi",
profondi, senza ristagno idrico  e  principalmente  alluvionali,  che
presentano  un'ottima   capacita'   di   scambio,   garantiscono   la
disponibilita' di fosforo, ferro e potassio e altri sali minerali che
vengono   facilmente   assorbiti   dalla   pianta   determinando   le
caratteristiche di cui all'art. 2 del presente disciplinare. 
    Oltre a  questa  vocazionalita'  intrinseca  del  territorio,  la
risorsa umana con la sua tradizione, esperienza e capacita' consente,
attraverso le operazioni manuali di raccolta, cernita e  calibratura,
la selezione del carciofo migliore. Le operazioni di  dicioccatura  e
di  scarducciatura   effettuate   da   personale   locale   altamente
specializzato   contribuiscono   all'ottenimento   di   un   prodotto
selezionato. L'ottimale  combinazione  di  fattori  agronomici  quali
l'epoca di impianto, la densita' colturale, il  sapiente  impiego  di
irrigazione, la  concimazione  e  i  mezzi  di  lotta  fitosanitaria,
saggiamente utilizzati dall'uomo, nonche' la  durata  limitata  delle
carciofaie da 1 a 3 anni con la conseguente vigoria delle piante,  di
natura fiorente, accentuano la naturale predisposizione del "Carciofo
Spinoso di Sardegna" al consumo crudo. 
    Da un punto di  vista  storico  la  produzione,  la  cultura  del
carciofo e, in particolare, il suo legame con l'ambiente, trovano  le
radici sin dal periodo dei Fenici e, percorrendo i vari secoli,  sino
ai  nostri  giorni  dove  rappresenta  una  delle  economie   cardine
dell'agricoltura isolana e nazionale. 
    Testimonianze scritte della presenza  del  carciofo  in  Sardegna
sono riscontrabili gia' nella seconda  meta'  del  XVIII  secolo  nel
trattato del nobile sassarese Andrea Manca dell'Arca che,  nella  sua
opera "Agricoltura di Sardegna"  pubblicata  nel  1780,  intitola  un
paragrafo: "Cardo e Carciofo. 
    Propagazione. Varieta'. Coltivazione. Uso.". 
    Dimostrazione dell'esistenza del "Carciofo Spinoso  di  Sardegna"
nei primi decenni del secolo scorso si trovano anche nello scritto di
Max Leopold Wagner in "La vita rustica della Sardegna riflessa  nella
lingua",   pubblicata   a   Heidelberg   in   Germania   nel    1921.
Nell'importante  opera,  il  Wagner,  nel  capitolo   dedicato   alla
coltivazione dei campi, parla delle  colture  minori  della  Sardegna
dicendo  "...degli  altri  prodotti  della  terra,  in  genere   poco
coltivati, hanno qualche diffusione, per lo piu'  in  soddisfacimento
del fabbisogno famigliare, le lenticchie, i fagioli,  i  piselli,  le
zucche, i pomodori ed i carciofi...". 
    Dal manoscritto redatto dallo scrittore isolano Francesco  Sonis,
per descrivere la storia ed il ruolo della "Compagnia Barracellare in
Sardegna", emerge un' interessante testimonianza della  presenza  del
"Carciofo spinoso di Sardegna" attraverso le tasse  di  assicurazione
che i produttori sin dall'800 pagavano in cambio  della  salvaguardia
da parte delle "pattuglie  dei  Barracelli"  effettuata  sui  terreni
coltivati a carciofo. 
    Sin dai primi decenni del 900 si assiste poi,  ad  un  importante
rinnovamento dell'agricoltura  isolana  e  si  passa,  anche  per  il
carciofo,  da  una  produzione  destinata  all'autoconsumo   ad   una
produzione  specializzata,  orientata  verso  i  mercati  di  consumo
nazionali  ed  internazionali.  E'  in  questo  periodo   di   grande
evoluzione commerciale che si diffonde la  notorieta'  del  "Carciofo
Spinoso di Sardegna", infatti "nei mercati della penisola il carciofo
non veniva certamente commercializzato in modo indistinto e  anonimo;
"l'essere di Sardegna" rappresentava di fatto una  certificazione  di
qualita' e origine sin dai primi anni del '900  gradita  e  richiesta
dai consumatori". (Fonti: Ferrovie dello Stato, movimentazione  merci
autorita'  portuali  della  Sardegna,  movimentazione  merci  mercati
ortofrutticoli del nord-centro Italia). 
    L'origine storica del  prodotto  ha  portato  il  consumatore  ad
identificare nel corso dei tempi, il Carciofo Spinoso di Sardegna con
l'immagine della Sardegna stessa tanto che nel linguaggio  comune  si
parla  di  "Carciofo  Spinoso  di  Sardegna"  nei  menu'  di  diversi
ristoranti, nelle etichette aziendali e nei documenti commerciali; da
qui nasce  l'esigenza  di  formalizzare  l'uso  consolidato  di  tale
denominazione, in modo da rendere  indissolubile  il  legame  fra  le
caratteristiche del prodotto ed  il  territorio  sardo,  tutelando  i
consumatori ed  i  produttori  da  eventuali  utilizzi  scorretti  ed
indebiti. 
 
                               Art. 7 
 
 
                              Controlli 
 
    Il controllo sulla conformita' del prodotto  al  disciplinare  e'
svolto dalla struttura di controllo, conformemente a quanto stabilito
dagli articoli 10 e 11  del  Reg.  CE  510/2006.  Tale  struttura  e'
l'Autorita' pubblica  Laore  Sardegna,  via  Caprera  n.  8  -  09123
Cagliari; tel. 070/6026; fax 070/6026 2222. 
 
                               Art. 8 
 
 
                            Etichettatura 
 
    Il "Carciofo  Spinoso  di  Sardegna"  viene  immesso  al  consumo
utilizzando  le  seguenti  confezioni   chiuse   o   aperte   e   con
l'apposizione del logo: 
      Confezioni chiuse: 
        vassoi da 1 a 12 capolini interi e/o porzionati; 
        Cestini in materiale per alimenti da 500 gr. a 5 Kg.; 
        confezioni in legno, cartone e plastica per alimenti dai 1 ai
60 capolini, con o senza gambo, di dimensioni adeguate al  numero  di
capolini contenuti in ciascuna tipologia di confezione. 
      Confezioni aperte: 
        confezioni contenenti capolini interi (da 1 a 6) identificati
da una fascetta antimanomissione per alimenti. La fascetta avvolge il
singolo capolino o piu' capolini fino  ad  un  massimo  di  6.  Sulla
fascetta sono  indicate  il  logo  della  denominazione  e  tutte  le
informazioni previste dal disciplinare di produzione. 
    Sono   fatti   salvi   i   materiali   considerati   idonei    al
confezionamento del prodotto dalla vigente normativa  comunitaria  in
materia. 
    Ogni confezione deve contenere  "Carciofo  Spinoso  di  Sardegna"
della stessa categoria merceologica. 
    La parte visibile del contenuto di ogni confezione, inoltre, deve
essere rappresentativa dell'insieme. 
    Le etichette apposte sulle confezioni devono recare: 
      la denominazione "Carciofo Spinoso di Sardegna" DOP ed il  logo
comunitario; 
      la categoria extra o I; 
      il calibro; 
      il numero di capolini; 
      ogni altra indicazione prevista dalle leggi vigenti. 
    Il logo della denominazione e' la raffigurazione stilizzata di un
carciofo spinoso  umanizzato  attraverso  la  sovrapposizione  di  un
sorriso, la testa dell'ortaggio diventa una vera e propria testa,  le
foglie si trasformano in braccia aperte e si distendono in  un  gesto
amichevole e accogliente. Il messaggio che si coglie e' quello di  un
prodotto dal gusto dolce nonostante  la  spinosita'  dell'aspetto.  I
colori sono  il  verde  ed  il  violaceo,  tipici  della  pianta,  il
carattere scelto e' il Block Heavy Condensed. 
  
 
              Parte di provvedimento in formato grafico